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Autore: eleanor89    27/08/2010    6 recensioni
Raccolta che tratta della famiglia Weasley: le reazioni alla morte di Sirius, a Ginny rinchiusa nella camera, a Ron che parte al settimo anno... Tanti momenti dal punto di vista dei non-protagonisti; se siete persone curiose/morbose e volete leggere della sofferenza delle persone che non possono aiutare chi amano o della dura lotta di coloro che non sono popolari quanto Harry Potter nel mondo magico ma altrettanto coraggiosi, questa è la storia per voi.
Salvando Ginny: "Neville alzò gli occhi dalla propria colazione soltanto quando sentì Seamus imprecare e ne seguì lo sguardo all'istante: Ginny stava arrivando ed era in condizioni pietose. Più di una testa seguì il suo passaggio mentre si sedeva con aria traballante su una sedia, i capelli rossi che sfuggivano dal laccio per capelli, la divisa scomposta e un grosso graffio su una guancia, sotto un occhio che si stava gonfiando.
«Gi-»
«Mangia.» disse soltanto lei in un sibilo, con gli occhi che correva per la tavola Gryffindor verso il tavolo degli insegnanti. Neville infilò subito un boccone in bocca per evitare di cominciare a urlare e si guardò attorno: Crabbe, Goyle e Alecto stavano entrando in quel momento dal portone con aria disgustosamente soddisfatta. Dall'altro lato, dov'erano seduti gli insegnanti, Neville che era abbastanza vicino poté notare che tutti avevano smesso di mangiare escluso Amycus; Snape sembrava stranamente pallido e la McGonagall fece per alzarsi, ma grazie a Merlino, Slughorn e la Sprout la fermarono per un braccio. Ci doveva essere stato uno scambio di sguardi tra lei e Ginny perché la professoressa era livida ma si era immobilizzata e Ginny ancora guardava verso il loro tavolo.
«Pozioni è tra un'ora.» disse Lavanda Brown in tono falsamente tranquillo, giocherellando col cibo senza mangiarlo. «Sta arrivando un gufo, Ginny.» aggiunse, abbassando la voce.
"
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Dopo il Dipartimento.



Erano le cinque di mattina quando Molly fu svegliata da un bussare insistente. Guardò l'orologio, scrollò leggermente il marito e si alzò dal letto.
«Che succede?» domandò Arthur, cercando gli occhiali tastando con le mani il comodino.
«Bussano.» rispose lei abbottonando la vestaglia, per poi rendersi conto di ciò che implicavano le sue parole: «Bussano a quest'ora!» esclamò preoccupata, «Che sarà successo?»
«Andiamo.» disse semplicemente il marito, impugnando la bacchetta per sicurezza.
Non erano mai buone notizie a quell'ora del mattino, lo sapevano entrambi.
«Chi è?» chiese Arthur a gran voce davanti alla porta, tenendo la moglie dietro di sé.
«Kingsley Shacklebolt, sono un membro dell'Ordine e il mio Patronus è una lince.»
Arthur si affrettò ad aprire: «Cos'è successo? Problemi con l'Ordine?»
«I ragazzi stanno bene.» fu la prima cosa che disse Kingsley e Molly lo guardò preoccupata.
«Non dovrebbero? Quali
«Ron e Ginny. E Harry naturalmente. Stanno bene.»
«Ma certo che stanno bene, sono a Hogwarts!» esclamò la donna sorpresa. Poi notò l'espressione di Kingsley e impallidì, «Oh, no! Cos'è successo?»
«Voldemort ha attirato Harry in una trappola al Dipartimento dei Misteri stanotte. Lui e un gruppo di amici tra cui i vostri figli sono andati da lui credendo di salvare Sirius.» la voce calma di Kingsley per una volta non ebbe il minimo potere rassicurante. Pur sapendo che i ragazzi stavano bene Molly ebbe un capogiro e dovette sedersi, mentre Arthur restava immobile, strabiliato. «Appena Snape ci ha avvertito siamo corsi a prenderli, Sirius compreso, e... I ragazzi sono tutti tornati a Hogwarts con Dumbledore. Ora anche al Ministero ammettono il ritorno di Voldemort, l'hanno visto coi loro occhi.»
«Ma Tu-Sai-Chi in persona era al Ministero?» domandò Arthur scioccato, «E i ragazzi l'hanno incontrato?»
«Soltanto Harry, ma i ragazzi hanno combattuto contro molti Mangiamorte. Valorosamente, direi.»
Molly scoppiò in lacrime: «Sono ba-bambini! Non dovevano combattere affatto!» singhiozzò.
«Come stanno esattamente? Possiamo andare a trovarli?» disse Arthur, raggiungendo la moglie e abbracciandola.
«Ginny aveva soltanto una caviglia slogata o rotta e qualche ferita superficiale. Ron è stato attaccato dai cervelli...»
«Dai che cosa?» alzò la voce Arthur, «Mi hai detto che stanno bene!»
«Cosa sono? Arthur, c-cosa sono?» inorridì Molly.
«Ron sta bene, i cervelli lo hanno ferito alle braccia ma non gli hanno toccato la testa, a quel che ci ha detto una sua amica, Luna Lovegood.» spiegò Kingsley, «Hermione è quella che ha rischiato più di tutti. Uno dei Mangiamorte l'ha colpita con una qualche Maledizione. Per fortuna era stato colpito da un silencio un attimo prima, altrimenti l'avrebbe uccisa.»
Entrambi ora erano pallidissimi, il pensiero rivolto interamente a Hermione e al rischio di non vederla più: era come una figlia ormai.
«Harry?» mormorò con voce tremante Molly.
«Lui è stato... posseduto. Ha bisogno di riposo. E poi... Sirius ci ha seguito al Dipartimento per salvarlo e ha ingaggiato un duello con Bellatrix...» Kingsley chinò il capo, «Purtroppo non ce l'ha fatta.»
«No!» gridò Molly, portandosi le mani al petto, «No, non Sirius!»
«Tonks è all'ospedale, devo andare a vedere come sta. Per ora è tutto...»
«Sì, grazie.» lo congedò Arthur con voce assente.
«Mi dispiace di avervi portato queste notizie.»
«Non è colpa tua.»
Kingsley si allontanò velocemente, di sicuro preoccupato per Tonks, e Molly nascose il viso tra le mani.
«S-Sirius... l'ho se-sempre trattato ma-male e ora... Ha sa-salvato tutti ed è mo-morto come un e... eroe e io... Io non g-gli chiederò mai scusa!»
«Oh, Molly... Sirius non ti ha presa sul serio, era il vostro modo di fare... Sono sicuro che a modo suo si divertiva... Ed è morto come avrebbe voluto, come un eroe, combattendo...»
«Sì... Ma sa-sarebbero potuti m-morire i ragazzi...»
«Non dirlo.» fece subito Arthur, chiudendo gli occhi mentre la stringeva a sé, «Non dirlo.»
«Ron... Ginny... povero, povero Harry! Perché tutto a lui? Lui amava Sirius!»
«Dovremo stargli tutti vicini quest'estate... Se ce lo permetterà... Oh
«Cosa?» domandò lei, alzando il viso bagnato di lacrime.
«Devo dirlo a Fred e George. Loro adoravano Sirius e vorranno sapere dei loro fratelli da noi, non dai giornali; se come Kingsley ha detto ora hanno visto Tu-Sai-Chi la Gazzetta ricomincerà a parlarne e potrebbero scrivere qualche sciocchezza su Ron e Ginny.»
«Io scriverò una lettera a Bill e Charlie.» convenne lei, asciugando le lacrime e cercando di controllarsi. Fallì miseramente, ricominciando a piangere mentre andava a cercare della carta e si accorgeva di quanto le tremavano le mani.
«Torno presto!» promise Arthur, andando al camino. Non appena fu andato via Molly crollò davanti al mobiletto da cui stava prendendo la pergamena, scivolando fino a poggiare le ginocchia a terra e piangendo di dolore e di paura.
Aveva sempre saputo che prima o poi i suoi figli sarebbero finiti nei guai, erano amici di Harry Potter e quel povero ragazzo aveva tutto il male del mondo puntato su di sé, ma aveva sempre cercato di far finta di non accorgersene sperando che non accadesse mai davvero. E invece quella notte avevano rischiato di morire, come i suoi fratelli, come mille innocenti, come Sirius.
E Sirius, che lei aveva accusato di vedere solo James in Harry, che era rimasto chiuso in quella dimora orribile tutto da solo, ora era andato per sempre.
Harry non se lo sarebbe mai perdonato.
E neppure lei.
«Fred, stanno bussando.»
«Il negozio è ancora chiuso... Lasciami dormire.»
«Ci ho provato ma è dieci minuti che bussano. Che faccio, apro?»
Fred sbadigliò, abbracciando il cuscino, «Vai.»
«Se la Rospa è venuta a trovarci, vendicami.» ridacchiò George, frugando per la stanza, «Le chiavi?»
«Le hai perse di nuovo?» si lamentò Fred, tirandosi a sedere e passandosi distrattamente una mano tra i capelli, «Tu sei sicuramente il gemello malvagio. Mi svegli alle... cinque e pretendi anche che ti trovi le chiavi.»
«Hai chiuso tu ieri, gemello scemo.» ribatté George, «Aha!» e tirò su le chiavi dal cumulo di vestiti ai piedi del letto.
«È colpa tua.» replicò Fred, alzandosi e stiracchiandosi, «A prescindere. Bussano ancora?»
«Già.»
Si scambiarono un'occhiata confusa e poi scesero a vedere chi fosse. Fred tolse l'incantesimo di oscuramente da un angolo della finestra: «Sembra papà!»
«C'è anche la mamma?» inorridì George.
«No... Non la vedo, almeno.»
«Allora forse non è qui per ucciderci.» decise, «Papà, ora apro!» disse a voce alta prima di girare la chiave nella toppa e spalancare la porta.
Arthur entrò velocemente e poi si trovò due bacchette puntate contro.
«Chi sei?» domandò freddamente Fred.
«E non fare scherzi.» aggiunse George, sogghignando all'indirizzo del gemello.
«Sono Arthur Weasley, faccio parte dell'Ordine e vi dico sempre di controllare che sia veramente io la persona dall'altra parte della porta prima di farla entrare.»
«Ah, ecco. È proprio perché non ci hai sgridato da fuori che avevamo il dubbio.» spiegò George, «Che ci fai qui? Se volevi vedere il negozio potevi venire tra qualche ora!»
«Non importa, te lo mostriamo lo stesso!» esclamò Fred orgogliosamente, «Tanto la mamma non c'è, no?».
Si riferiva al fatto che lei non ne aveva voluto sapere di vedere il negozio da quando erano fuggiti da scuola e che aveva trascinato il marito con sé nella sua testarda decisione di ignorarli finché non le avessero chiesto perdono.
Ignorarli almeno finché non passavano a pranzo o a cena per andarli a trovare, dato che gli cucinava sempre ciò che preferivano e quindi non era molto credibile nella sua rabbia.
«Stiamo guadagnando un mucchio di galeoni!» riprese George più allegro, «E... sei pallido, papà.» notò poi.
«Stai bene?» domandò Fred, smettendo di sorridere per via della sua espressione.
«Ragazzi, non ho buone notizie, purtroppo.» esordì Arthur, e scoprì che nella fretta di avvertirli per primo non aveva pensato a come dirglielo.
«È per l'Ordine? È successo qualcosa?» chiese subito Fred. Vide suo padre fare cenno di sì con la testa, lentamente, come se non volesse, e lui e George si scambiarono un'altra occhiata, stavolta preoccupata.
«Papà... è morto qualcuno?» domandò allora. Suo padre lo guardò dritto negli occhi stavolta e lui rabbrividì.
«Questa notte Tu-Sai-Chi ha fatto credere, non so ancora come, a Harry... che Sirius fosse stato portato al Ministero della Magia e rischiasse la vita. Era una trappola e lo attendeva lì insieme ai Mangiamorte, naturalmente, ma il professor Snape ha avvertito l'Ordine appena si è reso conto che Harry, Hermione... Ron e Ginny mancavano all'appello.»
«Ron e Ginny?» ripeté Fred incredulo, «Sono... No. Stanno bene, vero?» chiese così in fretta da mangiarsi le parole, gli occhi sgranati e le lentiggini che spiccavano nel pallore del suo viso. George era la stessa maschera di angoscia.
«Qualcuno è morto, vero? Non loro o non staresti così bene.» osservò soltanto.
«Insieme ai membri dell'Ordine c'era Sirius, che non poteva restare indietro sapendo che Harry era in pericolo per lui.»
«Sirius?» ripeté ancora Fred, «E lui come... Oh. Oh... Sirius...» la sua voce terminò in un sussurro.
George era attonito e non aprì bocca.
«Volevo che lo sapeste da me... Mi dispiace tanto, ragazzi... Sirius era un brav'uomo e non lo meritava, ma perlomeno è morto combattendo per Harry, come avrebbe voluto...»
«Non avrebbe voluto morire.» lo interruppe Fred, con gli occhi fissi su uno scaffale alle spalle del padre.
«Come stanno gli altri?» domandò infine George, dopo un respiro profondo. Aveva gli occhi lucidi e distolse subito lo sguardo dal viso del padre.
«Bene, più o meno. Hermione era piuttosto grave ma sopravviverà. Ginny ha una caviglia slogata e Ron... Ron è stato meno fortunato, ma si riprenderà anche lui.»
«Cosa vuol dire meno fortunato?» borbottò bruscamente Fred.
«Al Ministero della Magia studiano delle specie di... cervelli che possono risucchiare la mente umana. Hanno dei tentacoli che possono entrare profondamente nella pelle delle vittime e bruciarla e Ron è stato ferito da questi, ma nulla di più. Sarebbe potuta andare molto peggio, considerato che si sono battuti coi Mangiamorte e Tu-Sai-Chi in persona.»
«Risucchiare la mente umana? Ron avrebbe potuto perdere la mente?» chiese Fred confuso.
«Impazzire.» sussurrò il padre, «Ma come vi ho detto si è solo ferito le braccia.»
«Questo non è esattamente consolante.» commentò George con voce flebile, «Sirius... come è morto esattamente?»
«George.» disse piano Fred.
«Voglio saperlo.» insistette lui.
«Non so ancora nulla, Kingsley è venuto poco fa ad avvertire me e vostra madre. Ora devo tornare da lei. Volevo solo dirvelo... Sapete, prima dei giornali.» farfugliò Arthur, e in quel momento i due notarono che sotto il mantello era in pigiama.
«Grazie, papà.» disse George, abbracciandolo debolmente. Fred si mantenne in disparte e fu suo padre ad abbracciarlo mentre lui teneva le braccia incrociate e lo sguardo ostinatamente sullo scaffale.
Quando Arthur fu andato via George esitò prima di raggiungerlo.
«Fred, ci sei?»
«Sirius è morto.» rispose lui, «Ron poteva essere morto, Ginny poteva essere morta e io voglio bene a Harry come a un altro fratello, ma se uno di loro fosse morto stanotte penso che lo avrei ucciso con le mie mani.»
«Lo so.» disse George, poggiandogli un braccio sulle spalle.
Fred non riuscì a guardarlo, «Sirius era il suo padrino... perché è così sfortunato?» Esclamò in ben altro tono e George sospirò.
«Non è così sfortunato, ha ancora noi... ed è vivo. È stato più sfortunato Sirius, in quella casa schifoso e ad Azkaban...»
Il fratello si liberò del suo braccio e cominciò a passeggiare tra gli scaffali. «Io... Io non ci posso credere! Era uno dei mitici Malandrini, era un amico, come può non essere a casa sua, brontolando sul fatto che faccia schifo e cose del genere? Perché è successo a lui? Perché succedono queste cose? È Sirius, per l'amor di Morgana!»
«Era.» lo corresse George e poi trasalì. Si portò una mano al viso prima che le lacrime cominciassero a cadere.
«Grazie! C'era veramente bisogno di-» Fred si interruppe, notandolo.
Il dolore lo colse impreparato, perché non aveva fatto che lamentarsi e sentirsi indignato e ancora l'assenza di Sirius non lo aveva toccato, ma vedere George piangere rendeva tutto reale, e il fatto che i suoi fratelli e Harry ed Hermione fossero feriti e Sirius morto lo investì in tutta la sua potenza, facendolo barcollare. Strinse i denti e poi diede un violento pugno al ripiano accanto a lui, spedendo le scatole a terra e calciandole poi via.
George poggiò la schiena contro lo scaffale, lasciandosi cadere seduto a terra. Si era dimenticato di avere le mani davanti al viso, era inutile naturalmente, ma se le premette comunque contro gli occhi. Un attimo dopo sentì suo fratello abbracciarlo e le sue lacrime bagnargli la spalla lasciata scoperta dalla canottiera.
Non sapevano più se piangevano per Sirius o per quello che avevano rischiato di perdere, consapevoli che quella non sarebbe stata l'ultima volta.
Non era più un gioco, non lo era mai stato.






Grazie mille ad Asfe per aver betato e a chi recensisce!

   
 
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