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Autore: Haibara Stark    12/12/2010    6 recensioni
Sentii distintamente il suono delle ossa che scricchiolavano,mischiato al suono delle urla di quello che,un attimo prima,mi era parso l’essere più temibile che avessi mai visto.
E ciò mi preoccupava ancora di più. [...] « C- cosa…cosa stai facendo? » La risposta mi arrivò pronta e decisa nell’attimo in cui sentii i suoi denti affondare nella mia carne.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Walking in an Alternate Universe.'
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Delle voci indistinte echeggiavano nel vuoto. Tutto intorno era buio.
Un dolore fortissimo andava estendendosi dalla nuca a tutto il resto del cranio,battendo al ritmo regolare del cuore e bruciandomi i pensieri sul nascere.
Le punte dei piedi strusciavano sul pavimento,mentre due braccia mi tenevano su per le ascelle,trascinandomi. Poi il pavimento venne a mancare e in men che non si dica piombai al suolo,riprendendo pienamente conoscenza.
Qualcuno rise e una porta si chiuse pesantemente alle mie spalle.
Sbattei le palpebre più volte,cercando di adattarmi alla poca luce che filtrava da un punto indistinto della cella. Mi misi a carponi,aspettando che la testa smettesse di girare e che il sangue smettesse di pulsarmi nelle orecchie in quella maniera assordante. Non ottenni nessuna delle due cose.

« Devi essere implicato in un affare molto importante…per trovarti qui »

Sussultai leggermente nell’ udire quelle parole. Non mi aspettavo che potesse esserci qualcun altro. Alzai lo sguardo,alla ricerca della fonte.
Le forme davanti a me si mostravano indistinte – dovevo aver preso proprio una bella botta! – ma ben presto riuscii a mettere a fuoco l’uomo che si trovava dal lato opposto al mio.
Era seduto a terra – una gamba distesa ed una piegata verso il petto. I capelli biondi erano pettinati in modo impeccabile,come usava negli anni sessanta,e luccicavano appena nel lieve riflesso della luce. Il suo sguardo era puntato su di me,ma non tradiva alcuna emozione. Dal canto mio,provavo una sensazione strana. Era come se già lo conoscessi. Era così familiare. Poi,dopo qualche minuto in cui restammo a fissarci,riacquistai un po’ di lucidità. E fu all’ora che mi resi conto di chi avevo davanti.

« Michael? »

Azzardai,con voce roca.
Lui alzò un sopracciglio,inclinando la testa – nello stesso modo in cui lo faceva Jude – e scrutandomi.

« Ci conosciamo? »

Ridacchiai,per poi scoppiare in una risata isterica,di quelle che solo i pazzi o gli psicopatici – o i pazzi psicopatici – sono capaci di fare,piegandomi letteralmente in due ed iniziando a battere palmi e pugni a terra.

« Non posso crederci…Ah - ha! »
« Magari se mi dici cosa c’è di tanto esilarante possiamo ridere insieme »

Rialzai lo sguardo su di lui,continuando a sorridere,constatando che mi stava guardando come se fossi realmente da internare – e probabilmente lo ero – ma la sua voce era rimasta incolore,come se infondo non gli importasse più di tanto di trovarsi a tu per tu con un folle.

« Tu…Tu sei Michael! »

Dissi indicandolo,per marcare le parole.

« Si sono Michael. Questo lo avevamo già capito. E tu sei? »
« Robert! Io – io sono Robert! Sono un amico di Jude! »

Si staccò dal muro,l’espressione attenta e vigile.

«Jude? »

Annuii con vigore.
Fu il suo turno di ridere.

« E’ impossibile! Jude non ha amici! »
« So che può sembrare assurdo…Ma è realmente così. E stavamo cercando te! »
« Mio caro ragazzo credo che tu abbia battuto la testa troppo forte »

Mi misi seduto e gli raccontai tutto. Di quando c’eravamo incontrati la prima volta nel vicolo. Dei battibecchi. Di Johnny e Keira. Di cosa era successo a Christopher dopo il nostro incontro con Gerard. Degli indizi che avevo trovato… Raccontai ogni minimo particolare – beh,non che avevamo fatto sesso,quello no - per convincerlo che ciò che stavo dicendo era vero. Accennai anche alla sua storia – la sua e di Jude .
Lui rimase in silenzio,ad ascoltare,tradendo ogni tanto qualche espressione di meraviglia e perplessità.

« Incredibile »

Soffiò alla fine.

« Chi l’avrebbe mai detto? Judie che è venuto a cercarmi e per di più con un amico »

Sorrise.

« Suona tutto così strano. »
« Capisco bene cosa intendi »
« Posso farti una domanda,Robert? »
« Certamente »
« Dopo tutto quello che ti ha fatto passare…perché sei rimasto? »

Trasalii.
Perché ero rimasto? Bella domanda.
Non lo sapevo nemmeno io. O meglio,lo sapevo,ma non volevo ammetterlo a me stesso.
Ingoiai a vuoto,sbattendo nervosamente le palpebre.
Ad ogni battito di ciglia potevo vedere il suo volto,ogni sua più piccola espressione.
Mi parve di riudire ogni suo respiro mentre mi baciava e mi faceva suo. Di risentire la voglia estrema con cui avevo bramato quelle labbra,quelle mani su di me. La delusione che avevo provato quando avevo scoperto di essere solo il suo giocattolo. La paura di perderlo,in quel vicolo,quando mi aveva detto di andarmene,e che ancora bruciava viva dentro di me. Era una paura insistente,che non voleva dissolversi e che mi faceva tremare al pensiero di non vederlo più. Di non averlo più.
La verità era che…

« Credo di essermi innamorato di Jude »

Lo dissi così,senza pensare. Mi uscì flebile dalle labbra,come se fosse il segreto più prezioso. La rivelazione più importante. Rivelazione che in realtà facevo per la prima volta anche a me stesso.
Lo amavo.
Che colpo basso mi aveva tirato la Vita! Mi aveva fatto innamorare dell’unico vampiro che non avrebbe mai potuto ricambiare. Ma non sarei mai riuscito a volere altro se non lui,neanche se mi avesse respinto per l’eternità.

« Ti dirò una cosa »

Alzai lo sguardo,che avevo inconsciamente abbassato,su di lui,che mi sorrideva come avrebbe fatto un padre.

« Se Jude ha permesso che restassi,significa che tiene molto a te. Sei speciale »


« Questo significa che sei speciale,Rob »*

« Non mi hai detto però come sei finito qua dentro »

Fu come risvegliarsi da uno stato di trans. Come se mi avesse lanciato addosso dell’acqua gelata.
Già,non gliel’avevo detto. Probabilmente perché il mio subconscio avrebbe preferito eliminare il ricordo di Jude placcato sull’asfalto da quello schifoso di Gerard.
Rabbrividii.

« Lo hanno catturato…»

Michael sgranò gli occhi.

« E sono intenzionato a liberarlo »

 Rise amaramente.

«E come farai?Non c’è bisogno che ti rammenti che siamo bloccati qua dentro »

Mi guardai intorno per la prima volta da quando ero arrivato lì.
Era un’enorme stanzone,completamente deserto e privo di aperture,ad eccezione della porta blindata da cui ero arrivato e una finestra ad una considerevole altezza. Tutto sembrava essere stato realizzato a prova di fuga. Tutto realizzato a prova di vampiro.

 
…i vampiri possono saltare per tre metri in altezza e se trovi l’appiglio giusto – anche solamente un muro – puoi arrivare ad altezze smisurate!**

« Le hai già provate tutte? »

Chiesi alzandomi e continuando a guardare verso il soffitto.

« In verità non ho mai provato a scappare »
« Dici sul serio?! »
« A cosa sarebbe servito? Ralph non può uccidermi finché non avrà avuto la formula e tentare di fuggire sarebbe stato solo uno spreco di tempo e forze »
« Beh. Ora siamo in due,giusto? Tentar non nuoce »

Misi le mani sui fianchi,tornando con lo sguardo su di lui.

« Anche perché dopo tutti i bastoni tra le ruote che gli ha messo,non so quanto Ralph possa essere magnanimo con Jude. »

Continuò a guardarmi,senza veramente farlo. Stava ponderando seriamente la mia proposta.

 « Bene »

Si alzò a sua volta.

« Facciamolo! »

Batté le mani una volta e mi venne incontro.

« Qual è il piano? »
« Non ho un piano »
« Non hai un piano? »
« No,non ce l’ho! Sai com’è mi hanno dato una mazzata in testa! »

Sbuffò.

« L’unica cosa certa è che la nostra unica via di fuga è lassù »

Indicai la finestra.

« E’ troppo in alto,non ce la faremo mai! »
« Un amico una volta mi ha detto che con la giusta spinta i vampiri posso arrivare ovunque… »
« Capisco dove vuoi andare a parare »

Gli sorrisi.

« Ci stai? »
« Beh,cosa abbiamo da perdere in fondo? »

Come terminò la frase,il suo volto si adombrò. Avevamo certamente pensato la stessa cosa.
Jude. Rischiavamo di perdere Jude.

 

*

 
« Allora. Cosa hai intenzione di fare una volta uscito di qui? »

Intrecciò le dita delle mani in modo tale che potessi salirci.

« Per prima cosa vedrò di tirarti fuori di qui »

Si piegò sulle ginocchia ed io poggiai il piede destro sulle sue mani.

« Non devi preoccuparti per me. Pensa a lui »

Cercai una certa stabilità,molleggiandomi sulla gamba sinistra.

« Un aiuto in più non può far certo male »

Ghignò.

« Pronto? »
« Pronto. »
« Uno - »
« Due - »
« Tre! »

Mi slanciai verso l’alto,aiutato anche dalla spinta di Michael,andando,come previsto,incontro alla parete opposta a quella dove era situata la finestra. Appoggiai il piede sul muro,prima della collisione,e mi spinsi con tutte le mie forze verso l’apertura.
A metà del tragitto,però,iniziai a precipitare.
Atterrai,senza provocare alcun rumore,affranto da quell’evidente fallimento.
Michael mi si avvicinò.

« Infondo era solo la prima volta che tentavamo… »
« Riproviamo! »

Caddi ancora. E ancora. E poi di nuovo.
Più tentavo e più mi sembrava di allontanarmi sempre di più da quella dannata finestra.
Stavo fallendo. E questo faceva male.

« Robert. Forse hai bisogno di una pausa »
« No »

Ansimavo.

« No,riproviamo »
« Robert - »
« Ho detto riproviamo! »

Mi guardò con sguardo acquoso,rimanendo in silenzio,per poi tornare in postazione,al centro della stanza.
Al centro…
Assottigliai lo sguardo,mettendo in moto il cervello.
Chi sa,se si fosse spostato di un poco…Solo qualche passo a sinistra…

« Michael »

Gli andai incontro e,prendendolo per le spalle,lo spostai.

« Proviamo da qui »

Annuì e si mise in posizione. Poggiai il piede sui suoi palmi.

« Uno - »
« Due - »
« Tre! »

Slancio. Salto. Muro. Spinta. Finestra…
Sembrò di essere in un film. Quando mettono il rallenty,avete presente?
Era vicina… Sempre più vicina! Mancava così poco. Poi iniziai la discesa e mi trovai spalmato contro il muro sotto di essa. Cercai un appiglio,ma caddi al suolo.

« Ah – ah! Non posso crederci! Ce l’hai quasi fatta!! »

Mi corse incontro e mi aiutò ad alzarmi.

« Bravissimo Robert! Ora però sarà il caso che ti riposi almeno un poco. Se no come fai a combattere con tutti quegli energumeni là fuori? »


*

« Michael? »
« Si? »
« Perché Ralph vuole la formula? »

Me ne stavo lì,sdraiato sul pavimento,a rimuginare su questa cosa da non so quanto tempo. Era una cosa che mi ero sempre domandato,ma porre a Jude questa domanda era stato impensabile,dato che era all’oscuro di tutto,e se anche l’avesse saputo non me lo avrebbe detto.

« Vuole usarla come arma »
« Come un’arma? »

Chiesi,un po’ troppo sorpreso,tirandomi leggermente su.

« Esattamente »
« E cosa vuole farci? Ritrasformare in umani i suoi avversari? »

Risi,ironico.

« E’ proprio quello che vuole fare »
« Oh »

Quale immensa figura di merda

« Chiunque intralci la sua strada deve essere distrutto. Ma nelle altre città ci sono validi elementi forti almeno quanto lui,se non addirittura di più. E’ nei suoi interessi liberarsi di tutti coloro che sono tra lui e la conquista del pianeta »
« Un altro folle con manie di conquista,insomma..! »
« Se riuscirà ad avere la formula e a creare il siero,ci sarà poco da far battute,mio caro »
« …Scusa »

Rimasi un attimo in silenzio,osservandolo attentamente mentre fissava il vuoto davanti a se. Era visibilmente preoccupato e,probabilmente,si sentiva anche in colpa. Aveva creato lui la formula e stava mettendo in pericolo suo figlio e il resto del mondo.
Provai una fitta allo stomaco.
Non c’era un minuto in più da perdere.
Mi alzai di scatto e gli tesi una mano,meritandomi uno sguardo scettico.

« E’ giunto il momento »
 

*

 
« Ricapitoliamo: tu esci,stendi chiunque tenti di fermarti e poi vieni a prendermi »
« Riassunto molto esauriente »
« Vero? Ne sono molto orgoglioso »

Risi. Quel vampiro era straordinario.

« Pronto? »
« Sono nato pronto! »
« Perfetto! »

Contammo insieme.

Quello era esattamente il momento in cui ci sarebbe stato bene accostarci una frase del tipo “il cuore mi martellava forte nel petto,come se volesse uscire”. Ma,come sapete,io il cuore non ce l’ho,quindi niente frase ad effetto.
Posso comunque assicurarvi che ero terrorizzato. Non nel senso lato,ma dall’idea di non riuscire a varcare quella cazzo di finestra.
Dopo alcuni calcoli veloci,eravamo giunti alla conclusione che se avessimo spostato il punto di lancio di altri due passi a sinistra e uno in avanti questa volta sarei riuscito nell’intento al primo tentativo.
Tutta teoria,niente pratica. Alias,adesso ero spaventato a morte che tutto quello che avevamo studiato non fosse altro che un buco nell’acqua. Ma dovevo tentare.
Quando insieme scandimmo il numero tre,mi spinsi con tutta la forza che avevo nelle gambe. Mi sbalzai contro il muro e mi preparai a quello che sarebbe successo dopo.
Chiusi gli occhi per un attimo,mentre sferzavo l’aria e attraversavo la stanza. Quando li riaprii la finestra era proprio di fronte a me. Sorrisi.

« Si! »

Sentii urlare a Michael.

Mancava così poco…
Improvvisamente iniziai la ricaduta.

« No,no,no,no! »

Allungai un braccio,arrancando nel vuoto. E lo afferrai. Afferrai quello stramaledettofigliodiputtana di davanzale interno.
Smisi di respirare. Ce l’avevo fatta.
Iniziai a ridere,mentre mi aggrappavo anche con l’altra mano e facevo leva per arrampicarmi. Mi accoccolai in quel poco spazio e vidi che la via era bloccata da delle sbarre. Non mi ero certamente fatto un culo grosso come una casa per farmi fermare da quelle. Bastò un leggero colpo di polso per slargarle e staccarle dal muro.

« Tieni,te le regalo! »

Dissi lanciandole nella stanza. Michael doveva averle prese al volo,perché non sentii alcun suono.

« Stai attento,mi raccomando! »
« Naturalmente- »

Mi affacciai,controllando che non ci fosse nessuno,per poi lanciarmi nel vuoto.
Non riconobbi quel luogo. Dovevo trovarmi dalla parte opposta in cui mi aveva  portato Jason. Mi incamminai lungo il muro esterno,cercando un modo per rientrare,anche se l’idea di rivedere una finestra mi dava la nausea. Ma non correvo alcun rischio,dato che non ve ne era l’ombra!
Sospirai,iniziando a perdere la pazienza. Camminando,inciampai in qualcosa e dovetti trattenermi dall’imprecare in più lingue – anche se conosco solo l’inglese – perché avevo provocato un rumore infernale. Possibile che tutto fosse contro di me?!
No,affatto. Dato che ero inciampato nel catenaccio di una cantina.

Anche se non è molto consono detto da me: grazie,Dio!

Scostai le foglie che ne impedivano la vista e troncai le catene che tenevano unite le maniglie. Spalancai la porta e venni immediatamente assalito da un fortissimo odore di chiuso e da qualche bestiolina. Storsi il naso,leggermente disgustato ed entrai.
Se non fosse stato per la luce che entrava con me dalla porta principale,mi sarei ritrovato nel buio più completo. Poco male,dato che ci vedevo comunque perfettamente. Sembrava di essere in una specie di dispensa. Vi erano tantissimi scaffali pieni zeppi di contenitori in vetro.
Mano a mano che avanzavo,l’odore pregnante di chiuso andava affievolendosi,lasciando il posto ad un altro. A metà del cammino,mi bloccai. Quello che sentivo era un odore familiare. Troppo familiare. Aspirai a fondo,chiudendo gli occhi,e mi avvicinai ad uno scaffale. Rabbrividii.
L’odore dolce del sangue mi colpii in pieno,provocandomi dolorosi crampi di fame e,allo stesso tempo,un senso di nausea indescrivibile.
Girai su me stesso,guardando tutti quei contenitori,sperando di sbagliarmi. Ma non era così. Ero in una riserva di sangue.
Disgustato oltre ogni modo,annullai velocemente la distanza che mi separava dall’altra uscita. Misi una mano sulla maniglia e un orecchio sulla porta. Nessun rumore.
Aprii con cautela. Il corridoio era completamente deserto. Neanche una guardia a tenere d’occhio questo tesoro…Okay,se mi riferisco di nuovo in questo modo al sangue siete autorizzati a tirarmi dell’acqua santa!
Lasciai quel posto stomachevole per indirizzarmi in un punto in cui mi fosse possibile capire come poter tornare da Michael. Fu più facile del previsto.
Mi concentrai su suoni e odori e,come un bravo segugio,lasciai che fossero loro a guidarmi.

« Certo che quel vampirucolo è proprio un allocco »

Mi fermai. Spalle al muro,orecchie tese. Avanzai leggermente,fino ad arrivare dove svoltava il corridoio.

« Già,eh eh. Che cosa si aspettava? Di entrare qui bello bello,portarsi via il suo amichetto e di riandarsene tranquillamente? »

Erano in due. L’odore lo confermava.

« E’ un vero peccato che sia un elemento importante per il Capo. Avrei voluto avere il piacere di vederlo morire fra atroci sofferenze. Ah ah ah! »

Odore di ferro… Balestre… No,una balestra…

« Prima o poi sarai accontentato. Appena qual biondino avrà ceduto toccherà a lui… »

Chiusi gli occhi.
Era una missione suicida. Ma almeno sarei morto nel tentativo.

« Non ho mai avuto il coraggio di affrontarli. Da solo non ce l’avrei mai fatta…Ma tu…Sento che sei diverso » ***

O la va o la spacca.

 

 

 

 

 

 

Ma salveeee!
*si prepara alle scuse di prassi*
Ormai lo sapete: io non sono il tipo da aggiornamenti lampo u.u
Non posso farci niente,se c’è qualcosa che non mi torna ci rimugino sopra almeno ventimiliardi di volte prima di aggiornare. Ad esempio,sono sicura di non essermi saputa spiegare una mazza per quanto riguarda l’evasione u.u Non ho saputo fare di meglio..sono molto costernata
L
Comunque. Si sta avvicinando il momento clou della storia.
Riuscirà Robert a liberare Michael e a salvare Jude? E chi può dirlo…Ah già,io xD
Muahah…
Quest’altra volta vedrò di aggiornare più in fretta…anche se questo implica la conclusione della fan fiction D: Che tristezza ;__;
Va beh.

 

Delucidazioni:

* Citazione di Ewan nel terzo capitolo.
** Tratto sempre dal terzo capitolo.
*** Citazione di Jason del nono capitolo.

 

 

Grazie di aver letto fin qui.
Spero di non avervi deluso.

 
Vi abbraccio tutte!

  
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