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Autore: Payton_    27/04/2011    9 recensioni
Tra quelle mura, ci fu l'amore. Ci furono battaglie e sorrisi; lacrime e felicità.
Era un lugo magico e pieno di sentimenti, ma non solo per gli studenti. Hogwarts viveva anche nei suoi professori.
Tra quelle mura, si sussegguirono molti insegnanti, che contribuirono a creare un pezzo della sua storia.
Capitolo 1: Poppy Chips e Oliver/Marcus;
Capitolo 2: Madame Bumb/Ludo Bagman
Capitolo 3: Fiorenzo e Severus Piton
Raccolta partecipante al contest La Coppa delle Case, Casa Grifondoro.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Odore di Quidditch

 

Staff: Madame Bumb

Altri personaggi: Ludo Bagman

 

Era una giornata splendida, per Rolanda Bumb. Non c’era il sole, la seconda prova del Torneo Tremaghi si avvicinava minacciosa ed un bambino del primo anno s’era rotto il naso cadendo dalla scopa durante la lezione del mattino.

Non era successo niente di eclatante o emozionante, niente di bello, ma lei sorrideva come non aveva mai fatto in vita sua.

A suo dire, aveva un ottimo motivo per essere insolitamente allegra, ma nessuno sapeva qual’era. Nessuno tranne le pettegole di Hogwarts, che dispensavano voci ad ogni Casa sulle possibili motivazioni di tanta inaspettata allegria.

C’era chi diceva che, essendo una vera strega, provasse piacere nel terrorizzare gli studenti del primo anno, e quindi fosse felice dopo ogni lezione ‘con ferito’.

Altri sostenevano che avesse sabotato il Tremaghi e stesse pregustando il sapore della vittoria di una grossa somma di denaro. I meno fantasiosi, capitanati dalla giovane Grifondoro Calì Patil, vociavano di losche tresche tra professori, senza nemmeno immaginare quanto la verità si avvicinasse alla loro simpatica menzogna.

Rolanda era felice semplicemente perché amava il Quidditch. Qualsiasi cosa riguardasse quello sport la faceva sentire bene, completa, felice. Amava l’odore del legno delle scope, il freddo metallo di un boccino; il vento tra i capelli, la tensione di una partita, il vociare dello stadio. Amava tutto ciò che riguardasse il Quidditch e, nell’anno del Torneo Tremaghi, le pianse il cuore al pensiero che nessuna partita sarebbe stata giocata a Hogwarts. Niente, nemmeno un’amichevole; perfino l’erba del suo amato campo sarebbe presto scomparsa all’ombra di grandi siepi.

Sapere che Victor Krum, campione della Bulgaria, sarebbe rimasto tutto l’anno nei suoi spazi  l’aveva inizialmente rallegrata, perché le avrebbe ricordato la vittoria della sua amata Irlanda ai Mondiali di Quidditch, ma nemmeno quello era bastato a compensare un anno intero senza nessun fischio d’inizio.

Furono un paio di vispi occhi blu e dei morbidi capelli biondi, ciò che riuscì a farle dimenticare l’affronto del Tremaghi. Fu Ludo Bagman, storico campione dei Wimbourne Wasps.

Ogni volta che parlava con lui, se ne innamorava sempre di più. Non ne aveva mai abbastanza della sua voce, del suo sorriso, del suo profumo di menta e quidditch.

Madame Bumb aveva sempre amato il Quidditch e Ludo Bagman era l’incarnazione perfetta del suo amato sport. Era quasi obbligata ad amarlo.

Il cuore le batteva forte ogni volta che lui le sorrideva o semplicemente la salutava da lontano, agitando una delle grosse mani come un bambino.

Andava spesso a spiare le sue lezioni di Volo, cosa che Rolanda trovava romantica. E lei, a dirla tutta, non era mai stata romantica. Certo, lui non le aveva mai chiesto di uscire e nemmeno le aveva confessato un qualche interesse, ma si ripeteva sempre che le donne certe cose le capiscono.

«Rolanda, non siete ancora stufa di sentire le mie avventure passate sul campo?» le chiese un pomeriggio Ludo, mentre passeggiavano per i giardini di Hogwarts, con il tono di chi sa che avrebbe ottenuto una risposta che l’avrebbe soddisfatto.

«Un ottimo interlocutore potrebbe parlare per ore dello stesso argomento senza annoiare nessuno» civettò Madame Bumb.

«E voi siete un’ottima compagnia, Rolanda, starei per ore con voi» sussurrò Ludo, suadente nel pronunciare il nome della donna, che arrossì appena.

«Che ne dite, vogliamo scommettere 100 Galeoni su Krum vincitore?»

«Facciamo 200 su Delacour, noi donne quando vogliamo qualcosa sappiamo come prenderla» rispose decisa, e Ludo le fece credere che le sue parole fossero la più grande verità del mondo, prendendola a braccetto e iniziando a raccontare le sue eroiche gesta.

D’altro canto, lui sapeva davvero come ottenere quello che voleva, e ciò di cui aveva bisogno erano scommesse perdenti. Molte scommesse perdenti, e la donna al suo fianco, che lo ascoltava rapita, aveva un sacco di Galeoni da sperperare.

Quando, alla fine del Tremaghi, Ludo sparì con tutti i suoi Galeoni, Rolanda si rese conto d’essere stata stupida per la prima volta in vita sua. Si era lasciata abbindolare come una qualsiasi donna, non se lo sarebbe mai perdonato.

Nel profondo, sapeva che non era stato il Signor Bagman a farla innamorare, ma quel maledetto odore di Quidditch che le aveva annebbiato il cuore. Amava troppo quello sport, per non cadere inerme ai suoi piedi.

Da quel giorno, però, il suo amore si sarebbe limitato al campo da gioco e non ai giocatori o, nel particolare, ex.

 

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E questa è per te, Leireel.

   
 
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