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Autore: Nyappy    03/03/2011    1 recensioni
Mer'n è un'Errante, una tatuatrice che vaga per le regioni del Bahtikka assieme alla sorella Lee'a, che una maledizione ha trasformato in un cane.
Quando iniziano a sparire delle ragazze, Mer'n è quasi sicura che la sorella rimarrà sempre vicina a lei, scodinzolando placidamente.
Quindi, ovviamente, viene rapita, e a Mer'n non resta che andare alla sua ricerca, in un mondo dove la magia non è nascosta e le foreste sono dotate di volontà propria.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Thiem aveva ucciso il famiglio di Yenn e la donna si era fatta rinchiudere nella sua notte eterna, Nahël aveva perso il suo ultimo alleato nel palazzo.
Ad Honir erano i tre fratelli gli stregoni più importanti: Yenn la Pura, Nahël l’Enigmatico e Thiem il Custode del Sud. Nonostante fosse Thiem quello con il titolo più alto, era Nahël il più potente, e presto il minore si era ritrovato a covare odio ed invidia nei confronti del fratello.
Con la scusa di un viaggio si era recato nel continente est per apprendere i malefici più potenti e le maledizioni più diaboliche, e tornato ad Honir aveva rivelato il suo vero animo da despota.
Rinchiusi i fratelli nel palazzo, su cui aveva apposto speciali sigilli, poteva dare inizio al suo piano.
Thiem ci aveva messo davvero poco a prendere il controllo di quella reggia, e le aveva dato subito il suo tocco personale: doveva essere sfarzoso, un tripudio di oro e di sete, un ambiente che si confacesse al nuovo sovrano di Honir.
Ora aveva solo bisogno di un famiglio: così sarebbe davvero diventato il sovrano incontrastato di Honir, un vero Custode.

-Lee’a, dove sei?-, era già da un po’ che Mer’n vagava per l’harem, deserto.
Incespicò sui cuscini, trattenendo a stento un insulto sullo stile pretestuoso del padrone di casa.
Ma dov’erano finite tutte? Yenn le aveva rispedite a casa?

-Ti è mancato questo posto?-, il tono del Custode era beffardo.
-Può darsi.-, rispose Nahël sarcastico.
Si era lasciato guidare dalla furia ed ora era lì, fronte a fronte con il fratello, praticamente disarmato e con tanta voglia di uscirne vivo.
-Sei veramente un pagliaccio, tu ed il tuo sarcasmo. Dimmi, ti è piaciuta la mia maledizione?-, Thiem compì un violento movimento di frusta con il braccio, e Nahël venne sbalzato in aria.
Cadde a terra in un tintinnio di campanellini, dolorante per quelli che sotto il suo corpo si erano ridotti a dischetti di metallo.
-Dai, fammi ridere.-, lo stregone malvagio gli sorrise, crudele.
-Scusa, non ne sono capace.-, oltre al dolore della caduta ora il braccio sinistro, quello dov’era incisa la maledizione, gli bruciava come se avesse preso fuoco.
-Allora ti farò ridere io. Sei fortunato, mi ricordo anche le battute esatte…-, e si mise a recitare la maledizione che gli aveva lanciato.
Non potrai aiutare ne’ farti aiutare/
Nulla per te sarà bianco o nero, solo grigio/
E anche se non lo vorrai mi dovrai portare/
Un famiglio che rinsalderà il mio capriccio/
Nahël sbarrò gli occhi.
-Lo so, gli ultimi due versi non hai fatto in tempo a sentirli.-, ghignò Thiem, -La donna… grazie per averla accompagnata fin qua.

Mer’n era inseguita da strane ombre antropomorfe, e correva per il palazzo imboccando corridoi a caso. L’avevano quasi catturata nell’harem, ma era riuscita a fuggire per un pelo.
Si era persa, e stava girando in tondo da un po’, se lo sentiva.
Dov’era finito Nahël? E Lee’a, era davvero a casa?

-Guarda tutti quei campanellini, sembri un cembalo.-, Thiem rideva mentre Nahël veniva sbattuto contro le colonne dal potere del fratello, che senza reale divertimento si stava limitando a prendere tempo, finché…
-Tu!-, una voce femminile rimbombò nel salone, -Sei Thiem, giusto?-
Mer’aveva spalancato il portone dorato ed era entrata di corsa nel salone, furente.
-Donna!-, Thiem lasciò crollare il fratello a terra e si precipitò gioioso verso Mer’n.
-Sei arrivata finalmente! Vieni, vieni!-, il suo tono era febbrile, e offrì il braccio a Mer’n , che lo rifiutò accigliata.
-Innanzitutto, ho un nome. Poi, che hai fatto a Nahël? E mia sorella, è a casa?-, si allontanò con cautela dall’uomo, avvicinandosi al contempo al compagno steso a terra che si stava rialzando a fatica.
-Avevi una sorella tra le bambine? Yenn le ha riportate a casa.-, non smetteva di sorriderle, raggiante, -Loro erano l’esca.-
-L’esca?-, Mer’n si sentiva davvero stupida. Era l’unica a non capire tutte quelle cose? Di certo era la sola a fare unicamente domande.
-Certo, fa tutto parte del mio grande piano per la conquista di Honir, e anche tu ne fai parte.-, iniziò esaltato, -Ho cacciato mio fratello, ho relegato mia sorella in un’altra dimensione, sono il sovrano del palazzo.-, lanciò un’occhiata sprezzante a Nahël, prima di proseguire, -Ora mi manca solo un famiglio.-
A Mer’n non piaceva per niente tutto il compiacimento con cui la fissava quell’uomo folle.
-Non voglio certo delle bambine, mi accontento di qualcosa così speciale da aver raggiunto questo luogo per loro. Te, ad esempio.-
Mer’n si allontanò ancora, con passi accorti.
Qualcosa? Qualcosa?! Semmai qualcuno…
-Io non sono speciale, non ho fatto assolutamente nulla. Davvero, chiunque avrebbe potuto farcela.-
-Certo.-, la rabbonì Thiem, -Ma quel chiunque sei tu. E’ con te che diventerò il padrone incontrastato di Honir, solo con te. Non è magnifico?-
Evidentemente Thiem si aspettava una risposta positiva, che Mer’n non aveva alcuna intenzione di dargli.
-Vedi, se tu non fossi pazzo potrei anche accettare. Peccato che tu non abbia nemmeno chiesto il mio nome.-, e Mer’n si preparò al peggio.
-Il tuo egoismo non è un mistero per nessuno ormai.-, come faceva Nahël conciato in quel modo ad avere ancora la forza di fare del sarcasmo?
-Taci!-, gridò il fratello generando un’onda d’urto e scaraventandolo contro una pesante colonna.
-Io ho bisogno di un famiglio e lo avrò, con le buone o le cattive.-, l’espressione di Thiem era completamente cambiata e la mano stringeva l’aria davanti a sé, i muscoli in tensione; da feroce il suo viso divenne confuso, poi frustrato.
-Indovina un po’?-, Mer’n tornò ad avvicinarsi a Nahël, sorridendo, -Ho rimesso lo scialle.-
Thiem si mise a lanciare maledizioni per tutto il salone, accecato da lacrime di rabbia, e stava facendo tremare tutto l’edificio.
-Quel pagliaccio farà crollare tutto con i suoi stupidi incantesimi.-, si lamentò Nahël mentre si stringeva il braccio, -Capriccioso ed isterico, che combinazione terribile…-
All’improvviso Mer’n si ritrovò un sacchetto di pelle in mano dal quale fuoriusciva della polvere iridescente color smeraldo. Sobbalzò sorpresa, ma comprese subito quello che doveva fare scorgendo il ciondolo legato al cordoncino che chiudeva il sacchetto: un giglio argentato.
Grazie Yenn…
Prese un pugno di polvere e corse verso Thiem, lanciandola nell’aria: appena questa entrò in contatto con la pelle nuda dell’uomo scintillò, e lo avvolse in squame di cristallo, immobilizzandogli tutto il corpo ad eccezione degli occhi.
Sembrava una statua si sale in una posa buffa… ma non c’era il tempo per fare umorismo.
-Che hai?-, Nahël digrignava i denti dal dolore, conficcandosi le unghie della mano sinistra nel palmo.
-Tu puoi aiutarmi. Il braccio…-, con la mano libera si stracciò la manica scarlatta, rivelando un sigillo scuro in rilievo che pulsava.
-Rimuovilo.-
Quale lavoro migliore per Mer’n? Mentre estraeva la lama dalla borsa fissò l’intricato groviglio di linee che componevano il disegno. Decisamente un lavoro da stregone…
-Se vuoi che faccia presto dovrò togliere qualcosa in più.-, lo avvertì guardando di sbieco lo stregone immobilizzato al centro della sala. Per quanto sarebbe rimasto ancora così?
Nahël annuì, e la donna gli suggerì di parlare per distrarsi.
-E cosa dovrei… AAH!-, strinse gli occhi, tremante, -Fa troppo male! Va bene, va bene. Perché non l’ho fatto prima? La maledizione era più forte ma ora sono a casa mia e si è attenuata.-, non aveva mai parlato così tanto, e quella loquacità forzata lo portava a sparare parole a raffica, trattenendo il respiro. Lei stava cercando di fare il più accortamente possibile, dovendo rimuovere una bella porzione di carne scura radicata in profondità nel braccio.
Dolore. Straziante, insopportabile, che gli faceva digrignare i denti e lacrimare gli occhi, lo faceva rantolare con la mano in preda agli spasmi che gocciolava sangue.
-Fatto!-, Mer’n estrasse velocemente dalla borsa delle bende e stava per fasciarlo quando si accorse con sorpresa che la ferita a forma di stella stava già iniziando a rimarginarsi.
Nahël si alzò in piedi.
-Donna!-, Thiem stava iniziando a riacquistare mobilità, -Che tu sia maledetta! Brucia tra fiamme eterne, brucia!-
Nahël schioccò le dita ed in un lampo fu dietro al fratello, nuovamente immobile.
-Stai zitto.-, iniziò a girargli attorno, squadrandolo con aria critica, -Vuoi che ti comunichi la politica di casa mia? Riderai, te l’assicuro. Ora sei immobile come una statua, e come tu ben sai io odio le statue. Sai cosa fa una delle tue sculture quando cade da una certa altezza?-, imitò il sorriso del fratello, -Hai indovinato in che inferno ti mando? La lista delle schifezze che hai compiuto è lunga e noiosa, ma mi permetto dei brevi appunti.
Primo, hai ridotto il mio palazzo ad un osceno ammasso d’oro. Secondo, credi che la giungla ti sia riconoscente? Senza contare che hai rapito delle bambine per i tuoi stupidi giochetti di potere.-
Mer’n si rialzò per assistere meglio a quello strano monologo.
-Ho creato il giardino di Yenn in base ai suoi gusti, ma la tua personale dimensione senza ritorno sarà basata sui miei. Ciao ciao!-, salutò il fratello terrorizzato prima di schioccare nuovamente le dita e farlo sparire.
-Dove..-
-Grazie.-, Nahël le si avvicinò e un istante dopo si ritrovarono in una stanza piuttosto sobria, certo più confortevole di un salone distrutto.
-Dove l’hai spedito?-, Mer’n riprese la domanda di prima, indecisa se essere sollevata o preoccupata.
-In un bel posto dove verrà tormentato atrocemente almeno fino a quando non mi sarà passata.-, la tranquillizzò Nahël prima di ringraziarla ancora.
Cos’era tutto quell’attacco di loquacità?
-Ma io non ho davvero fatto nulla.-, insisté lei.
-Certo che hai fatto qualcosa. Hai resistito alle sue lusinghe, sei riuscita ad arrivare fin qui e mi hai salvato. Ti pare poco?-
-Non esagerare. Chiunque con un po’ di buonsenso ce l’avrebbe fatta.-, affermò lei con decisione.
-Si, ma quel chiunque sei tu, se posso citare Thiem. Ha sottovalutato il fatto che ferire le persone fosse il tuo mestiere, anche se credo lo ignorasse…-
-La fai sembrare una cosa brutta.-, sorrise Mer’n, -Ma ora che farai?-
-Ho già sistemato tutti i problemi causati da Thiem, credo che avremo un sacco di tempo libero d’ora in poi.-
Lei lo fissò con sospetto, -Avremo?-
-Un umano ha due possibilità per diventare il famiglio di uno stregone: può accettare una sorta di contratto, o deve salvargli la vita mescolando il proprio sangue con quello del nuovo padrone.-
-E non mi sembra… un attimo.-, si fissò la mano sinistra, quella con cui si aiutava nei lavori di precisione.
-Esatto. Mentre rimuovevi il sigillo ti sei accidentalmente ferita.-
E tra le tante cicatrici lei notò un taglio netto da cui stillava ancora del sangue.
-Mi hai effettivamente salvato la vita, ed hai effettivamente versato del sangue.-, Nahël sembrava quasi divertito.
No. Oh, no.
-Credo che saranno cinquecento anni molto movimentati.-, terminò con soddisfazione.
-COSA?!-
Epilogo
-Non ho ancora capito perché mi stai seguendo.-
Mer’n era sdraiata sulla spiaggia e l’acqua del mare le lambiva dolcemente il corpo.
Quanto adorava il mare blu, le era quasi mancato dopo tutta quella giungla e quel palazzo opprimente.
-Non è che voglio farlo, è che non posso farne a meno.-, si giustificò Nahël fissando con un brivido l’acqua salata.
-Bene, allora sappi che sono diretta a Na’ta.-
-Dove è iniziato il nostro viaggio.-, aggiunse lui.
La donna si rigirò nella sabbia, -Spero che Lee’a stia bene e non si sia già cacciata nei guai.-, bisbigliò.
-E’ tutto a posto, in questo momento sta spiegando ad un giovane marinaio come grattare le orecchie ai cani nel modo giusto.-, snocciolò Nahël tutto d’un fiato, facendo ridacchiare Mer’n.
-Piuttosto, parlando di animali.-
-Non ho intenzione di diventare il tuo animaletto domestico, sappilo.-, precisò lei.
-Oh, ma già lo sei.-, questa volta fu lui ad avvicinarsi, -E dovrai sopportarmi per tutta la vita.-
Mer’n si rialzò, lanciandogli un’occhiata mezzo divertita e mezzo disperata, -Direi di non perdere tempo e partire subito.-, propose togliendosi la sabbia dai vestiti.
-E perché la meta la decidi tu?-, le domandò Nahël iniziando a seguirla tra i primi alberi della foresta, che si abbassarono riverenti al suo passaggio.
-Mi pare ovvio il perché-, rispose Mer’n sorridendo e voltandosi per dare un’ultima occhiata al mare, dello stesso colore del suo loto blu.

Et voilà, finita. Con tutte le spiegazioni del caso :D ok, la poesiola è un po'... wah! Il finale è interpretativo sul guidato. Ho evitato le smancerie, in un certo senso. Più o meno. Ok, è che sono un po' commossa, ecco.
Grazie ancora thewhitelady per aver recensito tutti i capitoli. Ecco, mi hai dato la forza di continuare a dedicare tempo a questa storia. Spero che questo sia stato un degno finale.
...basta sproloqui. Qui ho postato, ancora mesi fa, una sorta di illustrazione alla storia. Faccio schifo a disegnare, ma ci ho provato.
Spero vi sia piaciuta questa mia piccola fantasia :)
Nyappy
   
 
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