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Autore: Selandora    30/04/2011    2 recensioni
[Ho paura che segua le orme di Minato!]
Era ironico che l'uomo che aveva creato il sigillo di Naruto fosse quello che lo avrebbe aiutato una volta che esso avesse iniziato a spezzarsi. NaruSaku
Traduzione
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Yondaime
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Five Tails
Capitolo quarto










I rumori di una cerniera tirata su e di passi pesanti svegliò Sakura. Si girò lentamente su un fianco, aprendo gli occhi, e vide una familiare figura bionda incespicare dolorosamente in direzione di una quercia nodosa. Rabbrividì per l'improvvisa atmosfera inquietante e scivolò silenziosamente fuori dal suo sacco a pelo.

Naruto ebbe dei conati a vuoto, una mano premuta contro il tronco dell'albero a sostenerlo, mentre il sigillo gli devastava il resto del corpo. Cadde in ginocchio, l'espressione stravolta dall'agonia, mentre il suo stomaco si contorceva come un serpente con il doppio del veleno normale. Quando Sakura gli appoggiò una mano indagatrice su una spalla larga, sussultò come se avesse sentito uno sparo. Realizzando che era lei, chinò distrattamente la testa all'indietro. L'appoggiò sulla spalla di lei e strinse gli occhi, aspettando che il dolore scemasse.

"E' di nuovo la pancia?" gli chiese, e lui emise un piccolo, rauco suono d'assenso nel retro della gola.

Sakura cercò di ignorare il fatto che il suo battito cardiaco era improvvisamente accelerato al punto che, se fosse stato un'auto, sarebbe probabilmente finita in prigione a vita. Si abbassò a terra e il biondo riposizionò la testa in modo che le appoggiasse sul collo. Si era già aperto la giacca e Sakura premette gentilmente le dita sui muscoli duri del suo addome.

Rimase senza fiato nello scoprire un'enorme infezione allo stomaco che doveva essere pura agonia. Fece scivolare velocemente il chakra attraverso la sua pelle nel tentativo di uccidere l'infezione, ma si rese conto che sarebbe stato troppo stancante per lei cercare di liberarsene tutto in una volta.

“Naruto, hai una bruttissima infezione allo stomaco. Sarà per via di tutto il ramen che mangi,” gli disse cupamente.

“Eh, non mi insultare il ramen,” gracchiò lui con aria indignata.

Lei si limitò a scuotere la testa con un leggero sorriso. Se non altro non aveva un cancro o una malattia letale, pensò. L'infezione sarebbe prima o poi guarita. Quando lei gli alleviò il dolore, Naruto emise un sospiro di sollievo.

Calò il silenzio e Sakura si ritrovò a pensare al loro estemporaneo bacio di un paio di giorni prima. Arrossì e fu infinitamente grata per l'oscurità che impediva a entrambi di distinguere bene i colori.

“Sakura?” la voce di Naruto la ritrascinò al presente e battè gli occhi, guardadolo.

“Sì?” quando lei gli rispose, alzò lentamente le palpebre, rivelando uno sguardo intenso.

“Sai... Due sere fa...” strascicò.

All'improvviso le girò la testa e si ritrovò a rannicchiarsi dentro di sé. Aveva sperato di poter evitare un confronto s quel bacio, ma se Naruto voleva parlarne, allora ne avrebbero parlato. Si meritava una spiegazione, anche se non era ben sicura di averne una pronta.

La sua domanda non fu quella che si aspettava. “Stavi pensando a Sasuke?”

Pensando a Sasuke? Dopo l'iniziale sorpresa, sentì la rabbia iniziare ad annebbiarle la vista e si chiese da dove diavolo avesse tirato fuori un'idea così stupida. Il viso del portatore di Sharingan le lampeggiò nella mente e sentì un groppo formarsi in gola.

“Cosa vuol dire, pensando a Sasuke?” chiese con voce più debole del voluto.

Esitò prima di riformulare la domanda, “Sono stato... Un rimpiazzo di Sasuke?”

“No!” esplose lei prima di riuscire a trattenersi.

Sembrava che stesse aspettando una spiegazione e Sakura improvvisamente iniziò a farfugliare, “Non mi piaceva Sasuke, no, intendo che Sasuke non mi piaceva in quel senso, ma non sarei mai così crudele da usarti come suo rimpiazzo, anche se mi fosse piaciuto, perché sarebbe cattivo e vile e quando ci siamo baciati-”

Si bloccò bruscamente. Dicendo che si erano baciati sembrò realizzare il tutto, e fu ancora più scioccata. Non riuscì a dire altro e diventò decisamente rossa, senza guardare il biondo esterrefatto. Quanto era imbarazzante! Avrebbe potuto fare che dirgli di amarlo direttamente, che idiota!

Il silenzio cadde sui due. Naruto prese tempo per assimilare la sorprendente novità e, mentre l'intenso sollievo scemava, sul viso gli apparve un ghigno sornione.

“Allora... Questo significa che ti piaccio?” Alzò le sopracciglia suggestivamente.

Sakura prese a balbettare. “I-Io...”

“Dev'essere il mio fascino virile. Sono irresistibile, era destino che prima o poi t'innamorassi di me,” disse, sempre sogghignando.

Con un sbuffo imbarazzato lei cercò di spingerlo via, ma Naruto si premette con più forza contro di lei. “Naruto, solo un'idiota si innamorerebbe di un idiota come te”.

“Allora sembra che possiamo essere idioti insieme, no?” la provocò, con un largo sorriso che gli illuminava gli occhi.

Sakura cominciò stizzosamente, “Stai zitto; se mi innamorassi, sarebbe di qualcuno più affascinante, bello, intelligente-”

Tuttavia fu zittita da un paio di labbra screpolate.

Per presentare un'argomentazione bilanciata si devono dimostrare sia gli aspetti negativi sia quelli positivi per opporvisi. Nella propria mente, la ninja riepilogò tutti i punti che le erano venuti.

Cominciò con gli aspetti negativi. Le sue labbra erano troppo secche, stava premendo con troppa forza, la posizione in cui erano le faceva venire male al collo, avrebbe potuto contagiarla con qualsiasi cosa avesse nella pancia e Sai e Kakashi avrebbero potuto svegliarsi da un momento all'altro.

Poi passò agli aspetti positivi.

La stava baciando.

Gli aspetti a favore superavano quelli a sfavore.



***



Naruto.

Spalancò d'istinto gli occhi azzurri e si tirò su appoggiandosi su un gomito. Era steso a terra e per un momento si sentì confuso, prima di capire di trovarsi in un luogo color giallo pallido da qualche parte nei recessi del sigillo. O almeno pensava di essere da qualche parte nei recessi del sigillo...

“Ma dove cazzo è che siamo, comunque?” chiese mettendosi a sedere.

All'improvviso Naruto diventò decisamente consapevole del proprio scivolone. In qualche modo pensò che lo Yondaime avrebbe potuto ridicolizzarlo per il suo linguaggio o qualcosa del genere, ma al contratrio un piccolo sorriso divertito si allargò sul viso di Minato. Il Quarto gli si avvicinò e si sedette, piegando le ginocchia. Sopra di esse poggiò languidamente i gomiti, inclinandosi leggermente in avanti, e Naruto errò con lo sguardo in quel posto strano. Non l'avrebbe detto una stanza, visto che non c'erano angoli e porte, muri e vie d'uscita. Era solo un infinito colore.

Questa è l'altra parte del sigillo, lontano dal Kyuubi,” gli spiegò.

“Naruto allungò le mani dietro di sé e premette la maggior parte del suo peso sui palmi. Piegò pigramente un ginocchio e gli chiese sorpreso, “Pensavo che i tunnel portassero dal Kyuubi?”

Be', sei mai andato nell'altra direzione?” gli chiese Minato, sorridendo.

Naruto si ritrovò senza parole. Era stato nel sigillo un'infinità di volte e non si era mai preso la briga di andare da qualche parte che non fosse la cella del Kyuubi. Avvertì consapevolezza di avere fatto qualcosa di estremamente stupido e arrossì per l'imbarazzo, evitando lo sguardo provocatore di Minato. Era sempre partito dal presupposto che il sigillo fosse solamente per il Kyuubi.

Congratulazioni, comunque,” commentò l'uomo disinvoltamente.

Non aveva idea di cosa stesse parlando il Quarto. “Huh?”

Sakura,”, il ghigno di Minato era quello di chi sa tutto.

“C-Come diavolo fai a sapere di quello?” sbottò Naruto indignato, sentendosi come se la sua privacy fosse stata orribilmente invasa.

Le tue emozioni hanno un grande effetto sul sigillo, che cambia drasticamente a seconda di quanto esse sono forti. Se c'è un cambiamento davvero importante, a volte compaiono immagini di quello che stai pensando, e ultimamente il viso di Sakura è dappertutto,” spiegò.

“Oh. Allora...” strascicò Naruto. Era stato sul punto di dire che per diciassette anni Minato aveva visto tutte le sue emozioni più grandi. Poi realizzò che Minato era stato nel suo sigillo per diciassette fottutissimi anni.

“Aspetta, e perché non ti sei mostrato prima? Perché solo ora?” chiese Naruto, diffidente, aggrottando le sopracciglia sospettosamente.

Questa parte del sigillo era bloccata e non potevo uscire. Poteva essere aperta solo da una forza esterna o da te, ma visto che tu non hai mai girovagato qua sotto, è rimasta chiusa,” cominciò un'altra stancante spiegazione.

Naruto era ancora confuso. Spinse Minato per avere delle risposte, “Aspetta, ma io non sono mai venuto qui, quindi perché adesso si è aperta all'improvviso?”

Quando ti incontrato, il giorno in cui l'Otokage ha usato l'Edo Tensei, il sigillo è stato forzato ad aprirsi perché la mia anima potesse essere richiamata fuori dal jutsu,” rispose.

Naruto sussultò involontariamente al ricordo doloroso. Distolse lo sguardo colpevolmente e Minato lo osservò in modo diversi. Non disse nulla, diede semplicemente a Naruto il tempo di assimilare il tutto, e il ragazzo fu grato che Minato non si fosse spinto oltre nel problema. Ad un tratto sentì un dolore opprimente allo stomaco e si piegò violentemente, respirando con affanno.

Un paio di mani calde gli stabilizzarono le spalle vacillanti; la sua testa pesante si inclinò in avanti sino a toccare con la fronte una pesante veste verde. Chiuse gli occhi azzurri annebbiati, cercando di controllare la respirazione. L'uomo di fronte a lui s'irrigidì, sorpreso dal contatto, poi si rilassò immediatamente. Mise una mano sulla zazzera bionda e disordinata di Naruto e d'un tratto al ragazzo sembrò che niente potesse più fargli del male.

Una calma e una sicurezza indescrivibili s'impadronirono del ragazzo che era sempre stato una colonna per gli altri, ma non aveva mai avuto per sé delle solide fondamenta. Fli sembrò che, anche se il mondo fosse sul punto di finire, sarebbe stato bene finché ci fosse stato Minato. Quell'uomo stava progressivamente costruendo quelle fondamenta dimenticate senza che neanche se ne accorgesse; il dolore scemò fino a diventare nient'altro che un ricordo sbiadito.

“Sakura dice che ho una brutta infezione allo stomaco,” spiegò Naruto alzando il viso dal petto di Minato.

E' il chakra del Kyuubi a provocartela. Sta fuoriuscendo dal sigillo e danneggiando le pareti dello stomaco. Più il sigillo si avvicina al punto di rottura, più il dolore diventerà intenso, quindi forse vorrai stare il più possibile con Sakura. Non che ti dispiacerebbe, vero?” Minato non riuscì a trattenersi dall'aggiungere l'ultima frase per buona misura.

Ne valse la pena, perché Naruto diventò di un vivido rosso scarlatto che fece ridere Minato, un suono caldo e ricco e che riempiva il vuoto di felicità. Il diciassettenne distolse lo sguardo, indignato, borbottando un'argomentazione incoerente e rude che probabilmente non aveva comunque senso.

La risata morì e Naruto ponderò se avrebbe potuto appoggiare la testa contro una spalla di Minato o se avrebbe significato oltrepassare una linea che non avrebbe dovuto. Si sentiva troppo a suo agio con quell'uomo e non poteva che pensare che se avesse valicato quella linea anche di un solo passo, Minato sarebbe scomparso e non si sarebbe mai più fatto vedere. Per un fugace momento, l'idea che Minato potesse scomparire lo spaventò molto di più di quella che il sigillo potesse spezzarsi.

Sai...” cominciò Minato con aria impacciata, mentre Naruto lo guardava curiosamente.

Puoi sempre tornare qui quando ti pare. La porta è sempre aperta,” continuò.

Ad un tratto Naruto vide una porta che, avrebbe giurato, non avrebbe mai potuto non notare. Era una semplice porta di legno con una maniglia d'ottone appannato; una porta modesta, pensò, per una che conduceva al luogo doveva viveva l'Hokage. Minato attese una risposta, terribilmente a disagio ed esitante.

Alla fine Naruto sentì un sorriso sincero stirargli le labbra.

“Sì, certo.”



***



Si stavano muovendo molto più in fretta di quanto Sakura avrebbe voluto, ma era comprensibile vista la pericolosità della situazione in cui si trovavano.

La donna aveva ceduto e raccontato tutta la verità sotto lo sguardo intenso di Kakashi. Era troppo bravo negli interrogatori per non averne mai fatto uno; Sakura riflettè che forse gli ANBU preparavano un ninja a qualsiasi situazione. Si era scoperto che la donna era figlia di un miliardario che aveva impiegato ninja traditori per fare il lavoro sporco al posto suo, ma non li aveva poi pagati. Questi si erano arrabbiati e avevano deciso di rapire o mutilare sua figlia come pagamento. Suo padre era un uomo d'affari eccezionalmente scaltro e non aveva voluto pagare un prezzo assurdamente alto per una missione di livello A, e il risultato era quell'enorme bluff.

Quando una spalla solida la colpì per attirare la sua attenzione, alzò gli occhi per incontrare uno sguardo azzurro e preoccupato.

“Stai bene? Ti sei persa per un minuto intero,” le chiese.

Le facevano male i muscoli delle spalle e soffriva di un grave esaurimento di chakra. Il poco che si era ripristinato dopo che l'aveva usato tutto, qualche giorno prima, si era prosciugato guarendo Naruto così spesso. Sapeva che se gli avesse detto la verità, lui avrebbe insistito perché si fermassero a riposare o avrebbe continuato a preoccuparsi per lei per tutto il resto del viaggio. Avevano un lavoro da compiere e non gli ci volevano distrazioni.

Mentì con un debole sorriso, “Sto bene. Sono solo un po' stanca”.

Le prese momentaneamente una mano e le strinse le dita in una breve dimostrazione d'affetto. Lei non riuscì a reagire, sopresa dalla sua audacia, e arrossì quando la lasciò andare. Fu presa da una travolgente felicità e la sua mente fu riempita da una fugace euforia.

Erano approssimativamente a un'ora di cammino da Suna e in quel momento stavano viaggiando per un aspro sentiero tra due torreggianti e scoscesi muri di roccia. Era considerevolmente scuro e la mancanza di luce dava al luogo un'aria minacciosa. Era così silenzioso che Sakura sentiva il suo stesso battito cardiaco e lo scricchiolio di ogni granello di sabbia sotto i suoi piedi. Se osservate abbastanza a lungo, le ombre sembravano trasformarsi in demoni e allungare verso di lei dita di fumo. Rabbrividì internamente.

Sentì i ninja dietro di loro, attorno di loro, e seppe che anche i suoi tre compagni di squadra ne erano consapevoli. Era un'altro dei dolorosi giochi di attese dei ninja traditori, di quelli che le facevano sudare i palmi delle mani e stringere la gola nel deglutire ansiosamente. Non importava quante volte l'avesse sperimentato, sembrava non diventare mai più semplice.

Sussultò quando una roccia ruzzolò giù per il muro al suo fianco, mancando la testa di Sai per un capello. Naruto le prese di nuovo in fretta una mano nascondendola dietro le loro schiene, e cominciò a tracciare lenti circoli con il pollice sul dorso, cercando di calmarla. Sai sembrava non vedere l'ora di afferrare un kunai, mentre Kakashi continuava a camminare in modo invidiabile, indifferente e senza preoccupazioni. Avrebbe potuto cadergli in testa il mondo, e ancora avrebbe avuto l'aspetto di uno che andava a comprarsi del pane.

Un silenzio mortale seguì, e mise sull'attenti anche la donna sotto la loro protezione. I muri incredibilmente alti parevano chiudersi su di loro quanto più Sakura li guardava, perciò la ragazza tenne gli occhi fissi sul sentiero davanti a sé. Cercò di concentrarsi sulla sabbia e al tempo stesso di tenere all'erta i sensi, costringendosi a calmarsi.

La sabbia scricchiolò sotto i suoi piedi. Un pollice calloso le tracciava il dorso della mano. Gli occhi di Kakashi guizzarono verso l'alto per il più breve dei momenti. La sabbia scricchiolò sotto i suoi piedi. Un pollice calloso le tracciava il dorso della mano. La mano di un pittore s'infilò nella sacca dei kunai. La sabbia scricchiolò sotto i suoi piedi. Un pollice calloso le tracciava il dorso della mano. I muri si stavano richiudendo su di loro.

La sabbia scricchiolò sotto i suoi piedi. Un pollice calloso le tracciava il dorso della mano e la sua respirazione accelerò finché non potè sentire ogni respiro affannoso nelle proprie orecchie, finché non cominciò a vedere puntini bianchi di fronte a sé, finché il cuore non le batté come un gong nelle orecchie, finché, finché, finché-

Dei kunai si schiantarono a terra e delle rocce cominciarono a tombare dalle cime dei muri come grandine sopra le loro teste. Nel giro di tre secondi, una cupola-scudo di brillante chakra verde si formò sopra di loro dalle dita di Sakura. Le pietre ci battevano contro inutilmente, punteggiando la sabbia morbida come spazzatura, e poi lo scudo sparì con la fine delle cadute.

Sai aveva già finito di dipingere; sopra di loro si librò un enorme drago, che si agitava selvaggiamente con zanne affilate come rasoi distese. Dovevano esserci almeno venti ninja e con il loro livello di stanchezza il Team Kakashi sarebbe stato messo a dura prova per vincere quella battaglia. I loro nemici saltarono già dai muri e atterrarono sulla sabbia in un circolo vago che obbligò i ninja di Konoha in una stretta formazione difensiva.

Il drago di Sai ruggì selvatico sgranocchiando il torso di un uomo; Naruto trasalì sentendo ogni singolo osso che si spezzava dolorosamente. Il drago lanciò il ninja ormai paralizzato contro il muro come se stesse calciando via le scarpe dopo una lunga giornata di lavoro; quello cadde a terra e non si rialzò più. Le dita di Kakashi cominciarono a formare sigilli ad una velocità che avrebbe reso invidioso Uchiha Itachi e la sabbia sotto di loro prese a incresparsi come acqua. Tutto d'un tratto, la sabbia si alzò in forma di dita giganti e trascinò sotto terra tre uomini, che non ricomparvero.

Quando un ninja si avvicinò troppo a Naruto e alla loro protetta, il biondo tirò fuori un kunai e gli squarciò la gola. Senza neanche guardare, Naruto lanciò il kunai alla propria sinistra nella pancia di un altro ninja, che cadde a terra come un sasso. Sakura era in ginocchio, insinuando il chakra nella sabbia per manipolarla. Quando quattro ninja si lanciarono contro di lei, essa si alzò in un gigantesco e granuloso muro contro cui andarono a sbattere prima di potersi fermare. S'indurì, rinforzata dal chakra, e le figure che si dibattevano all'interno del muro si bloccarono poco dopo.

Sai e Sakura si scambiarono un'occhiata complice e il pittore cominciò a formare sigilli con le mani in una lunga e complessa serie. Dalle dita Sakura produsse un altro scudo di chakra abbastanza grande da proteggere loro cinque e il cavallo. Il drago cambò forma e si divise in tante sezioni diverse, una per ogni ninja rimasto. I resti del drago parevano ormai fili di fumo nero che si lanciavano contro i rispettivi obbiettivi. Sakura strinse gli occhi quando il rumore di grida e rapide esplosioni cominciò ad assordarla.

Cadde un silenzio mortale, mentre lo scudo di chakra scompariva con un suono leggero e il fumo denso si diradava. Enormi segni di bruciature coprivano le pareti scoscese del passo e qualcosa di nero e tremante catturò la sua attenzione. Erano due delle immagini esplosive di Sai, ma come poteva essere possibile, quando ognuna di esse aveva raggiunto il proprio obbiettivo...?

Poi comprese che due ninja erano ancora vivi. Il terreno sotto i piedi di Naruto aveva preso a tremare, ma lui non lo aveva ancora notato. Una mano armata di kunai sbucò dal terreno e improvvisamente la mente le si svuotò completamente.

Tutto quello che riusciva a sentire era Naruto e un'indicibile paura di perderlo. Non poteva perderlo, era suo ed era sempre stato con lei, era invincibile ed era Naruto. Il tempo parve rallentare mentre il ninja emergeva dalla sabbia e d'un tratto Sakura si stava muovendo, muovendo impossibilmente veloce perché lui era in pericolo, perché avrebbe potuto morire-

Thud thud. Thud thud.

Il sangue le pulsava nelle orecchie. Era tra le braccia di qualcuno e stava cercando di riprendere il fiato. Il chidori di Kakashi squarciò il petto dell'uomo che aveva tentato di uccidere Naruto. Si guardò il petto e ad un tratto fu troppo stanca per sorprendersi dell'acciaio nero che ne sporgeva. Vide due braccia abbronzate stringersi attorno alla propria vita; venne alzata a incontrare un paio di occhi azzurri. Non era mai stata più felice di vedere quel colore.

Thud thud. Thud.

Era vivo? Meno Male. Quasi si mise a ridere. Il sollievo si stava diffondendo in lei come un antidolorifico che la liberava dal dolore. Lo aveva raggiunto in tempo! Gli rivolse un sorriso annebbiato; all'improvviso lui si arrabbiò, gridando parole che non riusciva più a sentire perché il sangue le batteva nelle orecchie ed era così rumoroso. Il movimento delle sue labbra le attirarono gli occhi e le guardò aprirsi e chiudersi, ammirata da un tale piccolo fenomeno.

Thud. Thud.

Il sangue le pulsava nelle orecchie, sempre più forte, finché non penso che l'avrebbe assordata; ma combattè per tenere aperti gli occhi. La sua mano non avrebbe dovuto richiedere un tale sforzo per alzarsi e toccare i graffi sulle sue guance distrattamente. La guardò, affascinata, mentre le ricadeva mollemente al fianco; era così stanca... così...

Thud.

Mentre la vista le si oscurava, la pelle di Naruto bruciò come il fuoco contro la sua e un chakra diabolico riempì l'aria. Cercò di tenere gli occhi aperti, di vedere cosa stava succedendo, ma il sangue le batteva nelle orecchie ed era così stanca, così esausta-





Prossimo capitolo: Leaf Green

E poi di colpo, non aveva più chakra.

Erano i momenti più terrificanti della sua vita. Qualcosa di infausto, qualcosa di oscuro gli ghiacciava il sangue e i capelli sottili sulla nuca si sollevarono. Il respiro gli si bloccò in gola e improvvisamente il battito del suo cuore era troppo rumoroso, batteva, batteva, batteva...

Avvertiva ancora il chakra del Kyuub nei recessi del sigillo, ma era come se non riuscisse più a raggiungerlo, come se... come se fosse stato tagliato fuori-

Il grido di Minato gli riempì la mente, “NO!








  
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