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Autore: esmeralda92    13/04/2011    4 recensioni
e se Arthur non vivesse a Camelot e non fosse più il principe? e se Merlin non fosse più il suo servitore ma un compagno di classe? e se la storia si svolgesse nei giorni nostri? Arthur sarebbe ancora orgoglioso? e Merlin farebbe tutto ciò che dice Arthur? ps: ho fatto diventare Arthur e Gwen fratelli, altrimenti il triangolo amoroso sarebbe diventato troppo evidente. pps: le scene "hot" tra i due, bisogna aspettare qualche capitolo... ppps: è la mia prima ff... commentate e siate clementi!please.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Will Always Love You!


Il mattino seguente Arthur si svegliò presto e si voltò. Merlin era lì, accanto a lui che dormiva beatamente e sognava. Aveva temuto fino alla fine di averlo perso, che non sarebbero mai stati insieme e di dover aver il rimorso di non averlo amato. E invece, eccolo lì con lui. La vigilia di Natale. I suoi occhi si soffermarono sul viso. La pelle lattea in contrasto con quei capelli color ebano lo facevano ancora impazzire. Così come quelle labbra vermiglie e quegli occhi blu zaffiro che non vedeva l'ora lui aprisse. Lo guardò ancora una volta e sorrise. Dei, quanto gli era mancato. Merlin dal canto suo si svegliò in quel momento. E la prima cosa che vide furono gli occhi di Arthur che lo guardavano con amore e tenerezza. E si sentì il cuore esplodere dalla gioia. Non si era mai sentito così con nessuno. Solo quel borioso e arrogante quanto amabile asino reale riusciva a farlo sentire amato e felice al tempo stesso. La seconda cosa che sentì furono le labbra di Arthur che si univano alle sue in un bacio pieno di tenerezza e amore, i loro respiri che si fondevano per diventare un solo respiro. E poi le braccia di Arthur che lo stringevano a sé. E un senso di protezione pervase l'animo del maghetto, che continuò a baciare il principe circondando il collo di lui con le sue braccia.

“Buongiorno, Merlin.” sussurrò al suo orecchio con tenerezza.

“Buongiorno, Arthur.”

“Dormito bene?”continuò a sussurrargli per poi passare a baciargli l'orecchio, scendere sul collo per poi baciarlo di nuovo sulle labbra.

“Sì, non male.” rispose fingendo un'aria di sufficienza. Lui lo guardò fingendosi indignato.

“Non male, eh?” poi prese un cuscino e glielo tirò addosso. Merlin sorrise e gliene tirò uno di rimando. Arthur gli tirò allora un'altra cuscinata e Merlin rispose anche a quella. Iniziò così una vera e propria lotta con i cuscini che durò per lungo tempo, finché Arthur non riuscì a immobilizzarlo.

“Ti amo.” disse guardandolo negli occhi per poi baciarlo.

“Anche io ti amo.” rispose il moro capovolgendo le posizioni e continuando sempre a baciarlo.

“Il mio maghetto ribelle.” fece scompigliandogli i capelli. Merlin sorrise, poi si alzò a sedere, rimanendo sempre sopra di lui.

“Sei sicuro che non sia un problema, vero? Il fatto che io sia... un mago.” Arthur si alzò a sedere anche lui e lo guardò serio.

“Non voglio che lo pensi, Merlin, mai più. Io ti amo per ciò che sei. La magia fa parte di te. E a me va bene. Tu sei una persona speciale, amore mio e..”

“Co.. Come mi hai chiamato?” Arthur sorrise.

“Amore mio, perché è ciò che sei. Non sono mai stato bravo a dimostrarlo, lo so. Ma io ti amo per ciò che sei. E non m'importa se sei un mago. Davvero, non importa. Anzi, forse proprio perché lo sei, ti amo ancora di più.” Merlin lo baciò con amore. E le lacrime di gioia agli occhi. Arthur dal canto suo lo strinse forte a sé e scese a baciarlo sul collo e poi sull'incavo con amore, passione e desiderio. Dei, l'aveva desiderato per così tanto tempo che ora non poteva credere che ora potesse essere suo. Merlin sorrise lasciandosi baciare e ricambiando.

“Arthur...” il biondo sorrise e lo stese sotto di sé mentre le sue mani percorrevano il corpo del moro e lo baciava.

Ma proprio in quel momento il cellulare di Arthur suonò. Lui chinò il capo, poi si sporse verso il comodino.

“Pronto?”

“Ciao, Arthur, sono Morgana. Disturbo?”
“Beh..” si voltò verso Merlin e sorrise. “Un po'.”

“Oh, scusa... va tutto bene lì?”
“Sì.. benissimo.”

“Senti, che programmi hai per stasera?”
“Stasera?”

“è la Vigilia di Natale, Arthur.”

“Di già?” lei rise.

“Sì, Arthur, di già.”

“Non.. lo so.”

“Perché non venite da noi stasera?”

“Non lo so. Sento Merlin e poi ti dico.”

“Ok, salutami tanto anche Unith.”

“Ok, a dopo, Morghy.”

“Ok, ciao.” la chiamata terminò. E Arthur tornò al fianco di Merlin.

“Morgana? Che cosa voleva?”
“Chiedeva se andavamo da loro stasera.”
“E tu che le hai detto?”
“Che dovevo sentire te e poi l'avrei richiamata. Che ne pensi?”

“Non lo so.. non posso lasciare mia madre sola la Vigilia.”
“Giusto.. e se venisse anche lei?”
“Sei sicuro che non sia un problema?”
“No figurati.. stai tranquillo. Non c'è problema.” disse per poi depositargli un bacio sul collo.

“Ah beh.. se lo dici tu..” disse per poi girarsi verso di lui e corrispondere.

Arthur corrispose e mai si sentì più felice. Il cuore gli esplose dalla gioia. Era felice e si chiese come avesse fatto a stare senza di lui. Merlin lo amava per ciò che era lui come persona, non per il suo rango. Quel ragazzo tanto impertinente che era entrato nella sua vita senza poi uscirne. Tanto da rendere invivibile ogni secondo trascorso senza di lui. Tutti quei mesi senza di lui gli erano sembrati non trascorrere mai. Arthur si staccò lievemente e lo guardò negli occhi. Quei due oceani che lui aveva visto felici, ridenti, ma anche tristi, delusi e afflitti. Li aveva visti anche gonfi di pianto, rossi. Con le dita sfiorò la guancia di Merlin. E poi le labbra vermiglie. E poi i capelli neri corvini. Le dita si insinuarono tra i capelli fino a stringere. Stringere forte. Merlin soffocò un gemito di dolore e inarcò la schiena. E Arthur lo baciò sul niveo collo e sull'incavo.

“Arthur.. No.. dobbiamo andare.. A colazione.” Arthur scese ancora sul petto. Lasciando baci caldi e roventi su tutto il petto. Scese ancora fino al capezzolo, lambendolo con le labbra. Leccandolo, suggendolo e baciandolo, mentre il moro ansimava. Arthur dolcemente gli aprì le gambe aderendo al bacino di Merlin con il proprio.

“Arthur.. Stringimi.” gli occhi del principe si illuminarono di uno sguardo malizioso. Poi si staccò.

“Credevo volessi andare a colazione.” fece sedendosi sul bordo del letto con un'aria beffarda.

“Beh, credevi male. Voglio te, solo te.” fece stringendolo da dietro. Arthur sorrise. Poi si voltò.

“Non voglio correre con te. Né bruciare le tappe. Ti amo e voglio viverti senza fretta.” lui chinò il capo e annuì. “Ma questo non significa che non ti voglia o desideri. Forse proprio perché so quanto ti desidero, preferisco aspettare.”
“Ehi, non preoccuparti. Lo so. So che mi ami e che mi vuoi. E ti amo anche io. È solo che ora dobbiamo tornare alla realtà e ho paura.”
“Perché?”

“Tu sei un Pendragon. Hai dei doveri verso il tuo popolo e so che è giusto così. So quanto ami il tuo popolo e so che sarai un ottimo re, quando verrà il tuo momento. Ma sai che... potrebbe portarti a compiere dei sacrifici. Lo sai. È di questo che ho paura. Ho paura di non poterti aiutare o che non sia sufficiente il mio sostegno; ma ciò di cui ho più paura è che un giorno.. Quel sacrificio possa essere io.”

“No, no mai. Lo so. Non sarà facile. Ma io ti amerò sempre. Non potrei esistere senza di te. Tu sei tutto ciò che ho di più importante. Davvero. Non permetterò mai che qualcosa si metta tra noi due. Niente potrà mai dividerci. Devi credermi. Io ti amo. Amo solo te.”
“Non lo metto in dubbio. Mi fido di te, amore mio. Ma non potrà sempre essere così facile tra di noi e..”
“Ehi, siamo in due. Qualunque problema lo affronteremo insieme. Credi che io non abbia paura di perderti ogni istante che passa? Ma ho fiducia in noi, amore mio. Non devi temere.” Merlin sorrise e si accoccolò a lui. “Non so che farei se non ti avessi, amore mio.”
“Lo stesso vale per me.”

“Allora... Andiamo a fare colazione? Sono quasi le dieci.”

“Ok.”



Sul pomeriggio tardi arrivò Unith e fu informata dei programmi. Naturalmente entrò nel panico e iniziò ad agitarsi.

“Mamma, stai calma..” disse Merlin cercando di tranquillizzarla il più possibile.

“Merlin ha ragione. Non c'è motivo per cui dobbiate preoccuparvi.” affermò Arthur. La donna sorrise.

“D'accordo, allora.. io vado a prepararmi e vi raggiungo tra un po'.”
“Ok, mamma. Ti aspettiamo.” fece il moro dirigendosi verso l'entrata seguito dal biondo.

“Allora.. si va?”

“Ma allora è genetico! Perché tanta paura di tornare a Camelot? Sembra che tu sia condannato..” Merlin si irrigidì.

“Effettivamente fino a qualche giorno fa sarei stato ucciso se fossi tornato a Camelot..”

“Ora non più! Quello è.. passato.”

“Sì ma fa ancora male. Sono stato bandito neanche fossi stato un criminale, allontanato dalla città in cui ho vissuto per anni. E ciò che mi fa più male è che in tutta questa storia ci è andata di mezzo anche mia madre. Che non se lo meritava.”

“Neanche tu te lo meritavi, se è per questo. Mi dispiace che tu .. la viva così male ora. Di certo hai ragione ma.. Ora non ti accadrà niente. Né a te né a tua madre. Devi fidarti di me.”

“Non è questo il punto, so che posso fidarmi. E che non ci accadrà niente. Questo non c'entra. Ti chiedo solo di comprenderla.. e di comprendere anche me.” Arthur sorrise e lo strinse dolcemente da dietro.

“oh beh.. allora non ci sono problemi..” sussurrò al suo orecchio sorridendo. Merlin sorrise e lo baciò dopo essersi voltato. E si strinse a lui. “Ti amo. E niente potrà mai dividerci. Niente e nessuno. Te lo giuro.”

  
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