Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: AmaranthineMess    03/03/2011    0 recensioni
Il segno, è arbitrario.
Non importa di cosa si tratti. Di un paio di decolté di pelle lucida o del senso del vivere. Tutti i segni, sono arbitrari.
Dunque se io, da questa parte del mondo, penso che un semaforo rosso significhi inequivocabilmente che devo fermarmi, dall’altra parte del mondo, forse, c’è qualcuno che ha appena ingranato la prima –che per lui è la badguhrt, ma poco importa – e aspetta solo che quel maledetto semaforo diventi rosso, per poter andare.
Tutto questo, è spaventoso e allo stesso tempo rassicurante.
Se il segno è arbitrario e tutto può essere segno, allora tutto può essere arbitrario.
Non esistono bello o brutto, non esistono giusto o sbagliato, non esistono maschio e femmina, non esiste forte e debole. Tutte le categorie su cui si fonda il nostro essere uomini e donne nel mondo, semplicemente crollano.
Non esiste, giusto o sbagliato.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giorno 2

Non capisci come possa essere possibile, che nel giro di una notte, nel giro di poche ore, una città possa ridursi così.
Solo ieri sera, davanti a te c’era una palazzina di due piani.
Adesso c’è un vuoto, pieno di fumo e di macerie polverose.
Qua e là resiste qualche fuoco.
Corpi immobili, grigi, mutilati stanno sparpagliati attorno a te. Cos’è tutta questa morte che ti circonda? E’ mai possibile che sia tutta lì attorno, così densa, ti striscia addosso, è indecente, la senti farsi strada fra i tuoi pensieri.
E’ come trovarsi in un harem pieno di donne-lumaca.
La morte, pensi, non è altro che una donna-lumaca.

Anche quell’odore ti si appiccica addosso.
E’ insopportabile, è dolce e acre, è anche lui osceno. Ti appoggi ad un muretto bianco e vomiti tutta quella disperazione. Senti che qualcuno ne sta ridendo.
Alzi gli occhi, la nausea è passata, o forse non ancora, non distingui più cos’è nausea da cosa non lo è, un mucchio di gente ti corre incontro, ti passa oltre, guardi tutto come se non fossi lì.
Il sangue che è colato dal tuo sopraciglio per tutta la notte ti ha sigillato un occhio.

Sangue. Vomito. Macerie. Corpi bruciati, come ceppi ancora accesi, ardono e urlano e spargono il loro odore pestilenziale. E poi, la donna-lumaca.

***

Ciao, come ti chiami? Sorride.

Tu lo guardi sorpreso, non sai quale dei tuoi nomi vuol sapere.

Il tuo nome in codice. Sorride.

Kam.

Piacere, sono Marie. Sorride.

Sorridi anche tu adesso, perché ti pare proprio un nome da donna.

Sì, è un nome da donna. Non devo stare simpatico al comandante. Sorride. Sei arrivato oggi?

Stanotte. Ho viaggiato tutto ieri. La mia famiglia..

Shh, no. Sgrana gli occhi, si guarda in giro. Niente famiglia qui, Kam. L’altro giorno un ragazzo è stato frustato duecento volte per aver raccontato ad un fratello della sua fidanzata. Niente famiglia, amici, fidanzate qui, ok Kam?

Sgrani gli occhi anche tu. Sì, ok. Io, penso che questo sia il mio letto.

Benissimo, accomodati Kam. Sorride.

***

Sai sparare figliolo?

Sì, signore. Mio padre..ecco signore, volevo dire, ho imparato anni fa, signore!

Bene, figliolo. Stai attento, stai attento.. Il nostro fratello Kam, è l’unico di voi nuovi arrivati che sa sparare. Adesso ce ne darà una prova, vero Kam? E se mi convinci, potrai passare direttamente al corpo di spedizione in città, d’accordo figliolo?

Sì, signore, ne sarei onorato signore.

Molto bene Kam, imbraccia il fucile e nasconditi dietro questo muretto accanto a me.

Vi accucciate dietro al muretto. Tutti gli altri fratelli, alle vostre spalle, non sentono più cosa vi dite. Il comandante parla e sorride. Tu stai lì fermo, accanto a lui, e ascolti, il tuo sguardo vuoto fissa un punto laggiù, deglutisci, guardi il comandante ed abbassi subito lo sguardo. Qualche goccia di sudore ti riga la fronte.

Avanti figliolo, lo vedi quell’uomo laggiù? Quello con la maglia bianca, seduto per terra. Quello è un prigioniero, l’abbiamo preso questa notte, voleva scappare e andare ad informare i ribelli che il nostro campo è a poche miglia dalla città. E’ un traditore figliolo. E tu hai l’onore di ammazzarlo.
No, figliolo, non guardarmi con quegli occhi. Quello non è un essere umano, è solo un nemico della Rivoluzione. Spara Kam, fallo fuori!

Bang. Nella tua mente, prima che il colpo esploda.
Tuo padre guardava gli uccelli volare, poi ne colpiva uno. Tua madre stava in casa a pregare che nessuno si facesse male. Tua sorella, si rintanava sotto la biancheria sporca ammassata ad un angolo della cucina. Tuo fratello, era più piccolo, e aveva paura, ma stava dritto accanto a te e ti teneva la mano. Tu stavi a guardare, qualche passo indietro a tuo padre. C’era solo un enorme cielo tutto giallo, ed un uomo molto alto e forte che sembrava tutto nero a guardarlo contro la luce accecante del sole. Bang. E tuo padre tirava giù uno di quegli uccelli marroni. Poi restava un odore piacevole nell’aria, un punto rosso sulla terra giallognola del cortile, qualche piuma marrone che tentava di riprendere il volo. E se c’era vento, continuava a volare. Solo una piuma, niente più vita dentro. Solo una piuma.

Spara figliolo!

Bang. Qualche urlo, il comandante subito si alza in piedi e richiama l’attenzione. Niente paura, è solo un’esercitazione.
Quel corpo morto si accascia da un lato.

Complimenti figliolo, l’hai preso in pieno! Ride. Soddisfatto.

Solo una piuma, Kam, niente più vita dentro.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: AmaranthineMess