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Autore: RachelDickinson    26/09/2005    5 recensioni
*SPOILER SUL SESTO LIBRO,SCONSIGLIATA LA LETTURA A CHI NON L'HA ANCORA LETTO* Tra gli oggetti babbani di casa Weasley, il più caro a Ginny é un libro di fiabe. E se questo non fosse un semplice libro babbano? Cosa potrebbe succedere a lei ed ai suoi amici, se venissero catapultati nelle più celebri fiabe babbane, diventandone i protagonisti?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Fiabe babbane

Fiabe babbane

 

Capitolo 1 – Il libro

 

Erano circa le cinque del mattino. La finestra di una camera al primo piano era aperta, un leggero venticello estivo muoveva le tendine purpuree, mentre una figura snella e con il viso costellato di efelidi, dormiva beatamente sotto bianche lenzuola di flanella, sorridendo. La stanza era illuminata da lucenti raggi di dell’alba, e uno di questi batteva su un vecchio libro dalla copertina marrone di pelle e le pagine ingiallite. Quest’ultimo era aperto verso la metà, Era tutto scritto con una calligrafia elegante. Alcune frasi recitavano così:

 

Essendo venuto il momento della vecchia fata, essa disse tentennando il capo più per la bizza che per ragion degli anni, che la Principessa si sarebbe bucata la mano con un fuso e che ne sarebbe morta! Questo orribile regalo fece venire i brividi a tutte le persone della corte, e non ci fu uno solo che non piangesse.
A questo punto, la giovane fata uscì di dietro la portiera e disse forte queste parole:
"Rassicuratevi, o Re e Regina; la vostra figlia non morirà: è vero che io non ho abbastanza potere per disfare tutto l'incantesimo che ha fatto la mia sorella maggiore: la Principessa si bucherà la mano con un fuso, ma invece di morire, s'addormenterà soltanto in un profondo sonno, che durerà cento anni, in capo ai quali il figlio di un Re la verrà a svegliare".
Il Re, per la passione di scansare la sciagura annunziatagli dalla vecchia, fece subito bandire un editto, col quale era proibito a tutti di filare col fuso e di tenere fusi per casa, pena la vita.

 

***

 

Un ragazzo alto e dinoccolato, con capelli dello stesso rosso fuoco delle pareti della casa e gli occhi assonnati, scese gli ultimi gradini sbadigliando. Si diresse in cucina e con espressione deliziata osservò le varie leccornie sul tavolo, dai biscotti di zucca ai pancake al cioccolato. Vide i suoi migliori amici, Harry Potter ed Hermione Granger, fare colazione discutendo animatamente delle ultime novità in prima pagina quella mattina sulla Gazzetta del Profeta. Si sedette accanto ai due, buttando li un “ ‘giorno” e azzannando famelico un pancake particolarmente grande, con cioccolata strabordante da tutte le parti.

Hermione, che ora aveva ventidue anni e studiava per diventare guaritore, si portò una ciocca ribelle di capelli castani dietro l’orecchio e sorrise al rosso, sorridendo e arrossendo. Harry guardò l’amica trattenendo un sorrisetto, sapendo che ormai erano secoli che Hermione aveva capito di essere innamorata del loro amico Ron, poi spostò lo sguardo sull’ultimo arrivato.

“Ron, se mangi così velocemente ti andrà qualcosa di traverso.”

Detto fatto, dopo l’avvertimento di Harry, Ron rischiò di soffocare con un abbondante sorso di latte, che riuscì ad ingoiare grazie all’aiuto provvidenziale di sua sorella Ginny, che aveva smesso di impastare qualcosa sul ripiano della cucina e aveva appena sussurrato un incantesimo, la bacchetta ancora puntata verso il fratello. “Sei una frana” bofonchiò la ragazza, tornando alle sue mansioni.

“Ciao… Ginny… coff… non ti avevo vista… grazie…” rispose Ron ancora scosso, avendo appena rischiato di morire con un sorso di latte di traverso. La sua attenzione fu poi attirata dalla copia del giornale che Hermione stava sfogliando. “Qualcuno che conosciamo?” chiese normalmente, riprendendo a mangiare. Ormai quella domanda era normale, da quando la seconda guerra contro i mangiamorte era ufficialmente iniziata, ormai cinque anni prima, con la morte di Albus Silente.

Hermione scosse il capo affermativamente. “Stavolta è toccato a Mundungus Fletcher.

Ginny soffocò un gemito, smettendo si stendere l’impasto di pasta frolla. Ron si incupì, Harry invece dal canto suo rimase indifferente.

“Oh… andiamo Harry… non puoi essere ancora arrabbiato con il vecchio Dung…”

Harry lanciò un’occhiataccia a Ron. “Si che posso. Per quanto mi riguarda ha offeso la memoria di Sirius.

“Ha solo rubato qualche oggetto da casa sua, non ha offeso la sua memoria…” puntualizzò Hermione. Harry non si risparmiò di guardare storto anche lei. “I signori Weasley, Lupin e gli altri sono tutti d’accordo con me.

Hermione si alzò in piedi sbattendo una mano sul tavolo. “HA AVUTO IL BACIO DEL DISSENNATORE, HARRY! UN DISSENNATORE SFUGGITO AL MINISTERO! Nemmeno  lui meritava una cosa del genere… meglio morire, piuttosto che questo. O sei troppo ottuso per capirlo?”

Harry non la guardò neanche. Tornò a mangiare la sua colazione, senza accorgersi dello sguardo affranto di Ginny. La ragazza tolse il grembiule, buttò l’impasto nella spazzatura e uscì in giardino, senza dire nulla. Hermione scosse la testa guardando Harry ed uscì fuori anche lei, raggiungendo l’amica.

“Ha ragione sai…”

“RON, NON TI CI METTERE ANCHE TU!” sbottò infuriato il moro, posando con poca delicatezza la sua tazza di caffé sul tavolo, in un tonfo sonoro. “Mi dispiace per Dung, okay? Ma non posso farci niente, e sinceramente non ho la minima voglia di rovinarmi la giornata per lui, è il mio compleanno”. Ron fece spallucce. “L’impasto che Ginny ha buttato sarebbe dovuto diventare la tua torta di compleanno… credo sia dispiaciuta per il tuo comportamento… arrabbiata, anzi.

Lo sguardo di Harry si mosse velocemente verso il cesto dei rifiuti. Si passò una mano tra i capelli, sbuffando. Perché Ginny era così ostinata? San Valentino, Natale, Pasqua, il suo compleanno, l’epifania… non mancava una sola festa dove non preparasse un dolce o un regalo per lui. Ma perché era così cocciuta? Lui non sarebbe mai tornato con lei. Non voleva rischiare. Non poteva metterla in pericolo. L’amava troppo, e proprio per questo non poteva stare con lei.

Improvvisamente una voce lo risvegliò dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo verso la porta, e vide una bambina salutarli e saltare in braccio ad Harry.

“Ciao zio Ron e zio Harry” disse la bimba allegramente. Aveva lunghi capelli rossi e profondi occhi azzurri come il cielo. Un viso bellissimo, lontano dai canoni di bellezza dei Weasley. Nessuna l’avrebbe scambiata per una di loro, se non fosse stato per l’inconfondibile rosso fiamma dei capelli e il viso spruzzato di graziose lentiggini. Quella bambina era Virginia Weasley, detta Ginny come la zia, figlia di Bill e della bellissima mezza veela Fleur Delacour, aveva quattro anni, ed un’adorazione infinita per Harry. I due genitori entrarono proprio in quel momento in casa.

“Ginny, quaànte volte devo dirti di non infòstidire gli zii?” disse Fleur in una corretta lingua inglese, ma mantenendo il suo forte accento francese. “OhArry! Vieni qui, fatti dare un bascio… buon compleanno” disse poi abbracciando calorosamente Harry, che avvampò. Per quanto potesse vederla ogni santo giorno, era pur sempre una veela, e lui, come Ron, sapeva che non si sarebbe mai abituato ad averla così vicino senza sentirsi in imbarazzo.

Quando Fleur finì di salutare Harry e prese Virginia per cambiarla in modo che non si sporcasse in giardino, fu il turno di Bill, che lo salutò con un’amichevole stretta di mano. Ogni volta che lo vedeva, Harry non poteva fare a meno di ricordare quella sera di cinque anni prima, quando Piton uccise Silente, e Bill fu morso da un lupo mannaro, che gli lasciò una cicatrice indelebile su spalla e volto, sfigurando quello che era, a detta di molti, il più bello dei fratelli Weasley. Eppure, pensò sorridendo, Fleur l’aveva sposato lo stesso, dimostrando di amarlo davvero, e non essere attratta solo dalla sua bellezza. Quel giorno molti si erano ricreduti su Fleur Delacour, e anche Ginny aveva smesso di prenderla in giro. Pian piano lei ed Hermione erano diventate sue amiche.

“Avete sentito di Dung?” chiese Bill sedendosi a tavola e addentando un pancake alla marmellata. Ron ed Harry si scambiarono un’occhiata, fu quest’ultimo a prendere parola. “Purtroppo si…”

“Mi dispiace molto per lui” continuò Bill.

“Si, davvero un peccato…” disse con poca convinzione Harry. Bill inarcò un sopracciglio, perplesso. “Sei ancora arrabbiato con Dung?”. “Non credo siano affari che ti riguardano, Bill, con tutto il rispetto davvero, ma potremmo cambiare discorso?”

L’imbarazzante discussione fu interrotta dai gemelli Fred e George, che piombarono in cucina con delle “Trombette festive ultrasoniche”. La parola ultrasoniche non stava per ultrasuoni, bensì per urla del tipo “Auguri” “Buon compleanno” e “Cento di questi anni” gridate a tutto volume, con toni acuti e assordanti. Tutti si tapparono le orecchie.

“Freddd… Georgeee… finitela con quelle cose!!!” gridò il signor Weasley dalla camera da letto, che si era ritirato appena quattro ore prima, all’alba, ed essere svegliato dopo così poco da quei cosi spaccatimpani non era propriamente da definirsi un bel risveglio. I gemelli smisero di far funzionare le trombette ultrasoniche e le posarono su tavolo, sedendosi poi ai due lati di Harry, George a destra, Fred a sinistra.

“Buon compleanno, Harry!”

“Buonissimo, davvero!” fece eco George al fratello.

“Stasera te la spassi con qualche bella pollastra?”

“Qualche bella pollastra stasera?” fu ancora George a ripetere le parole del fratello Fred.

Harry si girava di qua e di là, in preda ad un forte mal di testa. Ma quei due sarebbero mai cresciuti? E pensare che avevano già ventiquattro anni.

“Veramente questa sera ho una cena con alcuni compagni dell’accademia” rispose vagamente, sperando di poter finalmente finire di sorseggiare il suo caffé in santa pace.

Ohhh… ci sarà anche Cathrine, la tipa con cui sei uscito fino a qualche mese fa?” chiesero all’unisono i gemelli, accertandosi che proprio in quel momento Ginny stesse rientrando in cucina, e alzando la voce il più possibile in modo che sentisse. La rossa però ignorò il commento dei due. Imboccò le scale e le salì fino a scomparire dalla vista di tutti.

“Bene… cosa diavolo vi è saltato in mente di dire certe cose davanti a Ginny?” chiese Bill irritato. Era sempre stato il più protettivo nei confronti di sua sorella Ginevra, ed era anche il suo confidente, così sapeva che lei soffriva ancora per Harry nonostante fossero passati cinque anni. Era cresciuta, era diventata una splendida ventunenne, ormai donna, fisicamente e caratterialmente, e se da piccola era una ragazzina graziosa, ora era una donna bellissima, una di quelle che facevano voltare gli uomini quando passava loro accanto. Aveva decine di pretendenti, e lui proprio non capiva perché si ostinasse così tanto con Harry. Perché non voleva capire che tra loro era finita? Harry era uscito con altre ragazze nel frattempo, seppur non fosse andata benissimo con nessuna di loro. Lei invece si era chiusa in se stessa, rifiutando qualsiasi contatto con qualcuno che non fosse Harry. Ma cosa aveva Harry di così speciale per Ginny? Non era certo una ragazzina stupida come tutte le altre che bramavano di sposare il moro solo perché era famoso, e perché era “Il prescelto” o “Il ragazzo sopravvissuto”. Per Ginny queste cose non contavano. Lei non amava Harry perché era famoso e ricco. Lei amava Harry perché era lui. Se al posto di Harry ci fosse stato qualcun altro, lei si sarebbe comunque innamorata di Harry, prescelto o no.

Il flusso di pensieri di Bill fu interrotto da mamma Weasley, Molly, che entrò in cucina ciabattando e portando alcune buste piene di cianfrusaglie babbane.

“Mamma, cos’è quella roba?” chiese Ron allungando il collo per sbirciare dentro i sacchetti di plastica.

Molly sorrise ai figli, trionfante. “Vostro padre dorme, ne sto approfittando per fare ordine in soffitta… tutte queste chincaglierie prendono solo spazio, e non servono a niente. Oh… non fare quella faccia Bill. Arthur ha tante di quelle cose babbane che non se ne accorgerà nemmeno che manca qualcosa in soffitta. Anche perché lui non entra in soffitta da qualche secolo... spiegò appoggiando le borse sul tavolo e sospirando. Era da tanto che voleva mettere un po’ di ordine.

Fred e George, senza nemmeno chiedere il permesso, cominciarono ad estrarre gli oggetti dalle buste, incuriositi. “Ma cosa se ne fa davvero di questa roba?” chiese Fred accigliato, esaminando una caffettiera arrugginita e mancante di alcuni pezzi. Molly fece spallucce, poi guardò Harry. “Oh, Harry caro, sei sveglio. Buon compleanno, tesoro” disse abbracciandolo, stritolandolo  per benino. “Gra… zie… M… Mo…lly…” rispose lui tentando di respirare.

“Mamma, così lo ammazzi… “ borbottò Ron, sfogliando un vecchio libro dalle pagine ingiallite e la copertina marrone di pelle.

Hermione, rientrata poco prima insieme a Ginny, osservò il libro e sorrise. “Ti piacciono le fiabe babbane, Ronald?” chiese divertita.

Ron la guardò accigliato. “No, mi fanno schifo…”

Molly scosse il capo. “Quel libro l’ho trovato in camera di Ginny… è meglio buttarlo.

Bill non era d’accordo. “Mamma a Ginny piacciono le fiabe da quando aveva pochi anni, perché vuoi privarla del libro?”. “Oh, caro… Ginny ha ventuno anni, no? E’ ora di lasciarsi dietro le fiabe. Se continua di questo passo rimarrà sempre bambina, non crescerà mai, non… non troverà mai un marito…” disse infine con gli occhi pieni di lacrime. Farfugliò uno strozzato “scusate” e ciabattò fuori dalla stanza, in preda ai singulti.

“Ginny dovrebbe finirla con le fiabe…” cominciò Fred.

“… come mamma dovrebbe smetterla di piangere ogni tre secondi per cose inutili. Finì George, addentando un biscotto di zucca.

Fleur e la piccola Virginia tornarono in cucina. “Oh, cos’è questo sudiscio libroò? Toglietelo per favore, Virginia deve fare colazione…” disse la moglie di Bill, stizzita. Hermione tolse il libro dal tavolo, ma non lo rimise nei sacchi di cianfrusaglie babbane. “Questo è di Ginny… glielo riporto.”

Harry la vide avviarsi verso le scale, pensò tre secondi a qualcosa di intelligente da dire, poi scattò in piedi e le si avvicinò velocemente. “Aspetta… aspetta… glielo porto io…”

Hermione lo guardò qualche secondo, poi sorridendo gentilmente glielo porse. “Vai, diavolo. E non farla arrabbiare di nuovo.”

Harry osservò il libro, stringendolo tra le mani. Poi annuì verso la brunetta e salì velocemente le scale, saltando i gradini a tre a tre.

“Beh… finalmente s’è deciso.” fu tutto ciò che disse Bill, mentre imboccava sua figlia, seduta in braccio a lui.

 

… continua…

  
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