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Autore: CherryBomb_    10/04/2011    10 recensioni
Bella, dopo essere stata lasciata da Edward, decide di tornare a vivere a Phoenix con la madre. Come sarà la sua vita senza di lui?Riuscirà a dimenticarlo? Il suo amato tornerà a prenderla? Ci saranno Jacob, i licantropi, il ritorno di Victoria, i Volturi? Bella rimarrà incinta? Leggete e lo scoprirete. ^_^ Una What If leggermente OOC perchè ci saranno dei personaggi nuovi che non sono mai stati citati nel libro. Spero di avervi incuriosito. Tratto dal 4 capitolo : - Lo ami?- le chiesi semplicemente. Dovevo saperlo. Dovevo saperlo se lo amasse, se mi avesse dimenticato definitivamente. Se con lui fosse felice. Dovevo sapere che non mi volesse più nella sua vita e me ne sarei andato. Il solo pensiero di andarmene, mi faceva stare male. Io la amavo, volevo stare con lei, ma se lei non mi avesse voluto non potevo fare altro che andarmene. Intorno a noi regnò il silenzio per minuti che mi parvero ore. - Sì - non le tremò la voce, non le si imporporarono le guancie, non ebbe nessuna reazione a quella semplice parola, ma al solo sentirla una parte di me morì per la seconda volta. Lo amava, amava lui e non me. Mi aveva dimenticato, non mi amava più. Era colpa mia, ero stato uno stupido, ero stato io a lasciarla pensando di fare la cosa giusta, ma avevo sbagliato, avevo sbagliato completamente. Lei mi aveva dimenticato e io non potevo fare altro che andarmene. - Allora, addio - due parole che mi costarono tantissimo. Non me ne sarei voluto andare ed ero sicuro che non me ne sarei mai andato definitivamente, l’avrei controllata ancora per il resto della mia vita. Mi girai e feci per andarmene. - Mi lasci di nuovo così? - mi chiese e sentii distintamente il sangue che andò a colorare le sue guancie, mi girai nuovamente e la guardai.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Più libri/film
Capitoli:
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Capitolo 2








Buonagiorno!
Eccomi qua con un nuovo capitolo.
Sono nuovamente in ritardo, ormai non so nemmeno più come scusarmi, quindi, dico solo che il capitolo è abbastanza lungo e che spero vi piaccia perchè a me non convince per niente.
Ci vediamo in fondo per le note finali.
Buona lettura  ^_^  

 

Capitolo 19

 

 

Bella POV
Quella notte dormii come una bambina, ero talmente stanca per tutto quello che era successo quel giorno che avevo dormito tutta notte senza nemmeno svegliarmi. Potrà sembrare strano perché potevo dormire così bene solo quando avevo vicino Edward, ma quella notte fu tutto tranquillo: niente incubi, niente pensieri, solo sogni, bellissimi sogni che mi fecero svegliare con un sorrisino sulle labbra.
Avevo sognato di cacciare con Edward, di guardarmi allo specchio e di vedere qualcuno che non riconoscevo, una me di versa, una me molto più bella. Sognai di non essere più goffa, ma anzi, di essere aggraziata come tutti i Cullen. In poche parole avevo sognato di diventare una vampira.
Ora che con Edward sarebbe tornato tutto come prima, ora che avrei ricominciato a stare con lui e con la sua famiglia, si era risvegliato in me la voglia di diventare come loro, di appartenere veramente alla loro famiglia, avrei dovuto parlarne con Edward, anche se sapevo già che non avrebbe gradito quella mia richiesta. Sapevo quanto fosse contrario alla mia trasformazione qualche anno prima e pensavo che non aveva di certo cambiato idea, forse il suo pensiero si era rafforzato.
Avrei cercato di convincerlo in tutti i modi perché io volevo appartenere al loro mondo, volevo appartenervi ancora di più.
Quella mattina mi svegliai e feci colazione con mia mamma e Phil che mi guardavano come fossi un marziano. Mia mamma la sera prima mi avevo visto andare a dormire con gli occhi arrossita dal pianto, nonostante avessi passato tutta sera a ridere e in quel momento mi vedeva raggiante e con un sorriso enorme stampato in faccia. Di certo il suo pensiero era che non avesse una figlia normale.
<< Sei sicura di stare bene? >> mi chiese continuando a guardarmi con occhio indagatore.
<< Sto benissimo, perché? >> continuai a mangiare i miei cereali lanciandogli ogni tanto una qualche occhiata.
<< Sei sorridente, insomma, ieri sera eri praticamente a pezzi, oggi sei rinata, è successo qualcosa? >>
<< Dicono che la notte porti consiglio, no? >> sorrisi leggermente.
<< E a te ne ha portata? >> mi chiese Phil con un sorrisino beffardo.
<< Sì, diciamo di sì. >>
Smisero di fare domande, ma continuarono a guardarmi con occhio indagatore.
Passammo tutto il giorno a fare i miei scatoloni, ad incartare cose, vestiti, libri, qualsiasi cosa avessi a casa la impacchettammo. Eravamo io, mia mamma, Phil e Helena e passammo tutto il pomeriggio ad impacchettare e a ridere.
Phil si era fatto prestare un furgoncino da un suo amico e avrebbe fatto il viaggio fino a Forks per portarmi le mie cose, imbarcarle sull’aereo sarebbe costato troppo, invece Phil preferì guidare fino a Forks per portarmi tutte le mie cose. Apprezzai molto il suo gesto e cercai varie volte di farlo desistere, ma invece lui continuava ad insistere, alla fine cedetti.
Il viaggio sarebbe stato lungo, un paio di giorni se non di più, ma lui voleva farlo e probabilmente lo avrebbe accompagnato mia mamma.
Alle quattro del pomeriggio, dopo risate, battute e tanto duro lavoro, andai a farmi una doccia Mi sarebbe mancato tutto quello, mi sarebbe mancato parlare con mia mamma, con Helena, ridere e scherzare con Phil. Mi sarebbero mancati i miei amici che non si erano fatti sentire, ma sapevo non lo facessero perché non volevano fare un torto a Daniel, li comprendevo e comunque mi sarebbero mancati. Mi sarebbe mancata la città del sole, nonostante fossi bianca e non mi piaceva molto prendere il sole, mi sarebbe mancata. Ma ero disposta ad allontanarmi da tutto quello, ero disposta a fare qualsiasi cosa pur di tornare a stare con Edward, pur di passare del tempo con lui e stare con la sua famiglia. Avrei fatto qualsiasi cosa e la stavo facendo, non importava cosa abbandonassi e cosa avrei lasciato dietro di me, andavo verso qualcosa che mi rendeva felicissima, qualcosa che avrebbe riempito la mia vita per sempre, anzi, per l’eternità, perché anche se Edward non avrebbe voluto, io avrei trovato un modo per diventare come lui, qualsiasi modo.
 
* * * * *

Ero in aeroporto, avevo fatto il check in da almeno mezz’ora e stavo aspettando nella sala d’aspetto. Con me erano venuti mia mamma, Phil e Helena, l’unica che avevo visto dei miei amici.
Eravamo seduti l’una vicino all’altra mentre Phil e mia mamma ci lasciavamo un po’ di tempo da passare da sole. Avevo già avvisato Edward dell’orario in cui sarei arrivata.
<< Matt mi ha detto che avrebbe voluto venire, voleva vederti e salutarti perché comunque ti vuole bene e gli dispiacerà non vederti più in giro per la scuola, ma Daniel sarebbe andato da lui a sfogarsi, di nuovo. Non voleva disdire e poi pensa che prima o poi sarebbe venuto a saperlo e si sarebbe arrabbiato con lui, quindi ha preferito non esserci, ma ti saluta >> mi sorrise dopo il suo lunghissimo resoconto.
<< Tranquilla Helena, non mi aspettavo di vedere nessuno degli altri, capisco che essendo Daniel loro amico non vogliano fargli un torto e non pretendevo che venissero, quindi dì agli altri che li saluto e che mi mancheranno >> sorrisi rilassata. Ero felice, finalmente sarei tornata a Forks e avrei potuto ricominciato la mia vita del resto non mi importava.
Helena mi fece un sorriso tirato e poi abbassò la testa.
Sospirò e rimase in silenzio guardandosi le mani.
<< Che succede? >> le chiesi sorridendo.
Alzò lo sguardo verso di me e vidi le lacrime scenderle sulle guancia, il mio sorriso scomparve immediatamente. Tirò su con il naso.
<< Per te è tutto semplice, vero? Te ne sei tornata tutta triste perché eri stata lasciata, riparti con la tua vecchia vita come se non te ne fossi mai andata, poi lui torna, sistemi le cose, lo rivedi e nuovamente lasci la tua vecchia vita come se niente fosse, come se non avessi persone che ti vogliono bene e che soffrono al solo pensiero di non poterti più vedere. Tu sei lì, bella e sorridente che non vedi l’ora di arrivare a Forks per riabbracciare il tuo amato e tutta la sua famiglia, ma non pensi a quello che provo io mentre vedo tutto questo. Per la seconda volta dovrò salutarti, per la seconda volta dovrò fare a meno di te, non potrò più vederti, non potrò più confidarmi e a te non frega praticamente niente tanto là hai un’altra amica con cui confidarti, un’amica migliore di me. A te non importa minimamente di come si sentono le persone che ti vedono partire, ti importa solo di te stessa e di nessun altro >> la vidi continuare a piangere mentre la mia bocca si spalancava e la guardavo incredula.
<< Helena, non è affatto così. Mi dispiace lasciarti di nuovo, mi dispiace dovermene andare di nuovo, ma la mia unica ragione di vita è là e là c’è mio papà, lui ha bisogno di me in questo momento >> non credetti nemmeno io alle mie parole, come potevo pretendere che vi credesse lei?
Scoppiò in una risata.
<< Buona la scusa, Bella. Facile dire che vai là per tuo papà quando sappiamo benissimo entrambe che vai là per un altro motivo, lo sappiamo tu, io, tua mamma, Phil e sono sicura che lo sappia anche tuo papà. Ti piace far soffrire le persone, vero? >>
<< Helena >> abbassai la testa e sospirai.
<< Cosa, Bella? Cosa? Potrà sembrare un pensiero cattivo, ma avrei preferito non fossi tornata, avevi detto che stavolta saresti rimasta, avevi detto che non te ne saresti più andata e invece non hai mantenuto la promessa. Sei arrivata qua, hai dato nuovamente una speranza a tutti, una speranza a me di poterti avere ancora qui per tanto, hai dato una speranza a Daniel pensando che comunque con lui sarebbe potuto nascere qualcosa, quando sapevi benissimo che non sarebbe andata bene perché lui non era lui. Hai seminato solo dolore, tristezza, era davvero meglio che non tornassi >> nel suo tono c’era dolore, disprezzo.
Le lacrime chiesero di scendere e le lasciai fare.
<< Non voglio che ci lasciamo in questo modo >> sussurrai, sperando che mi sentisse.
Sospirò.
<< Hai ragione, scusa, solo che Bella capiscimi, io ti voglio bene e mi fa soffrire il fatto che tu te ne vada di nuovo, che tu mi lasci nuovamente qui, da sola, in mezzo a questi scapestrati. Sei la mia migliore amica e probabilmente passeranno mesi prima che ci vedremo di nuovo. Non mi piace questa prospettiva. >>
<< Perché pensi che a me piaccia? Se potessi ti porterei con me, non vorrei lasciarti, ma Helena, questa è la situazione. Ci sentiremo, ci vedremo, ogni tanto verrò a trovarti e magari ogni tanto verrai tu da me, che ne dici? >> sorrisi mentre le lacrime continuavano a scendere.
<< Mi sembra un’ottima idea >> mi sorrise.
Probabilmente non avrei mai potuto mantenere quello che avevo appena detto, volevo diventare un vampiro entro breve e non avrei più avuto la possibilità di vederla, o meglio, avrei potuto vederla, ma avrebbe sicuramente notato il mio cambiamento facendo domande e non volevo che una cosa del genere succedesse.
Al solo pensarlo, la tristezza di fece largo in me. Probabilmente quella sarebbe stata anche l’unica occasione di poter abbracciare mia mamma, di poter passare del tempo con lei.
Perché avevo deciso di partire proprio quella sera? Perché volevo tornare così velocemente a Forks? Non c’era fretta, non avevo passato abbastanza tempo con le persone che amavo.
Che non dovessi farmi trasformare? Ma era quello che volevo, volevo diventare come Edward, volevo poter passare il resto dell’eternità con lui, non c’erano dubbi, ma al solo pensiero di dover abbandonare la mia famiglia, una stretta allo stomaco mi fece star male.
Cercai di non pensarci, non era il momento opportuno, ma non potei fermare le lacrime che continuarono a solcare il mio viso.
<< Vieni qua >> Helena mi si avvicinò e mi strinse forte tra le sue braccia.
Piansi, singhiozzai e strinsi forte la mia amica, mi sarebbe mancata.
Dopo un paio di minuti in cui le lacrime cessarono di uscire, ci staccammo e ci sorridemmo.
<< Mi chiamerai, vero? >> le chiesi con la voce leggermente roca.
<< Certo, tutte le volte che vorrai. Tu mi chiamerai? >>
<< Quando vuoi. >>
<< Mi raccomando, fammi sapere se divento zia, mi offenderei se non me lo dicessi >> rise.
<< Helena! >> finalmente era tornata quella di sempre, non mi piaceva vederla piangere.
<< Che c’è! Se lo ami davvero così tanto come dici, prima o poi succederà, no? >>
Arrossii << Sì, probabilmente sì. >>
<< E allora! Avvisami, neh? Sarò davvero felicissima >> le luccicavano già gli occhi.
<< Non ti sembra di correre un po’ troppo? >> le chiesi guardandola divertita.
<< Correre? Ma no. Ok, forse un pochino, ma sapendo come lo ami non mi stupirei se diventassi zia presto. >>
Arrossi nuovamente.
Avere un figlio da Edward? Non sarebbe assolutamente stato male, ma non vedevo la possibilità che quel pensiero strano di Helena sarebbe potuto diventare realtà. Avrei tanto voluto avere un figlio da Edward, ma non pensavo che sarebbe mai successo.
Certo che l’idea di avere tra le braccia un piccolo Cullen non era mica tanto male. No, ok, stavo impazzendo, non avevamo nemmeno fatto l’amore insieme e già stavo pensando ad avere un figlio con lui, avevo qualche serio problema.
<< No, stai correndo decisamente troppo, non l’abbiamo nemmeno mai fatto >> arrossii maggiormente.
<< è anche per quello che vai a Forks, no? >>
<< Helena! >>
<> mi disse ridendo.
<< Certo che ci ho pensato. >>
<< E allora, prima o poi dovrà succedere >> mi sorrise.
<< Non la farei così facile, è uno…. è uno all’antica >> abbassai lo sguardo imbarazzata.
<< In che senso? >> immaginavo già il suo sopracciglio alzarsi in fare perplesso.
<< Ecco, oddio, adesso come te lo dico. Ecco, lui… lui… vuole aspettare la prima notte di nozze >> ormai non potevo diventare più rossa di com’ero già.
<< No, scusa, quindi… lui è… è ancora… >>
<< Vergine, sì >> finii la frase per lei.
Rimase in silenzio e alzai lo sguardo per vedere la sua espressione. Scoppiai a ridere, era troppo buffa: mi guardava come se fossi un alieno o come se mi fossi messa a ballare la macarena in mezzo a tutti, cosa che sicuramente io non avrei mai fatto. Era praticamente scioccata e si era ammutolita.
<< Ma stai scherzando o sei seria? >> mi chiese improvvisamente.
<< Sono serissima >> continuai a ridere.
<< E allora perché ridi? >> mi guardò malissimo.
<< Perché la tua faccia è bellissima. >>
<< Immagino! Scusa, ma non puoi darmi questa notizia e aspettare che non sia scioccata insomma, quanti anni ha? La nostra età? Ed è ancora vergine? Ma non è quella la cosa che mi sciocca, anzi, ne conosco di vergini anche più vecchi, la cosa che mi sciocca e mi fa rimanere senza parole è il fatto che voglia farlo la prima notte di nozze >> aprì maggiormente la bocca in segno di stupore e io risi.
<< Non dovresti stupirti, molti ragazzi la pensano ancora in questo modo, non so quanti poi lo mettano in pratica, però ne parlano. Non dovresti stupirti >> le dissi cercando di tornare di un colore normale.
<< Lo so, però insomma, ti rendi conto che se vuoi farlo con lui, dovrai sposarlo? >> mi chiese ancora più scioccata.
<< Non mi sembra un problema >> ammisi imbarazzata continuando però a guardarla.
<< Cosa?! Sei disposta davvero a sposarlo per farlo con lui? >>
<< No, aspetta un secondo, io non lo sposerei solo perché così farei l’amore con lui, lo sposerei perché lo amo. >>
Mi guardò sconcertata. << Troppe notizie allo stesso momento non va bene. Potrei avere un infarto alla mia giovane età, vorrei ancora vivere se non ti dispiace. >>
Risi.
<< Ok, allora, la pianto di parlare. >>
Rimanemmo in silenzio.
<< Ma sei sicura di avermi detto la verità? >> mi chiese dopo un po’.
<< Certo. >>
<< Non posso crederci. Ok, quindi, ricapitoliamo, lui vuole aspettare la prima notte di nozze e tu vorresti sposarlo o hai intenzione di sposarlo? >>
Non le risposi.
<< Questo silenzio mi fa paura. Hai intenzione davvero di sposarlo? >>
<< Certo, un giorno sì. Non subito, magari tra un paio di anni >> o mesi avrei voluto aggiungere.
Mi scrutò per un po’ e poi diventò pensierosa.
Proprio in quel momento chiamarono il mio volo e mia mamma e Phil arrivarono.
<< Bene, quindi è arrivata l’ora di salutarci? >> mi chiese mia mamma con gli occhi già lucidi che commossero anche me.
Annuii. Lei spostò lo sguardo su Helena.
<< Sta bene? >> mi chiese preoccupata.
<< Oh sì, sta benissimo. Non preoccuparti >> le sorrisi alzandomi e avvinandomi verso di lei.
<< Vieni qua >> mi prese per le spalle e mi abbracciò.
La strinsi forte, annusandola e imprimendomi nella mente il calore del suo corpo. Non sapevo quando l’avrei potuta riabbracciare o se l’avrei fatto.
Scoppiai a piangere, seguita da mia mamma.
Ci staccammo lentamente, guardandoci negli occhi e sorridendoci mentre le lacrime solcavano i nostri visi. Abbracciai Phil, mi sarebbe mancato quel mio fratellone, non riuscivo a definirlo come un papà, avevamo solo qualche anno di differenza, lo sentivo più come un fratello maggiore.
Mi staccai da lui e mi avvicinai ad Helena che nel frattempo si era ripresa e si era alzata in piedi.
Ci abbracciammo.
<< Mi inviterai al tuo matrimonio, vero? >> mi chiese sorridendo.
<< Perché non dovrei farlo? >> le sorrisi di rimando.
<< Ah, non lo so, magari sarai troppo concentrata a pensare alla prima notte di nozze che ti dimenticherai di invitarmi >> scoppiammo a ridere all’unisono.
Mi sarebbe mancata quella pazza scatenata, ma sarei tornata da un’altra pazza scatenata, scatenata ancora più di lei: Alice.
Presi il mio bagaglio a mano, mi avvicinai alla hostess di terra davanti al gate e mi girai a guardare per l’ultima volta le persone a cui volevo bene e che probabilmente non avrei più rivisto.
 
* * * * *
Il viaggio fu tremendo, due ore di volo, ma furono le peggiori della mia vita. Non riuscii a chiudere occhio e non riuscivo a stare ferma seduta al mio posto.
Non riuscivo a far altro che pensare alla mia famiglia, alle persone che avevo da poco salutato all’aeroporto. Era davvero l’ultima volta che li avrei rivisti?
Passai tutto il volo divisa in due: dalla parte ero sicura di voler diventare come Edward, di voler passare tutta la vita con lui, ma dall’altra non volevo abbandonare la mia famiglia, non volevo lasciarla, non ce l’avrei fatta. Ma la cosa fondamentale era: cosa volevo di più? Non avevo dubbi, volevo diventare come Edward e la sua famiglia, volevo diventare un vampiro e non avevo neanche un solo dubbio. Lui sarebbe riuscito a farmi dimenticare di tutto, sarebbe riuscito a lenire il dolore, no? Lui era in grado di fare qualsiasi cosa perché con lui mi sentivo al sicuro, mi sentivo a casa ed era quello che contava.
Quando atterrai cercai di cacciare indietro quei bruttissimi pensieri, non avevo intenzione di far preoccupare Edward per una cosa simile, si sarebbe aggrappato a qualsiasi cosa pur di non trasformarmi.
Presi il mio bagaglio a mano e mi misi in fila per scendere.
La gente andava troppo veloce per i miei gusti, non mi sentivo ancora pronta a vedere Edward, soprattutto perché non appena avesse visto la mia espressione si sarebbe subito preoccupato e non volevo assolutamente farlo preoccupare, non ce n’era motivo.
Uscii dal gate e mi ritrovai davanti un’enorme salone pieno di gente: famigliari, amici, mariti, moglie, fidanzate, fidanzati che attendevano qualcuno che stava scendendo da quell’aereo.
Non appena scrutai tra la folla, lo vidi: bello come il sole che spiccava rispetto a tutti gli altri con la sua bellezza, i capelli ramati, il sorriso sghembo che era stampato sul suo viso.
Quando incontrai il suo sguardo e mi sorrise, mi misi a correre gettandomi tra le sue braccia. Subito mi strinse a sé e lo sentii irrigidirsi.
<< Scusa >> gli sussurrai.
<< E di cosa? >>
<< Per esserti saltata addosso in questo modo, magari ti ho investito troppo velocemente con il mio odore e non te l’aspettavi >> misi la testa sulla sua spalla inspirando il suo profumo che cominciò a farmi sentire meglio e a farmi sentire ancora di più a casa.
<< Bella, ormai il tuo odore non è più un problema per me, sono stato troppo tempo senza sentirlo che adesso mi fa solo sentire meglio >> mi lasciò un bacio tra i capelli.
<< Ho per caso cambiato odore? >> gli chiesi continuando a rimanere stretta a lui. La sua risata cristallina mi invase l’udito facendomi sentire in paradiso, sembrava quasi che un coro d’angeli cantasse per me.
<< No, per niente, è sempre delizioso e buonissimo, ma devo conviverci, fa parte di te e ormai è come se facesse parte di me. >>
A quelle parole il respiro mi si mozzò. Erano parole dolcissime e lo strinsi maggiormente.
Edward continuò a stringermi a sé, cullandomi, accarezzandomi i capelli. Sinceramente non so nemmeno quanto tempo restammo in quella posizione, so solo che era il posto migliore in cui potessi essere: ero con Edward, tra le sue braccia e niente e nessuno ci avrebbe allontanato, niente. 
 
* * * * *
 
Avevamo appena lasciato l’aeroporto. Eravamo rimasti quasi una ventina di minuti abbracciati in mezzo all’enorme stanza. Eravamo rimasti lì, in silenzio, a stringerci senza nemmeno dire una parola. Ero stata io a decidere di staccarmi da quella posizione, le gambe cominciavano a dolermi e non riuscivo più a sentire nessuna parte del mio corpo.
Avevamo raggiunto il mio bagaglio sempre in silenzio e poi eravamo andati in macchina.
Guardavo fuori il paesaggio che ci passava vicino, alberi che si allontanavano velocemente, case, palazzi, pali della luce, anche se non li vedevo sfrecciare come al solito.
Mi girai verso Edward e guardai la velocità: 80 km/h?
Lo guardai sconcertata aprendo la bocca.
Poco dopo si girò e alzò un sopracciglio.
<< Che c’è? >> mi chiese confuso.
<< Edward, stai bene? >> ero preoccupata, non gli piaceva andare piano rispettando i limiti di velocità, ma invece lo stava facendo.
<< Certo che sto bene, perché me lo chiedi? >> continuò a guardarmi perplesso.
<< Edward, stai andando a 80 km/h. Tu, Edward Masen Cullen stai andando a 80 km/h. è una cosa strana. >>
<< Non è poi così strana >> mi sembrò di vederlo arrossire, anche se sapevo benissimo che non potesse farlo, ma ebbe quest’impressione.
<< Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Hai sempre corso, anche quando ti dicevo di non farlo. Che succede? >> gli sorrisi dolcemente.
Mi guardò per alcuni minuti negli occhi e lo sentii sbuffare.
<< Ecco… ecco… >> Edward che balbetta? Ancora più strano. << Non voglio riportarti a casa >> continuò a guardare davanti a sé facendo finta di non aver detto niente.
La mia bocca si spalancò, le guance si imporporarono e successivamente abbassai gli occhi in imbarazzo.
<< Potevi dirlo subito, chiamo Charlie e gli dico che torno a casa più tardi >> cercai nel mio bagaglio a mano il cellulare.
<< No, lascia stare >> posò la sua mano gelida sulla mia provocandomi un brivido per la schiena. << Stasera passala con tuo papà, domani non so quanto sarai a casa. >>
<< Come mai? Che succede domani? >> gli chiesi curiosa.
<< Alice vuole organizzare un pigiama party tra voi ragazze a casa nostra domani e non accetta un no come risposta, ha detto di dirti che ti divertirai e che non puoi dirle di no >> scosse la testa divertito.
<< Domani sera. A casa tua. Pigiama party con le ragazze >> ripetei più a me stessa che a lui.
<< Sì. >>
<< Tu sarai a casa? >> gli chiesi guardando fuori dal finestrino.
<< Non ne ho la più pallida idea, Alice non ci ha ancora dato istruzioni, quindi non so se noi ragazzi ce ne andremo di casa o rimarremo lì e faremmo come se niente fosse. Su questo fronte deve ancora darci informazioni. Ormai è due giorni che sta organizzando tutto. >>
<< Ma non ho ancora detto di sì. >>
<< Sa che non le dirai di no, lo sai. >>
<< E se dovessi cambiare idea? >>
<< No, ti prego, non farlo, sarebbe capace di rinfacciartelo per tutta la vita >> mi guardò quasi supplichevole.
<< Ok, va bene, facciamo questo pigiama party, che poi, che senso ha? Non ho molta voglia di rivedere le altre >> sbuffai affranta.
<< Sai com’è fatta Alice, trova qualsiasi modo per fare una festa e non poteva non cogliere anche questa occasione >> mi sorrise dolcemente.
Rimanemmo in silenzio e guardai fuori dal finestrino.
<< Helena, vuole diventare zia >> dissi improvvisamente ridendo.
<< Cosa?! >> si girò di scatto verso di me.
<< Vuole avere un nipotino o una nipotina >> gli dissi guardandolo e ridendo.
<< Bella… >> si fece serio.
<< Che c’è? >> il fatto che fosse diventato improvvisamente serio mi fece paura.
<< Sai che non succederà mai una cosa del genere, ho… ho paura di farti del male e di non riuscire a trattenermi >> lo vidi sbuffare.
<< Non mi farei del male, Edward, non me ne hai mai fatto >> strinsi la mia mano alla sua sul cambio.
<< Bella, tu non sai cosa si prova quando hai la sete che ti domina, non so cosa mi succederà quando… quando… quando… sarò dentro di te, ma non voglio nemmeno immaginare che cosa potrebbe succedere, anzi, lo so benissimo. Tu uccisa da un mio morso come se fosse una stupida preda come qualsiasi altra. Non voglio che succede una cosa del genere >> strinse il volante e lo vidi fare una brutta fine, ma prima che potesse essere completamente sbriciolato, Edward mollò la presa.
<< Non mi farai del male, non succederà niente di quello che tu pensi. E comunque, Helena stava scherzando e anch’io, stavo ridendo mentre te lo dicevo, non so se te ne sei reso conto >> gli dissi delusa dalle sue parole.
Volevo fare l’amore con lui, certo, non subito, ma presto sì e lui aveva già spento ogni mia possibilità, come potevo trovare un accordo con lui?
Forse era meglio se non ci pensavo.
Il discorso cadde, facendoci avvolgere in un silenzio teso.
Non dovevo dirgli niente. Pensai sbuffando.
<< Tra tre giorni torni a scuola, non sei felice? >> mi chiese cercando di alleggerire la situazione.
<< Certo, non vedo l’ora che arrivi lunedì, guarda >> il sarcasmo faceva parte di me in quel preciso istante.
<< Se ti fa piacere, verrò a prenderti in macchina >> mi sussurrò a qualche centimetro dal mio viso.
Ero talmente persa nei miei pensieri che non mi ero nemmeno resa conto che fossimo arrivati dato che la macchina era ferma. Arrossii e abbassai lo sguardo.
Mi accarezzò lo guancia per poi tirarmi su la testa con un dito.
Mi sorrise sghembo facendo battere all’impazzata il mio cuore e facendomi arrossire maggiormente.
Lo vidi avvicinarsi lentamente con gli occhi puntati nei miei che mi scrutavano, il mio sguardo cadde sulle sue labbra che erano ancora tirare in un sorriso e leggermente schiuse.
Mi passai la lingua sulle labbra senza nemmeno rendermene conto.
Poco dopo sentii le sue labbra sopra le mie, le sue labbra gelide che a contato con le mie mi provocarono un lungo brivido per la schiena e mi fece mugugnare. Chiusi gli occhi.
Le nostre labbra si sfiorarono, si modellarono perfettamente l’una all’altra, si incastravano perfettamente e in quel momento mi resi ancora più conto di quanto fossimo destinati a stare insieme.
La sua mano si appoggiò alla mia guancia massaggiandomela con il pollice.
Mi rilassai, portando le mani tra i capelli di Edward.
Con estrema dolcezza sentii la sua lingua passare sopra le mie labbra e schiuderle leggermente, era troppo bello per fermarmi, ero talmente persa e presa da quel bacio che non sapevo nemmeno più dove mi trovassi.
Dischiusi le labbra e sentii la sua lingua scontrarsi con la mia e cominciarono ad assaporarsi. Era strano, il suo sapore era uguale al suo profumo, vaniglia. Edward sapeva tutto di vaniglia, com’era possibile?
Dopo interminabili minuti che continuammo a baciarci, con il mondo esterno completamente scollegato, ci staccammo.
Rimasi con gli occhi chiusi ancora per un po’ cercando di riportare il mio battito al normale, avrei rischiato un infarto da quanto batteva forte. Ci eravamo baciati sul serio, non era stato un semplice bacio a stampo, c’eravamo baciati. Ok, quel giorno avrei dovuto segnarlo sul calendario, pensavo che non sarei mai riuscita a baciare Edward in quel modo almeno fino a quando sarei diventata come lui, solo in quel momento avremmo potuto approfondire il bacio seriamente. Ma tutto quello era successo, quel giorno, il giorno del mio ritorno, nella sua macchina. Ero la ragazza più felice sulla faccia della terra.
Edward in quei momenti non si allontanò minimamente da me, rimase ad accarezzarmi la guancia dolcemente.
Quando spalancai gli occhi, incontrai i suoi dorati che mi guardavano lucidi. Gli sorrisi, mi sorrisi.
<< Volevo farlo da un po’ >> mi sussurrò baciandomi a stampo.
<< Anch’io >> sussurrai arrossendo.
Mi avvicinai ancora a lui per baciarlo nuovamente.
<< Che cosa ti è saltato in mente? >> gli chiesi improvvisamente.
<< Cioè? >> mi strofinò il naso contro la guancia e trattenni il respiro.
<< No-non ti sei mai comportato in questo modo, avevi-avevi troppa paura di farmi del male, eri attratto dal mio sangue e… >>
<< Te l’ho spiegato prima, ho passato talmente tanto tempo senza di te che adesso sentire il tuo profumo non può fare altro che rendermi felicissimo. Non provo sete quando sento il tuo profumo, so solo che sei qua con me, vicino, che sei vera, adesso possiamo fare tutto quello che vuoi >> mi baciò il naso.
<< Tutto? >> gli chiesi speranzosa.
<< No, non proprio tutto >> sorrise divertito quando sbuffai.
<< Per quello ci sarà tempo >> aggiunse baciandomi le labbra.
<< Mh mh >> che frase sensata che dissi.
<< Sarà meglio che vai in casa, Charlie è curioso di sapere com’è andata e si sta chiedendo come mai non scendi più dalla macchina. >>
<< Oddio! Ha visto tutto? >> ero imbarazzata e sconcertata. Non volevo che mio papà avesse visto quel nostro primo vero bacio.
<< No, ha cercato con tutta la propria forza di non avvicinarsi alla finestra, voleva darci la nostra privacy, ma ha davvero lottato parecchio per non dare un’occhiata. >>
Mi misi a ridere immaginando Charlie che camminava agitato per casa, parlando da solo e sembrando un pazzo.
<< Ok, allora, vado. Ci vediamo dopo >> mi avvicinai e gli lasciai un bacio a stampo per poi scendere dalla macchina e prendere la valigia dal sedile posteriore.
Quando arrivai alla porta non feci nemmeno in tempo a bussare che mio papà aveva già aperto.
Arrossi visibilmente.
<< Non sono arrabbiato, lo giuro, però non mi sembra il caso di rimanere 10 minuti in macchina >> incrociò le braccia al petto.
<< Stavamo parlando >> arrossii ulteriormente. Mi guardò alzando il sopracciglio.
<< Ci siamo baciati, va bene? >> ammisi sbuffando e abbassando lo sguardo.
<< Grazie per essere stata sincera con me >> mi fece segno di entrare in casa.
Appoggiai la mia valigia in mezzo al corridoio ed andai in salotto a sedermi.
<< Hai visto Sue in questi giorni? >> gli chiesi quando lo vidi sedersi sulla sua poltrona.
<< Non cambiare discorso, adesso voglio sapere di te. Allora, com’è andata con Daniel? >>
<< Non l’ha presa molto bene, ha detto che non vuole nemmeno più avermi come amica, ma sono sicura che tutto quello che ha detto l’ha detto solo perché era arrabbiato, ma non era sincero >> pensare a quella storia mi faceva stare ancora male. Mi dispiaceva aver perso un amico. Parecchio.
<< Sicuramente, non gli sarà piaciuto essere lasciato e non l’ha presa bene, è normale. Probabilmente anch’io non l’avrei presa molto bene, ma è normale >> mi sorrise.
Annuii con la testa.
<< Domenica dovrebbero arrivare la mamma e Phil, mi portano le mie cose con un furgoncino >> lo avvisai.
Lo vedi sorridere e sperai che non gli desse fastidio. Ero a conoscenza del fatto che per un certo periodo di tempo papà era ancora innamorato della mamma, ma in quel momento, con la presenza di Sue, pensavo che fosse tutto passato.
<< Davvero? Mangeremo tutti insieme, allora? >> il suo entusiasmo sembrava sincero.
<< Anche con Sue? >> gli chiesi guardandolo perplessa.
<< Perché no. Almeno la conoscerai e staremo tutti insieme. >>
Lo guardai ancora un po’ pensando al da farsi.
<< Penso non ci siano problemi >> sorrisi sincera.
Un silenzio si distese  su di noi.
<< Allora sei torna con Edward? >> mi chiese puntando lo sguardo sulle sue scarpe.
<< Sì, a quanto pare sì >> ammisi imbarazzata, ma felice.
<< Sono felice per te, davvero Bella, so quanto hai sofferto per lui e sono felice di rivedervi insieme. Certo, ammetto che ce l’ho leggermente con lui per quello che ti ha fatto, ma spero che si farà perdonare comportarsi bene >> ora sì che sembrava un padre.
<< Non ti preoccupare, ha promesso di farsi perdonare. >>
<< Spero non come penso io. >>
<< Papà! >>
<< Non devo farti il discorso dell’ape e del fiore? O quella che eri sotto un cavolo? O della cicogna, vero? >>
<< Papà! Non mi sembra il caso di fare questo discorso adesso >> ma perché tutti volevano parlare della mia vita sessuale? Lasciamo stare che non ne avessi, però tutti ne volevano parlare, e che cavolo.
<< Prima o poi dovremo affrontare questo argomento e mi sembra… mi sembra il momento più opportuno per parlarne finchè… finchè sarai ancora ver…. aspetta, non l’avete già fatto, vero? >> era in imbarazzo, ma sembrava essere assolutamente convinto a portare avanti quella conversazione.
<< No, non l’abbiamo fatto, sono ancora vergine e anche lui >> ammisi rossa.
<< Ah, be, be-bene. Questo è ancora meglio. Mi sta ancora più simpatico quel ragazzo >> sorrise tutto felice.
Scossi la testa.
Si alzò dal divano e andò in cucina.
<< Hai visto Sue? >> gli chiesi seguendo e appoggiandomi allo stipite.
<< Sì, mi ha fatto compagnia >> arrossì.
Sorrisi, mi girai, presi la mia valigia dall’entrata e mi diressi verso camera mia.
<< Bella? >>
<< Sì? >> mi girai quando ero ormai a metà scale.
<< Sono felice di averti per casa >> lo affondare le mani in tasca e stringersi su se stesso.
Presa da uno slancio di affetto, corsi giù per le scale ed andai ad abbracciarlo.
<< Anch’io sono felice di essere qua, papà. Buona notte. >>
<< Buona notte, Bella. >>
Mi staccai da lui, gli lasciai un bacio sulla guancia ed andai in camera mia.
Disfai la valigia e cercai di sistemare velocemente la mia camera.
Presi un pigiama dall’armadio pulito e quando ebbi finito di cambiarmi, sentii bussare alla finestra.
Andai ad aprire con un sorrisone enorme stampato in faccia.
Con movimenti eleganti e fluidi fu subito al mio fianco.
<< Buona sera >> sussurrò già sulle mie labbra.
<< ‘Sera >> le nostre labbra si incollarono come se fossero delle calamite opposte che si attraevano inevitabilmente. Non ci potevamo fare niente.
Approfondimmo quasi immediatamente il bacio, anche perché cominciavo ad adorare quel sapore di vaniglia che mi rimaneva in bocca dopo averlo baciato.
Le sue mani andarono a posarsi sui miei fianchi e le mie andarono nei suoi capelli.
Ci perdemmo a baciarci, lentamente, tutti i miei sensi erano concentrati su quello che stava succedendo: sulla sua lingua che accarezzava la mia, sulle sue labbra, sul suo respiro gelido che si infrangeva sulla mia guancia peggiorando ulteriormente i brividi che mi percorrevano, le sue mani sui miei fianchi che stavano leggermente stringendo e avvicinandomi a lui.
Ci staccammo con il fiatone, guardandoci negli occhi e riprendendo fiato. Mi sembrava strano che anche lui dovesse compiere un gesto così inutile per lui.
<< Vedo che ci stai prendendo l’abitudine >> lo presi in giro lasciandogli un bacio sulla mascella.
<< Sì, devo dire che ogni volta mi piace sempre di più >> sussurrò suadente avvicinando ancora di più le labbra alle mie.
<< Sono felice di saperlo >> lo baciai a stampo e andai verso il letto infilandomi velocemente sotto le coperte.
Battei le ciglia una volta e me lo trovai vicino a me, disteso, con un sorriso stampato in faccia.
<< Hai-hai voglia di venire sotto le coperte con me? >> gli chiesi imbarazzata abbassando lo sguardo.
Lo sentii irrigidirsi vicino a me.
Brava Bella, fai domande stupide. Complimenti!
<< Hai freddo dopo >> non riuscii a capire cosa provasse, la sua voce non traspariva niente.
<< Fa niente, voglio… vorrei che venissi sotto con me >> arrossii come un pomodoro.
Lo sentii sospirare e alzare le coperte per poi sdraiarsi vicino a me mettendosi sul fianco.
Mi avvicinai a lui.
<< Non eri obbligato a farlo >> gli sussurrai avvicinandomi fino ad abbracciarlo.
<< Volevo farlo, è solo che… >> sbuffò nuovamente.
Appoggiò le sue mani sulla mia schiena a palmo aperto.
<< è solo che? >> sussurrai sul suo collo facendolo rabbrividire.
Scosse la testa.
<< Edward. >>
<< Non è niente di importante davvero, adesso sono qua con te, no? >> sorrise ampiamente.
Lo conoscevo fin troppo bene e sapevo che stesse nascondendo qualcosa, ma cosa?
<< Edward, c’è qualcosa che non va? >>
<< No, niente che non possa contenere. Per adesso >> non fui sicura di sentire l’ultima parola, ma preferii lasciare stare.
Ne avremmo riparlato ne ero sicura e lui mi avrebbe dato delle spiegazioni.
Non ci misi molto ad addormentarmi, abbracciata ad Edward accarezzando i suoi capelli setosi.
Bentornata Bella!
 
 
 
 
Edward POV
Si era addormentata da pochi secondi, avevo sentito il suo cuore rallentare gradualmente.
Non vedevo l’ora di sentirla dormire per potermi abbandonare ai miei pensieri.
Quella ragazza era terribile o forse ero solo io che ero arrivato ad un punto di non ritorno.
Ero arrivato ad un punto che avevo bisogno di lei, di sentirla contro di me, di sentirla adagiata contro il mio corpo, sentire la sua morbidezza, sentire le sue labbra.
Ero arrivato ad un punto in cui qualsiasi cosa mi faceva perdere il controllo delle mie azioni e sapevo benissimo che non sarebbe mai potuto succedere, se avessi perso il controllo non osavo immaginare cosa sarebbe successo, cosa le avrei fatto. Non volevo farle del male, non volevo fare qualcosa per poi pentirmene.
Non volevo perdere il controllo, ma era anche vero che finché avessi avuto lei vicino rimanere lucido non sarebbe stato facile.
Che cosa mi stava succedendo? Prima che la lasciassi non ero in quelle condizioni, riuscivo a limitarmi a baciarla, riuscivo a non pensare a niente, a lasciarmi andare al bacio, ma fino ad un certo punto; invece in quel momento, a distanza di anni, mi ritrovavo a volere sempre di più, non mi bastava più baciarla a stampo, assaporare solamente le sue labbra, volevo sentire anche il suo sapore.
Ma avevo sbagliato tutto, non avrei mai dovuto farlo. Adesso che avevo assaggiato il suo sapore volevo altro, desideravo altro, desideravo di più. Cominciavo a perdere il controllo, a lasciarmi andare totalmente al bacio e a quello che mi trasmetteva, non pensando a trattenermi e a limitarmi, ormai diventava sempre più difficile farlo.
Di certo lei non migliorava la situazione, non si rendeva conto che io non volevo entrare nel letto con lei per proteggerla? Per non rischiare di peggiorare ancora di più la situazione in cui mi ero messo da solo? No, non riusciva a capirlo. Lei era un’umana e a lei sembrava normale voler stare nel proprio letto abbracciata al proprio ragazzo. Non c’era niente di male, certo, ma io mi sentivo strano e fino a quando non avessi capito che cosa mi stesse succedendo, avrei dovuto cominciare a evitare i contatti troppo ravvicinati.
Certo, Edward, e poi cosa vuoi? Smettere di bere sangue? Come se fosse possibile, ma fai ragionare un po’ il cervello. Non riuscirai ad aumentare le distanze, Bella è come una droga, lo sai bene, non riesci più a farne a meno.
Ero un drogato che aveva bisogno della sua dose di eroina tutti i giorni, ad ogni ora e in ogni momento della giornata, ormai non riuscivo più a farne a meno, ma fino a quando sarei riuscito a resistere? Non ne avevo idea.
 

 

 

 

 

 
Buongiorno! Stranamente sono in ritardo. -.- Non so più davvero come farmi perdonare. Per una settimana sono stata senza pc e fino a qui tutto bene, o quasi, ma poi mi sono trovata davanti un ostacolo molto più grande: l’ispirazione non voleva assolutamente farmi visita e ho dovuto passare giorni senza nemmeno pensare alla storia. Avrei voluto postare prima, avrei voluto avere un capitolo pronto da farvi leggere, ma purtroppo è andata così.
Mi sento davvero in colpa per essere nuovamente in ritardo. Non so come mai, ma con questa storia mi sento più bloccata del solito, mi capita a volte di avere l’ispirazione contro per la maggior parte delle volte, ma con questa storia, non so come mai, mi abbandona sempre e io ormai non so più come scusarmi =(
Allora, forse è meglio se comincio a parlare di questo capitolo.
Vediamo, Bella passa un ultimo giorno con la sua famiglia, all’aeroporto litiga con Helena, ma poi risolve. Bella che ride e scherza con Helena. La parte dell'aeroporto e dell'attesa mi è venuta decisamente lunga e non mi convince davvero, ma ormai ci sono abituata. Gli viene un tremendo dubbio esistenziale e ha paura di far preoccupare Edward. Edward, be, parliamo di lui e della coppia, sinceramente non pensavo si sarebbero avvicinato così tanto in questo capitolo, non si sarebbero nemmeno dovuti baciare, ma mentre leggevo mi sono ritrovata a pensare che la circostanza era perfetta, che ormai non c’era più niente che li fermasse e che non avevano nessun motivo per non baciarsi, poi le dica hanno fatto tutto da sole e hanno scritto loro, io non ho fatto niente. Così, ecco la scena del bacio e tutti i vari avvicinamenti.
Come ho già detto, la mia idea era ben diversa, avrei voluto farli baciare in un posto diverso, magari leggermente più romantico, ma non avrebbe avuto senso aspettare, no?
In teoria il POV Edward non ci sarebbe dovuto essere perché in teoria Edward e Bella non si sarebbero dovuto avvicinare così tanto, ma dato che è successo, il POV Edward è venuto da sé, di sua spontanea volontà xD

Il capitolo non mi convince molto ( che strano xD) e quindi spero che almeno a voi piaccia =)
Ringrazio davvero con tutto il cuore le persone che stanno leggendo e continuano a seguire questa storia, nonostante i miei continui ritardi. Vi adoro davvero *_* Grazie di tutto *_*
Ah sì, non so a quante di voi possa interessare, ma ho rifatto la mia presentazione nella pagina autore, se volete passare  a darci un’occhiata fate pure. =)
Alla prossima e spero di postare puntuale stavolta ^_^
 
   
 
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