Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Burnt Orchid    06/01/2011    1 recensioni
[FIC SOSPESA INDEFINITIVAMENTE]
Lily origlia una conversazione dei malandrini e scopre che chi si fa i fatti propri... non si innamora! Non so quanto sarà lunga... improvviserò un po'... Vediamo come va... Recensite!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ff j&L James volò fino alla finestra del suo dormitorio, precedentemente rimasta aperta. Entrò tentando di non fare alcun rumore. Indeciso se andare a dormire nel letto vuoto di Sirius, si fermò per un attimo ad osservare l'amico, che respirava profondamente dandogli la schiena. Erano passati quattro giorni da quell'orribile sera e Sirius non l'aveva lasciato solo neanche per un attimo. Dormiva con lui, mangiava con lui, studiava con lui... l'aveva persino aiutato a lavarsi la mattina prima del funerale. James arrossì al ricordo di quella mattina. Sirius aveva provato a farlo reagire, ma James si era rifiutato di fare qualunque movimento, a parte camminare. Così, il suo migliore amico l'aveva spogliato, anche se gli aveva lasciato addosso le mutande per non umiliarlo ulteriormente ed era entrato nella doccia con lui, pur essendosi già lavato e vestito.

Al funerale Sirius era stato accanto a James tutto il tempo, e quando tutti i presenti si avvicinarono al figlio dei defunti per le condoglianze era stato Sirius a stringere le loro mani e a ringraziare. James non aveva pianto, questo era vero, ma non aveva fatto nient'altro. Non aveva altri parenti, così del funerale si era occupato il Professor Silente.

Quella sera, quando furono tornati a Hogwarts e tutti i Malandrini furono nel loro dormitorio, Sirius aveva preso il pigiama blu di James e glielo aveva tirato addosso, di fronte agli sguardi stupiti di Peter e Remus. James non si era mosso. Aveva semplicemente fissato con gli occhi il suo pigiama blu caduto a terra. Allora il suo migliore amico, suo fratello, si era arrabbiato: l'aveva preso per le spalle e le aveva scosse finchè James non era caduto a terra, accanto al suo pigiama blu.

Remus aveva urlato "No, Felpato! Ma che fai?", prendendo l'amico per un braccio. Ma Sirius aveva strattonato il suo braccio, finchè Remus non aveva mollato la presa. Peter osservava la scena con i suoi piccoli occhietti spaventati, seduto sul suo letto. Non osava muoversi.

James, ancora seduto sul pavimento, teneva gli occhi bassi. Sirius si era avvicinato a lui lentamente e James aveva guardato i suo piedi appressarsi a lui. Remus aveva flebilmente mormorato "Sirius, non farlo.... guardalo... non puoi trattarlo così adesso...". Sirius non aveva risposto. Aveva semplicemente raccolto il pigiama blu e se lo era rigirato tra le mani. Pensieroso o nervoso. Non lo sapeva. Poi aveva detto con voce gelida "Guardami".

E James l'aveva guardato, e aveva visto il viso stanco e triste del suo migliore amico addolcirsi. Allora Sirius gli aveva detto una cosa che molti avrebbero potuto considerare crudele, perfida. Ma James l'aveva presa per quello che era: la verità.

"Se tuo padre ti vedesse così, si vergognerebbe di te".

Allora James si era costretto ad alzare un bracco e aveva ripreso in mano la sua vita. Aveva afferrato il suo pigiama blu e l'aveva indossato. Poi aveva guardato Sirius, e quest'ultimo gli aveva sorriso. Quel sorriso che riservava solamente a James, che racchiudeva in sè tutta la sua vita, tutte le sue sofferenze e i suoi dubbi, ma anche tutte le sue sicurezze e i suoi bei ricordi. Gli aveva messo le mani ai lati della testa e l'aveva guardato negli occhi e ancora con il sorriso sulle labbra gli aveva sussurrato "Bravo il mio cornuto!"

Da quella sera James era quasi tornato in se stesso: parlava, anche se poco, e faceva quello che doveva fare senza che nessuno dovesse ricordarglielo. Certo, c'erano ancora gli incubi. Tre notti erano passate dalla morte dei suoi genitori, e nessuna di esse era stata piacevole. Non era passata mattina in cui non si fosse svegliato urlando. Aveva avuto così tanta paura di addormentarsi che Sirius aveva cominciato a dormire con lui nel suo letto, per farlo stare meglio. Avevano allargato il letto di James con un incantesimo e avevano dormito fianco a fianco, fingendo che fosse una cosa normalissima.

James non sapeva quanto potesse aiutarlo la vicinanza di Sirius, ma ora se ne stava lì, nel suo pigiama blu, a tremare al centro del dormitorio. Non sapeva se per paura o per il freddo. Per un momento avvertì la sensazione di smarrimento che aveva provato quando erano arrivati i Medimaghi a casa sua e gli avevano confermato la morte dei suoi genitori.

James era in piedi vicino al camino. Sirius era al suo fianco, e gli teneva una spalla con la mano, mentre il Medimago dai capelli biondi si rialzava dal corpo sanguinante di Dorea Potter. Quello lo guardò con occhi freddi e con tono professionale gli disse "Mi dispiace, signor Potter. Non c'è nulla che possiamo fare. I suoi genitori sono morti".

James sentì la mano di Sirius stringersi sulla sua spalla.

Non era una gran sorpresa ciò che gli stava dicendo il Medimago.

D'altronde era stato lì, tutto il tempo, e aveva visto suo padre spirare davanti ai suoi occhi e sua madre cedere alle torture dei mangiamorti. Lei era morta lentamente, dissanguata.

Annuì al Medimago, il quale  si diresse a parlare con uno degli auror, Moody.

Lui non si mosse, rimase lì, con Sirius, non sapendo che farne di se stesso. Sentiva Sirius che gli parlava, ma non riusciva a comprendere le sue parole. Ma riusciva ancora a percepire quelle di sua madre "James, devi restare qui dentro finchè non veniamo a tirarti fuori. Promettimelo!"

James non aveva promesso e lei non si era fidata di lui. Così aveva bloccato la porta del nascondiglio, e aveva insonorizzato quella stanza, costruita apposta per le emergenze. Allora James si era piegato sul buco della serratura e aveva osservato tutta la scena, e aveva sentito tutto.

Le grida di sua madre non le avrebbe mai dimenticate....

"Ramoso!"

James sussultò e si voltò verso la voce che l'aveva chiamato. Sirius era sveglio e lo stava chiamando. Sbattè le palpebre e si guardò intorno. Il suo dormitorio. Hogwarts.

Sirius si puntellò sui gomiti e gli chiese "Dove sei stato?"

"Da nessuna parte" sussurrò James per non svegliare gli altri due Malandrini, e si avvicinò al suo letto.

Sirius alzò le sopracciglia "Allora cosa ci fai con la scopa in mano?"

James si guardò attorno in modo ottuso e poi i suoi occhi si fermarono sul suo manico di scopa, "Cosa? Oh, questa... niente... solo un... volevo... lucidarla...", disse impacciato.

Tentò uno sguardo verso Sirius, e seppe che non l'aveva  bevuta.

Il ragazzo dai capelli lunghi disse scetticamente "Ehm... sì! Va bene... comunque non mi sembra il momento... puoi farlo domani, no? Dai mettila a posto e vieni a letto."

James non fu tanto stupido da contraddirlo e si alzò per riporre la sua scopa accanto al suo baule, ma fu fermato dall'amico "Ramoso?"

"Sì?"

"Lo sai che mi puoi dire tutto, sì?"

James lo sapeva. Non c'era persona di cui potesse fidarsi di più. Ma non aveva voglia di parlarne in quel momento. Sarebbe stato troppo complicato raccontare quello che era successo con la Evans. E James era così stanco.

"Lo so, Felpato".

Quando si rannicchiò tra le coperte accanto al suo migliore amico, questo restò a guardarlo per qualche minuto, prima di domandargli "Non riesci a dormire?"

James scosse la testa in silenzio.

"Domani chiedo a Remus di prenderti una pozione Sonno Senza Sogni. Ma per stanotte dovrai stare senza."

Restarono ancora in silenzio per un po', ad ascoltare i rumori della notte. Il vento faceva tremare le finestre, e si sentiva il fruscio degli alberi in movimento.

"Non ci riesco, Sirius", disse James con voce sconfitta.

Si sentiva come un bambino, a chiedere aiuto al suo migliore amico, ma sapeva che a Sirius non dispiaceva.

"Non importa, Jamie. Facciamo come ieri sera, va bene?" rispose l'altro, mentre si accomodava meglio sul fianco destro.

Sirius lo chiamava Jamie solo quando nessuno poteva sentirli e solo quando James ne aveva bisogno.

James chiuse gli occhi, preparandosi. Non sapeva dove Sirius avesse imparato quel metodo, considerando che non aveva dei genitori molto amorevoli, ma sembrava funzionare. Non teneva lontani gli incubi ma perlomeno lo faceva addormentare.

Con gli occhi chiusi ascoltò la voce profonda di Sirius "Allora, hai gli occhi chiusi, sì? Bene... pensa a qualcosa di colore blu,"

il mio pigiama

"Ora pensa a qualcosa di colore rosso"

i capelli della Evans

"Ora pensa a qualcosa di colore verde"

gli occhi della Evans

"Ora pensa a qualcosa con un buon profumo"

la pelle della Evans

"Ora pensa a qualcosa che ti fa sorridere"

Evans....







Sirius osservò il petto di James alzarsi e abbassarsi con moto ritmico. Sentì il respiro del suo amico farsi più profondo.

"Ok, è andato", disse piano, con sollievo.

Ronf ronf...

"Pensa a un rimedio contro il russare...", e si addormentò prima di trovarlo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Burnt Orchid