Delle voci
indistinte
echeggiavano nel vuoto. Tutto intorno era buio.
Un dolore fortissimo andava
estendendosi dalla nuca a tutto il resto del cranio,battendo al ritmo
regolare
del cuore e bruciandomi i pensieri sul nascere.
Le punte dei piedi
strusciavano sul pavimento,mentre due braccia mi tenevano su per le
ascelle,trascinandomi. Poi il pavimento venne a mancare e in men che
non si
dica piombai al suolo,riprendendo pienamente conoscenza.
Qualcuno rise e una porta si
chiuse pesantemente alle mie spalle.
Sbattei le palpebre più
volte,cercando di adattarmi alla poca luce che filtrava da un punto
indistinto
della cella. Mi misi a carponi,aspettando che la testa smettesse di
girare e che
il sangue smettesse di pulsarmi nelle orecchie in quella maniera
assordante.
Non ottenni nessuna delle due cose.
Le forme davanti a me si
mostravano indistinte – dovevo aver preso proprio una bella botta! – ma
ben
presto riuscii a mettere a fuoco l’uomo che si trovava dal lato opposto
al mio.
Era seduto a terra – una
gamba distesa ed una piegata verso il petto. I capelli biondi erano
pettinati
in modo impeccabile,come usava negli anni sessanta,e luccicavano appena
nel
lieve riflesso della luce. Il suo sguardo era puntato su di me,ma non
tradiva
alcuna emozione. Dal canto mio,provavo una sensazione strana. Era come
se già
lo conoscessi. Era così familiare. Poi,dopo qualche minuto in cui
restammo a
fissarci,riacquistai un po’ di lucidità. E fu all’ora che mi resi conto
di chi
avevo davanti.
Lui alzò un sopracciglio,inclinando
la testa – nello stesso modo in cui lo faceva Jude – e scrutandomi.
« Magari se mi dici cosa c’è
di tanto esilarante possiamo ridere insieme »
« Robert! Io – io sono
Robert! Sono un amico di Jude! »
Fu il suo turno di ridere.
« So che può sembrare
assurdo…Ma è realmente così. E stavamo cercando te! »
« Mio caro ragazzo credo che
tu abbia battuto la testa troppo forte »
Lui rimase in silenzio,ad
ascoltare,tradendo ogni tanto qualche espressione di meraviglia e
perplessità.
« Capisco bene cosa intendi
»
« Posso farti una
domanda,Robert? »
« Certamente »
« Dopo tutto quello che ti ha
fatto passare…perché sei rimasto? »
Perché ero rimasto? Bella
domanda.
Non lo sapevo nemmeno io. O
meglio,lo sapevo,ma non volevo ammetterlo a me stesso.
Ingoiai a vuoto,sbattendo
nervosamente le palpebre.
Ad ogni battito di ciglia
potevo vedere il suo volto,ogni sua
più piccola espressione.
Mi parve di riudire ogni suo
respiro mentre mi baciava e mi faceva suo. Di risentire la voglia
estrema con
cui avevo bramato quelle labbra,quelle mani su di me. La delusione che
avevo
provato quando avevo scoperto di essere solo il suo giocattolo. La
paura di
perderlo,in quel vicolo,quando mi aveva detto di andarmene,e che ancora
bruciava viva dentro di me. Era una paura insistente,che non voleva
dissolversi
e che mi faceva tremare al pensiero di non vederlo più. Di non averlo più.
La verità era che…
Lo amavo.
Che colpo basso mi aveva
tirato
Già,non gliel’avevo detto.
Probabilmente perché il mio subconscio avrebbe preferito eliminare il
ricordo
di Jude placcato sull’asfalto da quello schifoso di Gerard.
Rabbrividii.
Era un’enorme
stanzone,completamente deserto e privo di aperture,ad eccezione della
porta
blindata da cui ero arrivato e una finestra ad una considerevole
altezza. Tutto
sembrava essere stato realizzato a prova di fuga. Tutto
realizzato a prova di vampiro.
…i vampiri possono saltare per tre metri in altezza e
se trovi l’appiglio giusto – anche solamente un muro – puoi arrivare ad
altezze
smisurate!**
« Dici sul serio?! »
« A cosa sarebbe servito?
Ralph non può uccidermi finché non avrà avuto la formula e tentare di
fuggire
sarebbe stato solo uno spreco di tempo e forze »
« Beh. Ora siamo in
due,giusto? Tentar non nuoce »
Si alzò a sua volta.
« Facciamolo! »
« Non ho un piano »
« Non hai un piano? »
« No,non ce l’ho! Sai com’è
mi hanno dato una mazzata in testa! »
« Un amico una volta mi ha
detto che con la giusta spinta i vampiri posso arrivare ovunque… »
« Capisco dove vuoi andare a
parare »
« Beh,cosa abbiamo da
perdere in fondo? »
Jude. Rischiavamo di
perdere Jude.
*
« Allora. Cosa hai
intenzione di fare una volta uscito di qui? »
« Pronto. »
« Uno - »
« Due - »
« Tre! »
A metà del tragitto,però,iniziai
a precipitare.
Atterrai,senza provocare alcun
rumore,affranto da quell’evidente fallimento.
Michael mi si avvicinò.
« Riproviamo! »
Più tentavo e più mi
sembrava di allontanarmi sempre di più da quella dannata finestra.
Stavo fallendo. E questo
faceva male.
« No »
« Robert - »
« Ho detto riproviamo! »
Al centro…
Assottigliai lo
sguardo,mettendo in moto il cervello.
Chi sa,se si fosse spostato
di un poco…Solo qualche passo a sinistra…
« Due - »
« Tre! »
Sembrò di essere in un film.
Quando mettono il rallenty,avete presente?
Era vicina… Sempre più
vicina! Mancava così poco. Poi iniziai la discesa e mi trovai spalmato
contro
il muro sotto di essa. Cercai un appiglio,ma caddi al suolo.
*
« Michael? »
« Si? »
« Perché Ralph vuole la
formula? »
« Come un’arma? »
« E cosa vuole farci?
Ritrasformare in umani i suoi avversari? »
« Oh »
« Un altro folle con manie
di conquista,insomma..! »
« Se riuscirà ad avere la
formula e a creare il siero,ci sarà poco da far battute,mio caro »
« …Scusa »
Provai una fitta allo
stomaco.
Non c’era un minuto in più
da perdere.
Mi alzai di scatto e gli tesi
una mano,meritandomi uno sguardo scettico.
*
« Ricapitoliamo: tu
esci,stendi chiunque tenti di fermarti e poi vieni a prendermi »
« Riassunto molto esauriente
»
« Vero? Ne sono molto
orgoglioso »
« Sono nato pronto! »
« Perfetto! »
Posso comunque assicurarvi
che ero terrorizzato. Non nel senso lato,ma dall’idea di non riuscire a
varcare
quella cazzo di finestra.
Dopo alcuni calcoli
veloci,eravamo giunti alla conclusione che se avessimo spostato il
punto di
lancio di altri due passi a sinistra e uno in avanti questa volta sarei
riuscito nell’intento al primo tentativo.
Tutta teoria,niente pratica.
Alias,adesso ero spaventato a morte che tutto quello che avevamo
studiato non
fosse altro che un buco nell’acqua. Ma dovevo tentare.
Quando insieme scandimmo il
numero tre,mi spinsi con tutta la forza che avevo nelle gambe. Mi
sbalzai
contro il muro e mi preparai a quello che sarebbe successo dopo.
Chiusi gli occhi per un
attimo,mentre sferzavo l’aria e attraversavo la stanza. Quando li
riaprii la
finestra era proprio di fronte a me. Sorrisi.
Improvvisamente iniziai la
ricaduta.
Smisi di respirare. Ce l’avevo fatta.
Iniziai a ridere,mentre mi
aggrappavo anche con l’altra mano e facevo leva per arrampicarmi. Mi
accoccolai
in quel poco spazio e vidi che la via era bloccata da delle sbarre. Non
mi ero
certamente fatto un culo grosso come una casa per farmi fermare da quelle. Bastò un leggero colpo di polso
per slargarle e staccarle dal muro.
« Naturalmente- »
Non riconobbi quel luogo.
Dovevo trovarmi dalla parte opposta in cui mi aveva
portato Jason. Mi incamminai lungo il muro
esterno,cercando un modo per rientrare,anche se l’idea di rivedere una
finestra
mi dava la nausea. Ma non correvo alcun rischio,dato che non
ve ne era l’ombra!
Sospirai,iniziando a perdere
la pazienza. Camminando,inciampai in qualcosa e dovetti trattenermi
dall’imprecare in più lingue – anche se conosco solo l’inglese – perché
avevo
provocato un rumore infernale. Possibile che tutto fosse contro di me?!
No,affatto. Dato che ero
inciampato nel catenaccio di una cantina.
Se non fosse stato per la
luce che entrava con me dalla porta principale,mi sarei ritrovato nel
buio più
completo. Poco male,dato che ci vedevo comunque perfettamente. Sembrava
di
essere in una specie di dispensa. Vi erano tantissimi scaffali pieni
zeppi di
contenitori in vetro.
Mano a mano che avanzavo,l’odore
pregnante di chiuso andava affievolendosi,lasciando il posto ad un
altro. A
metà del cammino,mi bloccai. Quello che sentivo era un odore familiare.
Troppo familiare. Aspirai a
fondo,chiudendo gli occhi,e mi avvicinai ad uno scaffale. Rabbrividii.
L’odore dolce del sangue mi
colpii in pieno,provocandomi dolorosi crampi di fame e,allo stesso
tempo,un
senso di nausea indescrivibile.
Girai su me stesso,guardando
tutti quei contenitori,sperando di sbagliarmi. Ma non era così. Ero in
una
riserva di sangue.
Disgustato oltre ogni
modo,annullai velocemente la distanza che mi separava dall’altra
uscita. Misi
una mano sulla maniglia e un orecchio sulla porta. Nessun rumore.
Aprii con cautela. Il
corridoio era completamente deserto. Neanche una guardia a tenere
d’occhio
questo tesoro…Okay,se mi riferisco di
nuovo in questo modo al sangue siete autorizzati a tirarmi dell’acqua
santa!
Lasciai quel posto stomachevole per indirizzarmi in
un
punto in cui mi fosse possibile capire come poter tornare da Michael.
Fu più
facile del previsto.
Mi concentrai su suoni e
odori e,come un bravo segugio,lasciai che fossero loro a guidarmi.
Era una missione suicida. Ma
almeno sarei morto nel tentativo.
Ma salveeee!
*si prepara alle scuse di
prassi*
Ormai lo sapete: io non sono
il tipo da aggiornamenti lampo u.u
Non posso farci niente,se c’è
qualcosa che non mi torna ci rimugino sopra almeno ventimiliardi di
volte prima
di aggiornare. Ad esempio,sono sicura di non essermi saputa spiegare
una mazza
per quanto riguarda l’evasione u.u Non ho saputo fare di meglio..sono
molto
costernata L
Comunque. Si sta avvicinando
il momento clou della storia.
Riuscirà Robert a liberare
Michael e a salvare Jude? E chi può dirlo…Ah già,io xD
Muahah…
Quest’altra volta vedrò di
aggiornare più in fretta…anche se questo implica la conclusione della
fan
fiction D: Che tristezza ;__;
Va beh.
Delucidazioni:
** Tratto sempre dal terzo
capitolo.
*** Citazione di Jason del
nono capitolo.
Spero di non avervi deluso.
Vi abbraccio tutte!