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Autore: dexykiss    26/02/2011    1 recensioni
Non ti lascerò, non importa dove andrai, con chi sarai, non ti lascerò. Se starti vicino vuol dire soffrire, piangere e scappare, non posso non farlo. Sei tutto per me, sei la mia vita, sei il mio mondo, senza di te la mia vita non ha più senso. Preferirei morire tra le fiamme dell'inferno che vivere con il dolore del rimorso, lo so, dirlo fa paura, ma vi chiedo: per amore fino cosa andreste incontro? Cosa fareste? Cosa pensereste? Ditemi.. Quello che leggerete è la storia di due sorelle divise e ritrovate, ma niente sarà più come prima.. La verità può uccidere, le bugie possono illudere, i fatti possono ferirti.. ma niente può finire con un lieto fine, perché non sempre il bene prevale, a volte basta un male più grande a distruggere ciò che noi crediamo, o crediamo di essere, ma ora basta, leggete così capirete di cosa sto parlando...
Genere: Fantasy, Horror, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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vendetta, è una parola fredda, ma detta con il tono giusto può diventare affascinante.
nella vita non c'è giusto o sbagliato, non c'è destino o casualità, la vita c'è la creiamo noi, me lo hai insegnato tu , ricordi?

tutti credevano che nella mia vita ci fosse stata ora una svolta positiva, credevano a questo perché mi vedevano circondata da amici, ed ogni giorno uscivo a divertirmi con loro, ero sempre al telefono.

tutti credevano che avessi dimenticato,... di lei, di me, di lui.

ma non è mai stato così, non volevo che mi vedessero ancora piangere, non volevo fargli vedere le mie lacrime consumate, sì, ho smesso, ho voltato pagina .. si posso dirlo, ma, non ho dimenticato quelle parole che mi disse quel giorno mio papà, non le ho dimenticate non potevo.

non faccio altro che sorridere, ma dentro di me non smetto mai di piangere, ci sono stati giorni che volevo urlare, giorni che volevo scappare da tutti quei volti che mi  circondavano, ma non lo mai fatto, e non ho mai abbassato la guardia, non potevo farlo, mi sentivo ancora legata a lei.

ho deciso, troverò questo scippatore, lo porterò nella corte, e li lo giudicheranno colpevole.

sorella tu che credevi nelle persone e mi dicevi che in ognuna c'è sempre del buono, credevi  ciò che era giusto, e così mi hai trasmesso questo tuo credo, ma ora che non ci sei, cosa dovrei credere.

l'uomo è capace di fare qualsiasi cosa, per banalità.
e tu ignara di tutto ciò sei morta per mano loro.

(1 settimana dopo)

ho chiesto aiuto, ti giuro lo chiesto, ma sai cosa mi hanno risposto? "lui non è colpevole". ho provato in tutti i modi di mettere fine a questo mio tormento, ma loro non me lo hanno permesso...

mi hanno detto che non è stato lui, tanti lo hanno difeso, da subito ho capito che era una persona importante, ma questo non giustifica.

tornai a casa con in mano tutte le prove che lo accusavano, e dalla porta dell'entrata c'era un uomo robusto che mi stava aspettano.

lo vidi camminare verso di me e tiro fuori un coltello... che mi graffio il braccio, e strappandomi i fogli tra le mani scappo, lasciandomi a terra con il sangue che inzuppava la camicetta grigia.

perché deve succedere questo, perché l'uomo devo deludere ogni sua aspettativa, perché ci sono persone come lui in giro.

mia mamma mi vide a terra, e chiamo di corsa mio papà, tutto era così calmo, il silenzio che mi stava avvolgendo era confortevole, mi piaceva questa sensazione di pace e tranquillità,  nei vuoto mi sentivo serena, nessuna preoccupazione, e con nessun sentimento, mi sentivo rinata.

....

apri gli occhi e mi ritrovai sul divano del salotto, la testa mi faceva male, ma  non ricordavo cosa era successo.
mentre mia mamma me lo stava spiegando, osservai il fuoco del caminetto, e qualcosa dentro di me si accese, mi resi conto che imitarla per tutti questi mesi solo per non farla svanire, non avrebbe senso, e quindi mi chiesi: "perché non essere ciò che non voglio essere".
"basta!"

(4 mesi dopo)

"aiutoooo!!! aiutatemi" Giorgio urlava.
"cosa vuoi tu da mee!!!" lo vedevo per terra, con la gamba spezzata.
"cosa voglio? voglio la tua vita, mi hai tolto l'unica ragione di vita e ora prendo la tua!"

"scusami, scusami, ho sbagliato lasciami andare, non uccidermi, abbi pietà!!" era lì che urlava piangendo, e io che lo guardavo dall'alto.
"pietà?? tu hai avuto pietà per lei, cosa volevi da lei? un corpo dove divertirti, o i soldi che lei stessa ti ha dato! non chiedermi pietà, io non ne avrò!"

"scusami, scusami, non uccidermi, scusami, ho una famiglia, ho due figli, scusami faro qualsiasi cosa ma non togliergli un padre"
"e dicendomi questo pensi che cambierei idea? tu hai fatto un grande errore togliermi quella persona, non chiederò scusa a nessuno, e ora basta parlare, questa conversazione è andata anche oltre, già ora tu te ne andrai!"
"no, no , no, non farlo noo!!!"

premei il grilletto della pistola per caricarlo, mentre era puntata sulla sua fronte, e gli dissi "addio".
sparai a sangue freddo, il sangue schizzo, nella mia direzione sporcandomi le scarpe, e camminando uscii da quel magazzino abbandonato, con ancora il fucile in mano.

perdonami, ancora adesso mi rendo conto del mio sbaglio, ma un giorno capirai il perché del mio gesto.
  
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