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Autore: FairyDream    06/11/2010    19 recensioni
E’ un'epoca oscura per il mondo magico: Voldemort ha vinto, ed Harry è sopravvissuto per un pelo, ma non senza pesanti conseguenze. Il mago oscuro vuole decimare la popolazione, e per farlo sparge un morbo sconosciuto. I pochi sopravvissuti dovranno darsi da fare per trovare una cura, e allo stesso tempo trovare un modo per sconfiggere Voldemort. Ma è risaputo: Le difficoltà avvicinano tutti...perché allora non i nemici di sempre?
"Potevi morire, ti rendi conto?!M.O.R.I.R.E!!!"
"Ma non poteva saperlo Draco...."
"...A dire il vero...non sarebbe stata la prima volta,solo che ce l'avevo sempre fatta...o quasi"ammise la riccia
...
"Non farlo mai più....Ti prego..."
Direttamente dal cap. 14:
Provocazioni…
-Allora?-sbraitò Lucius.-Rimettetevi immediatamente a lavorare scansafatiche, se non volete che io prenda seri provvedimenti.-
-Tu, o il Tuo padrone?-
Domande…
-come mai i mezzosangue non si ammalano?-
-L’hai notato, eh? Sei sveglio figlio…-
Amicizia….
-Ragazzi…lo sapete che è una cosa da pazzi vero?-
-Sì Ron, ma vedi qualche alternativa?-fece seria Hermione.
-In effetti no…ma perché me lo state dicendo ora?-
-Perché tu fai parte del nostro gruppo, e devi essere il primo a saperlo…e abbiamo bisogno di saper se sei con noi.-Spiegò Harry.
-Miseriaccia…-
-Ron…-
-Certo che sono con voi.-
Scoperte…
-Zab…ti ordino di dirmi tutto ciò che sai sulla faccenda dei mezzosangue………..Ho parlato con mio padre…se sai qualcosa di più bene, se no te ne puoi anche andare.-
-Non ne so molto neanche io…So solo che…-
....
-CHE COSA????-
Dal sedicesimo capitolo:
-Mi ha baciata…-
-Cosa?-
-lui…lui mi amava.-
-lui ti ama.- la corresse Draco scocciato.
-Lui mi ama…-commentò tra se piangente la ragazza, lasciandosi scivolare lungo il muro.
-E tu…tu lo ami?- chiese infatti, non osando guardarla negli occhi.
-Io amo te - rispose lei, alzando lo sguardo su di lui.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Cap. 16:

Ciao a tutti, sono di nuovo io: Fairy Dream. Dopo due mesi abbondanti di silenzio sono tornata, implorando perdono e promettendo tempi di attesa più brevi. Chiedo nuovamente scusa, e spero che questo capitolo possa farvi ammorbidire almeno un poco nei miei confronti, anche se il titolo, in effetti non promette proprio bene XD- ( Per maggiori informazioni, visitate lo spazio autrice in fondo. Spiegherà almeno in parte il perché del mio ritardo e altro)   Un grossissimo abbraccio!!!

Cap.16: Sprofondare, nell'oscurità.  


Il corpo di Silente si illuminò all'interno di una luce abbagliante prima di cadere a terra con un tonfo: morto.
Seguì un unico istante di assoluto silenzio prima del panico.
Le urla di terrore e di orrore si levarono alte nel cielo, rendendo ancor più confusionario il rapido quanto inutile tentativo di fuga degli impuri. Ai puri servì ancora qualche secondo per riprendersi ed iniziare ad attaccare altrettanto disordinatamente.
Le ginocchia di Ron cedettero, ed il ragazzo si accasciò sulla gelida erba.
Mentre la stragrande maggioranza si disperdeva per il prato gridando, inseguita da schiantesimi e maledizioni, solo pochi rimasero immobili, lì dove si trovavano nell'istante in cui era accaduto l'impensabile.
Gli occhi di Harry Potter posavano il loro sguardo sul rigido corpo del vecchio preside di Hogwarts senza in realtà riuscire a vederlo.
Tutti i suoni esterni giungevano così ovattati da non sembrare importanti. Gli pareva di trovarsi sott'acqua, immerso così in profondità da non vedere né sentire alcunché. Intorpidito in tutti i sensi, si rendeva conto solo di non riuscire più a respirare, ma non aveva la forza di nuotare verso la superficie, troppo distante, irraggiungibile...era finita, davvero.
Hermione si sentì svenire, e per un solo secondo fu certa di aver perso i sensi, ma le urla di dolore arrivarono sempre più nitide alle sue orecchie, fino a sconvolgerla per la violenza dell'impatto, fu questo a svegliarla del tutto. Si rizzò in piedi impotente. Sentì il volto appiccicoso, rigato da lacrime ormai asciutte. La testa pulsava e girava in modo spaventoso, mentre le immagini di morte e distruzione le roteavano davanti agli occhi. "Non è possibile" sussurrò. Provo a fare un passo, ma la caviglia tremò sotto il peso e la ragazza cadde a terra. Si rialzò a fatica, mentre si rendeva sempre più conto di quanto fosse reale ciò che la circondava.
Voldemort contemplò per qualche minuto l'accaduto, soddisfatto, mentre la gente correva in ogni direzione, riempiendo l'aria di grida, inno della sua potenza. Ginny strisciò stremata ai suoi piedi, aiutandosi con le braccia, boccheggiando ad ogni movimento; i capelli spettinati,gli occhi dilatati dal dolore. Nessuno si mosse per aiutarla, e tirando le vesti del suo padrone si issò in piedi.
Il signore oscuro decise che era giunto il momento di metter fine a quella ridicola pagliacciata.
-Silenzio!-gridò in un sibilo.
Nessuno parve ascoltarlo, così iniziò ad urlare ancora più forte:-SILENZIO HO DETTO! SILENZIO SE VOLETE CHE LE VOSTRE INSULSE VITE VENGANO RISPARMIATE!-
Questa volta tutti si fermarono nell'esatto punto in cui si trovavano.
-Cos 'è tutta questa confusione?  Siete stati voi a volere ciò che è successo- sghignazzò Voldemort.- Ed ora- aggiunse con un repentino cambio di tono.- Se non volete fare la sua stessa fine tornatevene immediatamente alle vostre occupazioni!-
E nessuno osò contraddirlo, nessuno cercò di soccorrere i compagni ormai morti che giacevano immobili sull'erba appena spruzzata di bianco. Non ci furono parole, incantesimi, ribellioni. No. Perché oramai era tutto finito. Avevano perso per l'ultima volta.

 

 

 

Hermione si trascinò come un fantasma per i corridoi fino alle cucine. Non sapeva che fine avessero fatto Harry e Ron, da quando, stremati, avevano ripercorso le gelide vie del parco. Un silenzio impenetrabile era caduto sul gruppo degli impuri, che si erano disposti in modo compatto senza preoccuparsi di guardare altro che non fosse il ripido sentierino. I bambini, pur con le lacrime agli occhi, avevano zittito i loro lamenti, e con le pupille dilatate dall’orrore delle immagini a cui avevano assistito, inciampavano appena durante il cammino, per poi riprendere a camminare normalmente.

Non era giusto che avessero visto la morte e delle maledizioni senza perdono così giovani: non erano forti abbastanza, non erano maturi…

“Draco” venne da pensare alla ragazza, risvegliandola nuovamente dal torpore che era sceso ancora su di lei. Lui aveva visto tutte le cose orribili che potevano esistere al mondo anche prima di quei poveri ragazzini, e se anche l’abitudine avesse reso meno terribile il viverci accanto ogni giorno, la morte, non è una cosa che può passare così inosservata. Doveva esser stata terribile l’infanzia per il piccolo Malfoy…stava pensando a lui quando venne tirata per un braccio e sbattuta al muro. Il primo pensiero fu che Draco volesse parlarle, confortarla, consolarla…per questo rimase a bocca aperta quando si ritrovò davanti Blaise Zabini.

-Granger…-iniziò lui.

-Come sta…-Blaise la interruppe.

-Non c’è tempo per lui…va tutto bene?-

Hermione lo guardò con un’espressione incredula ed allo stesso tempo ironica. Non serviva di certo una risposta…

Il ragazzo parve capire, perché annuì.- Intendo dire…niente graffi, bruciature…-

-Nulla del genere.- fece in un sussurro la grifoncina. La voce le uscì talmente flebile, che pareva non parlasse da mesi.

-Almeno questo…Hermione…Mi…mi dispiace moltissimo. Vorrei tanto aiutarti in qualche modo, ma proprio…io…io non so come spiegarmi…se…-

Hermione gli mise due dita sulla bocca.- Ti sei fatto capire benissimo Blaise. Grazie.-

-Granger…è che…-stava per dire qualcosa, ma poi scosse la testa.- No niente-

-Devi andare da lui.- disse dopo un po’.

-Lo so…ma non credo sarà molto facile.-

-Hai ragione…-

-Devo andare Blaise.- e fece un passo per andarsene, sorridendogli appena.

-No aspetta…Volevo dirti che mi dispiace moltissimo per la Weasley…-La riccia spostò rapidamente lo sguardo, questa volta più vigile, in quello del serpeverde.-Nessuno si è mai preoccupato troppo per questo, ma so che ci stai soffrendo…se…se fosse successo a Draco…avrei fatto fatica ad accettarlo anche io, ecco…- Non doveva esser stato facile per Blaise tirar fuori tutte quelle cose, non dopo anni ed anni di allenamenti per chiudersi in se stesso, da bravo serpeverde, ma pensava davvero quello che aveva detto. Una piccola fiammella riscaldò per un istante il cuore di Hermione Granger.

-Io…grazie.- e non disse altro, perché lo abbracciò ed in quell’abbraccio fece capire tutto, anche quello che la sua bocca non aveva pronunciato.

-Vai ora Blaise…se ti scoprono sono davvero guai per te.- sospirò la ragazza, sciogliendo l’abbraccio. Prima di girare l’angolo si voltò un’ultima volta.

-Grazie…ancora.- e se ne andò.

 

I passi rapidi risuonavano per il corridoio deserto. I passi di un ragazzo col cuore infiammato di una rabbia sconfinata.

La cosa poi che lo irritava di più, era il non riuscire a darsi una spiegazione sul perché fosse così arrabbiato.

A metà strada si scontrò con un bambino del primo anno. Non si voltò neanche a guardare quanto lontano lo avesse spinto.

“Ho quello che volevo” si diceva “la mezzosangue non è fuggita, posso ancora divertirmi con lei dopotutto…”

Ciò che sentiva dentro, non aveva alcun senso: voleva che effettivamente Hermione restasse ad Hogwarts, ma allo stesso tempo non voleva che fosse in pericolo. Era stato orribile per lui vedere la luce della speranza spegnersi nei suoi occhi, quando era caduta, colpita dal tradimento della Weasley.

Ma la cosa peggiore era che per il momento non poteva fare niente.

 

-Carina la piccola Weasley…-commentò Theodore ghignando, spaparanzato sul divanetto verde della sala comune dei serpeverde.

-Carina per quanto possa esserlo una carota.- sputò acida Daphne, con espressione offesa,fingendo di guardarsi le unghie.

-Ti infastidisce che io trovi carina Ginevra per caso?-

-No…affatto.- mentì la bella bionda, alzando un po’ troppo la voce.

-Lo sai che non puoi mentirmi mia cara, dopo tutto…ti conosco meglio di chiunque altro.-

-La nostra storia è finita Nott, non avrei alcun motivo per essere gelosa di quella babbanofila…dopotutto, il signore oscuro ha scelto me.- sibilò la ragazza.

-La nostra, è stata una storia molto importante Daph, e non sarebbe finita se tu non avessi accettato la sua proposta.-Theodore era davvero molto serio in questo momento: nel suo sguardo si poteva leggere tanta passione che la giovane Greengrass dovette riabbassare lo sguardo.

-Questo non ha alcuna importanza ora.- scosse il capo fredda.

A questo punto il moro si alzò di scatto, furioso.-Daph! Tu mi ami lo vuoi capire? Noi ci amiamo! Non puoi accettare la sua proposta, devi tornare, da me!-

-Ne abbiamo già parlato Theo.- sussurrò con la voce rotta dal pianto la serpeverde.

-Cazzo Daph! Ha quarant’anni più di te! E’ più vecchio di tuo padre!- gridò lui.

-Abbassa immediatamente la voce Theo.-

-No! Io non starò zitto davanti a tutto questo! Non puoi sposarlo!-

-Beh, però è quello che sto facendo!-

-Daph, amore mio, ti prego, tirati indietro ora che sei in tempo!-

-Non potrei neanche volendolo Theo.- scosse il capo Daphne, ritrovando un po’di contegno.

-Sì che puoi!-

-Non posso e non voglio!- gridò allora la ragazza. - Il signore oscuro vuole un erede ed io glielo darò, vuole altri figli che combattano tra le sue file? Io gliene posso procurare uno nuovo all’anno. Ha scelto me capisci? Sono io la più indicata, e se il nostro padrone vuole sposarmi, io lo servirò, come ho promesso di fare il giorno del marchio.-

-E’ disgustoso Daphne, non ti rendi conto di quel che dici?-

-Ero promessa a te fin da bambina, credi che mi sarei opposta se non ti avessi amato? No ovviamente! E’ così che funziona tra noi purosangue. Il matrimonio non è quell’idiozia che celebrano i mezzosangue ed i babbanofili. L’amore non esiste Theo!-

-Anche io lo pensavo, eppure ti amo Daphne.-

-Non  importa più ormai…Theo, ma capisci l’importanza di quest’unione? La famiglia Greengrass sarà per sempre ricordata! Sarò una  delle persone più importanti di tutto il mondo magico!- sorrise estasiata la bionda.

-Mi fai schifo Daph…non puoi volerlo davvero.-

Gli occhi azzurri della ragazza si spensero:-Non importa ciò che voglio Theo…-

-Questi sono gli stupidissimi discorsi di tuo padre Daph, se…-

-Non permetterti di parlar male di mio padre Theo.-scattò in piedi la bionda.

-Io posso permettermi di…-

Il ritratto si spostò di scatto, per far entrare un biondo furioso.

-Draco…-salutò la Greengrass, senza staccare per troppo tempo gli occhi da quelli di Theodore Nott.

-Ragazzi ma che diavolo succede?- starnazzò Pansy, uscendo dalla sua stanza.

-Lo sai cos’è successo Pans, perché come al solito hai origliato tutto dalla tua bella stanzetta.- la accusò il moro

-Io non ho proprio idea di cos…-iniziò a recitare la moretta .-Oh Drachino sei qui!- esclamò al colmo della gioia saltandogli addosso. Draco la guardò con aria vagamente disgustata, e se la scollò di dosso.-Pans oggi non è giornata.- la avvisò.

-Già…quei dannati impuri hanno proprio osato troppo oggi.- commentò scocciato Theodore.

-Sì…infatti.- scosse la testa il principe delle serpi.

-Non capisco quanto aspetti il signore oscuro per farla finita  con quei batteri.- storse il naso Pansy.

-Devo andare a cambiarmi…tra poco dovremo salire in sala grande.- disse Draco, e senza aspettare risposta si defilò da quel gruppo che avrebbe disintegrato ben volentieri.

 

Quando Hermione giunse in cucina, erano praticamente tutti già lì. Il silenzio era assoluto, ad eccezione di qualche pentola che sbatacchiava nel lavandino o sui fornelli.

Harry era seduto ad un tavolino, lo sguardo vuoto puntato verso la parete. La ragazza gli si avvicinò, e lo avvolse in un muto abbraccio.

-Harry-sussurrò dopo un po’.- Mi dispiace moltissimo.-

il ragazzo non rispose subito, stringendola più forte.- Anche a me.- disse infine

Con Silente, se ne erano andati tutte le persone che avevano un legame con la sua infanzia.

-Harry…dov’è Ron?-

-Sta bene…più o meno. Per fortuna è ancora svenuto.-

Nella mente della ragazza, fece spuntino l’immagine di Harry, e di come si sfogava a suon di bacchetta dopo la morte del suo padrino, perché ora non reagiva come aveva fatto con  Cedric, con Sirius?Anche senza bacchetta, visto che era stata sequestrata al momento di rientrare nella scuola, poteva comunque sfogare la sua rabbia in qualche modo. Hermione non se la sentì di farglielo notare, solo il tempo avrebbe potuto aiutarlo ormai.

Si allontanò dall’amico, troppo amareggiata per riuscire a trovare le parole giuste.

Stava giusto per mettersi al lavoro, quando qualcosa la fece voltare. Quando finalmente si fermò, si rese conto di trovarsi accanto a Dean, e spontaneamente le sue labbra si ritrovarono a pronunciare:

-Dean…-

Il ragazzo parve non sentirla, perché continuò a scrostare un grosso pentolone.

-Dean.-ripeté più sicura, ansiosa di fargli la domanda fatidica.

-Dean!- esclamò in preda all’agitazione, vedendo che non aveva intenzione di parlarle.- Devo sapere chi…chi è…-iniziò, sentendosi mancare le parole in coda.

-Morto?- l’aiutò in un sussurrò il grifondoro.

Hermione rimase in silenzio, in chiara risposta affermativa, guardandolo con terrore ma allo stesso tempo impazienza.

-Non si capisce perché tutti lo chiedano a me…-borbottò tra sé e sé.

Ecco che qualcosa si mostrava. Ecco che lo strano comportamento della grifoncina pareva spiegarsi: anche lei si era sentita bisognosa di chiedere proprio a lui chiarimenti, ma…perché?

La riccia lo scrutò per qualche istante, in cerca di una risposta, poi l’evidenza la colse alla sprovvista. Si guardò attorno, per essere sicura di ciò che le era sembrato di vedere e trovò la conferma che cercava. Gli occhi del ragazzo, per quanto irosi e delusi, rispetto a quelli degli altri avevano una scintilla di luce, un brillio di vitalità.

-Perché? Perché non sei…-chiese Hermione cercando di capire.

-Perché devo essere forte per la sorella di Seam.-ammise l’altro.- Perché è l’ultima cosa che mi rimane, e non ho alcuna intenzione di perderla.

La grifoncina annuì, e si voltò. Dean aveva qualcosa per cui lottare, era quello ciò che tutti dovevano fare: trovare una ragione per cui battersi ancora nonostante tutto. Ecco, ora non restava altro che capire quale fosse.

-Non volevi sapere chi non ce l’ha fatta oggi?-chiese il grifondoro.

Hermione si fermò, ma non si girò.

-Francesca Tritton e Cleo Tish di tassorosso, Loreon Grenghir di corvonero e Johnathan Green, grifondoro.-

A quell’ultimo nome, Hermione si sentì mancare, e dovette appoggiarsi ad uno scaffale. Lo sguardo vuoto, appena appannato da lacrime trattenute.

Dopo parecchi istanti di immobilità, la ragazza sfrecciò nella dispensa dove si trovavano Ron e Sarah. Aveva trovato per chi doveva lottare ora. Dean riprese il suo lavoro, sospirando mentre si passava una mano sulla faccia.

 

Sarah era stesa malamente sopra degli schiacci, all’ombra di un grosso scaffale vuoto. I capelli biondi, le cadevano dolcemente sulle spalle, le labbra secche e strappate, gli occhi chiusi, ma la fronte corrucciata, come se sentisse che il fratello ora non c’era più. Sulla guancia sinistra, una lunga ferita non ancora ben cicatrizzata.

Hermione scavalcò il corpo rannicchiato di Ron, accarezzandogli appena la fronte. Il ragazzo emise un mugolio scocciato, ma continuò a dormire.

A quel punto la bella strega si accovacciò al fianco della bambina. Nello scostarle una ciocca di capelli dal viso, la vide arricciare il naso e muovere le labbra.

-Sarah!-la chiamò in un sussurro.-Sarah, rispondi…-

-A…ac…acqua…a…-

La riccia scattò in piedi e corse a prenderle da bere. Quando fu tornata nella stanzetta, illuminata solo da una finestrella sul soffitto, alzò la testolina bionda della bambina e versò pian piano, nelle labbra socchiuse, un po’ d’acqua. Il fresco liquido bagnò il giovane volto e colò nella divisa grifondoro sotto la tunica. Hermione osservò a lungo Sarah, attendendo una reazione che non arrivò: la piccola si era riaddormentata, ma questa volta di un sonno meno tormentato. Le gote leggermente rosate.

La ragazza più grande appoggiò la testa al muro e prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi per tentare di eliminare le immagini mostruose a cui aveva assistito, stringendo la mano di Ron da una parte, quella della bambina dall’altra.

 

La giornata passò in silenzio. Nessuno sentì il bisogno di parlare più di tanto.

I compiti vennero eseguiti con un’apparente calma, in modo quasi assonnato.

Il mondo scorreva insomma al rallentatore per quei ragazzi giudicati traditori del proprio sangue o peggio col sangue marcio, e mentre questo accadeva, i futuri mangiamorte affrontavano una normalissima giornata di scuola e vivevano le loro realtà senza sentirsi in alcun modo in colpa per le condizioni di quelli che erano stati per tanto tempo i loro compagni e che ora venivano considerati meno di niente. O almeno, non molti levarono un pensiero per i vecchi amici né per il buon vecchio preside deceduto.

Blaise Zabini osservava l’amico trattenere al meglio la propria rabbia, e intanto pensava con nervosismo all’incontro pomeridiano che li aspettava: la riunione dei mangiamorte.

Ormai erano praticamente adulti ed era perciò loro compito presenziare ai momenti di dibattito comune, non era la prima volta, ma si sentiva profondamente teso: di cosa volevano parlare? Cosa avrebbero deciso? Come avrebbe reagito Draco nel caso avessero dato maggiori informazioni su Quella Cosa? Perché sapeva che sarebbe arrivato il momento, e allora…

-Blaise, non dobbiamo andare?- chiese Theodore interrompendo il flusso dei suoi pensieri. Draco irrigidì la mandibola, ma rimase immobile. Solo l’amico poteva vedere come stavano realmente le cose ed immaginare la battaglia che il biondo serpeverde stava combattendo con se stesso per restare impassibile.

-Oh giusto…me ne ero dimenticato.- fece Zabini sorridendo falsamente. “Come se potessimo dimenticare una cosa del genere”.

I ragazzi si alzarono in piedi ed attesero, mani nelle tasche, l’arrivo della parte femminile del loro gruppo.

-Spero che oggi si decida di come liberarsi di quei mezzosangue.- commentò Theo dopo un po’ con uno sbuffo.

-Già…-annuì Blaise. Nessun altro parlò: Goile rimase col faccione a terra come ormai era solito a fare da mesi, Draco strinse i pugni da dentro le tesche delle braghe. Stava per scoppiare.

-Invece…-fece dopo un po’ il biondo, con voce tesa e cattiva.- A quanto pare avremo una Lady Oscura tra di noi presto…-no, era già scoppiato.

Theodore si voltò di scatto verso il principe della sua casata, bianco e con gli occhi spalancati. Dopo un nanosecondo, questi ultimi iniziarono a chiudersi fino a divenire a mala pena due fessure.-Non ho voglia di parlarne.-

-Tanto non c’è niente da dire…la decisione, mi sembra di aver capito, l’ha già presa…-continuò Draco, ghignando di soddisfazione per la piccola vendetta.

-Ma che cazzo te ne frega a te, eh?- esclamò rabbioso il moro. Blaise, prese per un polso l’amico: doveva farlo smettere, non era proprio il momento di litigare. Non appena lo toccò, poté sentire quanto fosse teso il suo braccio. Draco però non ne voleva sapere di fare la persona ragionevole.

- Ti stai scaldando un pochino troppo eh Nott?-

-Smettila!!! Sono affari miei quello che provo!-

-Oh, e che cosa provi? Amore? Odio?-continuò provocante il giovane Malfoy.

-Tu neppure sai cos’è l’amore Draco! Non l’hai mai provato né mai potrai capirlo.- I due ormai si fronteggiavano stando a pochi centimetri l’uno dall’altro.

-Oh, perché invece tu sì che sei esperto! Potresti pure insegnarmelo!-gridò disgustato e furioso Draco. Come si permetteva di fare la predica sui buoni sentimenti e sull’amore quando voleva una lunga agonia per i mezzosangue? Era disgustoso, non c’era altro termine. Anche lui l’aveva pensata così una volta, ma ora sentire un ragazzotto deficiente definirsi con tanta sicurezza una persona che sa cosa significa “amore” ma che vuole disintegrare un altro essere umano come lui era davvero troppo. Blaise avrebbe detto che era maturato, lui sapeva che qualcuno gli aveva aperto a forza gli occhi, non ci sarebbe mai arrivato da solo, e voleva quella persona lì, accanto a lui: Voleva Hermione, la voleva subito, pronta per lui, per amarlo.

-Basta ragazzi, ora mi state davvero stancando…-stava dicendo Zabini, ma nessuno lo ascoltava.

Gli occhi di Thodore erano ancora furiosi quando rifletterono un luccichio proveniente da quelli di Draco. La cosa lo stupì tanto, che la sua espressione mutò, diventando scioccata, meditabonda.

-Chi è che ami Draco?- chiese.

Il biondo deglutì e strinse i denti. Blaise rimase di sasso ed iniziò a chiedersi a quale santo fosse meglio rivolgere una preghiera.

-Nessuno.- sputò secco Malfoy dopo solo un attimo di esitazione.

-Non mentirmi.- fece serio l’altro.

-Non ho alcun bisogno di mentirti. Ti ho già risposto.- pronunciò il serpeverde.

-Io non…-

Il discorso fu interrotto dal rumoroso chiacchiericcio delle ragazze, che smisero non appena videro i volti tesi dei loro compagni.

-Tutto bene?-chiese Daphne, trattenendo Pansy dal gettarsi tra le braccia del suo principe.

-Tutto a posto.- si affrettò a dire il biondo.- Andiamo. Vi abbiamo aspettato abbastanza. Se arriviamo tardi guai a voi.- chiarì iniziando a dirigersi fuori dalla porta. Theodore lo osservò stranito, trapassandolo con un’occhiata, poi si incamminò a sua volta dietro gli altri, in silenzio.

 

Le porte si aprirono per far entrare il gruppetto nella stanza. L’aula era mal illuminata e la poca luce filtrava attraverso uno spesso tendaggio polveroso. I ragazzi presero posto attorno al tavolo ovale senza degnare nessuno di un saluto. In penombra, a capotavola, sedeva Voldemort ed ai suoi due lati Lucius Malfoy e McNair, i suoi due più fidati compagni. Accanto a loro, Severus Piton,  uno dei più preziosi elementi dell’oscuro esercito, anche se ancora in periodo di prova, dopo esser stato per troppo tempo al fianco di Silente. La sua espressione era imperscrutabile. Non un fremito, non un’emozione sfiorava il suo volto.

Nel più completo silenzio, si attesero gli ultimi membri del consiglio ed i neomangiamorte ritardatari, ma poi, indipendentemente da chi fosse fuori e chi dentro, le porte vennero sigillate, e si poté iniziare la riunione.

-Viene aperto il tredicesimo concilio dal momento del regime.- Annunciò McNair alzandosi dalla sua postazione e tenendo in mano il verbale.

Quando McNair si fu riseduto, il signore oscuro prese parola:

-Siamo qui riuniti oggi, miei cari confratelli, per discutere in primo luogo di un avvenimento speciale che si è consumato a pochi passi da qui: la morte definitiva di Albus Silente.-

I bisbigli iniziarono a fioccare attorno a tutta la tavolata, ma si spensero quasi subito.

-Come avete potuto vedere coi vostri occhi, il vostro ex preside è stato sconfitto ed ucciso, e questo è un fatto non indifferente, perché da oggi in poi, inizia autenticamente il nostro mondo.- riprese il tiranno con tono compiaciuto.- A combatterci sono rimasti pochi disperati, rimasugli di un’epoca ormai passata: nient’altro che resti marci di quella società che abbiamo sconfitto, Rifiuti.-chiarì a voce più alta.- rifiuti che dovremo soltanto far evanescere quando ne incontreremo uno lungo il nostro cammino.-

Un forte applauso accompagnò quest’ultima deposizione.

-Ma se abbiamo vinto, perché avete indetto questa riunione speciale?-chiese una ragazza alzando la mano per prendere parola.

-Priscilla!-la rimproverò a bassa voce la madre con cipiglio severo.

-No Sarmina, lasciala parlare. Sono proprio i giovani i protagonisti di questa prima parte della riunione.- la calmò ghignante il Lord Oscuro. -Do a te la parola Lucius.-

Il signor Malfoy annuì, e si alzò con aria importante.- Oggi verranno eletti i maggiori esponenti della nuova generazione di mangiamorte, quelli che in futuro avranno l’onore di discutere nell’assemblea massima, nella futura rocca Voldemort, ora in costruzione.-

-Vuole dire che avremo una nuova base in futuro? Non resterete qui a scuola?-chiese un ragazzo dal fondo.

-Esattamente.-annuì Voldemort. - Questa vecchia scuola non è adatta ad ospitare mangiamorte maturi come me ed i miei più fedeli.-

-E’ per questo che è così importante discutere oggi, per capire la disposizione delle stanze che verranno date ai nuovi senatori del nostro potere.- si affrettò a spiegare Lucius, ansioso di riprendere la parola.

Draco guardò suo padre con malcelato disgusto. Era un essere così viscido, così insignificante, pronto a strisciare ai piedi del più forte e a mettersi in mostra in tutte le maniere.

-La lista dei candidati Severus.- pretese Voldemort.

Piton si alzò senza troppe cerimonie, srotolò la pergamena ed iniziò a leggere.

-Leggerò ora la lista degli otto senatori maggiori. Gli eletti sono stati scelti per i loro risultati scolastici e la loro fedeltà, per la loro genealogia e per l’importanza della loro casata: Draco Malfoy, figlio di Lucius e Narcissa Malfoy, importante esponente per ogni campo considerato.-

Tutti gli occhi si spostarono sul giovane Malfoy, che, per nulla intimidito o in imbarazzo, annuì in direzione del suo signore con aria fiera. Voldemort annuì a sua volta, compiaciuto, mentre Lucius gonfiava il petto orgoglioso.

- Loretta McNair, figlia dei conti McNair, ottimi risultati scolastici e discendente dall’antica casata McGrotth. Pansy Parkison,figlia dei Marchesi Parkinson. Blaise Zabini, dell’antica famiglia Zabini, noto tra i professori per la sua grande arguzia, Theodore Nott, dei Notthurn Hail, Rosmertha Pittherhat, figlia dei baroni Ludovico e Samuela Pittherhat, Gregory Goile, e Daphne GreenGrass.-concluse Piton.- Daphne Greengrass ci farà inoltre sapere qual è stata la sua decisione definitiva riguardo la proposta che ha ricevuto.- aggiunse l’ex professore di pozioni alzando appena gli occhi dal foglio.

La bionda si inumidì le labbra con la lingua, nascondendo l’agitazione. Prima di alzarsi, la giovane Greengrass lanciò un’occhiata ai suoi e a Theodore, in cerca di una risposta, gli occhi di tutti e tre però, la mettevano alla prova contando su una risposta certa.

Daphne si passò una mano tra i capelli, esitando a parlare, anche se sapeva già cosa aveva deciso. Attese che il servitore presente nella stanza portasse la scatolina contenente il dono di fidanzamento e gliela aprisse. La ragazza prese un profondo e silenzioso sospiro mentre guardava la collana col grande ciondolo ovale di diamante blu che aveva già visto più volte da quando le avevano chiesto di sposarsi. –Accetto con enorme piacere la proposta. Sono onorata di poter diventare sua moglie mio signore.- pronunciò guardando a terra.

Il servitore iniziò a legarle la catenina al collo, mentre il signore oscuro si alzava per raggiungerla.

-Continui ad affermare di essere ancora vergine e di non esserti mai unita con alcun altro uomo?-chiese McNair per seguire la prassi.

-Se avrai giurato il falso, la pena sarà la morte.- aggiunse Lucius Malfoy, completando la formula.

-Lo giuro.- affermò Daphne sincera.

“ E’ per questo che non ha mai voluto…” iniziò a pensare scioccato Theodore, furioso ma senza poter far nulla.

Voldemort ormai era arrivato a fianco della ragazza. Le sollevò il mento e la guardò con aria vittoriosa.-Daphne Greengrass, sei ufficialmente la mia futura sposa.- esclamò con un verso quasi animalesco, mentre si avventava sulle sue labbra rosse.

La stanza si riempì di ululati di apprezzamento, a cui ben pochi non unirono la propria voce. Tra questi sicuramente Theodore Nott e Bellatrix, che rossa di rabbia sembrava lanciar fulmini dagli occhi. Draco avrebbe potuto giurare di aver visto scorrere una lacrima sul volto incavato della zia. Era stata la donna del signore oscuro per molto tempo, ma nulla più che un’amante.

-Questa sera.- sussurrò Voldemort all’orecchio della giovane fidanzata.- Ti farò mia in modo anche pratico.- ghignò.

Daphne capì all’istante cosa intendesse, ma per quanto spaventata dall’idea, non emise neppure un sussurro. Lanciò un’unica occhiata al ragazzo che aveva amato così a lungo, poi distolse lo sguardo da quegli occhi delusi ed accusatori.

La riunione si concluse con la consegna di istruzioni ai futuri sommi sacerdoti e la comunicazione della data prevista per le nozze: l’ormai vicino venticinque dicembre. In questo modo affermò il signore oscuro, questo giorno sarebbe stato ricordato come quello del suo matrimonio, e non come quello della nascita di una stupida divinità babbana: da troppo tempo infatti, a suo parere, i culti di quelle creature inutili erano condivisi col mondo dei maghi.

-La riunione per i neo assunti è terminata. Potete andarvene. In quanto agli adulti, beh, per noi è appena cominciata.- fece il tiranno di Hogwarts, stringendo possessivamente la fidanzata.- Sta sera in camera mia tesoro.- disse strascicando le parole, senza preoccuparsi di parlare a voce più bassa.

Daphne annuì seria, poi si precipitò fuori dalla stanza, seguita dal suo gruppo di amiche ansiose di ascoltare i particolari e di consolarla dalle sue preoccupazioni, i ragazzi le seguirono pochi secondi dopo, e la maggior parte attorniò un iroso Theodore Nott, informandosi sghignazzando su come il suo grande amore, come l’aveva definita più volte, lo avesse mollato.

Draco, sembrava spossato, come se un problema lo assillasse da troppo tempo, ed in fin dei conti era proprio così; stava uscendo con Blaise, quando l’amico venne richiamato dal padre, un uomo alquanto grasso e dalla bottiglia facile. I servi avevano appena iniziato a servire gli alcolici ma quello aveva il naso già rosso e la voce impastata di chi è ubriaco,e sedeva singhiozzando di tanto in tanto; sul tavolo tre bottiglie vuote.

-BlaBlaise…-lo richiamò gesticolando e barcollando.-Viè…vieni un po’ qua.-

Il ragazzo sospirò, chiedendosi come un individuo come suo padre potesse stare tra le file dei mangiamorte…forse non era sempre stato così, ma da quando era morta sua moglie, dando alla luce Blaise, non aveva mai smesso di essere ubriaco a tutte le ore del giorno. Ubriaco e violento.

-Va avanti Dray, io ti raggiungo al più presto.-

Il biondo annuì con aria vagamente strafottente, tirando fuori dalla tasca delle braghe una sigaretta e cercando nell’altra un accendino.

-Mi avete chiamato, padre?- chiese il moro non appena si fu avvicinato al genitore, storcendo il naso per la puzza d’alcol.

-Certo che ti ho chiamà…chiamato, razza di cretìhic…no.-

-In cosa dovrei esserle utile signore padre?- sbuffò Zabini junior.

-Devi portare in guferia questo pacco e ritirare quello che arriva.- spiegò con un rutto.- Eee non guardarmi cosssì, schaì?-

-D’accordo padre…il pacco glielo devo portare subito?-

-All’istante hic!-gridò Zabini senior.

-Ok…vado e torno.- annuì il moro uscendo di tutta fretta dall’aula.

“all’istante” borbottò scocciato.

 

La pentola fischiò, ed Hermione si tappò le orecchie con una smorfia. Le sembrava di essersi risvegliata  con una sbornia, anche se non ne aveva mai provata una sul serio. Sembrava impossibile, eppure non era ancora neppure passata una giornata dalla morte di Silente. A lei sembravano ormai anni.

- Vai un po’ a riposarti.- le sussurrò una voce che ben conosceva alle sue spalle.

-Harry.-esclamò stupita, voltandosi di scatto.-Stai…-

-Sto meglio.-mentì piatto lui.- và a riposare.- ripetè.-presto Ron si sveglierà…avrà bisogno di entrambi.-

Hermione annuì.-Sì, ma sto bene…posso…posso farcela.-

-Non dire stupidate Herm!-esclamò lui.- Non puoi farcela in queste condizioni. Ron dovrà essere consolato, sostenuto, ma non potrai farlo se sarai la prima a cadere.

-E tu?-sospirò la ragazza.

-Ed io mi sono già reso inutile abbastanza. Devo reagire. Lascia stare quella pentola e và a nanna Herm, ti sveglierò io se ce ne sarà bisogno.-

- Ok…-annuì nuovamente la grifondoro.- Grazie Harry.- e detto questo gli scoccò un bacio sulla guancia, e lo abbracciò stretto.

-Ti voglio bene Harry.-

-Anche io.- sussurrò lui.

 

Quando raggiunse la guferia, il ragazzo dovette attendere venti minuti buoni prima di poter finalmente vedere una macchiolina marrone stagliarsi all’orizzonte. Ad un esame più approfondito, si poteva notare che la macchia era un barbagianni bruno con una grande busta tra gli artigli.

Blaise aspettò paziente che la creatura arrivasse e si posasse sul suo trespolo prima di avvicinarsi per slegargli la cartella dalla zampa.

-Ecco…solo un secondo…-fece il moro cercando di essere il più delicato possibile con quel grande pennuto che non pareva apprezzare molto che qualcuno lo toccasse.

-Hai!-esclamò quando il gufo gli beccò la mano.- Brutto schifo di volatile! Giuro che se osi mordermi ti ritroverai senza neppure una piuma.- lo avvisò quasi divertito.

-Lo sai? Se tu non avessi già un nome come è probabile che sia, ti chiamerei Draco…eh, so che non puoi capire…-ridacchiò il serpeverde dandogli un bocconcino di carne ed una grattatina sulla testa.

Il gufo emise un verso di apprezzamento, e si mosse per ricevere una carezza lungo tutta la schiena.

-Il cielo non promette nulla di buono.- commentò Blaise con uno sbuffo alzando la testa verso il cielo plumbeo.

-Chissà cosa c’è in questa busta…-si chiese osservando attentamente la carta gialla con su scritto Top-secret.-Immagino non sia nulla di piacevole.- concluse prendendo un profondo respiro, prima di rientrare e dirigersi a passo rapido verso l’aula riunioni.

-…Ed è quindi fondamentale muoversi al più presto in questa direzione!- stava esponendo qualcuno quando Blaise entrò.

-Non sono d’accordo con lei signor Bullstrott, no, non sono affatto d’accordo.- commentò qualcun altro.

Severus tossicchiò per farli accorgere della presenza del ragazzo.

La sala si zittì, e tutti si voltarono verso il giovane Zabini, che si sentì davvero in imbarazzo.

-Muoviti ragazzo!- gli ordinò Zabini senior.- Porta la busta al nostro signore.

Il giovane annuì, e mentre si avvicinava, riprese la discussione.

-Non capisco perché abbiamo aspettato tanto: abbiamo visto oggi stesso i risultati di aver atteso. Hanno organizzato una ribellione con gli altri traditori del proprio sangue.- accusò Narcissa.

-Vi prego di calmarvi signori…-sbuffò annoiato Voldemort.-Abbiamo atteso, è vero, ma è stato necessario per la costruzione dei campi…bravo ragazzo…- affermò strappando la busta dalle mani di Blaise.

-Dicevo…-fece iniziando a strappare la carta. -Ecco le piante delle strutture, ora ve le passerò.-

-Scusatemi vostro onore, ma non capisco la necessità di deportarli quando potremmo ucciderli e basta.- disse una voce dal fondo.

-Il fatto, Mc Gregory, è che ci sono ancora troppi ribelli, deve restare tutto un segreto, e oltretutto non vedo l’utilità di sporcare le nostre bacchette di mezzosangue quando possiamo ricavar profitto dal loro sfruttamento di massa.- spiegò lord Voldemort.

Blaise stava ormai uscendo, ma a quelle parole gli si gelò il sangue nelle vene.

-Tra tre giorni, all’alba, agiremo, portando via i mezzosangue da questa scuola per sempre.- concluse il mago oscuro.

E a quel punto il giovane Zabini si sbatté la porta alle spalle. Aveva sentito fin troppo.

 

La notte calò rapida, coprendo la scuola col suo nero mantello. Le stelle parevano essere scomparse, nascoste dalle folti coltri di nubi. La tensione accumulatasi durante la giornata era quasi palpabile, e mentre gli impuri si apprestavano a svolgere le ultime pulizie, anche una giovane dal sangue purissimo non riusciva a star calma. Daphne Greengrass in quel momento non era più del tutto certa di aver fatto la scelta giusta.

Ma cosa vado a pensare? Certo che è la decisione giusta! E’ la cosa più giusta per me…è un onore, e presto sarò la Lady più ammirata di questo mondo.” Si disse mentre si spazzolava i biondi e fluenti capelli.

Qualcuno bussò alla porta.- Avanti.- si limitò a dire.

-Ehi Daphneee???- si catapultarono allegre Pansy e Millicent, seguite da una un po’ più scocciata Astoria.

-Ehi tesoro, cosa c’èèè?- fece in un piccolo quanto falso broncio Pansy.

-Non vuole unirsi al signore oscuro ovviamente.- sputò acida la sorella minore di Daphne.

La Greengrass maggiore le lanciò un’occhiata carica di odio, ma non rispose.

-Sul serio Daph?- chiese falsamente preoccupata la Parkinson.

-Non è questo…sono solo nervosa.- mentì la bionda senza staccare gli occhi da terra.

-Dovresti vergognarti!- la rimproverò Astoria –Dovresti sentirti onorata. Se l’avesse chiesto a me non avrei esitato neppure un secondo.-

-Ma se non l’ha chiesto a te un motivo ci sarà no?-la squadrò in malo modo Millicent, che era forse l’unica che si preoccupava seriamente per Daphne.- Su, non preoccuparti Daph, andrai benissimo.- cercò di rassicurare l’amica.

-Grazie Milly…è che…non so…avrei voluto che Theo capisse, ecco.-

-Capirà, un’occasione del genere capita una volta nella vita.- esclamò con uno strilletto Pansy.

-Non dovresti neanche pensare ad un altro uomo Daph! Cosa penserebbe papà se lo sapesse?- si imbestialì la sorella.

-Astoria, se non hai nulla di carino da dire a tua sorella puoi anche andartene- la cacciò Millicent.-Dai tesoro, ora ti aiutiamo noi: stasera il nostro signore non riuscirà a staccarti gli occhi di dosso.- sorrise.

-E neanche le mani!-si intromise Pansy, convinta di aver detto qualcosa di molto intelligente e divertente.

 

Era tutto il giorno che Blaise evitava Draco Malfoy. Non avrebbe davvero saputo cosa dire: di sicuro non avrebbe potuto rivolgersi a lui con un “Ehi, hai presente l’unica persona a parte te che tu abbia mai amato? Ecco, fra tre giorni te la portano via”, non se ci teneva alla sua faccia. D’altro canto però, era giusto nascondergli la verità? Non riusciva proprio a decidersi sul da farsi, e mentre se ne rendeva conto, capì di avere qualcuno alle spalle.

-Zabini.-gridò infatti Draco.- Che cazzo è successo eh? Avevi detto che mi avresti raggiunto e invece mi hai evitato tutto il giorno come la peste, ed ora guardi il cielo infischiandotene altamente del tuo migliore amico?-

Ok: era incazzato. Avrebbe dovuto capirlo quando aveva usato il cognome.

-Non ti sto evitando Dray…-tentò di apparire sincero il moro.- Sono solo stanco…oggo non è stata esattamente una giornata normale.-

-Non provare a mentirmi!- si scaldò il bel biondo, più nervoso che mai.

No, non era assolutamente il momento di raccontargli la verità, Blaise se ne rendeva perfettamente conto. Forse era meglio aspettare.

-Dimmi cosa è successo.- pretese il giovane Malfoy.

-Ok, te lo dico, ma tu calmati.- attese un secondo, per accertarsi che si calmasse sul serio, ma anche per trovare una buona storia.  --Oggi…-improvvisò.- oggi ho incontrato Hermione.- trovò alla fine.

Draco si mantenne calmo, anche se solo al nome della ragazza, aveva avuto un brivido.-Ah…e…-

-Sta bene.- si affrettò a dire Zabini.-fisicamente intendo, solo che l’ho vista distrutta dentro ecco…quella Ginny, la rossa…non avrebbe dovuto farlo.

-No, non avrebbe proprio dovuto.- ringhiò Draco guardando fuori dalla vetrata. –Ma questo non giustifica il tuo comportamento: perché mi hai evitato?-

-Io…volevo starmene un po’ da solo. Insomma, vederla così fragile mi ha fatto star male, ecco tutto.- rispose il moro, non mentendo del tutto.

Il principe delle serpi sospirò.- questa cosa la sta cambiando. Non è fatta per le guerre e per la morte.- quest’ultima frase la disse più a se stesso che a Blaise, ma l’amico lo sentì.

-Dray…credo avrebbe bisogno di te in questo momento.-

Il biondo sussultò, e fece una smorfia.- Andiamo: ho sonno.-

-Draco, sul serio: stai con lei!-ripeté il moro, ben sapendo che dopo quei tre giorni, molto probabilmente non l’avrebbero più vista.

-potrebbero…-

-Andiamo Bla.-lo zittì Draco.

“essere gli ultimi momenti.” Concluse mentalmente Zabini. Ma non lo disse ad alta voce: sospirò a sua volta e si diresse verso la propria stanza.

 

Daphne era sul letto, tremante. Indossava una camicetta da notte velata, che lasciava intravedere più di quanto non nascondesse.

Attendeva l’arrivo del suo promesso, sperando però che non arrivasse mai: non era pronta, non ancora.

Come per dar vita alle sue preoccupazioni, la porta della stanza del tiranno del mondo magico si aprì con un cigolio.

-Daphne…-commentò roco lui vedendola.- Sei pronta.-

La ragazza deglutì vistosamente, iniziando a respirare con affanno. “Non sono affatto pronta, non sono affatto pronta. Si ripeteva mentalmente, ma senza emettere nessun suono.

-Oh, non agitarti, o ti farò ancora più male.- ghignò il mago oscuro ormai spaventosamente vicino.

Il letto cigolò sotto il nuovo peso.

Tutto avvenne molto in fretta: Voldemort si gettò sul corpo della ragazza iniziando a baciarlo e a morderlo con foga, Daphne gemette, ed a quel suono l’uomo divenne ancora più vorace e prese a strappare le vesti. La bionda cominciò a dimenarsi, mentre il signore oscuro univa a forza le loro labbra.- Sì, così, brava, così.- sogghignò il mago col fiato mozzo.

Questa tortura durò ancora poco, perché poi, pelle contro pelle, Voldemort entrò in lei.

 

-Herm!Herm!- la svegliò Harry, scuotendola per le spalle.

-Cosa…cosa succede?-chiese disorientata lei.

-Ron.- non servivano altre spiegazioni.

-Si è svegliato?- chiese Hermione mentre attraversavano a grandi falciate il trotto delle cucine che li separava dall’amico.

-Sì, ma è ancora molto confuso…C’è Luna con lui.- annuì il ragazzo occhialuto girando più velocemente le ruote della sedia.

-Cosa ha detto? Quali sono state le sue prime parole?-si informò la ragazza.

-Ha farfugliato qualcosa del tipo “lasciami dormire ancora cinque minuti mamma”-

Nonostante tutto, tutte le preoccupazioni, i problemi, quest’ultima frase strappò ad entrambi i grifondoro un mezzo sorriso.

Ormai erano arrivati alla porta della dispensa: Hermione fu la prima ad entrare.

-Hei Ron! Fatte belle nanne?- cercò di sorridergli non appena lui la vide.

-Uhmph…non moltissimo…non ricordo esattamente, ma devo aver fatto un incubo orribile.- scosse la testa sorridendo anche lui.- Il risveglio però è stato molto più piacevole…-commentò guardando con dolcezza la ragazza sulle cui gambe appoggiava la testa e che gli accarezzava i capelli. Erano così carini da vedere, Ron e Luna assieme: entrambi erano arrossiti all’ultima uscita del rosso, che tra l’altro era ancora visibilmente confuso.

-Amico, ti dai da fare eh?- ridacchiò Harry comparendo a sua volta nella sgabuzzino che fungeva da dispensa.

-Già…-divenne paonazzo Ron, sempre però sorridendo, poi ad un tratto, si portò una mano alla testa, che aveva iniziato a pulsargli dolorosamente:-Ahi miseriaccia! Ma…cos’è successo ragazzi? Perché siamo qui? Oggi non dovevamo fare la ribell…- e qui si bloccò. La sua espressione si fece corrucciata e confusa.-No…-disse semplicemente dopo un po’.

-Ron…-cominciò Hermione, ma non poté dire altro.

-No, miseriaccia, no!-si agitò il rosso.- Non è andata così!-

-Così come Ron?-chiese Luna preoccupata.

-Chiamatemi mia sorella.- pretese il giovane Weasley.-Voglio parlare con Ginny, andate a chiamarla! Perché non è qui?- Ormai era finito lo stato confusionale, ed i tasselli si ordinavano velocemente nella testa di Ron.

-Ron, stai calmo, va tutto bene.- gli assicurò Harry avvicinandoglisi.

-No non sto calmo!-gridò lui.- Io…devo aver fatto uno strano sogno- riprese cercando di abbassare il tono della voce.- Ginny aveva uno strano vestito e…ed era…-

-Cattiva?- lo aiutò Harry.

-Sì, ma come fai a…No! Harry, ti prego! Dimmi che non è vero!- a queste parole il rosso tentò invano di alzarsi, rotolando a terra.

-Sto ancora sognando, ecco tutto.- concluse annuendo ripetutamente la testa mentre ritentava ancora una volta di mettersi in piedi, ma gli tremavano gambe e braccia e non riusciva a stare fermo. Hermione gli gettò le braccia al collo, seguita a ruota dagli altri due.

- Nooooo!-gridò il rosso.- Ommioddio Nooo!-le lacrime scendevano a fiumi, e le spalle non smettevano di essere scosse da tremiti. I tre amici lo abbracciarono forte, senza dire nulla, lasciandolo sfogare.- Gin…mia…mia sorella!-

-Ron, non è morta, va bene? Può accadere ancora di tutto…-cercò di consolarlo il ragazzo occhialuto, ma Ron non era pronto ad ascoltarlo.

-Ragazzi, ditemi che è tutto uno scherzo…Gin è…-

-Quel che è successo è successo Ron. Ci siamo noi.- lo strinse più forte Hermione.- Ci saremo sempre per te.- aggiunse, la sua voce coperta dalle  urla di disperazione dell’amico. Incredulo, Shockato, colpito nel più profondo dell’anima, Ron Weasley si preparava alle più brutte ore della sua vita, ore spese in pianti e in memorie d’infanzia, memorie che non avrebbero mai più potuto ripetersi.

 

Quando il castello si svegliò, molte cose erano cambiate:

Ron Weasley, si era riaddormentato piangendo, stretto nell’abbraccio dei migliori amici che avrebbe mai potuto desiderare;

Daphne Greengrass, si era risvegliata in un letto che non era il suo, non più vergine. “il peggio è passato” si rese conto “ ora tutto andrà meglio”.

Oltre a questo, un altro importante e più lieto fatto stava per compiersi di lì a poco, nello sgabuzzino-dispensa delle cucine di Hogwarts.

Hermione si svegliò più stanca di come si era addormentata. A dire il vero, non ricordava l’esatto momento in cui aveva chiuso gli occhi, ma non capiva cosa glieli avesse fatti aprire allora, visto che, stanca com’era, avrebbe potuto tranquillamente continuare a riposare. La risposta non tardò ad arrivare. –Johnny? Johnny?- chiese una vocina infantile, quasi in un sussurro.

-Sarah?-borbottò la grifoncina con gli occhi ancora appannati.

-Chi…chi sei?-si mise sulla difensiva Sarah, guardandosi attorno con circospezione.

-Sono…sono Hermione Granger.-si presentò Hermione mentre si metteva a sedere “Che mal di  testa!”

-Un momento!-esclamò la riccia dopo appena qualche nanosecondo.-Oddio Sarah! Ti sei svegliata?!- gridò catapultandosi al fianco della bambina.

-Cosa…cosa è successo?-sbadigliò la piccola Green stiracchiandosi.

-E’ una storia un po’ lunga tesoro.- sorrise l’ex caposcuola.

-Ma io voglio conoscerla.- ribatté cocciutamente la biondina.

-Beh…-cominciò Hermione imbarazzata.- Cos’è che vuoi sapere esattamente?-

-Mio fratello…dov’è?-sussurrò la bambina con aria estremamente consapevole.

-Lui…lui…-

-E’ morto vero?-

-Come?-

-E’ morto.- ripeté atona Sarah.

-Perché dici così?- corrugò la fronte la riccia.

-Perché non vuoi raccontarmi le cose come stanno? Io lo so che è morto.-

-Ma…-

Sarah abbassò il capo, senza però versare una lacrima.- Non devi nascondermi nulla caposcuola Granger, io le cose le so e basta.-

-Ehi…ti dirò tutta la verità, okay? Solo…solo non capisco come puoi affermare con tanta sicurezza una cosa così grossa.-

-Non ho voglia di parlarne…lo so. Non è abbastanza brutto?- La ragazzina alzò gli occhi su Hermione, che si sentì immediatamente, e senza capirne del tutto il motivo in colpa.

-Va bene, senti Sarah: dopo che…che quella mangiamorte vi ha ustionati, siete tu e tuo fratello siete andati in una specie di coma e…-

-Non è così che è morto.- obiettò la bambina.

-N…no- ammise la riccia guardandola stranita.

-Allora come?-la sua voce era leggermente incrinata, ma ancora molto decisa.

-Lui…lui si era svegliato.- sospirò la grifondoro.- Non ti mentirò: si era salvato, ma quando abbiamo organizzato…-

-La ribellione.- mormorò la bambina con sguardo distante.

-Sì…-commentò l’altra iniziando a sentirsi seriamente a disagio.- Ecco…-era strano che qualcuno riuscisse a zittire Hermione Granger, soprattutto se a farlo era una ragazzina di appena undici anni, ma questa volta si sentiva davvero confusa.- Ecco in questa rivolta hanno perso la vita molte persone tra cui Silente e…-

-Silente…- ripeté lentamente la bambina.- Uhmph! Lo sapevo che avevo ragione!-

-Ragione?-

-Silente e mio fratello vero? Oh dio come ho fatto ad essere così stupida!-esclamò la piccola grifondoro ricordando alla maggiore se stessa quando aveva presentato, al primo anno, il librone di Nicolas Flamèl a Ron ed Harry. A questo ricordo, Hermione lanciò un’occhiata ai suoi due amici con un mezzo sorriso, prima di rivoltarsi verso la bambina che nascondeva le lacrime abbassando il capo.

-Ehi, Sarah, tutto bene?-

-No…-piagnucolò la grifoncina.

La ex caposcuola si sentiva davvero in imbarazzo ora: cosa doveva fare? Cosa si faceva in un’occasione simile?

-Vieni qui…-propose seguendo ciò che le dettava il cuore, e allungando le braccia per accogliere la piccola Sarah.

Lei si gettò senza esitazione nell’abbraccio, stringendo quella ragazza quasi sconosciuta come se la conoscesse da sempre. Pianse, ma non a lungo, forse perché non ne aveva la forza, forse perché la sua era una specie di rassegnazione, che Hermione notò ma non riuscì a capire.

Quando fu passato un po’ di tempo, la riccia decise che doveva far reagire quella creaturina per cui sentiva un legame così forte nonostante non ce ne fosse una vera ragione, così propose:-Vuoi un tè caldo stellina?-

Sarah annuì muta, col viso sempre nascosto sul petto della ragazza.

-Andiamo allora.- sorrise dolcemente Hermione, alzandosi lentamente.

 

Nella fredda cucina, una nuvola di tepore avvolgeva le due grifondoro: una seduta al tavolo, l’altra intenta ai fornelli. L’aroma delicato del te riempì la stanza di un odore familiare e piacevole.

-Ok…direi che ci siamo Sarah…attenta che scotta.- l’avvisò la riccia iniziando a versare il liquido in una grossa tazza.- Ti ho recuperato anche una frittella. Ieri sera abbiamo preparato l’impasto per  la colazione dei puri oggi, ma nessuno si accorgerà se ne mancano un paio, no?-cercò di far sorridere la bambina, ma quando alzò gli occhi su di lei, vide che aveva la testa appoggiata sulle braccia incrociate.

-Sarah…-si avvicinò, poggiando sul tavolo la colazione.- Va tutto bene…non piangere…-

-Tu credi che io sia cattiva ed insensibile?- chiese con voce tremolante dal magone la minore delle grifondoro, alzando il capo.

-No. Certo che no…perché dici così?-

-Perché dovrei essere molto più disperata di così!-esclamò Sarah.- E’ morto mio fratello, ed il fatto che io lo sapessi, non giustifica il fatto che sia così poco triste.-

-Sarah…ciascuno di noi reagisce in modo diverso al dolore: non tutti piangono. Certi si sentono svuotati, certi arrabbiati, certi semplicemente non se ne riescono a rendere acconto appieno…ci sono molti fattori. Dai bevi! Ti farà bene.- e detto ciò, le allungò la tazza fumante.

-Grazie…-mormorò l’altra.

-Scusa se te lo chiedo…-riprese a parlare dopo un po’ la riccia. -Ma…cosa intendi per “lo sapevo già”? Durante il coma riuscivi a capire cosa ti succedeva intorno?-

 -Non esattamente.- storse la bocca Sarah, portandosi al petto le ginocchia.

-Non…non vuoi dirmelo?-

-Beh…non lo dico in giro, perché altrimenti mi crederebbero pazza…-cominciò la ragazzina.

“Non sei pazza, si vede.” Queste parole erano talmente sottointese che Hermione non dovette pronunciarle perché lei riprendesse a parlare.

-Io le ho già viste queste cose. In modo confuso, certo…ma avevo già vissuto recentemente alcuni frammenti del futuro. Ieri ho visto la morte di mio fratello, ma avevo già avuto degli avvertimenti in passato, e la morte di Silente…è stata una delle prime cose che ho visto in assoluto! Ma era così brutta…così irreale, così impossibile che i mangiamorte potessero entrare ad Hogwarts che…mia mamma e mio papà mi hanno assicurato che doveva essere stato solo un brutto sogno, ma non era così, capisci?-

-Vorresti dirmi che tu…-

-Ho delle visioni.- ammise a voce più bassa la bambina.

Ci fu un attimo di silenzio.- Non mi credi vero? Ora ti sembro pazza.- scosse il capo Sarah, con un sorriso ironico.  –Non dovevo dirtelo…-

-Ehi!-esclamò Hermione. –Come potrei non crederti se ho avuto la dimostrazione di ciò che dici poco fa, quando sapevi già le domande che ti avrei fatto prima anche di pronunciarle?-

La sua esitazione c’era stata, è vero, ma questo solo per i precedenti rapporti che aveva avuto con la professoressa Cooman, quella svitata con un nido al posto dei capelli che si spacciava per indovina…se anche poi aveva azzeccato la profezia riguardante Harry era di certo stato un caso fortuito che le aveva fornito una qualche forza del futuro…il solo pensiero di quella donna le faceva ancora saltare i nervi…

-ti credo.- ripeté la riccia vedendo l’espressione poco convinta della compagna.- Lo giuro. Questo spiegherebbe molte cose.-

- Perché mi tratti così, caposcuola Granger?-

-Così come?- si stupì ancora una volta la grifondoro.

-Come se fossi tua pari, e non solo una bimbetta…-spiegò la bionda.

Hermione sorrise divertita.- Chiariamo una cosa: a undici anni sono scesa nella botola della pietra filosofale dopo aver risolto praticamente tutta la parte intellettuale del lavoro, che tra parentesi.- aggiunse facendole l’occhiolino.- Quei due zucconi lì non sarebbero in grado di capire neanche fra trent’anni, perciò credo di poterti capire: anche a me seccava che ci continuassero a trattare come se avessimo tre anni anche se avevamo praticamente salvato la scuola.

-Ah già…-ridacchiò la bambina.- Il tuo primo anno però deve essere stato più piacevole e soddisfacente del mio, vero caposcuola Granger?

-Beh…più semplice di sicuro, ma quando sarai più  grande e sarà tutto finito, questa esperienza ti aiuterà moltissimo, sarai sempre un passo avanti agli altri.- le assicurò la bella strega.- Però ora promettimi una cosa.-

-che cosa?-

-Che mi chiamerai semplicemente Hermione. Non credo sia mai esistito alcun caposcuola tanto disastroso da permettere che durante il suo servizio la scuola crollasse di fronte al male.-sbuffò.- e poi… Caposcuola Granger mi fa sentire vecchia- rise.

 

Draco fu svegliato da un insistente battito alla porta.

-’Cazzo vuole Zabini a quest’ora?- mugugnò scostando appena le coperte imbestialito. Cavolo: aveva un bisogno immenso di dormire,e anche se era da notti che non riusciva a soddisfare pienamente questo bisogno, di sicuro una sveglia fuori orario a causa del suo “amico del cavolo” non avrebbe migliorato la situazione.

Accarezzò con una mano la parte del letto vuota e gelida, e sentì un brivido tremendo salirgli lungo la schiena, e non era di certo un brivido di freddo. Si alzò di scatto, mentre qualche mente bacata e sicuramente masochista continuava a bussare fastidiosamente. La giornata era cominciata terribilmente male.

La porta si spalancò, facendovi spuntare un biondo appena spettinato e dall’aria poco promettente, che però fece battere a mille il cuore della disturbatrice.

La reazione da parte del serpeverde fu ben diversa:-Weasley?-esclamò in un misto di rabbia e disgusto.- Cosa cazzo vuoi da me?-

La rossa si portò un dito alla bocca per intimargli di stare zitto, guardandosi poi intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno.

E chi diavolo dovrebbe esserci a spiarti, schifo ambulante, a quest’ora del mattino?”pensò Draco altamente tentato di chiudere in faccia la porta a quella ragazza che aveva privato la libertà all’unica persona che non avrebbe proprio dovuto sfiorare con un dito. Il solo pensiero di Hermione gli fece trasformare quell’idea in realtà, e lesto prese la maniglia della porta per tirarla a se, ma la rossa fu più veloce ancora a piazzare il piede avvolto da una lucida ballerina nera.

-Fammi entrare.- pretese Ginevra guardandolo con decisione.

Draco ci dovette pensare un po’: d’altronde l’aveva svegliato in malo modo, e nessuno poteva permettersi di farlo e poi addirittura pretendere di entrare come fosse casa sua, ma d’altro canto, poteva anche essere che la Weasley stesse ancora dalla parte della mezzosangue, o perlomeno si fosse pentita, e avesse intenzione di aiutare.

-Entra.- sputò freddo il biondo scostandosi per farla passare.

La ragazza sorrise maliziosa prima di fare un passo.

-Oh…ma stavi dormendo?-chiese la finta tonta osservando il letto sfatto.

ma nooo, figurati! Alle cinque di mattina chi vuoi che sia ancora a letto?” avrebbe voluto commentare Draco, ma si limitò a lanciarle un’ occhiataccia.

-Posso sedermi?-iniziò la rossa, ma non fece quasi in tempo a chiederlo che il serpeverde la interruppe. –Spero che la cosa che devi  dirmi mi costi meno tempo del necessario che ti costringerebbe a sederti.-

Ginny si morse leggermente un labbro, poi iniziò ad ancheggiare per la stanza.

-Beh?-si irritò il giovane Malfoy dopo qualche secondo.

-A dire il vero quello che dovrebbe dire qualcosa…beh, sei tu.- proclamò voltandosi verso l’interlocutore.

-Io non credo: non sono stato di certo io a venirti a cercare.-

-Allora ci vorrà un po’ di più tempo.- sorrise la rossa, sedendosi sul letto ed invitandolo con una mano a fare lo stesso.

-Parla.- chiarì Draco senza muoversi.

-Beh.- cominciò la ragazza.- come ben sai ieri è stato un giorno decisivo di questa battaglia, e nel mio piccolo ancor di più visto che ho ricevuto il marchio.-

-Sembra che il signore oscuro si fidi molto di te…-commentò il serpeverde, senza rischiare di sbilanciarsi.

-Sì, può darsi…ad ogni modo.- riprese la ex grifondoro.- ad ogni modo si fida abbastanza per potermi confidare dei piani top secret.- e qui fece una pausa, puntando gli occhi in quelli del ragazzo che amava.- Draco, presto, molto presto, quei luridi mezzosangue non saranno più un problema, ed io e te finalmente non saremo più separati.-

A queste parole Draco capì che non c’era nulla da fare: che quell’insulsa ragazzina li aveva fregati tutti, e non aveva nessuna voglia di tornare indietro.

Incoraggiata dal silenzio meditabondo del biondo, Ginny ricominciò a parlare, arrochendo la voce per renderla più sensuale.- Sarò nominata serpeverde ad honorem.- fece alzandosi.- e allora nulla ci impedirà di amarci- concluse ad un palmo dal naso del ragazzo, poi si tuffò sulle sue labbra.

La pelle non ebbe quasi il tempo di sfiorarsi, perché Ginevra Weasley fu spinta via e cadde sul letto.- Sei focoso eh?-miagolò lei osservando la sua posizione.

-Non toccarmi!-sillabò il biondo.- Mai più.-

A quel punto, il lampo divertito negli occhi della ragazza si spense.- Non puoi amarla ancora! Lei è sporca, lei è impura, lei…lei non può stare con te!-

-Perché no?-la sfidò il serpeverde.

-Perché presto la sua esistenza avrà fine, e non potrai starle accanto neanche gettandoti con lei nella morte. Ti uccideranno prima, davanti ai suoi occhi, se vedranno il tuo tradimento!-gridò con enfasi la Weasley, rialzandosi in piedi.

-Io non tradisco proprio nessuno.- ghignò il biondo.- né tanto meno mi getterò con un’insulsa mezzosangue nel fango. Non so cosa ti abbia spinto anche solo ad immaginarlo. Io non amo nessuno al di fuori di me stesso.-

-Bugiardo!-strillò la ragazza con le lacrime agli occhi.- Tu ami lei, ma tanto è ad un passo dalla tomba, e quando sarà il giorno della sua caduta, io esulterò, e lo sai perché? Perché da allora capirai di amarmi, perché siamo uguali io e te!-

Draco non poté più reggere quella patetica scenata, e spinse fuori la giovane Weasley.

-Smettila di gridare o per te saranno guai grossi!- l’avvertì prima di spingerla in corridoio.

-Uhmph!-ghignò Ginny senza nessuna ragione precisa.- Dovevo aspettarmelo da te, ma ti do ancora tutto il tempo che ti serve per capire per chi devi realmente combattere…Sono sicura che lo capirai da solo amore mio.

-Sparisci ragazzina!-e detto ciò le sbatté la porta in faccia come avrebbe dovuto fare fin dall’inizio.

Prese un profondo respiro prima di ritornare a sedersi sul suo letto. E nel brevissimo tragitto gli fu impossibile non pensare a cosa sarebbe successo se non avesse incoraggiato quell’esaltata fin dall’inizio. Forse Voldemort non sarebbe riuscito a prendere Hogwarts, forse…”Smettila!” si rimproverò severamente. “ I Malfoy non si piangono addosso” recitò a mente una delle tante cose che i Malfoy non fanno. - I Malfoy non si innamorano…- commentò molto meno convinto, distendendosi e guardando il soffitto. Forse dopotutto lui non era un Malfoy come tutti gli altri…

 

-Ommioddio!- esclamò Harry al colmo della felicità.

-Sembra incredibile.- aggiunse con un sorriso Luna.- E ti sei pure ripresa bene.-

Sarah arrossì e tentò di sorridere a sua volta.- Sto bene, grazie.-

-E’ una notizia meravigliosa.- ripeté il moro per la millesima volta da quando aveva visto la bambina in piedi ed in forze.- E’ esattamente quello che ci vuole in momenti come questo: una bella notizia che copra quelle brutte.-

A quest’ultima frase Sarah abbassò un po’ abbattuta il capo.

-Ma sa già?-chiese senza troppo tatto Ron. Luna gli diede un colpetto sulla spalla.- Come? Uh…-balbettò il rosso capendo di non essere stato troppo delicato.- Io…mi…-

-Sì, so già.- annuì la biondina senza cambiare tono della voce.

Harry la guardò in modo strano. Forse anche lui aveva capito che la piccola Green si stava comportando in modo un po’ strano, ma per una volta, Hermione non sentì il bisogno di raccontare al suo migliore amico delle visioni di Sarah.

Il discorso venne fatto cadere il più in fretta possibile, per tentare di riparare il danno.

-Dobbiamo dirlo a tutti.- propose Luna.- saranno felici per Sarah, e forse riusciranno a riemergere dagli abissi delle loro anime oppresse.-

Ron guardò la sua quasi nuova ragazza con poca convinzione nel sentirle usare dei paroloni così tanto Hermioneschi, ma non fece alcun commento.

-Io credo sia un’ottima idea.- commentarono Hermione ed Harry all’unisono.

 

Quando Daphne uscì, le venne sbattuta la porta alle spalle.

La bionda sospirò, poi fece un sorriso smagliante e prese ad incamminarsi verso i sotterranei. Le ragazze avrebbero voluto sapere tutti i particolari, ma non c’era granché da dire: era stata una nottata sfiancante e che a dire il vero le aveva lasciato una gran nausea addosso, ma era finita, ed era andata esattamente come pianificato.

“Sarò la moglie dell’uomo più importante del mondo. Si ripeté ghignando. “Questo vale ben più di qualche piccolo sacrificio.

Ormai era giunta di fronte al ritratto di Salazar, perciò pronunciò la parola d’ordine con un sussurro, ed entrò, ma ad attenderla c’era l’ultima persona che avrebbe dovuto vedere.

-Buongiorno Daph…passata una bella notte?- chiese falsamente gentile Theodore dal divanetto di pelle nera.

-Non c’è molto da dire.- commentò la ragazza cercando di mantenere un tono freddo; cosa che non le riuscì molto bene. Sentiva un magone tremendo che avrebbe fatto certamente scoppiare un pianto.

Il moro sogghignò, prima di alzarsi ed avvicinarsi alla giovane immobile.

-Sul serio?-le soffiò in un orecchio passandole col naso sul collo. Poi però la sua espressione cambiò, divenendo rabbiosa e folle.

-Cosa cazzo ti ha fatto eh?-gridò.

-N…nulla Theo…per piacere, lasciami passare.- mormorò con voce rotta la bionda, coprendosi con la manica un profondo taglio sul polso.

Il ragazzo glielo prese con uno scatto, scoprendo la pelle sanguinante.

-Cosa- ti- ha-fatto!?- ripeté scoprendo nuovi tagli ed ematomi simili a quelli che aveva trovato sul collo.

-Non ha…non ha…-

- Daphne, maledizione dimmelo!- gridò Theodore disperato, stringendo i polsi della ragazza che continuava ad amare con tutto se stesso.

-Mi pare che non ci sia nulla da spiegare…-concluse la bionda distogliendo lo sguardo.

-Non puoi permetterlo Daph, ti prego vieni via con me, non mi importa di nient’altro…ti prego!-la implorò il moro girandole il mento in modo da poterla guardare negli occhi.

-Smettila…-scosse il capo Daphne, anche lei con gli occhi ormai lucidi.

-No, non posso smettere, non lo farò mai. -annunciò il ragazzo stringendola a se e cominciando a baciarla con foga.

Daphne non poté non rispondere, e con altrettanta disperazione. Quando Theo colse la risposta, le lingue e le labbra che si scontravano, iniziarono pian piano a rallentare il ritmo, trasformando il bacio in uno più dolce e tenero. La ragazza strinse più forte le braccia attorno al collo del moro, che da parte sua, cercava di ridurre al meno possibile le distanze. Continuarono così per un tempo indefinito, che parve infinito ma allo stesso modo breve come un battito di ciglia.

-Daphne ti amo.- le sussurrò Theodore sulle labbra.

-Anche io Theo…e ti amerò fino all’ultimo istante della mia vita -ammise la bionda dolcemente.- Ma non posso più stare con te.-

 E detto ciò si stacco, dandogli un’ultima carezza delicata sul viso. Poi si voltò, e si diresse a passo svelto verso la sua camera, a testa bassa, lasciando il ragazzo immobile, distrutto, con ancora il sapore di quell’ultimo bacio sulle labbra.

 

La giornata passò decisamente meglio della precedente per il gruppo degli impuri. Il dolore non era stato dimenticato, ma il risveglio di quella bambina era stato visto come un miracolo, da cogliere come buon auspicio. Era stata organizzata una piccola festicciola, che si sarebbe celebrata in serata, e l’idea di quel futuro momento, dava a tutti quel poco di forza in più per affrontare le difficoltà e le asprezze di quel nuovo giorno. Le aule erano state pulite con più entusiasmo, i pasti preparati con più attenzione e con l’ombra di un sorriso sui volti. Si era addirittura fatta qualche battuta, ed i più piccoli non avevano potuto fare a meno di aspettare con trepidazione il momento di festa, saltellando da una parte all’altra della stanza, e scambiandosi sussurri divertiti all’orecchio. Per la prima volta da tanto, troppo tempo, Hermione poté vedere lo spirito entusiastico dei più giovani che riusciva a coprire ogni difficoltà, e che si adattava ad ogni momento. Pregò che questo sentimento potesse durare e non finisse, e quando giunse il momento, impegnò tutta se stessa per l’allestimento del festino.

Oltre agli avanzi dei viziati purosangue, vennero appoggiati sul tavolo del rinfresco anche piccoli spuntini preparati apposta per l’occasione; dopo tutto i mangiamorte non sarebbero venuti a controllare pezzo per pezzo le riserve nella dispensa. Poi la festa ebbe inizio.

Per la musica si dovettero arrangiare a battere a turno qualche pentola con i mestoli, ma si divertirono da matti. Ballarono, cantarono, scherzarono, scalzando così i brutti pensieri. A tutti parve di risvegliarsi momentaneamente da un brutto sogno, e le uniche preoccupazioni per quella serata eccezionale erano tornate quelle che si addicevano a ragazzi della loro età, come cercare di far colpo sul ragazzo o sulla ragazza che piaceva, sorridendo imbarazzati o iniziando a fare discorsi inutili ma divertenti. Qualcuno, posizionato in mezzo alla stanza, attirò l’attenzione iniziando vari generi di sfide e scherzi, e gli amici i riunirono a gruppetti per chiacchierare di cose stupide ma di cui sentivano il tremendo bisogno.

-Ma quindi voi ora state insieme o no?- chiese Harry divertito, rivolgendosi a Luna e Ron, la prima seduta sulle gambe del secondo, che praticamente non avevano smesso un secondo di baciarsi.

-Sì- esclamò Ron.

-No- fece nello stesso istante la ragazza.

 Il rosso la guardò interdetto, e così Luna si spiegò meglio.- Non lo so.- ammise. -Il fatto è che vorrei rispondere di sì, ma…non so…forse mi sento in colpa nei confronti di Neville.

-Ma con lui era praticamente finita.- protestò Ron scocciato.- Lo sai anche tu che non aveva occhi che per Herm.-

Hermione, sentendosi tirata in causa, uscì tranquillamente dalle nuvole, ed esclamò ben poco elegantemente:-Eh?-

Nessuno però le diede retta.

-Sì lo so…-sospirò Luna.- Io e Neville non abbiamo avuto una vera relazione…lui perché continuava a stare dietro ad Herm ed io…perché stavo dietro a…a…beh, a te insomma!-

Ron sorrise orgoglioso, stringendola più forte.

-Ma il punto è che anche se stavamo insieme più come amici che altro, mi sento in colpa lo stesso. Sì…il fatto che lui sia in fin di vita in qualche buco scuro…-

-Non ci devi pensare Luna.- la interruppe Harry.- E’ terribile quello che sta succedendo, ma non possiamo smettere di vivere ora. Non so se Neville è ancora vivo, ma di sicuro, se potesse, ti direbbe di stare con Ron.-

-Lo credi sul serio?-chiese Luna con un mezzo sorriso.

-Lo credo anche io.-annuì Hermione.

-Allora diciamo sì- esclamò la bionda con un mega sorrisone.- io e Ron ora stiamo insiem…- ma non poté finire la frase che venne travolta dal bacio del ragazzo.

-Che carini…-commentò Hermione guardandoli malinconica.

-Già…-

 

Il mattino dopo, tutti fecero fatica ad alzarsi, ma lo fecero abbastanza volentieri. La festa si era protratta fino a tarda notte, e gli impuri ora avrebbero pagato con profonde occhiaie per tutto il resto della giornata, ma ne era valsa decisamente la pena!

Assonnati e sbadiglianti, si diressero verso le cucine del castello, avvolgendosi una coperta sfilacciata sulle spalle. Prepararono il pasto un po’ più lentamente del solito, ma riuscirono comunque a rispettare i tempi previsti.

Fuori, un vento gelido soffiava, avvolgendo nei suoi vortici le molteplici torri del castello. La neve, che non aveva smesso un attimo di cadere il giorno prima, ora sembrava essersi presa un momento di pausa.

Ad ora di pranzo le porte della sala grande si spalancarono, com’era solito, per far passare le pietanze dei puri. Sembrava tutto assolutamente identico al solito: persone che ignoravano completamente i camerieri nel più completo silenzio, Hermione che evitava accuratamente il tavolo in fondo e che per questo si precipitava in prima fila per servire le prime tavolate, impuri che storcevano il naso, sentendosi umiliati per la loro condizione…l’unica apparente novità era Sarah, che tentava di passare inosservata tra i molti impuri anche se era la prima volta che serviva gli ex compagni. In realtà, qualcosa di più sottile ed impalpabile accadde di lì a poco, al termine della distribuzione dell’ultima portata; gli impuri stavano per uscire, ma vennero fermati da Voldemort in persona, che seduto sul trono che gli avevano preparato, non aveva smesso di osservarli neppure un secondo:
-Fermi!-intimò con voce possente.- Devo avvertirvi di un’unica cosa: domattina, alle cinque e mezza, siete tenuti a farvi trovare nell’atrio principale di Hogwarts. Per tenuti, si intende ovviamente obbligati. Anche un minuto di ritardo vi costerà la vita.- si limitò a dire queste poche parole, prima di zittirsi e riprendere il pasto. Anche se poche, però, queste parole non convinsero affatto Draco, che guardò Voldemort cercando di leggere nei  suoi movimenti il reale significato di quel messaggio. Non convinsero Hermione né Harry, che si guardarono con aria interrogativa. Non convinsero né RonDean, e anche molti altri del loro gruppo aggrottarono le fronti cercando di cogliere un secondo significato. A Blaise Zabini invece queste parole fecero saltare diversi battiti del cuore. Aveva perfettamente capito dove stava andando a parare il loro tiranno: il termine dei tre giorni di cui aveva sentito parlare durante la riunione, sarebbe difatti scaduto l’indomani. La cosa che poteva esser presa come rassicurante, era che Voldemort aveva convocato anche i purosangue oltre ai mezzosangue, ma  il fatto che qualcosa sarebbe successo era innegabile. Doveva dirlo a qualcuno, ma a chi? Draco o Hermione? Forse, si risolse, sarebbe stato meglio parlarne prima con la diretta interessata, che avrebbe poi deciso cosa fare. Tra l’altro, gli dispiaceva moltissimo per la bella caposcuola, non la conosceva molto, ma se era riuscita ad incatenare il cuore del suo sfuggente amico doveva pur significare qualcosa. Il moro alzò solo allora la testa, in tempo per cogliere un rapido ghigno sulle labbra di Ginevra Weasley. Anche lei sapeva qualcosa…

 

Hermione camminava lungo il corridoio principale del secondo piano, stringendo tra le braccia dei pesanti sacchi da riportare in cucina. Era ormai sera, e, memore dello spiacevole incidente di parecchi giorni prima, sapeva di non dover attardarsi troppo da sola. Camminava però, più lentamente del solito, immersa in ragionamenti confusi e brutti presentimenti. Come molti oltre a lei, non aveva smesso un solo istante di pensare alle strane parole di Voldemort. Non voleva fasciarsi la testa prima del necessario, ma le percentuali, (e le aveva calcolate), che il tiranno di Hogwarts volesse, in un attimo di grandiosa bontà, liberarli tutti e magari anche scusarsi, erano pochissime, se non addirittura pari a…zero!

Svoltò sbuffando, ma non ebbe il tempo di concludere la curva che venne tirata in un passaggio da un braccio forte e robusto.

-DraBlaise?-aggrottò la fronte dopo un attimo di smarrimento, col cuore che batteva ancora a mille.-E’ già la seconda volta che ci incontriamo così.- esclamò con un mezzo sorriso.

-Sì…-

-C’è qualcosa che non va?- chiese subito dopo la riccia notando l’espressione del moro.

-Dai, non mi dire che non ti è sembrato strano…- sospirò Zabini.

-Ti riferisci al discorso di Voldemort, vero?-

-E a cos’altro sennò?-sbuffò il moro. - Draco è stato intrattabile tutto il giorno.- aggiunse poi. - Sta praticamente impazzendo: non è un tipo paziente quando ha bisogno di risposte.-

-Lo so…-commentò la riccia, abbozzando un mezzo sorriso malinconico.

-Oserei quasi dire che è terrorizzato…-ragionò più per se che per altro il ragazzo, guardando in alto con espressione pensosa.

-Terrorizzato?-chiese l’altra.

-Eh? Ah, sì beh…lo si potrebbe definire così, anche se neppure io lo conosco molto, in effetti è perché ho bisogno di te che ti ho presa da parte.-

-Spiegati.- esigette lei.

-Beh, Hermione…il fatto è che ho sentito qualcosa che avrei preferito continuare a non sapere…-ammise Blaise con voce triste, quasi imbarazzato, passandosi una mano sulla nuca. –Vedi…-riprese.- Auff…come te lo dico?-

Hermione continuò ad ascoltarlo senza intromettersi, i brutti presentimenti sempre più palpabili.

-ehm…beh…-farfugliò il moro.

-Ha…- deglutì la ragazza.-Ha a che fare con il progetto per i mezzosangue non è vero?-

Blaise la guardò: spaventata, certo, ma negli occhi brillava la luce della determinazione ed un guizzo di stupefacente intelligenza.

-Sì.-rispose sospirando, senza più esitare.

-Cos’hai scoperto di nuovo?- chiese la riccia, con voce quasi impercettibilmente tremante.

-Hermione…domani vi porteranno via.-

 

Harry caricò l’ennesimo sacco che gli era stato portato sulla dispensa più bassa. Il suo compito, essendo ostacolato nei movimenti, era infatti di sistemare ciò che gli altri gli portavano. Di solito non era mai solo: prima c’erano i fratellini Green e la persona che li accudiva a turno, ora invece la cucina era talmente silenziosa da mettere i brividi. Dalla porta lasciata lievemente aperta, filtrava la luce rossastra del tramonto, che in un momento diverso lo avrebbe fatto sorridere, ma che ora aggiungeva solamente altre ombre scure a quella sceneggiatura spettrale.

“Oh andiamo Harry…” si disse tra sé e sé. “Sei il bambino sopravvissuto, hai combattuto contro le forze del male ed ora non vuoi sconfiggere anche queste paure infantili?” provò a sorridere, ma non servì a molto. “ Chissà che fine ha fatto Hermione…ci sta stando un po’ troppo per quei sacchi…E’ mai possibile che quella ragazza mi deva sempre far morire di crepacuore?” Il solo pensiero della grifoncina, bastò a riscaldargli il cuore e a scacciare le sue paure. “Herm…”

 

-Sì, ci porteranno via: questo lo sapevo già, ma dove?- esclamò la grifondoro.

-Non lo so dove…ho sentito parlare di…campi, campi di deportazione.- gesticolò Blaise cercando di trovare le parole giuste.

-Ommioddio.- Hermione sbiancò e dovette sorreggersi sul muro.-Campi di…concentramento.-ripeté atona, utilizzando un vocabolo che molte volte aveva letto sui libri di storia babbana, che l’aveva sempre fatta rabbrividire, ma ora…beh, ora era tutto diverso.

-Hermione, tutto bene?- si informò il moro.

-No Blaise, affatto…ma continua.-

-Io mi chiedevo…ma sei sicura di non volerti sedere o…?-

-Blaise, va avanti.- intimò la ragazza.

Lui annuì.- Mi chiedevo solamente se era saggio parlarne con Draco.

Il nome del ragazzo risvegliò momentaneamente la bella strega dallo stato di semi vegetazione. –No!- esclamò.

Blaise fece un mezzo salto, non preparato a quell’enfasi.

-Cioè, intendo dire…visto che già così sembra esplodere…credo sia meglio…dovrei andare da lui secondo te?-

-Beh…io…io credo di sì, ma per quanto riguarda il discorso di prima…-

-Ommioddio…-scosse disperatamente il capo la ragazza, con gli occhi ormai lucidi, ma intenzionata a non piangere.

-Hermione…-

-No, scusa Blaise…ti ringrazio moltissimo per avermi avvertita ma…-si morse un labbro la riccia, passandosi una mano sulla testa che le girava pericolosamente.

-Hai bisogno di stare un po’ sola, eh?- capì il ragazzo, sorridendole incoraggiante.

Lei annuì.

-Solo posso…?- continuò Blaise, un po’ in imbarazzo, muovendo in avanti le braccia per farle capire la sua intenzione.

-Oh…ma certo che sì.- sorrise con un grosso nodo in gola la grifoncina, stringendolo in un abbraccio.

-E’…è stato bellissimo conoscerti Hermione! Spero di poterti rivedere ancora in futuro.- esclamò il moro commosso, stringendo quella che poteva ormai considerare un’ amica. - Cavolo se odio gli addii.- tirò su con il naso Blaise, asciugandosi una lacrimuccia impertinente.

-E’ stato bellissimo anche per me.- strinse forte gli occhi Hermione, ancora stretta a lui, per impedirsi di piangere, poi, dopo avergli fatto un ultimo saluto, si allontanò, riprendendo silenziosa la sua strada, scioccata e con la testa che scoppiava. Cosa poteva succedere di peggio ora?

 

 

Harry si stropicciò gli occhi. Era bello avere di nuovo un po’ di controllo del proprio corpo. Sorrise al proprio riflesso su una pentola appesa al muro, ma alzando la testa, ebbe un piccolo giramento. Riabbassò il capo confuso, ma non troppo preoccupato. Ci ragionò un secondo: sì, stava bene. Si voltò, e poi…poi, cadde a terra, rovesciando tutto ciò a cui si era aggrappato. Era iniziata anche per lui: il morbo.

Il rumore di pentole e di bicchieri e piatti infranti, fece accorrere Hermione che era ormai lì vicina, a pochi passi - Harry cos’hai?-strillò allarmata sulla soglia della cucina, gettando a terra i sacchi.

-pensavo…non so…che a me non sarebbe mai successo.- si sforzò di dire Harry con un sorriso tirato, prima di contorcersi per il dolore.- insomma, non a me, che…-non rispose il moro stringendo i denti.- non a me che sono sempre sopravvissuto a tutto…ti sembrerà una cosa stupida, ma mi sentivo…come dire?...Invincibile!-

-Harry non…non è successo niente tu…guarirai…-balbettò la ragazza per auto convincersi della cosa, dopo essersi catapultata al fianco dell’amico.

-Herm…tu sai cosa mi succederà.- grugnì il moro.

-No…-scosse il capo, agitando in aria i ricci ribelli.- nessuno lo sa.- disse a voce più bassa.

-Herm…non sono più invincibile, capisci? Sono…una persona come tante…-

-Harry, lo so che non sei invincibile. Non sei un semidio, anche se tutti hanno cercato di convincertene da quando hai messo piede qui, ma non sei neanche una persona normale…tu sei speciale, il tuo cuore è speciale.-

Il ragazzo provò a sorridere, ma le labbra non riuscirono a non piegarsi in una smorfia orribile.

-C’è…c’è…-tentò di dire iniziando a tossire sangue.

-Non sforzarti Harry…-gemette Hermione sull’orlo delle lacrime.

-Devi saperlo…c’è una cosa che devi sapere.- continuò testardamente il grifondoro

-Cosa?- sussurrò lei con la voce colma di pianto.

-Io…io…-iniziò Harry.-Io ti ho sempre amata Hermione.- riuscì a concludere, e detto questo le prese il viso tra le mani e la baciò,

e quando le ginocchia cedettero, la portò a terra con lui. La ragazza non seppe se rispose al bacio. Ricordò solo un gusto ferroso di sangue ed il salato delle lacrime, poi Harry si staccò, le pupille ormai bianche come quelle di un cieco, lividi su tutto il corpo.

-Salvati.- riuscì a pronunciare prima di cadere definitivamente, svenuto.

-Harry!-strillò tra le lacrime Hermione, scuotendo l’amico per le spalle.

Ma questa volta il suo amico non poté risponderle, non poté confortarla, perché l’Harry che aveva conosciuto, da quel momento avrebbe iniziato a stare sempre più male, avrebbe cominciato a morire lentamente; il morbo avrebbe portato via quel ragazzo coraggioso, sempre pronto a combattere, ed in quel momento erano tutti impotenti.

-Noooo!-gemette disperatamente la riccia, tremando di dolore e paura. Cosa ne avrebbero fatto del suo amico? Dove l’avrebbero gettato? Chi si sarebbe preso cura di lui, soprattutto ora che lei sarebbe stata portata via, lontano. Il fatto della deportazione, per quanto grave, le sembrava ora una sciocchezza, la verità che la aveva colpita da pochi secondi le era piovuta addosso, schiacciandola.

-Harry…-pianse osservando il ragazzo svenuto. Cosa poteva fare? Scappare? Sarebbero morti anche solo prima che potesse elaborare l’idea. “Salvati” le parole le rimbombavano in testa. -Come?- chiese pur sapendo che non avrebbe ricevuto una risposta.  - Che cosa devo fare Harry, eh? Me lo dici?-

L’unico pensiero finito che le giungeva era quello di un bisogno che non si poteva rimandare, un impulso di sopravvivenza come la fame o la sete; Draco: doveva raggiungerlo.

Si alzò barcollante, con la vista offuscata dalle lacrime, si dovette appoggiare al muro per potersi muovere. Lanciò un’ultima occhiata ad Harry, e non poté dire altro che - Ohmmioddìo!- il tono acuto con cui lo pronunciò, la risvegliò quanto bastava per ricordarle che doveva fuggire, obbligare le sue gambe a muoversi verso l’unica certezza che le era rimasta, e doveva farlo prima che qualcuno la vedesse e notasse Harry, o non avrebbe più potuto raggiungere il serpeverde. Corse, più veloce che poteva, inciampando, cadendo, nei corridoi ormai deserti, sperando di non incontrare nessuno, e per una volta in tutta quella giornata, la fortuna fu dalla sua parte.

 

Colpi agitati ma deboli si abbatterono sulla sua porta.

Draco alzò gli occhi da terra lievemente scocciato: chi diavolo era a quell’ora? Si alzò lentamente, per andare a vedere. La maniglia si abbassò, prima di aprire il ragazzo sfoggiò la sua miglior faccia imbronciata e poi tirò a sé la porta…la sua espressione cambiò all’istante. 

-Hermione?- chiese preoccupato, trovandosi di fronte la bruttacopia della ragazza che conosceva: visibilmente distrutta, il viso lacrimante, senza quasi la forza di stare in piedi.

-Draco…-sospirò lei guardandolo disperata.

Lui si fece da parte per farla entrare, e mentre lei compiva quei pochi passi con enorme fatica, prese la bacchetta per insonorizzare completamente la stanza. Quando si voltò, Hermione era appoggiata al muro, con gli occhi rivolti al soffitto, tremante come una foglia.

-Mezzosangue…cos’hai?- chiese con prudenza.

Nessun risposta.

-Mezzosangue accidenti, rispondi!- gridò al limite della sopportazione.

-Harry…- sussurrò la grifondoro guardandolo, con gli occhi velati di tristezza.

-Potter cosa?-

-Ha il…morbo.- balbettò tra le lacrime la riccia, chiudendo gli occhi e prendendo profondi respiri, visto che respirare normalmente le sembrava una cosa assolutamente impossibile.

Draco si zittì, non sapendo bene cosa dire. Mosse le labbra, in cerca delle parole, senza però alla fine dire nulla. Prima che questo potesse diventare un problema, fu la ragazza a riprendere piangente.

-Mi ha baciata…-

-Cosa?- esclamò furibondo il biondo, dimenticando immediatamente il mezzo dispiacere che aveva provato per quel ragazzo occhialuto, e sentendo una furia omicida montargli dentro, ma la ragazza era troppo scioccata per darci peso.

Hermione singhiozzò -lui…lui mi amava.-

-lui ti ama.- la corresse Draco scocciato.

-Lui mi ama…-commentò tra se piangente la ragazza, lasciandosi scivolare lungo il muro.

Passarono pochi secondi di silenzio, che furono rotti dal biondo -E tu…tu lo ami?- chiese infatti, non osando guardarla negli occhi.

-Io amo te - rispose lei, alzando lo sguardo su di lui.

Poi, nessuno si sarebbe ricordato di come era esattamente iniziato, fatto sta che pochi secondi dopo, lei si trovava schiacciata sotto di lui, a letto, mentre Draco non le staccava le labbra dalle sue, lingua contro lingua. Passione e disperazione fatti una cosa soltanto.

Molto probabilmente lui, nel sentire quelle tre parole nascere non più solo nella sua mente, non poté far altro che annullare la distanza che li separava per gettarsi su di lei, senza riuscire ad aspettare neanche un secondo di più, ma il perché o il come tutto fosse accaduto non avevano più importanza.

Hermione non voleva pensare a nulla che non fosse Draco; non era una cosa bestiale o un bisogno primitivo come le avevano raccontato: era qualcosa di giusto, anzi, La cosa giusta. Era giusto stare con lui in quel momento, era  giusto sentire i battiti del cuore di Draco sommarsi ai suoi, era semplicemente giusto continuare a baciarlo e a lasciarlo fare, perché era giusto poter stare bene col ragazzo che amava, anche se solo per una notte. Si lasciò quindi guidare, mentre lui sfogava finalmente quella voglia che lo aveva logorato per settimane, stringendola a se come timoroso di poterla perdere. Per quanto avesse atteso quel momento, non sentiva il bisogno di fare il prima possibile: non aveva alcuna fretta. Non gli importava che forse lei il giorno dopo avrebbe potuto pentirsi, dopotutto un Malfoy deve guardare prima a se stesso, e l’attesa era stata troppa, eppure allo stesso tempo voleva che quella notte restasse per sempre impressa nel cuore della mezzosangue indipendentemente da cosa sarebbe successo tra loro dopo.

Senza quasi accorgersene, Hermione si ritrovò senza più nulla addosso, il momento era dunque arrivato. Ebbe un unico tremito.

-Hai paura?- sussurrò Draco, seriamente preoccupato: cosa avrebbe fatto se la risposta fosse stata affermativa? Avrebbe saputo fermarsi? Non avrebbe voluto farle quella domanda, ma la risposta ora gli era fondamentale.

 A quei pochi suoni , la realtà ripiombò in tutta la sua pesantezza addosso ad Hermione, aprì gli occhi che aveva tenuto chiusi per tutto il tempo e si specchiò in quelli di Draco, entrando in quel fragile mondo che era tutto esclusivamente loro.

-No.- rispose sincera. Ed era la verità: non aveva paura di fare quel grande passo, non se era con lui che doveva farlo.

Questo fu per il biondo serpeverde come lo sparo del via, e nel giro di pochi istanti, erano diventati una cosa sola.

Sulle labbra di lui, scossa dai gemiti, Hermione pronunciò ancora solo queste parole: - Ti amo Draco-

 

Era ormai tarda notte. Draco né Hermione parlavano, ma erano entrambi svegli. Stavano semplicemente abbracciati, lui le accarezzava i capelli e la schiena e lei poggiava il viso sul petto del biondo.

A Draco tutto ciò sarebbe sembrato molto strano in un momento diverso da quello, ma ora era normale. Erano stati benissimo insieme, ma Hermione nonostante tutto non poteva dimenticare il dolore, e a dir la verità la capiva.

-Draco…- fece la ragazza ad un certo punto.

-Mmm?-

-Come va con l’Apix?-

Il serpeverde sospirò. -Non è ancora spuntato nulla.- ammise.

-Ed è normale?- chiese preoccupata la grifondoro.

-Non lo so…però…sì, può darsi: le piante antiche hanno un periodo di crescita molto lungo.-

La ragazza annuì.

-Comunque ti farò sapere se in questi giorni ci saranno novità.- le assicurò il biondo. A queste parole, Hermione rabbrividì.

-Qualcosa non va? Sei davvero strana oggi, mezzosangue.- si informò Draco.

-No…non c’è nulla.- mentì la riccia.

Il biondo non fu del tutto soddisfatto da questa risposta, ma preferì non indagare oltre. Passarono altri secondi di silenzio, prima che Hermione riprendesse a parlare.

-Non mi chiedi come mi sono innamorata di te?- scherzò girando la testa per poter vedere in volto il ragazzo.

Draco ghignò.- E’ piuttosto scontato mezzosangue…tutta Hogwarts è pazza di me, tu l’hai solo scoperto in ritardo.-

Hermione mise su il broncio e si rivoltò dall’altra parte.- megalomane!-borbottò seccata, abbastanza forte da farsi sentire.

Il biondo ghignò di nuovo.- Beh, non è forse la verità? Non essere almeno un po’ megalomane è impossibile se si è me…-

La riccia questa volta non rispose neppure, anzi, spostò la testa dal caldo petto del ragazzo e la poggiò la sul cuscino, dandogli la schiena.

-Ehi!-brontolò Draco, guardandola fintamente scocciato. Si sentiva strano: era da tanto che non scherzava così, e non era da lui. Di solito era sempre scostante e stronzo, ma non si doveva preoccupare, sapeva che la stronzaggine era ancora dentro lui, forse ora si stava solo prendendo una pausa.

-Dai!- provò a dire, per farsi “perdonare”.- Approfitta del fatto che oggi mi sento più buono: chiedimi qualcosa.-

-Qualcosa eh?- Accettò la riccia senza però voltarsi. - Beh, allora ti farò una sola domanda: non ti ha fatto schifo stare con una come me?- il tono sembrava scherzoso, ma in realtà la domanda era molto seria. Fu per questo che Draco rispose invece di mandarla a quel paese e voltarsi anche lui dall’altra parte.- Tempo fa pensavo che mi avrebbe schifato…anzi, non ci pensavo proprio a questa possibilità, però, ora come ora…no, non mi fa schifo.-

-E perché?-

Draco sospirò, senza farle notare che questa sarebbe stata una seconda domanda. –Non lo so.- mentì. Mentendo a sé stesso più ancora che a lei. Era convinto che questa risposta l’avrebbe fatta arrabbiare, invece Hermione si voltò di nuovo, guardandolo negli occhi.

-Anche a me sembra strano essere qui con te…in questo modo.- ammise arrossendo appena.- Beh, più che altro una volta mi sarebbe sembrato assurdo e…e disgustoso certo.-

-Ti sembro disgustoso?- si offese Draco.

La grifondoro sorrise.- No ovviamente, ma fino a qualche tempo fa…diciamo che ricambiavo esattamente i tuoi sentimenti.-

-E come fai a sapere quali erano i miei sentimenti?-

Hermione gli lanciò un’occhiata scettica.- devo sul serio risponderti?-

-Va bene, va bene, ho capito.- si arrese il biondo.

In quel momento Hermione sbadigliò.

-Lo sai che non ti capisco, mezzosangue? Stai crepando di sonno ma non hai nessuna intenzione di arrenderti e dormire.-

- Mai arrendersi, Malfoy.-sorrise la riccia.- E’ la prima regola che mi ha insegnato…beh,Harry.- aggiunse un po’ più tristemente. Draco si irrigidì nel sentire quel nome. Seguì un instante di silenzio prima che qualcuno riprendesse a parlare.

-Lascia fare a me una domanda, mezzosangue…-cominciò Draco, con un tono che pareva alquanto teso e scocciato.- Bacia almeno bene quel pidocchio sfregiato?-

Hermione alzò appena la testa, per vedere se stesse scherzando ma vide subito che non era così: Draco era più serio che mai.

-Draco…-sospirò la ragazza.- Lo vuoi sapere davvero?-

-Sì.- sputò impaziente il serpeverde.

-Non lo so…non me ne sono praticamente resa conto…era tutto così confuso e…orribile…-rispose, con le lacrime che minacciavano nuovamente di scendere.

Questo sarebbe stato il momento giusto per scusarsi, Draco se ne rendeva conto, ma invece rispose con un:- Non è bravo neanche a scegliere il momento giusto…-. Sembrava soddisfatto.

La riccia sospirò:- stronzo.-

-Dormi.- ridacchiò Draco stringendole una spalla.

-Non ho sonno…-

-Ma per piacere!-esclamò lui.

Effettivamente, per quanto si sforzò di tenere gli occhi aperti, dopo due minuti la ragazza era profondamente addormentata, e qualche minuto più tardi, anche il suo compagno cadde tra le braccia di Morfeo.

 

Hermione si svegliò perché moriva di sete. Si sentiva stretta in un modo soffocante, ma le ci vollero pochi istanti per capire il motivo. - Draco…-sussurrò cercando di diminuire la stretta del ragazzo, che però, non appena lei si mosse, la strinse più forte.     

-Draco, dai, devo alzarmi!- il biondo mugugnò qualcosa nel sonno, ma non si mosse.

-Ahia, dai!- si lamentò a bassa voce. - Non scappo mica! Devo solo andare in bagno-.

A quelle parole il serpeverde allentò un po’ la presa, giusto quel poco che le permettesse di liberarsi, ma allo stesso tempo, quelle poche parole ricordarono alla ragazza che alle cinque e mezza doveva trovarsi nell’atrio.

-Cazzo!- imprecò.

-Modera i termini mezzosangue.- bofonchiò divertito Draco con la bocca sul cuscino.

-Dormi.- ordinò lei mentre cercava un orologio sulla scrivania. Finalmente lo trovò: le quattro e tre quarti.

Tirò un sospiro di sollievo, e riappoggiò l’oggetto sulla superficie del tavolo. Si portò una mano alla testa. Le faceva male in un modo terribile ed era stanca morta, eppure non poteva più permettersi di dormire; solo allora si ricordò del perché si fosse alzata, e si diresse in bagno a bere e a sciacquarsi il viso con acqua gelata per svegliarsi. Quando tornò nella stanza, rabbrividì: si gelava.

Osservò attentamente il corpo del ragazzo a letto: il petto che si alzava e si riabbassava regolarmente, il volto apparentemente pacifico e appena appena arrossato per essere stato schiacciato sul cuscino. A quella vista le si strinse il cuore e le si appannò la vista: come potevano obbligarla a lasciarlo? Era il primo dei suoi pensieri quando si svegliava, e l’ultimo quando si addormentava…

Sospirò nuovamente, e si diresse verso il letto: aveva ancora qualche minuto da passare con lui e non l’avrebbe perso così.

Si stese e tirò su le coperte. Avrebbe chiuso più che volentieri gli occhi, ma sapeva di non poterlo fare, così continuò ad osservare ogni più piccolo particolare del ragazzo che amava, per imprimerselo nella mente; il braccio di Draco si poggiò svogliatamente sulla sua schiena nuda. Rimasero così per diversi minuti, ma poi la ragazza si rese conto di non potersi trattenere più a lungo; oltretutto doveva andarsene prima che lui si svegliasse, o non sarebbe più stata capace di abbandonarlo. Sospirò e si sfilò da sotto il caldo abbraccio del biondo. Si alzò lentamente, consapevole che era l’ultima volta che si sarebbe svegliata in quella stanza, ed iniziò a cercare gli indumenti sul pavimento. Si vestì rapida e diede una sistemata ai ricci ribelli, poi ricontrollò l’ora: cinque e dieci. Ok, doveva uscire. Si diresse alla porta, e fece per abbassare la maniglia, subito però ci ripensò e tornò vicino a Draco.

-Ti amo.- sussurrò prima di dargli un bacio delicato sulle labbra. A quel punto però dovette fuggire dalla stanza e frenare le lacrime.

 

Draco sentì qualcosa di caldo sulle labbra e sorrise nel sonno, poi però tornò il freddo. Sentì un suono attutito, sembrava una porta che si chiudeva… Sbuffò e si girò dall’altra parte. Tastò la parte del letto vicina, ancora calda e…vuota?

Il ragazzo si svegliò del tutto. Si tirò su di scatto e strizzò gli occhi alla ricerca della ragazza, ma non vide niente. –Mezzosangue?- chiamò cercandola, ma non ottenne alcun risposta. Anche il bagno era vuoto.

Il serpeverde fece un passo, ma calpestò qualcosa. –Che cazzo…?- Era il suo orologio. Guardò l’ora: -Cinque e undici…- Perché quell’ora non lo convinceva? Ci pensò su un momento, poi capì.

-Brutta schifosa mezzosangue!-esclamò furioso mentre raccoglieva da terra i vestiti rimanenti e si accingeva a fondarsi fuori dalla porta. Ben presto il ritratto di Salazar si chiuse alle sue spalle, e Draco iniziò a correre.   

 

 

Hermione camminava lungo il corridoio, cercava nella borsa un fazzoletto, per asciugarsi gli occhi umidi. Nel cercare, tastò una piccola e fredda boccetta, e non riuscendo a ricordare cosa fosse, abbassò lo sguardo, e allora capì:- Oh maledizio…!- esclamò tirando fuori l’unica pianta che avrebbe potuto curare la paralisi di Harry: uno degli ultimi esemplari presenti al mondo che aveva trovato in una grotta del lago nero. Doveva assolutamente darla a Draco! Forse era ancora in tempo per tornare indietro e lasciare un biglietto a Draco.

Nello stesso istante in cui si voltò, una voce le giunse alle orecchie: -Non osare fare un altro passo, mezzosangue!-

-Draco!- esclamò lei correndogli in contro. Questo confuse un po’ il serpeverde, ma non sbollì la sua ira.

-Mi vuoi spiegare che hai intenzione di fare?!-

-Non c’è tempo.- lo freddò la ragazza, prendendogli una mano per dargli la pianta. Draco però le prese entrambi i polsi in una stretta:- Mi vuoi rispondere o no?-

Hermione lo ignorò e prese a spiegargli:- Devi mettere questa pianta nella pozione curativa per Harry. Serve a…-

-Lo so a cosa serve, ma tu ora rispondi!- chiarì il biondo prendendole le spalle e puntandole gli occhi nei suoi.

-Draco…non dovresti saperlo…-

-Rispondi per la miseria!-

-Ci…ci portano via.- balbettò lei osservando la sua reazione.- Portano in campi di sterminio tutti i mezzosangue.- aggiunse vedendo la sua espressione confusa.- E’ come nella seconda guerra mondiale babbana, Draco…-

-No.- disse semplicemente lui.

-Sì invece, è esattamente quello che faranno.-

-Tutti gli impuri si affrettino nell’atrio. I mezzosangue in una fila separata.- annunciò un altoparlante sopra le loro teste.

-Hai sentito?- chiese con voce tremante la riccia, guardando il biondo negli occhi.

-Intendevo dire che tu non ci andrai.- proclamò serio il serpeverde.

-Come?- chiese la ragazza guardandolo scuotendo la testa.

-Non lo so ancora.-

-Tutti gli impuri nell’atrio, è un ordine.-

Hermione strinse gli occhi.- Devo andare.-

-No!- esclamò Draco serio.

-Tutti gli impuri nell’atrio.-

-Ommioddio!- gridò la ragazza presa dal panico.- ommioddio…-ripeté, stringendosi a lui.- Ho paura!-

-Hermione, cosa devo fare?- chiese disperato il biondo.

-Non puoi fare nulla.- scosse il capo lei.

-Ripetiamo: gli impuri nell’atrio, i mezzosangue creino una fila a parte.-

- Vorrei morire ora, vicino a te.-

-Non dire così, maledizione!- gridò lui stringendola più forte.

-Ti prego: salvati almeno tu, e…l’apix! Trova la cura. E ricordati di aggiungere la pianta per Harry e…-

-Smettila!-urlò il ragazzo, sentendosi maledettamente impotente. Poi fu più forte di lui, e la baciò con tutta la passione che aveva in corpo, come non l’aveva baciata neppure la sera prima; i due si strinsero con la forza della disperazione, e avrebbero voluto che quel momento durasse per sempre. Un rumore di passi li fece staccare appena in tempo.

-Bravo nipotino, ne hai trovata una.- ridacchiò Bellatrix non appena li vide.- Questi vermi tendono a scappare…-

Draco guardò spaesato prima la zia, poi Hermione, cercando disperatamente una soluzione.

-Mollami, razza di mangiamorte!- recitò perfettamente Hermione, staccandosi dalla stretta con un enorme peso sul cuore. – So raggiungere da sola l’atrio.- sibilò poi, rivolta alla donna.

-Ragazzina impertinente!- sputò Bellatrix furiosa, sguainando la bacchetta. Solo poi si calmò.- Ti risparmio la vita solo perché così la perderai in modo molto più doloroso.-

Hermione si voltò in tempo per vedere che Draco stava tirando a sua volta fuori la bacchetta. Lo fermò con uno sguardo supplicante.

-Muoviti!- ordinò la mangiamorte tirando l’ex Grifondoro per la veste.

Il cuore di entrambi i ragazzi stava per scoppiare tanto che sembrava dovesse fermarsi da un momento all’altro.

Prima di sparire dietro l’angolo, Hermione riuscì a voltarsi un’ultima volta, sulle sue labbra un unico sussurro.- Ti amo Draco.-

 

 

 

Spazio Autrice:

 

Ciao bellissima gente!!!! Come va? Immagino vogliate trucidarmi, e di sicuro mai nessuna trucidazione sarebbe più giusta di questa, però… ebbene sì, cè un però: forse non giustifica del tutto due mesi di attesa, ma almeno in parte sì: come potranno assicurarvi due mie carissime amiche che mi seguono, mi sono trasferita. E’ stato un periodo di cacca, se posso dire, tra scatole, scatoloni, litigi vari, internet che andava a singhiozzo, (e i miei tipici momenti di blocco dello scrittore XD)…e sapete il peggio? Il periodo non è ancora del tutto finito, ma vi prometto che mi impegnerò tantissimo per evitarvi un’altra attesa così lunga, sempre se siete ancora disponibili a leggere la mia storia dopo tutto questo tempo…

Ve lo giuro, mi vergogno da morire: in tutto 106 recensioni, con una media di 5-6 per capitolo, e nonostante ciò vi ho fatto questo…

E’ per questo motivo che mi sono impegnata ancor di più su questo cappy, che come avrete visto, è il più lungo che io abbia mai scritto. Non so se questo sia un bene o un male: vi verrà l’indigestione di me, come chi non mangia da giorni e poi  è costretto a divorare da solo una montagna di roba per compensare, comunque non me la sentivo di dividere di nuovo il capitolo in due.

“Sprofondare, nell’oscurità” mi ha dato molto, tra cui future soddisfazioni (spero) e fatica,  ma ora è qui, tutto per voi.

Voglio farvi sapere che tengo molto a questa storia (anche se effettivamente potrebbe non sembrarlo), ma ancor più alle recensioni, che mi danno un motivo per continuare. Mi farebbe davvero comodo dire “ o recensite, o smetto di scrivere”, ma giuro che non lo farò. 1-perché non è giusto per voi, che dovete sentirvi liberi nell’esprimere o no la vostra opinione. 2-perché come ho già detto, tengo troppo a questa storia.

 

Spero di ritrovare le persone che ho brutalmente abbandonato, e trovare ovviamente il loro perdono. Posso capire anche chi non ne vorrà sapere più nulla di “Draco&Hermione: love in agrodolce”, (in effetti il titolo non ha poi così tanto senso, ma a me piace da morire XD), ma allo stesso tempo tengo le dita incrociate perché anche questi mi perdonino almeno in parte.

 

Vi abbraccio tutti, lasciandovi ancora una volta in un punto cruciale della storia: un momento tragico e terribile che però ho cercato di riempire di emozioni, ( speriamo che almeno questa spremuta sia buona XD)

 

Ciao, e scusate per il disagio.

 

Vi voglio bene!!!!

 

p.s: un’unica cosa: stanno per venir trattati argomenti che riprendono parte della nostra storia del ‘900: la seconda guerra mondiale. Non voglio essere irrispettosa, e perciò vi dico fin d’ora che questa non è una parodia o una presa in giro di ciò che è accaduto. Gli argomenti sono solo uno sfondo di spunto, ma è giusto sapere cosa sia realmente successo neanche un secolo fa.

 

Spazio Recensioni:

 

jennybrava: Ciao tesoro!!! Vi ho fatto aspettare di nuovo eh? Che vergogna, sigh! Cmq chi ha fatto un trasloco può capirmi XD!!!
Soni al settimo cielo per averti trasmesso i miei stessi momenti preferiti dello scorso cappy: questo per una scrittrice è strafondamentale e bellissimo XD!!!

Bel paragone Ginny e Bella eh? Sì, l’ispirazione mi è venuta mentre scrivevo, che ci vuoi fare? Mi è sembrato di vederle vicine e così ho dovuto scriverlo!!! Scusa ancora per l’attesa, giuro ke due mesi di attesa non ci saranno più. Spero di sentirti ancora nonostante tutto. Ciaoooo!!!

barbarak: Ciaoooo!!!! Come va? Sono felice che la ribellione ti sia piaciuta, nonostante come avevo già detto, non fosse tanto d’azione. Questo cappy si è fatto attendere, ma è molto importante, come avrai potuto vedere. Mi scuso anche con te per l’interminabile attesa, ma spero di averti un po’ incuriosito, abbastanza almeno da non farti scappare XD! Ginny è odiosa, vero? In questo capitolo poi ha strisciato proprio sul fondo, ma che ci vuoi fare? La odio troppo per farla tornare misericordiosamente buona. Fammi sapere cosa ne pensi se ne hai voglia, mi farebbe tantissimo piacere risentirti!

Iside91: Ciao!!! Come io e te già sapevamo, sta arrivando il momento parallelo tra la triste realtà di anni passati e la nostra storia!!!! Tengo a precisare, ragazzi, che la mia Isy aveva capito subito tutto XD!!!

Grazie per tutti i complimenti, soprattutto perché sento che è ciò che pensi davvero, in effetti anche io non ci ho mai capito molto di tecniche militari…ma perché raccontar balle se sei stata così sincera…Ecco: non ci capisco niente, è per questo che ero preoccupata!!! Grazie a te mi sento un po’ più sicura e soddisfatta, dopotutto efp è un sito che mi ha fatto crescere, e se lo ha fatto è stato grazie a persone come te.

Spero di aver continuato a farti piacere la Ron-Luna, visto che le ho dato una bella spinta avanti, ma ora ho paura di aver distrutto tutto…tu che ne dici?

Harry, Harry, Harry…un’altra sfiga per il nostro amato ragazzo ( e perché definirlo bambino ora? XD) sopravvissuto…non ci voleva proprio eh? In quanto a Ginny…lieta che ti sia piaciuta! Anche se non piaciuta come persona ovviamente…e a chi può piacere una persona così viscida?XD

Infine per la Dramione ( adoro questa coppia!!!) spero di non aver esagerato in “Sprofondare, nell’oscurità”, ma da una parte ammetto di esserne orgogliosa.

Il Fuhrer sta entrando sempre più nella sua parte eh? E non è ancora niente…XD

Voglio porgere anche a te le mie scuse…sorry, davvero, non so neanche io come ho fatto a starci 2 mesi!!! Non dovrebbe più succedere però XD Spero continuerai a seguirmi, è davvero bellissimo avere una come te a seguirmi!!!
P.s: sei mai stata in Egitto tu? Io no, ma mi piacerebbe molto. Bacioni tesoroooooo!!!

Ivy o_O: Oh mio Dio!!! Davvero ti sei iscritta per recensire la mia storia? Che cariiiina che sei!!! Grazie!!! XD A maggior ragione mi inginocchio per scusarmi…dovreste inseguirmi coi forconi per questo ritardo mostruoso…GrazieGrazie!!!!

kayak chan:  Scuuusa tesoro!!! Io appello e invece dovreste farlo voi a me, per darmi una mossa, ma come ho già detto, il trasloco mi ha creato un bel po’ di ritardo…vabby, nella speranza di perdono, non posso fare altro che ringraziarti, ringraziarti e straringraziarti per le splendide parole!!! Grazie anche di aver notato la confusione dell’ultima parte, resa apposta, come ti sei accorta, per farci vedere cosa sentivano davvero i personaggi.

Scusa per questa mia nuova carognata, prima Silente, ora la deportazione…ma sono sicura che sta vota dovrai aspettare di meno, certo, dipende tutto da me, ed è per questo che ce la metterò tutta: per te e per quelli che come te si sono affezionati ai miei personaggi ed alla storia. Ti voglio bene, sul serio!!!

Sweet_Nightmares: Occavolocavolo!!! L’amica di Ginny!!! Sofia!!! Piacere, piacere, piacere!!! Sono felicissima di averti tra i nostri! Per risponderti : no, non voglio far finir male questa storia. Certo, non sarà tutta fiori e farfalline, ma per ora non ho previsto nessun finale tragico…sono troppo Grifondoro XD!!! Spero continuerai a farmi compagnia con le tue recensioni, per ora ti saluto, scusandomi anche con te per il tremendo ritardo!!! Ciaooooo!!!

samantha: Eccomi tesoro!!! Dopo tutto questo tempo!! Ebbene sì: sono riuscita a connettermi, ci sono stata 3 ore, ma ce l’ho fatta!!! Cappy ancora più lungo…ma ti avevo avvertito no? Con te non mi scuso per il solo motivo che mi sono già scusata, e so che mi hai già perdonata, ma ti ringrazio per non aver organizzato una caccia all’autrice del ritardo (io) Coscy (sì, tu sai che è XD) mi ha tirato le orecchie per tutti i due mesi che vi ho fatto aspettare…aaaarh!!! Che vergooooogna!!! “colpa tua!” “zitta coscy!!!” eccheccavolo!!! Anche qui deve rompere XD!!!
Ebbene sì, anche i migliori sbagliano: Draco ne è la dimostrazione…però ora ce l’ha finalmente fatta no XD? Davvero ti è piaciuto Ronny? Wow, questo sì che è un complimento…sono riuscita a fartelo piacere anche se so quanto ti sembri toposo? Wow!!! XDXD!!! Oooops! Parlato troppo? Beh, ma tanto nessuno legge ringraziamento per ringraziamento…vero? XD Perdooono!!!
Ti voglio bene…e risponderò, recensirò!!! Lo giuro!!! Appena possooooo!!!!

p.s: perché hai cambiato nick? Era carino BabySancomunque mi piace molto il tuo nome, quindi nulla da dire, solo curiosità.

Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

Lady Lunanera: Tu ti scusi per il lieve ritardo per recensire, ma io ho ben più scuse da farti…missà che ora sono in debito: sei in diritto a fare tutti i ritardi che ti va, anche se spero di sentirti al più presto! E’ stata una vera sorpresa la recensione della tua amica Sofia, all’inizio pensavo fossi tu, ma poi mi sono ricordata che non era più il tuo nickname…XD che testolina che sono!!! XD

Davvero non avevi mai pensato a Ron e Luna insieme? Io ho pensato a tutte le coppie che poteva formare Ron…mi bastava che fosse libera Herm…ma poi ho scoperto che Lunetta sta proprio bene col nostro bambinone!!! Sono contenta siano piaciuti anche a te!!!

Scusa per Ginny, ma ormai te lo aspettavi che sarebbe stata lei la pietra dello scandalo…giuro che “ fatti e personaggi sono inventati, qualunque  riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale” XD Eppoi tu sei la mia Princy!!!

Ti adoro anche ioooooooooooooooo!!!

Panty96: Ehi ciao bella fanciulla sconosciuta!!! Beh, ora ci conosciamo però!!! Piacere!!! Sono felice di avere una nuova recensionista, ti adoro di già!!! Pfff!!! Mi hai fatto morir dal ridere: Tenerona di casa Modena? Hahaha!! Ben le sta a Ginny…mio fratello è praticamente drogato di teneroni…XD (sì, lo so: non c’entra un tubo!!!) Sei molto simpatica, e mi farebbe davvero piacere poterti risentire…che te ne pareva questo cappy? Mi raccomando: crudeltà XD! Scusa se non ho aggiornato esattamente presto…come sto ripetendo da almeno mezzora me ne vergogno da morire!!! Spero almeno che questa lezione mi serva a non fare mai più una cosa del genere!!!
Grazie per i complimenti e per aver definito “diversa” la mia storia. E’ molto importante per me, soprattutto considerando che le storie di HarryPotter sono le più numerose. Graziee!!! Besitos anche a te XD

EmoGirl91: Rieccomi dopo molto più di “tanto tempo”!!! spero potrai perdonarmi XD

Eh…penso a tutto io!!! XD…no, non è vero: Elisa me l’ero quasi scordata (quasi) poi ho riletto tutto per cavarmi dai problemi e…oplà XD Comunque mi spiace per lei, ma era una vittima indispensabile…Herm è Herm!!! Sì: faccio preferenze XD

So cosa intendi quando dici di non poterne più di Pansy…ma come hai fatto notare, è indispensabile!!! Certo, io almeno posso alternarla con Ginny…ehi! Potrebbero diventare amiche!!!

Salutami tanto Tanny, se la senti, spero vada tutto bene…comunque non ha proprio nulla da farsi perdonare: deve prendersi tutto il tempo che le serve, ed il discorso vale anche per te!!! Fai pure con calma dolcezza!!!

 

Hayley Black: Un saluto anche a te!! Sono davvero contenta di vedere qualche nome nuovo!!! Di solito non mi aspetto nuove recensioni sul prologo, invece…grazie!!! Spero ti piaccia la storia, e come si stanno evolvendo le cose…Ciao!!!

 

 

Un saluto speciale a Peach_93: non ho potuto aspettarti, scusa, comunque ti volevo salutare perché sei la prima vera recensionista di questa storia, che quindi ti deve molto. Spero di risentirti presto, altrimenti ciao comunque. T.V.B tesoro!!!

 

 

 

       Spazio Avvertenze:

Un’unica cosa: stanno per venir trattati argomenti che riprendono parte della nostra storia del ‘900: la seconda guerra mondiale. Non voglio essere irrispettosa, e perciò vi dico fin d’ora che questa non è una parodia o una presa in giro di ciò che è accaduto. Gli argomenti sono solo uno sfondo di spunto, ma è giusto sapere cosa sia realmente successo neanche un secolo fa.

L’idea non è nata così: la storia si è sviluppata pian piano. All’inizio non era previsto neppure il morbo, ma poiché i capitoli sono cresciuti con me e sono uno specchio di ciò che ho pian piano vissuto o approfondito, ora la trama l’ho fissata nella mia testa e non dovrebbero esserci grandi modifiche.

 

La prima parte della storia terminerà tra non troppi capitoli ( dipende da come saprò renderli) ne assicuro almeno altri 5 per ora.

Draco&Hermione, love in agrodolce 2, o vedrò come chiamarlo, arriverà normalmente come se fosse un normale nuovo capitolo.

Per ora comunque non dobbiamo preoccuparci.

 

Spero di aver chiarito i vostri dubbi. A presto!!!

 

Ultima cosa:

 

Ragazzi, Ragazze, volevo solo chiedervi una cosa: pensavo che potrei farmi un contatto su facebook per tenervi aggiornati su questa storia, ma solo se vi interessa…Vi interessa? Intendo dire: in questo modo potrei avvertirvi dei ritardi, darvi piccoli assaggi dei nuovi capitoli…cose così XD!

Certo, sarebbe un po’ un’impresa: io e fb non andiamo tanto d’accordo…(sono un po’ impedita ad usarlo XD), ma se è per voi…questo ed altro.

 

Fatemi sapere okay?

 

 

 

Baci!!!

 

 

 

FairyDream

 

  
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