Acqua
Il capitano Yamato
unisce le mani e l'acqua sgorga dalla terra, andando a riempire la
conca.
Sakura salta via con calma e compostezza mentre Naruto,
poco più indietro, rimane sdraiato e contuso fin quando non
viene sommerso; allora protesta, gorgogliando imprecazioni.
Sasuke
fa il giro della conca e si porta vicino agli altri due.
Shikamaru
lo vede fissare davanti a sé, come se quel lago non fosse
niente di eclatante, e dopo poco voltarsi invece verso il fratello
con un'espressione che ormai riconosce essere una domanda.
Itachi
annuisce, lanciandogli solo una breve occhiata per tornare poi a
scrutare l'acqua che sale di livello. Sì, gli piace.
Sakura
ha sempre l'idea che ci siano un sacco di cose in quegli sguardi, gli
sguardi Uchiha, come li chiama
Ino, e spesso ha l'impressione di vedere in quella breve intesa un
filo lungo e resistente che li lega.
Da poco ha scoperto che, pur
essendo più ben disposto al dialogo e alla diplomazia di
Sasuke, Itachi è ugualmente molto criptico; lei è
allenata, ma il maggiore ha un modo tutto suo che per quanto possa
assomigliare a Sasuke lo rende tremendamente diverso. Itachi è
affascinante, ma ha il potere di mettere Sakura a disagio in un
qualche modo.
Con un pizzico di razionalità in più
sarebbe facile capire che dopo anni passati ad odiare colui che aveva
distrutto la vita di Sasuke, sedervisi insieme a bere tè,
parlarci o addirittura curarlo, non avrebbe mai potuto risultare
normale per nessuno. Tuttavia Sakura ha deciso che quello che c'è
stato, quello che è rimasto dietro di lei, è bene
appunto che stia dietro e che non la distragga più dal
presente, che magicamente sembra funzionare, oltretutto. In ogni caso
adesso dorme tutte le notti, lavora sodo, studia, ride, cazzeggia e
fa tutte queste cose con una serenità che non pensava potesse
ritornarle, nella vita; non così presto.
Questo le permette
anche di chiudere uno, due o tre occhi quando si parla di Naruto che
insomma, a ben vedere, ha mantenuto la sua promessa. Tutte le sue
promesse.
Solo che Naruto è incredibilmente Naruto e lei a
volte è grata che ci sia Sasuke che le dà la misura di
quello che non si deve fare.
“Sai nuotare, idiota?”
dice infatti Uchiha, osservando compito l'idiota annaspare.
Questo
non si fa, per esempio, ma se non lo avesse fatto Sasuke magari ci
sarebbe caduta lei. Perché con Naruto ci si casca, prudono le
mani e la lingua e lo si perdona giusto perché ogni volta che
quasi lo ammazzano lui salva milionate di persone così, in
pochi giorni.
Sakura si siede su quella che è appena
diventata una riva e immerge i piedi coperti dai sandali nell'acqua
fresca mentre Tenzo fa crescere erba e piante dove la vegetazione è
stata mangiata dalle crepe del terreno.
“Sai? Eccomi!”
urla Sai, spuntato dai cespugli, buttandosi in acqua. Impazzito già
alle prime avvisaglie di caldo, probabilmente.
“Ecco un
altro idiota, sì...” borbotta Sasuke, coprendosi dagli
schizzi. Poi ha come una folgorazione, perché suo fratello ha
il potere di ricordargli che non ci si comporta da babbuini
mestruati, e si volta ad osservarlo con studiata noncuranza mista ad
evidente consapevolezza che vanifica i suoi sforzi. Però
Itachi non dice niente, continua a guardare davanti a sé e lui
torna a fare altrettanto, di conseguenza.
Sasuke si è
distratto. Sakura si è tolta la divisa e sta affogando Naruto
e Sai con una mano sola, quindi non si è accorto subito di
aver perso l'equilibrio. È durato certamente tutto molto poco,
ma mentre l'acqua si richiude sopra le sue orecchie ha la non troppo
vaga impressione di essere stato spinto.
Shikamaru ha visto la
scena con occhi spalancati e bocca aperta. Quando Itachi ha preso la
rincorsa, si è dato la spinta e si è tuffato in acqua,
stringendosi le ginocchia al petto, voleva dire qualcosa, ma ha anche
realizzato in fretta che, in quel momento, nella sua testa c'era un
nulla che più nulla non si può e non avrebbe saputo
dire neanche il proprio nome.
Perciò, niente. L'acqua viene
spruzzata ovunque, Sasuke riemerge praticamente insieme al fratello e
fa solo in tempo a guardarlo di traverso prima di essere
letteralmente aggredito da Naruto.
“Sas'keeeeee!” urla
a pieni polmoni quello, senza pensare che l'orecchio dell'altro dista
davvero molto poco dalle sue labbra.
Sasuke emette un verso
strozzato, divincolandosi.
“A voi gli strateghi fanno
male...” mastica rivolto al jinchuuriki, ma ad uso e consumo
esclusivo del fratello. Poi Sakura gli salta sulla schiena e Sai lo
schizza, allora si arrende e Itachi ha appena il tempo di vedere i
suoi occhi a fessura e lo sguardo truce, tutto per i suoi adorabili
compagni di team, prima che sparisca sott'acqua.
Yamato sorride,
alle loro spalle, ma segue più il libro che ha in mano delle
scenette imbastite da loro, mentre Shikamaru si è già
sdraiato all'ombra.
Itachi porta il naso sotto il pelo dell'acqua
e fa le bolle, meditabondo.
Shikamaru
ha sempre visto più serenità, se così si può
chiamare, in Itachi piuttosto che in Sasuke, anche prima che
tornassero a Konoha, in quella radura. Ma quando la sua conoscenza
del fratello maggiore si limitava ad una foto sul Bingobook o ad uno
dei loro brevi incontri, non avrebbe mai immaginato sarebbe potuto
essere così.
Ci si aspetta che un pacifista convinto come
lui sia passionale in tutto quel che fa, che abbia ideali forti e
precisi, principi solidi e un buon senso spropositato, ma nessuno si
è probabilmente mai fermato ad analizzare in modo anche
vagamente approfondito l'ex nukenin riammesso per grazia al
villaggio. È quindi altrettanto facile pensare che nessuno
sapesse dell'empatia, dell'impegno nel fare anche la più
piccola cosa, della pazienza e della calma degni di uno stratega che
quel ragazzo possiede. Shikamaru si è sentito affascinato da
quel ninja esperto e potente nella stessa misura in cui ha ammirato
la sua conoscenza dello spirito umano, delle sue insidie.
Itachi
ha lo spirito di un bambino. Un bambino che fa dispetti e poi ti
salva la vita senza dirtelo. Un bambino che un giorno ha smesso di
ridere e si è cucito addosso l'immagine di un adulto per fare
quello che doveva esser fatto. Ma quel bambino c'è sempre. È
lì quando Shikamaru si addormenta sotto un albero e quando si
sveglia i suoi sandali penzolano dal ramo più alto, è
lì quando supporta Naruto, con affermazioni e domande di uno
che cade dalle nuvole, nella sua crociata 'spaccacazzo a Sasuke'.
Quel bambino è lì anche quando gli prepara il pranzo da
mangiare con Chouji, di fretta, prima di svolgere un incarico ed è
lì quando sequestra le notifiche recapitate dagli ANBU prima
che il fratello rientri, in modo da potergliele parafrasare con
termini e modi meno spigolosi.
Shikamaru si aspettava esattamente
il carattere calmo e riflessivo che ha trovato, si è accorto
in fretta che itachi avesse artigli affilati e sapesse come e quando
usarli, ed era per lui chiaro che nessuno sarebbe mai potuto rimanere
illeso da un'infanzia e un'adolescenza come quelle. Eppure Itachi sta
bene.
Sta bene per come potrebbe stare uno nella sua situazione,
con quello che ha visto passare sulla propria pelle. Ma non è
finzione, sta bene perché il suo problema non è il
rimorso. Anche potendo tornare indietro non avrebbe potuto lasciare
che gli Uchiha destabilizzassero il villaggio, rendendo il Paese del
Fuoco vulnerabile e tumultuoso come quello della pioggia. Il problema
di Itachi è l'espiazione.
Nonostante abbia pagato
abbastanza già avendo compiuto lui stesso il massacro dei suoi
familiari e lasciato nella miseria il fratello più piccolo,
aggrappato all'odio a soli otto anni, Itachi è convinto che le
sue colpe, come quelle del clan, non si estingueranno che con la sua
morte. Sasuke, per lui, è l'unico ad essere innocente.
Itachi
è intelligente, di quell'intelligenza semplice, che spiazza;
come quella dei bambini. Quindi riesce a vedere tutto con
chiarezza.
Quando ha capito di essere sopravvissuto ha visto
insieme una seconda possibilità e un fallimento dei suoi
intenti. Come quel bambino adulto che storce il naso perché le
cose non sono andate esattamente come aveva pianificato lui. Poi però
con il passare delle settimane si è assuefatto a
quell'inaspettata tranquillità e il bambino è riuscito
a ridere di nuovo. Grazie al cielo.
Grazie al cielo un
cazzo... Pensa Shikamaru mentre
il sole sparisce e gocce fredde gli percorrono la pelle scoperta e
bagnano la divisa estiva.
“Itachi...” brontola, ancora
con gli occhi chiusi e le mani intrecciate dietro la testa.
A
gattoni sopra di lui, Itachi sposta il peso su una mano sola,
Shikamaru se ne accorge perché per un breve attimo al di là
delle palpebre torna la luce, e strizza la coda di capelli neri sul
viso della sua vittima.
“Nh... Grazie, eh...”
biascica, voltando la testa di lato.
“Prego,” risponde
Itachi, come se gli avesse appena passato il sale a tavola,
adagiandosi completamente sopra di lui.
“Nooooo... Dai!”
si lagna lo stratega. Dopo gli viene fatto il solletico e riesce solo
a ridere, anche in quel bacio bagnato.
Owari
Ecco
la fine di questa assurda raccolta.
Ebbene? Come intendo
suicidarmi? Ma con una spilla da balia, ovviamente! Così
durerà di più e sarà immensamente doloroso,
magari mi inietterò anche un po' d'adrenalina, giusto per non
svenire prima... Ah, toh! la mia creatività! Sei in ritardo,
testa di rapa. *prende a calci la creatività*
Seriamente,
Tessa, perché? XD Ma soprattutto, Tessa, come?
Voglio dire,
perché permetti che scriva queste cose? E come fanno ad uscire
così liquide? Eh, Tessa? Cazzarola! XD
Ringrazio tantissimo quelli che l'hanno seguita, commentata o anche solo letta! Grazie, e grazie mille anche alla musa, nonché beta, wari! Senza mi sarei persa in crepes di congiuntivi e mousse di secondarie. u.ù
I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.