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Autore: londonlilyt    14/09/2005    3 recensioni
Oscar sapeva cosa voleva dalla vita, la sua carriera era la cosa piu' importante per lei, c'era poco posto nella sua vita per l'amore o le cose frivole. fino a quando il suo nuovo assistente, Andre', arriva in ufficio. I grandi occhi verdi e i suoi modi gentili le mostreranno un lato della vita che le era sempre stato negato dai suoi obblighi e doveri, facendo tremare le fondamenta di tutte le sue certezze. Ma Andre' ha un segreto, che presto si frapponera tra i due e la loro felicita', riusciranno a superare tutti gli ostacoli e rimanere l'uno affianco all'atro? BHE' LEGGETE E SCOPRITE!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Era oramai pomeriggio inoltrato quando Oscar riusci a tornare in ospedale, vi erano stati ben pochi cambiamenti nelle condizioni di André, apparentemente la febbre era scesa a livelli accettabili, ma non scomparsa del tutto, non aveva ancora ripreso conoscenza, ma quello poteva essere attribuito alla morfina, il dottore voleva gradualmente diminuire la dose e vedere quale intensitá di dolore il paziente poteva sopportare.

Si era offerta di rimanere al suo fianco mentre il resto della sua famiglia andava a riposarsi, si sarebbero stabiliti nell’appartamento di lui fino a quando non sarebbe stato in grado di uscire dall’ospedale.

Quella fú la loro routine per i seguenti quattro giorni, c’era sempre qualcuno al capezzale di André per fargli compagnia, anche se la morfina lo metteva fuori combattimento per la maggior parte del tempo, non importava a nessuno di loro, si sentivano di essere utili in qualche modo e lui sembrava riposare con piú serenita se avvertiva una presenza amica accanto.

La mattina del quinto giorno Oscar venne scossa dal suo dormiveglia dalla stretta improvvisa della mano che teneva intrecciata a quella di André, sembrava che stesse per svegliarsi. La notte prima il dottore aveva ordinato solo un blando antidolorifico e gli effetti dovevano essere svaniti da un bel pò, anche se non l’aveva dichiarato completamente fuori pericolo, si era ritenuto soddisfatto sull’inizio naturale del processo di cicatrizzazione.

-André- lo chiamó piano accarezzandogli i capelli arruffati.

-Oscar...- sussurò ancora prima di aprire gli occhi, anche se solo uno era visibile, visto che l’altro era nascosto dalle lenzuola.

-Ci hai fatto prendere un colpo, come ti senti?- avvicino il viso al suo, non voleva che facesse nessun movimento incauto.

-Male cane...la schiena...-

-Lo so, ti sei arrostito per bene- vide un angolo della sua bocca sollevarsi in una imitazione di sorriso.

-Brucia maledettamente...- la stretta della mano si accentuò.

-Vado a chiamare l’infermiera, ti dará qualcosa per il dolore- cercò di liberare la mano ma lui non la lasció.

-Voglio...vederti piú...andare via...- non riusciva a pensare con lucidá, chissa di che cosa l’avevano imbottito -...il fuoco...colpa tua...stare lontani...-

-André non sai quello che dici, fammi chiamere l’infermiera- non poteva credere a quello che le stava dicendo, doveva aver capito male.

-Dolore...tutto finito...mai più...- non disse altro visto che era scivolato nuovamente nell’incoscenza.

Oscar non riusciva a muoversi, tutte le sue paure si erano appena concretizzate, lì davanti ai suoi occhi, André non la voleva piú vedere, voleva che gli stesse lontano e quello che era peggio la considerava responsabile del brutto incidente di cui era stato vittima. Gli guardó la schiena e quasi si sentì male al pensiero, che lui avrebbe portato per sempre il ricordo di questa terribile esperienza, ed era tutta colpa sua!

Con le ginocchia che le tremavano andó fuori per chiamare l’infermiera, ma non ebbe il coraggio di rientrare nella stanza, non voleva lasciarlo solo, ma non voleva neanche essergli vicino se si fosse nuovamente svegliato e le avesse chiesto di andarsene, non l’avrebbe sopportato.

Un paio d’ore dopo Ryan la trovó ranicchiata su una sedia fuori dalla stanza di André, e dalla sua faccia pensó che fosse accaduto qualcosa di terribile.

-Mio Dio Oscar cosa é successo?- il terrore era palpabile in ogni parola.

-Nulla, tuo fratello sta bene, si é anche svegliato e siamo riusciti a fare due chiacchere- due chiacchere che non si sarebbe scordata tanto facilmente si disse con amarezza, poi si preparó a raccontare la bugia che le avrebbe permesso di sparire senza che nessuno si facesse domande o si chiedesse cosa fosse successo tra loro due –devo andare a New Orleans per qualche giorno-

-Perché? È forse successo qualcosa?- dal suo pallore doveva essere qualcosa di grave.

-Mia nonna non sta bene- non ebbe il coraggio di guardarlo mentre mentiva così spudoratamente –l’hanno ricoverata d’ugenza e devo andare ad accertarmi che non sia nulla di grave-

-Mi dispiace, André non sará contento nel vedere che non sei qui-

-Giá- sconfittá uscì dall’ospedale.

Una volta in strada, si incamminò verso casa cercando di perdersi nella folla che gremiva i marciapiedi, tutti erano in giro per le spese natalizie.

Le vetrine e i lampioni erano decorati a festa, da per tutto si sentivano i cori natalizi che ti invitavano ad unirti al canto con la loro allegria, tutti sembravano contenti, come era possibile che non si fosse accorta che il natale era alle porte?

Per lei non era mai stato speciale e quest’anno lo sarebbe stato ancora di meno, aveva solo voglia di stare da sola e leccarsi le ferite in un angolino buio, non aveva piú speranze, non avrebbe potuto ricucire il suo rapporto con André, era davvero tutto finito, anche quando si erano separati prima dell’esplosione, segretamente aveva sperato che una volta sparita la rabbia, si sarebbero potuti riconciliare, appianare le loro divergenge e ricominciare da capo,

Ora nulla di tutto ciò sarebbe accaduto, e lei avrebbe dovuto imparare a convivere con il senso di colpa, di essere stata la causa di tanto dolore.

Le fredde giornate di dicembre scorrevano lente, Oscar passava il suo tempo barricata dentro casa, uscaiva di rado, se non per andare a comprare del cibo, gli articoli di giornale comparsi sulla “Bureau Gazzette” avevano scatenato un putiferio, le azioni della sua compagnia erano crollate e tutto era stato messo sotto sequestro dall’FBI, il suo nome non era comparso da nessuna parte come promesso, neanche in relazione all’esplosione del magazzino, la quale indicava come unica vittima Roger Whittaker.

A quanto pareva i federali erano riusciti a catturare le loro prede prima che varcassero i confini delle acque territoriali con la loro barca, chissa se li avevano anche convinti a collaborare. Ma non le importava.

Avrebbe dovuto cercarsi un’altro lavoro, ma non riusciva ad interessarsi a nessuna delle posizioni disponibili sul mercato, non era neanche sicura di voler ancora fare qul tipo di lavoro, forse aveva bisogno di un cambiamento. Fú con quell’idea che decise di andarsene da quell’appartamento, l’affitto era pagato solo fino al primo di gennaio e se voleva vacarlo bastava dare due settimane di preavviso al padrone di casa, e così fece, almeno aveva qualcosa da fare, impacchettare tutte le sue cose e magari cercarsi una nuova casa.

Con tristezza le ci vollero solo due giorni per impacchettare tutta la sua roba, non aveva certo riempito quella casa con effetti personali, ma quello che le diede il colpo di grazia fú la scatola piena delle cose che André aveva lasciato a casa sua, si rese conto di aver toccato il fondo quando si ranicchiò sul divano con indosso un felpone che conservava ancora l’odore di lui. Ora era ufficialmente patetica.

Ryan, convinto che lei fosse fuori cittá e alle prese con una crisi familiare, le lasciava regolari messaggi nella segreteria con il bollettino medico del fratello, per lo meno si stava riprendendo rapidamente, il dottore l’aveva dichiarato fuori pericolo e era disposto a dimetterlo un paio di giorni prima di natale, avevano deciso di fargli fare la convalescenza a casa, dove i suoi genitori potevano prendersi cura di lui.

Quello le fece decidere di non andare a casa dei suoi per le feste, non voleva stare dove poteva cedere alla tentazione di andare a vederlo e magari rendersi ridicola difronte a tutta la famiglia riunita, sua nonna non era stata affatto contenta della notizia, era dall’estate che non si vedevano, suo padre lo era anche meno stranamente, ma poi aveva scoperto il perché.

Sapendo del crollo della compagnia per cui lavorava era tornato all’attacco cercando di convincerla a prenere il posto di presidente nella compagnia di famiglia, quello le bastò per convincersi di aver preso la decisione giusta ed evitare la villa per un bel pò, sarebbe rimasta a New York per Natale e magari avrebbe sviluppato un pò di interesse nel rimaettere in sesto la sua vita andata a rotoli.

Natale era passato da qualche giorno, tutti si stavano preparando per i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno, ma ad André non importava nulla, era sdraiano nel suo letto e si crogiolava nell’auto-commiserazione, Oscar era sparita dalla circolazione e lui non aveva il coraggio di chiamarla o di andare a trovarla.

Quando si era svegliato all’ospedale e se l’era trovata vicino era stato al settimo cielo, non si era fatta nulla e gli era rimasta vicino, aveva voluto dirle che gli dipiaceva, che tutto quello che era successo non era colpa sua, che voleva che lo perdonasse e che non lo lasciasse mai piú, ma il torpore provocato dalla morfina non lo faceva pensare coerentemente e il dolore alla schiena era stato insopportabile.

Ora andava meglio, aveva una benda di sei metri quadrati, ma non gli faceva piú male come prima, e gli sarebbe rimaste delle belle cicatrici come ricordo della sua dissavventura, non che gli importasse un gran che, con un po di chirurgia plastica il dottore aveva detto che si poteva migliorare la situazione, ma di non aspettarsi una scomparsa totale.

Mentre era perso nei suoi pensieri macabri la porta della sua stanza si spalancò, e suo fratello Ryan fece il suo ingresso con un’allegria che gli dava solo sui nervi, perché di tutti i suoi fratelli lui doveva essere quello a vivere così vicino a casa dei suoi? Se lo era ritrovato tra i piedi ogni santo giorno!

-Ehilá fratellone!- gli passo accanto arruffandogli i capelli come se avesse cinque anni per poi gettarsi sul letto affianco con un tonfo, e lontano da possibili vendette –che fai qui tutto solo?-

-Ma non hai un lavoro da fare!- rispose acido.

-Siamo sotto le feste caro il mio Grinch!- l’aveva visto con il morale sotto le scarpe troppo a lungo, era arrivato il momento di intervenire, era chiaro che le cose tra lui e Oscar fossero messe male e non ne capiva il perché.

-Non hai nessun altro da tormentare?-

-Perché fare la fatica, tu sei a portata di mano- disse contento.

André nascose la testa nel cuscino e gemetté di diperazione.

-Se non te ne vai dico alla mamma che stai importunando il malato in convalescenza!- ebbe il risultato di farlo solo scoppiare a ridere.

-Che credi che abbia, ancora cinque anni?-

-Da come ti comporti, che vuoi?-

-Veramente ero venuto a chiederti se volevi venire con me per l’ultimo dell’anno. Vado con un paio di amici a New York, magari se esci e ti diverti ti passa quel lungo muso!-

-No grazie- rispose secco, l’ultima cosa che gli ci voleva era andare così vicino a dove stava Oscar.

-Possiamo comunque andare a stare nel tuo appartamento? Anche se tu non ci sei?-

-Alla faccia del buon samaritano!- grido allibito –sparisci-

-Va bene- fece finta di andarse ma con fare casuale chiese –senti un pò, che fine ha fatto la bindina?-

André guardò con un soppracciglio alzato, e quello da dove saltava fuori?

-Lo sai no, quella biondina con il sedere a forma di cuore che ti sbavava dietro- chiese con un coraggio da medaglia d’oro.

-Ehi!- si mise a sedere furibondo –non ti permetto di parlare di Oscar a quel modo!-

-Pensavo che, essendo tu non piú interessato, avrei potuto farle una visitina mentre ero in cittá- incurante del pericolo che correva decise di continuare –anche se una così é meglio perderla che trovarla-

-Cosa vorresti dire?- chiese con un tono di voce che rasentava il ringiare di un cane pronto all’attacco.

-Andiamo, la sciaquetta si é dileguata dall’ospedale una volta che si é resa conto che la tua bella schiena muscolosa sarebbe rimasta deturpata da orribili cicatrici, ora una così superficiale é buona solo per...-

Non ebbe la possibilitá di finire, perché il fratello incurante dei dolori l’aveva afferrato per bavero della camicia e l’aveva scaraventato contro il muro tagliandogli la provviggione di ossigeno.

-Prova a dire un’altra cosa del genere sulla mia fidanzata e, fratello o non fratello, ti riduco a brandelli!- urlò. Continuando a sbatacchiarlo contro il muro.

-Allora vattela a riprendere, maledizione a te!- si liberò facilmente dalla sua stretta, le settimane passate in ospedale l’avevano indebolito, l’avrebbe potuto stendere con due dita, ma la sua intenzione non era stata quella di fargli del male –ti sei commiserato abbastanza, se la ami davvero va da lei e chiarisci la situazione!-

-Non é facile come credi- solo ora capiva le intenzioni del fratello e quasi si vergognava di averlo attaccato.

-Invece si, Oscar mi ha raccontato tutto, e quello che non mi ha detto me lo sono potuto immaginare da solo, va da lei e striscia, con una come lei, si fa di tutto per tenersela stretta- decise che era il momento di andasene e lasciare il fratello da solo –partiamo in treno tra un apio di giorni, fai in modo di farti trovare alla stazione, altrimenti ti lego come un salame e ti ci trascino a calci a New York!-

André rimase a lungo a fissare il pavimento, era vero, se l’amava talmente tanto cosa stava aspettando? Perché non andava da lei e la convinceva a perdonarlo una volta per tutte, in modo che potessero ricominciare da capo? Di cosa aveva paura? Tanto peggio di così non poteva di certo andare!

  
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