Era morto. Le dissero che era morto.
Chiese chi.Chiese chi pur sapendone già il nome.
Usciva dai sogni così. Forse era come ciò di cui non aveva memoria.
Dal grembo di sua madre e poi all’aria aperta con il battito di un respiro che si fa grande per annegare in un oceano di rumore.
Un fragore simile a soffocanti tuoni. Così il suo grido.
Raccolse le gambe al petto e ne morse la carne. Spezzò grida soffocando potenti suoni. Se solo avesse potuto dipingere quel dolore in cielo.
Multipli lampi dal tuono spezzato.
Era finito quel loro amore in cui lei mai aveva smesso di credere. Era finito quel loro amore.
Quel loro amore da Underground.
Aveva lasciato una lettera.
Sopra c’era scritto il suo nome.
C’era scritto A Hermione con infinito amore.
Quando lesse iniziò a gridare.
Irrigidì il corpo e bruciò nel cuore.
“A Hermione con infinito amore:
E noi, l’uno dell’altro
I colli reclini attorcigliammo
Come due cigni solitari”.