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Autore: thecarnival    22/04/2011    2 recensioni
STORIA IN FASE DI REVISIONE
Marta è una ragazza di 23 anni: dolce, sensibile e a volte anche fragile. Nata e cresciuta in Sicilia, appunto per questo, è anche molto testarda, permalosa e gelosa. Ama danzare e per questa sua grande passione si trasferisce a Milano per studiare danza classica; questo suo grande amore per la disciplina la rende troppo “perfettina”. A Milano, oltre a frequentare l’università, entra a far parte di un’importante compagnia di ballo “School of Dancing” e incontra Giorgio. Lui è tutto il suo l’opposto, molto “vivi e lascia vivere”: è anche lui iscritto all’università ma solo per le feste e per accontentare il padre. Lui balla perché lo rende felice: perché quando lo fa è completo. Giorgio e la danza moderna sono una cosa unica, così come Marta e la danza classica. I due non si sopportano perché sono i due poli opposti di una calamita. Riusciranno a cambiare idea?
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16.Sole, cuore, amore.

Le valigie erano pronte. Marta e Giorgio avrebbero trascorso 12 giorni in Sicilia a casa dei genitori di Marta, al loro rientro poi avrebbero ricominciato le prove per il tour estivo. Si stavano dirigendo in aeroporto, quel giorno faceva davvero caldo. Marta indossava shorts di jeans, canotta bianca, ed infradito dello stesso colore. I capelli li aveva raccolti in una lunga coda, gli occhiali da sole le coprivano mezzo viso, e si chiedeva se fossero gli occhiali ad essere troppo grandi, o la sua faccia ad essere troppo magra. Giorgio invece, era più bello del normale. I capelli gli erano cresciuti rispetto a quando lo aveva conosciuto Marta, adesso erano ancora più scuri e più ribelli. Indossava dei jeans chiari, una maglietta sul beige e delle converse bianche. Si era vestito così per fare una bella impressione sui genitori di Marta, anche se stava letteralmente morendo dal caldo. Per fortuna sull’aero si stava molto meglio grazie all’aria condizionata. Il volo durò circa un’oretta, tempo che i due trascorsero dormendo.

Non appena scesi dall’aereo, entrambi percepirono non solo la differenza di temperatura, ma era diverso anche il profumo dell’aria. Profumo di mare, di casa, freschezza, e tante altre cose.

-Fa caldo.

-E’ l’umidità, ci farai l’abitudine.

-Marta, mi sto sentendo male.

-Smettila di lamentarti e cammina. Voglio andare a casa, mettere il costume ed andare di corsa in spiaggia.

-Di corsa? Cosa intendi..

-Devo sempre spiegarti tutto io. D’estate ci trasferiamo nella casa al mare, o villino, o campagna, chiamala come vuoi, noi la chiamiamo in tanti modi, che è esattamente di fronte al mare. Spiaggia, strada, casa mia. Bisogna solo attraversare la strada e si è arrivati.

-Cioè, fammi capire. Io impiego non so quante ore per spostarmi in una località di mare, e tu ce l’hai sotto casa?

-Esattamente.

-E non volevi venire?????? MA TE SEI FUORI.

-Ehi. Non ti azzardare a parlare così qua.

L’autobus dall’aeroporto li aveva portati nella città natale di Marta, che non appena arrivò sorrise automaticamente, non poteva nasconderlo a se stessa o mentire. Le era mancata ogni cosa di quel posto, oltre al mare, le era mancata la quotidianità, i cittadini curiosi, la sua famiglia, le sue abitudini. Dopo aver preso i bagagli, si avviarono verso il cancello d’ingresso, Marta suonò il campanello un po’ titubante, non aveva detto alla madre del suo ritorno/rientro. Quando Matilde si affacciò dalla porta finestra della cucina per vedere chi fosse per poco non ebbe un mancamento. Corse incontro alla figlia, e l’abbracciò calorosamente. Erano mesi che non la vedeva, e giorni che non la sentiva, dato che l’ultima volta avevano litigato pesantemente.

-Beddra. Ma quando sei arrivata? Sei stanca? Ma quanto sei magra, hai mangiato?

-Mamma calmati. Lui è Giorgio, emh, il mio.. dannazione. Noi stiamo insieme.

-Buongiorno signora.

-Chiamami Matilde. Entrate, sareste distrutti. Avete mangiato? Vi preparo un piatto di pasta?

Entrarono in casa, il padre di Marta era a lavoro, e la madre stava pulendo, come una diligente casalinga. Sistemarono i bagagli nelle apposite stanze, Marta in quella sua, e Giorgio in quella che una volta per la nonna, ma adesso riservata agli ospiti, esattamente accanto a quella della fidanzata. Il ragazzo si cambiò velocemente, indossando il costume, dei pantaloncini a quadri bianchi e marroni. Lasciò la maglia che indossava dalla mattina, ed infilò delle infradito bianche per la spiaggia. Fresco e comodo. Marta invece mise semplicemente il costume nero e pois bianchi che aveva comprato il giorno prima. Giorgio la squadrò dalla testa ai piedi, supplicandola con lo sguardo di coprirsi, o non si sarebbe trattenuto. Marta di tutta risposta sorrise, e gli passò accanto provocandolo ancora di più.
-Mamma ti dispiace se non scendiamo in spiaggia?

-Ma siete appena arrivati.

-Lo so, ma c’è caldo, e voglio fare un tuffo. E poi per mangiare aspettiamo papà. Ok?

-Va bene. Giorgio, tu mangi tutto? Sei allergico a qualcosa? Hai qualche preferenza?

-Mangio tutto signora.

-Oh tesoro, dammi del tu. Smettila di chiamarmi signora, ho un nome sai?

Sabbia calda granulosa e pulita, senza neanche un sasso o una palla di mare. Acqua limpida, cristallina e fresca. Sembrava di essere ai caraibi. Dopo avere steso i teli, Giorgio si privò dei vestiti, restando con il suo costume stile parigamba, viola con il simbolo bianco della puma, stampato sul sedere. A Marta per poco non venne un infarto vedendo il suo fidanzato svestito in quel modo, certo l’aveva visto anche nudo, ma in costume, faceva tutto un altro effetto. I muscoli scolpiti, il sedere fasciato dal costume, i capelli sbarazzini, i Ray-Ban marroni, era uno spettacolo della natura.

-Mi stai fissando.

-Sei… bellissimo.

Lo aveva detto sospirando. Giorgio le si avvicinò abbracciandola e poi baciandole la fronte. In quei quasi due mesi, ormai avevano imparato a conoscersi meglio, sapevano i movimenti l’uno dell’altra, erano quasi come Edward e Bella, “lui si muove tu ti muovi”. Erano due corpi, ma con una sola anima, un solo cuore che batteva all’unisono.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH. Mettimi giù. Traditore.

L’aveva presa in braccio, e si stava dirigendo, con Marta sulla spalla a mo’ di sacco di patate, in acqua. La mise a testa in giù, facendole toccare con la punta della coda quell’infinita distesa azzurra. Marta non smetteva di urlare, e Giorgio a poco a poco l’abbassava, prima i capelli, poi la fronte, poi la girò, bagnandole i piedi, le gambe. Poi il sedere. Ed infine la lanciò in acqua. Un lancio accompagnato da un urlo straziato della ragazza, che non appena riemerse, giurò vendetta. Lo rincorse per 5 minuti, schizzandolo più che poteva, e quando alla fine riuscì a prenderlo, di attaccò a lui come se fosse un koala, lo baciò su tutto il viso con foga, facendogli perdere l’equilibrio finendo in questo modo, in acqua. Con le mani Marta riuscì a prendere della sabbia bagnate dal fondo, e gliela spiaccicò in testa, si staccò dalle labbra di Giorgio per le troppe risate. Poi iniziò a correre. Era una vera e propria lotta all’ultima palla di sabbia. Sembravano dei bambini, erano felici, e soprattutto rilassati, ed erano solo alla loro prima ora del primo giorno di vacanza.

Esausti si erano sdraiati sulla battigia, con il tramonto alle spalle, un bacio e poi un altro, Giorgio le si era messo sopra.

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-Sono un pò stanco.

-Se ti può consolare anche io, però queste coccole non sono niente male.

-RAGAZZIIIIIIIII TORNATE A CASA. SI MANGIA TRA UN ORA.

-Dobbiamo andare, tra un po’ conoscerai mio padre.

-Possiamo stare ancora così?

-Marta?

Quando Marta alzò gli occhi sperò di vedere tutti tranne l’uomo che vide. Suo padre. Scivolò via da sotto il corpo di Giorgio, nascondendo l’imbarazzo, e si buttò tra le braccia dell’uomo della sua vita. Era lui che gli mancava maggiormente, scherzare con lui, parlare con lui, ridere con lui, inventare nuovi cocktail con lui, ascoltare la musica con lui. Quell’uomo era il primo uomo di cui si era innamorata, e che non l’avrebbe mai tradita.

-PAPA’! Mi sei mancato così tanto.

Lo aveva abbracciato così forte che Giacomo quasi non respirava, anche lui era emozionato, ovviamente le era mancata la figlia, la sua unica figlia, quella che lo appoggiava nel prendere in giro la moglie, quella che lo faceva distrarre invece che litigare con la consorte. E poi senza Marta la vita era una tortura, doveva stare con la moglie e subire le sue lamentele. Da suicidio.

-Andiamo a casa. La mamma ha preparato un sacco di cose buone, e poi devi raccontarci di Milano, sei andata allo stadio?

-Direi di no. Non hai idea di cosa ho passato in questi mesi. OH. Lui è Giorgio.

-Pi.. piacere.

-Che squadra tifi Giorgio?

-Non sono molto appassionato, ma.. mio padre è milanista, credo di appartenere a quella schiera di milanesi.

-SACRILEGIO.

Marta aveva cominciato a ridere come una bambina. Giacomo era rientrato in casa salutando la moglie, e sedendosi sul divano, con un’espressione serena e rilassata sul viso, Giorgio invece era molto preoccupato, sia per le parole dette dal padre di Marta, sia per il viso di quell’uomo. Gli metteva soggezione.

Marta era in camera sua e si stava vestendo dopo una doccia veloce, quando era entrato Giorgio, anche lui aveva fatto una doccia, e lo si vedeva perché era ancora bagnato, e un asciugamano azzurra gli avvolgeva il bacino.

-Vuoi farmi morire oggi?

-Beh, signorina, tu hai addosso un completino intimo che è alquanto dire. Bianco, i fiorellini rossi. Poi con il colore della tua pelle si abbina perfettamente.

-Dovresti uscire, potrebbe entrare mia madre.

-E allora possiamo chiudere a chiave.

-Ti prego, c’è anche mio padre a casa.

-Quell’uomo mi fa paura. Non guardarmi così, è vero. Comunque sono venuto, perché ho le mutande nella tua valigia, dovresti darmele.

-Cosa dovrei darti?

-Se chiudi a chiave, prendo tutto con la forza.

-Se chiudi tu, do molto volentieri.

-MARTAAAAAAAAAAAA, CI VUOLE ANCORA TANTO PER INFILARTI DUE STRACCI? MI SERVE AIUTO.

-E CHE PALLEEEE, STO SCENDENDO. Visto? Non possiamo fare nulla. Prendi le mutande, vestiti, ci vediamo giù.

 

§§§§

 

A tavola mangiavano tranquillamente ed allegramente come se conoscessero Giorgio da anni, invece che da poche ore.

-E quindi vi siete conosciuti dove?

-E’ un mio collega. Mi passi l’acqua?

-Oh. Stai finendo anche tu? Cioè, a Marta manca ancora una materia, e poi..

-Veramente ho finito anche con quella, sto solo scrivendo la tesi, mamma. E comunque Giorgio non è un mio collega dell’università, è un mio collega di danza.

-Non c’è bisogno che ti agiti.

-Non sono agitata. Papà come va con il lavoro, quando entri in ferie?

-Ad agosto.

-E Giorgio, quindi, tu non studi?

-Mamma.. possiamo parlare di altro?

-Si, si studio. Scienze della comunicazione. Ma non sono prossimo alla laurea, diciamo che ho continuato gli studi solo per fare un piacere a mio padre, non mi piace per niente studiare, lui vorrebbe farmi lavorare con lui, ai suoi studi televisivi, ma.. Io voglio fare altro nella vita.

-Che brutta cosa. Penso che i genitori dovrebbero lasciare liberi i figli di fare quello che vogliono, perché non parli con tuo padre? Lo sa che non è quello che vuoi? Lo sa che magari in questo modo tu stai male?

-Mamma, sai che non sono affari tuoi?

-Ma ormai Giorgio è uno di famiglia, ci preoccupiamo per lui.

-Lo conosci da qualche ora, stai zitta per favore, e poi parli come se tu lasciassi libera me, di fare quello che voglio.

-Mi sembra che sia sempre stato così. Sei andata a Milano per ballare, hai scelto tu il tuo corso di studi. Hai sempre scelto tu. Io ti ho solo chiesto di continuare gli studi, e se ti faccio tanta pressione è perché vivi a Milano, e non è tanto facile per noi mantenerti in quella città sai?

-Io lavoro.

-Ma con quel lavoro non riesci a pagare le tasse. Ti rendi conto di quello che dici? Perché non capisci mai quello che cerco di dirti io. Sei testarda Marta. Non capisco da chi tu abbia preso.

Dopo cena erano usciti, andando in giro per i locali del centro città, si erano seduti ed avevano preso qualcosa da bere, quando Marta si sentì chiamare. Non appena si voltò, riconobbe i volti dei suoi amici ed ex compagni di liceo, aveva quasi le lacrime agli occhi dall’emozione.

-Dai raccontaci qualcosa della tua nuova vita.

Le avevano detto, dopo gli abbracci e gli urletti iniziali. Marta così aveva iniziato a parlare di Milano, del trasferimento, di Valeria, dell’accademia dello spettacolo ed ovviamente di Giorgio. Si erano presentati, soprattutto le ragazze, le ex compagne, avevano stretto la mano del ragazzo con molto piacere, sorridendo quasi allusivamente. Non erano per niente cambiate. I ragazzi invece, continuavano a parlare tranquillamente con la loro amica, scherzando su come si fosse vestita, sull’altra gente in giro. Esattamente come ai vecchi tempi.

-Quindi, hai anche degli amici.

-Non sono mica asociale.

-Intendevo maschi.

-Smetterai mai di essere geloso? Certo che ho degli amici maschi, siamo quasi cresciuti insieme. Ci siamo conosciuti il primo anno di liceo, quando avevamo 14 anni circa e adesso ne abbiamo 23, quasi 24, li ho visti, mi hanno vista in tutti i modi, siamo come fratelli, e tu non devi essere geloso.

-In tutti i modi? Che vuoi dire? Anche nuda?

-Tranne nuda. Sai che sei peggio di.. me? E io sono siciliana, normalmente dovrei essere possessiva, gelosa, ed invece sto dimostrando tutto il contrario.

-Perché ancora non si è presentata occasione, o forse dobbiamo parlare di quando hai scoperto di me ed Aurora? E poi non c’entra Sicilia o altre regioni, tu sei mia, non voglio che nessun altro ti tocchi o ti guardi nel modo in cui lo faccio io, e il solo pensiero che altri lo abbiano potuto fare prima di me, mi manda in paranoia…. Possiamo andare da qualche parte, stare un po’ soli, prima di andare a casa?

-Ma in macchina è scomodo.

-Io conosco una posizione comodissima invece.

Marta arrossì leggermente, quando furono in macchina, ovviamente era lei a guidare, gli fece fare un po’ il giro della città, portandolo alla fine in un posto un po’ sperduto. Era imbarazzata, perché, ovviamente non era la prima volta che faceva l’amore con Giorgio, ma era la prima volta che lo programmavano, dato che non potevano farlo a casa, dovevano approfittare dei momenti liberi quando uscivano. Alla fine però, per entrambi non fu tanto male, Giorgio conosceva davvero alcune posizioni abbastanza comode ed estremamente piacevoli.

Quando anche lui provò piacere, uscì da lei, lentamente, dopo averle dato un grande e passionale bacio sulle labbra. Scese dall’auto per sistemarsi e ripulirsi, mentre Marta si rivestiva, stava allacciando il reggiseno, quando lui le aprì lo sportello e le chiese di scendere.

-Lo so che il posto non è molto romantico, ma, sono sceso, ho alzato gli occhi e ho visto quelle.- Indicò il cielo, un enorme manto blu, ricoperto da tantissimi puntini gialli che brillavano alternandosi, Marta riabbassò lo sguardo, e lo puntò negli occhi del suo fidanzato. –Quelle stelle, sono messe insieme, vicine e formano il tuo viso. Forse non lo vedi, ma io sì, e questo perché ti amo.

-Puoi ripetere?

-La parte delle stelle?

-No.. l’ultima.

-Sì. Ti amo.


Ecco qui, è iniziata la vacanza!!! Allora che dire, Giorgio ha conosciuto i genitori di Marta, l'incontro non è stato niente male, :) Poiiii ha conosciuto anche gli amici, e lì ovviamente era geloso :P E per ultimo, quando Giorgio le dice di amarla! <3 Spero che vi sia piaciuto tutto.. Grazie a tutti cmq.. un bacio a presto.

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Vi lascio i link delle storie che ho scritto fino ad adesso:

I’m coming back home. (Storia conlusa su Edward/Bella)

L’appartamento accanto (One-Shot Originale)

Past&present (One-Shot Originale, Romantico, Introspettivo, sulle scelte di vita. Potrebbe diventare un’ipotetica storia in futuro.)

Aspettando l’alba (Storia conclusa su Bella/Edward. Diversa dai libri della Mayer. Potrebbe esserci un ipotetico continuo.)

Stranger with my face (Storia in corso, originale. Thriller rating rosso. Due gemelle nate a Londra sono state separate alla nascita. Una è andata a vivere con la madre in America (la madre però poi è morta quando la bambina aveva 5 anni) e un’altra è rimasta a Londra con il padre. Nessuna delle due sa dell’esistenza dell’altra, fino a quando, per compiere una missione pericolosa e sbagliata, la gemella "cattiva" prenderà il posto dell’altra, rapendola e facendola prigioniera con l'aiuto del fidanzato e di una equipe di scienziati. )

   
 
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