Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Dreaming_Archer    14/03/2011    4 recensioni
Le antiche leggende narrano che fin dall’inizio dei tempi, il mondo era governato da due entità: lo Splendente, il creatore; e l’Oscuro, il devastatore. Un tempo, il Regno era governato da re Mohran, un re né migliore né peggiore di altri, ma che aveva un oscuro e profondo desiderio: l’onnipotenza.
La magia entrò a far parte del mondo degli umani, ma fu usata per il male.
Da questo punto nasce la storia di Kay, un cavaliere obbligato a tradire la propria patria per salvare la sua famiglia. Ma ha la magia dalla sua parte, e cercherà di usarla nel modo migliore.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'Oscura Parvenza - prologo - il potere che conduce al male

L’Oscura Parvenza

-Capitolo 2-

Il Pugnale di Mohran

Erano passati decenni dal patto di Hira, ma l’adepta dell’Oscuro sembrava immortale, e l’Isola Universale era divisa in due dalla guerra tra il Regno, ad ovest, dove dominavano i seguaci dello Splendente, e le terre dell’Oscura Parvenza, ad est aldilà del Grande Fiume.

Durante un conflitto interno al Regno, un piccolo gruppo di sacerdoti del culto dello Splendente fuggirono. Essi raggiunsero i confini dell’Isola, e si buttarono in mare. Le leggende narrano che sopravvissero alle immense cascate Nahjs, e che si insediarono sottoterra, nascosti dalla cascata, ma nessuno è a conoscenza della verità.

Subito dopo il patto, l’Oscura Parvenza aveva iniziato le ricerche del pugnale di Mohran, e in tutte le città che attaccava, cominciava una ricerca a tappeto. Nessuno capiva cosa stesse cercando e perché, ma sembrava che le sue ricerche non dessero alcun risultato. Dopo lungo tempo, le sue divinazioni mostrarono finalmente il pugnale. Per sua sfortuna, si trovava nascosto nel palazzo Reale, custodito come sacro perché appartenuto all’antico re Mohran.

L’Oscura Parvenza progettò subito un piano, perché aveva bisogno della persona giusta per rubare il pugnale. Doveva essere un viso familiare al palazzo, così che entrare sarebbe stato più facile. Doveva essere un Guerriero, l’unico in grado di fuggire attraverso il Regno fino alle terre Oscure. Nessuno sapeva da dove veniva il Pugnale, e l’immensa magia che nascondeva. Dopo la morte di Mohran il segreto era morto con lui.

Mentre l’Oscura studiava il Regno, le sue divinazioni mostrarono la famiglia di un Guerriero abbastanza modesto. Lui doveva essere in missione, perché la casa era abitata solo da un donna sulla quarantina e da una ragazza che a giudicare dall’età, tra poco avrebbe avuto il suo rito di iniziazione.

L’Oscura Parvenza capì subito che erano le persone giuste.

 *

La casa del Guerriero Kay era silenziosa quando il padre non c’era. La moglie e la figlia lavoravano senza dire una parola, e aspettavano ansiosamente che lui tornasse a casa.

Era tutto tranquillo, quando da un angolo poco illuminato, la ragazza vide allargarsi un’ombra informe. Stava apparecchiando la tavola, e quando se ne accorse lasciò cadere a terra la pila di piatti con un urlo acuto.

La madre accorse subito a vedere cosa fosse successo, ma si bloccò terrorizzata vedendo l’ombra che raggiungeva rapidamente la figlia e la assorbiva. La donna corse subito verso la ragazza e la prese per una mano.

Un attimo dopo venivano risucchiate entrambe dall’ombra.

 *

Quando Kay tornò a casa, trovò l’abitazione vuota e buia, senza nemmeno una candela ad illuminarla. Subito si preoccupò, perché non era mai successo, e si vedeva poco o niente.

Chiamò la moglie e la figlia più volte, finché non vide i cocci di alcuni piatti a terra vicino al tavolo. Si chinò per prenderne uno in mano, ma ciò non aiutava a capire cosa fosse successo. La paura cominciò a crescere e a farsi sentire come un groppo in gola.

Socchiuse gli occhi nella penombra, e allora vide la moglie e la figlia, ma era una visione. Erano incatenate, e si abbracciavano per farsi coraggio l’un l’altra in luogo buio e angusto.

Kay le chiamò ancora, incapace di sottrarsi alla visione, e una voce scura ma vellutata raggiunse la sue orecchie.

-Ora sono in mio potere.- Diceva la voce, femminile. –Se le vuoi rivedere devi portarmi il pugnale di Mohran.-

La visione cambiò, Kay vide il palazzo Reale e una piccola stanza sotterranea, di cui conosceva bene la posizione, perché ne era il guardiano. Probabilmente la voce, che gli era entrata nella mente, poteva sentire anche i suoi pensieri, così l’Oscura Parvenza capì subito che aveva trovato la persona giusta. –Portami il pugnale nel mio palazzo aldilà del Fiume, e allora le riavrai.-

-Io non posso tradire!- Gridò Kay, preso dall’ansia e allo stesso tempo dalla paura per la sua famiglia. –Io sono un Guerriero!-

-Quindi non sarà un problema.- Concluse la voce, e la mente di Kay si liberò di colpo dalla visione. Lui si ritrovò spossato a terra tra i cocci dei piatti. Si portò le mani alla testa, per cercare di riflettere. Avrebbe fatto di tutto per sua moglie e sua figlia, ma rubare il pugnale di Mohran significava tradire il Regno. E lui non era un traditore, non voleva tradire. Calde lacrime di disperazione gli rigarono il volto. Non voleva, ma per la sua famiglia non c’erano altre possibilità.

 *

Un Kay nervoso e teso si presentò nella stanza del pugnale; il giorno dopo, prima del tramonto. Aveva preso il cavallo più veloce, lo aveva sellato con alcune provviste per la fuga, e aveva limato la spada fino a renderla perfettamente affilata.

Andò a dare il cambio al compagno guardiano, che lo salutò calorosamente. Kay invece era freddo e distante, ma l’altro non ci fece molto caso.

Il Guerriero si chiuse la porta alle spalle, e cercò di restare calmo. Il pugnale di Mohran era di fronte a lui, che brillava come una stella alla luce rossastra del tramonto.

Kay si chiese perché l’Oscura Parvenza volesse quel pugnale, ma non riuscì a trovare una risposta.

Rifletté soltanto un attimo, ma non aveva altre possibilità. Con mani tremanti prese l’arma per l’impugnatura tempestata di pietre, e si permise di osservarlo per un momento. Era una bellissima arma, con la lama affilata a brillante, un unico pezzo d’oro lucente e magnifico. L’elsa sembrava adeguarsi perfettamente al pugno di Kay, e le pietre brillavano come piccole gocce di rugiada.

Il Guerriero si fece per l’ennesima volta coraggio pensando alla moglie e alla figlia nelle mani del nemico, così nascose il pugnale in un panno di pelle e lo ripose sotto la giubba, poi uscì furtivo dalla stanza.

 *

Kay doveva superare alla svelta il confine per recarsi dal nemico. L’Oscura poteva fare di tutto alla sua famiglia.

Sarebbe stato abbastanza facile, se solo al palazzo del re non lo avessero scoperto. Adesso era costretto a galoppare a rotta di collo verso il fiume, che divideva le Terre del Regno da quelle dell’Oscura. “Inquietante sapere che le Terre del nemico rappresentano per me la salvezza.” Si disse, quando cominciava a scorgere il fiume brillare di riflessi dorati alla luce del tramonto. Era lì, appena dopo la discesa dalla collina. Poteva farcela. Cercava di convincersi pensando al dolce sorriso della moglie, gli occhi limpidi della figlia, che molto probabilmente ora pensavano a lui. Doveva aumentare il passo: il suo cavallo era stanco, invece gli altri Guerrieri erano una ventina, e si avvicinavano velocemente.

Come un miraggio, le sue orecchie cominciarono a sentire lo sciabordio dell’acqua, una brezza fresca e umida raggiunse il suo viso. Il fiume era vicino. “Un ultimo sforzo …” si disse, come per incitare il cavallo.

Quelle ultime falcate verso la salvezza gli sembravano eterne. Il cuore che batteva impazzito nel suo petto sembrava seguire i passi frenetici del galoppo, la testa sembrava esplodergli per la fatica e la stanchezza.

E finalmente il fiume era lì, a pochi passi. Come in un sogno, il cavallo si immerse nel guado, cominciando ad arrancare per raggiungere l’altra sponda.

Kay sentiva il fiato dell’animale allo stremo, che cercava di opposi alla forza della natura, mentre la corrente cercava di strapparli al terreno.

Alla fine la somma di tutti gli elementi la ebbero vinta. Il cavallo perse l’appoggio, e scivolò sul letto del fiume. Cominciò a scalciare spaventato e a dimenarsi, Kay si ritrovò in mezzo al fiume a lottare contro la corrente.

Se l’Oscuro non avesse avuto ancora in mano la sua famiglia, avrebbe esultato; nessuno ormai poteva avere quel maledetto pugnale.

Con disperazione si rese conto che la corrente lo stava trascinando lontano, e le sue orecchie cominciarono a sentire come un potente boato. Un rombo continuo, che se le stesse fondamenta della Terra si stessero sgretolando. Erano le cascate di Nahjs, le più alte di tutto il Regno. Nessuno era mai sopravvissuto a quel salto, si raccontava che nemmeno i draghi riuscissero a risalirle.

Kay capì che ormai era finita. Era la sensazione peggiore che si potesse mai provare. Sua moglie e sua figlia non sarebbero mai tornate libere, chissà cosa avrebbe fatto loro l’Oscuro.

Kay disperato, sentì che il suo viso, già bagnato, veniva solcato da pesanti lacrime di rassegnazione.

E il rumore della cascata gli riempì la testa.

* * *
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Dreaming_Archer