starlight
«I’ll never let you go if
you promise not to fade away»
A Jè.
Perché ha sopportato tutti i miei
scleri su questa storia,
perché è stata
tremendamente paziente con me,
perché se lo
merita un regalo di incoraggiamento,
perché spero di averle
fatto venire almeno un po’ di amore per questi due cosetti
idioti di Katie e Oliver così da scrivere tante belle storie come solo lei sa
fare,
e perché
sì.
C’è anche bisogno di chiederlo?
ah, sì: grazie sul serio <3
1. I wanna break this spell that you've created
Non era mica vero che
Katie Bell aveva una cotta per Oliver Baston. No, affatto. Era una voce messa
in giro dai gemelli Weasley, non c’era alcun dubbio. Lei avrebbe rassicurato
tutti che non era assolutamente così, che lei era una ragazza seria e che la
sua unica preoccupazione era il Quidditch e il diploma.
Purtroppo per lei,
entrambe le cose erano parecchio lontane, dato che aveva appena tredici anni e
l’ultima partita del campionato era stata appena annullata. La McGrannit era
scesa in campo con un megafono viola, ordinando a tutti di tornare nelle
proprie Sale Comuni. Oliver Baston era diventato improvvisamente bianco in
volto e si era precipitato verso la professoressa con aria sconvolta, tentando
di farla ragionare – secondo il suo parere -, ma lei lo aveva semplicemente
ignorato, preso Harry da parte e si era incamminata lontano, nel castello.
Katie Bell aveva
praticamente visto la delusione farsi strada sul volto del loro capitano che,
ormai demotivato, era tornato negli spogliatoi quasi trascinandosi. Lei seguì
il resto della squadra lì dentro, tenendo stretto il suo manico di scopa. Gli
altri facevano ipotesi su quanto poteva essere accaduto – qualche altro
studente pietrificato? -, ma lei non faceva altro che guardare Oliver Baston
che, nel pieno del suo sconforto, si era accasciato contro l’armadietto con la
testa tra le mani.
I ragazzi si guardarono, chiedendosi silenziosamente cosa fare, poi decisero
che, forse, era meglio lasciarlo cuocere nel suo brodo e parlargli solo quando
si sarebbe fatto una ragione di quanto era successo. Si cambiarono in fretta e
si avviarono di sopra, con aria curiosa.
«Non vieni, Katie?» domandò Alicia, voltandosi verso la ragazza. Lei annuì e
fece un sorriso di scuse.
«Controllo una cosa e arrivo» disse, semplicemente, e l’altra le fece un
leggero sorriso e riprese a camminare, lasciando ormai Katie da sola, a parte
la cupa presenza di Oliver Baston a farle compagnia.
Lei non sapeva come fare a parlargli, aveva paura che lui potesse arrabbiarsi
con lei e odiarla per il resto della sua vita. Non che le importasse più di
tanto, ma era il suo capitano e non doveva odiarla. E lei, dopotutto, stava
solo cercando di aiutarlo. Ma non riusciva a spiccicare parola ed era ancora
ancorata al suo armadietto e dava le spalle al capitano, senza sapere cosa
esattamente fare.
«Bell, se sei ancora qui per tentare di consolarmi, hai avuto un’idea
sbagliata» mormorò Oliver, prima che lei potesse fare qualunque cosa, con la
testa affondata ancora nelle sue mani.
«Io volevo solo … fare qualcosa» mormorò Katie, voltandosi finalmente verso di
lui. Era ancora accasciato su se stesso e, per quello che poteva vedere lei,
aveva l’espressione più disperata che Katie avesse mai visto.
«Non … fare niente. Va’ via» .
La ragazza si strinse le braccia al petto e trattenne il respiro per un
secondo. Sembrava che quelle parole facessero male più di quando era caduta dal
suo manico di scopa, durante l’ultimo allenamento. Era la cosa più dolorosa che
avesse mai provato in tutta la sua vita.
Oliver doveva essersi accorto della reazione di Katie, perché alzò la testa e
la guardò, con uno sguardo di scuse e una sorta di sorriso disperato.
«Non volevo ferirti, Katie» mormorò, scuotendo la testa. Era questo, allora.
Oliver l’aveva ferita con le sue parole. Perché lei pensava che fossero amici,
eh, niente di più. Però ci era rimasta male. «Voglio …
solo stare da solo, ecco. Ma apprezzo il tuo tentativo».
Lei lo guardò, mentre era ancora appoggiata al suo armadietto, e tentava di
respirare nuovamente. Lui non voleva ferirla ed era quello che le importava.
Non l’aveva fatto apposta, ecco tutto.
«La McGrannit ha detto di tornare in Sala Comune» sussurrò lei, semplicemente,
facendogli un sorriso esitante.
«Ci andrò, non preoccuparti per me» le disse, con un sorriso che sembrava il
quadro della disperazione.
«Lo faccio sempre» mormorò lei, tra sé e sé e Oliver fece il primo vero e
proprio sorriso della giornata. Katie arrossì, quando si rese conto che lui
l’aveva ascoltata e nascose il suo volto dietro i capelli, evitando di
guardarlo. Era la prima volta che era seriamente in imbarazzo davanti a
qualcuno. Solitamente, era una persona molto più coraggiosa. Era o non era una
Grifondoro? Ma con Oliver le cose cambiavano.
Avanti, era un ragazzo più grande di lei di tre anni ed era particolarmente
affascinante. Ovvio, non che lei lo trovasse affascinante. Era ovvio, bastava
guardarlo in viso. Era ovvio che lei si sentisse in imbarazzo davanti a lui. E
questo non aveva niente a che fare con la voce che i gemelli Weasley avevano
sparso in giro – qualcosa che riguardava lei ed una certa cotta per una certa
persona. No, affatto.
«Non devi. Sono grande e so badare a me stesso, sai? » scherzò lui, mentre lei faceva per uscire dallo
spogliatoio. Gli sorrise, sul serio, e poi scosse la
testa.
«Non ti deprimere, Oliver. Non è il caso. Abbiamo
l’anno prossimo per vincere ed ho la sensazione che ci riusciremo. Abbiamo il
Portiere migliore di tutta Hogwarts» e, senza che lui
potesse dire altro, si allontanò, per tornare nella sua Sala Comune.
«E tu ti ostini ancora a dire che non hai una cotta
per lui! » tuonò Fred Weasley, venendole incontro con
un sorriso che le metteva quasi paura e passandole un braccio attorno alle
spalle.
«E’ solo la verità. La voce che voi avete messo in
giro è davvero crudele» sbottò lei, mentre George si
univa al gemello e, insieme, la scortavano verso
«Oh, Katie, noi non abbiamo messo in giro alcuna voce, è tutto merito tuo»
scherzò George, con un sorriso identico a quello del fratello.
«Oh, smettetela di dire idiozie! »
esclamò lei, scuotendo la testa e prendendo a braccetto i gemelli, con un
sorrisetto divertito. «E, per vostra informazione, a
me non piace affatto Oliver Baston! »
Soltanto qualche settimana
dopo, si sarebbe resa conto che la verità era ben altra, ma, per il momento,
Katie Bell avanzava piena di fiducia verso
E, cosa peggiore, lei ci credeva davvero.
Angolo Autrice
(se ancora mi posso considerare
tale)
Allora,
vi devo delle spiegazioni, lo so.
Perché ho
deciso di imbarcarmi in questa follia? Be’ … è semplice: perché io mi sono
innamorata di loro due, Oliver e Katie <3 non sono così favolosi? *-*
Questo
era un progetto di un anno fa, ma l’estate scorsa non riuscii a scrivere niente
a parte tre miserrimi capitoli che facevano tristezza persino al pc. Poi, qualche settimana fa mi venne voglia di scrivere
su di loro ed è nata questa raccolta – cioè, questo folle progetto.
Vi avviso
già da ora che la raccolta è completa – sì, l’ho finita in due settimane. Meravigliatevi, lo pretendo ù_ù – quindi non dovrete penare tanto per gli aggiornamenti
xD
Il titolo
della raccolta è Starlight, dalla canzone dei Muse,
come credo si possa notare anche dal sottotitolo. Perché? Be’ … *non ho trovato titolo migliore*.
no, okay, perché è una delle mie canzoni preferite e
perché penso che stia bene con l’idea che io mi sono fatta di Oliver e Katie
<3
Oh, ed
ogni titolo di capitolo sarà un verso di una canzone dei Muse perché ho deciso
così xD (perché ormai sono in fissa).
Questo
è di Time is running out <3
Be’,
penso di aver finito.
El.