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Autore: _Giuls17_    07/02/2011    1 recensioni
storia scritta per il contest "what if e se il succhiasangue fosse morto??" storia basata sulla decisione di Ed di farsi ammazzare dai volturi, ovviamente il titolo parla da se e spero che vi piaccia....
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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cap 2

Capitolo 2

Mi girai per vedere la folla, sembrava che avessero ripreso le cose da dove le avevano lasciate, si erono già scordati di Edward, poi fra fa folla notai un ragazza con un sciarpa sulla testa, era Alice e mi stava guardando. 

Anche lei piangeva. 

Quando vidi le sue lacrime mi voltai di scatto, non potevo vederla in quello stato, mi allontanai dal palazzo e mi persi tra la folla. Girai senza una meta.

Non avevo più niente. 

Avevo distrutto la mia vita andandomene da casa, avevo distrutto il mio rapporto con Jake scegliendo Edward e avevo distrutto anche la speranza di salvarlo, di poterlo stringere forte a me. 

Non avevo più niente nelle mani, solo il vuoto, il vuoto più totale, mi faceva paura, la mia vita sembrava un abisso nero senza fine.

Non avevo più un motivo per tornare indietro, non c’era più nessuno ad aspettarmi, squillò il mio cellulare e notai che era Alice che mi stava chiamando, ma la mia forza di volontà venne meno, pensare a lei era come pensare a lui, e non avendolo salvato non avevo niente da dirle, così lo lascia squillare, all’infinito.

Passai la notte a Volterra, in un motel, me ne sarei andata il giorno dopo mi dissi, ma non per tornare a Forks, ma per visitare l’Italia, ma qualcosa mi impedì di partire. 

E non erono i soldi, era il mio cuore, non voleva lasciare questo posto, forse perché una parte di lui era morto proprio là, anche se con Edward era finita da tempo.

 

E cosi passarono i giorni e non mi mossi da Volterra…E dopo quasi una settimana mi resi conto che sembravo un’altra.

Mi specchiai attraverso la vetrina di un negozio di vestiti e notai la mia faccia, consumata dalla fame e dal dolore, il mio corpo ancora più magro del solito, la mia carnagione era ancora più bianca, e i miei capelli sembravano evidenziare ancora di più il tutto.

Ma perché mi ero ridotta cosi?? Mi chiesi osservandomi bene allo specchio. 

I miei occhi non mostravano segni di vita, guardavano lo specchio che mi rifletteva senza mostrare un minimo di calore. 

Perché di vita in me non ce n’era più cosi tanta, mi era scivolato via tutto, la mia vita se n’era andata da me e io manco me ne ero accorta. Guardando meglio nella vetrina del negozio individuai un volto, che non mi era del tutto nuovo, e mi stava fissando con occhi che non seppi descrivere in quel momento, forse erono di disgusto e di sorpresa. 

Decisi di girarmi e sorpresa di essermi quasi scordata del suo volto, mi ritrovai a pochi passi dal lupo.

E mi uscì quasi un urlo per lo spavento, si era avvicinato ancora di più e non lo avevo manco visto. 

Mi guardava spostando la testa un po’ a sinistra e un po’ a destra, ma i suoi occhi non si staccarono mai dai miei. 

Io lo guardavo in tutta la sua grandezza, era cresciuto ancora. Era sempre più muscoloso e più alto di me, sembrava un ventenne ormai. 

Guardai anche io i suoi occhi e rimanemmo in quel modo per un istante che mi parve infinito.

Poi la mia forza mi abbandonò, non ero più abituata a stare all’impiedi per troppo tempo, e le mi gambe cedettero, ma non mi ritrovai a terra, come ogni tanto mi succedeva, mi ritrovai fra le sue braccia, che mi strinsero forte e mi dettero la sensazione di non volermi lasciare mai. 

-Cosa ci fai qui?.- chiesi esitante.

-Sono qua per te, Bella.- mi rispose guardandomi negli occhi.

-Sto sognando, tu non puoi essere qua, Jake.- dissi piano.

-Credici Bella, sono veramente qua.- e senza che me lo aspettassi mi strinse forte a se, in un abbraccio che avevo quasi dimenticato. 

Dopo che smise di abbracciarmi mi portò ad un bar e prendemmo qualcosa da bere e là mi raccontò tutto.

-Come hai fatto a sapere che io ero ancora qua?.- chiesi bevendo la cioccolata calda.

-Intuito, sai non sentendoti ritornare e ascoltando i discorsi di mio padri con Charlie, capì che non eri tornata, e che molto probabilmente eri ancora qua.-

Lo guardai meravigliata non ci potevo credere che solo per intuito lui era venuto proprio a Volterra e non in qualche altra città italiana, Jake era pieno di sorprese.

-Cosi feci i bagagli e dissi a entrambi che andavo a cercarti, presi il primo volo e bhe, eccomi qua.- disse sorridendo.

-Uao.- dissi sorpresa –Grazie di essere qua Jake.- dissi mostrando un piccolo sorriso.

-Bella vuoi tornare a casa con me?.- mi chiese porgendomi una mano.

Non risposi subito, stavo ancora cercando di capire il senso di quella mano, ma lentamente la presi e dissi –Va bene, ma prima ho bisogno di andare in un hotel decente a ricompormi.- dissi ridendo.

-Nessun problema.- mi rispose ridendo anche lui.

Andammo all’hotel più vicino e mi detti una bella ripulita, ma adesso vi era un altro problema, non sapevo cosa mettere per tornare, i miei vestiti erono sporchi e i cambi anche, ero nei guai. –Jake, ho un problema.- dissi da dietro la porta del bagno, lui era fuori che mi aspettava –Speriamo che ha sentito.- dissi.

-Ho capito che problema hai, Bella e io te lo posso risolvere.- disse.

-Eccome?.- chiesi sbalordita.

-Apri un poco la porta del bagno.- rimasi un po’ a bocca aperta per la proposta, ma poi mi convinsi ed aprì di poco e mi passò un borsone.

-Sono alcuni dei tuoi vestiti, li ho presi prima di uscire.- disse.

-Jake, sei fantastico!!.- dissi, li presi e mi cambiai subito e istintivamente mi sentì meglio, più Bella. Uscii dalla porte del bagno e lo abbracciai, mi stava salvando la vita, mi stava risollevando dal buio di cui mi ero circondata, era il mio salvatore.

Lui era leggermente arrossito, lo notai, ma un attimo dopo era il solito Jake, -Bella ora andiamo, abbiamo  un aereo da prendere.-

-Sono pronta Jake.- istintivamente mi aggrappai al suo braccio, sapevo che tornata a Forks la mia vita avrebbe ripreso a scorrere normalmente, ma stavolta avrei incluso Jake, lui ne avrebbe dovuto fare parte, necessariamente.

Arrivammo all’aereo porto dopo poco e salimmo sull’aereo, aveva programmato tutto nei minimi dettagli, era stato perfetto, ma una domanda mi era appena nata e pretendeva una risposta di Jake, per essere messa a tacere.

-Jake, perché mi hai perdonato?.-

-Bella, non è facile.- disse guardandomi.

-Prova a spiegarmelo.- dissi.

-Devo ammettere di non averlo fatto subito, quando te ne sei andata, provavo un odio profondo nei tuoi confronti, mi avevi abbandonato per lui, non riuscivo a crederci, ma dopo un paio di giorni cominciai a capire che la mia vita senza te non aveva più senso.- mi guardò.

-Avevo bisogno di te nella mia vita, sennò non lo sarebbe più stata, cosi ho deciso di partire, perché ho davvero bisogno di te, Bels.- mi prese la mano e me la strinse, capivo perfettamente come si sentiva, perché io mi sentivo allo stesso modo, ma non glielo riuscì a dire a parole e cosi mi appoggiai a lui, e mi strinse in un caldo abbraccio.

Il viaggio di ritorno fu rilassante e piacevole, stare tra le braccia di Jake era una bellissima sensazione, ed  essere alle volte coccolata da lui era anche meglio. 

Mi chiesi se fra noi non c’era qualcosa di più dell’amicizia e in quel momento mi risposi di no, eravamo solo semplici amici.

 

 

 

 

   
 
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