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Autore: WhereIsMyMind    11/11/2010    5 recensioni
Frutto di una collaborazione tra barbydowney e WhereIsMyMind.
"Matt sapeva chi era quel ragazzo, andava al suo stesso liceo, e anche se era di un anno più grande, frequentavano lo stesso anno. Si chiamava Dominic Howard." (tratto dal prologo della fanfiction)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qui. Ci scusiamo per l’enorme ritardo! Come sempre ringraziamo chi segue questa fan fiction e chi lascia puntualmente delle recensioni:

BJgirl: non siamo cattive...è Matt che è cattivo!! xD ma poi ha saputo come rimediare ♥
MuseLover: felici di averti in pugno!!! xD La nonna...eh la nonna è sempre la nonna!! =)
_DyingAtheist: ci siamo commosse anche noi nell'ultima scena!! *_* cmq...figurati, il plurale, non c'è problema!! =)
Lilla Wright: barbydowney sta facendo lo stesso con il tomo di Sherlock Holmes! =) già, come si fa a non amare Matt?? xD
idiotofsuburbia: benvenuta!! =) ti ringraziamo tanto per i complimenti! cmq non è ancora detta l'ultima parola...vediamo come si comporterà Dom... *si tappano la bocca x non spoilerare*
Deathnotegintama: grazie mille per tutti i complimenti, che in questo caso vanno tutti a WhereIsMyMind! =) Matt fa tenerezza...e Dom è semplicemente stupendo!

CAPITOLO 2

Dominic era comodamente svaccato sul divano della loro piccola sala prove. Guardava Matt fare su e giù, con la chitarra ancora appesa al collo. Era circa mezz’ora che si subiva questa scena, e si era voluto mettere comodo, osservando il suo migliore amico.
Matt era in uno stato ormai quasi isterico, si torceva le mani, balbettava, chiaramente in difficoltà sull’argomento che voleva esporre al suo migliore amico.
Dominic dopo un po’ però si stufò, anche perché era curioso di sapere cosa l’amico avesse di tanto importante da dirgli.
Così si tirò su a sedere e, senza tante cerimonie, gli disse: “Matt smettila immediatamente di andare avanti e indietro! Mi stai facendo venire mal di testa. Cos’è che mi devi dire?”

Matt lo guardò di sotto in su, spalancando i suoi due fanali blu elettrico. Si fissarono per un lungo istante, poi il chitarrista distolse lo sguardo, facendolo vagare sul soffitto, verso le finestre, gli strumenti, il divano, qualsiasi cosa insomma che non fosse Dom.
“Dobbiamo cercarci un bassista.”

Dominic si alzò in piedi, stringendo un po’ i pugni, cercando di controllare il respiro che accelerava; gli capitava sempre, tutte le volte che Matt insisteva nella sua idea di introdurre qualcun altro nella loro band. Ne avevano già discusso, e i loro discorsi finivano sempre nella stessa identica maniera: entrambi accantonavano l’idea, faceva troppo male.
Matt però ora sembrava risoluto, e Dominic sapeva che il loro gruppo non sarebbe sopravvissuto tanto a lungo. Sapeva che Matt aveva perfettamente ragione, non si poteva formare un gruppo rock solo con due membri, uno alla chitarra e uno alla batteria. I tempi non erano maturi per fare questo.

Spiazzando l’amico, ma soprattutto se stesso, Dominic parlò, con voce calma e misurata. “Hai ragione Matt.”
Detto questo si voltò e si diresse verso la porta, abbattuto.
Matt, alle sue spalle, non era messo molto meglio, ma prima che l’amico si chiudesse la porta alle spalle, gli urlò: “Dovremmo fare dei provini. Ci penso io a mettere gli annunci, ok?”
Dominic si limitò ad alzare un braccio, in segno di assenso.

La verità è che erano entrambi spaventati a morte di quello che avrebbe potuto comportare nel loro rapporto, aggiungere un altro membro al loro gruppo.
Matt era incredibilmente geloso del rapporto che aveva con Dominic, si poteva dire quasi che fosse egoista, dal momento che pretendeva che le attenzioni dell’amico fossero rivolte a lui soltanto; e per di più era invidioso se lui rivolgeva le sue attenzioni a qualcun altro.
Lo stesso si poteva dire per Dominic. Sapeva che il carattere di Matt era volubile, e aveva timore che, incontrando un altro ragazzo, lo avrebbe abbandonato per il ‘giocattolo nuovo’.

Se però volevano davvero fondare un gruppo, suonare, diventare famosi, avevano bisogno di un bassista, e lo sapevano entrambi.
Avevano quindi messo da parte tutte le loro angosce, per uno scopo più alto.
Anche se questo aveva significato soffrire.

*

Matt ridacchiava, tenendo la sua tazza di tè bollente tra le mani. Dominic invece era estremamente stressato, privo di qualsiasi voglia di vedere un altro provino.
Erano settimane ormai che cercavano un nuovo membro da aggiungere alla band, ma tutti i ragazzi che avevano visto non erano piaciuti, a nessuno dei due.
In effetti non è che questi poverini fossero messi molto a loro agio. Matt faceva di tutto per metterli in difficoltà, proponendo pezzi difficilissimi, destreggiandosi in riff straordinari, seguito a ruota da Dom, che non ne poteva proprio fare a meno.
Sotto sotto si stava divertendo anche lui.

Tutto quello d’altronde era un modo del loro subconscio per venire a galla, e il loro subconscio diceva loro che non volevano assolutamente che qualcun altro si aggiungesse al loro duo.

“Matt, io sono stanco morto. Ti prego, basta, ne cercheremo altri domani.”
L’amico lo fissò negli occhi, intenerendosi all’istante. Dom aveva gli occhi arrossati, e si massaggiava le mani, spostandosi di tanto in tanto i capelli sudati dalla fronte. Era stanco, si vedeva lontano un miglio.
Gli venne spontaneo sorridergli, e venne subito ricambiato dal largo sorriso di risposta dell’altro.
Distolse per forza lo sguardo da lui, altrimenti sarebbe stato ore a guardarlo.
“Sì, andiamo a casa va!”
Si alzò in piedi, finendo di bere il suo the e posando la chitarra nella custodia.

“Scusate, è qui che si fa il provino per bassista?”
Matt e Dom si girarono di scatto, verso la fonte di quella voce bassa e potente. Ai loro occhi si stagliò l’immagine di un ragazzone alto, grosso, ma con lo sguardo buono.
“Voi siete Matthew e Dominic, immagino.”

“Sì, sì siamo noi. E tu sei?”
“Christopher Wolstenholme, ma potete chiamarmi Chris.” E si avvicinò stringendo la mano a Matt, e poi a Dom. “Stavate andando via?”
Dominic annuì, ma Matt era rimasto incantato a guardare negli occhi il nuovo arrivato.
Chris però non si lasciò distrarre dalle reazioni di quei due scriccioli, così continuò col suo discorso. “Io suono la batteria,” Dom strabuzzò gli occhi, diventando paonazzo, “ma sono deciso a imparare a suonare il basso.”
Una strana luce animava i suoi occhi, e ne rimasero entrambi molto colpiti.
Decisero di fargli fare il provino.
*

“Allora, che ne pensi?” gli occhi di Matt brillavano di felicità, quelli di Dom un po’ meno, anche se doveva ammettere di essere rimasto esterrefatto dalla prova di Chris.
Per tutta la durata del provino Matt aveva fatto di tutto per mettere in difficoltà il povero ragazzo che ora li stava aspettando di là, smanioso di sapere come fosse andato.
Inutile dire che Chris si era dimostrato all’altezza della situazione.
“Penso sia il migliore che abbiamo visto finora.” Fu costretto ad ammettere il batterista.
Matt gli mise un braccio intorno alle spalle, facendo un po’ di pressione per costringere l’altro ad avvicinarsi a lui. “Sono d’accordo con te. Basta provini?”
La vicinanza con il corpo di Matt, i suoi occhi da bambino colmi di felicità e speranza, il suo stesso desiderio di voler fondare un nuovo gruppo con Chris ebbero la meglio sulle paure di Dom, che così accettò, senza alcuna remora.

Andarono nell’altra stanza, e sorridendo diedero la buona notizia a Chris, che li stritolò in un abbraccio spezza-ossa, a cui ben presto si sarebbero abituati.
Dominic si scusò per essere stato un po’ stronzo all’inizio, ma Chris gli disse che neanche ci aveva fatto caso; poi cominciarono a parlare di batterie, e così Matt ebbe una scusa per levarsi di torno, senza neanche essere visto.
Le sue peggiori paure sembravano si stessere avverando.

Rimasti soli, Chris si sedette sul divanetto, chiudendo gli occhi e abbandonando la testa sullo schienale. Dom gli si sedette accanto, in silenzio.

“Sai, tutte le persone che avevano fatto il provino, e tutti i miei amici mi avevano detto che suonare con voi due è impossibile.”
“Come mai?” chiese Dom incuriosito, guardandolo in faccia.
Chris aprì gli occhi e li puntò in quelli del suo nuovo amico.
“Per il feeling che c’è tra voi due. È strano, quasi innaturale. Non so se ve ne rendete conto, o se è una cosa che si aggiunge con anni di pratica e di conoscenza, ma quando voi due suonate, sembrate una cosa sola, quasi come se un filo invisibile collegasse le vostre mani, le tue sulla batteria, e le sue sulla chitarra; ed entrare in questa sintonia, non è affatto semplice.”
Dom rimase estremamente colpito dal discorso di Chris; gli stava sempre più simpatico.

“Ora devo andare, scusami.” Chris si alzò dal divano, dirigendosi verso la porta. “Ci vediamo domani, ok? Saluta Matt.”
“Ok ciao.”

Dom si stese sul divano, ripensando alle parole di Chris, mentre un sorriso gli si dipingeva sulle labbra.
Era contento che la sintonia tra se stesso e Matt si notasse, che esistesse. Non se l’era solo immaginata, esisteva davvero, ed era forte.
A proposito, dov’era Matt?
Si alzò dal divano, e uscì dalla loro sala prove. Si mise a cercarlo in lungo e in largo, ma non lo trovò da nessuna parte. Si diresse senza pensarci verso il Den.
E lo scorse, seduto per terra sotto un albero, le ginocchia rannicchiate al petto e la testa posata sopra. Non c’era nessuno, era completamente solo; fissava il sole tramontare da dietro gli alberi.
Dominic gli si avvicinò dal lato, così che Matt non riuscisse a vederlo, deciso a fargli uno scherzo; ma non appena fu abbastanza vicino da vederlo bene in volto, si accorse che una lacrima solitaria gli scorreva lungo una guancia.

Dominic si bloccò, trattenendo il respiro. Non aveva mai visto Matt piangere, rendendosi così vulnerabile. Non poté fare a meno di sedersi di fianco a lui e cingergli un fianco con un braccio.
Matt sussultò quando sentì qualcuno stringerlo, ma poi l’odore inconfondibile della pelle di Dom raggiunse le sue narici.
Voleva chiudere gli occhi, abbandonarsi alla stanchezza e alle sensazioni. Ma rimase a fissare il sole tramontare, in silenzio, imitato dal suo migliore amico.

Dopo un po’ di tempo, Dom prese la parola. “Chris mi ha detto una cosa strana.”
“Cosa?”
“Che è difficile suonare con noi, perché siamo così affiatati che è difficile inserirsi nella nostra sintonia.”
“Beh, è una bella cosa, no?”
“È una bella cosa.” Sussurrò il biondo.

“Dom, ho paura.”
“Di cosa?”
Matt si divincolò, sgusciando via dal suo abbraccio, restando però seduto di fianco a lui. “Che tutto tra noi possa cambiare; che tu possa abbandonarmi, cominciando a stare solo più con Chris, senza curarti di me. Come prima.”
Sentire queste parole fu per Dom un pugno allo stomaco, ma allo stesso tempo una cosa meravigliosa.
Era stupendo sapere che l’amico aveva le stesse paure che non gli davano pace, e si diede dell’idiota per aver, inconsciamente, lasciato solo Matthew in un momento tanto delicato.
“Mi dispiace Matt. Per quanto le mie parole possano valere, sappi che tu per me sarai sempre il migliore, il mio migliore amico, la persona più speciale che io conosca e che mai entrerà nella mia vita. Non ti abbandonerò, stai tranquillo.”
Matt alzò il volto verso di lui, posandogli una mano sulla guancia.
“Grazie.”

Dom si sentì avvampare, Matt la mano andare a fuoco. Si alzò di scatto in piedi, e cominciò a correre giù per il prato.
“Corri Dominic, vediamo chi arriva prima a casa mia!”
Il batterista si alzò in piedi e, ancora piuttosto rintronato, cominciò a correre, raggiungendo Matt in poco tempo.
Le loro risate si perdevano nella sera appena cominciata.

  
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