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Autore: ClaireTheSnitch    01/11/2010    9 recensioni
Se ne avete abbastanza delle solite storie in cui sembra che esista soltanto James... o Lily... Ecco la fanfiction perfetta per voi! I Malandrini al loro settimo anno, e ovviamente Mocciosus, che per esigenze letterarie è ancora amico di Lily. Leggetela, se volete piangere e ridere: perché si sa, se ami i Malandrini sei pronto a tutto.
Dal cap. X
-Lily Evans, stai per scoprire il grande segreto dei Malandrini. Ciò che ci unisce. Ciò che ci rende così simili.-
Lei ghignò e sollevò un sopracciglio. -Siete tutti gay?-
Dal cap XIV
Sirius lo conosceva troppo bene per poter fare una cosa simile. Gli voleva troppo bene anche soltanto per poter fingere di non capire.
In sette anni di scuola e parecchie vacanze, aveva imparato a riconoscere le sfumature negli sguardi di James, a capire ciò di cui aveva bisogno e perché ne aveva bisogno, a sapere esattamente qual era il suo umore dopo un semplice mugugno scimmiesco, ma soprattutto aveva imparato che James non scherzava mai su sé stesso. Mai. Neppure quando si adulava spudoratamente.
[...] nessuno conosceva James come Sirius, e viceversa. Era qualcosa di bilaterale e indissolubile. Qualcosa che non accettava compromessi.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Prologo
As usually, we are there
 

James osservò i volti delle ragazze che si voltavano al suo passaggio. Era particolarmente interessante osservare il cambiamento da ‘guardate-c’è-Potter’ a ‘oh-adesso-svengo’, anche se ultimamente era diventato un po’ monotono. Meglio guardare la Evans.
Quello era il settimo anno, l’ultima occasione per poterla accalappiare: Sirius (che grande amico, ragazzi) continuava a ripetere, e ogni tanto ad abbaiare, che non ce l’avrebbe mai fatta, e questo era uno dei motivi per cui litigavano più spesso. Non che da lui ci si aspettasse molto più ottimismo: Sirius e James erano sempre stati i più ammirati della scuola, con quell’aria sbarazzina e malandrina, con quell’inesauribile stuolo di ammiratrici sempre più nutrito, con quell’aria per nulla Serpeverde che faceva impazzire anche le Tassorosso e le Corvonero. Naturale, quindi, che per una volta Sirius Black sperasse che James continuasse ad essere bidonato dall’unica ragazza che avesse mai rincorso per più di due settimane.
-James, smettila, le fai ammattire.- lo rimproverò Remus, la spilla da Prefetto che gli scintillava sulla divisa come un gioiello. Era sempre stato il più giudizioso tra i suoi amici e per questo il Preside di Hogwarts aveva deciso di nominarlo Prefetto, ma fino ad allora aveva ottenuto ben miseri risultati. Nulla poteva impedire ai Malandrini di fare ciò che volevano, e un’autorità come Remus Lupin nel loro gruppo li aveva soltanto rafforzati
-Ma è proprio quello che gli piace.- commentò Sirius, scrollando le spalle. -S’immagina che quelle siano tutte cloni della Evans. Peccato che tra loro non ce ne sia nemmeno una come lei, non è vero Ramoso?-
Sì, un’altra cosa: erano tutti Animagi.
-Taci, oggi ho intenzione di chiederle di uscire.-
-Ancora?- commentò Peter, roteando gli occhi.
-Peter ha ragione. Se davvero vuoi conquistarla, potresti anche smetterla di comportarti come uno sbruffone. Non credi che le dia fastidio un ragazzo così... pieno di sé?- borbottò Remus. Lui voleva che James ottenesse l’approvazione di Lily Evans, ma non poteva continuare a comportarsi con lei come faceva con tutte le altre. Sarebbe stato tremendo, visto che talvolta anche lui faceva fatica a sopportarlo. Oltretutto, si avvicinava la luna piena e Remus cominciava ad innervosirsi.
-Di che parli?- sbottò James, mentre un Boccino si agitava nella tasca della divisa.
Remus lo guardò con aria esasperata: doveva aver fatto quel discorso almeno un migliaio di volte, in un migliaio di situazioni diverse. -Parlo proprio di Boccini. E del fatto che ti scompigli sempre i capelli.-
-Sono il mio punto di forza.- ribatté James, entrando nel bagno dei ragazzi.
-Saranno anche il tuo punto più unto, se continui ad infilarci le mani.- Sirius ridacchiò. -Non vorrai mica diventare un seguace di Mocciosus?-
James rise. -Probabilmente la Evans mi guarderebbe di più. Sono grandi amici, quei due.-
-Spero che tu stia scherzando, amico! Somigliare a Mocciosus sarebbe una catastrofe, non so se mi spiego.- disse Remus. Si guardò allo specchio: aveva il viso più grigio del solito.
Lui non rispose e continuò a fantasticare.
-Ehi, James, ci stai ascoltando?- sbottò Sirius. Peter gli agitò le mani davanti al viso, ma non diede segnali di vita.
-Sì, vi ascolto. Parlavate di Mocciosus, vero?-
-Be’, non fissarti troppo con lui. Potrebbe accadere un disastro.- continuò Sirius. -Pensa se ti crescesse un naso come il suo. O se ti passasse la voglia di farti la doccia.-
Remus scoppiò a ridere. -Ragazzi, adesso andiamo, o faremo tardi a Trasfigurazione.-
-E la McGranitt ci costringerà ad una punizione con Gazza.- commentò Peter, scuotendo la testa sconsolato.
-Macché, sappiamo tutti che Remus ama la McGranitt. Chissà cosa farebbe per un appuntamento con lei da Madama Piediburro!- esclamò James, dopo aver scacciato il dolce viso di Lily dai suoi pensieri. Forse gli sarebbe tornata in mente più tardi, ma per il momento aveva voglia di divertirsi.
Uscirono dal bagno e si immersero di nuovo nella corrente di studenti schiamazzanti, tra cui spadroneggiava un malefico Pix, intento a cospargere chiunque di piume sudice provenienti direttamente dalla Guferia.
Raggiunsero l’aula di Trasfigurazione appena in tempo. La McGranitt non aveva ancora mostrato a tutti la sua spettacolare trasformazione in gatto e i Malandrini potevano ritenersi fortunati: chiunque fosse arrivato dopo che la coda le fosse scomparsa, poteva ritenersi in punizione per due sere di seguito. E Gazza di certo non risparmiava il lavoro duro.
Presero posto e James ammiccò alla Evans. -Buongiorno, cara.-
-Potter, finiscila.- sbottò lei, mentre i suoi meravigliosi occhi verdi si strizzavano in un’espressione di disprezzo. Alice Paciock, la sua amica di sempre, le sferrò una poderosa gomitata nelle costole, sibilando: -Oh, assecondalo! È così premuroso!-
-No, è soltanto uno scocciatore.-
-Be’, non si dimentica mai di salutarti.-
-Potrebbe anche dimenticarsene, io non mi offenderei.-
La voce della McGranitt rimbombò nell’aula: -Ragazzi, silenzio! Mi piacerebbe cominciare a spiegare!-
James, Sirius e Peter si scambiarono occhiate di sottecchi per tutta l’ora, annoiati da una lunga diserzione sugli incantesimi di evocazione, scoccando ogni tanto sguardi in tralice a Remus, che sembrava totalmente rapito dalla lezione: il suo quaderno era fitto di appunti e non si perdeva una parola. Sarebbe potuto sembrare un tipo noioso, all’apparenza, ma grazie a lui ne avevano combinate (e scampate) di grosse, soprattutto durante le notti di luna piena.
Un cervo, un cane nero, un topo frettoloso si riunivano ogni mese sotto un Platano Picchiatore sempre più agguerrito, per aiutare un ragazzo con un ‘piccolo problema peloso’.
  
   
 
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