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Autore: TheBlazer    27/03/2011    4 recensioni
Prima di diventare un esperto Domadraghi e il Campione della Lega di Johto, Lance deve pur essere stato un ragazzo come tutti gli altri... o forse no? Cosa significa lo strano marchio che gli segna la mano fin dalla nascita? Chi è la misteriosa figura che di quando in quando gli appare in sogno, ammonendolo di stare in guardia da un certo "Disertore"? Un dono senza precedenti scorre nel sangue di Lance, un dono magnifico e terribile allo stesso tempo. E ora che un Male antico come il mondo si prepara a sciogliere le sue millenarie catene, il compito di fermarlo spetta proprio a Lance, ad una giovane e coraggiosa ricercatrice di nome Reason Elm e a N, un enigmatico ragazzo dagli insoliti poteri. Ma tra maschere e verità, confessioni e segreti non detti, per il nostro Domadraghi non sarà facile distinguere gli amici dai nemici... (LanceXOC?, NXWhite)
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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-Prologo-


La cicatrice gli attraversava il palmo da parte a parte, tracciando contro la pelle una parabola argentea che collegava il polso con la base dell'anulare. Ce l'aveva sempre avuta, da che aveva memoria: non ricordava come se la fosse procurata,né aveva mai trovato qualcuno in grado di spiegarglielo. Una volta s'era arrischiato a chiederlo a suo nonno Galahad, uno dei tre Anziani di Ebanopoli, ma questi si era limitato a bofonchiare una risposta affrettata a proposito di una certa vecchia bruciatura. Con gli altri due Anziani, poi, non aveva avuto maggiore fortuna: la cicatrice c'era e basta, chiuso il discorso.  
Eppure non era una ferita qualunque, ne era sicuro.
A volte, quando chiudeva la mano destra a pugno, aveva l'impressione che i bordi della cicatrice emanassero un lieve senso di frescura, come se tra le dita e il palmo avesse stretto una scheggia di ghiaccio. Un carezzevole benessere gli risaliva allora lungo il polso, serpeggiandogli nel braccio e irradiandosi delicatamente attraverso le sue membra. In quei momenti si sentiva la testa piacevolmente leggera, come se un vento mentale spazzasse via ogni problema e preoccupazione.
Certa gente mormorava che quel marchio era un oscuro presagio, ma lui lo vedeva più come il suo portafortuna: in fondo, maledetto o no, rimaneva pur sempre lui il novizio più promettente del Clan dei Draghi di Ebanopoli, e questo era un titolo che nessuno, né superstizioso né concreto, avrebbe mai potuto mettere in discussione. A dieci anni d'età, aveva sostenuto solo una delle tre prove che formavano la Tripletta, l'esame che qualificava un novizio come vero e proprio membro del Clan, ma tutti, persino l'Anziano Galahad, erano ottimisti sul suo futuro.
Era una tortura, per lui, dover aspettare fino ai quindici anni prima di affrontare l'ultima prova. Sapeva che nel resto di Johto la maggioranza dei suoi coetanei aveva già cominciato il proprio viaggio, e quella consapevolezza lo faceva smaniare. Moriva dalla voglia di gettarsi in pazze avventure, di cimentarsi in imprese azzardate, di scrivere il suo nome nella storia di Ebanopoli.
In proposito, però, il nonno era stato lapidario: la Dorsale Argento era troppo pericolosa per un bambino solo, soprattutto se vivace e avventato come lui. Senza contare che l'addestramento dei draghi richiedeva anni e anni di duro esercizio e sarebbe stato più opportuno lasciare Ebanopoli solo dopo una lunga e solida preparazione.
D'accordo, aveva ricevuto il suo Dratini da quasi otto mesi e ancora non aveva perso un solo scontro, ma forse era un po' presto per essere proclamato un vero Domadraghi. Per il momento, quindi, il nipote dell'Anziano doveva soffocare le sue proteste, costringendosi di malavoglia a studiare la teoria e scatenandosi invece nel campo della pratica. Tra i novizi, l'unica che riusciva a metterlo seriamente in difficoltà era sua cugina, Sandra, ma alla fine persino lei doveva raccogliere il suo Horsea esausto e capitolare; e si poteva ben dire quello fosse il maggiore orgoglio di lui, considerando la sua agghiacciante media scolastica e le frequenti punizioni affibbiatele dagli Anziani, dalle più comuni ('causa disturbo in classe') alle più fantasiose ('causa accidentale risveglio di un Salamence  in letargo durante gita e possibile tentato suicidio').
Tutto sommato, Lance non poteva lamentarsi di avere una vita noiosa.



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Scusate la brevità, questo era solo il capitolo introduttivo, prometto ke i prossimi saranno più lunghi ^^ cmq mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, cosa vi aspettate dalla storia, se dovrei piantare tutto e darmi al parapendio. E' la bozza di un mio vecchissimo racconto, scritto qualche anno fa e un po' riaggiustato (la versione precedente era, incredibile ma vero, ancora più pazza e fiabesca).

  
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