Ciao. Come promesso, in questo capitolo: inzio ad introdurre i Sun's Knights. Spero vi piaccia.
Prima
di presentare il capitolo c'è una cosa che voglio dirvi:
commentate. Finora sono stato paziente ed ho aspettato, senza
risultati.
Non mi direte mica che vi danneggia scrivere una semplice riga. Voglio
sapere cosa pensate di questa storia e se avete qualche consiglio, non
voglioo indovinare i vostri pensieri.
Detto questo, vi auguro una buona lettura.
Passarono alcuni giorni. Nick
tentò diverse volte di
entrare in contatto con il suo angelo custode, senza riuscirci. Ogni
viaggio
nel suo subconscio risultava un buco nell’acqua.
La sua mente era stranamente divisa
in due parti: una
parte era un mondo simile a quello in cui viveva, mentre
l’altra era un
labirinto pieno di porte che contenevano segreti e ricordi appartenenti
ad
un’altra vita.
Per il giovane era impossibile orientarsi là dentro:
ad ogni porta che apriva, ne trovava altre ed altre ancora.
Cosa significasse quella strana ripartizione era un
mistero a cui il giovane non era ancora riuscito
a dare risposta.
Decise di tornare nel Fantasy e chiedere consiglio a
Merlin.
Giunto al castello si diresse nella
parte più alta,
verso la torre principale, in cui il mago aveva dimora.
Con suo rammarico, Merlin non c’era; lo stesso valeva
per Armor King e gli altri soleani.
Mentre stava scendendo la scalinata della torre, fu
chiamato da una voce familiare.
“Ciao Nick. Bentornato!” disse Anemone.
“Ciao Anemone! È bello rivederti”
rispose Nick.
La ragazza dagli occhi smeraldo si avvicinò a lui e lo
abbracciò.
Dopo l’abbraccio gli chiese: “Come mai sei venuto
qui?”
“Stavo cercando Merlin.
Avevo una cosa molto
importante da chiedergli. Ma non lo trovo da nessuna parte”.
“E’ naturale che non riesci a trovarlo:
è partito insieme
ad Armor King e Luce proprio stamattina”.
“Partiti” disse Nick stupito “E dove sono
andati?”
“Sul Sole. Sono stati
chiamati da re Alan per una
questione urgente. Se tutto va bene torneranno fra qualche
giorno”.
“Capisco” disse Nick “Chissà
com’è il Sole. Sarebbe
bellissimo andarci”.
“Ma tu puoi” gli disse la ragazza
“Ricordati che sei
un soleano e, cosa più importante, sei il figlio del re del
pianeta. Verresti subito
accolto”.
“Già” disse sognante il giovane.
“Ma, se sono stati
chiamati per motivi importanti, dubito che Merlin potrà
ascoltarmi. Inoltre ci
sono alcune questioni da risolvere prima.
Credo che per oggi lascerò perdere”.
“Ti riferisci ai generali infernali?”.
“ Si. Proprio a loro.” disse Nick “A
proposito. Che
fine hanno fatto gli altri?”
“Sono in
missione” rispose Anemone “Persino re Galax
non è disponibile. Questo è un periodo al quanto
impegnativo. Anche io ho delle
cose da fare. Stavo proprio uscendo”.
“Davvero” disse Nick imbarazzato “Allora
non ti trattengo
oltre. Vai pure.
Ci vediamo in un’altra occasione. Salutami tutti”.
“Sicuro” disse la ragazza “Ciao ci
vediamo” e corse
via.
Il giovane sospirò.
Aveva scelto proprio il momento
sbagliato per andare a fare visita ai suoi compagni. Le domande su Alan
avrebbero dovuto aspettare.
“Sembra proprio che oggi non sia stato il tuo giorno
fortunato, vero?” disse una voce in lontananza.
Nick si voltò.
Da un angolo apparve un uomo alto
vestito con abiti
signorili e grigi, portava un sottile bastone da passeggio e aveva un
viso
giovane e bello, ma gli occhi erano
privi di luce.
“Dorian Gray” disse Nick “Era da un pezzo che non la vedevo
signore”.
“Vero!” disse gentilmente Dorian “A
quanto pare sono
l’unico tuo maestro che oggi non si è
volatilizzato nel nulla. Ma dimmi: qual
buon vento ti riporta qui a Fantasy?”
“Non sono cose che la riguardano maestro” disse
riluttante
il giovane. La parola maestro gli era uscita forzatamente.
“Quanto sei gentile, ragazzo” disse Gray senza
scomporsi. “Dopo tutto quello che ho fatto per te, mi tratti
ancora così? Non
ti fidi di me?”
“Non è questo.” disse il giovane
“In qualunque caso
quello che ero venuto a chiedere era una cosa a cui solo Merlin poteva
rispondere. Ora, se volete scusarmi, devo tornare nella mia dimensione.
Arrivederci.”
“Arrivederci” rispose Dorian “Torna a
trovarmi, quando
puoi sono a tua disposizione”.
Nick non rispose e si incamminò verso le scale,
desiderando solo allontanarsi il più possibile da
quell’uomo.
Ma da dove derivava quel dissapore?
Per capirlo è necessario fare qualche passo indietro a
prima della sconfitta di Abominon.
Nick aveva conosciuto Dorian il giorno dopo il suo
ritorno dalla foresta del pensiero. Aveva sentito dire che il gentleman
inglese
era un abilissimo spadaccino, la cui abilità superava quella
dei migliori
maestri. Inoltre si diceva fosse immortale.
Dorian lo aveva fatto lavorare a ritmi impossibili e
folli. Ma non erano gli allenamenti a cui si era sottoposto che avevano
reso il
giovane sospettoso, bensì il comportamento ambiguo che aveva
avuto.
Quello strano comportamento non era reso evidente agli
altri, i quali non sapevano nemmeno molto sul suo conto.
Nick aveva deciso allora di tenerlo d’occhio per
scoprire il suo segreto e, con grande sgomento, aveva scoperto una cosa
orrenda: Dorian Gray non aveva un’anima.
Essa era stata imprigionata in un dipinto che lo
raffigurava.: invecchiando al posto suo e ricevendo tutti i danni
causati in
combattimento.
La cosa non avrebbe dovuto sorprendere il giovane,
visto che aveva letto il libro e quindi conosceva la storia. In
qualsiasi caso,
Dorian nascondeva qualcosa.
Per questo motivo, era sempre controllato e, per
maggior sicurezza, il suo dipinto era stato sequestrato e portato i un
luogo segreto,
tutt’ora tale.
Nick si era sempre chiesto perché non lo avessero
semplicemente distrutto, ma se Galax aveva deciso così, non
poteva fare altro
che essere d’accordo, sperando di non pentirsene.
Fatta questa breve e sintetica
spiegazione, torniamo
alla narrazione.
Il giovane scese velocemente le
scale e giunse al
portone, poi si librò in volo verso il cielo, salutato da
tutti gli abitanti.
Prima di andarsene, decise di fare una capatina nel
suo luogo preferito: quindi si diresse all’altopiano in cui
si trovava il suo
albero dei pensieri.
Forse lì avrebbe trovato una risposta pensò.
Quando giunse lì, il giovane respirò
l’aria di quel
luogo, rievocando i ricordi legati a quel luogo. Riaperti gli occhi, si
diresse
verso il suo albero: diventato ancora più rigoglioso.
Nick poggiò la mano sinistra sul segno lasciato molto
tempo prima dal suo alter ego e sorrise.
Chiuse gli occhi e cercò di entrare in contatto con la
pianta, dicendogli: “Mio albero del pensiero. Ho bisogno di
sapere. Ti prego:
mostrami la risposta e colma i miei dubbi”.
La sua mente fu percorsa da immagini di ricordi che
gli mostravano sprazzi di eventi rinchiusi nelle porte chiuse della sua
mente.
Alla fine vide una porta illuminarsi.
Quando i suoi occhi si furono
abituati alla luce, si rese
conto di tessere in una sala immensa, piena di ritratti e tende che
coprivano
il muro. Il pavimento era ricoperto da un lungo tappeto azzurro che
andava
verso il fondo.
Il giovane vi si diresse. Lì, ad aspettarlo
c’erano
tre donne che indossavano delle armature d’argento su cui
erano raffigurati dei
draghi dorati.
Vicino a loro c’era anche Alan che lo osservava
silenzioso e imperscrutabile.
Il giovane giunse davanti a loro e, sorridendo, disse:
“Ti ho trovato Alan”.
“La verità è che io ti ho permesso di
trovarmi” rispose
l’angelo.
“E’ finalmente
giunto principe Nick” disse una delle
donne.
“Scusate” disse Nick “Ma voi chi
siete?”
Le tre donne abbassarono la testa come se colpite da
un macigno.
“Scusatemi.
Probabilmente vi conosco, però.. ecco”
cominciò a dire imbarazzato
“Non riesci a ricordarle vero?” disse Alan.
Nick annuì imbarazzato.
Alan continuò:
“Non c’è da stupirsi se non ti ricordi
di loro. Loro sono le tre custodi dei sacri amuleti del Sole. Sono il
principio
dei Sun’s Warriors di cui tu sei membro.
A pensarci bene, non le hai mai viste realmente.
Perché non vi presentate?”
La prima che aveva parlato si
alzò e fece un inchino:
“Salve a te Nick. Io sono Malys e sono la speranza, radiosa
ed ardente come il
fuoco” i suoi capelli erano rossi, proprio come il fuoco.
Quella alla sua destra si alzò: “Salve a te. Io
sono
Beryl e sono la luce che da la vita e il coraggio” i suoi
capelli erano biondi.
L’ultima di loro si inchinò: “Salve a te
Nick. Io sono
Sable e sono la
stella che brilla nella
notte come la giustizia brilla nella corruzione” i suoi
capelli erano neri con
tratti dorati.
“Ma certo. Ora ho
capito!” disse Nick “Voi eravate le
creature che il mio alter ego della dimensione N incontrò
agli inizi della sua
storia.
Da quello che mi aveva detto: eravate state liberate
dal vostro vincolo dopo il ritorno del suo gruppo. Siete andate nel
mondo degli
spiriti se non sbaglio”.
“E’ così” disse Malys
“Lì siamo state purificate dalla
forma in cui eravamo imprigionate e rese libere”.
“Ma il nostro compito non era ancora finito” disse
Beryl “Finché ci saranno altri Sun’s
Warriors da risvegliare non potremo avere
la pace tanto desiderata”.
“E questo andrà avanti fino alla fine
del’oscurità
vera” concluse Sable.
“Capisco!” disse Nick “Quindi siete
costrette a
restare in questo mondo a causa mia. Mi dispiace di avervi causato
questo
problema”.
“Non devi preoccuparti Nick” lo
rassicurò Malys
“Eravamo consce che il nostro compito sarebbe stato
arduo”.
“Abbiamo accettato questa condizione” disse Beryl.
“Siamo disposte a rimanere qui anche per
l’eternità,
se questo servisse a concludere lo scopo che i grandi antenati si sono
prefissi
agli inizi dei tempi.” terminò Sable.
“Beh!” esclamò Nick
“Farò in modo che sia l’ultima
volta: è una promessa”.
“Attento alle promesse che fai Nick.” Lo riprese
Alan
“Un soleano del tuo rango la mantiene sempre”.
“Lo so Alan” rispose Nick .
“Ora che ti sei chiarito, devi tornare nel tuo mondo.
Ci sono molte cose che devi fare”.
“Aspetta!” lo
interruppe Nick “Io ero venuto qui per
cercarti e chiederti delle cose”.
“Avrai risposta a tutte le domande a tempo debito”
continuò Alan fermo “Ora che mi hai trovato,
potrai accedere a questo luogo
quando lo vorrai.
Adesso è tempo che tu torni a casa.
Ma prima che tu te ne vada ti do un consiglio:
riunisci i Sun’s Knights e gli altri Sun’s
Warriors. Per trovarli segui il tuo
istinto. Devi addestrarli e prepararli al conflitto finale, ancora
molto
lontano, ma inesorabile.
Torna alla dimensione in cui hai sconfitto Hao e costruisci
il gruppo più potente e numeroso che sia mai esistito. Buona
fortuna”.
“Buona fortuna Nick” risposero in coro le tre
custodi.
La sala si allontanò e
la porta si chiuse.
Nick aprì gli occhi ansimante.
Si guardò
intorno: il tempo era rimasto immutato all’esterno, non era
passato nemmeno un
minuto dal suo viaggio interiore. Ma quell’esperienza gli
aveva indicato i
passi da percorrere.
Nick toccò il suo albero un ultima volta e poi prese
il volo ed attraversò il portale che lo ricondusse nella sua
dimensione.
Tornato nel suo appartamento, il
giovane fece un
inventario di tutto quello che gli servisse, raccolse il tutto in uno
zaino e
lo mise nel suo porta tutto.
Fatto questo, si assicurò che tutto fosse in ordine e,
alla fine, aprì un altro portale che lo portò
nella dimensione in cui avrebbe
trovato molti compagni.
Giunto nella dimensione I.N.A.,
Nick accese il suo
navigatore per localizzare uno dei posti in cui era sicuro di trovare
potenziali alleati. Si accorse di trovarsi nuovamente
nel territorio del Villaggio della
Foglia e, da quello che percepiva, c’era molto movimento in
quel momento.
Il giovane cercò l’energia interiore
dell’unico ninja
che avesse incontrato al momento, ossia Shikamaru.
Quando l’ebbe
localizzato, volò rapidamente verso la
sua direzione: il ragazzo era in guai seri.
In quel momento, il giovane ninja stava combattendo,
insieme ai suoi compagni di gruppo, contro due colossi al quanto
arrabbiati.
Al momento i tre erano riusciti a bloccarli,
combinando le loro tecniche migliori, ma ormai erano al limite.
Percepiva, inoltre, un’altra grande forza che si stava
dirigendo verso di loro per soccorrerli, ma, da come si stavano
mettendo le
cose, non avrebbe fatto in tempo.
In quel momento, i due energumeni
ruppero la presa e
si apprestarono ad attaccarli, ma furono fermati dall’arrivo
del giovane, che
si frappose tra loro e i tre ninja esausti.
Shikamaru, spalancò gli occhi nel vedere di nuovo lo
strano essere che, esattamente, come quella volta, era apparso dal
nulla salvandolo.
“Ma tu guarda!” disse Nick ironico
“Sembra sia destino
che ti debba salvare la pelle ogni volta che ci incontriamo. Come va
Shikamaru?”.
Il giovane ninja sorrise amaramente: “Potrebbe andare
meglio. A quanto pare sei tornato, come avevi promesso”.
“Già!” rispose Nick “E questa
volta resterò. Farei
volentieri la conoscenza dei tuoi compagni, ma non credo sia il momento
ideale”.
“E tu chi sei?” chiese uno dei due giganti.
“Chiunque sia, non ha importanza. Vero fratello?”
disse l’altro , praticamente identico a lui, solo poco
più basso.
“Hai ragione fratello. Ehi tu ragazzino, togliti di
mezzo oppure dovremo farti un po’
male”.
Nick li osservò
attentamente: i due erano molto alti,
di carnagione scura, con capelli castani legati da un codino alto e
avevano un
sorriso bambinesco. Erano i fratelli Vento e Fulmine, evasi dal carcere
di
massima sicurezza e manipolati facilmente da Mizuki: a causa della loro
ingenuità.
Nick sorrise: “Giusto per curiosità:
perché ce l’avete
con loro?”
I due giganti alzarono la testa stupiti. Vento chiese
al fratello: “Giusto. Perché li vogliamo prendere
a pugni. Te lo ricordi
fratello?”
Fulmine si grattò la guancia e, dopo “averci
pensato”
disse: “Non me lo ricordo.”
Una goccia scese dalla testa di
Nick che pensava solo
una parola per descriverli: “Cerebrolesi”.
Poi Fulmine appoggiò il pugno destro sul palmo della
mano: “Ora mi ricordo. Ci hanno fatto scappare il moccioso
che, facendoci
giocare a super-nascondino, ci ha fatto perdere la merenda”.
“Hai ragione fratello, tu si che sei intelligente.”
Disse Vento. Poi si voltò verso uno sconvolto Nick e gli
disse sorridente: “Hai
capito perché. Ora spostati se non vuoi farti la
“bua””.
Il giovane sorrise forzatamente a quell’ingenuità
e rispose:
“No ragazzoni! Anzi vi invito ad arrendervi, altrimenti
sarò io a farvi molto
male”.
“E’ forse impazzito quel tipo?” disse
Choji Akimichi,
il migliore amico di Shikamaru.
“Io direi che è fichissimo!” disse Ino
Yamanacha,
unico membro femminile del gruppo e alquanto isterica.
“Fidatevi” disse il giovane Nara “Non
è un avversario
che quei due possono battere”.
I due fratelli, sentito il discorso
dei tre compagni
si lanciarono furiosi verso il giovane.
I loro pugni furono fermati dalle mani del giovane che
disse: “Tutto qui?”
Al giovane bastò una leggera spinta in avanti per
scaraventare i due a venti metri di distanza.
I tre videro stupiti la scena, completamente
ammutoliti.
I due energumeni si alzarono doloranti, ma ancora
interi e più arrabbiati, fecero esplodere la loro energia,
piegando il suolo
sotto i loro piedi.
Il giovane non si scompose: “Volete una prova di
forza? Molto bene!” e sorrise.
Un istante dopo, la terra intera
cominciò a tremare
come scossa da un terremoto. L’aria intorno al giovane si
elettrificò e i suoi
occhi, anche se calmi, sprigionavano una forza da
far tremare chiunque.
La giovane Ino guardava Nick stupita: “Oh cavolo! Non
ho mai percepito un chakra simile. È così grande
da squarciare il cielo.
Shikamaru, perché non me lo hai presentato prima?”
Il giovane Nara non riusciva a parlare. Era
concentrato sullo spettacolo che aveva davanti.
Il giovane si avvicinò
ai due giganti che lo
guardavano terrorizzati.
I due si inginocchiarono davanti a lui chiedendogli:
“Ci dispiace. Per favore non ci fare male”.
“Ci dispiace? Non ci fare male?!” ripeté
Nick freddo
“Sapete che cosa vi dico?”
I tre ragazzi sudavano freddo al
pensiero di ciò che
stava per succedere.
Le mani del giovane toccarono le
spalle
di entrambi: “Vi bastava dire solo “ci
arrendiamo”” disse Nick sorridente.
I giganti e i tre giovani ninja caddero a terra con
gli occhi sgranati e la bocca aperta.
Nick, nel vedere la scena che aveva creato, scoppiò a
ridere.
Tra una risata e l’altra disse: “Pensavate davvero
che
avrei ucciso due ingenuotti come loro. Non sono il tipo”.
“Accidenti”
gridò Ino isterica “Ci hai fatto
prendere un colpo. Ed io che pensavo di svenire”.
Nick, ripresosi, le rispose: “Non era mia intenzione far
svenire una dolce fanciulla dai capelli splendenti più
dell’oro e dagli occhi color
del cielo”.
La ragazza cambiò subito espressione, diventando rossa
e ammaliata dallo sguardo dello straniero che li aveva salvati.
“Femmine!” esclamò Shikamaru
“Si lasciano ammaliare
con parole così semplici.”
Sul ramo dell’albero indicato era in piedi una donna
bionda e con occhi castano rossiccio, con un fisico da far girare la
testa a
qualsiasi uomo che non la conoscesse. Altri non era che Tsunade, il
quinto
Hokage del villaggio della Foglia, uno dei tre ninja supremi,
nonché una donna
dal carattere al quanto irascibile.
“A quanto sembra sono stata preceduta!” disse
Tsunade
“Ti ringrazio per aver salvato questi giovani ninja del mio
villaggio. Ora, per
favore, fatti da parte.”
La giovane donna si avvicinò ai due giganti tremanti e
disse: “Vento, Fulmine, ne è passato di tempo.
Ora mi chiedo che cosa ci fate voi due qui?” e, senza
nemmeno farli rispondere, li sfiorò con gli indici,
facendoli volare di una
decina di metri.
I tre giovani ninja rimasero stupiti, mentre Nick non
si scompose.
I due giganti piangevano dicendo: “Ci dispiace! Ci
dispiace!”.
In pochi minuti i due raccontarono
a Tsunade tutto
quello che sapevano: rivelando che Mizuki li aveva convinti
all’evasione e promesso
di dar loro tanto cibo.
Mentre Tsunade li sgridava, come una madre fa con i
figli monelli, Nick ne approfittò per presentarsi ai
compagni di Shikamaru,
dando loro le pillole di Amor.
Ino era ammaliata da lui: la sua faccia era tutta
rossa ed era in contrasto con i suoi capelli biondo chiaro, legati da
un
fermaglio. Vestiva in viola con abiti alla moda.
Choji sorrideva compiaciuto dalla forza del nuovo
amico. Era un ragazzo obeso (Tratto
che
non bisognava mai accennare in sua presenza), con capelli castano
chiaro e
vestito con una maglietta verde.
Shikamaru era serio e guardava Nick intensamente.
Aveva i capelli scuri legati
da una coda
alta ed era vestito con un uniforme verde scuro; ciò che
più risaltava di lui
era lo sguardo, sempre attento ad ogni particolare.
Nick sapeva bene che questi si
stava chiedendo quando
si sarebbe presentato completamente.
Nel frattempo Tsunade aveva lasciato andare via i due
fratelli che stavano correndo verso il penitenziario per “non
perdersi la cena”.
La donna si voltò poi verso Nick dicendogli: “A
quanto
pare hai fatto colpo su di loro. Vuoi dirmi chi sei?”
“Certamente signorina” disse Nick rispettosamente
“Il
mio nome è Nicola, ma gli amici mi chiamano Nick.
Fate lo stesso anche voi”.
Tsunade sorrise compiaciuta:
“È un piacere
conoscerti. Io sono Tsunade Senjiu, Hokage del villaggio della Foglia.
Ora Nick, come mai ti trovi qui?”.
Nick sorrise: “Le spiegazioni a dopo. Se non sbaglio
avete una situazione di emergenza e credo che una mano in
più vi farà comodo.
Dovremmo andare a dare una mano ai vostri compagni. Con permesso, vi
precedo”.
Senza aspettare la risposta, volò via, lasciando tutti
inebetiti.
In pochi secondi raggiunse il luogo
dello scontro e
vide che ormai tutto si era concluso: Naruto aveva appena colpito
Mizuki con un
rasengan che, dopo un piccolo volo, era finito a terra e non riusciva
più ad
alzarsi.
“Niente male
ragazzo. Lo hai davvero demolito!” disse Nick quando fu
atterrato.
“Cheeee! E tu chi accidenti sei? Come fai a
volare?”
disse il giovane ninja.
“Io sono Nick. Molto piacere. A quanto sembra non
avevi bisogno di me per sistemare questo tipo” disse Nick.
In quel momento il corpo di Mizuki, simile a quello di
una tigre, divenne grigio e scheletrico.
“Ma cosa è successo?” chiese Naruto.
“Direi che ha subito gli effetti collaterali della
formula che ha ingerito:” rispose Iruka Umino, primo maestro
di Naruto e uomo
dalla grande saggezza.
“E’ tutta colpa tua moccioso. Hai distrutto il
corpo
che mi aveva dato Orochimaru.” Rantolò Mizuki.
“Naruto non
c’entra niente. La colpa è stata tua”
rispose la voce di Tsunade appena arrivata e leggermente ansimante.
“La formula
che hai ingerito non era stata sperimentata e tu ti sei lasciato
tentare da
Orochimaru. Ringrazia il cielo che sei ancora vivo.”
“Però. Sei davvero veloce!” commento
Nick.
“Beh! Non quanto te. E’difficile che una ragazzino
riesca a battermi in velocità” rispose Tsunade.
“Ehi Nonna Tsunade! Tu conosci questo tipo?” disse
Naruto col suo solito tono alto.
“Naruto! Non chiamare così il quinto Hokage. Abbi
un
po’ di rispetto!” esclamò Iruka.
Ormai il sole stava tramontando e
la squadra medica
aveva raggiunto il luogo dello scontro, eliminato la formula e prestato
le
prime cure mediche.
Tutto andava come era stato ordinato, ma una cosa non
quadrava: la presenza di un ragazzo dai tratti occidentali, apparso
all’improvviso e ammantato da un velo di mistero.
“Allora! Vuoi dirci chi sei?” gli chiese Tsunade.
“Tranquilli, mi presenterò come si deve. Ma
preferirei
farlo davanti a tutti quanti. Solo allora vi dirò
tutto” rispose Nick.
“Io sono L’Hokage del villaggio della Foglia e ti
ordino di dirmi chi sei!” disse Tsunade innervosita.
“E allora?” rispose semplicemente il giovane.
Questa fu la goccia che fece
traboccare il vaso. La donna
si lanciò verso il giovane
e sferrò un
potente pugno, che fu parato dal giovane con un dito.
Tutti i presenti rimasero senza fiato, tutti tranne
Shikamaru, per niente sorpreso.
“Sei davvero forte amico” disse il giovane Nara
“Ho l’impressione
che, se lo volessi, potresti scaraventare la nostra Hokage
dall’altra parte del
globo, se non oltre, vero?”
“Bella pensata” commentò Nick
“Ma non sono il tipo che
picchia le donne. Per questo mi sto trattenendo.”
“Che gentilezza!” esclamò la diretta
interessata “Sono
colpita”.
La donna si ricompose:
“Shikamaru, tu lo conosci?”.
“L’ho incontrato nella missione precedente.
L’ho anche
menzionato nel rapporto” rispose il chunin.
Tsunade spalancò gli occhi mentre riportava alla mente
ciò che aveva letto nel rapporto: si trovava davanti ad un
essere simile ad un
rapace e si chiedeva che cosa fosse nuovamente venuto a fare
lì.
“Avrai le tue risposte Principessa Tsunade” le
disse
Nick sorridente “Ma prima ho una richiesta da farti. Devi
convocare tutti i
ninja del villaggio della Foglia e poi vi spiegherò
tutto”.
“D’accordo!” rispose lei.
Mentre tornavano al villaggio i
giovani ninja fecero
un sacco di domande a Nick, il quale rispose loro :
“Tutto a tempo
debito”.
Nel frattempo il sole stava tramontando lasciando un
spazio alla luna, che inevitabilmente, avrebbe restituito il cielo alla
stella
che ora tramontava.
Mentre vedeva il tramonto, il giovane pensava che avrebbe
vissuto in quei luoghi per molto tempo: e sapeva che avrebbe dovuto
lavorare
moltissimo per preparare quei ragazzini a qualcosa che nemmeno
immaginavano.
Nel
prossimo capitolo: fanno la loro apparizione i Sun's Knights di Konoha.
Per sapere chi sono non perdetevi il prossimo capitolo.
Alla prossima