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Autore: Pseudonimo Letty    14/02/2011    5 recensioni
[House of Mouse]
Cosa succederebbe se a una normale (e reale) ragazza sedicenne venisse data l'opportunità di visitare uno dei luoghi dell'universo Disney?
Con l'aiuto di uno stregone voodoo, Chocolat incontrerà molti dei personaggi Disney che ha amato fin da bambina, ma... andrà tutto bene? Scopritelo! :P
Buona Lettura! :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Scusatemi tanto, sono mortificata per l'attesa, ma questo capitolo era talmente difficile da scrivere che c'ho dovuto lavorare molto. Ma basta parlare, vi lascio all'ultimo capitolo di Dancing On Stage. Buona lettura :)

I Promise (…1)

 

Musica. Silenzio.

Colori. Buio.

Suoni ovattati. Suoni assordanti.

Mi gira tremendamente la testa. Mi volto di fianco. Il divanetto del camerino è duro come una pietra… Un momento? Il DIVANETTO??

Apro gli occhi di scatto, per poi richiuderli, colmi di sonnolenza. Dopo alcuni secondi mi guardo attorno stupita e disorientata.

“Che… Che cosa ci faccio qui?” mi domando, sedendomi.

Ma allora… è stato tutto un sogno??” penso, alzandomi e dirigendomi verso lo specchio: davanti a me trovo una ragazza con i capelli spettinati e gli occhi assonnati.

Sì… è stato tutto un sogno…. O forse no?” Penso, pettinandomi.

Com’è possibile? Che mi sia immaginata tutto? Che abbia davvero provato quei sentimenti tanto contrastanti?

Ad un tratto sento battere insistentemente alla porta del camerino; velocemente, sblocco la serratura e apro la porta.

“Chocolat! Allora eri arrivata! Claudio ti stava cercando: lo spettacolo è appena iniziato” mi informa Clara, la sovraintendente del teatro. Io annuisco, ancora un po’ assonnata, per poi chiudere la porta lentamente dopo averla ringraziata.

Mi preparo per il balletto di Flash Dance, almeno sarò già pronta per la fine del primo tempo.

Body rosso, miniabito bianco e smoking. Mi cotono i capelli e mi trucco con l’ombretto color argento.

Sono pronta. Dovrei essere emozionata, afflitta da crisi di panico e domandarmi se ce la farò a fare quel dannato passo incrociato sui tacchi… e invece la mia testa è vuota, nessuna idea mi ronza in testa…

Solo una domanda ancora non se ne va dal cervello: Era davvero tutto un sogno?

Penso sempre a questa domanda, cercando una risposta, e mentre mi interrogo nella testa, non mi accorgo neppure che il tempo passa; è il mio turno. Devo chiudere in bellezza il primo tempo dello spettacolo.

Dopo alcuni applausi, la musica inizia.

Il balletto lo conosco a memoria, i passi sono precisi, ma allo stesso tempo naturali. La secchiata d’acqua mi risveglia improvvisamente da quello stato di sonnolenza e assopimento che mi pervadeva.

“Era…  tutto un sogno” dico con un filo di voce, mentre le luci sfumano, il sipario cala, e gli applausi riempiono il teatro.

 

Risalgo nel camerino; nonostante molta gente mi voglia fare i complimenti per il balletto ben riuscito, corro velocemente su per le scale, chiudendomi dietro la porta del camerino.

Mi fisso di fronte al grande specchio con occhi spenti. Mi avvicino al mio riflesso, e, sempre con lo sguardo perso nel vuoto, mi asciugo e mi pulisco il viso dal trucco sbafato e l’acqua gelida.

La mia testa è incredibilmente vuota mentre mi spoglio del body rosso e mi asciugo il corpo umido.

 

Vado verso l’armadio e, malinconicamente, afferro il vestito azzurro appeso alla gruccia.

Lo indosso con la stessa delicatezza della prima volta, mi pettino i capelli in uno chignon e, molto attentamente, tingo i miei occhi di un ombretto argenteo molto lieve.

Sono tranquilla e rilassata, una cosa che invece non mi è mai accaduta prima di una performance.

Davanti alla folla della House of Mouse ero emozionata, invece ora…  non provo nulla” penso tristemente.

“Svegliati Chocolat! La realtà è questa” penso ad alta voce, battendo un pugno sul tavolo

”Quello era solo un sogno… Un sogno…. e basta ”.

Mi viene da piangere, voglio piangere; le emozioni che credevo reali si sono rivelate solo frutto della mia immaginazione. Mi metto le mani sul viso, col capo chino sento le lacrime scendere inesorabili.

“Attenta, Chocolat… Ti rovinerai il trucco così”

Quella voce…. Quella voce tranquilla e maliziosa mi è familiare. Mi volto di scatto verso le mie spalle. Non c’è nessuno oltre a me nella stanza.

Mi rivolto verso lo specchio, dandomi della pazza da legare. Altre lacrime mi rigano il viso.

“Te lo ripeto: se non la smetti di piangere, finirà che quel bel faccino si sporcherà con il trucco” sento di nuovo ripetere. Lentamente alzo lo sguardo allo specchio e…

Due occhi viola, scintillanti e magnetici mi fissano. Non posso credere a quello che vedo.

“F-Facilier…!” esclamo a bassa voce, prima di mettermi la mano sulla bocca.

“Ecco, finalmente hai smesso di singhiozzare” sorride furbescamente.

Io rido debolmente, incredula.

“Ma allora… non è stato un sogno. Tu… Sei vero” dico,esprimendo tutta la mia felicità sorridendo vivacemente.

“Ovvio, cara. Cosa credevi? Che fosse tutta finzione? Guarda il tuo braccio sinistro” mi indica col bastone. Fisso il braccio e… la cicatrice del taglio di Uncino è ben visibile, chiara come il sole. Ritorno a fissare Facilier, appoggiato allo stipite della porta, con aria disinvolta.

Mi volto a veder dietro di me, ma non vedo nessuno.

“… Io… Non so cosa dire” dico voltandomi verso lo specchio, facendolo sghignazzare come fa sempre.

“Io invece sì” dice inchinandosi davanti, o meglio, dietro di me.

“Ti ringrazio ancora di essere stata in mia compagnia” sogghigna furbescamente, anche io sorrido.

“Beh, allora anche io voglio ringraziarti, per avermi portato nel mondo dove i sogni diventano realtà” dico facendo un plié con sguardo complice, sempre guardandolo dallo specchio.

Mi osserva interrogativo. Quando si mette in posa per pensare è davvero buffo!

“Mmm… questo vestito mi pare del colore sbagliato” commenta, roteando il bastone in aria, disegnando un cerchio.

Il colore freddo che decora il vestito sfuma, diventando un rosso acceso; proprio come il tutù che avevo al Topoclub. Anche il trucco che ho steso sulle palpebre cambia, diventando una sfumatura tra il rosa scuro e il bianco. Sorrido di nuovo, rincuorata dal vedermi di nuovo in sembianze familiari.

“E inoltre… Voglio informarti che questa… non è stata la tua unica visita” dice, sorridendo.

Io spalanco la bocca, un espressione infantilmente incredula mi percorre il viso.

“Davvero?” domando come se fossi una bambina di sei anni alla quale si annuncia una sorpresa in arrivo.

Lui annuisce semplicemente, contemplando soddisfatto la mia espressione.

“Ora vai. Balla come ti ho vista poche ore fa… E fatti onore, noi tutti contiamo su di te” dice, per poi dissolversi in una nuvola di fumo nerastro.

Rido silenziosamente. Sento di nuovo la felicità che provavo poche ore fa scorrermi nelle vene. Mi sento di nuovo viva, me stessa.

Sono così felice che mi ritrovo a canticchiare “Never Knew I Needed” mentre rimetto in ordine i vari accessori sulla tavola. Ad un tratto sento un’altra presenza nel camerino.

“Sei semplicemente bellissima” mi sussurra Jim.

I suoi occhi color cielo mi guardano dolcemente, la testa inclinata e appoggiata allo stipite della porta come la spalla.

Anche lui è presente nel riflesso dello specchio, ma non è presente nella stanza.

“Jim…” riesco a dire, per poi sorridere al ragazzo che amo.

Lo vedo avvicinarsi alle mie spalle, sento il cuore battermi sempre più velocemente.

Appena sfiora la mia testa, il mio corpo viene avvolto da una lieve luce; sotto il suo tocco, ridivento un personaggio animato, come lui.

Senza parlare, ma semplicemente sorridendomi, mi scioglie lo chignon che avevo sapientemente fatto per il balletto. Il tocco delicato delle sue dita sul mio collo si mischia alla carezza dei capelli sciolti.

“Sei più bella così…” dice, continuandomi ad accarezzarmi il collo.

I brividi di piacere che provo mi percorrono tutto il corpo. Socchiudo gli occhi e sorrido quando le sue labbra sfiorano la mia nuca.

Il mio sorriso si affievolisce tutt’ad un tratto.

“Che cosa c’è?” mi domanda tranquillo fissandomi negli occhi.

“Sai… Facilier mi ha detto che questo non è stato il mio ultimo viaggio. Mi domando quanto dovrò aspettare, quando ti potrò rivedere” spiego malinconicamente, fissando il tavolo.

Sento le sue dita accerchiarmi delicatamente il collo; percepisco il peso di una collana.

Allo specchio vedo una catenella al collo e, appesa ad essa, c’è un ciondolo rotondo di bronzo, con al centro una pietra trasparente.

“La pietra al centro cambia colore” spiega, e infatti, appena il ciondolo tocca la mia pelle, cambia colore, diventando un pallido rosa.

“è…. Bellissima James… Grazie” sorrido.

Sento che, se soli avessi le ali, potrei volare dalla felicità.

Jim mi stringe alla vita, appoggiando il mento sulla mia spalla. I nostri occhi si incontrano nel riflesso dello specchio. Non mi sento più triste, anzi mi sento in pace con me stessa.

“Ti potrò rivedere?” domando speranzosa.

Lui distoglie il suo sguardo, per poi cominciare a giocherellare con una mia ciocca di capelli.

“Questo dipende solo da te”

“Da me?” domando. Vorrei voltarmi, ma rimango ferma, osservandolo dallo specchio.

“Se davvero vuoi rivedermi, allora giura di non dimenticarmi…”

“Dimenticarti? Stai scherzando? … Questo non succederà mai, James… Tu sarai sempre nel mio cuore e nei miei pensieri. Te lo prometto con tutta me stessa” dico sicura.

Il mio sguardo è serio, io sono seria; credo fermamente in quello che dico. Ci fissiamo di nuovo, poi lui sorride.

“Il tempo renderà le nostre risposte sicure, e un anno passa veloce come una freccia. A un anno e un mese da oggi, se i tuoi sentimenti resteranno come sono, ci rivedremo… è una promessa” mi dice prendendomi la mano.

Avrei ancora così tante cose da dirgli, domande alle quali vorrei ricevere una risposta, ma l’unica cosa che riesco a dire sono poche parole.

“Va bene. Io ti prometto che il sentimento…  Il sentimento che provo per te non sparirà né si affievolirà. Desidero rivederti e la mia fedeltà sarà il sigillo del nostro patto…. Lo prometto

“… la NOSTRA fedeltà” mi corregge con un lieve sorriso Jim. Sorrido felice.

“Ora devi andare, il tuo turno è arrivato” mi sussurra, prima di lasciarmi e allontanarsi alle mie spalle, senza voltarsi. Il mio riflesso torna normale, mentre vedo dissolversi la persona che amo di più al mondo.

Un’ultima lacrima solitaria mi scende sulla guancia. Con il dorso della mano la tolgo dal viso.

La promessa mi da coraggio; con il sorriso sulle labbra, scendo le scale e mi dirigo verso il palcoscenico.

La voce del presentatore annuncia il mio balletto. Mi posiziono al centro del palco.

Sono pronta.

E mentre la dolce musica comincia a riempire la sala, non posso fare a meno di sentire alcune strane voci, che gridano:

“Balla per i tuoi sogni… Siamo tutti con te. A presto, Principessa Tutù!”

 

Fine

Un grazie a  cullen_best  per il commento. Mi ha fatto molto piacere sapere che ti piace questa mia storia ^.^

Grazie a tutti coloro che hanno letto e/o commentato questa storia.

Con affetto

Piccola Letty =]

   
 
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