- GINNY E LA MISSIONE QUASI IMPOSSIBILE -
- IL BLOCK NOTES -
Dopo quella che fu una giornata ricca di “scoperte sensazionali”, nuovi rancori, angosce e paure, Ronald decise di metterci una bella pietra dormendoci sopra.
Evidentemente non sapeva a cosa andava incontro,
poverino.
Da quando Harry aveva lasciato Hogwarts per
occuparsi di quei benedetti Horcrux, il dormitorio del settimo anno dei
grifondoro sembrava un po’ vuoto.
Non che Harry fosse così chiassoso, no…ma sapevano
tutti che non ci sarebbero state più notti passate in bianco per stare accanto
all’amico svegliato da uno dei tanti sogni di Voldemort.
Il bel Weasley aveva mangiato solo una caramella a
cena: aveva un fastidioso nodo alla gola. Aveva assistito allo smistamento, più
rapido che mai, ed era tornato su al dormitorio, dove, svestito, si infilò nel
letto e si girò su un fianco, chiudendo gli occhi.
Quelle che seguirono furono le ore più tremende mai
passate fino allora.
Si girava e rigirava nel letto, impigliandosi tra
le lenzuola. A volte Morfeo lo accontentava accogliendolo tra le sue braccia,
ma un minimo ricordo faceva sì che i suoi occhi si sbarrassero.
Sudava freddo, nonostante la stanza non fosse per
niente calda.
Le tende bordeaux che al buio parevano nere,
sembravano soffocarlo, e il cuscino sembrava più sottile che mai.
Lo ripiegò, ma niente.
Il volto di Malfoy gli appariva senza ritegno. Così
com’era entrato quella mattina nel suo scompartimento, così come era entrato in
sala grande scoccandogli uno sguardo minaccioso, così entrava a forza nei suoi
pensieri incollato alla sorella…
Li vedeva aderenti al muro, tutti e due, incollati.
Rabbrividì, e si girò dall’altra parte.
Nuovi pensieri, nuove paure. Hermione e Viktor,
stessa posizione, stesse azioni.
Proprio non ne poteva più.
Per una volta volle alzarsi dal letto prima della
solita ora mattutina e, inforcate le pantofole rosse e nere, si avviò verso la
sala comune, che, ovviamente, era vuota.
Il fuoco produceva una luce molto fioca che a stento
riusciva a illuminare una piccola porzione di poltrona. I tavoli erano sgombri,
le sedie di legno un po’ allontanate e un forte odore acre si spandeva per la
sala.
Sudava ancora freddo, e, notò guardandosi riflesso
ad un vetro della finestra gotica della sala, era pallido come un cencio con
profonde borse viola sotto gli occhi.
Che fosse malato?
Si sedette stancamente
sul divanetto e preso un blocco di fogli bianchi, cominciò a pasticciare
qualche cosa.
Ginny, sua sorella,
quella che avrebbe odiato per tutta la vita, era diventata il nuovo capitano
della squadra di Quidditch.
Sì, proprio quella grazie
alla quale aveva fatto brutte figure davanti a Hermione.
Quella grazie alla quale
era andato in Romania con l’amica implicando anche la litigata oscena, l’ultima
sera.
Proprio l’attuale
fidanzata di Draco Malfoy.
Sbuffò. Non poteva farci
proprio niente.
La sorella sembrava non
capire lo stato delle cose!!
Malfoy era un
Mangiamorte, l’aveva ammesso anche lui stesso, era pericoloso, era sempre a tu
per tu con Voldemort!
Trovare lui era come
trovare la morte!
Sfogliò il blocco e
sbuffò ancora.
Uno dopo l’altro disegni
a matita in chiaroscuro si susseguivano: tutti traenti una sola creatura.
La sola creatura che lui
amava e avrebbe sempre amato.
Il suo stomaco produsse
strani rumori. No, non era la fame. Piuttosto nausea.
‘ HERMIONEEEE!!!
HERMIONE!!’
cominciò a urlare Ron ,alzandosi tremante dal
divanetto e avanzando verso il dormitorio femminile. Chiamò ancora, tenendosi
una mano sulla gola e piegandosi in due.
Nessuna risposta. Lui si
afflosciò a terra, da solo, sul pavimento senza che nessuno l’avesse potuto
aiutare. Neanche la sua Hermione sembrava aver sentito il grido torturato
dell’amico.
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Lo guardò, speranzosa in
una sua parola…in un suo sorriso.
Ma niente.
Gli passò la mano sulla
fronte e la ritirò quasi subito. Era bollente.
‘Ancora niente?’ domandò
Lavanda, andando su e giù per la camera già vestita di tutto punto.
La ragazza seduta sul letto
dello sfortunato negò con la testa e sospirò.
‘Secondo me…è l’influenza
babbana.’ Obbiettò Calì, pettinandosi i morbidi capelli nero pece.
‘Naaa…secondo me ha
mangiato troppo, come suo solito! Pensa che quando stavamo insieme..’
‘Lavanda? Calì? Vi sarei
grata di andare, se non avete altro da fare.’ Ribattè Hermione, acida, non
staccando gli occhi da Ron.
La sera prima l’aveva
sentito gridare il suo nome.
In un primo momento aveva
deciso di non alzarsi e di ignorarlo…almeno avrebbe imparato la lezione!
Così non fu, però.
Perché poco dopo sentì un
tonfo.
Il tempo di infilare la
vestaglia e di scendere le scale del dormitorio che l’aveva trovato accasciato
a terra con una smorfia di dolore sul viso.
Subito lo aveva portato
su, nel suo dormitorio, e lo aveva steso sul suo letto.
‘Ron?’ cercò di chiamarlo
a bassa voce.
Ma lui niente.
Era ancora molto pallido
e perline di sudore avevano spazio sulla fronte.
I capelli bagnati erano
stati alzati dalle dita di Hermione che vi passavano attraverso e il respiro era
lento e irregolare.
A volte mugolava qualche
cosa di incomprensibile, e lei non ci fece più caso.
Ma ogni suo colpo di
tosse, ogni suo movimento…non passavano ignari sotto gli occhi attenti di
Hermione.
‘Non ti preoccupare.
Diremo noi alla McGranitt che hai Ron da accudire.’ Proferì Calì, aprendo la
porta.
‘No.’ Sospirò Hermione,
alzandosi con addosso già la divisa, ‘Ora scendo. Solo cinque minuti.’
Lavanda annuì, e trascinò
con sé Calì.
La Grifondoro si voltò
ancora verso Ron, si chinò sulla fronte e posò un dolce bacio. Poi prese la
borsa e corse a lezione.
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‘ Tu sei tutta matta’
ghignò Draco sedendosi sul prato con Ginny.
‘ Eppure, tu non ci
avresti mai pensato.’ Fece notare lei, sedendogli sulle gambe.
‘ Mi avevi detto che non
avresti mai utilizzato nulla dei gemelli per tuo fratello!’
‘ E ma quando ci vuole ci
vuole!’
‘ E quando terminerà?’
‘ Sai la favola della
bella addormentata?’
‘Esattamente……..no.’
‘ In pratica ci vuole un
bacio per curarlo.’
Il biondo sorrise ancora
posando le sue labbra sul collo della ragazza ‘ E tu non ti senti bene, vero?’
‘ Sì,’ affermò lei ‘ Devo
guarire anche io.’
I due scoppiarono a
ridere cominciando a baciarsi e a scambiarsi tenerezze.
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‘Doveva portarmelo subito
qui, signorina Granger!’ protestò madama Chips, facendo levitare il corpo di
Ron su un letto vuoto.
‘ In realtà è accaduto
tutto stanotte. Si è sentito male’ spiegò Hermione, cercando di difendersi.
‘ E stamattina? Non mi
dica che non aveva tempo di fare un salto qui e dirmelo!’ continuò l’infermiera
uscendo da un cassetto un’enorme siringa.
‘ In realtà…speravo si
sentisse meglio.’
‘ Per niente! Chissà cosa
si è beccato…!! Sarà un infezione!’ affermò Madama Chps infilando l’ago in un
braccio del Grifondoro senza non suscitare in Hermione una smorfia di terrore.
‘ lei…non sa cos’è?’
‘ Non sono mica una maga,
io!’ ironizzò la donna, dirigendosi verso il letto occupato da una ragazzina
del secondo anno ‘Vedi questa? Ha bevuto l’inchiostro di un calamaio maledetto.
È un tipo di infezione…e questo?’ indicò un altro alunno ‘ Quello è stato
infettato dalla puntura di un doxy.’
‘Ma i Doxy non pungono….’
Notò a bassa voce Hermione.
‘ E quello?’ e indicò un
ragazzo seduto con la faccia a pois ‘ Quello ha bevuto una pozione sconosciuta!
Il suo ragazzo avrà mangiato qualche robaccia! Una caramella…un
pasticcino..qualcuno avrà voluto fargli uno scherzo per niente divertente!’
‘Ron non è il mio
ragazzo.’ Disse Hermione.
‘ No? Beh, è lo stesso.
Non è che una porta nel proprio dormitorio un ragazzo qualunque! Ne sento di
queste cose!’
La ragazza arrossì
furiosamente sentendo stranamente un caldo infernale.
Per tutta la giornata
aveva pensato a lui. Durante l’ora di trasfigurazione, di incantesimi e di
pozioni! Tutti i pensieri erano rivolti solo ed esclusivamente a lui.
Hermione annuì vaga
‘Quando posso venirlo a trovare?’
‘ Ah! Gli orari sono
fuori, non un minuto in più non uno in meno!’ protestò Madama Chips.
‘ La domenica?’
‘Mio Dio! La domenica c’è
il Quidditch! Qui ci sarà un disordine infernale! Tra tifosi e giocatori feriti
non saprei come darti retta!’
La Grifondoro annuì ancora, congedando l’infermiera e
dirigendosi verso la sala grande.
Seduti ad una tavolata
trovò Neville, Luna e Ginny che parlottavano tra loro sommessamente.
Ma appena lei li
raggiunse, loro tacquero in un silenzio religioso.
‘Ciao Herm! Abbiamo saputo di Ron.
Come sta?’ domandò tutto d’un fiato Neville.
‘ Non bene. Non dà segni
di vita.’ Sospirò Hermione, sedendosi stancamente sulla panca.
‘ Mhm?’ domandò Ginny,
servendosi di stufato.
‘ Che sia……morto?’
domandò Luna, guardando negli occhi i tre amici.
‘ Maddaiii!! Sarà..un
avvelenamento involontario! ‘ sbuffò la rossa.
La ragazza bruna si
rivolse a Ginny ‘Magari Fred e George potrebbero conoscere la cura di questo
tipo di avvelenamento!’
‘ Guarda che Fred e
George creano scherzi non trovano necessariamente una cura!’ esclamò in una
risata la rossa, il che fece innervosire non poco Hermione, che, ingoiato un
boccone, salì in Sala Comune.
Ancora piena, la sala di
ritrovo dei grifondoro pullulava di studenti che si erano ridotti all’ultimo
minuto nel fare i compiti.
Anche lei si sedette
davanti al fuoco e, usciti dalla borsa libri, pergamene e piuma, cominciò a
svolgere il tema di Erbologia: Come riconoscere un Gattamaio da un
Gallimaio.
‘Facile
no? Il Gattamaio è una pianta – gatto…il gallimaio è una pianta che mangia il
pollo!’
La voce inconfondibile di
Ron le carezzò il volto.
Il cuore perse un battito
e si girò, svelta.
Ma nessuna traccia di
lui. Solo le solite facce imbronciate degli studenti del lunedì sera.
Si rigirò, osservando la
pergamena ancora vuota e il libro aperto a pagina 233.
Fisso il fuoco e solo
allora si accorse di essersi seduta su qualcosa di duro.
Si alzò e prese il
quadernetto che si trovava sotto il suo sedere.
Aggrottò le sopracciglia
e, curiosa, aprì la copertina.
Ron Weasley
Londra –
Hogwarts – 4° anno
Sorrise pensando a come
la sorte si stava divertendo nei suoi riguardi e sfogliò la prima pagina.
Una ragazza da un
bellissimo vestito era disegnata accanto ad un ragazzo alto dai capelli un po’
lunghi. Sembravano danzare su una pista da ballo, e lui la stringeva a sé e le
sorrideva.
Hermione si perse fra
quei tratti di matita e rimase per tanto tempo a osservarla.
Poi sfogliò un’altra
pagina.
La data portata era di un
anno dopo. Evidentemente era stato disegnato quando Ron frequentava già il
quinto anno.
Una ragazza dai capelli
gonfi, con in braccio un gatto, era
ritta di spalle al camino con un’aria superiore. Hermione notò che i bottoni
della camicetta erano chiusi perfettamente e la cravatta era ordinatissima.
Sospirò.
Tutto sembrava esserle
sfuggito di mano con un solo block notes di bellissimi ritratti….
Chiedo scusa per l’enorme ritardo, ma non ho potuto aggiornare non solo per motivi di scuola ma anche perché anche io sono stata colpita dal famoso “blocco dell’autore”. Spero mi perdoniate! Ringrazio tutti quanti!!
Dal
primo all’ultimo lettore. Dal primo all’ultimo recensore. Spero di aggiornare
presto! Vi mando tanti baci! Ciao!!