Anime & Manga > Naruto
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Autore: Kimmy_90    28/08/2010    1 recensioni
Naruto Uzumaki, tu hai dei doveri. Naruto Uzumaki, tu hai un nome sulle spalle da difendere, e per me tu di quel nome non sei degno.
Non è solo tuo il sangue che scorre quando ti ferisci, Naruto Uzumaki. Non puoi ignorare i tuoi legami. Non puoi dimenticare il tuo passato.
Ricorda il tuo sangue, Naruto Uzumaki.
Non era nessuno, Naruto.
E' cresciuto. E' un eroe. E' l'Hokage.
Il tempo è passato anche su di lui, il tempo che sa scorrere inesorabile come poche altre cose al mondo sanno fare.
Ma Naruto non ricorda che non è solo figlio della foglia. Naruto trascura l'altra metà della sua famiglia, del suo genoma, della sua gente.
Era figlio di nessuno, ma nessuno è realmente figlio di nessuno.
Heru lo sa.
Heru reclama.
Heru lo odia.
Non del tutto.
L'UzuKage è tornato.
E l'altra metà del passato di Naruto bussa alla sua porta.
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Uzushiogakure Monogatari'
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2. Visitatore



Naruto – pardòn, il Kage Bunshin di Naruto – faceva roteare il braccio, sgranchendosi la spalla. I due ragazzini fissavano l'Hokage – il Kage Bunshin dell'Hokage – con sguardi perplessi e a tratti impauriti.

“Ma si può fare?” mormorò lo Hyuuga, sempre più perplesso.

“Certo che si può fare!” trillò Naruto, entusiasta, stirando la schiena. “Sono l'Hokage, qui comando io.”

I due non sembravano esattamente quel che si può dire 'convinti della situazione'.

L'Hokage, in un certo senso, li inquietava – nonostante si stesse rivelando una persona quasi eccessivamente frizzante. Di storie ne giravano a bizzeffe, ma per quanto riguardava loro, lo avevano conosciuto solo come moderatore dei litigi Atsuri-Konohamaru-sensei – il che non si può dire fosse proprio un'esperienza entusiasmante.

“Allora, allora” esordì l'Hokage “Io mi chiamo Naruto. Voi siete?”

I due tacquero.

“Bhe?”

“Tetsuya Omori.” fece quello alto, i capelli biondicci, chiuso in una felpa marrone e intenta a strabordare da ogni lato.

Naruto annuì un paio di volte. “E tu?”

Quell'altro non sembrava intenzionato a parlare.

“Nhe, dai, mica ti mangio.”

“Kauro Hyuuga.” sussurrò.

“Bene, bene, bene. Allora, che fate di bello con Konohamaru? MissioniMissioniMissioni?”

Niente.

I due non recepivano – anzi, erano a dir poco terrorizzati.

Ma com'era? Lui con Sandaime e Godaime era un tornado – ok, lui era Naruto, il che implicava che fino ai 12 anni era la cosa più vivace e fastidiosa che Konoha conoscesse, ma da quello al rimanere immobili come due statue di sale davanti a un Hokage ne passava.

Lo Hyuuga, poi, era cosa assai curiosa, dato che loro tendevano ad avere sempre quella tonnellata di orgoglio e senso di superiorità che a volte poteva far sembrare qualcuno come lui una persona estremamente modesta.

E invece niente.

“Dai, ragazzi, svegliatevi.” mormorò l'uomo, quasi depresso “Non vi facevo così mosci.”

Kauro strinse in un gesto minimale le palpebre, abbassando le sopracciglia scure.

“Ha-ah! Beccato!” esplose Naruto, vedendo il cambio d'espressione – dall'impaurito all'inacidito – di Kauro. “Allora, vuoi continuare a mandarmi saette con lo sguardo o intendi farmi vedere di che pasta sei fatto?”

“Non capisco di cosa stia parlando.” fece lo Hyuuga, tagliente.

“Ah, ho capito, mi odi.”

“Non la odio.”

“Sìsì, conosco tuo padre, non è stato esattamente felice quando abbiamo vietato la separazione delle casate – anche se la cosa è un totale controsenso. Cambiare non è sempre cosa semplice, nhe?”

Kauro non mosse un muscolo.

“Ma tu sei ancora in tempo, su. Allora, ragazzi, che si fa?”

Silenzio.

Lo Hyuuga, avvolto in un kimono nero, incrociò le braccia al petto come a voler mostrare che più di quello non intendeva fare.

“Nheee...” mugulò l'Hokage, sconsolato.


***



Il villaggio sembrava essere sempre lo stesso, ma le tracce della ricostruzione erano più che evidenti. Dopotutto, era stato distrutto parecchie volte dall'ultima volta in cui era stato lì, una trentina di anni prima.

Lo skyline era comunque fastidiosamente interrotto da quella che una volta era stata la montagna degli Hokage. La odiava, quella benedetta montagna – a partire dal faccione serio di Minato che fissava il bosco con quell'aria saggia che, giurava, non gli aveva mai visto realmente in volto.

Minato aveva più il muso di un beota, per quel che lo riguardava. Non aveva mai capito con quale fantasia lo scultore fosse riuscito a costruire un busto del genere.

Ad ogni modo, la montagna non c'era più. O meglio, era dimezzata, e i volti praticamente irriconoscibili.

Puoi ricostruire una casa, un palazzo, un intero villaggio – ma quando è una montagna ad essere distrutta, c'è poco da fare.

Ad Heru quella vista dava una sensazione che avrebbe potuto definire sconfortante, se non fosse stato che vedere il volto di Minato così ridotto gli provocava una piacevole soddisfazione.

Si passò una mano sul volto, scrutando il palazzo dell'Hokage dalla stradina affollata in cui si era immesso.

Levò le sopracciglia scure quando un odore familiare lo raggiunse: si voltò, scrutando la strada, sino a localizzare il baracchino che spandeva quel profumo per l'aere.

Nnnhaaa...

possibile?

“Ma dai, è ancora in piedi?” mormorò fra se', avvicinandosi.


La donna che gli servì il ramen avrà avuto una quarantina d'anni – era più giovane di lui – , e si muoveva con la stessa precisione con cui aveva visto una volta muoversi Ichiraku.

Non se la ricordava. Ma non aveva importanza, il ramen era sempre 'il ramen di Ichiraku', l'unica cosa che gli aveva fatto apprezzare lontanamente quel villaggio – e forse era addirittura più buono di quello di Ichiraku un persona. L'uomo ingurgitò gli spaghetti con estrema velocità, mentre l'altra lo osservava quasi sorpresa.

“Ha viaggiato tanto, da essere così affamato?” domandò, cordiale.

“Abbastanza. Diciamo che non mangio un ramen del genere da anni ed anni – è veramente una meraviglia.”

La donna sorrise, poggiata al banconcino: con sua estrema sorpresa sentì il legno vibrare alle parole dell'uomo. Altro che voce greve, era di un profondo inconcepibile.

“Grazie.”

“Non c'è di che.”

Eppure sembrava saper essere leggera, nonostante il timbro.

La donna prese la ciotola svuotata, pronta a lavarla. “Ne vuole un altro?”

“Non è un'idea malvagia.” Heru si portò le mani al naso, strofinando il setto fra i due occhi. Sorrise, osservando l'altra mentre armeggiava fra fornelli, brodi e spaghetti.

“Sa, ha un volto familiare.” fece la donna, servendogli la seconda porzione.

Heru levò le sopracciglia, perplesso, scrutandola intento a rimescolare gli spaghetti in brodo.

“E' un'affermazione piuttosto bizzarra, considerato che metà del volto me lo sono perso per strada qualche tempo fa.” rispose lui, sorridendo.

Quella si portò una mano alla bocca, temendo di essere stata scortese.

“Hu – non si preoccupi, su, ormai sono talmente abituato che vedermi senza la cicatrice addosso mi farebbe più senso della prima volta in cui mi sono specchiato con essa.”

La donna si rilassò, sorridendo. “E' mai stato qui?”

“Più di trent'anni fa.”

“Forse l'ho vista da bambina, allora.”

“Potrebbe essere.”



***



“Dio, che schifo!”

“Dai, che sarà mai? E' la natura.”

“La natura non accumula letame su letame, questo lo fanno i contadini – bhlè.”

“Se Kauro ci aiutasse, sarebbe tutto più semplice, non trovi?”

Kauro non si mosse. Tetsuya, il naso tappato e una smorfia di schifo impressa a fuoco sul volto, camminava lungo il letamaio cercando di individuare un punto in cui provare a conficcare le mani. Naruto, accanto a lui, andava aggrovigliandosi la testa domandandosi se esistesse un'arte del letame o qualcosa del genere.

Non aveva grandi idee, ad essere onesti.

“Certo che ci sono cose a cui i ninja non hanno proprio mai pensato, nhe? Tipo ravanare nel letame senza sporcarsi le mani, dico.”

“Potremmo provare con una calamita.” Sussurrò Kauro, guardando di lato – come se fosse sicuro di non essere ascoltato.

“Ha! Mica scemo, lui! Perchè non ci avete pensato prima, di grazia?”

“Perchè l'argento non è magnetico.” fece notare Tetsuya, muovendo passi cauti sulla montagna di letame.

“Ew...”

Kauro sbuffò, sedendosi per terra.

“Insomma, Atsuri ti ha proprio messo i piedi in testa, nhe?” domandò l'Hokage allo Hyuuga, divertito.

“Atsuri? Cosa centra Atsuri?”

“Hai la faccia di chi si è preso una bella musata.”

“Musata?”

“Sei o non sei uno Hyuuga?”

“Mph.”

“Va bene, l'argomento non ti piace. Però hai la faccia del represso.”

“Io non ho nessuna faccia.”

“Nhe, questo è piuttosto improbabile, direi.”

“Hokage-sama! Ho un'idea!” interruppe Tetsuya, scendendo dalla montagnola di letame.

“Puzzah!” commentò Kauro, scansandosi da quello che si avvicinava.

“Vacci tu lì sopra!”

“Mph!”

Naruto scosse il capo, senza ben sapere se essere divertito o sconcertato. “Allora, quest'idea?”

“Potremmo dargli fuoco!”

“Certo, genio” replicò lo Hyuuga, con una smorfia – “infestiamo tutto il villaggio della foglia e facciamo fondere quel coso d'argento, sì, questa è decisamente un'idea portentosa!”

Sconcertato era il termine adatto, sì.



***


Pagò, si issò il cappuccio e riprese a camminare per le strade di Konoha, soddisfatto e appacificato dalla piacevole chiacchierata avuta con la donna. Accanto a lui sfilavano gli abitanti del villaggio, su cui sembrava regnare principalmente un'espressione tranquilla e serena.

Forse troppo, per i suoi gusti.

I tempi erano cambiati – quello era un dato di fatto. Ma un villaggio ninja così sguarnito e pacifico gli sembrava un controsenso.

E lo infastidiva.

Storse la bocca, scuotendo il capo.

Eccola, Konoha. Nel centro del paese del fuoco, vitale e allegra, a tratti ingenua.

Forse non gli andava giù, che la foglia ce l'avesse fatta – e il suo villaggio, invece, no. Volti sereni, schiamazzi di bambini, ninja di guardia che lasciavano entrare persone senza nemmeno controllare con precisione i documenti – falsi, fra parentesi.

Konoha era in piedi, viveva, circondata da quell'aura di chi pensa di avercela finalmente fatta, di aver scampato l'ultimo grande pericolo. Era quello, ciò che pensavano realmente?

Era quello, ciò che aveva fatto Naruto?

No. I ninja erano lì, le guerre continuavano ad esserci – sebbene di stampo diverso, e nonostante la gigantesca alleanza fra tutti i villaggi ninja conosciuti. Non bastava un ragazzino a cambiare un mondo intero. Non in uno schiocco di dita.

Naruto sarebbe morto prima di poter vedere quali erano stati realmente gli effetti delle sue parole, delle sue azioni, della sua persona.

E nessuno, sino ad allora, avrebbe avuto la prova che quel mondo sarebbe stato effettivamente migliore.

E, per quanto lo riguardava, nessuno poteva giurare che il mondo fosse realmente cambiato.


Camminando, immerso nei suoi pensieri, venne catturato da un odore nauseabondo accompagnato da urletti dai toni lamentosi. Si fermò, cercando di seguire il tanfo, piuttosto perplesso dalla combinazione: cosa diavolo stavano succedendo?

“Nhee, sta fermo!”

“Come sarebbe a dire 'sta fermo'!?”

“Così mi fai perdere l'equilibrio!”

“Hokage-sama, lo tiri su!”

“L'ho quasi preso, idiota!”

Splotch.

Heru si affacciò dallo spigolo della casa che dava sul viottolo che aveva individuato.

“AHHHHHHHHHH! Fatemi uscire! Fatemi uscire!”

“Haaaa, puzzaaaa!”

“Hokage-sama, mi tiri fuori! Hokage-sama!”

Heru inclinò la testa.

La scena rasentava il delirio.

Un uomo biondo, i capelli medio-corti disordinati, era intento a tirare su assieme ad un suo clone un ragazzino impantanato nel letame. Dietro di lui, con sguardo attonito e schifato, un secondo ragazzino con lunghi capelli castani avvolto in un kimono maschile nero osservava la scena senza fare assolutamente nulla.

Avrebbe potuto avere un senso.

In qualche universo parallelo, in cui l'uomo biondo non indossava il mantello dell'Hokage, avrebbe potuto avere tutto il senso del mondo.

Ma così no.

O meglio – non faceva altro che confermare quello che aveva sempre sospettato.

Naruto estrasse Tetsuya dal letamaio, mentre in un puff l'altro clone andava svanendo.

Che schifo!” urlò il ragazzino, cercando di scrollarsi il letame di dosso – con ben pochi risultati.

“Trovato?”

“Voglio che paghi il doppio, quella stronza che si è fatta mangiare la collana da un cavallo!” fece il ragazzino, lanciando il monile al compagno

“Dio, che schifo!” commentò Kauro, scansandosi dall'oggetto immondo.

“Nhee, quante storie!”

“HA – non è mica lei quello che si è fatto il bagno nel letame!”

“C'è di peggio, nella vita.”

“Ah, sì? Accidenti, mister ovvio ha parlato.”

“Vuoi provare?” fece Naruto, con tono di sfida.

“No! No! No!”

L'Hokage scosse il capo, avvilito. Konohamaru era un pessimo sensei, o quei due erano due personaggi assurdi.

Ok, anche lui avrebbe fatto le stesse storie.

Però porconare contro l'Hokage...

va bene, lui aveva sempre qualcosa da dire agli Hokage.

Iniziò a sentirsi vecchio, nel fare discorsi del genere.

Almeno parlavano, pensò.

“Andate a farvi un bagno potente, e domani ci vediamo al vostro campetto d'addestramento – il dodici, direi. E chiamate anche Atsuri.”

“Ma Atsuri è sospesa.” fece notare Kauro.

“Oh – diamine, quale parte di 'Sono l'Hokage, comando io' vi è sfuggita?” imprecò Naruto, iniziando a dare segni evidenti di nervosismo. “Su! Svegliatevi – le missioni di grado D vi stanno fondendo il cervello!”

Il Kage Bunshin dell'Hokage scomparve in una nuvoletta di fumo.

“Tsk, se lui non desse solo missioni del cavolo...”

“La fa facile, l'Hokage – a lui basta far sparire il Kage Bunshin, mica deve lavarsi! Blè.”

Heru mosse qualche passo in avanti, levandosi il cappuccio dal capo: i due ragazzini si accorsero della sua presenza solo quando quello si trovò a pochi metri da loro e attirò la loro attenzione salutandoli.

“Buon giorno.” vibrò la voce di Heru.

I due genin sussultarono, sconvolti nel non essersi resi conto della presenza dell'uomo. Quello, alto e piuttosto possente, li osservava con due occhi azzurri impiantati su di un volto di cui metà era stata sfregiata. Avvolto in un lungo cappotto nero, aveva un volto squadrato, il naso dritto e lontani accenni di barba malcurata. I capelli, corti sul capo, erano d'un rosso apparentemente svampito, per poi divenire color nero cinereo sulla frangia – da cui si dipartivano due lunghe ciocche che gli circondavano il volto –, e sulla nuca.

Kauro e Tetsuya si rimpicciolirono, sentendosi fagocitare dalla figura imponente.

“Buon giorno.”

“Posso domandarvi se quell'uomo era l'Hokage?” domandò Heru, in un tono che i due non riuscirono a non trovare rassicurante. Da ingobbiti com'erano, si rizzarono, tranquillizzati.

“Certamente, è l'Hokage.” Rispose Tetsuya. “Anzi, era il Kage Bunshin dell'Hokage. L'Hokage vero sta al palazzo.”

“Questo lo avevo intuito.”

“Deve essere ricevuto?” domandò Kauro.

“No. Ero solo curioso.”

L'uomo gli voltò le spalle, allontanandosi senza un solo cenno di congedo. I due osservarono la sua schiena farsi sempre più piccola, sino a decidere di ignorarlo definitivamente ed andare a casa a lavarsi per almeno una lunga manciata d'ore.







______________________


ecco qua – chiaramente, come ad ogni inizio storia, sforno capitoli a manetta. Non abituatevi, perchè il 4 ho un esame e teoricamente dovrei studiare. E, come ho detto prima, pensare ai Frutti dell'Oblio... T^T

ma all'ispirazione non si sfugge.

Spero che Naruto sia sufficientemente semiscemo, mi sembra una versione realistica ma ogni tanto mi lascia perplessa. Per il resto, spero abbiate iniziato a intuire due o tre cose di Heru – tanto nel prossimo capitolo si vivacizza un po' tutto.

Narusaku? Coppie?

Mmmmmh

mi sento molto poco femminile nel dire che a queste cose penso sempre pochissimo è.è' anche se in realtà sono una di quelle persone che crede ben poco negli amori adolescenziali, quindi moh u.u' apparte un paio di coppie che mi sembra stiano bene in piedi, le altre mi lasciano perplessa, sono abbastanza convinta che non sopravviverebbero a tre giorni di matrimonio. *w* e con queste parole ho appena perso il 90% dei lettori del fandom di Naruto :D

dio, quanto sono geniale a volte xD

ma qualcosa ci sarà, non preoccupatevi.

Anche se, per quanto mi riguarda, non sono portata a scendere a compromessi. Un paio di ideuzze le ho :D e non sono proprio tutte pairing classici.

Cioè, forse anche sì – insomma, un bel casino xD

oh, no, mi sta saltando in mente un trama infinita T_T aaargghhh


grazie a Lucia_chan per la recensione - più o meno ho risposto xD ah, ed è Heru, non Haru ^^ che fra parentesi Heru è la giapponesizzazione di "hell" - che penso sappiate un po' tutti che significa XD ma non è un nomen-omen, lo usava un tipo in un gdr online e così a naso mi era piaciuto. :P


bhe, detto questo, adieu.


   
 
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