Capitolo 2
Dell’apparenza
Tutto il
mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne
non sono che attori:
essi
hanno le loro uscite e le loro
entrate;
e una stessa
persona, nella sua vita,
rappresenta diverse parti…
[Shakespeare]
Il lunedì mattina anche nel mondo magico - e anche per
Hermione Granger - era
un ostacolo insormontabile, un insostenibile peso sull’anima,
una nube oscura
come quelle che si trovò ad osservare la giovane non appena
varcò la soglia di
casa. Si strinse nel suo trench e sollevò lo sguardo,
scoraggiata da quel cielo
così grigio e minaccioso.
Sospirò.
E iniziò a piovere.
La
giornata sembrava proprio partire per il verso sbagliato.
In quell’istante
Hermione lo guardò divertito.
-
E tu dovresti essere il Super-portiere, il Re, l’Imbattibile
eroe dei Chuddley
Cannons? – gli chiese, sollevando ironicamente un
sopracciglio.
Ron ricambiò lo sguardo, e sbuffando le rispose:
-
Hermione: frasi più corte,
Si
scambiarono un bacio a fior di labbra e si smaterializzarono.
***
Hermione non fece in tempo a raggiungere il suo sgabuzzino, ovvero
ciò si
azzardavano a definire ufficio, presso il dipartimento della
Regolazione della
Legga Magica, quando un gufo grigio – colore diventato ormai
il leitmotiv della
giornata – planò elegantemente sopra la sua
scrivania e lasciò scivolare una
busta in cima ad una catasta di libri.
Lasciò qualche biscottino all’amico pennuto e si
concentrò su quanto ricevuto.
Una busta anonima, che riportava con un’elegante calligrafia
il suo nome.
E capì immediatamente che quella
giornata, anzi quella settimana, anzi i prossimi mesi sarebbero stati
un vero e
proprio inferno, forse peggio di quanto le era parso aiutare Ginny con
i
preparativi per il matrimonio.
Kingsley Shacklebolt, il Primo Ministro in persona, la convocava presso
il suo
ufficio. E la convocava per una questione della massima urgenza e
riservatezza.
Quando entrò nell’ufficio, oltre al Primo Ministro
seduto all’enorme scrivania
in mogano, erano già presenti Harry, Gawain Robards
– capo degli Auror – e
Anthony Goldstein. Poco dopo il suo arrivo, furono raggiunti anche da
Lisa
Turpin e Justin
Finch-Fletchley.
Eccoli lì, tutti riuniti.
La
faccenda era evidentemente più seria di quanto si
fosse immaginata, e lo
sguardo di Shacklebolt non faceva presagire nulla di buono.
Non era mai successo che l’Ordine di Silente – nato
dalle ceneri dell’Ordine
della Fenice - venisse convocato per intero: la maggioranza
delle volte
era più che sufficiente l’intervento di un paio di
loro.
Hermione sentì lo stomaco chiudersi, come ogni volta che
doveva affrontare un
incarico per l’Ordine. Non tanto per il pericolo che avrebbe
dovuto
fronteggiare – avevo o no combattuto la guerra contro
Voldemort? – ma quanto
per le barriere che avrebbe dovuto innalzare verso tutto e tutti. Verso
Ron,
Ginny, verso
Anthony
prese la parola.
-
La questione alle Isole del Nord è più grave di
quanto pensassimo. – cominciò,
facendo scorrere lo sguardo su tutti i presenti. – Durante il
nostro ultimo
pattugliamento io e Lisa abbiamo riscontrato dei movimenti sospetti,
probabilmente di reduci Mangiamorte, oltre che un’altissima
concentrazione di
potere oscuro.
Si
fermò, e poi si rivolse soltanto ad Hermione:
-
Crediamo di poter confermarti che il luogo nei pressi del castello di
Egilsay
sia stato sottoposto
a potenti
incantesimi di protezione.
Hermione
lo guardo seria.
Un
covo di Mangiamorte nelle isole del Nord. Era un quadro davvero poco
rassicurante. Innanzitutto per il luogo scelto: dalle sue ricerche era
emerso
che quelle isole fossero un catalizzatore per ogni forma di magia nera.
Robards fece apparire una serie
di fascicoli che i distribuì ai ragazzi.
-
Qui ci sono tutte le informazioni che fino ad ora siamo riusciti a
raccogliere.
Il piano per ora è questo: Harry, Lisa e Justin si
occuperanno dei
pattugliamenti su al Nord. Anthony ed Hermione, a voi invece il compito
di
trovare tutto ciò che sia collegato a Egilsay: morti,
sparizioni… connessioni
con l’Oscuro.
Annuirono,
e uscirono dall’ufficio del primo ministro.
Hermione
raggiunse Harry prima che questi prendesse la strada presso
l’ufficio per i
giochi e gli sport magici.
-
Harry, sei sicuro di voler partire? Che copertura utilizzerai questa
volta?
Il
ragazzo osservò la sua amica, la sua migliore amica, e le
sorrise tentando di
rassicurarla.
-
Herm, non preoccuparti. Quando abbiamo accettato di rimettere in piedi
l’Ordine, sapevamo che ci sarebbe stata la
possibilità di missioni del genere.
- Lo
so, ma… Hai pensato a Ginny?
Harry
sospirò, spostando il suo sguardo verso un punto indefinito
del soffitto.
-
Lo faccio, in ogni momento. E penso che se lei fosse al corrente di
tutto
questo, mi appoggerebbe senza remore – le rispose regalandole
un altro dei suoi
sorrisi, ancora così infantili – Anzi, sai che ti
dico? Che farebbe carte false
per unirsi alla missione!
La
ragazza lo abbracciò.
-
Non ti dico di essere prudente, tanto so che non lo sarai…
Si
salutarono, e tornarono entrambi alle loro occupazioni di copertura.
***
Hermione si accomodò poco elegantemente alla sua postazione,
e cominciò a
studiare attentamente il fascicolo consegnato loro dal capo.
Quando
arrivò alla fine i fogli scomparvero in una piccola fiamma
violacea: era quello
che accadeva con tutti i documenti dell’Ordine. Nessuno oltre
ai membri poteva
avere accesso a quelle informazioni, ed erano incantati
affinché svanissero non
appena fossero state assimilati i dati fondamentali dai relativi
destinatari.
Raccolse i capelli in una morbida coda, cominciò a pensare.
Innanzitutto era
necessario procurarsi tutte le informazioni possibili e la biblioteca
più
fornita restava sempre quella di Hogwarts: ora non avrebbe avuto
problemi ad
accedere alla sezione proibita.
Si
promise di accordarsi con Anthony per una visita alla loro ex scuola.
Non
si trattava della prima volta che vi si recava da quando era
un’Auror speciale
che faceva parte dell’Ordine: altre passate ricerche
l’avevano portata là, nel
luogo che tanto aveva amato da ragazzina, e che mai avrebbe scordato.
Hogwarts
era rinata dopo la guerra grazie alla
tenacia e la voglia di ricostruire un futuro pacifico e sereno per
tutti i
facenti parte del mondo magico e in onore di tutti coloro che avevano
perso la
vita per combattere Voldemort e i suoi seguaci.
Non riusciva a concepire come potessero esistere ancora degli invasati
che
continuassero a tramare per riuscire a portare il potere oscuro a
dominare su
tutti, maghi e non. E il pensiero che tra questi ci potessero essere
ragazzi
che avevano frequentato la scuola con lei, la faceva rabbrividire.
Quanti
di loro erano
stati fatti Mangiamorte ancora minorenni?
Quanti di loro avevano subito sin da bambini il lavaggio del cervello
da parte
le proprie famiglie, purosangue e affiliate alle arti oscure?
Di quasi tutti si erano perse le tracce.
Chi ad Azkaban, chi esiliato in remote regioni dimenticate da Merlino.
E
se qualcuno fosse ritornato, con un macabro progetto di vendetta?
Questi pensieri la misero in ansia.
Mandò
immediatamente un gufo a Goldstain: quella sera, dopo
l’orario ufficiale,
sarebbero immediatamente partiti per Hogwarts.
Note
di Ayumi:
Innanzi
tutto un saluto ai lettori,
e un ringraziamento a coloro che
hanno inserito la storia tra le preferite e le seguite.
Un
ringraziamento particolare a Hollina
e a ely2596 per le vostre
recensioni! Spero che seguirete ancora la
mia storia, e che questo capitolo abbia solleticato un po’ la
vostra curiosità!
Ovviamente
invito tutti coloro a cui
capiterà di leggere questo parto della mia mente a voler
lasciare una traccia:
le critiche, le vostre opinioni sui personaggi e sulla trama sono
sempre ben
accette!
Alla
prossima (dopo le vacanze, sono
finalmente in partenza per il mare)!
Ayumi