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Autore: Dark_Blame    27/09/2010    4 recensioni
In un contesto fantasy (In cui però sono presenti anche le armi da fuoco, N.d.A.), ma senza tanta magia, mostri eccetera (almeno per ora) si narra la storia di un uomo talmente forte da essere capace, da solo, di sterminare interi eserciti. Famoso in tutto il mondo come One Man Army, appunto "L'esercito da un solo uomo", questo spadaccino giovane ma già leggendario gira per il mondo, aumentando la sua fama con le sue imprese ma allo stesso tempo sfuggendo dalle mani dei signori della guerra che vorrebbero arruolarlo e dei cacciatori di taglie che vorrebbero l'immensa somma sulla sua testa.
In questa introduzione, per caso "apparirà" in una locanda di un villaggio periferico ... sconfiggendo una banda di predoni in quella che sembra quasi una rissa da bar. Un episodio in realtà insignficante ... se non fosse che è l'inizio della nostra storia.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Licorice si guardava intorno con aria più spaesata del solito. Era in una sala enorme, con le pareti decorate da affreschi e intarsi d'oro e colorate con altri colori sgargianti in fantasie astratte. Il pavimento era coperto da un tappeto che sembrava riprendere esattamente, punto per punto, la fantasia rappresentata sul soffitto. Rombi, quadrati, linee, altre figure. Nell'insieme era uno spettacolo disorientante. La stanza era rettangolare, e da dentro sembrava davvero finta.

Era in piedi davanti a due poltrone fatte con la stessa stoffa del tappeto, probabilmente, e sovraccariche di cuscini dorati. Quella più vicina evidentemente era stata preparata per lei. L'altra, invece, ospitava il nuovo Duca Imperiale Franchen.

«Puoi sederti. Come ti chiami?»

Il suo tono di voce era seccato, o forse nervoso.

«L-licorice.»

Rispose lei, rimanendo però in piedi. Le guardie l'avevano portata lì, in maniera molto gentile in verità, ma anche lasciando intendere che non poteva certo scappare. Khan non era da nessuna parte. Controllava in continuazione le finestre, aspettando di vederlo entrare da una di esse.

«Tu non sei di qui.»

«No, infatti ...»

«Altrimenti ti saresti inchinata con gli altri, poco fa»

«Si, mi dispiace, è che non sapevo ...»

«Bene, andiamo al dunque. Conosci l'One Man Army.»

Non era una domanda. Licorice si sentì gelare. In battaglia, non avrei tempo di proteggerti, quindi te la dovresti cavare da sola. Potresti essere presa come ostaggio per arrivare a me, e io non ti salverei. La voce di Khan iniziò a risuonare nella sua testa. Davvero era successo così presto? Quasi non riusciva a crederci.

Qualcosa - tutto - nella sua espressione lasciava intendere che era vero.

Ci fu una pausa di silenzio. Franchen abbassò un attimo lo sguardo, come se stesse pensando qualcosa, poi ritornò a guardarla. Si sentiva a disagio, e alla fine si sedette, appoggiando le mani sopra la gonna nel tentativo di coprire un po' di più le gambe magre con ancora segni di botte sopra.

Il Duca la guardava come se si stesse nutrendo della sua immagine. Si portò una mano al mento, riflettendo su cosa dire. Si era tolto il cappello lasciando che i capelli neri, lunghi, lisci e lucidissimi, ricadessero sulle spalle.

«... chissà cosa ci avrà trovato, in te ...»

Sembrava più una riflessione che una frase.

«C-come?»

Licorice incominciava a chiedersi che cosa doveva aspettarsi. Khan gli aveva ucciso il padre, ma quel tipo non sembrava affatto sorpreso. Aveva pensato che l'avesse catturata per avere informazioni, e invece … se ne stava lì con quell'aria pensante e l'espressione assorta, così diversa dalla maschera di altezzosità che aveva in pubblico.

«Ti ha mai fatto del male?»

«No»

«Ti ha mai scopata?»

«N-no!»

La sua voce era salita per un attimo di tono. Perché quelle domande?

«Che volete da me?»

Il Duca sbuffò e si accasciò sulla poltrona morbida.

«Chi sei, tu, veramente?» Chiese, ignorando le sue domande come se non avesse mai parlato. «Non hai nessuna dote speciale. Sei cieca da un occhio, tanto per cominciare. Ma non solo; sei magra, piena di lividi, capelli neri e poco curati, senza nessuna particolarità, e nemmeno eccezionalmente bella. Non che lui badi alla bellezza. E non sembri nemmeno molto sveglia. Sei comune, ingenua, una ragazza qualunque. Che cosa ha trovato lui in te? Eh?


Che fai, non rispondi?»

Lei rimaneva immobile al suo posto, tremando leggermente. Avrebbe voluto rispondere a quelle parole d'insulto - comunque era abituata a sentirsi dire molto peggio - la cosa più brutta era però che molte delle cose che diceva, erano vere. Le sentiva come vere. Non poteva negare di non essere “niente di speciale”. Anni e anni di lavori umilianti, d'altronde, non le avevano dato grossa autostima. Perciò iniziò a chiedersi, seriamente, perché alla fine il Mietitore aveva accettato di portarla con sé.

«Perché non ….» disse, il Duca Imperiale « … perché non rimani in questo palazzo, invece?»

Licorice sollevò la testa e spalancò gli occhi per la domanda, ancora una volta completamente inaspettata.


­-

Camminava per il corridoio pavimentato in legno. Era cresciuto di una decina di centimetri in altezza, ora la spada quasi non toccava più il terreno mentre la portava al fianco. Il Generale diceva che era normale, per loro, crescere ad un ritmo leggermente più veloce del normale.

Le battaglie andavano bene. Solo un altro di loro era morto, ma di malattia, quindi non contava. Il sistema funzionava. Il Generale diceva che X. non era normale fin dall'inizio, e diceva anche che a loro difficilmente sarebbe capitata una fine simile.

Un rumore da dietro l'angolo, alle sue spalle. Lo ignorò.

All'improvviso, un ragazzino riccamente vestito sbucò nel corridoio urlando, con alta sopra la testa una spada corta. Khan si guardò un attimo indietro, riconobbe chi lo stava attaccando, e con noncuranza si scansò di lato. La spada del “nemico” si conficcò nel legno, lasciandolo sbilanciato in avanti. A quel punto, Khan gli diede un calcio in pieno stomaco, facendogli mollare la presa sull'arma e mandandolo a terra con un tonfo.

L'espressione del nemico cambiò un attimo per il dolore, ma rimane fissata in quello sguardo d'odio.

«Tu! Voi! Perché voi...! Siete solo plebei! Come osi attaccare ME?»

Disprezzo. Odio. Ma anche invidia. Paura di qualcosa che non si riesce a capire.

«Come … oso?»

Ripeté lentamente lui. Se non si fosse trattato del figlio del Duca Imperiale, avrebbe tagliato in due il corpo di quel ragazzino così come aveva fatto con tutti gli altri che l'avevano attaccato.

«Io non prendo ordini da te. Tu sei solo ...»

Lo guardò negli occhi. Parlare, cercare le parole, era sempre una gran noia.

«... feccia.»

Girò le spalle tornò a camminare nel corridoio, lasciando che il piccolo nobile piangesse lì da solo.

Le sue sfuriate di gelosia e il tentativo di avere l'attenzione del padre, lui, né le capiva né gli interessavano.


---


«Potresti vivere a palazzo. Nel lusso. Nell'agiatezza. Senza fare lunghe marce, o allenamenti sfiatanti. Io ho il potere, il vero potere. Potresti rimanere con me.»

Tese la mano, bianca, verso di lei, alzandosi.

«Rimani con me.»

Il Duca le si avvicinò. Non riusciva a capire niente di quello che stava dicendo. Apriva e chiudeva la bocca senza emettere suoni.

Lui cercò di metterle una di quelle mani sulle spalle - quelle mani bianche, pulite, con tanti anelli - ma lei, d'istinto, lo scacciò via. Lui allora emise una specie di imprecazione e di forza strinse uno dei suoi polsi, costringendola ad alzarsi con uno strattone.

«Resta qui! Io posso darti tutto, capisci? TUTTO!

A LUI NON IMPORTA NULLA DI TE! NON GLI IMPORTA NULLA DI NESSUNO!»

Licorice non riusciva a liberarsi, rimaneva con lo sguardo basso e gemeva. Gli sembra di essere di nuovo alla locanda, qualunque cosa dicesse il Duca, gli sembrava di sentire l'oste che la insultava. Non poteva fare altro che scuotere la testa e mormorare singhiozzando.

In uno scatto d'ira, Franchen la lasciò libera, ma nello stesso momento la colpì con un pugno nel bel mezzo dello stomaco, facendola piegare in due.

La ragazza cadde sulla poltrona stringendosi le braccia intorno al corpo per il dolore. Lui si era già girato, e se ne stava andando.

«Vattene. Esci di qui. Togliti dalla mia vista»


---

Quando si rialzò, racimolò un po' di coraggio ed uscì dalla reggia, con la paura che le guardie potessero fermarla. Invece, arrivò fuori, nella piazza principale, come se niente fosse. Era pomeriggio, doveva essere passata da parecchio tempo l'ora del pasto. Non c'era quasi nessuno in giro per i ricchi quartieri.

Da sotto l'ombra di un portico, uscì una figura familiare.

Era Khan. Licorice gli corse incontro. Lui non disse niente.

«Khan! Mi dispiace, mi dispiace tanto! Il-il Duca! ...»

«Non importa. Andiamo via.»


Si incamminò con la solita andatura verso una delle vie secondarie, senza dire nulla, più taciturno del solito e con un'espressione … si poteva dire, preoccupata?

Licorice lo stette a guardare, poi lo raggiunse di corsa, e, timidamente, si aggrappò a un lembo del suo vestito rosso, come fosse stata una bambina.


*Note e Altro*


Anche questo capitolo non era - quasi - in programma; ma probabilmente riprenderò il personaggio del Duca in seguito. Anche qui c'è uno stralcio di background di Khan, e una scena eccessivamente zuccherosa alla fine :3

Non è da me.


L'ex-Duca e suo figlio sono fatti apposta per suscitare disprezzo, è normale se vi stanno antipatici xD


Scusate se questi spazi sono sempre piccini, ma in genere quando li scrivo o è tardi, o ho una voglia matta di pubblicare il tutto, o entrambe le cose.

Due parole ai fidati recensori:


Dust: Grazie ! È confortante sapere che i due personaggi principali ti piacciano. Piano piano li svilupperò un po' meglio. Figurati per la tua storia, piano piano leggerò tutto xD

Kuroshi: A quello che ti chiedevi un po' ho risposto in questo capitolo, e molto risponderò andando avanti con la storia, se lo facessi adesso, manderei tutto all'aria. Vedrai, non disperare !

Selenite: Bhé di sicuro non ho deluso le tue aspettative con il figlio del Duca, vero? Non è questione di limiti mentali, comunque; qui mi limito a capitoli corti, ma da altre parti a volte me ne sono uscito con frasi lunghissime e periodi illeggibili xD


Qualcuno di voi si starà chiedendo perché il nome del capitolo è “Il Mietitore viene sconfitto” … cercate pure di indovinare .D Anche se le informazioni per risolvere “l'enigma” le darò in uno dei prossimi cap.

Al prossimo capitolo !

  
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