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Autore: ballerinaclassica    02/08/2010    13 recensioni
«Dio, ma l'avete visto quello?»
«Ti piace? Io credo ci sia di meglio»
«Nah, non credo. Andiamo, ma hai visto che fisico? Ha un culo che-»
«A proposito di culi... Guardate quella lì.»
«Insomma, la volete smettere di parlare di culi?!»
«E perché dovremmo?»
«Lascialo perdere, Francis, lui è soltanto invidioso.»
«E che cosa te lo fa pensare, di grazia?»
«Il fatto che tu non abbia un bel culo. E non fare quella faccia. Fidati, è così, l'ho guardato tutto il tempo proprio per accertarmene.»
«Sei un idiota! Sei un cretino! Ti meriti di scivolare! Ma che sto dicendo?! Ti meriti di cadere giù dal palco! Sei un deficiente! E smettila di ridere! E voi che cosa diamine avete da guardare?! Aiutatemi, aiutatemi che lo ammazzo! Stupido! Maiale!»
[ USUK, GerIta, Spamano, PrUngheria, Franada e molto di più♥ ]
Genere: Comico, Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[192] Ludwig Beilschmidt;

«Paura, eh?»
«No, perché dovrei? Sto solo per fare per la milionesima volta quello è ho sempre fatto.»
«Non cercare di fare il duro con me, sono tuo fratello e quindi ti conosco!»
«Ti conosco anche io e ti consiglio di fare meno il gradasso, già lo so che quando sarà il tuo turno, te la starai facendo addosso.»
Gilbert aggrottò le sopracciglia ed evitò di guardare in direzione di Ludwig, giusto per fargli capire quanto fosse realmente offeso. Insomma, lui era il meraviglioso Gilbert, il primo della fila nella sbarra a destra, il primo ad eseguire i giri in diagonale, i grandi salti, gli allegri. Mica era uno qualunque, lui era Gilbert.
«Pfff, come ti pare», borbottò al fratello, voltandosi di spalle e dirigendosi nei retroscena.
Eppure Ludwig era teso, per quanto cercasse di nasconderlo al fratello, più si guardava allo specchio, più cercava sicurezza nel suo sguardo serio. Doveva solo mantenere quell'espressione, fissa, distaccata, dura, e ballare, ballare, ballare. Si trattava solo di qualche tour, di un mucchio di salti e un paio di piroette. La musica avrebbe coperto ogni lamento, l'adrenalina avrebbe preso il posto della fatica per un minuto e venti secondi circa. Lui doveva soltanto trovare la sua concentrazione, pancia in dentro e petto in fuori, il respiro che faceva muovere soltanto il diaframma, proprio come gli aveva insegnato suo padre, quando ancora vivevano a Berlino.
Ludwig deglutì ed annuì un paio di volte, mentre qualcuno, dietro di lui, apriva la porta di scatto.
«Gilbert, se sei venuto di nuovo per-»
«Ve, non sono Gilbert!»
Attraverso lo specchio, Ludwig riconobbe la figura di Feliciano. Indossava una tuta un po' larga ed una maglietta attillata, scaldamuscoli colorati e spessi calzettoni.
«Ah, sei tu.»
«Sono venuto a dirti in bocca al lupo, Lud!»
Non capiva se Feliciano fosse realmente ingenuo o se si fingesse tale. Insomma, lui aveva partecipato a molti concorsi, e nessun ballerino era mai stato gentile con un altro. Non
veramente, almeno. Per quanti potessero essere i sorrisi scambiati nei camerini, le parole gentili e le battute durante i cinque minuti di pausa della lezione, nella loro mente restava comunque quello spirito di competizione che li aveva portati fino a lì. Distribuito in modo ed in maniera diversa nel cervello di ognuno di loro, ma pur sempre fisso e presente nella loro testa. Nel caso di Ludwig, lo spirito di competizione poteva riassumersi in un “fa' del tuo meglio”, che coincideva con il desiderio di prevalere sugli altri e con l'affermare se stesso. Lui, tedesco fino al midollo, non si sarebbe mai abbassato a dei subdoli giochetti cui spesso aveva assistito. Scarpette da punta che sparivano, mezze-punte bagnate, scaldamuscoli sfilacciati e perfino un tutù strappato, una volta.
«Grazie.»
Feliciano però lo spiazzava, perché Ludwig non aveva ancora capito a quale categoria appartenesse. Feliciano era una persona strana, ovviamente squisita, ma difficile da capire. Tanto per cominciare, era così sbadato da risparmiare agli altri ballerini la fatica di nascondergli le cose: lui le avrebbe perse comunque, perfino in una stanza completamente vuota. Inoltre, Feliciano era sempre disponibile con tutti. Era capace perfino di rinunciare alla sua mezz'ora di stretching pur di aiutare Lili, una ragazza che aveva soltanto quindici anni, ad ammorbidire le suole alle sue scarpette.
«Ve, sei teso, non è vero?»
Ludwig lo fissò, Feliciano gli sorrise raggiante e allora lui scostò lo sguardo.
«No, affatto.»
«Ah, inutile che fai il duro!», gli disse, appoggiando le mani sulle sue spalle, «Lo so che sei emozionatissimo!»
Auto-convincendosi che sarebbe stato completamente inutile protestare, Ludwig sbuffò ed annuì in maniera impercettibile.
«Ve, lo sapevo! Io la paura la sento a pelle!»
Ludwig sollevò un sopracciglio, domandandosi perché mai Feliciano fosse così esperto di quel tipo di sentimento.
«Allora Lud, che variazione porti?»
«Lago dei Cigni», rispose velocemente, mentre accendeva le luci attorno allo specchio, per truccarsi.
«Mi piace Sigfrido!»
«Non la variazione di Sigfrido, però», specificò, «Non mi piaceva l'idea di un principe che si fa prendere in giro da una donna e da un uccello.*»
Feliciano rise, Ludwig non capiva che cosa ci fosse di tanto divertente in ciò che aveva appena detto.
«Ve, adesso torno dal mio fratellino, che non era nemmeno molto contento del fatto che io venissi qui da te. Ci vediamo, Lud, ciao!»
Lui si limitò ad un cenno della testa, mentre il ballerino italiano spariva di nuovo oltre la porta.
Aveva conosciuto Feliciano appena un giorno prima. Tra gli altri quattordici finalisti, non capiva per quale assurdo motivo dovesse attaccarsi a lui proprio una persona tanto rumorosa e loquace. Feliciano gli aveva stretto la mano con tanta energia da agitarlo fino alle spalle, dopo di che aveva cominciato a raccontare la storia della sua vita (e di quella di suo fratello) e Ludwig l'aveva registrata quasi inconsciamente.
Lovino (così doveva chiamarsi) e Feliciano vivevano rispettivamente con la madre e con il padre, separati quando loro due avevano poco più di dieci anni. Entrambi però erano stati ammessi, all'età di quindici anni, all'Accademia Nazionale di Roma. A Feliciano Roma piaceva, perché gli ricordava veramente tanto i racconti di suo nonno, che aveva visitato praticamente ogni angolo di quella città. Era stato proprio grazie a lui che i due fratelli si erano decisi ad affrontare quel provino. Fortunatamente per entrambi, visto le doti interpretative e coinvolgenti di Feliciano, e la tecnica e la dedizione di Lovino, il Grand Prix che si stava tenendo a Parigi in quei giorni non era poi così irraggiungibile. E quindi, preparate le adeguate variazioni, si erano iscritti ed erano passati alla fase finale.
Ludwig pensò che quella storia probabilmente era simile a quella di suo fratello, con l'unica differenza che, nel caso di Gilbert, si era trattata di pura fortuna, e che mai e mai un tipo come lui avrebbe potuto immaginare di arrivare ad un livello così alto. Gilbert aveva le doti e non le usava, credeva che la danza, almeno nel suo
meraviglioso caso, potesse basarsi su un'espressione convincente e su una presenza scenica niente male.
Pensare a suo fratello lo aveva fatto distrarre come al solito. Doveva finire di truccarsi e doveva trovare l'equilibrio psicologico per affrontare la giuria. Chiuse gli occhi, si concentrò.
Ludwig sentì una voce femminile con un forte accento francese parlare al microfono e annunciare che la finale del concorso sarebbe cominciata fra
quindisci minuti.



Eppure rimase coi piedi per terra, il Lago dei Cigni.


A Ludwig la danza piaceva, dava ordine alla sua vita. La danza gli diceva cosa mangiare, quanto mangiare, quando mangiare, quando andare a dormire, quanto allenarsi, dove allenarsi, fino a che punto sforzarsi. La danza lo spingeva oltre i limiti del suo fisico e lo aiutava a riscoprirne di nuovi, lo aiutava a crescere dentro e fuori.
La tensione che precedeva la sua performance faceva parte di questo tipo di cambiamento, una crescita attraverso la conoscenza che era cominciata quando lui aveva soltanto sei anni.
Ludwig inspirò ed espirò lentamente, ripassando mentalmente i passi, dove e quando sorridere, in che modo usare le braccia. Il suo corpo avrebbe dovuto fuggire da Parigi, volare in un castello e rimanere lì per un paio di minuti. Ludwig non era più Ludwig, le quinte sparivano e venivano sostituite da pareti di pietra, i riflettori diventavano lanterne e candele, la giuria erano dame e principesse.
Ma Ludwig purtroppo rimase a Parigi, coi piedi per terra ed una bottiglia d'acqua tiepida stretta tra le mani.
Qualcuno gli batté una pacca sulla spalle, la telecamera restava puntata sul suo profilo.
«Numero centonovantadue, Ludwig Beilschmidt, dalla Berlino Dance Academy. Lui interpreta la variazione maschile dal Pas de Trois del Lago dei Cigni di Petr Il'ic Cajkovskij.»
Ludwig chiuse gli occhi e sospirò di nuovo. Era concentrato, si era allenato per settimane, addirittura mesi. Non aveva nulla da temere, lui non era spaventato come invece Feliciano aveva cercato di convincerlo. Anzi, era rilassato, stava per fare una delle cose più naturali che sapeva fare. Non doveva dibutare di se stesso.
Qualcuno gli fece segno di entrare, Ludwig sollevò il mento. Punta, pianta, tallone, punta, pianta, tallone, punta, pianta, tallone. Il pavimento scivolava lentamente sotto i suoi piedi e lui nemmeno se ne accorgeva. Lanciò uno sguardo veloce alla giuria, prima di mettersi in posa e poi cominciare a ballare.

«Ve, Gilbert! Tuo fratello è proprio bravo!»
Un paio di gradinate più sotto, cinque metri in un corridoio scarsamente illuminato, seconda porta a sinistra, il resto dei ballerini aveva trovato la posizione più comoda per seguire Ludwig in diretta. C'era un televisore abbastanza grande da permettere a tutti di capire che cosa stesse succedendo in quel momento sul palco. Feliciano era letteralmente euforico e per questo si era già guadagnato qualche occhiata più che stupita. Gilbert aveva un'aria di sufficienza. Arthur, accovacciato sul pavimento, non staccava gli occhi dallo schermo nemmeno per un secondo. E Alfred fissava lui, ovviamente, chiedendosi se fosse un umano o un alieno, dato che non sbatteva nemmeno le palpebre.
«Wow, ma hai visto la punta nel jeté?»
«Eh?», fu l'unica risposta che riuscì a formulare quando vide quegli occhi verdi puntati direttamente sulla sua faccia.
«Niente», borbottò Arthur, continuando a seguire la variazione.
Francis aveva entrambe le braccia appoggiate sulla sbarra, accanto a lui un ragazzo stringeva in maniera spasmodica un orso di peluche. Probabilmente un talismano, un anti-stress o un portafortuna, ce n'erano tanti in giro.
«Bravo, vero?»
Il ragazzo lo guardò per un attimo, si sistemò gli occhiali sul naso ed annuì.
«Non ti ho mai visto a lezione, sei arrivato ora?»
«... Veramente c'ero a lezione, sono alla sbarra accanto alla tua.»
Francis sbatté le palpebre un paio di volte. Nella sua mente focalizzò Alfred, Arthur (che aveva catturato la sua attenzione molto spesso, per colpa dei pantaloncini troppo corti), Gilbert, Antonio e le ragazze; quelli erano i suoi vicini di sbarra, ma di quel biondino timido non c'era neanche l'ombra. Non tra i suoi ricordi, almeno.
«Oh, sì! Ho capito! Sì, mi ricordo di te!», il che era una sporca bugia.
Il ragazzo annuì, semplicemente.
«Comunque mi chiamo Francis, piacere.»
«Matthew...»
Antonio osservava la scena perplesso e si chiedeva per quale assurdo motivo Francis fosse così maledettamente bravo quando si trattava di fare colpo. E per quale assurdo motivo lui, che gli somigliava in molti aspetti, non aveva affatto la stessa capacità. Probabilmente però quel ragazzo (che era sicuro di non aver mai visto prima) si era semplicemente fidato di quello che poteva essere un viso amico ora che si trovava in un contesto così difficile da affrontare.
Per forza, doveva assolutamente essere così. E di conseguenza, con lui quella tecnica avrebbe avuto la stessa riuscita.
«Ehi», disse, avvicinandosi a uno dei due italiani (ovviamente quello che non si dimenava come un'anguilla davanti al televisore).
Lui gli rivolse un'occhiataccia, che ovviamente Antonio non colse.
«Ti ho visto ieri a lezione e... Cioè, sai, non sei mal- Ehi, io sono Antonio!»
… E forse sembrava anche un cretino.
«Lasciami in pace, bastardo, non vedi che sono impegnato ora?»
Antonio rimase perplesso, e per un attimo fu anche tentato di scappare da Francis e chiedergli qualche consiglio.
«... Come, scusa?»
«Sei anche sordo allora? Ho detto:
b a s t a r d o, lasciami in pace», gli ripeté il ragazzo, scandendo con precisione viscerale ogni singola lettera dell'insulto.
Antonio rimase a fissarlo a bocca aperta, mentre a qualche metro da loro, Elizabeta si godeva la scena. E sembrava anche parecchio divertita! Non si era minimamente accorta che se Gilbert non guardava suo fratello, allora si perdeva sulle sue curve un po' morbide. Non aveva il fisico di una ballerina, clavicole sporgenti come matite, costole che spuntavano sotto i vestiti o anche che premevano contro i body, Elizaveta era armoniosa, completamente, e forse proprio per questo nessuno dei suoi movimenti era mai sembrato spigoloso. Lei era sempre gentile, delicata, leggera come una piuma mentre volteggiava su pochi centimetri di gesso e raso rosa.
Quando si guardò attorno, notò gli occhi di Gilbert e lo vide distogliere immediatamente lo sguardo, senza capire.
«Che ti succede, aru?»
«Niente, quel tipo è un po' strano.»
«Ha la faccia da maniaco, aru.»
«Mh, hai ragione. Se si avvicina lo stendo.»
«Ti serve una mano, aru?»
«No, mi farò bastare una padella.»

«Ve! Lud, sei stato bravissimo!»
Quando Ludwig tornò dietro le quinte, il primo che lo accolse (forse fin troppo calorosamente) fu Feliciano. L'italiano gli era corso incontro con un enorme sorriso stampato in faccia, ovviamente a braccia aperte e lo aveva stretto con forza, continuando a ripetere quanto lui fosse bravo, forte, bello, quanto il suo collo del piede fosse impressionante, quanto avesse eseguito bene la variazione scelta. Ludwig si era limitato ad assumere un'espressione seria, forse un po' troppo burbera, vista la vicinanza di una persona così solare che creava troppo contrasto con lui, ma non se ne importò.
«Grazie», borbottò, afferrando un asciugamano.
Feliciano trotterellava dietro di lui, Gilbert gli rivolse un cenno con il mento, senza dire nulla. Quando arrivò davanti ad un ragazzo quasi sicuramente orientale, quello fece un piccolo inchino e si complimentò.
«Ve, Lud, tu conosci Kiku?», domandò Feliciano.
Ludwig scosse la testa. Non aveva nemmeno voglia di fare amicizia proprio ora che pensava che avrebbe potuto (o dovuto) ballare almeno mille, fosse duemila volte meglio.
«No.»
La sua era una risposta secca, mirata a far desistere ogni tentativo dell'italiano. Ma ovviamente era tutto inutile, visto che Feliciano sembrava ancora più intenzionato di prima a disturbarlo.
«Oh, allora penso proprio che sia arrivato il momento che voi due vi conosciate!», disse Feliciano, «Lud, lui è Kiku! Kiku, lui è il mio amico Lud!»






[619] Arthur Kirkland;

«Ma hai visto che roba?! Quel ragazzo è bravissimo! Oh, dannazione, ma lo hai visto? È praticamente perfetto!»
Arthur stava parlando da circa mezz'ora del medesimo argomento, e Alfred lo fissava come uno che aveva sentito parlare per circa mezz'ora del medesimo argomento. Eppure era stato lui a chiedergli di riscaldarsi insieme... Ma come gli venivano in mente certe idee?
«Oddio, e i salti! Ma hai visto che salti?! Cioè... Io non riuscirei a saltare così in alto, quel ragazzo ha dei muscoli eccezionali. E poi-»
«Arthur?»
«Che vuoi?»
«Basta adesso, okay? Se devi parlare così tanto dopo ogni variazione, io preferisco starmene con mio fratello Matthew.»
«Chi è Matthew?»
«Mio fratello.»
«Questo l'avevo capito. Intendevo sapere chi è tra tutti i ragazzi.»
«Ah.»
Alfred si voltò, le gambe ancora in spaccata e la schiena girata all'indietro. Arthur fissò per un attimo il solco che si creava tra le scapole e tra i muscoli, la linea sottile che evidenziava la colonna vertebrale, le spalle e-
«Quello lì.»
A qualche metro da loro, con la schiena appoggiata alla sbarra e il mento nascosto contro il pelo marroncino di un orso di peluche, c'era un ragazzo biondo, tremendamente simile ad Alfred, ma fortunatamente per lui molto meno rumoroso ed appariscente. Matthew (se quello era Matthew) sembrava piuttosto impegnato a seguire gli ampi gesti che Francis faceva con le mani mentre gli parlava.
«Poverino, credo che Francis ci stia provando con lui. Forse dovresti dargli una mano.»
«Ahahaha! È compito di un eroe come si deve!»
Arthur aveva un sopracciglio sollevato ed un'espressione praticamente sconvolta. Alfred lo stupiva sempre di più, perché adesso che credeva che la sua età mentale ammontasse più o meno a dodici anni, Alfred lo aveva fatto ricredere convincendolo che non arrivasse nemmeno di striscio ai sei.
«Ma forse è contento così, di solito nessuno parla con lui.»
«Alfred, dimentichi che Francis è un maniaco.»






[288] Kiku Honda;

La stretta di mano di Ludwig prima o poi lo avrebbe ucciso, o più semplicemente gli avrebbe spezzato le ossa.
Kiku aveva sentito a lungo gli elogi che Feliciano aveva fatto di lui. Essi non si limitavano soltanto alla danza, ma al suo carattere magnifico. Magnifico a detta dell'italiano. Kiku credeva che tutto ciò che poteva definirsi “simpatico”, “carino” o “magnifico” fosse lontano anni luce da Ludwig. Ludwig era una specie di militare in borghese (o in calzamaglia) che non scattava sull'attenti, ma che era costantemente rigido e serio. L'opposto di Feliciano, letteralmente, che però, in un certo senso, sembrava affascinato da lui.
Kiku per queste cose aveva sempre avuto occhio, interessarsi della sfera privata altrui era spesso più divertente che curarsi solo ed esclusivamente della propria. Soprattutto per quanto riguardava il campo amoroso.
Lui era solito offrire una visione visione di sé abbastanza vaga, troppo scarna per permettere a qualcuno di scoprire qualcosa sul suo conto. E questo gli permetteva di concentrarsi ed analizzare gli altri, sia nei loro particolari più fastosi, che in quelli più piccoli ed accennati.
Feliciano, ad esempio, era una di quelle persone che ben presto commettevano l'errore di fidarsi più degli altri che di se stessi, così come faceva con Ludwig, che aveva già innalzato a suo mentore e protettore. Ludwig, al contrario, tentava (quasi con successo) di mantenersi estraneo ad ogni legame, senza capire che era ciò di cui avesse più bisogno.
«Piacere di conoscerti, Ludwig.»





[559] Antonio Fernandez Carriedo;

Quella sera, a cena, molte cose erano cambiate rispetto al giorno precedente. Alcuni gruppi si erano consolidati, altri si erano appena formati. Tra una stretta di mano e l'altra, Antonio riconobbe la sagoma del ragazzo italiano che aveva visto quel pomeriggio.
Ne aveva parlato con Francis e lui aveva detto che quella sera sarebbe riuscito a presentarglielo, in un modo o nell'altro. Antonio non sapeva ancora che razza di scusa si sarebbe inventato, ma sperava che per lo meno non usasse metodi illegali e poco ortodossi. Ma si trattava pur sempre di Francis, quindi doveva prepararsi al peggio.
«Antonio!»
Qualcuno lo afferrò per le spalle e rischiò di farlo cadere. Dopo aver barcollato per qualche secondo, Antonio riconobbe attorno a lui i volti di Francis e Gilbert e quello di... E quello di una specie di armadio a tre ante che sembrava essere appena uscito da una caserma. Antonio alzò le mani quasi per istinto, biascicando frettolosamente un “sono pulito” con tanto di espressione sgomenta.
«Smettila di fare il cretino», disse Francis, ridendo.
«Lui è Ludwig, il fratello di Gilbert. Ma non l'hai visto ballare, oggi?»
Antonio ricordò vagamente di un tedesco, del Lago dei Cigni e di una faccia seria e quasi spaventosa, ma quel pomeriggio era stato troppo impegnato a fissare l'italiano e a provarci con lui (fallendo miseramente).
«Sai, Ludwig si è già trovato un ragazzino.»
«Non è il mio ragazzo, è solo un italiano petulante», si affrettò a specificare l'interessato.
Le parole “italiano petulante” destarono improvvisamente l'attenzione di Antonio, ma prima che potesse interessarsi oltre, sentì una specie di urlo flebile, che pronunciava il nome di Ludwig e quello di suo fratello.
«Scusate, ci abbiamo messo un po' di tempo perché io e Lovino ci eravamo incastrati!»
Mentre gli altri presenti si domandavano i che modo due ragazzi potessero restare incastrati, Antonio fissò l'italiano che aveva appena parlato. Era quello che, quel pomeriggio, non aveva fatto altro che ripetere quanto Ludwig fosse bravo a ballare. Accanto a lui, però, c'era anche-
«Feliciano!», disse Gilbert, sorridendo in direzione di Antonio, «Non ci presenti tuo fratello?»
Francis fu sicuro di vedere gli occhi di Antonio brillare per un attimo, non appena il fratello di Feliciano borbottò un “Lovino” e strinse un paio di mani.














*Ludwig si riferisce a Odile e a Rothbart, che riescono ad ingannare il principe e a fargli giurare amore eterno alla persona sbagliata.


Okay, lo ammetto, questa fic si sta praticamente scrivendo da solo e io ne approfitto finché le cose vanno così! :D
Per prima cosa, ora vorrei spiegare il motivo che mi ha spinto a scegliere quella variazione per Ludwig. È presa dal Passo a Tre del Lago dei Cigni e qualunque versione che ho visto, il ballerino è sempre rigido, serio e fissa sempre un punto in alto! XD In più ho visto che ogni ballerino che la esegue, punta molto sulla forza nei salti... E okay, quello che sto dicendo non interessa a nessuno, quindi passo direttamente alle risposte alle recensioni!

Stefy_rin: sappi che le stalker, se ti somigliano, allora sono sempre ben accette! Mi fa piacere leggere che la fic ti sia piaciuta così tanto. Era da un po' che volevo scrivere qualcosa sulla danza, visto che è la mia più grande passione, ma non ne avevo mai avuto il coraggio. Quindi sapere che questo esordio non ha fatto del tutto schifo... Beh, mi rende assai felice, grazie<3

Scricciola: spero che questo seguito ti sia piaciuto, nonostante l'USUK scarseggi un po'. D: Ho voluto introdurre un po' di coppie, come la GerIta, la Franada e la Spamano, ma prometto che presto anche Alfred ed Arthur avranno un bel po' di pagine Word dedicate a loro. =) In fondo restano pur sempre la coppia più bella!

Kiretta: anche io inizialmente ero un po' scettica all'idea di Alfred come ballerino. Ma poi, ricordandomi che razza di persona mi tocca sopportare a lezione, mi sono resa conto che anche lui potrebbe calzare a pennello nel suo ruolo! XD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e, se non hai ancora [ri]visto la Sylphide, allora posso consigliarti quale cercare? *__* Se ti piace la storia, credo la versione migliore sia quella Nureyev/Fracci, se invece vuoi guardare bene i balletti, allora ti consiglio qualcosa di più recente, come quella Legris/Platel. Lei è veramente brava, io l'ho conosciuta grazie alla Sylphide e ho comprato il dvd della Bayadére dell'Opera di Parigi solo perché c'era lei che interpretava Gamzatti! XD

Ichibanme_Arisu: il rating non diventerà subito rosso, anzi, penso che ci vorrà ancora del tempo! Ad ogni modo, grazie per tutti i complimenti e ti prometto che prima o poi continuerò anche la fic che ho abbandonato mesi fa. E se lo dovessi mai fare, sappilo, sarà soltanto per te! XD Grazie mille per la tua recensione, alla prossima<3

emily ff: credo di inserire un link per ogni capitolo, per dare una vaga idea sul balletto. Perché lo so che probabilmente sono l'unica malata che conosce ogni coreografia, maschile o femminile, che conosce ogni ballerino e ogni versione di un grande balletto. XD Prometto che il capitolo arriverà presto, ho cominciato a scriverlo, quindi ormai è questione di giorni. =) Quella fic devo finirla, perché odio lasciare le cose a metà D: Grazie mille per il tuo commento, a presto!

AlterNeko: ti ho risposto su FB, ma ovviamente lo faccio anche io! Innanzitutto sappi che per me è un onore leggere una tua recensione, visto che ti ho ripetuto miliardi di volte che adoro il tuo modo di scrivere e che ti ammiro come autrice. Sono anche contenta che la caratterizzazione di piaccia, perché solitamente è la cosa che mi fa dannare più di tutte le altre! Spero di risentirti presto (e di leggerti presto anche qui su EFP ;P) un bacio!

Smary: quando c'è Francis nelle vicinanze un argomento poetico come quello dei culi è sicuramente d'obbligo, su questo non ci piove. La frase “ho passato le selezioni” con tanto di atmosfera di suspance credo sia più che naturale! XD O almeno per quello che ne so, visto che per ora non mi sono mai cimentata in qualcosa del genere, quando si arriva alle finali di un concorso internazionale è praticamente scontato che qualche compagnia famosa ti noti. A quel punto, il sogno di Arthur di essere anche solo un ballerino di quinta fila del Royal Ballet, comincia. =) Grazie mille per la tua recensione, a presto<3

inuyasha94: entra in una scuola di danza, guarda dei ragazzi ballare e poi conoscili anche fuori. Non ti sembreranno mai dei ballerini! XD Forse questo non basterà a spiegarmi, ma è così, almeno per quel che mi riguarda! XD Purtroppo in questo capitolo c'è soltanto un po' di Alfred/Arthur, ma tempo al tempo, devono ancora fare amicizia. ù__ù Ci risentiamo al prossimo capitolo, un bacio! :3

Robbuccia: Alfred effettivamente fa un po' strano come ballerino. E Feliciano e Lovino, sì, li vedo anche io più ferrati nel contemporaneo. In questo tipo di concorsi però (quelli internazionali) si punta soprattutto sul classico e quindi ho cercato di adattare più o meno tutti quanti e di scegliere balletti che potessero rifarsi alla storia dei personaggi. Ad esempio, nella Sylphide (ambientata in Scozia), il protagonista, James, vede delle creature fatate e si innamora di una di loro, ma nessuno crede alla loro esistenza... E insomma, fa molto Arthur con le sue fatine. XD A dir la verità, io non amo particolarmente la Spamano, ma so che in questo Fandom sono molti a shippare questa coppia e così ho provato a cimentarmi anche io nell'impresa... Sperando di riuscirci, ma ho dei seri dubbi! XD Grazie per la recensione, a presto! =)

Lalani: okay, lo ammetto, anche a me manca tanto Lituania. =( Avevo pensato di mettere lui e Polonia al posto di due ragazze, ma poi mi restavano quattordici giovincelli e soltanto una fanciulla, la cosa non sarebbe stata equa! D: Altrimenti avrei dovuto alzare il numero dei partecipanti, e a quel punto so che sarei andata nel pallone, perché ci sarebbero stati veramente troppi personaggi da gestire! D: Ad ogni modo, grazie per il commento, spero che la storia continui a piacerti! =)

yalexy: yeah, anche a te piace la Prussia/Ungheria. Ti ritenevo una persona totalmente stupida, ma forse (forse, forse, forse) non è così. Però potrei anche sbagliarmi. Alfred che balla è... Beh, direi una specie di pericolo che rischia di caderti addosso dal palco e quindi di farti stramazzare al suolo. Una mica vagante, o qualcosa del genere. Spero di riuscire a gestire tutte le coppie, visto che ho cercato di inserire almeno le più famose. ;w; Ma non so se riuscirò nell'impresa. Ad ogni modo, grazie mille per la tua recensione, perconsachemisembravaseriamachepoisièrivelatailcontrario.

AliDiPiume: beh, vedo che la fic ha avuto l'effetto tanto sperato di attirare qualche ballerino o ex ballerino (e magari privo di lattina di birra stretta in mano, visto uno dei tuoi ultimi commenti :D) Beh per ora Arthur non viene ancora conteso, ma dammi un po' di tempo e cominceranno un po' di guerre (dato che con tutte queste coppie è praticamente impossibile evitarne). Spero di continuare a vederti in giro e di risentirti presto, un bacio!






Vorrei fare un ringraziamento finale a tutti coloro che hanno recensito il primo capitolo. Non mi aspettavo che questa fic potesse piacere così tanto, ma ho comunque voluto scriverla. La danza è la mia più grande passione (e so che non importa a nessuno questa cosa xD) per questo penso di essermi affezionata particolarmente a questa storia. Spero continuiate ad apprezzarla e a commentarla, perché mi farebbe veramente molto piacere.
Adesso la smetto di annoiarvi e vi saluto, con la speranza di poter rispondere alle vostre recensioni nel terzo a capitolo. =)
Un bacio<3

Ci rivediamo nel prossimo capitolo con... Oh beh, vi lascio un indizio: Paquita; La coreografia non c'entra molto con il personaggio, ma la storia di questo balletto mi ricordava qualcuno! =)


Bye!



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