III
I'm
fucked!
Doveva
esserci
qualcosa di estremamente sbagliato in quella situazione paradossale
che da un paio di anni era costretta a vivere. Malfoy Manor era un
maniero di dimensioni decisamente considerevoli, nonostante fosse da
lungo tempo che la zona est era stata sigillata per qualche ragione
oscura. E ovviamente, per oscura, non si intendeva solamente che era
una ragione nascosta, sconosciuta ai più, ma che
probabilmente era
anche un motivo più o meno illegale, che poi il marito e il
suocero
vi ci si addentrassero più tempo del consentito non faceva
altro che
aumentare la lunga lista dei suoi sospetti e timori. Per quel motivo,
e per mille altri ancora, Scorpius doveva essere allontanato da
quella casa. Ma il punto non era quello, quanto piuttosto che non
fosse possibile che lei, Astoria Greengrass sfortunatamente ancora in
Malfoy, fosse costretta a dover vivere, fianco a fianco, con i
suoceri. Nessun problema con Lucius, visto che passava più
tempo nel
suo studio che altrove, quanto piuttosto i problemi nascevano e si
moltiplicavano a vista d'occhio con Narcissa.
La suocera, quando
non era in giro a combinare chissà che complotti
accompagnata dal
fido auror Potter, era una presenza fissa in casa. Non usciva, non
aveva hobby se non quello di tiranneggiare sugli elfi e commentare
acidamente ogni mise della nuora ormai prossima al
collasso
nervoso.
Oltretutto,
Narcissa, voleva un gran bene al nipotino Scorpius, ma questa
affezione scompariva nel momento stesso in cui Astoria era in
difficoltà con il mocciosetto viziatissimo.
Scorpius aveva il
raffreddore? Narcissa spariva inaspettatamente per una sessione
tonificante di shopping.
Scorpius stava
covando l'influenza? Narcissa spariva inaspettatamente per una lunga
vacanza alle terme in Italia, tornando sì più
rilassata, ma anche
più carica per nuove schermaglie verbali.
Astoria quasi
temeva il momento in cui Scorpius avrebbe contratto le prima malattie
infantili.
In quel momento,
Scorpius stava tirando su con il suo aristocratico nasino facendo
imbestialire Astoria. Narcissa era sul lato opposto della stanza,
pronta a sparire alla prima avvisaglia di moccio.
«Narcissa,
non te lo chiederei se non fossi disperata.» disse cercando
di non
sembrare una supplice davanti al santo di turno.
La
suocera la squadrò, sopracciglio inarcato e nasino
arricciato.
«Cara,
non se ne parla nemmeno per quanto so quanto puoi essere disperata.
La tua mise
lo testimonia in pieno.» Commentò malevola
sbeffeggiando la veste
di Astoria.
Aristocrazia
e disperazione, così si era commentata poco prima mentre si
era
guardata allo specchio. Alla fine, quella veste poteva permettersela
solamente prima del parto di Scorpius. Quel bambino aveva
implicitamente preso dalla nonna quel lato distruttivo. Insomma,
durante la gestazione aveva preso chili che difficilmente sarebbe
riuscita a togliere e tutta per colpa di quel bambino che ora aveva
smesso di tirare su col naso e, con le manine sporche di Merlino solo
sa cosa, si puliva le manine sulla veste della mamma.
«Orrore.»
commentò, schifata, prima di rivolgersi nuovamente a sua
suocera.
«Non ho intenzione di lasciare il mio bambino con quelle cose
orribili che voi vi ostinate a usare al posto dei domestici.»
«Si
chiamano elfi domestici, tesoro.» replicò
Narcissa, quasi stizzita.
«E mi dispiace, ho un appuntamento urgentissimo con la mia
consulente di bellezza. Ciao, Astoria cara.» e la
salutò per andare
a farsi rifare per la terza volta nell'arco di due mesi un iniezione
di botox, splendida e utilissima sostanza scoperta dai Babbani che
grazie a questa scoperta avevano guadagnato punti nel suo palmares.
Astoria
raccolse il piccolo da terra e dopo un veloce “Gratta e
netta”
rassegnandosi a dover portare con sé il piccolo Scorpius al
suo
incontro con Theodore.
*
Subito
dopo essersi smaterializzata nella Londra babbana con il piccolo in
braccia ancora estasiato dalla magia della madre, cercò di
appoggiarlo a terra per farlo camminare un po'. Scorpius si
lasciò
cadere a terra, molto più propenso a farsi portare in
braccio
piuttosto che a dover muovere un paio di passi in autonomia. Con uno
sbuffo, lo riprese in braccio e uscì dal vicolo in cui si
era appena
materializzata. Dopo poco si ritrovò nel solito locale
babbano con
Theodore Nott già seduto a un tavolo che l'aspettava
leggendo
attentamente delle carte con gli occhialetti da lettura calati sugli
occhi.
Prima
di innamorarsi scioccamente e perdutamente di Draco, Astoria aveva
avuto una leggera cotta per Theodore che era durata circa... una
vita. Considerò che probabilmente quella scena, se l'avesse
vissuta
alla giovane età di quindici anni, trovandosi di fronte un
Theodore
diciassettenne e nessun moccioso piagnucolone e viziato in braccio,
le sarebbe decisamente piaciuta vista la sua infatuazione per i
completi babbani composti da giacca e cravatta come quello che
l'avvocato portava quel giorno.
Theodore
alzò lo sguardo e sorrise apertamente nei confronti di
Scorpius, che
per tutta risposta ridacchiò allungando le braccia per farsi
prendere in braccio dallo zio. Le venne in mente per un attimo sua
sorella e i suoi continui tradimenti, ma nascose quei pensieri
sconvenienti in un angolino.
«Vogghio.»
disse Scorpius prima che la madre riuscisse a salutare Theodore. Il
ragazzo la fissò confusa, non essendo ancora avvezzo al
nuovo
linguaggio del bimbo.
«Vuole
la tua cravatta. “Voglio” è l'unica
parola che riesce a
pronunciare quasi perfettamente.» replicò Astoria
evitando di
chiedersi come mai ciò fosse possibile.
«E'
sempre bello avere la conferma che è anche figlio di
Draco.»
replicò Theodore facendo un buffetto al bambino che per
tutta
risposta si asciugò il naso sulla cravatta, facendo
effettivamente
comprendere alla madre perché la volesse.
«Narcissa
non me l'ha voluto tenere e io con gli Elfi non lo voglio lasciare.
Senza contare che Lucius e Draco sono spariti stamattina accompagnati
chissà dove da Potter.»
«Passiamo
agli affari, ti va?» tagliò corto Theodore,
capendo che l'argomento
“famiglia Malfoy” andava chiuso il prima possibile.
«Scusa,
l'altro giorno sono dovuta scappare che Draco mi aspettava per cena.
Dove eravamo rimasti?» gli chiese. Da quando era moglie e
madre a
tempo pieno non aveva più testa per nient'altro. Riprese il
piccolo
in braccio e aspettò che Theodore iniziasse.
«L'annullamento
lo possiamo richiedere solamente se Draco è impotente o non
vuole
figli, ma direi che ho l'esempio vivente che esclude queste due
opzioni.» Disse indicando Scorpius che ora batteva le mani
felice
cercando di ripetere ciò che l'avvocato diceva.
«Ipoete.»
strillò, battendo le mani più forte.
«Si
potrebbe aggiungere un'accusa per violenza domestica, ma dubito che,
per quanto sia forte la tua voglia di divorziare, tu voglia mandare
Draco ad Azkaban visto che ha una cella che lo aspetta dal momento in
cui gli hanno tatuato il Marchio.»
«Akkaban!».
«Se
no, beh, c'è il tradimento.»
«Oh,
sono fottuta, Draco non mi tradirebbe mai!»
osservò sconvolta.
«Fottuta!»
trillò ancora più felice e ancora più
forte Scorpius attirando su
di sé parecchie occhiate sconvolte.
Astoria
lo osservò non sapendo se ridere o se piangere.
Theodore
glissò sull'uscita poco felice del bimbo e aggiunse, nel
tentativo
di consolarla, ma ottenendo il risultato opposto: «Ti ricordi
le
corna che sono cresciute sulla testa di Pansy Parkinson durante il
periodo di terrore della Umbrdge? Beh, diciamo che qualcuno ha voluto
farle aprire gli occhi sulle parecchie infedeltà di
Draco.»
«Oh
Dio! Non dirmi che Draco potrebbe persino avermi tradito?»
chiese
quasi disperata. Era troppo tempo che aveva gli ormoni in subbuglio
ed era prossima al crollo nervoso.
Theodore
la osservò calandosi gli occhialetti da lettura sul naso e
la
osservò con sguardo indagatore. «Scusami un po',
ma tu vuoi
divorziare da Draco, sì o no?».
___________
Angolino
dell'autrice:
capitolino corto corto, ma abbastanza simpatico per farmi perdonare del
ritardo.
Chiedo immensamente scusa ma mi sto dedicando anche ad altre storie
contemporaneamente e il tempo materiale mi è venuto
decisamente meno.
Tra l'altro se vi va, andate a leggere la mia nuova oneshot Nomen Omen
su Harry e Ginny alla presa con un ritardo e dei nomi improbabili.
In ogni caso, ci tenevo a dire, che anche la mia nonna materna, per
quanto mi volesse bene, nel momento in cui ero ammalata non
mi voleva vedere nemmeno di striscio, quindi mi sono ispirata a lei per
Narcissa. Oltretutto, stando ai racconti di mia madre, mia nonna era un
osso duro e abbastanza avversa nei suoi confronti.
Io ora rido, ma ho paura di dovermi sposare per trovarmi una suocera
del genere o.o
Va beh, grazie mille a tutti e fatemi sapere dai <3
Grazie milleeeeeeee.
Alla prossima,
Fay <3