Lo so lo so lo so.
Cosa diavolo combini, Martozza?? XD
Ho lasciato incompiuta la storia precedente.. mi si è
distrutto il pc, e non mi ricordo più dove volevo arrivare
con quella storia.. appena ricorderò posterò!!
Parliamo ora di questa nuova
storiella!
Una BulmaxVegeta in tempi moderni.. un universo alternativo nero, pieno
di corruzione, droga e problemi. Su commentate
però, ci tengo ad un vostro giudizio!!! *-*
Gli opposti si attraggono? Fino a che punto? O è più giusto che uno dei due cambi totalmente carattere??
Lacrime di Cristallo.
Facciamo le Presentazioni.
"Ricordati che un amico
sarà sempre felice per te
se tu sarai felice.. l' invidia esiste nelle creature che non sanno
accettare la tua felicità"
Era
l' alba a Satan City. Il sole nasceva dietro le colline, sembrava
quasi stesse giocando a nascondino dietro queste. Un ragazzo la
osservava quasi sprezzante dal balcone della sua villa. Abitava fuori
città, in una villa che avrebbe fatto gola a qualsiasi
riccone dell'
intera terra. Aveva cinque piani, palestra, piscina, terme, bowlin..
e altre stanza noiose come sala lettura, biblioteca, studio privato.
Cuochi e domestici si davano da fare per garantire a Vegera Prince
una vita perfetta.. così come aveva voluto il padre per lui.
Sul
balcone in soli boxer Vegeta osservava quella scena, fumando una
buona sigaretta. Nuvole di fumo uscivano di colpo dalle sue labbra
strette. Era un bellissimo ragazzo, Vegeta. Fisico palestrato e
scolpito, capelli neri come la pece quanto gli occhi.. gli occhi
erano il suo punto forte. Freddi e razionari non esprimevano alcun
sentimento. Solo vuoto.
Finita
la sigaretta la lasciò cadere a terra e rientrò.
La sua stanza era
enorme, tanto grande che si potrà pensare non fosse
riempita. Al
contrario e stracolma di roba.
Una
grande scrivania copriva una parete. Computer ultimo livello, accanto
ad un televisore uscito da 24 giorni. Stereo di ultima generazione e
postazione di registrazione. Accanto alla scrivania c'erano cinque
chitarre. Elettrica, classica, acustica, elettroacustica e la sua
preferita, una elettrica dodici corde doppio manico. Questo
perchè
Vegeta era uno dei chitarristi migliori sulla piazza.
Il
resto della stanza era occupato da biliardino, piccolo tavolo da
biliardo, letto due piazze pieno di drappi sfarzosi. Era su quel
letto che ancora dormiva beata una donna. I caplli blu elettrico
erano sparsi per il cuscino, la bocca carnosa era socchiusa, immersa
in chissà quale sogno. Due seni gonfi di intravedevano sotto
il
lenzuolo.
Vegeta
ghignò. Questa era stata decisamente brava.. con quella
bocca sapeva
lavorare proprio bene.
Ma
come diavolo si chiamava? Bah non aveva importanza.
Si
avvicinò e la guardò.
-Hey.-
Disse
freddamente alzando la voce. La ragazza si svegliò e
notandolo così
vicino subito si mise seduta, spaventata.
-E' l' alba.. guarda che casino che hai fatto ieri.. tutti i vestiti per terra!! Dopo pulisci eh, mi raccomando.. mio padre ti potrebbe licenziare se non lo fai..-
Disse cinico e sgarbato. La ragazza ancora senza parlare annuì. Era una delle tante domestiche di casa Prince. Anche se per la sua bellezza era stata scelta dal ragazzo come.. concubina. Tutto questo per pagare le cure al padre..
-E
comunque.. devi finire il lavoro!-
Sempre
sprezzante Vegeta si abbassò i boxer. Iniziare una giornata
così
era la cosa migliore del mondo.
Al
centro della città una ragazza dormiva beata nel suo letto
azzurro.
La canotta bianca copriva bene il seno, una spallina era rilassata
sulla sua spalla. Era una bella ragazza, magra e alta, capelli
turchini quanto gli occhi. Bulma Brief era la figlia del proprietario
della Capsule Corporation, un uomo ricco ma magnanimo, che
solentemente faceva donazioni per orfanotrofi e case di cura nella
città. Con questo clima la ragazza, diciassettenne, era
cresciuta
buona e gentile, casta e pura. Era un pezzo di pane, la migliore
della classe, popolare e bella, ma non una poco di buono.
In
quel momento la sveglia a forma di stella iniziò a suonare.
La
ragazza aprì gli occhi.
-Yaahhw...-
emise un sostanzioso sbadiglio spegnendo la suoneria della sveglia e
si alzò. La cameretta si irradiava della luce di un sole
ormai sorto
ma ancora fresco. Era una cameretta dalle pareti bianche, tappezzate
di foto e poster, piena di pupazzi dalle più svariate
dimensione.
-Mi
ci vuole un bel bagno!-
Era
il primo giorno di scuola quello. Avrebbe iniziato il quinto quel
giorno.. era felice, avrebbe intrapreso presto la carriera della
scienza, che amava particolarmente. Infelice per lasciare i suoi
amici migliori. Si soffermò a guardare la foto grandezza
poster
davanti a lei.
Lei
era al centro, cappellino con visiera in testa e sorriso mille denti
che la illuminava. Stava sottobraccio con un ragazzo dai capelli
corvini, l' aria bonaria e amichevole. Il suo migliore amico. Accanto
a lui c'era Crilin, altro suo amico, tanto disponibile ma un po'
pelato, oltre che bassino. Accanto a lei c'era invece Lunch, una
ragazza buonissima, un pezzo di pane. Poi Yamcha che faceva smorfie
da dietro e infine Chichi, l' ultima aggiunta al gruppo, razionale e
scettica, aveva proprio un bel caratterino.
Non
vedeva l' ora di rivederli tutti. Soprattutto voleva rivedere il suo
migliore amico!
Prese
il cellulare ultimo modello dalla scrivania e iniziòa
scrivere un
messaggio, velocemente.
“Hey
pigrone sveglia!! Oggi di inizia il quinto!! Non vedo l' ora :-) :-)!
Non
fare tardi, prendo i posti migliori come al solito.
XXX
La tua Bulmina ;)”
Rilesse
il messaggio una sola volta e poi schiacciò per cercare il
numero in
rubbrica, sotto il nome di Goku.
Vegeta
era sotto la doccia. L' acqua calda gli scorreva lungo il corpo
palestrato ed insaponato, provocandogli bei brividi. La donna se
n'era andata. Lavorava da loro il pomeriggio e la notte.. beh la
notte lavorava da lui. Era brava, ci sapeva fare.. l' aveva fatto
divertire quella notte.
-Che
palle.-
Peccato
che anche se iniziata bene, la giornata non era destinata a
continuare allo stesso modo. Il padre l' aveva minacciato. L' avrebbe
cacciato di casa se non avesse finito gli studi. Dopotutto lui
avrebbe preso le redini di Vegeth, la cooperazione della quale il
padre era a capo. Aveva diciannove anni Vegeta, era stato espulso da
tutte le scuole dove era stato. Aveva avuto storie con le
professoresse e una volta anche con la preside. Quella volta con i
professori doveva starci attento. Che palle. Odiava la scuola. Almeno
ci sarebbero state ragazze a profusione. Almeno quello.
Dall'
altra parte della città, Sui monti paoz un ragazzo usciva di
casa.
Era alto e muscoloso, l' aria rilassata e bonaria. Dietro di lui
uscì
anche un vecchietto dalla barba lunga e bianca.
-Goku,
sbrigati! Se fai tardi è solo colpa tua!!-
Il
ragazzo si voltò ridacchiando.
-Eddai
vecchietto!!! Non faccio tardi, sono in tempo per l' autobus!-
-Se
tu non perdessi tempo ad ingozzarti ad ogni colazione!!- lo
rimbeccò
ancora. Goku lo salutò con un cenno e partì di
corsa.. in effetti
era un po' tardi, e la fermata distava un po' dalla sua casetta.
Son
Goku era stato ritrovato dal vecchio Muten diciotto anni prima
davanti alla porta, con un solo foglietto dove c'era scritto il nome.
Non si saepeva nulla delle sue origini ma al vecchio muten non
interessava. L' aveva lo stesso cresciuto come fosse stato un figlio.
E Goku era riconoscente all' uomo che non chiamava papà solo
per
abitudine.
Ora
era arrivato alla fermata. Goku amava l' aria di campagna, detestava
lo smog della città. Al suono dei grilli e delle cicale si
rilassava
molto di più che al suono delle macchina. Non capiva come
facesse
Bulma a sopportarlo.
Bulma.
Bulma
era la sua migliore amica da quando erano bambini. Il vecchio Muten
conosceva i propretari della Capsule Corporation e i due ragazzi
erano cresciuti insieme. Erano migliori amici da sempre, lei lo
aiutava a studiare (Son Goku non era una cima in studio) e lui la
consolava sempre, le dava sempre una mano e una presenza con la quale
andare a fare shopping.
Amava
Bulma.. la amava come fosse stata sua sorella ma ultimamente anche in
modo diverso. Era stato quell' estate al mare, quando aveva visto il
suo corpo con solo il costume addosso. Si era vergognato molto di
quei pensieri quel giorno e per tutta l' estate. Era così
bella,
così attiva.. così dannatamente eccitante.
I
pensieri del ragazzo vennero interrotti dal vibrare del telefonino.
Era stata proprio la Brief a regalarglielo.
Sorrise
vedendo che la ragazza lo pensava anche appena sveglia.
“Non
prendere i posti davanti se no ti giuro che ti disintrego!!
Ahahah..
ci vediamo tra poco, ciao bella.
XXX
ti voglio bene.”
Inviò.