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Autore: DumbledoreFan    18/01/2011    9 recensioni
Si sa, quando si crede di conoscere davvero qualcosa, si deve guardarla da un'altra prospettiva. Ma alcune volte la vita può essere decisamente drastica. Specie se si diventa l'errore di qualche oscuro esperimento, e per un crudele sbaglio, ci svegliamo dall'altra parte. Hermione Granger non sa quello che le sta succedendo, sa solo che, dopo una violenta botta, si risveglia in Infermeria, e al suo capezzale, c'è il suo peggior nemico: Draco Malfoy, mentre il mondo aveva cominciato a girare al contrario. Confusa, spaesata, forse impazzita, è costretta a vivere per un po' "dall'altra parte". E a rendersi conto che ci sono cose sulle quale vale la pena ricredersi.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Buon salve a tutti!! Mmm mi sono fatta un po' attendere per questo capitolo, ma il ritorno a scuola è sempre traumatico, quindi abbiate pietà di me! Fra l'altro ho ricevuto una bruttissima notizia: per il mio compleanno sarei dovuta andare a Londra a vedere giocare il Chelsea contro il Liverpool, ma ahimè, anche se ho la tessera membri, i biglietti sono sold-out D: D: Fortunatamente mi hanno promesso i biglietti per il musical di Glee sempre a Londra, solo a Giugno! Va beh, aspetterò...ok, a voi non interessa una mazza, lo so, lo so, vi lascio il capitolo!
Enjoy the chapter!


“Il cappello parlante gridò Serpverde, e da lì siamo diventati inseparabili” concluse il racconto Blaise regalandomi un sorriso intriso di dolcezza. Io non riuscii a ricambiare perché mi si era creato un fastidioso nodo alla stomaco che sentivo premere senza pietà, opprimendomi completamente.
E quindi, quella sarebbe stata la mia vita se quel primo giorno di scuola, per puro caso, fossi entrata nel loro scompartimento e mi fossi fermata lì a parlare. Sarebbe bastato così poco per cambiare la mia esistenza in maniera tanto radicale?
Malfoy si mosse un po’ sistemandosi meglio, sempre tenendo il capo poggiato sulle mie gambe. Aveva chiuso per qualche istante gli occhi, come se fosse immerso completamente in qualche ricordo.
“L’inizio della nostra amicizia è andato un po’ diversamente” ridacchiò Theodore facendosi più avanti sulla poltrona.
“Nel senso, noi tutti ci conoscevamo già perché le nostre famiglie si frequentavano, ma non eravamo così legati. Un mattina, per sbaglio, misi un petardo Filibuster nel tuo succo di zucca. In realtà stavo mirando il bicchiere di Pansy. Tu ti infuriasti in una maniera stratosferica, sembra che fossi diventata tu stessa un fuoco d’artificio. Ma si sa come vanno a finire queste cose…da quel momento, mi hai adorato!” raccontò il moretto abbastanza divertito.
“In realtà ti abbiamo dovuto tenere perché non gli lanciassi addosso qualche strana maledizione; sì, perché eravamo sicuri che ne conoscessi già qualcuna” ribattè Zabini sorridendo.
“E ovviamente da lì anche noi siamo diventate tue amiche, insomma, quella è stata una scena epica!” replicò a sua volta Daphne. Io le rivolsi un sorriso, cercando di sembrare il più spontanea possibile.
“Eh beh, da lì abbiamo cominciato a combinarne di tutti i colori! Ricordo come se fosse ieri il nostro primo scherzo” continuò Blaise alzando gli occhi al cielo, come a riportare meglio alla mente quella memoria.
“Una cosetta da principianti, ma eravamo solo al primo anno. Si capiva che saremmo diventati i migliori in questo. Beh, ora che ci penso, siamo i migliori in tutto” rispose Malfoy aprendo finalmente gli occhi.
“E quale vittima migliore di Potter e il suo amico Pel di Carota?!” esclamò Pansy aprendo le mani.
“Perché proprio loro?” domandai immediatamente. Forse non riuscii a nascondere troppo bene l’indignazione che provavo, così andai avanti cercando di mascherarla.
“Voglio dire…com’è cominciato tutto con loro?”
Draco si tirò su e stirò le braccia dietro la schiena, come per prepararsi ad un grande sforzo.
“Sullo stesso principio con cui è cominciata con te” rispose il biondo buttando giù le braccia.
“Harry Potter era una leggenda. Il bambino che è sopravvissuto. Doveva avere qualcosa di speciale, più che qualcosa di speciale. Perciò gli offrii la mia amicizia. Non lo nego, credevo che avremmo fatto grandi cose con lui. Questo ovviamente prima di rendermi conto che era solo un ragazzino impaurito, stupido e che godeva soltanto di tanta fortuna. Lui rifiutò la mia amicizia, e come era chiaro…o con noi, o contro di noi” spiegò Malfoy fermandosi di tanto in tanto per sorseggiare il suo vino.
“L’inizio di questa ferrea guerra è stato proprio quello scherzo…invitammo Potter e Weasley dopo il coprifuoco ad un duello di incantesimi, dandogli appuntamento in un aula vuota. Noi ovviamente non ci presentammo, ma lasciammo sulle loro teste dei secchi di vermi penzolanti, e quando aprirono la porta gli finirono tutti addosso. Ridemmo per una giornata intera” raccontò Zabini.
“Ridemmo per un anno intero” continuò il Principe delle Serpi poggiando il suo bicchiere sul tavolino.
“Era stato un bel periodo. Eravamo ancora bambini praticamente, quindi potevamo goderci un po’ di spensieratezza, ma sapevamo già come si stava al mondo…o almeno, lo stavamo imparando. E la cosa bella è che lo facevamo insieme” disse il biondo intrecciando il suo sguardo al mio.
“Insieme stavamo scoprendo il mondo” aggiunse Blaise facendomi voltare verso di lui.
“E abbiamo anche dovuto lottare. E non solo con qualche sfigato Grifondoro” replicò Malfoy sospirando. Io lo guardai confusa.
“Quando…quando finimmo l’anno, già ci sembrava inconcepibile passare tanto tempo divisi…era nato e stava continuando a crescere un legame molto forte…perciò invitai te e Blaise a casa mia per un periodo. Ma a mio padre non sembrò una grande idea avere una…beh, una nata da babbani in casa” raccontò atono Draco. Io rimasi immobile, senza mutare di una virgola la mia espressione, anche se un po’ mi faceva male. Avevo superato tutta quella situazione, ma ancora non era semplice evitare che la rabbia mi assalisse dopo affermazioni del genere. Quella rimarrà sempre una ferita aperta.
“E tu, cosa hai fatto?” domandai curiosa della risposta. Malfoy arricciò appena la bocca e fece spallucce.
“Ho fatto capire a mio padre quello che io aveva capito dal primo momento che ti ho incontrata: che eri speciale, e una delle migliori. Non è stato facile, per niente, ma dalla verità non si può scappare a lungo. Quell’estate la passammo da Blaise, ma poi non ne è trascorsa una senza che tu venissi da me ad agosto”
Osservai il Principe delle Serpi per un lungo istante. Ero sbalordita e stranita dalle sue parole, e avevo l’impressione di aver colto qualcosa che non tornava.
“Perché? Perché tutta questa fatica per me?” chiesi scuotendo il capo. I miei occhi erano incatenati a quelli del biondo, che sembrava quasi contrariato. Poi si aprì in un mezzo sorrisino ironico.
“Vieni con me Grang” disse semplicemente alzandosi in piedi e con una mano facendomi segno di imitarlo. Non era stato brusco, rude o furioso, anzi era completamente rilassato, eppure nell’insieme risultò tanto autoritario che mi ritrovai in piedi quasi senza essermene accorta.
“Dove andiamo?” domandai confusa.
“Ragazzi, vogliate scusarci, porto un attimo la Grang a schiarirsi la mente. Ci vediamo dopo” ribattè senza degnarmi di una risposta, prima di avviarsi verso l’uscita della Sala Comune. Io mi guardai intorno stranita per poi seguirlo inerme.
“Dove andiamo?” ripetei con tono più deciso, cercando di ottenere una risposta.
“Ti sei ricordata qualcosa mentre raccontavamo? Un piccolo sprazzo, un flash, qualcosa?” mi chiese come se non avessi aperto bocca. Era snervante.
“Dove andiamo?!” insistetti fermandolo e mettendomi le mani sui fianchi, combattiva. Lui mi sorrise compiaciuto.
“In un posto che ti piace” rispose enigmatico riprendendo a camminare. Io sbuffai e lo seguii indignata.
“Sei insopportabile” bofonchiai a denti stretti.
“Anche tu. Perché hai imparato dal migliore” replicò Malfoy rilassato e imperturbabile. Questo se possibile m’irritò ancor di più. Possibile che non riuscissi a scalfirlo?!
Arrivati nella Sala d’Ingresso prendemmo le scale che portavano ai piani superiori e rimanemmo in silenzio finchè non arrivammo davanti alla biblioteca. Draco aprì la porta e con un cenno mi invitò ad entrare. Io non mi feci pregare, infatti appena fui dentro mi sentii immediatamente sollevata, come quando si torna a casa dopo un lungo viaggio. Quel posto mi apperteneva, mi faceva sentire protetta, al sicuro, mi aveva accolto nei momenti peggiori e i quelli migliori. La biblioteca era un po’ come un castello di carta e inchiostro in cui mi rifugiavo ogni volta che ne avevo bisogno. Malfoy si avviò velocemente verso gli scaffali più lontani dall’entrata. Si sporse sul corridoio come a controllare che non ci fosse nessuno, poi cominciò a tirare fuori qualche libro.
“Quando siamo stressati, con una grande confusione in testa, e dobbiamo rilassarci per parlare o ideare piani geniali veniamo qui, e mettiamo in disordine i libri. In realtà ne mescoliamo soltanto l’ordine. Ci aiuta a concentrarci” spiegò il biondo cominciando a rimettere i volumi nel posto sbagliato. Io spalancai gli occhi.
“No!” esclamai stizzita. Draco si voltò verso di me e corrugò la fronte.
“Sì, questa è stata una nostra prima reazione. Sai chi ci ha mandato la prima volta a fare questo? Il Dottor Blaise!” replicò lui tornando a concentrarsi sui libri.
“Al terzo anno si era fissato che voleva diventare tipo psicologo, o una cosa del genere, e si mise a diagnosticare disturbi comportamentali a destra e a manca…ora, forse noi un piccolo disturbo ce l’avevamo davvero: la mania compulsiva per l’ordine. O almeno, lui la chiamava così. Ci costrinse a venire qui una volta alla settimana a mettere in disordine, per combattere la nostra mania. Sai com’è Blaise, cioè lo sapevi; è talmente insistente, pedante ed esagerato che piuttosto di farlo smettere accettammo. E alla fine abbiamo trovato davvero rilassante ritrovarci qui, isolati dal mondo, impegnati in qualcosa che ci permettesse di staccare un po’ la spina e concentrarci. Da allora, lo facciamo spesso. E Madama Pince non ci ha ancora scoperti”
Mi appoggiai alla parete e osservai attentamente Malfoy armeggiare con i libri, mentre un pensiero mi attraversò la mente. I miei amici non facevano che lamentarsi di come fossi insopportabilmente precisa, ma era curioso vedere come qualcuno si fosse impegnato, anche in maniera un po’ folle, a risolvere il mio problema, se così poteva essere definito. Da quel poco che avevo visto e da quello che mi avevano raccontato, mi ero resa conto che c’era qualcosa di singolare e diverso nei Serpeverde, nel loro modo di fare e di ragionare. Cominciavo a sentire la stessa sensazione che sentivo davanti ad un nuovo capitolo di trasfigurazione da studiare. Mi incuriosivano.
“E perché siamo venuti qui ora?” chiesi dopo un po’.
“Perché avevi bisogno di chiarirti le idee…capisco che questa cosa dell’amnesia ti sconvolga” ribattè sempre dandomi le spalle.
“E’ strano come tu mi abbia chiesto perché mi sono battuto per te” continuò dopo un momento di silenzio.
“Mi ha fatto capire che c’era qualcosa che non andava…insomma, che avevi bisogno di staccare un attimo e riordinare le idee, anche se per ora non ti ricordi cosa è successo. Non avere paura, comunque, presto tornerà tutto come sempre” mi tranquillizzò il biondo posando a terra alcuni libri. Io mi lasciai sfuggire un sospiro. Non immaginava quanto ardentemente desiderassi che tutto tornasse come prima.
“Ancora non mi hai dato una risposta però” feci io muovendo qualche passo verso di lui, che si voltò e incrociò le braccia al petto, appoggiandosi allo scaffale.
“Eravamo ancora abbastanza piccoli, ma io sono sempre stata abituato a sapere bene quello che volevo. Con Blaise ci conosciamo da quando eravamo in fasce, ma con te sembrava che fosse lo stesso. Insomma, se io avevo deciso che eri la mia migliore amica, che eri degna di esserlo, allora così era. Nessuno può andare contro il mio volere, io so quello che va bene o no. Mio padre aveva solo bisogno di capire quello che io sapevo già. Dopo un breve scontro si è risolto tutto comunque, perciò non c’è nessun motivo di preoccuparsi” disse Draco tornando a mischiare l’ordine dei libri. Io un po’ incerta presi un volume e ne scambiai l’ordine con quello accanto. Era una strana sensazione, e l’impulso di rimettere tutto come prima era forte, però decisi di continuare.
Quello non era nemmeno il mio mondo.
Riuscii ad articolare quel pensiero con un brivido di terrore puro, ma decisi che per il momento non avrei dovuto farmi prendere dal panico.
“Gratificante, non è vero?” chiese lanciandomi un sorrisino risoluto. Io arricciai appena le labbra, poi annuii.
“Mi fa smettere di pensare” ammisi senza fermarmi.
“Anche se c’è una cosa che continua a ronzarmi in testa” dissi dopo qualche istante.
“Che cosa ti ha fatto capire che ero…così…insomma…speciale?” domandai un po’ incerta, abbassando lo sguardo. Malfoy sembrò esitare un attimo.
“Perché eri una piccola saccente so-tutto-io, chiacchierona e tendenzialmente insopportabile…cioè, lo sei ancora, ma a quel tempo particolarmente” rispose il biondo, per poi continuare.
“Quando Potter diventò cercatore al primo anno, io provai immediatamente a farmi ammettere in squadra, ma non ci riuscii. Ero a dir poco fuorioso, sbatacchiavo qualunque cosa mi capitasse a tiro, e tutti i miei amici mi circondavano assecondandomi, dicendo che erano tutti degli stupidi incapaci, che non sapevano quello che stavano facendo, e cose del genere, dandomi sempre ragione. Soltanto tu ti alzasti infastidita dal divano mentre io ancora sbraitavo su e giù per la Sala Comune e mi dicesti che evidentemente non erano stato abbastanza bravo e che piagnucolare non sarebbe servito proprio a niente. Io rimasi decisamente spiazzato, nessuno si sarebbe mai permesso di dirmi una cosa del genere. Mi avevi sbattuto in faccia la crudele verità, e questo era inconcepibile per me. Dopo avermi detto che non ero abbastanza bravo, mi affiancasti e mi sussurrasti all’orecchio che avevi appena imparato un nuovo incantesimo che faceva venire l’orticaria, e che quello sì che sarebbe stato utile!
Allora capii che eri speciale. Perché eri, e sei ancora, l’unica capace di darmi contro, quando me lo merito, e farmi ragionare quando l’orgoglio mi sopraffà. L’unica che mi scuote a dovere e poi mi aiuta nei miei subdoli piani. Questo è quanto Grang”
Non incrociò mai i miei occhi, mentre i miei non riuscivano a staccarsi da lui. Ero rimasta come ipnotizzata dalle sue labbra che muovendosi pronunciavano quelle parole che mi sembrava impossibile che provenissero proprio da Draco Malfoy.
“Sai, quando ti tornerà la memoria, mi piacerebbe proprio sapere che cosa ha fatto capire a te che io ero speciale…” confessò Draco voltandosi finalmente a guardarmi. Io distolsi lo sguardo e rimasi in silenzio.
“Cioè, a parte il fatto che sono bellissimo, incredibilmente intelligente, talentuoso, sensuale, e tutte le altre cose magnifiche che mi rendono la persona migliore che esiste!” esclamò ghignando tronfio. Io alzai gli occhi al cielo esasperata, anche se sentii un piccolo sorriso farsi strada fra le mie labbra.
In silenzio continuammo a mischiare l’ordine dei libri spostandoci da uno scaffale all’altro, senza guardarci. Sentivo un po’ di imbarazzo nello stare sola con Malfoy dopo quello che aveva detto, e per quello mi sentii davvero stupida. In realtà la causa del disagio era che fino a quel momento mi ero sentita decisamente a mio agio con lui. E questo era folle.
A quel pensiero tornai a farmi prendere dal panico totale. Il terrore mi assalì nuovamente da capo a piedi, e dovetti fermarmi e concentrarmi soltanto sul mio respiro. Draco si accorse che c’era qualcosa che non andava e si avvicinò a me preoccupato.
“Tutto ok?” mi chiese poggiando una mano sulla mia spalla. Io mi morsi il labbro inferiore e mi sedetti per terra, respirando profondamente. Malfoy si sedette accanto a me. Mi scrutò con attenzione, ma non disse nulla. Aspettò semplicemente che il respiro mi tornasse regolare e che mi calmassi. Andare nel pallone non mi avrebbe aiutato ad uscire da quella situazione, a tornare nel mio mondo. Dovevo stare completamente calma, scoprire il più possibile, e cominciare a fare delle ricerche.
“Usciamo di qui, hai bisogno di un po’ di aria fresca” sentenziò il biondo alzandosi in piedi e porgendomi una mano per aiutarmi. Io l’afferrai e con facilità estrema Malfoy mi tirò su, facendo sì che mi ritrovassi ad una spanna da lui. Mi scansai di colpo imbarazzata e anche un po’ spaventata.
“Non ti mordo, tranquilla…cioè, a meno che tu non voglia” replicò Draco lanciandomi un’occhiata maliziosa. Immediatamente sentii il viso andarmi in fiamme, e credetti di arrossire anche nella punta dei capelli. Mi voltai di scatto e cominciai a camminare per il corridoio con il viso basso. Malfoy per tutti gli anni a scuola non aveva fatto che prendermi in giro, spesso anche per il mio aspetto, inneggiando a come non piacessi a nessuno, a come nessun ragazzo volesse stare con me, e questo un po’ mi feriva, ma avevo imparato ad essere forte e, beh, a mandarlo a quel paese. Nella mia mente non era concepibile nemmeno lontanamente l’idea che Draco Malfoy potesse, per quanto scherzosamente e amichevolmente, provarci con me. Raramente, per non dire mai, qualcuno mi si rivolgeva con malizia, ma il fatto che lo facesse lui era ancora più traumatizzante. Lo sentii prendere posto accanto a me e fermarmi. Con due dita mi alzò il mento e obbligò i miei occhi ad incrociare i suoi.
“Sei arrossita?” mi domandò alquanto retoricamente. Io cercai di abbassare nuovamente il viso ma lui me lo impedì.
“Mi dispiace di essere stato troppo…beh, normale…sai, fra noi non c’è nessun imbarazzo. Siamo migliori amici, e di sicuro da ubriachi fradici abbiamo anche pomiciato un sacco di volte! Ma non c’è mai nessun tipo di vergogna…però capisco che tu ora sia un po’…scombussolata. Tranquilla comunque, non mi approfitterò di questa cosa per portarti a letto!” disse il biondo sorridendomi divertito. Io lo guardai e cercai di ricambiare quel sorriso, ma non mi riuscì molto bene. Mi sentivo ancor più stupida per aver reagito così, di fronte a Draco Malfoy poi!
“Dai andiamo fuori…” mi incitò avviandosi verso l’uscita della biblioteca. Ci dirigemmo velocemente verso uno dei piccoli cortili interni della scuola e ci sedemmo su un muretto. Malfoy tirò fuori dal mantello un pacchetto di sigarette e se ne portò una alla bocca, per poi lanciarmelo. Io lo afferrai e scossi il capo esasperata. Ovviamente, dopo aver passato tutti quegli anni con loro, avevo sicuramente cominciato a fumare. Era prevedibile. Con fare un po’ titubante ne sfilai a mia volta una e me la misi fra le labbra. Draco si sporse su di me e l’accese con la sua che già stava bruciando. Appena il fumo mi invase la bocca sentii il forte impulso di tossire, e non riuscii a mascherarlo molto bene.
“Guarda che se ti fanno schifo quelle alla menta, me lo puoi dire” fece il biondo mal interpretando la mia tosse. Io colsi l’occasione al volo.
“Ok. Non si possono sentire” ribattei gettando la sigaretta a terra e spegnendola con la scarpa. Lui alzò gli occhi al cielo esasperato, e fece un lungo tiro, facendo uscire il fumo perlaceo un po’ dal naso e un po’ dalla bocca.
“Come sei schizzinosa Grang!”


Spazio dell'Autrice.

Questo capitolo mi è uscito un po' strano xD Però spero che vi sia piaciuto lo stesso, specialmente perchè è molto Dramione (visto che la cosa del Blairmione vi aveva sconvolto xDD). Hermione ogni tanto ha delle ricadute di panico, ma vedrete che da ora si rimboccherà le maniche e comincerà a cercare di capire che diamine le è successo!! Mmmm non ho molto da commentare su questo capitolo sinceramente, quindi spero con tutto il cuore che lo farete voi!! ^^
Grazie a tutti quelli che hanno letto ** Aspetto tante belle recensioni!

Un bacione ^^

Ps: Per chi fosse interessato nel fandom di Narnia, ho scritto una one-shot dolce dolce pairing Caspian/Edmund (sì, dovete sapere che Dramione è l'unica coppia etero supersite nella mia mente xD), magari potreste darle un'occhiata e lasciarmi un commentino!!

That's all folks!
   
 
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