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Autore: tinta87    16/01/2011    4 recensioni
"A volte il passato ritorna... E quando ritorna per G Callen, è pericoloso... Quando 2 gemelli sanguinari arrivano a LA e portano scompiglio in città, G scopre di essere il vero obiettivo. Sia lui che il team sono in pericolo, perchè c'è qualcuno disposto a tutto pur di trovare e catturare Callen.." Storia scritta a 4 mani insieme a Susan
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7

CAPITOLO 7

 

 


La Challenger di Sam frenò sull'asfalto davanti al Golden Hotel. I tre scesero in fretta dalla macchina e si diressero verso l'entrata. Scansarono un paio di turisti e andarono subito verso la reception.
"Scusi, signorina" disse Sam.
Una ragazza con una divisa rossa si voltò.
"Come posso esserle utile, signore?"
"Sto cercando due ragazzi... Ecco" e mostrò le foto di Irina e Florian. "Li ha mai visti qui?"
"Uhm... Aspetti... Oh, sì, certo... Stanno qui con il loro padre"
"Cosa?" esclamò Deeks e Kensi gli tirò una gomitata.
"Sì... Un signore alto, con i capelli grigi... Aspetti... Controllo... Ecco, il signor Terri Hall"
Kensi prese una penna e, non avendo un pezzo di carta, prese il braccio di Deeks.
"Ehi!"
"Sta zitto" e scrisse il nome sull'avambraccio di Marty.
"L'inchiostro inquina la pelle!"
"Chiudi il becco" disse Kensi. "Li ha visti di recente?"
"Certo"
"Quando?"
"Due minuti fa... Ma solo la ragazza... E' salita poco fa"

“Numero di stanza?”

“223… al quarto piano..”
Sam si lanciò subito verso l'ascensore. "Deeks, le scale"

Kensi  rimase a controllare l’atrio.

Deeks saliva due gradini alla volta mentre Sam guardava scorrere i numeri dei piani, sperando che l’ascensore potesse viaggiare più velocemente. Chiuse gli occhi e prese aria. Nella sua mente si ripresentò la scena del bar, quella pozza di sangue sul pavimento. Doveva trovare il suo compagno. Al più presto.

L’ascensore fece il consueto Din e le porte si aprirono, Sam uscì velocemente, ma non impugnava la pistola. Se si fosse presentato come agente federale Irina avrebbe potuto reagire e sapevano che era molto brava a maneggiare le armi. Non poteva correre il rischio di ucciderla per difendersi, avevano bisogno di lei viva! Hanna svoltò verso destra ed imboccò un lungo corridoio e la vide. Un brivido percorse la sua schiena, rabbia, ma anche paura di scoprire cosa era successo a G: è se fosse stato ucciso?

Scacciò quel pensiero e si mosse verso la ragazza, vide Deeks apparire dall’altra parte del corridoio; il poliziotto capì che non avrebbero usato le armi, prese il cellulare e si incamminò.

“Salve signorina” disse Sam avvicinandosi ad Irina
”Buonasera” rispose distaccata la ragazza

“Sa per caso dove posso trovare un’edicola qui vicina?”

“Mi spiace non sono del posto..”
”Oh, che peccato..Da dove viene, se posso chiedere?”
” Non sono affari suoi!” rispose secca la ragazza e con un gesto rapido afferrò la pistola, ma Deeks fu più veloce di lei e, con l’aiuto di Sam, la immobilizzarono al muro. Irina tentò di liberarsi, ma Sam aumentò la forza nella presa, puntandole la pistola alla testa: “Fossi in te non lo farei, non ho problemi a premere il grilletto..”

“Faccia pure..ma non saprà mai che fine ha fatto il suo amico…..agente speciale Sam Hanna” rispose compiaciuta la ragazza. Deeks guardò sorpreso il collega. I gemelli sapevano di più di quello che pensavano, non solo su G, ma su tutte le persone a lui vicine.

 

Venti minuti più tardi Irina era nella sala interrogatori della rimessa delle barche. Kensi, Sam e Deeks la stavano osservando attraverso lo schermo, in silenzio. Nate entrò nella stanza e percepì subito la tensione nell’aria. Era una situazione estremamente difficile da gestire, per tutti loro. Avevano affrontato casi difficili e impegnativi in questi anni, ma quando un collega era in pericolo l’esperienza non contava più. Nate si avvicinò ai colleghi e li salutò con un semplice hei. Kensi si voltò a guardarlo, Sam non si mosse di un centimetro.

“Questo è quello che Eric ha trovato su Terri Hall…”esordì lasciando scivolare una cartellina sul tavolo “Non molto a dire la verità..E’ il proprietario di una delle catene di distribuzione più importante della California. Vive a San Diego e soggiorna all’hotel da due settimane. Comunque ho chiesto ad Eric che continui la sua ricerca, magari salta fuori qualcosa che possa collegarlo ai gemelli..”

Deeks gli osservò e prese la parola: “ So che questo compito spetta solitamente a Callen, ma vista la situazione, se volete Irina la interrogo io..”

“NO..” rispose duro Hanna “ci penso io”

“Certo, come vuoi..” rispose il poliziotto.

“Sam..” disse Nate osservando il collega che si stava avviando verso la sala interrogatori “ So che è difficile, ma cerca di contenere la tua rabbia..Lei cercherà di innervosirti in tutti i modi..”
”Grazie doc..Se credi che sia necessario intervieni..”

Nate fece un cenno con la testa e guardò nuovamente la ragazza nello schermo. Era immobile, seduta composta. Sam entrò nella sala, ero teso. Doveva mantenere la calma, ma in questi casi gli risultava difficile, solo G era bravo in questo, spettava a lui il compito dell’agente freddo e distaccato. Si sedette di fronte a Irina e la osservò in silenzio senza dire una parola.

“ Cosa c’è agente Hanna vede qualcosa che le piace?” chiese Irina

“ No! Mi fai semplicemente pena…”

“ Pena?”
”Hai passato gli anni più belli della tua vita ad uccidere..”

“Ottima mossa Sam” commentò a voce alta Nate

“ Lei non sa niente di me!” rispose con fermezza. I suoi occhi diventarono ancora più cupi e colmi di rabbia.

“ Sta giocando d’anticipo..Cerca di innervosire la ragazza prima che lei faccia innervosire lui..” disse Hetty raggiungendo i suoi uomini di fronte al monitor “..il signor Hanna sa che potrebbe perdere il controllo e sta cercando di evitarlo..”

“ Io so tutto di lei, so tutti i crimini che ha ferocemente commesso con il suo amato fratello…”
” Questo lo dice lei…la mia fedina penale è immacolata..”
” So che siete orfani” continuò Sam ignorando la risposta della ragazza “ siete cresciuti da soli in un ambiente tutt’altro che facile, ma questa non è una giustificazione per quello che siete diventati: spietati assassini”

“Io ho capito a quale gioco sta giocando agente speciale……Vuole innervosirmi per evitare che io lo faccia con lei..”
”La ragazza è molto intelligente” commento di nuovo Nate

“ Questo, purtroppo, lo sapevamo già, signor Getz..” rispose Hetty

“ Per quale motivo il Signor Hall vi ha assunto?”

“ Chi è Hall non lo conosco..”

Sam non rispose, ma con un gesto rapido si alzò in piedi: “Non fare la furba con me ragazzina..Ti sei bruciata quando mi hai chiamato per nome e cognome all’hotel….Con le buone o con le cattive mi dirai dove avete portato il mio collega..”

“Sempre che sia ancora vivo” rispose compiaciuta Irina ed un sorriso di sfida si dipinse sul suo volto.

Sam non reagire..” disse Nate corrucciando la fronte.

Non lo farà Signor Getz..” rispose Hetty.

Hanna trattenne il respiro, chiuse la sua mano in un pugno ed uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Quattro paio di occhi furono subito su di lui, in attesa di una sua considerazione, un’idea, un ordine per portare avanti la situazione, ma Sam prese la giacca sulla sedia e senza alzare lo sguardo disse: “Ho bisogno di pensare…”

“Sam..”

“Lo lasci andare Signorina Blye…ha bisogno di sfogare la sua rabbia…un po’ d’aria fresca gli farà bene..” disse Hetty.

“Qualcuno dovrebbe andare con lui?” chiese Deeks

“No, ha bisogno di stare da solo..” spiegò Nate “ E poi in questi casi l’unica compagnia concessa è quella di…”

“Callen…..capito” rispose Marty abbassando lo sguardo.

“ Però abbiamo bisogno di tutto lo spirito e la determinazione di Sam per riportare G a casa..” constatò Kensi.

“Ce l’avremo..” affermò con voce pacata e sicura che solo Hetty può avere in questi casi “ Ma questa situazione non è facile per Sam…alle volte il passato è un peso scomodo da portarsi dietro..”

Ognuno si chiuse nel suo silenzio con mille domande su ciò che la minuta donna aveva appena detto, ma i loro pensieri furono interrotti dal volto di Eric che apparse sullo schermo: “Ragazzi..ho trovato qualcosa..”

 

 

“Sai cosa davvero mi spaventa?…..Perdere il mio collega..”

 

Sam camminava sulla spiaggia affollata di LA. La gente intorno a lui si divertiva, ascoltava musica, prendeva il sole, giocava a pallavolo, insomma, il mondo continuava a vivere ma a lui era indifferente.

 

“Sai cosa davvero mi spaventa?…..Perdere il mio collega..”

 

Quella frase continuava a rimbombargli nella testa. L’aveva detto a G poche settimane fa. Sembrava che d’un tratto la sua paura peggiore avesse preso vita.

Voleva essere combattivo, rimanere lucido e concentrato sul caso, sarebbe stata la cosa migliore, per G e per tutta la squadra. Ma non ci riusciva. A dire la verità non c’era mai riuscito, nemmeno con Dom. Anche quella volta aveva ceduto un paio di volte, preso dalle emozioni, dalla rabbia, dalla voglia di ritrovarlo; non riusciva a tenere lontano questi sentimenti che offuscavano la sua lucidità, se ne rendeva conto ma non poteva ignorarli.

 

“Sei l’unico a pensare che sia tutta colpa tua..Se vuoi piangerti addosso fallo dopo che abbiamo ritrovato Dom, perché in questo momento mi servi in gran forma..e servi in gran forma anche a Dom..”

 

Ma ogni volta c’era Callen a rimetterlo in carreggiata, a dargli la spinta per non mollare. Aveva maledettamente ragione su Dom e avrebbe avuto ragione ancora, perché se fosse stato qui gli avrebbe detto le stesse cose. Ma per G era naturale, riusciva a sembrare freddo e indifferente, a mettere da parte ciò che provava, è come se riuscisse a premere il tasto standby e rimandare tutto ad operazione conclusa.

Si, era terribilmente bravo in questo.

 

“ Non so come fai a restare calmo”

“Io mi concentro sul caso..”
” Non è normale, G..”

 

Sam lo pensava ancora, non era nomale, ma maledettamente bravo. Cavolo perché non riusciva a concentrarsi e pensare, invece di rimuginare sul passato? Tutto questo sembrava un maledetto dejà vu…un collega scomparso, la sua rabbia, la camminata sulla spiaggia…Sam si fermò, guardò verso l’oceano e prese un respiro profondo. Non poteva finire nello stesso modo, questa volta era diverso…Non avrebbe retto il colpo se fosse andata male, doveva riportare a casa G, vivo!

“Ci riuscirà Signor Hanna..Deve solo mettere in pratica la tattica di Callen, non lasci che il passato la travolga” Hetty comparve magicamente alle sue spalle, come suo solito.

“Io non sono G, non riesco a mettere da parte i miei sentimenti..”

“Lo so Sam…ma qualcuno una volta mi disse che questa squadra funziona perché ognuno è fatto a modo suo…Lei vede il bicchiere mezzo pieno e Callen mezzo vuoto, per questo lavorate insieme…Kensi beve dalla bottiglia, Nate si chiede perché è di vetro ed Eric lo rompe mettendo i piedi sul tavolo…manca il Signor Deeks, dovrò chiedere di aggiungere una similitudine anche per lui..”

Sam si lasciò sfuggire un sorriso “Questa frase è sicuramente di G…comunque credo che per Deeks potremmo dire che si chiede come mai bisogna per forza bere”

“ Tiri fuori il suo ottimismo Sam..Callen ne ha bisogno, tutti noi ne abbiamo bisogno…adesso lei è visto come il capo e se molla anche gli altri perderanno la speranza..”

“OK..” rispose

“Eric ha trovato qualcosa..”

 

 

 

Dieci minuti dopo la squadra era di nuovo riunita nella sala operativa. Tutti di fronte allo schermo in attesa di sapere cosa Eric aveva scoperto.

“Allora Signor Beal cosa ha trovato?” chiese Hetty

“In realtà potrei dire cosa non ho trovato..”
”Spiegati..” lo incoraggiò Sam

“Come Nate vi avrà detto, Terri Hall è uno dei proprietari di una delle catene di distribuzione più grandi della California..Ecco la cosa interessante è che ha fatto una fortuna lampo…”
” Cioè?” chiese Deeks

“ La sua scalata al successo risale a soli 3 anni fa…in così poco tempo ha creato un impero..”
” E prima di 3 anni fa?”
” Qui sta la cosa strana….Non c’è traccia di Terri Hall..”
” Nel senso che non esisteva sulla faccia della terra?” chiese incredulo Deeks

“Proprio così..”
” Una copertura..”
” Chi diavolo è questo tizio…??” chiese Kensi avvicinandosi allo schermo

“Non ho finito….” Riprese la parola Eric “ Ho fatto alcune ricerche in archivi internazionali, di cui è bene non dire come sono entrato, ed ho scoperto la sua vera identità: Ivan Fabriciu..”
”Russo” chiese Hetty

“No, ungherese..”

   
 
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