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Autore: Brinne    18/01/2011    7 recensioni
- Forza, venite tutti qua vicino. Allora, ormai è arrivato il momento di svelare l'ultimaparte della Profezia, ma prima: Lucy, so che è imbarazzante come domanda e probabilmente non vuoi rispondere davanti a Peter e Edmund, ma è di fondamentale importanza, ok?-
La ragazza alzò un sopracciglio, perplessa, ma poi annuì.
- Ti sei sviluppata?-
Ecco, questo è il genere di domande che nessuno vorrebbe sentire e le reazioni furono le più diverse: Lucy spalancò gli occhi, Susan non sapeva se ridere o imbarazzarsi, Edmund cominciò a tossire e le orecchie e le gote di Peter si infuocarono e poi, in quanto protettore (ruolo che si era assunto fin dall'inizio e che ribadiva in continuazione), mise una mano sulla spalla di Lucy e guardò malissimo il signor Castoro.
- Signor Castoro, non sono domande da fare a una ragazza, tanto meno alla tua Regina.- Peter non aveva intenzione di usare quel tono autoritario e un po' superbo, ma se ne rese conto solo a metà frase e quindi non riuscì a salvarsi in corner, tuttavia il castoso non se ne curò e non si offese.
- Peter, è imbarazzante per voi quanto lo è per me, ma è di fondamentale importanza. Allora?-
[Susan\Peter] [Lucy\Edmund]
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Gli odori della notte erano pungenti e fastidiosi e per la prima volta in vita sua, Peter Pevensie credette che a Narnia ci fosse qualcosa di sbagliato, che i profumi fossero troppo intensi.

Si mise l'elmo e sellò il cavallo, a osservarlo solo una Luna velata.
Non sapeva perchè, ma aveva il cuore pesante di brutti presagi e non riusciva proprio ad agire correttamente: impiegò molto tempo per allacciare le cinghie sul ventre del suo destriero e solo l'intervento provvidenziale di Oreius lo salvò da una crisi isterica.
- La nostra è un'avventatezza, Oreius.-
- Lo è stato anche affidarci a dei ragazzini contro la Strega Bianca, se mi permettete, mio signore.-
Peter si zittì e montò a cavallo, raggiungendo gli altri, già pronti e tesi.
Di fronte a loro si profilava la macchia scura dell'accampamento nemico e sottili fili di fumo si alzavano a intervalli regolari, dalle postazioni di guardia e, a dir la verità, Peter si trovò a pensare che quella fosse una mossa stupida da parte dei generali avversari: in poco tempo avrebbero potuto individuare tutte le sentinelle senza alcun problema.
Si abbassò la visiera, avvolgendo la spada in un panno di stoffa per fare in modo che non si sentisse il clangore del metallo, e presto venne imitato da tutti. Sapeva che Edmund, Lucy e Susan erano vicini a lui, forse non fisicamente, ma poteva percepire la loro presenza all'altezza del cuore.
Come siamo sdolcinati, Peter.
Forse è perchè stai per riprendere in mano le armi, ma le battaglie ti sono sempre piaciute, in fondo.
Sì, Peter Pevensie sapeva che le guerre erano una brutta faccenda, ma amava sentire le urla ed era inebriato da quella danza mortale che era costretto a ingaggiare per ore e ore senza momenti di tregua. Amava superare il proprio limite e barcollare e accasciarsi al suolo, stravolto.
Probabilmente era un piacere malato, ma a lui non importava troppo.
Si sistemò meglio sulla sella, poi cominciò la discesa dalla collinetta e ringraziò di avere con se delle creature della foresta in grado di non farsi sentire nè vedere e al confronto si sentiva un sacco di patate che rotalava giù dalla discesa, ma non ebbe molto tempo per compiangersi perchè presto tagliò la prima gola.
Ecco, questo era qualcosa a cui non si faceva mai l'abitudine e lo stesso valeva anche per il Re Supremo, che distolse lo sguardo dal corpo morente e caldo.
Vide i suoi compagni insinuarsi tra le tende e Peter li seguì, scendendo da cavallo e facendosi strada tra l'accampamento.
Presto, molto presto, sentì le prime urla e seppe che l'inferno era cominciato.
Non vide più i suoi fratelli e non volle pensare a loro, sapendo benissimo che il suo era un pensiero egoista: se fosse stato in pena per loro non sarebbe riuscito a ragionare lucidamente, e si sarebbe fatto ammazzare.
Si chiese quanto avrebbero impiegato, quelli di Archen, a reagire.
Sentì uno stridio e alzò gli occhi al cielo nero e vide tanti puntini che volavano verso le torri e le catapulte e davano fuoco a ogni cosa potesse nuocere a Narnia.
In quel momento, Peter seppe che Susan stava bene.
- Mio signore?- un fauno lo stava osservando e Peter si riscosse, facendogli cenno di seguirlo all'interno di una tenda.
Entrò e vide un uomo come lui sdraiato sul suo giaciglio, ignaro di cosa gli stesse per succedere e il Pevensie esitò di nuovo.
Una persona che fosse passata di lì per caso avrebbe potuto confonderlo per il pius Eneas.
- Mio signore?- ripetè il fauno, spazientito. Che il suo re si fosse ammattito?
Peter uscì dalla tenda e lasciò fare il lavoro sporco ai suoi uomini e chissà se loro avrebbero provato un po' di rimorso.
Era sempre stato così per Peter, prima di combattere: esitava per molto tempo e solo quando la situazione degenerava, si dava una mossa a reagire.
- Peter!- sentì il suo nome e vide Lucy che gli correva incontro, il viso sporco e i capelli incollati alla fronte.
Una bambina che giocava a fare la guerra.
- Cosa c'è?-
- Sono riusciti a riorganizzarsi nel lato ovest dell'accampamento.- disse quella, in un soffio.
Peter gioì, sapendo di essere così costretto a smettrla di uccidere nel sonno quegli uomini, ma di poterli affrontare da pari a pari.
In pochi minuti attraversarono l'accampamento ormai immerso nelle urla disperate di uomini che si erano visti privati dal sollievo del sonno.
Uomini che si erano visti privati del sollievo della vita.
Lucy correva vicino a lui e con orrore il Pevensie la vide piantare il suo pugnale nel petto di un uomo, senza esitazione.
Forse è più uomo lei di te, Peter.
Giunsero sul posto tra gli ultimi e videro Edmund disporre le truppe e impartire ordini agli arcieri, dietro le prime file. Peter decise di non intervenire nel lavoro del fratello e osservò il nemico: avevano reagito più in fretta di quanto pensasse e con terrore capì che affrontarli in campo aperto sarebbe stata un'inutile carneficina, ma ormai gli uomini scalpitavano per avere la loro parte nella storia.
Il loro muro di scudi era pù spesso, e la loro unica speranza era di riuscire a spezzarlo prima che potessero giungere i rinforzi di Archen.
- Ed, l'ala destra è debole.- stava gridando Susan, arrivata anche lei in quel momento.
Peter la guardò incoccare una freccia e portarsi vicino agli altri arcieri, prendendone subito la guida. Sembrava un'amazzone e il ragazzo non si meravigliò di vederla immensamente bella, anche se sudata e stanca.
Poi avvenne tutto molto in fretta e Peter fu costretto a dimenticare la sua pietas: i muri di scudi si scontrarono con un tonfo terribile e subito quello di Archen si spezzò e gli uomini di dispersero più presto di quanto il Pevensie avesse potuto sperare.
Si trovò coinvolto in un guazzabuglio lontano dall'esercito di Narnia con una manciata di soldati, ma non se ne preoccupò e si lasciò inebriare dai volti sofferenti dei nemici, dal dolore dei muscoli e dal sudore che gli bruciava gli occhi, mentre l'elmo lo soffocava in una morsa d'acciaio e l'armatura gli premeva sul petto come fosse una fornace.
Menò fendenti e mozzò teste, mentre la sua spada si impregnava di sangue e i suoi occhi si riempivano della strage che stavano commettendo le sue mani.
Presto perse la cognizione del tempo e si costrinse ad alzare gli occhi al cielo, scoprendolo schiarito, mentre l'orizzonte si tinteggiava nella luce del giorno nascente.
In quell'attimo di distrazione un abitante di Archen riuscì a colpirlo con  lo scudo, facendo un ampio movimento del braccio dal basso verso l'alto e andando così a colpire Peter sotto il mento.
Il ragazzo indietreggiò, sentendo la bocca riempirsi del sapore amaro e metallico del sangue e in un attimo fu circondato dai suoi fedeli soldati, che lo allontarano dalla mischia. Tossì e sputò, poi si ripulì il mento insaguinato.
Cercò con gli occhi i fratelli, ma vide solo centinaia di puntini che correvano, urlavano, morivano.
- State bene?- chiese un orso e Peter annuì, cercando di sorridere al suo indirizzo.
Non fu proprio un bello spettacolo.

Si unì nuovamente ai compagni, con i sensi un po' più annebbiati e per quanto desiderasse poter dare la colpa alla ferita, sapeva che era colpa della stanchezza e come lui, tutti i narniani stavano cominciando a sentire gli arti appesantirsi e presto anche sollevare la spada divenne difficile e immensamente stancante.
Si trovò a sperare nella venuta di Aslan. Dov'era in quel momento?
Si era dimenticato di Narnia?
Si concesse di appoggiarsi alla spada per riprendere fiato, poi individuò le insegne regali e capì che se voleva davvero avere riposo, doveva raggiungerle.
Si fece strada tra i nemici e gli alleati, senza più riuscire a distinguerli, e presto arrivò a portata di mano dal re della terra di Archen e si trovò a fissare gli occhi scuri del suo vecchio alleato, il re Durius.
Che cosa era successo?
Come era giunti a questo?
Durius lo vide e abbassò la spada. - Re Peter.- sussurrò solo, e il ragazzo gli si avvicinò, sapendo benissimo che non gli avrebbe fatto del male, non ora.
- Che stiamo facendo, amico mio?- chiese Durius, sorridendo.
Peter si fece abbindolare da quella smorfia di gentilezza e rimise la spada nel fodero, mentre il mondo intorno a lui, ignaro, continuava a farsi la guerra. - Speravo me lo dicessi tu, Durius.- allora anche il Pevensie sorrise, tendendo un braccio verso il giovane re che aveva di fronte.
Quello strinse la mano di Peter e lo attirò in un abbraccio. Dietro di lui la vista del Pevensie era bloccata da cinque soldati di Archen, escludendolo dal resto della battaglia.
E forse, Peter provò sollievo per questo.
- Mi spiace così tanto, Peter. Avanti, richiama i tuoi uomini e tornate in pace a Cair Paravel. Deponi qui la tua spada e il tuo scudo, non ti serviranno.-
Serpe velenosa, ammalii Peter.
Il ragazzo continuò a sorridere, e si slacciò lo scudo dall'avambraccio, facendolo scivolare a terra, ma poi un urlo lo raggiunse: - Mio signore!-
Peter si voltò e vide Oreius che gli indicava l'est.
Il Pevensie ci mise un po' a focalizzare la sua attenzione e più di una volta dovette sbattere le palpebre per riuscire a vedere non sfuocato, ma quando ce la fece, quando le goccioline di sudore decisero di lascargli un po' di tregua, il suo cuore si riempì di gioia: erano arrivati i rinforzi.
Non che servissero più, oramai.
Si voltò raggiante verso Durius, il quale era una maschera indecifrabile. Poi vide i cinque soldati che gli avevano impedito la vista correre a dare man forte agli alleati e in un attimo tutto crollò.
Per prima cosa, seguì i soldati con lo sguardo, senza capire perchè mai andassero a comabattere.
Per secondo, vide il volto di Durius contrarsi nel terrore.
Poi si decise a voltarsi e a osservare oltre le spalle del re.
Si sentì morire.
Non ebbe il cuore di continuare a guardare.
Non ebbe il cuore vedere quell'immensa spada conficcata in un esile corpo come quello di Lucy.
Lei era ancora viva e lo guardava implorante, inchiodata a terra e con gli occhi colmi di dolore.
Dolore per la ferita o per ciò che le accadeva intorno?
Fu un movimento rapido e fluido, e Peter riafferrò lo scudo e sguainò la spada.
Niente pietà verso i traditori e dallo sguardo del giovane, Durius capì che Archen avrebbe presto eletto un nuovo re.


Beeeehhhhhh, grazie per le recensioni e con questo (sperando di non essere stata troppo cruda) vi imploro di perdonarmi per quello di prima!!!
Grazie di nuovo a tuutti, spero vi piaccia e di riuscire a rispondervi :D

Tanto love,
Brinne.

  
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