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Autore: Queen of Superficial    13/09/2010    5 recensioni
Due pseudogroupies incasinate con le stanze da letto che comunicano tramite un palo dei pompieri. Un non più giovane frontman di una band nel pericoloso olimpo degli dei del rock. Una ragazza innamorata di un'idea, di un artigiano di sogni inconfessabili che poco ha a che fare con l'uomo reale. Una serie di assurdità in fila per due, con la partecipazione straordinaria di ricordi rock, di band nevrasteniche, di chitarre ipnotiche, di fatti di vita non vissuta ma senz'altro vivibile. Così, senza ipocrisia, in una spirale di violente emozioni sulle note di una Manson che creano un'improbabile, tenera, storia d'amore. La storia, tirata a lucido, di qualunque di voi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sospeso
immobile
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un segno che non passa mai.


Questa volta non bussai neanche.
Feci direttamente, per così dire, irruzione nel tourbus.
Contrariamente a quanto aveva detto Dominic, Matt non dormiva. Era seduto sul tavolo ad accordare la chitarra. Una chitarra. Una delle.
Matt.”
Alzò la testa e mi guardò.
Nervosismo: non nervosismo incontrollabile, però, di quelli che ti bloccano il respiro. Piuttosto, nervosismo in pillole. Piccoli formicolii su e giù per le braccia. Tanto per fare qualcosa, mi passai una mano tra i capelli.
Tutto ok?”, chiese. Ma sapeva già che non era tutto ok.
Bliss è incinta.”
Mi lanciò uno sguardo più o meno indecifrabile.
E Dominic è il padre.”
Già.”
Uno dei vari lati sconosciuti al mondo del cantante dei Muse, era senza dubbio la chiaroveggenza.
Abortisce?”, domanda.
Qualcuno potrebbe iniziare a pensare che Bliss dovrebbe offendersi, visto che il primo pensiero di tutti alla comunicazione del lieto evento era stato l'aborto. Ma il ragionamento di chiunque fosse coinvolto in quella situazione aveva un senso logico, ed era il seguente: Bliss e Dominic vivevano in due mondi disordinati e senza senso. Non esisteva un modo per combinarli insieme sperando che ne uscisse qualcosa di stabile. E non stavano insieme. Non so neanche se gli fosse mai passato per la testa.
Bisognava indietreggiare nel tempo di un anno e qualcosa, vale a dire il momento del nostro primo, vero contatto con la band che seguivamo, adoravamo e veneravamo da anni. Ma non era ancora tempo per passeggiate nostalgiche nel viale dei ricordi.
Il punto è che Dom e Bliss erano diventati amici, così amici da dare l'impressione di conoscersi da una vita, talmente opposti da sembrare perfetti, insieme, anche se perfetti non lo erano per niente. Solo, nella loro singolare concezione di amicizia rientrava anche uno sporadico ma oggettivo, per così dire, scopare.
No.”
Matt diede un sorso a un bicchiere del quale preferii non sapere il contenuto.
Dominic vuole tenerlo.”, aggiunsi.
C'erano due metri tra noi. Abbastanza ridicolo.
Vieni qui o continui a parlarmi dall'altra parte del bus?”
Lettura del pensiero.
Feci qualche passo, e crollai sul letto davanti a lui a gambe incrociate.
Dominic è per caso impazzito?”, mi chiese, passandosi una mano su una gamba.
Può darsi, ma dovresti dirmelo tu. E' il tuo migliore amico.”
Smontò dal tavolo e venne a stendersi dietro le mie spalle.
Ho sonno.”
E dormi.”
Silenzio.
Bliss come sta?”
Vomita.”
Mi sembra magnifico.”
Assolutamente.”
E domani sera c'è il festival.”
Appunto.”
Il braccio prese a formicolarmi: mi ci vollero alcuni secondi per realizzare che era la sua mano che mi accarezzava la pelle. Saltai in piedi come un pupazzo a molla.
Devo andare a cercare una persona.”
Alzò la testa dal cuscino.
Chi?”
E' una storia lunga e avvincente, che però ti racconterò un'altra volta.”.
Mi chinai a baciarlo su una guancia, vicino alla bocca.
Troppo casino. Troppi perchè. Troppe mazurke di mezzo.
Mazurke?
Dormi un po'.”
Tieni il telefono acceso. Ti chiamo. Posso sapere almeno dove vai?”
A Londra. Ti spiace controllare che Bliss non tenti il suicidio?”
Se non sono occupato a controllare che non lo tenti Dominic.”
Allora mettile dietro Chris. O la moglie di Chris.”
Qualcosa faremo.”
Sorrisi.
Ciao Matt.”
Ero sulla porta, quando mi raggiunse di nuovo la sua voce.
Baby”, disse, “Stai attenta.”
Annuii senza voltarmi, facendo tintinnare le chiavi della macchina.

La serata a Londra era fresca e ventilata.
Le luci si riflettevano sul Tamigi come tante piccole lucciole inquiete.
Presi la via del pontile, diretta su una barca esageratamente grande e fastosamente addobbata: avrei riconosciuto quello stile tra milioni e milioni di barche addobbate.
Tutto così rosso da sembrare un bagno di sangue o una colata di lava.
Il bodyguard mi fissò condiscendente.
Posso aiutarla?”
Sorrisi, squadernando il tesserino.
Vada pure.”
Scrutai tra la gente tirata a lucido, tutta una serie di abiti lunghi e smoking, chi in nero, chi in colori improbabili, finchè la vidi: una testa rosso fuoco, i capelli raccolti in alto in una pettinatura ricercata, tenuti a bada da un fermaglio nero. Sorrisi, avanzando sul ponte.
Mi dava le spalle, in un abito blu notte che mi sembrava così strano, addosso a lei.
Parlava con qualcuno, qualcuno che probabilmente conosceva, a giudicare dal tono confidenziale che stava usando.
Vi, sta andando alla grande...”, disse lo sconosciuto, avvicinandosi al suo orecchio.
Mi apparve sul viso un sorriso sghembo.
Splinter.”, dissi.
Sussultò impercettibilmente, voltando il viso alla sua sinistra. Poi tornò a parlare, persuasa probabilmente di aver avuto un'allucinazione uditiva in diretta dal passato.
Feci qualche passo avanti.
Splinter.”, ripetei.
Si voltò.
Mi guardò.
Il tempo fece un balzo all'indietro e le voci svanirono nella nebbia.
Ria?”
Era un punto interrogativo, ma non lo era.
Splinter.”
Vivienne?”, disse qualcuno.
Dammi un minuto, Antoine.”, disse. Poi mi prese la mano, e andammo a finire in un posto lontano da quelle luci, da quei rumori, da quegli abiti eleganti.
Tutto rosso.”, commentai.
Cavallo vincente non si cambia.”, mi rispose, sorridendo imbarazzata. Gli occhi azzurri brillarono nella luce delle candele.
Sei qui per lavoro?”, mi chiese.
No. Lo sai, perchè sono qui. Domani c'è un festival.”
Ah, davvero?”
Splinter...”, risposi, insofferente.
Si aggiustò una ciocca ribelle.
Non sono più Splinter.”
Sarai sempre Splinter.”
Come va con Matt?”
Sospirai.
Matt sta bene, Chris bene, Dominic bene, sta per diventare padre.”
Ah, chi è la ragazza?”
Bliss.”
Le andò di traverso un sorso di champagne, e le tolsi il bicchiere dalle mani, cercando un fazzoletto per tamponarle la macchia sul decolletè.
Sempre imbranata come una foca.”, dissi.
Scoppiò a ridere, e poi ritornò seria: “Come Bliss?”
Eh già, Bliss.”
Una cosa voluta?”
Sono sempre stati e sempre saranno incapaci di intendere e di volere.”
Sospirò.
Ha bisogno di te.”
Mi guardò, in silenzio.
Io ho bisogno di te.”
Ria, non faccio più quella vita.”
Quella vita è l'unica vita che hai.”
Sono cresciuta.”
Non è perchè sei cresciuta. E' per Brian.”
Strinse i pugni contro il vestito. Lo aveva sempre fatto, da quando era piccola: il suo modo per gestire le conversazioni difficili.
Non sono qui per dirti cosa avresti dovuto fare, non amo le prediche. Né farle, né riceverle.”
Silenzio.
Sono passati quasi due anni.”
Lo so.”
Silenzio.
Sei consapevole del fatto che in due anni ci siamo viste sì e no una volta al mese, quando è andata bene?”
Annuì.
Non voglio riportarti indietro nel tempo.”
Silenzio.
Ma non sei andata avanti. Ti conosco.”
Speravo che la presunzione ti sarebbe passata con l'età.”
Non credo. E' una malattia terminale, sai.”
Sorridemmo.
Non ti chiedo neanche se verrai, facciamo così.”, dissi, e la baciai su una guancia.
Mi ero già allontanata, quando mi raggiunse un urlo dodecafonico. Suo, chiaramente.
Mi voltai a guardarla. I capelli le erano caduti sciolti sulle spalle.
Guardai con un sorriso il fermaglio che avevo in mano, e lo buttai con disinvoltura nelle acque scure del tamigi.
Ria!”
Sparii nelle strade buie, senza molto da fare, con in gola una bella domanda.
E adesso?

Il telefono squillò tre volte, prima che mi decidessi a rispondere.
Pronto.”
Alla buon'ora!”
Stanco. La voce abbattuta da qualche ora di prove, presumibilmente.
Matt.”, dissi.
Dove sei?”
Sul Tamigi.”
Vengo a prenderti o vieni a nuoto?”
Sorrisi.
Vengo a nuoto.”
Ok. Attenta alle balene.”
Le schiverò.”
Tentò di controllarsi. Non ci riuscì.
Dove sei stata?”
Sei una persona noiosamente prevedibile.”
E tu sei una persona fastidiosamente misteriosa.”
Ho i miei buoni motivi.”
E io ne ho, di buoni motivi per preoccuparmi?”
Sorrisi di nuovo.
No, direi di no.”
Bliss dorme con Dom.”
Bene. Tanto ormai il peggio è già successo.”
Chris è dalla moglie.”
Comprensibile.”
Attese.
E tu dove sei?”, chiesi.
All'Hilton.”
Paddington?”
Così pare.”
Ok.”
Silenzio.
Che vuol dire ok?”
Mi pare di aver letto che era un'espressione militare che starebbe a significare zero killed. Se non sbaglio.”
Ridacchiò.
Vai a dormire, dai.”, dissi.
Sospirò.
Ok.”
Silenzio.
Ok nel senso di zero killed.”, aggiunse.
Risi.
Sei meraviglioso, Matt. In un modo imperscrutabile, inspiegabile e innegabile.”
Grazie. Ora dormo più tranquillo.”
Silenzio.
Vado.”, sospirai.
Ok.”
Ciao.”
Ciao, baby.”
Attaccai il telefono e mi raccontai che ero indecisa su cosa fare. In realtà stavo già chiamando un taxi.
Entrai, dopo aver passato una ventina di secondi a cercare di aprire la porta nel senso contrario. Non ci si abitua mai a Londra.
Paddington, per favore.”, dissi.
E sapevo già di star facendo una cazzata.

Incrociai Chris nella hall dell'albergo. Mi guardò per alcuni secondi.
Ciao, Chris.”
Ciao, tesoro.”
Odiavo essere chiamata “tesoro”. Cosa che Chris faceva puntualmente.
Guardò l'orologio.
Vado a prendere un cornetto a Fiorellino.”, mi informò.
Fiorellino era la moglie. Incinta del venticinquesimo bambino, mi pare. O ventiseiesimo.
Sono le due di notte.”, lo informai.
Donne incinte.”, rispose, facendo spallucce.
Non ne parliamo, per favore.”, sospirai.
Ho saputo. Bel colpo.”
Altrochè.”
Si accese una sigaretta, e me ne offrì una.
Dov'eri?”
A un'inaugurazione.”
Ti sei divertita?”
In un certo senso. Quando siete arrivati?”
Qualche ora fa.”, disse, soffiando via il fumo della sigaretta.
Bliss e Dom hanno passato ventiquattro ore a discutere, dormire, discutere, dormire, piangere, dormire, discutere.”
Sì, immaginavo. Ce li ho presente.”
Gettai via il mozzicone con una schicchera tra medio e pollice.
Vado.”
Stanza 108.”, mi rispose.
Lo guardai.
E' la stanza di Bliss?”
Sorrise, e si avviò per la strada.
Buonanotte, tesoro.”
Lo guardai sparire nel buio.
Eh.”, esclamai. “Buonanotte.”

La porta era aperta.
Un pazzo furioso, come al solito. Prima o poi lo ammazzeranno, pensai, mentre mi sfilavo le scarpe per non fare casino.
La camera era buia e lui dormiva, supino sul letto rotondo.
Che cazzata, i letti rotondi.
Ancora vestita, mi stesi affianco a lui e gli poggiai la testa sul petto.
Odiavo quella sensazione.
La sensazione di essere a casa, al sicuro, l'idea della pace, dell'equilibrio, tutte quelle cose che lui adorava e che a me erano sempre state strette. Finchè non avevo incontrato lui. Preferivo fingere che non esistesse, la pace. Ammettere che era possibile, sentirsi felici essendo statici, avrebbe vanificato il senso di un'esistenza. Io stavo bene nel caos. Per me non c'era altro.
Lo ascoltai respirare sotto il mio orecchio, e chiusi gli occhi.
Hai chiuso la porta, baby?”
Dio, Matt.”, esclamai, a corto di fiato per il colpo.
Ridacchiò.
Matt. Preferisco Matt.”
Sei un idiota.”, sussurrai.
Mi baciò dolcemente i capelli.
Dormi.”, dissi, suonando un filino più imperativa di quello che speravo.
Devi dormire. Domani mattina hai il soundcheck.”
Lo so. Chi sei, mia madre?”
Non credo. Sei più vecchio di me. Anzi, sei vecchio e basta.”
Mi accarezzò i capelli.
Taci, ragazzina.”
Ti rompo le corde di tutte le chitarre.”, biascicai, già preda del sonno.
Lo sentì sorridere contro la mia testa.
Avevo dimenticato com'era, dormire addosso a lui, ma non ci misi molto a ricordarmelo.
Alle cinque e un quarto mi svegliai, con l'alba che si preparava a esplodere al di là delle finestre.
Mi tirai su con cautela, per non svegliarlo. Dormiva sul serio, stavolta, sembrava tranquillo e lui non dormiva mai tranquillo. Era un insonne cronico. Come me, del resto.
Guardai Londra al di là del vetro per un po'.
Bellissima, struggente e poetica. Esattamente come me la disegnavo in testa quando ero lontana da lì, e volevo solo tornare. Amavo Londra. Era stata il mio primo, vero amore.
Mi voltai quel tanto che bastò a farmi notare la mia valigia. In camera di Matt. Sbuffai. Le fatine del lieto fine, nelle persone di Dom e Bliss, erano tornate all'attacco.
La aprii e trovai la mia enorme t-shirt bianca. Sfilai il vestito e lo buttai su una poltrona, sganciai il reggiseno, afferrai la maglia e mi diressi verso il bagno, gettando un'occhiata a Matt. Aveva gli occhi aperti, e sorrideva soddisfatto. Benedettiddio.
E' da parecchio che non ti vedo così.”, disse.
Incrociai le braccia e lo fissai dritto negli occhi.
Ma sei sempre uno spettacolo niente male.”
Risi, mio malgrado. Risi coprendomi la bocca, e lanciandogli uno sguardo carico di affetto. Lo adoravo, inutile negarlo.
Dormi.”, dissi.
Di contro, il tuo vocabolario si è ridotto a una sola parola: dormi.”, constatò, sorridendomi. Poi si voltò verso la finestra, una galanteria che apprezzai abbastanza.
Tornai a letto che erano circa le sei.
In un gesto automatico quanto affettuoso – quanto fuori posto, se vogliamo essere puntigliosi – gli scostai i capelli dalla fronte, prima di stendermi affianco a lui di nuovo, e prendere a fissare il soffitto con aria assorta.
Cosa avessero i soffitti di così speciale da farmi ragionare per ore, non si sarebbe mai saputo.
Mi abbandonai così, con una mano accidentalmente sulla sua e la testa sulla sua spalla, tranquilla. Come in realtà non ero.
Non c'era niente di tranquillo, lì in mezzo. Non c'era mai stato, e non ci sarebbe stato mai.
Sono un po' agitato.”, sussurrò.
Come mai?”, gli chiesi, accarezzandogli una mano.
Non lo so. Forse per quei due cretini. Forse per te.”
Ebbi un momento di lealtà da materasso che avrei poi avuto modo di rimpiangere. Ampiamente.
Non mi ricordo più com'era.”
Cosa?”, mi chiese.
Sospirai. “Non mi ricordo più com'era fare l'amore con te.”
Affondai la testa nel suo petto, e respirai il suo odore.
Volevo fare l'amore con lui, sì. Sapevo che non dovevo.
Mi baciò la fronte, a lungo e dolcemente, intrecciando una mano alla mia.
Vuoi fare l'amore con me?”, sussurrò d'un fiato, come avesse paura di dire qualcosa di sbagliato.
No. No, Ria, no. Digli di no.
Le mie labbra erano sulle sue, senza baciarlo, solo tenendole così, labbra su labbra, una chimica sorprendentemente semplice, straordinaria.
Non fece niente.
Aspettò.
Erano passati otto mesi da quella sera.
Era sul palco, aveva appena finito di suonare Plug in Baby. Io ero giù, un po' nascosta dal pubblico e dal palco.
Puntò lo sguardo su di me, sapeva dov'ero. Uscivamo da un casino di proporzioni bibliche.
Riconobbi l'attacco della chitarra dalla prima nota.
You're so fucking special... But I'm a creep, I'm a weirdo...
Mi hanno uccisa i Radiohead una sera di maggio, e l'hanno fatto dicendomi solo la verità. Mi hanno uccisa con la sua chitarra e con la sua voce, che cantava Creep guardandomi negli occhi, con una sfumatura di dolore e il pubblico in delirio per la performance straordinaria che lui, le sue mani e le sue corde vocali stavano consegnando alla storia.
Tornai al presente, gli occhi azzurri aperti come fari dentro i miei, le mie labbra ancora lì, indecise sul da farsi.
Sospirai.
Poi mi alzai dal letto, il cuore in pezzi così piccoli da non riuscire a tenerli raggruppati tutti nel petto: mi batteva ovunque, nelle mani, nelle braccia, nella testa, nelle gambe. Un cuore disperso.
Mi guardò, lo guardai.
Tornai sul letto, franai tra le sue braccia: una frana di vent'anni, il cuore in gola e un'idea irresponsabile da tenere sotto controllo.
Mi strinse forte contro il petto, baciandomi i capelli.
Alzai la testa fino alle sue labbra, e lo baciai dolcemente, come una bambina, sulla bocca, sul viso, sugli occhi.
Mi alzò la maglia lentamente, e sentii scorrere i suoi polpastrelli sulla schiena.
Mai fidarsi delle mani di un pianista, mi aveva detto una volta qualcuno.
Il bacio smise di essere innocente, e me lo ritrovai addosso prima di rendermi conto che era imprudente, lasciarsi andare così.
Le mie mani erano tra i suoi capelli, e lui era tra le mie gambe.
Lo baciai ancora e ancora, combattendo contro il cuore. E il mio cuore era armato fino ai denti.
Fronte contro fronte, senza fiato, senza una parola da dirci.
Matt...”, sussurrai. Una debole protesta.
Ma lui capì.
Infilò la testa nell'incavo della mia spalla, e lo sentii respirare lì, respirare forte, come me, per riprendere fiato e controllo.
Sei troppo preziosa. Troppo preziosa, per perderti così.”, disse a mezza voce.
Strinsi le braccia intorno a lui, per tenerlo lì, per evitare che svanisse nel nulla, come un sogno, come un'illusione.
Cosa succede quando due persone inafferrabili si incontrano, si legano...
Cosa succede, quando due persone inafferrabili... si innamorano?

Sei in ogni parte di me
ti sento scendere
tra respiro e battito.


Di ritorno da Wembley.
Come ogni volta che vado a Londra, non ero sicura di voler tornare. Anzi, diciamo che proprio non me ne passava per il £%$$& di tornare.
Grazie di cuore alle quattro giovani e volenterose donne che hanno recensito la mia storia (S. - geniale il tuo stile, dieci e lode la tua dolcezza, grazie, Lawliet- grazie per l'entusiasmo, sento un po' la responsabilità di sto bambino, Bee – farò del mio meglio per non deluderti, e Nem – la tua recensione era perfetta, sei stata dolcissima.)
Grazie per l'entusiasmo con cui ci avete accolti, tutti quanti (me, Dom, Matt, Bliss, Ria, Chris e il bambino in cantiere.). Brian e Splinter sperano che gli vorrete altrettanto bene.
Prometto di metterci di meno ad aggiornare il capitolo tre, di smettere di fumare e di essere più buona e condiscendente nei confronti della razza umana.
Prometto anche che domani compro il succo di frutta. Vi serve qualcosa al supermercato?
Ah, e ci terrei a specificare, siccome ogni tanto me lo chiedono, che io coesisto pacificamente con Kate Hudson e relativo figliolo senza che la mia vita ne risenta particolarmente.
Grazie ancora, babes.
Queen.
   
 
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