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Autore: Pwhore    08/01/2011    2 recensioni
Sally è una comune ragazza di sedici anni. A parte il fatto che è orfana e la sua famiglia è costituita solamente da lei e dal fratello, Holden.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando Sally si svegliò erano ormai quasi arrivati. «Dove siamo?» mormorò, con la bocca impastata dal sonno. «Al centro di New York. Siamo quasi arrivati. Puoi dormire ancora cinque minuti, se t'interessa.» le disse Mike. Sally scosse la testa, girandosi verso il finestrino. Quanto tempo aveva dormito? A giudicare dal colore del cielo, forse qualche ora. Eppure, la ragazza non riusciva a ricordare che esattamente la sfumatura di azzurro di quando erano partiti. ''Oh, chissenefrega'' pensò. Si girò a guardare Tré. Stava ancora sonnecchiando, ma aveva un sonno così leggero che potevi svegliarlo semplicemente sussurrandogli qualcosa. Sally girò la testa diagonalmente. Il trentenne sembrava così inerme e carino mentre dormiva. Guardandolo, non avresti mai potuto immaginare che da sveglio fosse un tale casinaro. Sembrava proprio un bambino per bene, o almeno questa fu l'impressione della ragazza. Nonostante i trent'anni ampiamente compiuti, l'uomo aveva un viso da ragazzino, morbido e chiaro. Sally gli sfiorò delicatamente la guancia con la mano, senza neanche pensarci. Lui si svegliò e si guardò intorno, non capendo dove si trovasse. In una manciata di secondi tutte le idee gli si schiarirono e si girò verso la ragazza. «Ehilà, come va?» le chiese, ancora mezzo addormentato. «Bene» rispose lei sorridendo. A quanto pareva, non si era accorto della carezza che gli aveva fatto. Meglio così. Almeno non avrebbe chiesto spiegazioni. Già, ma che spiegazioni c'erano? Non sapeva neanche lei perché l'avesse fatto. Sapeva solo che qualcosa dentro di lei si era mosso da solo, senza che lei se ne accorgesse. Era come se il suo cuore avesse ordinato alla sua mano di sfiorare quella pelle candida. ''Fantastico, mi faccio comandare dalle mie parti del corpo'' pensò Sally, scocciata. ''Non riesco più neanche a controllarmi. Come diavolo potrò controllare la mia vita, se non so neanche cosa mi succede?''. «C'è qualche problema?» le chiese l'uomo, preoccupato. «No, sta' tranquillo.» lo rassicurò lei con un sorriso. «Sto benissimo.». Il trentenne la guardò incerto, intuendo che c'era qualcosa che non andava. Sally sembrava malinconica, triste. Come se fosse successo qualcosa di cui non si spiegava assolutamente il perché. E chissà perché, anche lui sentiva che qualcosa di strano era successo, solo che non si ricordava cosa. La sedicenne, nel frattempo, si era staccata da Tré, tornando ad occupare il suo solito posto. Il trentenne le mise una mano sul braccio. «Se c'è qualcosa che ti turba, sentiti libera di dirmelo» le disse. La ragazza lo guardò con occhi persi, poi scosse la testa e sorrise. «Ma certo! Contaci!» gli rispose allegramente. Tré annuì, dubbioso. Aveva qualche dubbio al riguardo. Era praticamente sicuro che la ragazza non gli avrebbe mai confidato niente. ''D'altronde è così, si sa, le ragazze non confidano i loro pensieri ai maschi'' pensò. ''Specialmente se li hanno conosciuti meno di ventiquattr'ore prima.'' concluse. Sally riprese a godersi il paesaggio, mentre il taxi procedeva veloce. Il silenzio era piacevole, dopo tutto quel casino, e i quattro se lo goderono tranquilli. Da davanti, Billie si assaporava ogni minimo raggio di sole che spuntava, quando decideva di squarciare una nuvola per donare luce e calore ai comuni mortali. Si spaparanzò placido sul suo sedile, rilassandosi. La vecchia radio non funzionava, ma ogni tanto spediva un messaggio, come per testimoniare la sua presenza. «Siamo arrivati.» annunciò l'autista, fermando lentamente l'auto. «Sono 50 dollari.» disse, tendendo la mano. Billie gli allungò una banconota e scese della vettura, andando ad aprire lo sportello a Sally. «Grazie» disse lei con un sorriso. «Di niente.». Sally saltò fuori dall'auto, atterrando sul marciapiede con un tonfo leggero. Alzò gli occhi verso il palazzo che le stava di fronte, mentre gli altri scendevano dal taxi. «Uao» sussurrò sgranando gli occhi. Dopo una manciata di secondi, Tré esordi con un: «Avanti, tutti su!», spingendoli verso la porta. «La nostra stanza non aspetta che noi!»
   
 
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