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Autore: sbrilluccica    23/12/2010    8 recensioni
“Sei sicura della tua scelta?” E quel tono le gelò il sangue nelle vene per quanto era freddo. L’aveva ferito, lo sapeva ma ormai era tardi.
“Si.” Disse in un sussurro senza neanche la forza di guardare quegli occhi di ghiaccio per un’ultima volta.
“Addio Lily” Disse con un tono che sconvolta com’era non seppe decifrare prima di voltarle le spalle e sparire lentamente dalla sua visuale.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
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Epilogo

  

  Un rumore fastidioso giunse ovattato alle sue orecchie. Si mosse irrequieta sotto le coperte, stando bene attenta a non scoprire nessuna parte del suo corpo.

Strofinò la testa sul cuscino venendo investita dal profumo di lui, allungò una mano alla ricerca del suo fidanzato, ma si scontrò con il vuoto. Nel frattempo il ticchettio proveniente dalla finestra continuava a innervosirla.

Aprì prima un occhio, poi l’altro. Si sgranchì lentamente e volse uno sguardo alla sveglia.

Maledizione, erano le dieci passate, notò prima di venire interrotta ancora una volta da quel rumore malefico.

Avrebbe voluto decisamente ignorarlo, ma poteva essere importante. Perciò con pochissima voglia, si alzò dal letto per dirigersi verso la finestra. Ciò che vide la spiazzò momentaneamente, era il gufo di Scorpius, non c’erano dubbi.

Con una curiosità crescente, spalancò la finestra e afferrò la busta, poi ignorando lo sguardo indispettito dell’animale l’aprì.

“Se una sorpresa vuoi trovare Attentamente devi cercare.

Se troverai tutti gli indizi e risolverai gli indovinelli,

se alle domande risponderai non cadrai in tutti i tranelli,

tu alla fine sarai premiata.”

Dovette rileggere più volte quelle parole per capirne il significato.

Si trattava di una caccia al tesoro, l’idea la eccitava parecchio, tanto da non chiedersi, come Scorpius fosse a conoscenza di un gioco babbano.

All’interno della busta era presente un altro foglietto :

Ogni giovane mago ne desidera una. Si cavalca ma non è un cavallo. Se una anche tu la vorrai a Diagon Alley devi andar.

 

Facilissimo, pensò Lily. Si trattava sicuramente di una scopa.

Corse a cambiarsi. Mai nella sua vita aveva impiegato così poco tempo per lavarsi e vestirsi.

Senza salutare o avvisare si smaterializzò all’esterno del negozio di scope.

Entrò nel negozio e si guardò intorno, cercando un nuovo indizio.

“Lei è la signorina Potter?” domandò una giovane commessa avvicinandosi a lei.

“Si sono io” rispose curiosa.

“Bene, allora ho qualcosa per lei. Tenga” disse porgendole una busta.

Ringraziò la ragazza e poi aprì la busta.

Anche in questo caso c’era un foglio più grande ed uno più piccolo. Cominciò con quello più grande.

“La prima volta che ti ho visto, eri propri fuori la vetrina di questo negozio,ed io era la prima volta che venivo a Diagon Alley. Catturasti subito il mio interesse. I tuoi fratelli erano intenti a parlare tra loro e tu cercavi in tutti i modi di attirare la loro attenzione. Irritata ad un certo punto, stringesti gli occhi in due fessure, che avrebbero dovuto risultare minacciose, gonfiasti le tue guancia, che sembravano pronte  ad esplodere e le colorasti di rosso.

Quello fu il mio primo sorriso per te.”

 

Sorrise commossa, poche volte Scorpius le parlava in questo modo, ma in compenso quando lo faceva, lei era certa che fosse sincero.

Cercò di riportare alla mano l’episodio, ma proprio non ci riuscì. Pazienza, si sarebbe fatta spiegare da lui.

La sua attenzione fu poi rivolta al secondo biglietto, lo aprì e cominciò a leggere.

“Non tutti possono arrivarci, ma se hai le giuste qualità e l’età è quella esatta, nessuno te lo vieterà.

Attenta a non sbagliare, li in un attimo non puoi arrivare.”

Questa volta dovette ragionarci un po’ di più, doveva trattarsi per forza di un luogo, un luogo dove non tutti possono andare.

E poi cosa voleva dire che non ci si può arrivare in un attimo?

Appena formulò quest’ultimo pensiero, trovò la soluzione. C’era un solo posto in cui non ci si poteva smaterializzare : Hogwarts. Non ci si poteva andare se non si avevano almeno undici anni, e infine solo i maghi avevano accesso a quel luogo invisibile ai babbani.

Decise che si sarebbe smaterializzata ad Hogsmead e da lì avrebbe raggiunto il castello.

Ad attenderla fuori l’ingresso di quella che era stata la sua seconda casa trovò Hagrid, che sembrava stesse aspettando proprio lei.

“Cavoli se sei cresciuta Lily” le disse dopo essersi avvicinato.

“Hagrid come stai?” chiese lei, contenta   di poter scambiare di nuovo due chiacchiere con lui.

Hagrid la adorava letteralmente, era la sua prediletta.

“Tutto bene piccola, anche Grop sta bene”

"Ne sono felice”

   “Ecco vedi, io ho una cosetta per te” gli rivelò in imbarazzo, cercando la busta che gli aveva affidato Scorpius nelle sue grosse tasche.

 

  

Lily aspettò pazientemente che lui la trovasse, nascondendo la fretta che invece aveva.  

Dopo un po’ finalmente Hagrid le porse la busta, e poi si dileguò.

  Ogni posto di questo luogo parla di noi, dei nostri litigi, delle nostre punizioni, incomprensioni e dei nostri problemi Ma se guardi bene, ci troverai anche i nostri baci, i nostri abbracci, i nostri sguardi e le nostre paure.

Seguimi in tutti i posti che hanno contribuito a farci diventare noi  

Con il cuore in gola, e gli occhi che le pizzicavano aprì l’altro bigliettino.

Lo lesse con le mani che le tremavano.

   La busta che cerchi la custodiscono tre sorelle

Che corrono sempre come tre gazzelle

Una è grassoccia, una snella, l’altra stretta stretta

Vanno sempre in tondo, non hanno mai fretta. 

Si inseguono, si superano, tutta la notte e il dì

E alla fine del giorno, sono sempre lì….” 

 

Ringraziò mentalmente lo zio George, mentre si avviava verso l’interno del castello. Questo indovinello lo conosceva già, grazie alla passione di suo zio di farli impazzire tutti durante le cene di Natale.

L’oggetto da cercare era un orologio, ma Hogwarts non ne possedeva solo uno. L’orologio in questione, doveva in qualche modo collegarsi a loro due.

Lily cominciò a ripercorrere a ritroso gli anni trascorsi lì, e dovette arrivare al suo primo anno per capire che doveva recarsi davanti alla sala grande.

L’orologio era posizionato troppo in alto perché lei ci potesse arrivare, quindi decise di appellarlo.

Fu così che la nuova busta giunse tra le sue mani.

Quest’orologio è stato spettatore silenzioso del nostro primo battibecco . Presi in giro i tuoi capelli, convinto di vederti fuggire via in lacrime. Ma non fu così, ti voltasti verso di me con quell’espressione che già ti avevo vista a Diagon Alley, e che avrei imparato a conoscere fin troppo bene.

* Fossi in te farei qualcosa per i miei capelli, invece di deridere quelli degli altri * fu la tua risposta velenosa. La prima di una lunga serie.

Lì ho capito che eri orgogliosa e testarda.

Lily si ritrovò a ridere da sola nel bel mezzo del corridoio. Cavoli, se lo ricordava ancora? Quella era stata la prima volta che aveva offeso i suoi capelli.

Seguendo la solita procedura aprì l’altro biglietto.

“Sedici guerrieri bianchi contro sedici guerrieri neri

Si fanno la guerra oggi proprio come ieri.

Non si sparano, non si feriscono con spade d’oro,

Non sono cannibali ma si mangian tra di loro

Combattono molte volte, ormai da una vita

Non appena inizia la prossima partita.”

 

Non le ci volle molto per capire anche questo indizio, anche perché sapeva dove lui volesse portarla. C’ era una scacchiera nella Sala dei Trofei, la stessa scacchiera a cui si riferiva il biglietto.

Quasi correndo, anzi senza il quasi, raggiunse la stanza. Si guardò intorno e la trovò.

Sicuramente non era quella di dieci anni fa, anche perché quella andò totalmente distrutta.

La busta faceva bella mostra di sé vicino alla torre.

Lily l’afferrò senza indugi.

Scommetto non ti sia stato difficile trovare il luogo della nostra prima punizione insieme.

In quei momenti ti ho seriamente detestata. Avevo trascorso tre anni da incensurato, poi arrivi tu, alta forse un metro, con più capelli rossi che parenti e mi ritrovo a scontare la mia prima punizione. Quel pomeriggio ti provocai continuamente, avevo imparato a conoscerti e sapevo che saresti esplosa. Così fu, mi scaraventasti contro ogni singolo pezzo della scacchiera. * Volevo constatare se si sarebbero rotti prima gli alfieri o la tua testa * fu la tua insulsa giustificazione. 

Lì capì che eri pazza quanto pericolosa.

Lily si contorse dalle risate nel rievocare quella scena, aveva cercato di ignorarlo a lungo ma poi aveva miseramente fallito. La violenza con cui lanciò i pezzi della scacchiera non pensava nemmeno di possederla. La sua faccia allibita poi era stata la ciliegina sulla torta.

Lesse velocemente l’altro indizio.

“Sempre in coppia loro vanno

Sono uguali, e non lo sanno

Però viaggiano separati

Ogni tanto si sono incontrati  

solo quando fanno il bagno

E riposti assieme stanno”

Dannazione, questa non riusciva a capirla. Doveva pensare ai momenti più significativi trascorsi con Scorpius per cercare di venirne a capo.

Mise in moto il suo cervello ma non le veniva in mente niente.

Rilesse più volte l’indizio, e proprio quando stava per perdere la pazienza uno strano ricordo affiorò nella sua mente,

Possibile che? C’era solo un modo per scoprirlo, fu così che si incamminò verso gli spogliatoi di Quidditch.

No, non era possibile, ci sveva visto giusto.

Questa volta era davvero curiosa di leggere cosa avrebbe scritto, infondo si era sempre chiesta cosa gli fosse passato per la mente in quel momento.

Lì su una panca di legno, sotto un paio di calzini c’era la busta.

“Non so cosa ti spinse quel pomeriggio a cercare rifugio negli spogliatoi, so solo che ti imbattesti in me. Avevo appena finito di farmi la doccia e indossavo solo un paio di boxer e un paio di calzini.

Quella fu la prima volta che ti vidi in imbarazzo e fu uno spettacolo abbastanza divertente. Se non fosse stato che mi ritrovai ad esserlo anche io.

* Hai le tue iniziali cucite sui calzini * sbottasti incredula.

Con tutto ciò che avresti potuto notare e commentare, tu ti concentrasti sui calzini.

Lì capì che eri diversi da tutte le altre.”

Per fortuna che c’erano i calzini si ritrovò a pensare Lily, la visione di Scorpius in quello stato le aveva condizionato il sonno per le sere a venire.

Era perfetto, e lei non poteva sopportarlo.

Lui era un suo nemico e lei non doveva pensare determinate cose.

Certo il fatto che aveva i calzini personalizzati la sconvolse seriamente.

Scuotendo la testa, si dedicò al nuovo indizio.

“Riflette ma non è uno specchio.

E’ ghiacciato ma io ti ci ho già buttato.

Questa volta non cascare ma limitati a cercare.”

 

Lily tirò un sospiro di sollievo, questo era abbastanza facile. Quel brutto troglodita, doveva proprio far tornare a galla quell’ episodio? Al solo pensarci rabbrividiva.

Dagli spogliatoi raggiunse il Lago Nero, cercando di ricollegare qualche episodio al luogo, e anche in questo caso non fu difficile purtroppo.

Dopo aver cercato per svariati minuti la busta, la trovò posata su un piccolo masso di pietra. L’afferrò e l’aprì con il cuore in gola.

“Se l’orologio è stato spettatore del nostro primo battibecco, questo luogo ha visto invece il nostro peggior litigio. Le cose tra noi stavano cambiando, ma non eravamo pronti ad accettarlo. Ci urlammo contro di tutto, con il solo intento di ferirci, e ci riuscimmo.

Quel momento segnò una rottura tra noi due, a seguito della quale non ci parlammo più, se ci incontravamo giravamo il capo nella direzione opposta, eravamo due estranei, e non riuscivo a sopportarlo.

Lì capì che eri in grado di farmi male.”

Ricordava ancora tutte le parole che si erano detti, lui aveva esagerato come suo solito e lei non era stata da meno. Si vergognò profondamente delle cose che gli aveva sputato contro, ma non ebbe mai il coraggio di chiedergli scusa. Ma per quanto triste quell’episodio le aveva fatto fare il primo passo verso quelli che poi scoprì essere i suoi sentimenti per lui.

Cercando di non pensarci lesse l’indizio.

“Dopo ogni tempesta c’è sempre un arcobaleno, tu non hai bisogno di indizi per trovare il nostro.”

Con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro raggiunse la biblioteca convinta di trovare lui, ma rimase profondamente delusa quando la trovò vuota. In compenso su un banco, in bella mostra un nuovo biglietto.

In quei giorni temevo davvero di star impazzendo, non volevo vederti eppure eri dappertutto. Decisi così di nascondermi in biblioteca, conscio che non era un’assidua frequentatrice di quel posto, ma il destino è beffardo, specialmente con noi.

Eri lì anche tu, dannatamente bella e irraggiungibile, si in quel periodo ero riuscito ad ammetterlo a me stesso, ed io ti desideravo.

Così senza averlo programmato, mi avvicinai a te, e senza darti il tempo di parlare, prima che mi rendessi conto di ciò che stavo facendo ti baciai.

Lì capì cos’era un’emozione.

Il cuore di Lily in quel momento raggiunse dei picchi impensabili. Quel ricordo era vivido nella sua mente, come se fosse stato ieri. Ricordava ancora la morbidezza delle sue labbra, l’esperienza dei suoi movimenti, il suo profumo ipnotico sembrava essere rimasto impresso in quel luogo.

Anche in quel caso il suo cuore aveva fatto gli straordinari. Si staccò da lui confusa e corse via. Le vacanze di Natale che seguirono, la aiutarono ad analizzare la situazione e a rendersi conto quanto fosse sciocca la sua paura di innamorarsi di lui, perché ormai era troppo tardi.

Con la consapevolezza che la fine era vicina, prese l’ennesimo indizio.

“La scacchiera ne ha due ma a te ne serve una.

Se poi le stelle vuoi mirare solo lì tu devi andare.”

 

Sapeva dove doveva andare ancora prima di aver letto il biglietto.

Mentre raggiungeva la torre di astronomia, sapeva che lui era lì. Sapeva che quello era l’atto finale di una delle giornate più belle della sua vita.

Le gambe le tremavano, ma questo non la spaventò, anzi la invogliò ad accelerare il passo.

Stava andando incontro al suo destino, al suo meraviglioso destino.

Ed eccola lì la torre, ma anche in questo caso di Scorpius nemmeno l’ombra, ciò la rattristò leggermente.

Poi una cosa catturò la sua attenzione, stasa per terra c’era una coperta. Anzi non era una coperta qualsiasi, era quella coperta. Su di essa era adagiato un biglietto rosso, questa volta nessuna busta.

Lo afferrò e cominciò a leggerlo.

Sono passati cinque anni, ma ricordo ancora il calore del tuo corpo stretto al mio, i tuoi respiri, le tue guance arrossate, posso ancora specchiarmi nei tuoi occhi lucidi e timorosi.

Tutto di quella notte è marchiato a fuoco dentro me. Non lo credevo possibile, e invece tu eri là, più bella di ogni altra cosa e volevi me.

Lì ho capito che eri mia.

Eri mia perché possedevi tutto ciò che desideravo.

 

Le lacrime contro cui aveva lottato svariate volte scesero copiose sul suo viso, fino al momento in cui due braccia forti la strinsero da dietro. Senza dire niente si appoggiò al torace di lui e si beò di quel contatto.

“Non hai voglia di ricevere il tuo tesoro?” le sussurrò Scorpius in un orecchio.

“L’ho trovato già” rispose lei stringendosi maggiormente a lui.

Lui che per tutta risposta sorrise colpito.

“Allora lascia che ti faccia ancora un omaggio” le disse facendola voltare verso di lui, per poi asciugarle le ultime lacrime.

Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni, una scatolina di velluto blu.

Lily fu attraversata da un brivido. Si chiese se lo stesse facendo davvero, prima di trovarsi davanti all’anello più bello che avesse mai visto. Il cerchio era in oro bianco e formavaun abbraccio, che si chiudeva lì, dove faceva bella mostra di se un diamante, che creava un'infinità di colori al suo interno.

"E' bellissimo" balbettò alzando lo sguardo verso di lui.

“Dimmi di si, Lily” le propose guardandola dritta negli occhi e cercando di assorbire ogni singola emozione li attraversasse.

“Ma non mi hai fatto ancora la domanda” scherzò lei per contenere l’emozione.

“Conosci già la mia domanda” la canzonò lui.

“E tu conosci già la mia risposta Scorpius” sospirò prima di avvicinarsi a lui e baciarlo.

Lo baciò come non aveva mai fatto, con la consapevolezza che lui era lì con lei e che l’amava, e che questa volta sarebbe stato per sempre.

The end

 

 

Eccoci arrivati alla fine, troppo diabetica? Forse, ma secondo me va bene così!

E’ la prima volta che cerco di scrivere una caccia al tesoro, quindi perdonate eventuali scorrettezze.

Grazie a tutte voi che avete letto questa storia, sperando che l’epilogo vi sia piaciuto.

P.S. Le risposte alle recensioni le trovate nella vostra pagina, vi ho risposto direttamente da lì.

 

 

 

 


         

  
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