Capitolo 2
Alla Scoperta
Del Mondo!
-Cammy! Cammy! Apri la porta! Devo
raccontarti una cosa!-
Nessuna risposta.
Arissa
smise di bussare alla porta e fece il giro della casa. Le finestre erano
sprangate e le imposte chiuse, come se non ci fosse nessuno, eppure non Cammy
non aveva detto che sarebbe andata via.
Un
rumore di passi la fece voltare.-Ah... Papà...-
Eichiro
fu colto di sorpresa nel vedere la figlia lì, sbiancò e le rivolse un sorriso
affettuoso.-Sei venuta a chiamare la tua amica?- domandò. Era strano. Nervoso.
-Sì...
Ma non risponde nessuno.- Disse Arissa, preoccupata.-Ieri Cammy mi ha detto che
suo padre sta male.-
Il
dottore percorse il piccolo giardino della casa di Cammy senza distogliere gli
occhi dalla figlia.-Il signor Nakashima ha un po’ di febbre- disse, nel pietoso
tentativo di risuonare spensierato.
Arissa
si insospettì.-Papà... Sei sicuro che vada tutto bene? Sono due giorni che non
mangi. Non sarà per la storia del signor Kakuri... Insomma, anche i medici più
bravi a volte commettono errori, e poi esistono delle malattie incurabile, lo
sai.- Gli sorrise dolcemente.
Eichiro
le accarezzò la testa con una mano.-Perché non vai a fare un giro, angelo mio?
Sono sicuro che Cammy è lì dentro. Dovevo visitare suo padre e le ho detto di
non togliergli gli occhi di dosso.- Le fece l’occhiolino.-Altrimenti avrebbe
alzato di nuovo il gomito, e curarlo sarebbe stato piuttosto difficile.-
Arissa
guardò il padre, esitante.-Posso entrare? Voglio vedere Cammy!- esclamò.
Eichiro
sobbalzò.-No, tesoro. Non puoi entrare ora. Vai a farti un giro.- Ordinò. Quel
tono autoritario colse di sorpresa
Arissa, che gli lanciò un’occhiata incredula.- Ci vediamo a pranzo.-
Concluse lui.
La
ragazza corrugò la fronte e se ne andò, offesa. Suo padre non le aveva mai
parlato in quel tono. Solitamente era la madre che usava essere poco cortese e
autoritaria, mentre suo padre non aveva mai imposto la sua volontà a nessuno.
Perché quel cambiamento? Cosa stava succedendo al villaggio?
Ripensò
automaticamente al foglio che Shanks aveva rivoluto indietro. Il frutto
Tam-Tam, si ripetè mentalmente. Cos’era? E perché i pirati lo cercavano?
Percorse
un vicoletto stretto e arrivò in prossimità della foresta, dove trovò Shanks.
Gli si fermò davanti, a un paio di metri di distanza. Sempre meglio essere
cauti.-Sei venuto.- Osservò.
Lui
sorrise.-Niente bastone stamattina?-
Arissa
infilò una mano nella famosa tracolla e ne estrasse un coltello da cucina che
brillò in modo sinistro alla luce del sole.
-Proprio
non molli...- ridacchiò Shanks.
-Devo
tutelarmi, capisci?- disse.
Lui
le rivolse un’occhiata divertita.-Certo che hai un bel caratterino.-
-Dove
andiamo?- chiese Arissa, riponendo il coltello nella tracolla.
-Non
ne ho idea, non sono mica io che ho insistito per... - esordì Shanks.
Arissa
fece un passo e si petrificò, si voltò di scatto verso di lui e lo guardò agitata.
-Va
bene, va bene!- esclamò Shanks, portandosi la mano dietro la nuca.-Senti
ragazzina… Non è che da queste parti esiste un posto dove si può bere del buon sake?-
Arissa
gli rivolse un sorriso luminoso.
(...)
Intanto,
su un’isola sconosciuta del Nuovo mondo, in un’osteria malfamata di un paese
piccolo e spesso saccheggiato, un giovane dai capelli neri era inento a
svuotare la dispensa del povero proprietario del locale. L’ometto, un
cinquantenne basso e tarchiato, ma fiero della propria chioma bionda
palesemente tinta, guardava terrorizzato il ragazzo esaurire l’ennesima
porzione di cibo.
-Ma
sei sicuro che non scoppierai da un momento all’altro?- gli domandò, perplesso.
Ace
di tutta risposta lo guardò.
L’uomo
sospirò.-Va bene, vado a prendere qualcos’altro...-
Tornò
almeno due minuti dopo con un altro mucchio di piatti stracolmi di cibo.-E
guarda che non ho mai incontrato nessuno come te...- s’immobilizzò. Ace aveva
appoggiato la testa sul bancone e si era messo a ronfare.-... Ma come?! Si è
addormentato di nuovo?!?-
Ci
volle almeno mezz’ora perché l’oste riuscisse a portare via la montagna di
piatti che aveva ammucchiato Ace, lavarli, asciugarli e metterli a posto. Aveva
avuto perfino il tempo di andare a chiamare sua sorella per chiederle di rifare
la spesa. Lei, una vecchia zitella che viveva da sola con il suo gatto, era
stata restia ad accettare l’incarico. C’era voluto un bel po’ di tempo per
convincerla che un ragazzo di appena vent’anni si era sbafato tutto il cibo
della dispensa, ma alla fine aveva ceduto e si era decisa ad imboccare la via
per il mercato.
Il
tutto era accaduto in un’oretta.
Quando
tornò, l’uomo trovò Ace appena sveglio che si strofinava il naso lanciando
grossi sbadigli.
-Tu
hai qualcosa che non va, ragazzo- commentò l’uomo, mentre si sistemava di nuovo
dietro il bancone e faceva segno al suo sostituto di andarsene.-Sicuro di stare
bene, vero?-
-Che
domande. Certo.- Rispose Ace; e sbadigliò.-Comunque... Mi stava dicendo prima
di quell’isola... Vorrei saperne di più.- Disse, appoggiando il gomito sul
bancone e il mento sul palmo della mano.
L’oste
fece mente locale, mentre con la coda nell’occhio, attraverso il riflesso su un
bicchiere, sbirciava che i suoi capelli fossero in ordine.-Intendi l’isola di
Taraah. Si trova a sei giorni da qui.- Disse.-In direzione Nord-Ovest.-
-Sei
giorni... Direzione Nord-Ovest- si appuntò mentalmente Ace. Un altro traguardo
per lui e la sua bagnarola alla ricerca di quell’uomo ignobile. Fece per alzarsi.
-Ma
dove stai andando?!?- esclamò l’oste, pestando i piedi per terra.
-All’isola
di Taraah.- Rispose Ace, facendo le spallucce.
-Nessuno
va all’isola di Taraah!-
-Davvero?
Beh, io non sono “nessuno”.- Replicò Ace, con un sorriso, mentre si aggiustava il
cappello in testa.
L’oste
lo contemplò per qualche istante, chiedendosi se fosse davvero stupido o soltanto
pieno di sé.-Quell’isola è top-secret! No visitatori. No pirati. No naufraghi.
Solo la marina ci fa un salto ogni tanto...-
Ace
si fermò ad ascoltare, curioso.-Ma davvero?-
-Sì!-
esclamò l’oste.-E non è solo questo. Gli abitanti non vedono i turisti di buon
occhio. Vivono rinchiusi nelle loro piccole casette, con le loro piccole
famiglie... E non guardarmi in quel modo!- aggiunse in risposta allo sguardo
interrogativo di Ace.-C’è la foresta intorno al villaggio! Se non conosci quel
posto a memoria non ne uscirai vivo!-
-Suvvia,
per una foresta!- rise Ace, divertito.-Le foreste non fanno del male a
nessuno!-
-Senti
ragazzo... Non so chi tu sia, né perché sei venuto qua... Ma esistono posti in
cui un uomo non dovrebbe mai mettere piede... Tipo Amazon Lily... E qualsiasi
altra cosa che può risultare dannosa per la salute!- Disse l’oste con veemenza.
-Io
non mi faccio di questi problemi, buon uomo- fece Ace, posandosi una mano su un
fianco.-E soprattutto non ho intenzione di fermarmi. Quindi... Io vado!- e si
avviò verso la porta con passo sicuro.
L’oste
guardò la porta del locale che veniva spalancata, Ace che attraversava la
soglia canticchiando e poi lasciava che si chiudesse alle sue spalle
scricchiolando. Poi si ricordò del conto che Ace aveva accidentalmente dimenticato di chiedere.
-FERMO!
NON PUOI ANDARTENE SENZA PAGARE!-
(...)
Altra
locanda, villaggio di Taraah. Stavolta non un posto malfamato, ma una piccola
costruzione squadrata, completamente verniciata di uno strano verde alga che,
secondo le mille ipotesi di Arissa sul perché l’oste avesse scelto un colore a
lei così orrendo, avrebbe dovuto richiamare i clienti alla calma e alla
tranquillità. Le finestrelle che si
affacciavano dal secondo piano erano piccole, quadrate come il resto, mentre
dal piano terra si poteva accedere all’interno attraverso una porticina di
legno d’ebano. Niente balconi, né altro. Solo questa scatoletta con un’insegna
appesa in bella vista.
Dentro,
i tavolini rotondi erano disposti ai lati di un tappeto rosso che partendo
dall’entrata attraversava tutta la stanza fino al bancone. Era proprio in
quella direzione che si rivolgevano gli sguardi della gente. O almeno, di
quella che non era ancora scappata.
Shanks
era ben consapevole dell’effetto che aveva fatto sulle persone quando era
entrato con Arissa, ma la cosa non lo sfiorava minimamente. Si era seduto al
bancone, suscitando un moto di terrore nei due coniugi che gestivano il locale.
Lo avevano servito, e finalmente aveva potuto bere qualcosa in santa pace.
Era
praticamente sicuro che Arissa l’avrebbe riempito di domande, invece si era
seduta accanto a lui, a distanza di sicurezza, e aveva cominciato a osservarlo
insistentemente, muovendo la testa a destra e a sinistra. Shanks aveva faticato
per strozzarsi con il sake mentre beveva, doveva ammetterlo. Il fatto era che
la sua espressione concentrata e quel modo di muovere la testa le ricordavano i
cani quando cercano di capire le parole dei padroni...
Finalmente
Arissa parlò.-Voi pirati bevete tutti così tanto?- domandò.
Shanks
terminò la terza bottiglia di sake e la posò sul bancone con calma.-Non sai
proprio niente sui pirati, eh?-
Arissa
scrollò il capo.
-Del
sake e della buona musica fanno parte della vita di un pirata.- Disse Shanks,
guardando la bottiglia con aria assorta. Sbirciò anche il riflesso di Arissa, e
vide che tirava fuori un taccuino e una matita dalla borsa a tracolla.
-Pirati...
Amano il sake e la musica...- Arissa si appuntò tutto sul suo
bloc-notes.-Fatto.-
-MA
CHE STAI FACENDO?!- esclamò Shanks, preso in contropiede.
-Voglio
scrivere un libro sui pirati- disse lei, furbetta.-L’ho deciso stanotte, mentre
pensavo a te. Guarda. Ti ho anche disegnato- sfogliò freneticamente le pagine,
poi gli parò davanti agli occhi un disegno sbilenco.-Ti piace?-
-Fa
schifo.-
Arissa
corrugò le sopracciglia, dispiaciuta.-A me non sembrava tanto male...-
-Dai,
ho detto che fa schifo, non che non mi piace- sorrise lui.
-Grazie!-
esclamò Arissa, contenta.-Sono consapevole di non essere molto brava a
disegnare...-
-Sì,
lo vedo.- Ridacchiò Shanks.
-Adesso
dimmi... A tutti i pirati manca un braccio?- domandò lei, indicando con la
matita la spalla sinistra di Shanks.
Lui
ci si posò una mano sopra quasi automaticamente.-Mi sembrava strano che non
l’avessi ancora chiesto...Beh... diaciamo che è il prezzo che ho pagato per
aver riposto la mia fiducia in una persona.-
Ci
fu un attimo di silenzio.
-L’ho
sacrificato... Per la nuova generazione- aggiunse Shanks, sorridendo.
-E
adesso come fai a combattere?- chiese Arissa, mentre si scriveva tutto parola
per parola, utilizzando abbraviazioni comprensibili solo a lei.
-Meglio
perdere un braccio che un amico.-
Arissa
smise di scrivere e lo guardò negli occhi, dubbiosa.-Tu non sei uno “scuoiatore
di esseri innocenti”, vero?- domandò alla fine.
-Ti
assicuro che non ho mai scuoiato nessuno in vita mia.- Sentenziò Shanks.
-...Davvero...?
Io... Io ti credo. Forse. Cioè... Non
sembri cattivo.-
-Ma
non dovevi farmi delle domande sul mondo e tutta quella roba di cui mi hai
parlato?- chiese lui, lievemente imbarazzato da quello sguardo così insistente.
Arissa
sembrò cadere dalle nuvole.-Ah, sì! Ma non so da dove cominciare...-
Shanks
sorrise, e dopo aver infilato la mano all’interno della giacca ne estrasse un
pezzo di carta arrotolato.-Tieni. Questo ti chiarirà le idee.-
-Cos’è?-
domandò Arissa, mentre posava tacuino e matita sul bancone, prendeva il foglio
con cura e lo spiegava con perplessità.
Quando le apparve il disegno completo se lo portò davanti alla faccia e sbattè
le palpebre varie volte.
-Una
cartina geografica.- Spiegò Shanks, notando la sorpresa di Arissa.
-Questo...
Sarebbe il mondo?- domandò Arissa, sconcertata.
Lui
rise.-Ovvio. Altrimenti perché avrei dovuto mostrartela?-
Arissa
si posò il foglio sulle gambe e lo osservò incantata.-Davvero è così grande?-
aguzzò la vista.-Ma dov’è la mia isola?-
Shanks
allungò un dito e battè su un puntino quasi invisibile.-Proprio qui! Nel Nuovo
Mondo.-
-Ma
ci vuole la lente d’ingrandimento!- protestò lei.-Non si vede neanche!-
-Beh...
esistono città molto grandi, sai?- fece Shanks, con tutta la pazienza del
mondo.-Guarda, questa è Rogue Town... La città dell’inizio e della fine.- E la
indicò.
Lei
guardò prima la cartina, poi Shanks.-Perché la chiami città dell’inizio e della
fine?-
-Perché
è la città natale di Gol D. Roger. E anche il posto dov’è stato giustiziato.-
Affermò con una certa nostalgia nella voce.
-Era
tuo padre?- domandò Arissa.
Lui
rise.-No. Era il mio capitano! E non solo... Era anche un grande uomo.-
-Ah...
Era un pirata?-
-Il
re dei pirati- specificò Shanks.
Lei
fece un verso buffo, a metà tra uno sbuffo e un sospiro.-A me non piacciono i
pirati.-
-Io
sono un pirata.-
-Infatti
tu non mi piaci- replicò Arissa.
Shanks
ormai ci aveva fatto il callo, e risolse la faccenda con un sorriso.
Arissa
continuò a guardare la cartina, affascinata, poi mosse un dito e lo posò sopra
un’altra isola.-Cosa c’è qui?-
-Quella è Water Seven.-
-Water Seven?-
L’oste
si avvicinò lentamente con un’altra bottiglia di sake.
-L’isola
dei carpentieri più bravi del mondo.- Le spiegò Shanks, posando la mano sulla
bottiglia appena portata.-Una citta particolarmente interessante, piena di
canali...-
-Vuoi
dire che hanno il mare in mezzo alle case?- chiese Arissa, piuttosto confusa.
-Esatto.-
-Mi
piacerebbe vederla- concluse la ragazza con un velo di malinconia.
-Forse,
un giorno...- le disse il pirata. E bevve a grandi sorsi.
Arissa
non ne era tanto convinta, ma non replicò. Invece indicò un altro punto segnato
in rosso.-Qui che c’è?-
-Marineford.-
Borbottò Shanks.
Lei
lo fissò.-A te non piace questo posto?-
-Beh,
diciamo soltanto che un pirata non lo sceglierebbe per una passeggiatina.- Rise
lui.
-C’è
la Marina qui?- domandò Arissa.
Shanks
annuì.-C’è di più della Marina. Lì vicino si trova la sede del governo
mondiale... E Impel Down.-
-Impel
down?- fece eco Arissa.
-Una
prigione.-
-Capisco...
Non mi sembra del tutto fuori luogo. Se quelli della Marina catturano un pirata
devono pur metterlo da qualche parte, no? Tanto io non ci andrò mai qui.- Si vantò Arissa.
Shanks
scosse il capo sorridendo.-Dimmi un po’... Se non conosci niente del mondo
esterno... Perché ce l’hai tanto con i pirati?-
La
domanda cadde nel vuoto.
Arissa
arrotolò la cartina geografica e rimase a fissarla, stringendola tra le
dita.-Mi hanno detto che voi siete malvagi. Uccidete le persone e le
imbalsamate per portarle in giro come dei trofei. Forse sono solo pregudizi...
Tu non sei cattivo- giudicò alla fine.-Mi piace il tuo sorriso.-
Shanks
non seppe cosa dirle, quindi ripiegò su un semplice:-Tieni la cartina, almeno
potrai guardarla ogni volta che vuoi.-
-Posso?-
-Ma
certo- disse lui.-Tanto noi ne abbiamo a centinaia.-
Finalmente
il volto di Arissa si distese, e le sue labbra si aprirono in un sorriso
raggiante.-Non so come ringraziarti!-
-Inizia
a stare attenta con quel coltello che ti porti dietro, va bene?- domandò lui,
nervoso. Omise la parte del “potresti farti male” per non urtare il suo
orgoglio femminile.
Arissa
annuì, sorridendo.-E dimmi... Come mai cerchi tanto quel frutto?-
-Ah...
Il frutto Tam-Tam, dici?- domandò Shanks.
-Certo!
Ho letto qualcosa su alcuni frutti strani... c’è un libro che mio padre si
tiene molto gelosamente... Pensa che non me lo fa mai leggere.-
-Fa
parte dei Frutti del Diavolo- rispose Shanks.-Sono frutti molto preziosi, che
possono donare a chi li mangia abilità molto particolari.-
Arissa
lo ascoltò, curiosa.
-Eravamo
venuti qua a cercare quel frutto... Un tempo ne avevamo uno, ma una certa persona se l’è mangiato- sorrise.
Arissa non capiva.- I poteri di Tam-Tam sono ancora sconosciuti, ma si dice che
chi lo mangia divenga immune dalle malattie e possa guarire ogni male. Si
trasforma in un dottore... No, in un guaritore.-
-E
può curare la gente dalle malattie?- Domandò lei. Era curiosa. Anzi, la cosa le
interessava parecchio.
-Ah...
E che ne so io?- fece Shanks.
-MA...!-
tentò di protestare Arissa. Aveva lanciato il sasso e ora ammetteva con
nonchalance di non saperne niente?-Hai detto che lo cerchi! Ci sarà un
motivo... Quel foglietto...-
-Quello?
Me l’ha dato un vecchio che vive all’arcipelago Sabaody... un tale di nome Rayleigh...-
Arissa
non aveva idea né di cosa fosse un “Sabaody”, né di cosa fosse un “Rayleigh”,
quindi scosse la testa e disse:-Quindi perché lo stai cercando?-
-Te
l’ho detto. Quei frutti sono preziosi. E non solo... Quello in particolare lo
cercano molti dottori, per esaminarlo e capire se è possibile farne una medicina
per molte malattie incurabili. Anche il tipo che ha curato tuo padre lo stava
cercando.-
-Il...
Tipo? Ma non era un mozzo della TUA
nave?- domandò Arissa, mentre si ricordava di mettere la cartina nella tracolla.
Shanks
assottigliò la vista, perplesso.-Mozzo? Nave? La mia nave? Non credo proprio, ragazzina!-
-Mio
padre ha detto che una nave era approdata all’isola e che aveva un ferito grave
a bordo... Ha detto che tu hai chiesto il suo aiuto e che volevi anche un posto
dove seppellirlo... L’ha detto mio padre, dannazione!- esclamò Arissa,
sinceramente turbata.
Shanks
bevve l’ultimo sorso di sake e si preparò ad affrontare la battaglia verbale
con Arissa.-Senti, se fosse morto un mozzo della mia nave lo saprei. Io tengo
molto al mio equipaggio. È vero, sicuramente l’avrei seppellito qui se la
storia fosse vera. Ma ti assicuro che quell’uomo l’ho trovato sulla spiaggia in
fin di vita.-
Si
prese un attimo di pausa, poi proseguì.-Noi siamo arrivati qua perché cercavamo
il frutto, ma la spiaggia è rocciosa e la nave si è danneggiata. Così ci siamo
fermati per le riparazioni, e intanto i miei uomini hanno iniziato a farsi un giro per l’isola. Il
medico era sulla spiaggia, e stava tentando di curare quell’uomo da prima che
arrivassimo noi. Non sapevo che fosse tuo padre.-
-E
che ci faceva sulla spiaggia, a curare un uomo sconosciuto?!- esclamò Arissa.
-Ah,
non ne ho idea. A me ha detto che era un abitante del villaggio...-
No.
Non lo era, pensò Arissa. Se fosse morto qualcuno le chiacchiere lo avrebbero
fatto sapere in meno di mezza giornata. Così come era successo con Kakuri.
-Shanks...Tu...
Tu stai dicendo la verità?- domandò, con un groppo in gola.
Lui
si fece serio e si sporse verso di lei.-E perché dovrei mentirti?-
Si
guardarono negli occhi il tempo necessario perché Arissa si fidasse di nuovo di
lui. Sembrava che il contatto visivo fosse necessario perché quella ragazza così
diffidente gli credesse. Ogni volta che Shanks le parlava senza guardarla negli
occhi, lo aveva notato grazie all bottiglia del sake, lei andava nel panico, e
iniziava a torturare la gonna. Era come se dovesse essere sicura che l’altro la
stesse ascoltando, o che le stesse dicendo la verità.
Lei
abbassò lo sguardo e prese il taccuino.-Domani... Voglio ispezionare la
spiaggia.- Terminò, in tono tetro.
-Fai
bene. Quell’uomo non dev’essere arrivato a nuoto- disse Shanks.
-Accompagnami
Shanks.- Gli disse.-Ti prego!-
-Per
me non c’è problema. Avevo intenzione di farlo, perché ho un sospetto...-
-Davvero?!-
esclamò Arissa, raggiante.-Sei così gentile! Ti abbraccerei!-
-Tranquilla,
puoi sempre farlo co tutta calma domani mattina- rise Shanks, sapendo che si
sarebbe rimangiata tutto. Era davvero divertente quella ragazzina.
-Ma
dicevo così per dire!- protestò Arissa, avvampando.-Shanks!!!-
Però
era strano. Se l’uomo che Eichiro aveva tentato di salvare non era né un
abitante del villaggio né un membro della ciurma dei pirati... Chi diavolo era
in realtà? E che ci faceva sull’isola?
Angolino
dell’autrice
Insomma,
eccomi qui a rompere di nuovo le scatole con le mie chiacchiere inutili.
Cooomunque: intanto ringrazio chi ha dato fiducia a questa storia. Credo che
non ci sia niente da dire... almeno credo. Se avete domande, commenti e
osservazioni fatele pure, vi risponderò. Intanto apro l’angolino dell’autrice
con le risposte alle recensioni ^^
Kgm92: Ciao X3 che bello sentirti! Trovare qualcuno come
me è sempre un gran sollievo (se poi è un autore ed è fan di Ace, è ancora
meglio XD) ^^
Intanto ti
ringrazio della recensione! Eh... hai ragione a dire che se si fosse trovata
davanti Teach sarebbe stato diverso XD. Anche io, mentre scrivevo, non ho
potuto fare a meno di pensarci (quell’essere mi rabbrividire U.u, senza offesa
a chi piace)... Ma a parte questo... Il frutto è praticamente tutte e due le
cose che hai detto, ma non preoccuparti, sono io che non ho lasciato trapelare
notizie specifiche. È un po’ complicato come frutto, ma serve al mio scopo XD.
Beh, ti saluto
mirabile autrice/sorella XD. Ci sentiamo!! ^^
Akemichan:
Ah!!! Wow, che recensione professionale che hai lasciato ^^. Comunque ciao *_*,
paicere di conoscerti! Quello che hai detto è tutto vero! Infatti ho pensato
anche io che ci fossero troppi personaggi originali nel prologo, però mi
piaceva e l’ho lasciato così... Anche per questo ho pubblicato il primo
capitolo in anticipo, e sinceramente parlando, ero anche un po’ nervosa. Se non
prendo confidenza con la sezione mi sento come se fossi alle prime armi XD.
Inoltre, lo ammetto, non ho mai pensato di scrivere una ficcy di One Piece
finchè non è morto Ace... quindi è come se questa fosse la mia prima fic XD.
Comunque non ti preoccupare per dove andrà a parare la fic XD A quello ci penso
io, anzi... io credevo che fosse anche troppo facile... X3.
Ti
ringrazio per i complimenti e soprattutto per i consigli. Come hai detto tu,
devo anche adeguarmi allo stile di Oda e non rendere la fic troppo pesante...
XD In genere evito i prologhi perchè preferisco l’incipit in medias res, ma
stavolta ho cambiato scelta perché sto facendo un esperimento... comunque
grazie per tutto quello che mi hai detto ^^ e per la recensione che hai
lasciato. Beh, vedremo come andrà avanti la ficcy e se ti piacerà non potrò
altro che esserne felice! Se invece no... beh, avrò fallito nel mio intento XD.
Ah, se hai dei consigli utili, dimmi! Ho visto che sei molto brava e semmai
volessi aiutarmi nel migliorare, non potrò altro che esserne felice ^^
PS:
Il frutto mi è venuto in mente così... >.< Mi spiace... è che la scelta era tra Tam-Tam
e Cura-Cura... Um... non so... Forse
dovrei cambiare?
Ayumi_L: XD Salve!!!
Come ho detto di sopra, ci penso io a preoccuparmi di dove va a parare la
storia =D. XD Domani ricomincia la scuola anche per me... e vai con
l’accoglienza ai pargoli del primo ^^
tre 88: Ciaooo! ^^
Siamo d’accordissimo io e te. Erigiamo un comitato per la protezione di Ace!
*_*. Comunque, passando alle cose serie, ti ringrazio per la recensione e per
aver aggiunto la storia tra le seguite ^^. Mi fa piacere che ti piaccia. Alla
prossima ^^
the one winged
angel:
NUUU!!! LA NIPOTE ANCHE QUIII! SALVATEMI XD Sto scherzando ovviamente. Sei
fantastica nipote!!! Hai una pazienza infinita a leggere tutte le cavolate che
scrivo!!! Devo dirlo io W la nipote!!! A proposito, non sapevo che ti piacesse
One Piece... A saperlo ti avrei messo tra le dediche... Ma comunque don’t worry
perché ti sto preparando una sorpresa (no, non è il calendario di Genesis,
nipote. Né una pentola per fare il sugo con i suoi capelli XD) ^^. Dovrebbe
essere pronta tra due o tre settimane... dipende se Vegas e la mia testa
decidono di collaborare... Ma passiamo alla storia (sì sì, cambia argomento –
nd tutti) ! Wow... anche mia nonna è una maniaca del pulito XD. Abbiamo due
nonne maniache xd. Ma vabbè... I personaggi originali tanto non me li porterò
dietro fino alla fine. Ancora un po’ di capitoli e me ne libererò (bastarda di
un’autrice – nd personaggi), li rinchiuderò nel mio laboratorio segreto senza
cibo né acqua insieme al Sepho impazzito XD. Rimarrà solo Arissa. E poi qualche
comparsa, ogni tanto. Questo è il progetto...
Nipote, non so
che farei senza di te, il tuo sostegno è molto importante per me ^^. Comunque
ho messo nella mia pagina la nuova Ficcy, il seguito di Homless... dovrei
pubblicarla il dieci ottobre se tutto va bene *_*
Ti ringrazio
ancora per tutta la tua pazienza e per quanto mi segui e mi incoraggi!!! Io
sono commossa. Invece di farla a Tseng la dovevo fare a te, la statua ç_ç
W LA NIPOTE ^^ è
*Cartellone: Nipote For President!*