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Autore: Valaus    09/09/2010    25 recensioni
Tornata ad Hogwarts per terminare gli studi, Hermione si sente incredibilmente sola. I suoi amici non sono al suo fianco, ed il castello le appare per questo vuoto ed inospitale. Sarà costretta a ricredersi, trovando compagnia nel modo e nella persona più insolita ed insospettabile.
Prima Classificata al Crack Pairing Contest indetto da Only_me sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Barbara,
Avevo promesso che mi sarei fatta perdonare! ^^
Ti voglio bene <3










"Neutron Star Collision"









IV
"Tramutare cose spiacevoli del passato in realtà piacevoli del presente"




Hermione fissava il ragazzo di fronte a sé in un tetro silenzio.
Non sapeva onestamente cosa dire. Era vero, aveva combattuto una guerra sanguinosa contro un pazzo votato all’oscurità ed aveva affrontato un incredibile numero di suoi adepti altrettanto folli. Di conseguenza, aveva rischiato la pelle ben più di una volta.
Anzi, in un paio di occasioni era stata talmente vicina alla morte che quasi le era parso di vedere la classica “luce in fondo al tunnel”.
Tutti i Mangiamorte, e Voldemort stesso, avevano tentato di ucciderla in quanto membro dell’Ordine della Fenice e parte della ristretta cerchia di amici intimi di Harry Potter.
Che la sua vita fosse stata a repentaglio per tutta la durata del conflitto non era certo una novità.
Ma sentire Draco Malfoy ammettere che gli era stato precisamente ordinato di eliminarla... beh, quella era decisamente tutt’altra cosa!
Respirò a fondo per alcuni secondi, cercando di riassumere il controllo di se stessa. Il suo cervello elaborava informazioni su informazioni alla velocità della luce, emettendo commenti, ragionamenti, ponderazioni e dando forma di pensiero al turbinio di emozioni che la stava travolgendo.
C’era tuttavia una considerazione in particolare che aveva preso piede con forza dentro di lei: quel “dannatamente giusta”.
Malfoy aveva definito la sua decisione di non ucciderla dannatamente giusta.
Perché? Per quale motivo avrebbe dovuto sentirsi così orgoglioso di non aver adempiuto ad un compito tutto sommato piuttosto facile ed presumibilmente nemmeno così sgradito per lui?
Lei era lì, ad Hogwarts, in pratica alla sua mercé. Fragile, indifesa, sciocca, ignara. E lui, dall’alto del suo metro e ottanta e con la sua stazza discretamente muscolosa, avrebbe potuto farle del male anche usando solo una mano.
Non sarebbe stato difficile tenderle un agguato per i corridoi, attendendo il momento in cui fosse stata completamente sola. E durante il sesto anno era capitato spesso, visti i continui litigi con Harry per la faccenda del Principe Mezzosangue e con Ron per via di Lavanda.
Avrebbe avuto a sua disposizione mille occasioni. Ed altrettanti motivi per ucciderla.
In primis, lui era un Mangiamorte e lei la migliore amica di Harry Potter. Lui un Purosangue razzista, lei una sporca Mezzosangue. Lui un Serpeverde, lei una Grifondoro.
E, per giunta, lui la odiava.
O almeno così Hermione credeva.
E se si fosse sempre sbagliata?
< Perché?> domandò poi, cercando di controllare il tremito della propria voce.
Draco la fissò intensamente.
< Vuoi sapere perché Voldemort mi aveva ordinato di ucciderti... o perché io non l’ho fatto?>
La ragazza ricambiò lo sguardo con altrettanta intensità.
< Entrambe.> confermò, con tono più sicuro.
Lui annuì lentamente, poi ricominciò a parlare.
< Voldemort credeva che tu fossi il cervello dietro le allegre scampagnate di Potter a suo danno. Lo credeva a ragione, se me lo concedi.>
Hermione contrasse le labbra in una smorfia imbarazzata. Era consapevole di essere sempre stata l’ideatrice e fautrice di molte delle loro avventure, ma sapere che persino Voldemort riteneva che lei fosse la mente del gruppo le metteva una certa soggezione.
< Perciò arrivò alla conclusione che se tu fossi stata eliminata, lui si sarebbe ritrovato senza l’elemento maledettamente intelligente, sveglio e capace del gruppo. Solo lui e Weasley. In pratica, due spilungoni senza cervello né raziocinio. Indubbiamente una posizione di notevole svantaggio per Potter. E decise d’investire me del compito sia perché frequentavamo entrambi Hogwarts, sia perché riteneva che fossi talmente semplice da uccidere che persino un poppante come il sottoscritto ci sarebbe riuscito.>
La ragazza corrugò la fronte.
Semplice da uccidere?
Fottuto Voldemort, che marcisca all’Inferno!

< Dopotutto eri sì in gamba, brillante ed estremamente abile, ma pur sempre una ragazzina di sedici anni che pesava la metà di me e misurava dieci centimetri di meno. Una volta privata della bacchetta, sopraffarti sarebbe stato un gioco da ragazzi.>
Pronunciò quell’ultima frase con un insolito tono di voce vagamente roco. Hermione non riuscì a non rabbrividire.
E, si rese conto con stupore, non certo di paura.
< Inoltre,> proseguì < era anche fermamente convinto che, se fossi riuscito a pieno nel mio compito, la morte tua e di Silente avrebbe profondamente disorientato Potter. Tu ed il vecchio siete sempre stati due capisaldi della sua esistenza, eravate coloro che mettevano il sale in quella sua zucca vuota. Perdervi sarebbe stato destabilizzante per lui. Disperato, rancoroso, e senza alcuna guida: in poche parole, una preda perfetta. Probabilmente sarebbe stato talmente accecato dalla rabbia da commettere la follia di presentarsi spontaneamente di fronte a Voldemort. Avrebbe firmato la propria condanna a morte con le sue stesse mani.>
< E perciò ti aveva ordinato di uccidermi...> fece lei, cupa.
< Esattamente.>
< Ma tu non l’hai fatto.>
< No.> confermò lui.
Hermione lo scrutò, interrogativa.
< Non ci hai nemmeno provato.> sottolineò.
Lui scosse la testa in diniego.
< Anche se, probabilmente, i miei tentativi sarebbero andati a vuoto. Hai constatato con i tuoi occhi i miei infruttuosi sforzi per uccidere Silente. Forse non sono molto portato come killer su commissione.> concluse, scrollando le spalle.
La ragazza non riuscì a trattenere un sorrisetto.
< Questo è un bene.>
Draco inarcò un sopracciglio.
< Dipende dai punti di vista.> mormorò, tetro.
Hermione tornò seria, decisa ad approfondire ulteriormente quella storia.
< Cosa successe poi?>
Malfoy le scoccò una lunga occhiata, poi si voltò e riprese a camminare a passo lento verso la vetrata.
< Quando mi accorsi che voi tre eravate spariti dalla circolazione, pensai che foste stati abbastanza furbi da nascondervi in qualche posto sicuro. Perciò decisi di usare la situazione a mio vantaggio. Quando Voldemort mi domandò se ne sapevo qualcosa, gli dissi che non avevo idea di quale fine avessero fatto Potter e Weasley, ma che per quanto riguardava te avevo portato a termine la mia missione durante l’attacco ad Hogwarts.>
< E lui ti credette?> avanzò lei, scettica.
< Voi eravate scomparsi nel nulla, non c’era nessuno che potesse confutare la mia dichiarazione. Giustificai la mancanza di notizie della tua morte sulla Gazzetta del Profeta adducendo che ti avevo uccisa nella Foresta Proibita ed avevo occultato il tuo cadavere con la Magia.>
< Un po’ debole come difesa...>
< Discretamente debole, è vero.> raggiunta la finestra, si bloccò < Ma Piton testimoniò a mio favore.>
Hermione sgranò gli occhi, sconcertata.
< Piton fece cosa?>
Draco ruotò lievemente il capo, per poi annuire.
< Disse di aver assistito di persona al tuo omicidio, e di avermi aiutato a nascondere il tuo corpo.>
La ragazza sbatté ripetutamente le palpebre, incredula. Come poteva il suo ex-professore aver sostenuto una simile frottola, quando sapeva benissimo che lei era viva e vegeta?
Lui parve leggerle nel pensiero.
< Lo fece per proteggere me. Se Voldemort si fosse reso conto che non avevo adempiuto nessuno dei compiti che mi aveva affidato, me l’avrebbe fatta pagare molto cara. Se poi avesse scoperto che, nel tuo caso, avevo deliberatamente deciso di non obbedire, mi avrebbe ucciso seduta stante.>
Posò la mano destra sul vetro, fissando il paesaggio esterno avvolto dall’oscurità.
< E credo che in parte volesse proteggere anche te. Sapendoti morta, era ovvio che non ti avrebbe più dato la caccia. Saresti stata relativamente al sicuro. Sai, per quanto non lo desse a vedere, ha sempre avuto un’altissima considerazione di te. Soprattutto dopo che io...> s’interruppe di colpo, come se avesse detto troppo.
< Tu cosa?> lo esortò lei.
< Lascia perdere.> tagliò corto lui, secco. Per un istante, ad Hermione parve quasi...
Imbarazzato.
No, impossibile. Doveva essersi sbagliata.
< Comunque, di fronte alla testimonianza di Piton, non poté fare a meno di credere alla mia storia.> riprese immediatamente lui, senza lasciarle il tempo per ulteriori domande. < Questo, ovviamente, finché lo Sfregiato non ebbe la malaugurata idea di pronunciare il nome del Signore Oscuro ad alta voce.>
Hermione si strinse nelle spalle. Conservava ricordi piuttosto vividi della loro cattura e della prigionia a Malfoy Manor. Le sovvenne che, in quell’occasione, Draco aveva finto di non riconoscere lei e gli altri.
< E’ per questo che non ci hai smascherati, quando Bellatrix ti chiese d’identificarci?>
Il ragazzo parve tentennare.
< Sì e no.> ammise poi < E’ chiaro che non volevo che la mia menzogna fosse scoperta, e che temevo la reazione di Voldemort. Ma non solo.>
< E cosa...>
< Piantala di farmi domande.> la interruppe lui, esasperato < Lasciami finire!>
Hermione tacque, permettendogli di continuare col racconto. Aveva promesso che le avrebbe detto tutto, e lei stranamente si fidava della sua parola.
Era certa che le domande a cui evitava di rispondere adesso avrebbero trovato una spiegazione successivamente. Forse non era ancora pronto a dirglielo.
Ma dirle cosa, poi?
Era talmente confusa che cercare di mettere ordine nei suoi pensieri sarebbe stato del tutto inutile.
Draco trasse un sospiro quando lei si ammutolì. Riprese a parlare poco dopo, rivolgendo lo sguardo alla finestra senza realmente fissarne il panorama.
< I miei genitori sapevano perfettamente cosa tutto ciò avrebbe comportato per me: morte.> sentenziò in tono grave < Non solo non avevo eseguito gli ordini, ma avevo pure mentito, prendendomi gioco di lui. Voldemort mi avrebbe torturato fino a costringermi a supplicarlo di uccidermi, per porre fine a quell’agonia. Perciò, approfittarono della confusione che seguì la vostra fuga per farmi uscire di soppiatto dalla villa.>
Hermione aggrottò la fronte.
< Credevo che tuo padre fosse un Mangiamorte fedele e fanatico.>
< Lo credevo anch’io. Ma mi sbagliavo. Mio padre fondamentalmente ha sempre cercato di ottenere il massimo per sé e per la sua famiglia da ogni situazione. Il che significava, ovviamente, saltare di volta in volta sul carro del vincitore. E in quel momento, il vincitore era decisamente Voldemort.>
< Perciò lui non era un fermo sostenitore della sua causa.>
Malfoy scosse il capo, ridacchiando amaramente.
< Pensi forse che qualcuno lo sia mai stato davvero? Gli unici che erano veramente convinti della validità delle azioni di Voldemort erano lui stesso e zia Bellatrix. E lei era una pazza furiosa che pendeva dalle labbra del Signore Oscuro. Se lui avesse proclamato l’assoluta necessità di squartare bambini e cibarsi dei loro corpi, lei sarebbe subito partita a caccia di neonati.>
La ragazza provò un incontenibile moto di disgusto a quel pensiero. Ma, memore delle molteplici manifestazioni di follia della donna, convenne che quell’immagine, per quanto macabra, fosse decisamente calzante.
< Il resto dei Mangiamorte erano per la maggior parte persone come mio padre, avidi ed approfittatori pronti a tutto pur di guadagnare potere e ricchezze. Altri erano semplicemente criminali che grazie a Voldemort potevano dare libero sfogo alla loro indole. Ma nessuno combatteva seriamente per la vera causa di quella guerra.>
< E quindi, quando entrò in gioco la tua sopravvivenza...>
< Chiaramente mio padre non ebbe il minimo dubbio su cosa fosse più importante, esatto.> concluse lui per lei < Sarà pure un uomo dalla dubbia moralità e quant’altro, ma è sempre stato un marito ed un genitore impeccabile. A modo suo, mi ha sempre amato più della sua stessa vita. E non ha esitato un solo istante ad esporsi a dei grossi rischi, pur di proteggermi.>
Hermione si morse il labbro inferiore. Doveva riconoscere di aver sempre malgiudicato Lucius Malfoy, almeno da quel punto di vista.
Dopotutto, era un essere umano come gli altri. E, esattamente come i membri dell’Ordine, avrebbe dato la vita per le persone che amava.
Il fatto di appartenere a due schieramenti opposti non rendeva qualcuno una persona migliore di qualcun altro. Semplicemente, ognuno aveva la propria visione del mondo e della vita, ma per il resto erano individui simili, con le stesse debolezze e gli stessi sentimenti.
Era una cosa che aveva già imparato durante la Guerra. Ma soprattutto grazie a quell’avvicinamento con Draco ne aveva avuta la piena conferma.
< E che successe, dopo la tua fuga?>
Il ragazzo continuò a darle le spalle.
< Mi rifugiai dall’unica persona dove sapevo sarei stato al sicuro.>
Lei comprese immediatamente a chi si riferisse.
< Piton.>
Lui annuì.
< Appunto. Può sembrare paradossale, dato che era molto vicino al Signore Oscuro, eppure nei mesi che passai sotto la sua tutela mai una sola volta rischiai di essere scoperto. Fu durante la mia permanenza presso di lui che scoprii tutta la verità.>
Hermione sgranò gli occhi. Questa era decisamente una novità.
< Tu... sapevi?>
Draco inclinò il capo all’indietro, alzando lo sguardo al soffitto.
< Sì. Severus mi raccontò tutto quanto. Mi disse che fin dall’inizio era stato una spia di Silente, che aveva ucciso il vecchio su suo preciso ordine, che stava segretamente tramando per la sconfitta di Voldemort, eccetera eccetera. E mi offrì di collaborare con lui.>
Si passò una mano tra i capelli, riportando la testa alla sua posizione originaria. Rimase col braccio a mezz’aria, afferrandosi le corte ciocche sulla nuca e stringendole.
< Io accettai, ovviamente. Prima di essere marchiato, non sapevo una benemerita sega di cosa significasse essere al servizio del Signore Oscuro. Pensavo fosse una cosa grandiosa, pensavo che lui fosse grandioso. Mi bastarono un paio di mesi per rendermi conto che in realtà essere un Mangiamorte faceva davvero schifo, e che Voldemort era semplicemente un sadico squilibrato che si divertiva a giocare con le vite degli altri e che per qualche inspiegabile motivo era ossessionato dal distruggere tutti i Mezzosangue pur essendo egli stesso uno di loro. Ma il colpo di grazia fu quando mi affidò quella fottuta missione. Lì iniziai seriamente ad odiarlo, e a sperare che Potter si rivelasse abbastanza in gamba da riuscire a fargli il culo a strisce e rispedirlo all’Inferno da cui probabilmente proveniva. Perciò non ebbi la minima esitazione quando Piton mi propose di aiutarlo.>
< Per questo eri qui durante la battaglia finale? Per aiutare Piton?>
Draco inclinò il capo verso destra.
< Più che altro speravo di poter essere d’aiuto. Il piano di Severus era che io m’introducessi ad Hogwarts prima del vostro arrivo e che trovassi il Diadema di Corvonero, così da consegnarlo a Potter per permettergli di distruggerlo. E c’ero quasi riuscito, ma...>
Ruotò leggermente la testa, fissando la ragazza di traverso.
< Sapevo che Harry era nei corridoi, avevo avvertito la sua presenza con un incantesimo di localizzazione che mi aveva appositamente insegnato Piton. Stavo tentando di raggiungerlo per consegnargli il Diadema, quando fui scoperto da Rodolphus Lestrange. Voldemort aveva affidato a lui il compito di scovarmi e sottopormi alla mia giusta punizione.>
Girando su se stesso, tornò a rivolgersi direttamente ad Hermione, fissandola con intensità.
< Mi trascinò qua dentro, nel punto esatto in cui ti trovi tu adesso. E mi diede ciò che secondo lui mi meritavo.>
Hermione deglutì.
< Cioè?>
Draco iniziò ad avanzare lentamente verso di lei, senza interrompere il contatto visivo neppure per un secondo.
< Maledizioni. Decine e decine di incantesimi, uno peggiore dell’altro. Al confronto, un cruciatus sembrava quasi una piacevole carezza. E calci, per lo più. Io ero steso a terra, lì dove ora poggiano i tuoi piedi, riverso in una pozza di sangue. Il mio sangue. Non riuscivo più a muovere un muscolo né a distinguere dove o cosa di preciso mi facesse male. Era tutto un unico, lancinante dolore. Oltre alla tortura psicologica, ovviamente. Ero sicuro che sarei morto. Prima sarei impazzito, e poi morto.>
Continuò a camminare verso di lei. Hermione, immobile come se fosse stata pietrificata, osservava il suo lento avanzare.
Ogni parola di Draco, ogni singola descrizione delle torture da lui subite le provocava una fitta. Era come una catarsi, come se stesse rivivendo su di sé tutto ciò che lui aveva sperimentato. Un dolore quasi palpabile.
< Rodolphus frugò impietosamente nella mia testa alla ricerca del motivo per cui avevo tradito il Signore Oscuro. Io tentai di resistergli, ma le mie capacità di Occlumante in quelle condizioni erano nettamente diminuite. Quando lo scoprì, mi costrinse a confermarlo ad alta voce, a furia di maledizioni e botte. E nel momento in cui lo ammisi, si accanì su di me con violenza ancora maggiore.>
La ragazza finalmente comprese cosa avesse spento la luce negli occhi di Draco Malfoy, cosa lo avesse trasformato così radicalmente. Ciò che gli era capitato era qualcosa che lasciava segni indelebili sia sull’anima che sul corpo. Se poi a tutto ciò si aggiungevano le sevizie subite dai suoi genitori a causa del suo tradimento e la successiva morte di quello che in pratica era come un secondo padre per lui, si meravigliava che Draco non avesse ancora perso il senno.
Pensando a Piton, le sovvenne quella mezza frase sfuggita al ragazzo qualche minuto prima.
Ha sempre avuto un’altissima considerazione di te. Soprattutto dopo che io...
Che lui cosa? Che Piton fosse a conoscenza del motivo per cui Malfoy non l’aveva uccisa?
Che sapesse qualcosa su di lui che implicava anche l’ignaro coinvolgimento di lei?
Ma cosa poi, cosa? Cosa c’era da sapere?
L’avanzare di Draco si arrestò a pochi metri da lei. Ancora la fissava negli occhi. Non aveva smesso di farlo un solo istante.
< Mi disse che ero solo un patetico traditore del mio sangue, un piccolo verme che meritava semplicemente di essere schiacciato. Stava per uccidermi, aveva già puntato la bacchetta contro di me ed era in procinto di scagliarmi la Maledizione Senza Perdono. Se sono qui, lo devo solo a Potter.>
Hermione trasalì.
< Harry?>
< Già. Si accorse della nostra presenza qua dentro ed intervenne in mio soccorso, stordendo Lestrange e trascinandomi al sicuro. Fu una fortuna che quel coglione non avesse fatto altro che urlarmi contro, perché furono i suoi strepiti a mettere in allarme Harry. Io non avevo emesso un solo fiato, eccetto la confessione a cui mi aveva costretto. Non gli avrei dato la soddisfazione di sentirmi gemere dal dolore.>
Lei lo fissò con un’espressione sconcertata.
< Non ne avevo idea... Harry non mi ha mai detto nulla.>
< Gli chiesi io di non farlo. Non gli diedi alcuna spiegazione del perché Rodolphus mi avesse torturato a quel modo, anche se lui immaginò fosse per la mia decisione di tradire Voldemort, e lo pregai di non fare parola con anima viva su ciò che aveva visto in questa stanza.>
Hermione era assolutamente stravolta. Abbassò lo sguardo sul pavimento, cercando di riordinare le idee dopo quel bombardamento d’informazioni e segreti. Poi risollevò il capo, tornando ad incontrare le iridi plumbee del ragazzo.
< Tutto questo perché ti sei rifiutato di uccidere me?>
Le labbra di Draco si piegarono leggermente all’insù.
< A conti fatti, sì.>
Il viso di lei si contrasse in un’apparente smorfia di dolore. Era confusa, e si sentiva dannatamente in colpa, nonostante non avesse fatto nulla.
< Perché?> chiese, con voce angosciata < Per quale motivo hai preso quella decisione? Per quale motivo ti sei esposto a tutti questi rischi pur di non eseguire quell’ordine?>
Si passò una mano sul volto, inspirando.
< Draco... che cosa ti ha costretto a confessare Rodolphus Lestrange?>
Lui le scoccò quella che Hermione giudicò, senza alcuna ombra di dubbio, l’occhiata più intensa ed eloquente che mai le avesse rivolto. Inarcò un sopracciglio, mentre un inatteso guizzo di luce faceva capolino sul fondo dei suoi occhi.
< Non ci arrivi da sola?> le domandò retorico.
Prima ancora che lei riuscisse a formulare un qualunque tipo di pensiero, l’afferrò per le spalle e l’attirò rapidamente a sé, per poi tuffarsi sulle sue labbra in un bacio carico di tutte le risposte alle sue mille domande.
Hermione impiegò qualche secondo perché il suo cervello registrasse che no, non stava sognando e che sì, Draco Malfoy la stava proprio baciando. Per tutto quel tempo rimase rigida, immobile, paralizzata, pietrificata.
Poi, quando si rese effettivamente conto di ciò che stava succedendo, avvertì una forte sensazione di calore all’altezza del basso ventre ed uno strano senso di pienezza nel petto. Come se il cuore le si fosse improvvisamente gonfiato e la cassa toracica faticasse a contenerlo.
La sua mente perse qualunque contatto con la realtà. L’unica cosa su cui riusciva a concentrarsi erano quelle labbra inaspettatamente morbide e calde che saggiavano le proprie come fossero state l’unica fonte di sopravvivenza del ragazzo.
L’urgenza di quel bacio, la sua intensità, tutta quella passione le fecero finalmente comprendere la verità.
Draco Malfoy non l’aveva mai odiata. Tutt’altro.
E, ora iniziava a rendersene conto, lo stesso valeva per lei. Probabilmente, era sempre stato così, solo che non se n’era mai accorta prima. O forse, più semplicemente, aveva preferito non accorgersene.
Dopotutto, si trattava pur sempre di un Malfoy, un Serpeverde, un Purosangue ed un Mangiamorte.
Ma ora che la Guerra era finalmente un capitolo concluso del passato, niente di tutto ciò contava più. Lo sapevano entrambi.
Fingere indifferenza non era più necessario.
Iniziò a sciogliersi tra quelle braccia salde e muscolose. Abbassò lentamente le palpebre e dischiuse le labbra, permettendo alla lingua del ragazzo d’insinuarsi alla ricerca della propria, e si abbandonò con tutta se stessa a quel bacio.
Fu l’impellente bisogno di ossigeno ad interrompere forzatamente l’intreccio delle loro lingue ed il gioco delle loro labbra.
Entrambi rimasero ad occhi chiusi, come se temessero di riaprirli ed affrontare la realtà. Hermione posò la propria fronte contro quella di lui con un sospiro.
< Come?> chiese semplicemente.
< Vorrei saperlo anch’io.> rispose lui < Credo che sia perché sei stata l’unica ragazza al mondo che abbia avuto il coraggio di tenermi testa e schiaffeggiarmi. Nessuno mi aveva mai dato uno schiaffo prima. Temevo mi avessi rotto qualche vertebra del collo.>
Hermione ridacchiò.
< Esagerato.>
Draco mosse lievemente il capo su e giù, strofinando la propria fronte contro la sua con delicatezza.
< Ma al di là di questo, è tutta colpa di quel tuo dannato vestito fucsia, al Ballo del Ceppo. Non sono mai più riuscito a togliermi quell’immagine dalla testa.>




Il giorno seguente, seduto alle pendici del grosso salice piangente posto sulla riva del Lago Nero, Draco Malfoy assistette stupefatto ad uno spettacolo quanto mai unico nel suo genere.
Hermione Granger che avanzava sorridente verso di lui.
Con in mano un manico di scopa.
Non poté non aggrottare le sopracciglia. La repulsione della moretta per il volo era risaputa a chiunque la conoscesse. E lei non aveva mai fatto nulla per nasconderla, tenendosi alla larga il più possibile da qualunque strumento del genere.
Perciò, o le sue intenzioni prevedevano una forte collusione tra quella scopa e la sua povera testa bionda, oppure...
Non ebbe nemmeno il tempo di formulare l’ultima parte del pensiero. Lei lo raggiunse, gli si piazzò di fronte e, mantenendo lo stesso largo sorriso in volto, protese la scopa verso di lui.
Draco roteò gli occhi, mugugnando.
< Hermione...>
< No, niente “Hermione”.> esordì lei, categorica < Tu oggi voli.>
Il ragazzo si alzò in piedi con un sospiro, fronteggiandola.
< Perché vuoi costringermi a fare qualcosa che non desidero?>
< Perché tu lo desideri eccome, solo che quel tuo cervellino bacato si rifiuta di ammetterlo.> mosse qualche passo verso di lui, avvicinandosi. Frappose la scopa tra loro, premendola contro il suo petto, poi si sollevò sulle punte dei piedi e sfiorò le sue labbra in un rapido e tenero bacio.
< Draco, io ti sono grata per ciò che hai fatto per me, ma non pensare che stia cercando di sdebitarmi o cosa. Affatto. Semplicemente, sono una fottuta egoista, e per questo voglio rivedere nei tuoi occhi quella luce che mi ha sempre fatto impazzire. Voglio che torni ad essere l’impertinente tronfio e arrogante che mi sfotteva nei corridoi di Hogwarts, perché l’ho sempre trovato incredibilmente sexy. E voglio che riacquisti tutta la tua forza e la tua sicurezza, perché ho intenzione di passare parecchio tempo assieme a te ed ho bisogno di un uomo che sia in grado di proteggermi e provvedere a me.>
Lui sorrise divertito di fronte all’espressione ironica e pungente della ragazza. Tutto si sarebbe aspettato da lei, meno che un’uscita del genere.
< E pensi che volare possa risolvere la cosa?>
Lei inclinò il capo verso destra.
< Penso che innanzitutto dovresti piantarla di tormentarti per quello che è successo nel Bagno dei Prefetti. E’ stato un episodio piuttosto difficile, me ne rendo conto, ma devi smetterla di riviverlo ogni notte, tornando in quella stanza. Non pensarci. Non parlarne più, nemmeno con me. Non parlare di queste cose spiacevoli. Se non si parla di una cosa, è come se non fosse mai avvenuta. Come dice Harry, è solo il parlarne che dà realtà alle cose. Mettici una pietra sopra e vai avanti con la tua vita.>
Draco sbuffò, sarcastico.
< Harry è un cretino.>
< Già, ma è il cretino che ha salvato il tuo delizioso culo, tesoro.>
Sollevò la mano destra, portandola sul viso del ragazzo per sfiorarlo in una carezza.
< Credo seriamente che, dopo tutto quello che ti è successo, dovresti lasciarti alle spalle le cose spiacevoli del passato. Anzi, dovresti cercare di trasformarle in realtà piacevoli del presente. Del resto, se vogliamo proprio puntualizzare, è stato solo grazie a tutta quella deplorevole faccenda che adesso tu ed io ci troviamo qui, no?>
Draco ruotò leggermente la testa, facendo scivolare la mano di Hermione fin sopra le sue labbra, per posarvi sopra un bacio.
< E cosa dovrei fare, secondo te?>
Lei sorrise, raggiante.
< Beh, come primo passo dovresti riprendere a volare.>
Arrendevole, il ragazzo annuì, prendendo la scopa dalle sue mani. Tuttavia, la fissò perplesso quando vide che non mollava la presa.
< E dato che è il tuo primo volo dopo un sacco di tempo,> aggiunse < credo che non mi sentirei affatto tranquilla se restassi quaggiù a fissarti da terra.>
Draco sgranò gli occhi, non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
< Stai scherzando?>
Lei gli scoccò un’occhiata sprezzante.
< Ti sembra forse che io stia scherzando?> replicò, imitando il modo in cui lui le aveva rivolto quella stessa frase poche settimane prima.
< Hai davvero intenzione di volare?>
Hermione scosse la testa.
< Precisiamo. Volare con te.>
Lui avvertì tutto il proprio corpo prendere fuoco. Si sentiva profondamente in debito con Dio, o qualunque entità avesse il controllo delle loro esistenze, per aver fatto incrociare il suo cammino con quello di cotanta eccezionale creatura. O forse, più che di incrocio, sarebbe stato giusto parlare di “collisione”. Ad ogni modo, ne era grato come di nessun’altra cosa in vita sua.
Le sorrise, mentre gli occhi gli si illuminavano di una luce che per mesi non aveva più fatto capolino in mezzo a quel grigio perla.
< E allora voliamo.>


Non aveva paura.
Neanche un po’.
Hermione non riusciva proprio a capacitarsene.
Si trovava a migliaia di metri da terra, coi piedi a mezz’aria e seduta sul manico di una misera scopa, eppure si sentiva sicura come mai prima di allora.
Stretta a quel corpo saldo e perfetto che si ergeva di fronte a lei, sentiva che nulla di male poteva succederle.
Si sentiva finalmente a casa. Quel senso di solitudine opprimente che aveva calato un’ombra impietosa sul suo Ottavo anno ad Hogwarts era del tutto scomparso.
Non era più sola. E, sicuramente, non la sarebbe stata mai più.
< Come credi che la prenderanno Potter e Lenticchia?> le domandò lui, mentre sfrecciavano sopra il castello.
Hermione sorrise. Alla fine, non aveva mai scritto quella famosa lettera ai suoi amici. Era stata fin troppo presa da ben altri pensieri.
< Non lo so.> rispose < E francamente, non me ne importa più di tanto.>
Lui sussultò in modo teatrale.
< Merlino, Granger! Stiamo insieme da neanche un giorno e ti ho già portata sulla cattiva strada! Forse sono più bravo di quanto pensassi, a corrompere giovani anime innocenti.> la canzonò.
Lei scoppiò a ridere.
Amava Harry e Ron, erano i due fratelli che la vita le aveva negato. Sperava con tutta se stessa che avrebbero accettato di buon grado la sua relazione con Draco Malfoy, più che altro in nome dell’affetto che provavano per lei.
Altrimenti, si sarebbe dannata l’anima pur di costringerli a mandare giù quella novità.
Ma non avrebbe rinunciato a lui neppure se loro l’avessero posta di fronte ad un aut aut. Per quanto fosse assolutamente certa che mai l’avrebbero fatto.
Non avrebbe rinunciato a Draco per nulla al mondo. Nemmeno per loro.
Si accoccolò maggiormente contro la sua schiena, lasciando che il vento le accarezzasse il viso e le scompigliasse i capelli.
Chiuse gli occhi, serena.
< Draco.> lo chiamò.
Lui inclinò il capo verso di lei.
< Amore?>
Hermione sorrise. Strofinò la punta del proprio naso contro l’incavo della sua spalla, per poi risalire lentamente su per il collo e la guancia. Infine, avvicinò le labbra al suo orecchio, ed espresse il pensiero che le ronzava in mente dalla sera prima con un sussurro.
< Il mio vestito al Ballo del Ceppo era rosa antico, non fucsia, amore.>








-Fine-






























NdA fondamentalmente inutili: Giusto un paio di puntualizzazioni che ritengo necessarie, quantomeno per lavarmi la coscienza xD L'intera vicenda, avvicinamento tra Draco ed Hermione e compagnia cantante si è svolta, almeno rispetto ai miei soliti canoni, fin troppo velocemente. E questa è una delle cose che mi aveva lasciata più perplessa. A mia discolpa, posso dire che i tempi si sono dovuti restringere per via dei limiti di pagine e di capitoli per il contest. Se fossi stata pienamente libera di scrivere, probabilmente ci avremmo messo qualcosa come sei o sette capitoli prima di arrivare alla confessione di Draco, ed almeno uno o due prima che Hermione, dopo il bacio, decidesse di mettere le carte in tavola e fare finalmente coppia col nostro bel biondino, con tanto di uccellini cinguettanti e fiori d'arancio.
Ad ogni modo, mi ha fatto piacere vedere che tutto sommato lo svolgersi degli eventi vi sia sembrato abbastanza plausibile ^^ Spero in ogni caso di aver reso, con le parti non narrate, l'idea del trascorrere del tempo. Tra la parte del bacio ed il pezzo finale della scopa, ad esempio, nella mia testolina bacata passa una luuuuunga notte di chiarimenti, confessioni e quant'altro tra i nostri due piccioncini. Insomma, non è che la sera prima si danno un bacio e dal giorno dopo si chiamano "amore" così a brecchio xD
Poi, la questione vestito. Come avevo già specificato, uno degli elementi che dovevo inserire nella storia era il colore "rosa". Oggettivamente, il vestito del ballo del ceppo (e, per inciso, mi sono dovuta ispirare all'abito del film, non all'autentico Blu Pervinca del Calice di Fuoco by mamma Row) è l'unica cosa che mi sia venuta in mente. Hermione che si aggira per i corridoi vestita di rosa sinceramente non ce la vedevo, e non sapevo che altro inventarmi. Tuttavia, spezzo una lancia in favore della povera, bistrattata Mezzosangue Zannuta: io odio, odio, odio e ribadisco ODIO le storie in cui i ragazzi si rendono conto che Hermione è un essere di genere femminile solo grazie ad un ballo in cui s'imbelletta, si trucca e s'ingioiella.
Odio il fatto che venga considerata una cessa orripilante e poi, una volta apparsa in cima alle scale con un bell'abito da sera, tutti restino a bocca aperta e bavetta da maniaci a fissarla. Hermione è una ragazza normalissima. Come tutte, dunque, si tira un pò più a lucido per le occasioni speciali. Questo però non significa che senza vestito, acconciatura e trucco sia orripilante.
E' una bellezza diversa, più normale, più semplice, più acqua e sapone. Ciò che la può rendere meravigliosa agli occhi di un uomo è la sua bellezza interiore: l'intelligenza, l'arguzia, la simpatia, la sapienza, eccetera eccetera. Chiaramente, una ragazzina di quattordici anni perennemente sciatta e spettinata fa la sua figura vestita a festa. Ma poi Hermione cresce, la sua bellezza fiorisce e diventa evidente anche senza trucco.
Ergo, non è certo il Ballo del Ceppo a far innamorare qualcuno di lei. E per Draco, in questa storia, vale lo stesso.
Spero di aver reso questo punto sufficientemente comprensibile. Draco resta colpito (in tutti i sensi xD) dallo schiaffo di Hermione, e non tanto dal gesto in sé quanto dal suo valore simbolico. La prima ragazza, anzi la prima persona che osa alzare una mano contro di lui e picchiarlo. Il piccolo viziato cocco di papà che viene schiaffeggiato da una ragazza. Piuttosto logico che non sia rimasto indifferente a questo evento.
Da lì, inizia a vederla sotto una luce diversa. Lei diventa per lui qualcosa di più della semplice Mezzosangue amica di Potter. Il Ballo del Ceppo è per lui il momento in cui si rende conto che quella ragazzina non solo è terribilmente intrigante dal punto di vista caratteriale, ma che sta anche diventando una donna. Ed una bella donna, per giunta.
Il Ballo non è il punto di arrivo quanto il punto di partenza. Dopo averlo colpito nel viso, nell'orgoglio e nell'interesse, Hermione lo colpisce anche dal punto di vista estetico. Dunque, da ogni punto di vista, resta totalmente soggiogato da lei.
Ultima puntualizzazione, i capelli di Hermione. Come Silvia mi ha fatto notare nella sua recensione, li ho descritti come morbidi e boccolosi. So benissimo che i capelli di Hermione in realtà sono crespi ed indomabili. La mia scelta di optare per questa descrizione non ha nulla a che vedere con la generale tendenza di molte autrici di Dramione di trasformare Hermione in una fiQua di dimensioni epiche, perfetta bellissima meravigliosa col fisico da indossatrice ed il viso da dea greca stile modella dal cognome impronunciabile di "Intimissimi".
Tutt'altro. Qui si tratta di una questione puramente personale u.u
Io sottoscritta me medesima ho i capelli di Hermione. Ebbene yes. Crespi, ricci, indomabili, gonfi, una tragedia.
Non ai livelli di Hermione, ma su per giù siamo lì u.u E, per giunta, fino a undici-dodici anni avevo invece lunghi capelli lisci come l'olio, docili e malleabili, senza un nodo o una doppia punta. Poi li ho tagliati (cretina u.u) e sono ricresciuti stile Granger.
La mia decisione di trasformare il cespuglio di Hermione in boccoli modellati simil acconciatura fresca di parrucchiere è una sorta di rivalsa, per me e per lei. Perché io comprendo benissimo la dolorosa sorte di chi si ritrova capelli come i nostri, e dato che almeno nel mondo delle fict la fantasia può diventare realtà, ho deciso di restituire un pò di dignità ai crini della giovane Grifondoro.


Ok, detto ciò, passo ai ringraziamenti.
Grazie, grazie grazie grazie grazie grazie.
A tutti voi che avete letto anche solo per sbaglio la mia fict.
A chi l'ha inserita tra i preferiti, i seguiti e quant'altro.
Alle meravigliose fanciulle che hanno recensito ogni capitolo (non vi rispondo singolarmente solo perchè altrimenti rischierei di pubblicare tra tipo due ore e qualcuna potrebbe chiedere il mio scalpo in cambio xD).
Alla mia amanteH Only che ha indetto questo contest meraviglioso.
E, ultimo ma non per importanza, ai Muse. Perché quando sono a corto di titoli, d'ispirazione o di qualunque altra cosa, loro arrivano sempre in mio soccorso xD
(Oddio, mi fa tanto Meyer ringraziare i Muse O.o)
Grazie ancora davvero di cuore. Scrivere è un piacere puramente personale, ma tutti voi che seguite e commentate le mie baggianate qui su EFP siete la linfa vitale che mi permette di non appendere al chiodo (non letteralmente, eh!) il pc.
Vi adoro <3


Ultima, piccola postilla.
Ho creato un profilo autore su FB. Chiunque volesse aggiungermi, è ben accetto ;)
Vi lascio il link: FB
Alla prossima ;)



   
 
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