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Autore: Strega_Mogana    02/03/2011    3 recensioni
Serie di flash fic (max 750 parole) incentrate su Severus Piton.
Storie partecipanti al concorso "Lotta all'ultimo inchiostro" del Magie Sinister Forum
Dall'ultima one shot postata: [...] Il mondo traballa, quando lo si guarda attraverso un bicchiere di whisky.
E’ avvolto da un velo ambrato; è freddo come il ghiaccio che si sta dolcemente sciogliendo, infuocato come il liquido che ti brucia la gola, annebbiandoti la mente.
[...] personaggio: Tobias Piton
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Scritta per il XI° turno di


Tema: Severus, un odore o un sapore e un ricordo


Perfume of Hope


Quello che avvertiva era un profumo nuovo.
Dolce, sconosciuto in grado di donargli quiete.
Era profumo di innocenza. Un delicato aroma che gli scaldava il cuore e che lo terrorizzava nello stesso istante.
Era il profumo di un nuovo inizio, di qualcosa di immacolato e puro.
Era una fragranza che risvegliava in lui istinti che non aveva mai creduto di possedere e, nello stesso tempo, lo faceva tremare dentro, spaventato dall’idea di quello che era stato un tempo, inadatto per affondare anche quel nuovo, inatteso, temuto percorso.
Era il profumo dei sogni, delle illusioni, quelle sensazione effimere che, quando credi di afferrarle, ti scivolano via come sabbia tra le dita. E lui le aveva rincorse per anni, inutilmente.
Era il profumo di una nuova responsabilità, di un’anima che non era ancora stata intaccata dalla realtà.
Era la fragranza delicata di un fiore non ancora sbocciato, di un libro nuovo dalla copertina rigida con i fogli ancora incollati.
Un profumo che conteneva amore, serenità e pace. Sentimenti che gli erano sempre stati negati.
Severus non credeva che avrebbe mai sentito un profumo del genere.
Il profumo della fragilità delle illusioni, delle scoperte infantili e dello stupore di fronte alle novità.
La fragranza del terrore di perdere tutta quella piccola, seppur enorme, gioia; di appestarla con la sua presenza e il suo olezzo di morte e magia nera.
La paura di intaccare quella purezza con le sue mani che odoravano di sangue e che non sapevano donare gesti affettuosi.
Severus respirò piano cercando di marchiarsi a fuoco quel profumo nella mente, di farselo diventare suo; perché sapeva che sarebbe durato poco. Sapeva che presto quell’aroma avrebbe lasciato posto ad un’altra fragranza, sempre dolce e delicata, ma diversa da quella perfetta e pura che scacciava il puzzo della sua anima.
Severus non credeva possibile che potesse esserci un momento di assoluta perfezione come quello che stava vivendo. C’erano stati momenti, notti insonni persi nella contemplazione di un corpo che mutava sotto il suo attento, innamorato sguardo, in cui si era chiesto come sarebbe stato il suo futuro.
Ed ora il suo futuro era lì. Stretto dalle sue grandi braccia segnate da un marchio che impallidiva con gli anni sulla pelle bianca.
Impallidiva senza sparire. E un giorno avrebbe dovuto spiegare cosa significava del segno, cosa portava, che ricordi richiamava in lui e in tutte le persone che gli stavano attorno.
L’odore del sangue. L’odore della morte. L’odore della solitudine.
E lui avrebbe spiegato. Timoroso, incerto, magari cercando lo sguardo della sua donna; gli avrebbe stretto la mano donandogli un muto conforto come solo lei sapeva fare.
Un giorno.
Quando del profumo che gli riempiva i polmoni ci sarebbe stato solo un vago ricordo.
Ma ora non era il momento di ricordare gli olezzi della sua anima.
Ora contava solo quel profumo e il calore che avvertiva nel cuore insieme alla speranza di diradare le tenebre che a volte, a distanza di anni, avvolgevano ancora il suo profondo sguardo.
Il mago distese le labbra sottili in un tenue sorriso. La fragile creatura che teneva in braccio aveva gli occhi serrati sul mondo che ancora non poteva vedere, i piccoli pugni dalla pelle grinzosa stretti vicino al viso paffuto.
Diede un delicato bacio sulla fronte coperta da una sottile, morbida peluria.
Non credeva che un uomo segnato dalle ombre e tenebre come lui potesse donare la vita ad una creatura di luce come quella che stava stringendo.
Non avrebbe pianto. Nella sua vita le lacrime aveva segnato momenti dolorosi; ogni squarcio dell’anima.
La sua anima era stata ricucita dalle delicate mani della donna che aveva imparato ad amare, con pazienza e devozione aveva unito tutti i brandelli del suo essere donandogli la speranza. Non c’era più dolore e oscurità ma solo gioia e la forte luce dell’amore a diradare le tenebre del suo sguardo e del suo cuore.
Non avrebbe pianto.
“Severus?” la voce di Hermione riuscì a destarlo dal torpore che quel profumo donava portando via la sua vecchia vita, con i suoi odori malsani, risanando vecchie cicatrici “Dobbiamo scegliere un nome.”
Sollevò lo sguardo incontrando quello di sua moglie distesa sul letto, affaticata dal parto ma con un sorriso radioso.
“Hope.” disse a voce bassa, come se temesse di sporcarla con la sola voce.
Hermione annuì con un leggero cenno del capo prima di chiudere gli occhi vinta dalla stanchezza.
Severus sorrise poi tornò a guardare la bambina.
“Benvenuta Hope. Sono papà.”

Fine

   
 
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