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Autore: MaryJane    25/10/2005    3 recensioni
E' mezzanotte passata, e in un tranquillo quartiere di Londra la vita procede come tutte le sere. forse perchè nessuno sa esattamente quello che sta accadendo nei sotterranei della città. l'indomani mattina,però,alle prime luci dell'alba,la tranquillità di Londra viene rotta dal ritrovamento di un cadavere messo in una strana posizione dagli assassini. perchè il corpo è stato posizionato in quel modo? cosa vorranno dire le scritte trovate sulle braccia dell'uomo?quale mistero si cela dietro al numero 3? è sulla base di questi interrogativi che l'agente della squadra omicidi Grace Armstrong,fiancheggiata dal detective Chris Bryant proverà l'esistenza di una misteriosa setta segreta aiutata da uno dei più famosi gruppi rock punk dagli anni '90 fino ad oggi:i Green Day.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

 

Il chitarrista e lo spacciatore

 

“Proviamo a chiedere a quel barista!” propose Grace entrando,seguita da Chris

“Mi scusi!”

“Prego!”

“Squadra omicidi” disse Grace mostrandogli il distintivo. Il barista li guardò incuriosito.

“Posso fare qualcosa per voi?”

“Lei conosceva un certo Alexander Moore?”

“E chi non lo conosce?”rispose lui “Lo conoscono tutti qua dentro. Ma perché, è successo qualcosa?”

“è morto. Lo hanno ucciso.”intervenne Chris “Quando precisamente veniva qui Moore?”
”Tutti i giorni. Veniva qui,si sbronzava e se ne andava. Tutte le sere. Qualche volta si è portato a casa qualche ragazza,ma niente di più.”

“A proposito della casa…lei sa dove abitava Moore?”

“Non ne ho idea!”

“Perché ha detto che lo conoscevano tutti? Da quello che ha appena detto,non mi pare facesse qualcosa di speciale!”
”Ha suonato qui,qualche volta. Era molto bravo!”

“Che cosa suonava?”
”Chitarra. Chitarra elettrica.”

Il barista vide i due scambiarsi un’occhiata.

“Non aveva uno straccio di lavoro,ed era sempre pieno di debiti. Sapevo che era un chitarrista, me ne aveva parlato lui. Aveva una gran passione per il rock. Così gli ho proposto di suonare qui”

“Sappiamo che si era infilato in un brutto giro”gli disse Grace “Cocaina”
Il barista annuì,cupo.

“Ho cercato più volte di dissuaderlo,di dirgli che gli avrei trovato un lavoro,che l’avrei aiutato,ma si è sempre rifiutato. Aveva bisogno di soldi.”
”Può dirci qualcosa di più?” Il barista fece una pausa,incerto sul da farsi.

“Posso dirvi un nome.”esclamò “Ma vi pregherei di mantenere l’anonimato,quelli non perdonano.”

“Non si preoccupi”lo rassicurò Grace “Il nome?”

“Frank Gifford” esclamò abbassando la voce “Il pusher,come lo chiamano tutti. Lo spacciatore!”Grace annuì.

“Per caso conosce qualcuno che è stato a casa sua?”

“Quella ragazza laggiù!”disse indicando una ragazza bionda che stava servendo delle bevande a un tavolo. “è Jessy,una delle cameriere. È andata via con Moore un paio di volte,penso che saprà dirvi dove abitava”

“Grazie!”lo ringraziò Chris. Mentre si allontanavano,parlò sottovoce con la collega.

“Pensi che abbia detto la verità?”

”Così sembra… ma non possiamo incriminarlo. Non abbiamo prove e poi…non sembra che sia stato lui”

“Io dico che l’ha ucciso qualcuno che lo conosceva. O conosceva i suoi gusti,almeno”

“Già,sono d’accordo!”

 

“Jessy?”la chiamò Grace.

Una ragazza bionda,piuttosto alta, con un vassoio in mano,si voltò verso di loro.

“Omicidi”si presentò Grace mostrandogli il distintivo. La ragazza inarcò un sopracciglio.

“Che vuole la omicidi da me?”

“Informazioni”le rispose Chris “Conoscevi Alexander Moore?”

Lei ci pensò un momento,poi annuì.

“Che è successo?”

“è morto!”

“Oh!”si limitò a dire Jessy con la faccia di una a cui non interessa minimamente che Moore sia morto.

“Ti ricordi dove abitava?”

“Si…in una di quelle stradine di case popolari,dove ci abitano tutti i disperati della città. Aspetta,si chiamava…Hales Road,o qualcosa del genere.”

“Si,Hales Road. Ho capito dov’è. Qualche altro particolare?”le chiese Chris.

“Si,abitava al numero 3. Di solito non sto attenta a queste cose ma mi è rimasto impresso perché il numero era disegnato gigante sul muro. Mi ha detto che l’aveva disegnato lui. Era enorme e tra il numero c’era una chitarra. Chitarra elettrica,ha detto. Aveva una passione sfegatata per il rock. In casa aveva una decina di chitarre,se non più.”

“Non ti ha detto nient’altro?”

“Bè…ora che mi ci fai pensare…aveva la casa tappezzata di poster. Ed erano tutti dello stesso gruppo!”

“Che gruppo?”
”Un gruppo rock americano…o forse punk…si chiamano…aspetta,si chiamano…ah,si, Green Day!”

“Green Day?”le chiese Grace mentre Chris assumeva l’espressione di uno che si è improvvisamente ricordato qualcosa.

Jessy annuì.

“Ora,se mi volete scusare…dovrei tornare a lavorare”
”Certo,Jessy. Grazie!”la ringraziò Chris frettoloso prendendo Grace per un braccio e portandola fuori dal locale.

“Che ti prende?”chiese Grace a Chris non appena furono fuori.

“Me lo sono ricordato,Grace…i Green Day!”

“I Green Day cosa?”

“Ti ricordi le scritte sul braccio di Moore?”

Grace annuì.

“Togli pag.216,le altre. I versi e “Ha ha you’re dead”

Grace annuì di nuovo.

“I versi,Grace…sono canzoni dei Green Day!”

 

“E tu come fai a saperlo?”

“Anche a me piaceva il rock. I Green Day sono un gruppo punk rock americano. I versi sono il ritornello di una canzone che si chiama “Time of your life” e “Ha ha you’re dead”è il titolo di un’altra.!”

“A questo punto è chiaro ormai: chi ha ucciso Moore lo conosceva bene!”

  
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