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Autore: Starlight    08/12/2003    28 recensioni
Quistis va in missione, ed è in gioco la sua licenza d'istruttrice. Nel suo team c'è anche Seifer ... Una missione in cui i due potranno forse trovare qualcosa di più di quello che cercavano.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Seifer Almasy
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Aspettando la magia

Titolo originale: Waiting for Magic
Autrice: Starlight - sito
La traduzione dal'inglese appartiene ad Erika e al sito Erika's Fanfiction Page
Disclaimer: Tutti i personaggi, luoghi, etc. appartengono ai loro rispettivi proprietari e non a me.

Capitolo 1: Fantasia

Quistis Trepe abbassò lo sguardo verso le profondità scure, color ebano della sua tazza di caffè mezza vuota con chiaro disgusto scritto sul viso. Lentamente le sue labbra si incurvarono verso il basso in un broncio, maledicendo la sua benevola bevanda per ogni cosa che le era andata storta nella vita. Dall'essere adottata da una meno che ideale famiglia all'aver perso la sua posizione di istruttrice al Garden di Balamb; il liquido caldo era responsabile di tutto ... o più propriamente della macchia indelebile che si stava rapidamente formando fra le pieghe della sua gonna.

"Mi dispiace..." bofonchiò la giovane studentessa che l'aveva urtata sul braccio, con uno sguardo inorridito che le impallidiva i tratti. I suoi occhi neri erano spalancati, come piscine brillanti che sembravano sospette quanto la tazza rovesciata di Quistis.

"Va tutto bene," sospirò lei. "Sono sicura che verrà via." Come il sangue su un tappeto bianco.

"Okay...beh...mi dispiace ancora," replicò la ragazza, girandosi per andare via con i muscoli visibilmente irrigiditi. Da dietro, sembrava Rinoa. I lunghi capelli neri e il corpo delicato che facevano parte del fascino di Rinoa quanto il suo contagioso sorriso sembravano un po' fuori posto accanto all'uniforme grigia e argentata.

Quistis ricordava solo vagamente i giorni trascorsi prima di diventare SeeD. Si ricordava la propria determinazione, il proprio irrefrenabile bisogno di essere forte e avere tutto sotto controllo. Quistis odiava sentire di non avere il controllo, ogni cosa doveva essere attentamente al suo posto. Essere deboli era pericoloso, ma essere indifesi era mortale.

Asciugando un po' del caffè col fazzoletto, si alzò per sbarazzarsi della sua bevanda. Chissà perchè, quello che era rimasto del suo caffè non l'attirava più. In lontananza, era cosciente degli occhi posati su di lei mentre usciva dal bar. Sapeva che molti dei suoi studenti avevano guardato a lei come qualcosa di più di una figura autoritaria quando era stata istruttrice. Quegli studenti, però, si erano persi nella folla quando aveva perso la licenza. Adesso, si era abituata alla gente che la fissava. Dopo aver sconfitto Artemisia, lei con tutti quanti gli altri coinvolti, erano diventati figure leggendarie all'interno del Garden.

"Hey, Quistis," disse Zell mentre passava come un fulmine, quasi facendola cadere a terra, mentre usciva dal bar. Doveva ammetterlo, sapeva come fare una buona entrata.

Zell si perdeva raramente gli hot-dog del bar. La gente lo lasciava passare in prima fila, o gli dava il proprio pranzo quando arrivava tardi. Tutta questa fama non sembrava infastidire Zell. Casomai, lui la trascurava ed era diventato più forte. Il ragazzino che si faceva chiamare una volta "Zell il piagnucolone" si era trasformato in un uomo con la grinta di un guerriero e un cuore d'oro. Era ancora pieno della sua caratteristica energia, prendeva ancora decisione impulsive e spesso imprudenti, ma Quistis poteva vedere che la maturità spuntava piano piano dentro di lui.

La maturità era qualcosa con cui Quistis non aveva mai avuto problemi. Spesso si era sentito molto più matura di quanto avrebbe dovuto essere. Era sempre stata l'adulta, quella di livello superiore. La sua infanzia era scivolata dietro di lei tempo addietro, intoccata e insopportabilmente corta. Non aveva quello che aveva Zell, non aveva il suo atteggiamento innocente verso le cose.

Comunque, c'era qualcosa che Quistis aveva capito. La sua infanzia, o la totale mancanza di essa, l'aveva resa forte. Le aveva dato un senso di testarda determinazione per riuscire là dove nessun altro era riuscito. L'unica cosa che la scoraggiava ora era come l'eccessivo successo l'avesse fatta evadere da ogni svolta nella sua vita. Se guardava indietro, riusciva a vedere se stessa che lavorava ciecamente verso una meta, e che si tirava miseramente indietro ogni volta che senitva il calore della luce della felicità.

Scuotendo la testa per disfarsi di quei tristi pernsieri che sembravano circolarle nella testa, Quistis continuò a dirigersi verso la sua stanza. Era troppo deprimersi appoggiandosi alle cose che erano andate storte. Quistis cercava continuamente di ricordare che c'era così tanto nella sua vita di cui doveva essere grata. Era un membro dell'elite dei SeeD, la gente rispettava apertamente la sua abilità in tutto il mondo. In più, aveva amici che erano andati all'inferno e tornati indietro con lei. Era un legame che nessuno avrebbe spezzato.

Con calma, chiuse la porta della sua stanza dietro di lei, e cercò qualcosa da mettersi addosso. Infine, decise di mettere l'uniforme SeeD. In un modo infantile, la faceva sentire bene indossarla. La faceva sentire importante, parte di qualcosa più grande di lei. Aveva un incontro col preside in meno di un'ora in ogni caso, perciò l'uniforme andava bene.

Canticchiando piano fra sè e sè, si tolse il vestito rovinato, buttandolo per terra senza curarsi di dove finiva, e indossò l'uniforme oro e blu. La gonna era più corta rispetto all'altro vestito, e mostrava le ginocchia. In generale, lei preferiva le gonne lunghe e la sua uniforme SeeD era leggermente più lunga rispetto a quella che indossavano le altre.

Fermandosi per controllare i capelli allo specchio, Quistis uscì dalla sua stanza solo per vedere Squall camminare verso di lei. Come sempre, il fiato le si bloccò nel petto nel vederlo. I suoi lunghi capelli marroni gli cadevano davanti ai chiari occhi grigio tempesta. Il suo passo era pieno di solida confidenza, e la cicatrice che andava dalla fronte fino al naso non toglieva niente al suo fascino. In parole povere, Squall Leonhart toglieva il fiato a Quistis e le faceva battere forte il cuore contro i polmoni ogni volta che lo vedeva.

"Quistis," annuì brevemente mentre le passava oltre.

Naturalmente, era diretto verso la stanza di Rinoa.

"Ciao, Squall..." rispose lei un po' in ritardo. Lui sembrò non notare che aveva detto qualcosa, e continuò verso la stanza della sua fidanzata. Quistis era stata innamorata di Squall per così tanto tempo da non ricordarlo neanche, e lui o non aveva mai capito i suoi sentimenti o li aveva apertamente rifiutati. Squall non era esattamente un ragazzo romantico con una sola e ovvia eccezione. Rinoa aveva portato fuori il meglio di lui, aveva conquistato il suo amore e la sua devozione. In verità, Quistis non aveva mai visto qualcuno amare qualcun altro quanto Squall faceva con Rinoa.

Quistis voleva quello che aveva Rinoa talmente tanto da far male. Voleva qualcuno che fosse il suo cavaliere, qualcuno che la proteggesse e l'amasse con ogni fibra del suo essere. Voleva sentire la magia ogni volta che l'avrebbe toccata, voleva poter tranquillizzarsi e sapere che quel legame sarebbe durato per sempre. Anche se sapeva che era sciocca, quella era sempre stata la fantasia di Quistis, e aveva aspettato quel tipo speciale di magia per ventidue lunghi anni. Ventidue anni che sembravano più come cinquanta.

Un po' depressa, Quistis cominciò ad andare verso l'ufficio del preside. Non faceva alcun male arrivare in anticipo, e poi non aveva altro da fare. Pensava magari di poter parlare con Xu per un po', qualunque cosa per tenere Squall lontano dalla sua testa. Volere una cosa che non poteva avere, era una strana sensazione per Quistis.

Sbattendo le mani insieme di fronte a lei, Quistis cominciò la lunga camminata verso la parte opposta del Garden per prendere l'ascensore. Aveva sempre pensato che avere un solo ascensore era un gran errore strutturale dela Garden. L'ascensore stesso non poteva portar su più di quattro persone ... forse sei se stavano tutti molto stretti. Ciò rendeva impossibile far arrivare tutti gli studenti al secondo piano allo stesso tempo. Perciò, il Garden aveva dovuto slittare gli orari delle lezioni così che il minor numero possibile di studenti dovesse usare l'ascensore nello stesso momento.

Zell stava giusto uscendo dal bar quando lei passò di lì. La salutò entusiasticamente e corse verso di lei.

"Hey, Quistis," la salutò per la seconda volta in un'ora. "Come stai?"

"Io bene, e tu?" chiese lei.

"Benissimo!" rispose lui. "Dove stai andando?" Si adatto facilmente al suo passo dietro di lei, con le braccia tenute un po' troppo lontano dai fianchi. Zell era più muscoloso di Squall, anche se più basso. L'abilità di Squall era fatta apposta per il suo corpo leggero e slanciato.

"A vedere il preside," rispose. "Tu?"

"Squall ed io stiamo andando ad allenarci un po'," disse lui scrollando le spalle.

"Davvero? L'ho appena visto," disse Quistis, mettendosi a pensare su quanto le fosse sembrato affascinante mentre camminava verso di lei nei suoi pantaloni e giacca neri.

"Stai scherzando?" la bocca di Zell si spalancò. "L'ho cercato dappertutto!"

"Oh, speravi di trovarlo in un panino?" rise Quistis. Zell ridacchiò un poco e si strofinò il retro della testa.

"Stavo solo facendo una pausa prima di ricominciare a cercarlo," replicò lui sentendosi un po' colpevole. "Sai, devo tenere alte le energie e cose così." Quistis non potè fare a meno di ridere, Zell aveva energia per due persone e più.

"Beh, l'ho visto dirigersi verso la stanza di Rinoa," disse lei. "Perciò credo dovresti dirigerti in quella direzione."

"Okay, grazie," annuì lui e se ne andò agitando la mano mentre Quistis entrava in ascensore. Riusciva ancora a vederlo correre verso il dormitorio mentre saliva al terzo piano; il movimento faceva sentire il suo stomaco come fosse a testa in giù. Il povero piccolo organo era appena tornato al suo posto quando l'ascensore si fermò, facendo di nuovo uscire lo stomaco dal suo posto.

Uscì ed entrò nell'ufficio del preside. Xu alzò lo sguardo da dietro la scrivania all'interno di quella che poteva essere chiamata una sala d'attesa e sorrise.

"Sei in anticipo," disse lei, abbassando la testa verso l'orologio. "Parecchio in anticipo."

"Lo so," Quistis scrollò le spalle. "Ma non aveva davvero nient'altro da fare, e ho pensato di venire qui subito."

"Puoi sederti ad aspettare se vuoi," le offrì Xu, facendo segno con la mano ad una sedia. "Dirò al preside che sei qui, magari ha qualcosa da discutere con te prima che arrivino tutti gli altri."

"Tutti gli altri?" chiese Quistis, che non sapeva che sarebbero stati presenti anche altre persone all'incontro oltre a lei e al preside.

"Altri quattro SeeD," Xu guardò un pezzo di carta sulla scrivania, corrugò momentaneamente lo sguardo, e poi la guardò come se niente fosse. "Solo un minuto." Sparì dietro la porta a due ante che conduceva nel vero e proprio ufficio di Cid.

Quistis faceva sbattere le dita sulle ginocchia con impazienza mentre Xu era via, con la mente che faceva congetture sul piccolo e strano pezzo d'informazione che aveva ricevuto. Se l'incontro coinvolgeva altri membri SeeD, allora doveva essere una missione. Il pensiero era piacevole, non faceva una missione importante da tempo ormai. Dopo la liberazione di Timber, i Galbadiani erano tornati nell'ombra e non si era quasi più sentito niente di notevole riguardo a loro. Da allora, tutte le missioni che erano state assegnate a Quistis erano state costituite da sterminio di mostri.

Naturalmente, quale missione poteva paragonarsi alla battaglia con Artemisia e alla salvezza del mondo? Quistis continuava ad avere l'orribile pensiero di aver raggiunto il proprio picco, compiuto il suo destino, e che il resto della sua vita sarebbe stata un lenta spirale verso il basso.

"Quistis?" Xu aprì una delle porte e con una mano le fece segno di entrare. "Il preside ti riceverà ora."

"Okay, grazie, Xu," sorrise amichevole all'altra donna. Xu era straordinariamente capace, e Quistis si chiedeva spesso perchè si limitasse a fare la segretaria per la maggior parte del tempo.

Se fossi io il preside, lei starebbe su un campo di battaglia.

"Buon pomeriggio, Signorina Trepe," Cid non alzò lo sguardo quando lei entrò nella stanza, chiudendo la porta dietro di sè. "Come stai oggi?"

"Piuttosto bene, Signore," replicò lei, facendogli un breve saluto anche se non la stava guardando.

"Sono contento di saperlo." Si alzò, facendo scorrere pensieroso una mano lungo la barba corta che giaceva sulla linea della sua forte mascella. "Sono sicuro che avrai probabilmente capito cosa sto per dirti." Si fermò e la osservò, con le mani dietro la schiena. Come al solito, indossava un maglione rosso sopra una camicia bianca. Cid non era fisicamente un uomo intimidatorio, ma c'era un'aria di autorità che Quistis rispetttava.

"Un missione?" chiese, spostando inconsciamente la testa di lato.

"Una che credo sia adatta al tuo talento," rispose lui. "E anche una missione che sarà molto importante per te."

"Di che si tratta?" chiese lei, deglutendo profondamente e sperando disperatamente che non stesse per dire quello che lei pensava stesse per dire.

"Tu e altri quattro membri SeeD state per essere mandati a Galbadia," annunciò lui. "Naturalmente, sarai tu a guidare la squadra. I governi di Timber e Dollet ci hanno contattato riguardi ad alcune voci secondi le quali i Galbadiani stanno costruendo nuove basi missilistiche e si stanno preparando a lanciare una nuova campagna militare per guadagnare il pieno controllo del continente."

Si fermò, schiarendosi la voce, e poi continuò.

"Partirai per Timber domani mattina e poi continuerai verso Dealing City. Cerca di capire se c'è un fondo di verità dietro queste voci. Se i Galbadiani dovessero essere in assetto di guerra, ritorna alla base per ulteriori istruzioni." Si bagnò le labbra nervosamente. "Quistis ... se questa missione va bene, il tuo premio sarà la restituzione del tuo incarico come istruttrice. Sempre che tu lo voglia. Credo onestamente che tu sia stata messa alla prova decine di volte, ma un certo numero di gente alla facoltà vorrebbe vedere le tue capacità in azione."

"Signore ..." Quistis si fermò per un attimo, non ancora sicura su come rispondere. "Naturalmente, mi piacerebbe molto diventare di nuovo un'istruttrice ... ma, se Galbadia attaccasse .... quale sarebbe la natura della nostra missione?"

"Proteggere i governi liberi che Timber e Dollet hanno stabilito per se stessi," rispose lui. "Sospetto che le voci siano più verità che fantasia. Manderemo altra gente se necessario."

Quistis ci riflettè per un attimo. La missione in sè non la infastidiva, solo il fatto che la sua licenza d'insegnamento le fosse stata sventolata davanti al naso come incentivo. Essere un'istruttrice era stata una delle esperienze più gratificanti della sua vita, e perdere tutto questo era stato davvero doloroso. Si sentiva intimidita all'idea di fallire di nuovo in quel modo. Tuutavia, una parte di lei non riusciva a buttar via la possibilità di riavere quello che aveva così tanto amato.

"Con chi lavorerò?" chiese lei.

Cid si schiarì di nuovo la voce. Stava incominciando a infastidirla questo gesto, e sapeva che non le sarebbe piaciuto quello che stava per sentire.

"Beh ... alcuni fra i migliori," replicò lui riluttante.

"Qualcuno che conosco?" chiese Quistis.

"Sì..." Cid guardò per terra. "Abbiamo cercato di trovare qualcuno con conoscenze a Galbadia. Rinoa andrà in missione ad Esthar con Squall. Irvine sarà con loro... e ci era rimasta una solo spiccabile alternativa."

"Chi?" chiese Quistis, completamente ignara di chi potessero aver scelto. Non dovette chiederselo ancora a lungo, qualche istante dopo la sua domanda il resto della sua squadra entrò in fila nell'ufficio. Selphie era davanti al gruppo due persone che Quistis riconobbe vagamente con suoi precedenti studenti erano dietro di lei, e la persona il cui nome il preside era stato così riluttante a dire spiccava in fondo.

Seifer. Ma certo...lui era con la Strega quando è stata nominata ambasciatrice. Non necessariamente una buona connessione per Galbadia, ma sempre una connessione.

"Hey, Quistis!" ridacchiò Selphie, con gli occhi verdi pieni di entusiasmo. Seifer le rivolse semplicemente una lunga occhiata impassibile.

"La sua squadra, Signorina Trepe," sorrise Cid, con un cenno di scuse negli occhi, e fece segno alle quattro persone che si erano allineate e salutò davanti alla porta. "Buona fortuna."

CONTINUA ...

  
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