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Autore: Tico_Sarah    12/09/2010    5 recensioni
Il villaggio di Taraah ha sempre vissuto chiuso nella foresta. L’equilibrio e le abitudini degli abitanti non sono mai state interrotte se non da esigui contatti con il mondo esterno. Tuttavia, l’arrivo dei pirati e una nuova malattia che incombe sul villaggio, portata da un animale misterioso, cambieranno le cose una volta per tutte. Una persona da salvare, un viaggio azzardato e un misterioso frutto, muteranno per sempre la vita della protagonista di questa storia. E non solo la sua… Anche Taarah non sarà più la stessa. [Spoiler negli ultimi capitoli; Leggere bene la nota in fondo al capitolo per informazioni.] Mi raccomando, leggete gli avvertimenti; per il resto... buon divertimento!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2

 

Alla Scoperta Del Mondo!

 

  -Cammy! Cammy! Apri la porta! Devo raccontarti una cosa!-

  Nessuna risposta.

Arissa smise di bussare alla porta e fece il giro della casa. Le finestre erano sprangate e le imposte chiuse, come se non ci fosse nessuno, eppure non Cammy non aveva detto che sarebbe andata via.

Un rumore di passi la fece voltare.-Ah... Papà...-

Eichiro fu colto di sorpresa nel vedere la figlia lì, sbiancò e le rivolse un sorriso affettuoso.-Sei venuta a chiamare la tua amica?- domandò. Era strano. Nervoso.

-Sì... Ma non risponde nessuno.- Disse Arissa, preoccupata.-Ieri Cammy mi ha detto che suo padre sta male.-

Il dottore percorse il piccolo giardino della casa di Cammy senza distogliere gli occhi dalla figlia.-Il signor Nakashima ha un po’ di febbre- disse, nel pietoso tentativo di risuonare spensierato.

Arissa si insospettì.-Papà... Sei sicuro che vada tutto bene? Sono due giorni che non mangi. Non sarà per la storia del signor Kakuri... Insomma, anche i medici più bravi a volte commettono errori, e poi esistono delle malattie incurabile, lo sai.- Gli sorrise dolcemente.

Eichiro le accarezzò la testa con una mano.-Perché non vai a fare un giro, angelo mio? Sono sicuro che Cammy è lì dentro. Dovevo visitare suo padre e le ho detto di non togliergli gli occhi di dosso.- Le fece l’occhiolino.-Altrimenti avrebbe alzato di nuovo il gomito, e curarlo sarebbe stato piuttosto difficile.-

Arissa guardò il padre, esitante.-Posso entrare? Voglio vedere Cammy!- esclamò.

Eichiro sobbalzò.-No, tesoro. Non puoi entrare ora. Vai a farti un giro.- Ordinò. Quel tono autoritario colse di sorpresa  Arissa, che gli lanciò un’occhiata incredula.- Ci vediamo a pranzo.- Concluse lui.

La ragazza corrugò la fronte e se ne andò, offesa. Suo padre non le aveva mai parlato in quel tono. Solitamente era la madre che usava essere poco cortese e autoritaria, mentre suo padre non aveva mai imposto la sua volontà a nessuno. Perché quel cambiamento? Cosa stava succedendo al villaggio?

Ripensò automaticamente al foglio che Shanks aveva rivoluto indietro. Il frutto Tam-Tam, si ripetè mentalmente. Cos’era? E perché i pirati lo cercavano?

Percorse un vicoletto stretto e arrivò in prossimità della foresta, dove trovò Shanks. Gli si fermò davanti, a un paio di metri di distanza. Sempre meglio essere cauti.-Sei venuto.- Osservò.

Lui sorrise.-Niente bastone stamattina?-

Arissa infilò una mano nella famosa tracolla e ne estrasse un coltello da cucina che brillò in modo sinistro alla luce del sole.

-Proprio non molli...- ridacchiò Shanks.

-Devo tutelarmi, capisci?- disse.

Lui le rivolse un’occhiata divertita.-Certo che hai un bel caratterino.-

-Dove andiamo?- chiese Arissa, riponendo il coltello nella tracolla.

-Non ne ho idea, non sono mica io che ho insistito per... -  esordì Shanks.

Arissa fece un passo e si petrificò, si voltò di scatto verso di lui e lo guardò agitata.

-Va bene, va bene!- esclamò Shanks, portandosi la mano dietro la nuca.-Senti ragazzina… Non è che da queste parti esiste un posto dove si può bere del buon sake?-

Arissa gli rivolse un sorriso luminoso.

 

(...)

 

Intanto, su un’isola sconosciuta del Nuovo mondo, in un’osteria malfamata di un paese piccolo e spesso saccheggiato, un giovane dai capelli neri era inento a svuotare la dispensa del povero proprietario del locale. L’ometto, un cinquantenne basso e tarchiato, ma fiero della propria chioma bionda palesemente tinta, guardava terrorizzato il ragazzo esaurire l’ennesima porzione di cibo.

-Ma sei sicuro che non scoppierai da un momento all’altro?- gli domandò, perplesso.

Ace di tutta risposta lo guardò.

L’uomo sospirò.-Va bene, vado a prendere qualcos’altro...-

Tornò almeno due minuti dopo con un altro mucchio di piatti stracolmi di cibo.-E guarda che non ho mai incontrato nessuno come te...- s’immobilizzò. Ace aveva appoggiato la testa sul bancone e si era messo a ronfare.-... Ma come?! Si è addormentato di nuovo?!?-

 

Ci volle almeno mezz’ora perché l’oste riuscisse a portare via la montagna di piatti che aveva ammucchiato Ace, lavarli, asciugarli e metterli a posto. Aveva avuto perfino il tempo di andare a chiamare sua sorella per chiederle di rifare la spesa. Lei, una vecchia zitella che viveva da sola con il suo gatto, era stata restia ad accettare l’incarico. C’era voluto un bel po’ di tempo per convincerla che un ragazzo di appena vent’anni si era sbafato tutto il cibo della dispensa, ma alla fine aveva ceduto e si era decisa ad imboccare la via per il mercato.

Il tutto era accaduto in un’oretta.

Quando tornò, l’uomo trovò Ace appena sveglio che si strofinava il naso lanciando grossi sbadigli.

-Tu hai qualcosa che non va, ragazzo- commentò l’uomo, mentre si sistemava di nuovo dietro il bancone e faceva segno al suo sostituto di andarsene.-Sicuro di stare bene, vero?-

-Che domande. Certo.- Rispose Ace; e sbadigliò.-Comunque... Mi stava dicendo prima di quell’isola... Vorrei saperne di più.- Disse, appoggiando il gomito sul bancone e il mento sul palmo della mano.

L’oste fece mente locale, mentre con la coda nell’occhio, attraverso il riflesso su un bicchiere, sbirciava che i suoi capelli fossero in ordine.-Intendi l’isola di Taraah. Si trova a sei giorni da qui.- Disse.-In direzione Nord-Ovest.-

-Sei giorni... Direzione Nord-Ovest- si appuntò mentalmente Ace. Un altro traguardo per lui e la sua bagnarola alla ricerca di quell’uomo ignobile. Fece per alzarsi.

-Ma dove stai andando?!?- esclamò l’oste, pestando i piedi per terra.

-All’isola di Taraah.- Rispose Ace, facendo le spallucce.

-Nessuno va all’isola di Taraah!-

-Davvero? Beh, io non sono “nessuno”.- Replicò Ace, con un sorriso, mentre si aggiustava il cappello in testa.

L’oste lo contemplò per qualche istante, chiedendosi se fosse davvero stupido o soltanto pieno di sé.-Quell’isola è top-secret! No visitatori. No pirati. No naufraghi. Solo la marina ci fa un salto ogni tanto...-

Ace si fermò ad ascoltare, curioso.-Ma davvero?-

-Sì!- esclamò l’oste.-E non è solo questo. Gli abitanti non vedono i turisti di buon occhio. Vivono rinchiusi nelle loro piccole casette, con le loro piccole famiglie... E non guardarmi in quel modo!- aggiunse in risposta allo sguardo interrogativo di Ace.-C’è la foresta intorno al villaggio! Se non conosci quel posto a memoria non ne uscirai vivo!-

-Suvvia, per una foresta!- rise Ace, divertito.-Le foreste non fanno del male a nessuno!-

-Senti ragazzo... Non so chi tu sia, né perché sei venuto qua... Ma esistono posti in cui un uomo non dovrebbe mai mettere piede... Tipo Amazon Lily... E qualsiasi altra cosa che può risultare dannosa per la salute!- Disse l’oste con veemenza.

-Io non mi faccio di questi problemi, buon uomo- fece Ace, posandosi una mano su un fianco.-E soprattutto non ho intenzione di fermarmi. Quindi... Io vado!- e si avviò verso la porta con passo sicuro.

L’oste guardò la porta del locale che veniva spalancata, Ace che attraversava la soglia canticchiando e poi lasciava che si chiudesse alle sue spalle scricchiolando. Poi si ricordò del conto che Ace aveva accidentalmente dimenticato di chiedere.

-FERMO! NON PUOI ANDARTENE SENZA PAGARE!-

 

(...)

 

Altra locanda, villaggio di Taraah. Stavolta non un posto malfamato, ma una piccola costruzione squadrata, completamente verniciata di uno strano verde alga che, secondo le mille ipotesi di Arissa sul perché l’oste avesse scelto un colore a lei così orrendo, avrebbe dovuto richiamare i clienti alla calma e alla tranquillità.  Le finestrelle che si affacciavano dal secondo piano erano piccole, quadrate come il resto, mentre dal piano terra si poteva accedere all’interno attraverso una porticina di legno d’ebano. Niente balconi, né altro. Solo questa scatoletta con un’insegna appesa in bella vista.

Dentro, i tavolini rotondi erano disposti ai lati di un tappeto rosso che partendo dall’entrata attraversava tutta la stanza fino al bancone. Era proprio in quella direzione che si rivolgevano gli sguardi della gente. O almeno, di quella che non era ancora scappata.

Shanks era ben consapevole dell’effetto che aveva fatto sulle persone quando era entrato con Arissa, ma la cosa non lo sfiorava minimamente. Si era seduto al bancone, suscitando un moto di terrore nei due coniugi che gestivano il locale. Lo avevano servito, e finalmente aveva potuto bere qualcosa in santa pace.

Era praticamente sicuro che Arissa l’avrebbe riempito di domande, invece si era seduta accanto a lui, a distanza di sicurezza, e aveva cominciato a osservarlo insistentemente, muovendo la testa a destra e a sinistra. Shanks aveva faticato per strozzarsi con il sake mentre beveva, doveva ammetterlo. Il fatto era che la sua espressione concentrata e quel modo di muovere la testa le ricordavano i cani quando cercano di capire le parole dei padroni...

Finalmente Arissa parlò.-Voi pirati bevete tutti così tanto?- domandò.

Shanks terminò la terza bottiglia di sake e la posò sul bancone con calma.-Non sai proprio niente sui pirati, eh?-

Arissa scrollò il capo.

-Del sake e della buona musica fanno parte della vita di un pirata.- Disse Shanks, guardando la bottiglia con aria assorta. Sbirciò anche il riflesso di Arissa, e vide che tirava fuori un taccuino e una matita dalla borsa a tracolla.

-Pirati... Amano il sake e la musica...- Arissa si appuntò tutto sul suo bloc-notes.-Fatto.-

-MA CHE STAI FACENDO?!- esclamò Shanks, preso in contropiede.

-Voglio scrivere un libro sui pirati- disse lei, furbetta.-L’ho deciso stanotte, mentre pensavo a te. Guarda. Ti ho anche disegnato- sfogliò freneticamente le pagine, poi gli parò davanti agli occhi un disegno sbilenco.-Ti piace?-

-Fa schifo.-

Arissa corrugò le sopracciglia, dispiaciuta.-A me non sembrava tanto male...-

-Dai, ho detto che fa schifo, non che non mi piace- sorrise lui.

-Grazie!- esclamò Arissa, contenta.-Sono consapevole di non essere molto brava a disegnare...-

-Sì, lo vedo.- Ridacchiò Shanks.

-Adesso dimmi... A tutti i pirati manca un braccio?- domandò lei, indicando con la matita la spalla sinistra di Shanks.

Lui ci si posò una mano sopra quasi automaticamente.-Mi sembrava strano che non l’avessi ancora chiesto...Beh... diaciamo che è il prezzo che ho pagato per aver riposto la mia fiducia in una persona.-

Ci fu un attimo di silenzio.

-L’ho sacrificato... Per la nuova generazione- aggiunse Shanks, sorridendo.

-E adesso come fai a combattere?- chiese Arissa, mentre si scriveva tutto parola per parola, utilizzando abbraviazioni comprensibili solo a lei.

-Meglio perdere un braccio che un amico.-

Arissa smise di scrivere e lo guardò negli occhi, dubbiosa.-Tu non sei uno “scuoiatore di esseri innocenti”, vero?- domandò alla fine.

-Ti assicuro che non ho mai scuoiato nessuno in vita mia.- Sentenziò Shanks.

-...Davvero...? Io... Io ti credo. Forse. Cioè... Non sembri cattivo.-

-Ma non dovevi farmi delle domande sul mondo e tutta quella roba di cui mi hai parlato?- chiese lui, lievemente imbarazzato da quello sguardo così insistente.

Arissa sembrò cadere dalle nuvole.-Ah, sì! Ma non so da dove cominciare...-

Shanks sorrise, e dopo aver infilato la mano all’interno della giacca ne estrasse un pezzo di carta arrotolato.-Tieni. Questo ti chiarirà le idee.-

-Cos’è?- domandò Arissa, mentre posava tacuino e matita sul bancone, prendeva il foglio con cura e lo spiegava  con perplessità. Quando le apparve il disegno completo se lo portò davanti alla faccia e sbattè le palpebre varie volte.

-Una cartina geografica.- Spiegò Shanks, notando la sorpresa di Arissa.

-Questo... Sarebbe il mondo?- domandò Arissa, sconcertata.

Lui rise.-Ovvio. Altrimenti perché avrei dovuto mostrartela?-

Arissa si posò il foglio sulle gambe e lo osservò incantata.-Davvero è così grande?- aguzzò la vista.-Ma dov’è la mia isola?-

Shanks allungò un dito e battè su un puntino quasi invisibile.-Proprio qui! Nel Nuovo Mondo.-

-Ma ci vuole la lente d’ingrandimento!- protestò lei.-Non si vede neanche!-

-Beh... esistono città molto grandi, sai?- fece Shanks, con tutta la pazienza del mondo.-Guarda, questa è Rogue Town... La città dell’inizio e della fine.- E la indicò.

Lei guardò prima la cartina, poi Shanks.-Perché la chiami città dell’inizio e della fine?-

-Perché è la città natale di Gol D. Roger. E anche il posto dov’è stato giustiziato.- Affermò con una certa nostalgia nella voce.

-Era tuo padre?- domandò Arissa.

Lui rise.-No. Era il mio capitano! E non solo... Era anche un grande uomo.-

-Ah... Era un pirata?-

-Il re dei pirati- specificò Shanks.

Lei fece un verso buffo, a metà tra uno sbuffo e un sospiro.-A me non piacciono i pirati.-

-Io sono un pirata.-

-Infatti tu non mi piaci- replicò Arissa.

Shanks ormai ci aveva fatto il callo, e risolse la faccenda con un sorriso.

Arissa continuò a guardare la cartina, affascinata, poi mosse un dito e lo posò sopra un’altra isola.-Cosa c’è qui?-

-Quella è Water Seven.-

-Water Seven?-

L’oste si avvicinò lentamente con un’altra bottiglia di sake.

-L’isola dei carpentieri più bravi del mondo.- Le spiegò Shanks, posando la mano sulla bottiglia appena portata.-Una citta particolarmente interessante, piena di canali...-

-Vuoi dire che hanno il mare in mezzo alle case?- chiese Arissa, piuttosto confusa.

-Esatto.-

-Mi piacerebbe vederla- concluse la ragazza con un velo di malinconia.

-Forse, un giorno...- le disse il pirata. E bevve a grandi sorsi.

Arissa non ne era tanto convinta, ma non replicò. Invece indicò un altro punto segnato in rosso.-Qui che c’è?-

-Marineford.- Borbottò Shanks.

Lei lo fissò.-A te non piace questo posto?-

-Beh, diciamo soltanto che un pirata non lo sceglierebbe per una passeggiatina.- Rise lui.

-C’è la Marina qui?- domandò Arissa.

Shanks annuì.-C’è di più della Marina. Lì vicino si trova la sede del governo mondiale... E Impel Down.-

-Impel down?- fece eco Arissa.

-Una prigione.-

-Capisco... Non mi sembra del tutto fuori luogo. Se quelli della Marina catturano un pirata devono pur metterlo da qualche parte, no? Tanto io non ci andrò mai qui.-  Si vantò Arissa.

Shanks scosse il capo sorridendo.-Dimmi un po’... Se non conosci niente del mondo esterno... Perché ce l’hai tanto con i pirati?-

La domanda cadde nel vuoto.

Arissa arrotolò la cartina geografica e rimase a fissarla, stringendola tra le dita.-Mi hanno detto che voi siete malvagi. Uccidete le persone e le imbalsamate per portarle in giro come dei trofei. Forse sono solo pregudizi... Tu non sei cattivo- giudicò alla fine.-Mi piace il tuo sorriso.-

Shanks non seppe cosa dirle, quindi ripiegò su un semplice:-Tieni la cartina, almeno potrai guardarla ogni volta che vuoi.-

-Posso?-

-Ma certo- disse lui.-Tanto noi ne abbiamo a centinaia.-

Finalmente il volto di Arissa si distese, e le sue labbra si aprirono in un sorriso raggiante.-Non so come ringraziarti!-

-Inizia a stare attenta con quel coltello che ti porti dietro, va bene?- domandò lui, nervoso. Omise la parte del “potresti farti male” per non urtare il suo orgoglio femminile.

Arissa annuì, sorridendo.-E dimmi... Come mai cerchi tanto quel frutto?-

-Ah... Il frutto Tam-Tam, dici?- domandò Shanks.

-Certo! Ho letto qualcosa su alcuni frutti strani... c’è un libro che mio padre si tiene molto gelosamente... Pensa che non me lo fa mai leggere.-

-Fa parte dei Frutti del Diavolo- rispose Shanks.-Sono frutti molto preziosi, che possono donare a chi li mangia abilità molto particolari.-

Arissa lo ascoltò, curiosa.

-Eravamo venuti qua a cercare quel frutto... Un tempo ne avevamo uno, ma una certa persona se l’è mangiato- sorrise. Arissa non capiva.- I poteri di Tam-Tam sono ancora sconosciuti, ma si dice che chi lo mangia divenga immune dalle malattie e possa guarire ogni male. Si trasforma in un dottore... No, in un guaritore.-

-E può curare la gente dalle malattie?- Domandò lei. Era curiosa. Anzi, la cosa le interessava parecchio.

-Ah... E che ne so io?- fece Shanks.

-MA...!- tentò di protestare Arissa. Aveva lanciato il sasso e ora ammetteva con nonchalance di non saperne niente?-Hai detto che lo cerchi! Ci sarà un motivo... Quel foglietto...-

-Quello? Me l’ha dato un vecchio che vive all’arcipelago Sabaody... un tale di nome Rayleigh...-

Arissa non aveva idea né di cosa fosse un “Sabaody”, né di cosa fosse un “Rayleigh”, quindi scosse la testa e disse:-Quindi perché lo stai cercando?-

-Te l’ho detto. Quei frutti sono preziosi. E non solo... Quello in particolare lo cercano molti dottori, per esaminarlo e capire se è possibile farne una medicina per molte malattie incurabili. Anche il tipo che ha curato tuo padre lo stava cercando.-

-Il... Tipo? Ma non era un mozzo della TUA nave?- domandò Arissa, mentre si ricordava di mettere la cartina  nella tracolla.

Shanks assottigliò la vista, perplesso.-Mozzo? Nave? La mia nave? Non credo proprio, ragazzina!-

-Mio padre ha detto che una nave era approdata all’isola e che aveva un ferito grave a bordo... Ha detto che tu hai chiesto il suo aiuto e che volevi anche un posto dove seppellirlo... L’ha detto mio padre, dannazione!- esclamò Arissa, sinceramente turbata.

Shanks bevve l’ultimo sorso di sake e si preparò ad affrontare la battaglia verbale con Arissa.-Senti, se fosse morto un mozzo della mia nave lo saprei. Io tengo molto al mio equipaggio. È vero, sicuramente l’avrei seppellito qui se la storia fosse vera. Ma ti assicuro che quell’uomo l’ho trovato sulla spiaggia in fin di vita.-

Si prese un attimo di pausa, poi proseguì.-Noi siamo arrivati qua perché cercavamo il frutto, ma la spiaggia è rocciosa e la nave si è danneggiata. Così ci siamo fermati per le riparazioni, e intanto i miei uomini  hanno iniziato a farsi un giro per l’isola. Il medico era sulla spiaggia, e stava tentando di curare quell’uomo da prima che arrivassimo noi. Non sapevo che fosse tuo padre.-

-E che ci faceva sulla spiaggia, a curare un uomo sconosciuto?!- esclamò Arissa.

-Ah, non ne ho idea. A me ha detto che era un abitante del villaggio...-

No. Non lo era, pensò Arissa. Se fosse morto qualcuno le chiacchiere lo avrebbero fatto sapere in meno di mezza giornata. Così come era successo con Kakuri.

-Shanks...Tu... Tu stai dicendo la verità?- domandò, con un groppo in gola.

Lui si fece serio e si sporse verso di lei.-E perché dovrei mentirti?-

Si guardarono negli occhi il tempo necessario perché Arissa si fidasse di nuovo di lui. Sembrava che il contatto visivo fosse necessario perché quella ragazza così diffidente gli credesse. Ogni volta che Shanks le parlava senza guardarla negli occhi, lo aveva notato grazie all bottiglia del sake, lei andava nel panico, e iniziava a torturare la gonna. Era come se dovesse essere sicura che l’altro la stesse ascoltando, o che le stesse dicendo la verità.

Lei abbassò lo sguardo e prese il taccuino.-Domani... Voglio ispezionare la spiaggia.- Terminò, in tono tetro.

-Fai bene. Quell’uomo non dev’essere arrivato a nuoto- disse Shanks.

-Accompagnami Shanks.- Gli disse.-Ti prego!-

-Per me non c’è problema. Avevo intenzione di farlo, perché ho un sospetto...-

-Davvero?!- esclamò Arissa, raggiante.-Sei così gentile! Ti abbraccerei!-

-Tranquilla, puoi sempre farlo co tutta calma domani mattina- rise Shanks, sapendo che si sarebbe rimangiata tutto. Era davvero divertente quella ragazzina.

-Ma dicevo così per dire!- protestò Arissa, avvampando.-Shanks!!!-

Però era strano. Se l’uomo che Eichiro aveva tentato di salvare non era né un abitante del villaggio né un membro della ciurma dei pirati... Chi diavolo era in realtà? E che ci faceva sull’isola?

 

 

 

Angolino dell’autrice

 

Insomma, eccomi qui a rompere di nuovo le scatole con le mie chiacchiere inutili. Cooomunque: intanto ringrazio chi ha dato fiducia a questa storia. Credo che non ci sia niente da dire... almeno credo. Se avete domande, commenti e osservazioni fatele pure, vi risponderò. Intanto apro l’angolino dell’autrice con le risposte alle recensioni ^^

 

Kgm92: Ciao  X3 che bello sentirti! Trovare qualcuno come me è sempre un gran sollievo (se poi è un autore ed è fan di Ace, è ancora meglio XD) ^^

Intanto ti ringrazio della recensione! Eh... hai ragione a dire che se si fosse trovata davanti Teach sarebbe stato diverso XD. Anche io, mentre scrivevo, non ho potuto fare a meno di pensarci (quell’essere mi rabbrividire U.u, senza offesa a chi piace)... Ma a parte questo... Il frutto è praticamente tutte e due le cose che hai detto, ma non preoccuparti, sono io che non ho lasciato trapelare notizie specifiche. È un po’ complicato come frutto, ma serve al mio scopo XD.

Beh, ti saluto mirabile autrice/sorella XD. Ci sentiamo!! ^^

 

  Akemichan: Ah!!! Wow, che recensione professionale che hai lasciato ^^. Comunque ciao *_*, paicere di conoscerti! Quello che hai detto è tutto vero! Infatti ho pensato anche io che ci fossero troppi personaggi originali nel prologo, però mi piaceva e l’ho lasciato così... Anche per questo ho pubblicato il primo capitolo in anticipo, e sinceramente parlando, ero anche un po’ nervosa. Se non prendo confidenza con la sezione mi sento come se fossi alle prime armi XD. Inoltre, lo ammetto, non ho mai pensato di scrivere una ficcy di One Piece finchè non è morto Ace... quindi è come se questa fosse la mia prima fic XD. Comunque non ti preoccupare per dove andrà a parare la fic XD A quello ci penso io, anzi... io credevo che fosse anche troppo facile... X3.

Ti ringrazio per i complimenti e soprattutto per i consigli. Come hai detto tu, devo anche adeguarmi allo stile di Oda e non rendere la fic troppo pesante... XD In genere evito i prologhi perchè preferisco l’incipit in medias res, ma stavolta ho cambiato scelta perché sto facendo un esperimento... comunque grazie per tutto quello che mi hai detto ^^ e per la recensione che hai lasciato. Beh, vedremo come andrà avanti la ficcy e se ti piacerà non potrò altro che esserne felice! Se invece no... beh, avrò fallito nel mio intento XD. Ah, se hai dei consigli utili, dimmi! Ho visto che sei molto brava e semmai volessi aiutarmi nel migliorare, non potrò altro che esserne felice ^^

PS: Il frutto mi è venuto in mente così... >.<  Mi spiace... è che la scelta era tra Tam-Tam e Cura-Cura... Um...  non so... Forse dovrei cambiare?

 

Ayumi_L: XD Salve!!! Come ho detto di sopra, ci penso io a preoccuparmi di dove va a parare la storia =D. XD Domani ricomincia la scuola anche per me... e vai con l’accoglienza ai pargoli del primo ^^

 

tre 88: Ciaooo! ^^ Siamo d’accordissimo io e te. Erigiamo un comitato per la protezione di Ace! *_*. Comunque, passando alle cose serie, ti ringrazio per la recensione e per aver aggiunto la storia tra le seguite ^^. Mi fa piacere che ti piaccia. Alla prossima ^^

 

the one winged angel: NUUU!!! LA NIPOTE ANCHE QUIII! SALVATEMI XD Sto scherzando ovviamente. Sei fantastica nipote!!! Hai una pazienza infinita a leggere tutte le cavolate che scrivo!!! Devo dirlo io W la nipote!!! A proposito, non sapevo che ti piacesse One Piece... A saperlo ti avrei messo tra le dediche... Ma comunque don’t worry perché ti sto preparando una sorpresa (no, non è il calendario di Genesis, nipote. Né una pentola per fare il sugo con i suoi capelli XD) ^^. Dovrebbe essere pronta tra due o tre settimane... dipende se Vegas e la mia testa decidono di collaborare... Ma passiamo alla storia (sì sì, cambia argomento – nd tutti) ! Wow... anche mia nonna è una maniaca del pulito XD. Abbiamo due nonne maniache xd. Ma vabbè... I personaggi originali tanto non me li porterò dietro fino alla fine. Ancora un po’ di capitoli e me ne libererò (bastarda di un’autrice – nd personaggi), li rinchiuderò nel mio laboratorio segreto senza cibo né acqua insieme al Sepho impazzito XD. Rimarrà solo Arissa. E poi qualche comparsa, ogni tanto. Questo è il progetto...

Nipote, non so che farei senza di te, il tuo sostegno è molto importante per me ^^. Comunque ho messo nella mia pagina la nuova Ficcy, il seguito di Homless... dovrei pubblicarla il dieci ottobre se tutto va bene *_*

Ti ringrazio ancora per tutta la tua pazienza e per quanto mi segui e mi incoraggi!!! Io sono commossa. Invece di farla a Tseng la dovevo fare a te, la statua  ç_ç

W LA NIPOTE  ^^ è *Cartellone: Nipote For President!*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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