Smistamento.
Carissimo
Scorpius,
ti scriviamo
per ricordarti che aspettiamo una tua lettera di comunicazione in quanto siamo
molto in ansia riguardo la scelta del capello parlante.
Tuo padre è
convinto che sei un Serpeverde con già tanti amici alla tua altezza ed anche io
ne sono certa ma ugualmente non vi crederò appieno fino a quando non mi verrà
comunicato mediante la tua penna.
Spero in una
tua risposta
Tua Madre
Astoria.
Scorpius gettò la lettera fortemente sul
tavolo dove stavano servendo la colazione e sbuffò prendendosi la testa tra le
mani.
“Cazzo”
Il suo sibilare attirò
l’attenzione di Albus che al suo fianco si ingozzava di cibo.
Alzando lo sguardo distratto
dal suo piatto fissò l’amico “ cosa hai?” chiese a bocca piena.
“Niente” ringhiò il biondo.
“Scorpius” deglutì “ ti
conosco da poco, una settimana circa, ma credo di sapere molte cose di te. So
quindi che ora nascondi qualcosa.”
Tu non sai niente di me,pensò Scorpius guardandolo di getto ma senza rispondere.
A differenza di suo padre
Draco aveva un po’ di lucidità, la stessa lucidità che ora gli permetteva di
non perdere le staffe con il suo amico.
Sospirò.
“Allora?” chiese ancora
Albus.
“Niente” sollevò lo sguardo
puntandolo sulla lettera accartocciata di fianco a lui “ non ho niente.”
Se Albus davvero lo conosceva
come affermava avrebbe dovuto capire che mentiva … e infatti lo fece.
Con i riflessi pronti degni
del figlio di un grande cercatore, Albus, allungò la mano e prese la lettera
che il suo amico aveva precedentemente letto.
Evitando le proteste di
Scorpius iniziò a leggere avidamente tenendola lontana dalla presa del biondo.
Con fatica riuscì a leggere
il breve contenuto dalla calligrafia tonda ed elegante.
Una volta capito che oramai
non vi era nulla a che fare in quanto il Potter aveva già letto tutto, Scorpius
si lasciò andare contro la panca dove stava seduto.
Il silenzio cadde tra i due
amici.
“Quando hai intenzione di
scriverli?”chiese dopo un po’ Albus.
Scorpius non rispose.
“E’ passata più di una
settimana, Scorp. Quanto vuoi tacere?”
Abbassando lo sguardo il
giovane Malfoy tacque “ non lo so” disse poi piano.
Gli occhi del figlio del
salvatore magico scattarono verdi e iperattivi “ hai paura di loro? Di come
reagiranno?”
“No”rispose rapido Scorpius “
non ho paura di loro.”
“Di deluderli forse?”
“… Nemmeno …”
“E allora di cosa?”
Scorpius non rispose ancora e
si sfiorò lento la divisa nera che portava al busto facendo poi vagare lo
sguardo sui tavoli distanti.
Alla sua destra vi era quello
dei Tassorosso la casa dei perdenti come
la definirebbe suo padre.
Con le loro divise in rosso
erano i più timidi ma anche, sicuramente, i più pettegoli.
Poco distante di loro vi
erano i Serpeverde che lo guardavano in cagnesco, quasi con ribrezzo.
Come se fosse una vergogna
non essere seduti con loro.
Un Malfoy distante dal tavolo verde
argento è come un mago senza la sua bacchetta.
Quando lo sguardo di Scorpius
vagò più distante tra una chioma rossa il suo viso si rilassò leggermente sotto
un tiepido sorriso.
Eccola, lei.
Lei, Rose Weasley.
Con i suoi capelli ricci e
sempre crespi, le sue labbra sottili e rosse e il naso francese era
semplicemente deliziosa.
Un aspetto veramente
piacevole da avere sotto lo sguardo ma, cosa che lo incuriosiva maggiormente,
era il suo carattere: espansivo, allegro e disponibile.
“Scorpius” lo chiamò Albus
con un tocco lieve della mano “ sai ascoltare il consiglio di un amico?”
Il biondo annuì leggermente.
“Scrivi ai tuoi genitori”
Potter sorrise e gli strinse la spalla porgendogli la sua piuma e il suo
inchiostro con una pergamena nuova estratta ora dalla sua cartella “
accetteranno la cosa, vedrai.”
Lo sguardo di Scorpius si
funse con il nero della boccetta di inchiostro e la sua mano rimase ferma
all’altezza delle sue ginocchia.
Non aveva paura.
Non sapeva perché ma trovava
difficoltà ad avvertire i suoi genitori
circa il risultato dello smistamento.
Aveva sentito da qualche
parte che anche a Sirius Black fosse toccata una sorte pressoché simile e,
anche se aveva sempre ammirato quell’uomo, doveva ammettere che l’idea di
ritrovarsi nella sua situazione non lo eccitava per niente.
Lentamente allungò la mano a
prendere la boccetta di inchiostro nero per poi posarsi la pergamena pulita
sulle ginocchia.
Intrise la piuma
nell’inchiostro e rimase a guardare una goccia del liquido nero perdersi sul
bianco pallore del foglio.
Un brivido di freddo gli
attraversò la schiena quando si accorse che il momento della verità era
arrivato.
Aveva rimandato il tutto per
giorni,settimane ma ora doveva fare quel grande passo.
Sospirò e si mise all’opera
sotto lo sguardo attento e orgoglioso di Albus al suo fianco mentre
meccanicamente una mano pallida e sottile andò ad allentare il nodo della sua
cravatta rossa- oro.
Disse il cappello parlante,
la notte del suo arrivo ad Hogwarts, che il suo futuro era ancora da scrivere.
Disse il cappello parlante
che aveva ambizioni e temerarie illusioni ma che il coraggio non mancava nel
suo animo bollente.
“Porta avanti le tue scelte e non te ne pentirai. Vivi la tua vita e sarai
una pedina felice anche se sconfitta: GRIFONDORO!”
Posso chiedere pietà?
Posso?
Ok, io ci provo a parlare e sono veramente tanto sincera nel dire che : " per favore non uccidetemi"
Lo so, un Malfoy a Grifondoro è da tagliarsi le vene ma non so come diamine mi sia venuto in mente.
So solo che ho inziato con il " carissimo Scorpius" e mi sono ritrovata con la parola " grifondoro" tra le dita.
Scusate.
Sono esausta in quanto è stato un vero travaglio trovare corraggio a publicare.
Ringrazio Gaia, una ragazza fantastica che mi ha dato coraggio e sincero appoggio: ti voglio bene!
E poi ringrazio le persone che hanno messo tra i preferiti/seguiti.
Posso chiedere un favore piccino picciò?
Potete commentare?
Vi pregoooooooooooooooooo *-* Grazie tante a Hey There Delilah la quale spero di vedere ancora tra le recensitrici.
Ringrazio il tuo sostegno e la tua recensione perchè mi hanno
riempito di gioia, sono felice di aver trovato una come me che ama
questi due ragazzi.
Un bacione, Manu!