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Autore: Kate_88    02/05/2011    25 recensioni
Il grande errore di Mamoru era stato quello di sottovalutare Usagi, ritrovandosi a pagare le conseguenze di tutti i suoi sbagli.
Poggiato alla ringhiera, da lontano osservava la sua ragazza parlare con un altro ma nei suoi pensieri c'era qualcosa, come un campanello che lo avvertiva che Usagi non era più la sua ragazza.
Aveva fatto uno sbaglio o forse uno più grande di tutti gli altri.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Makoto/Morea, Mamoru/Marzio, Nuovo personaggio, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Capitolo 8 – Il profumo del presente.

 

 

 

Il suo primo giorno di scuola.

 

 

Usagi aveva finito di sistemare il fiocco della divisa, concedendosi una giravolta davanti allo specchio, sorridendo con quei codini che si muovevano sinuosi disegnando morbide onde che donavano alla ragazza un'immagine regale.

Aveva sistemato i calzettoni e correndo per casa afferrò la cartella ed infilò le scarpe sul tappeto davanti alla porta, proprio quando il citofono suonò.

« Mamma io vado! »

« Aspetta Usa chan! Fai entrare Mamoru! »

« Mamma ma è tardi... »

« Non farti pregare! »

La ragazza sbuffò ed aprì la porta per fare entrare Mamoru con la divisa del liceo mentre Ikuko arrivava con una macchinetta fotografica.

« Avanti, mettetevi vicini e fatemi un bel sorriso. »

« Ma mamma... »

« Usa non lamentarti e sorridi! È il tuo primo giorno alle medie! »

Ikuko era più entusiasta di Usagi che invece non aveva molta voglia di cominciare quella nuova avventura, aiutata soltanto dalla presenza di Mamoru.

Il flash dello scatto colpì i due ragazzi sorridenti, finalmente liberi dal momento sentimentale della donna.

« Andate adesso, altrimenti farete tardi. »

Mamoru ed Usagi percorrevano la strada verso la scuola media mano nella mano, scambiandosi sguardi di tanto in tanto.

« Mamo chan, alle superiori le cose cambieranno per te? »

« No, perchè dovrebbe? »

« A me un po' fanno paura i ragazzi grandi! »

« Ma io ti proteggerò sempre, quindi che problema c'è? »

Usagi osservò Mamoru e si scambiarono un tenero bacio mattutino, semplici labbra contro labbra, ingenuo e delicato come il loro rapporto.

« Mamo, ti spiace se alle mie nuove compagne non parlo subito di te? Ho paura che poi mi giudichino, credendo che io sia una di quelle che si vantano visto che sei più grande. »

« Mh? Usa per me non c'è problema, so che persona sei, però ti passo a prendere a scuola ogni volta che vorrai e se mi vedrai al cancello, non devi ignorarmi eh...! »

« Scherzi? Se ti vedessi tutti i giorni al cancello potrei solo stringerti forte! Cavoli! Sono proprio cotta. »

« Siamo in due. »

Risero insieme, spensierati e felici in quella mattina di primavera mentre l'adolescenza colpiva entrambi in pieno, mascherata e nascosta tra i petali di ciliegio.

 

 

Mamoru aveva appena aperto la porta di casa ed un vago odore non identificabile stuzzicò le sue narici.

Aggrottò la fronte accendendo la luce dell'ingresso, avanzando in modo sospetto verso la cucina, tuttavia prima di giungere in cucina soffermò l'attenzione nel salotto dove una tavola era apparecchiata ed una ragazza dormiva beata sul divano.

A Mamoru mancarono diversi colpi al cuore.

Lei era lì, addormentata come una principessa, vestita con un semplice abito fresco che carezzava quella pelle che ogni notte sognava, intrisa di quell'odore che era rimasto nella sua mente, mandandolo in tilt ogni volta che ci pensava e lo rievocava.

In quel momento pensò che il gioco di Usagi in amore, era davvero scorretto perchè sapeva che lui per primo sarebbe crollato di fronte a quella visione così angelica e pura.

Lei era pura.

Lei da anni era la rappresentazione della purezza per lui, quella donna che un tempo voleva ad ogni costo ed ora voleva sfiorare solamente, in attesa che quel fiore si schiudesse ad una sua carezza segnando l'inizio di una nuova fase per loro.

Adesso Usagi si era addormentata sul suo divano probabilmente stanca dopo aver preparato qualcosa in cucina.

Lasciò per un po' quell'angelo sul divano ed andò in cucina dove vari odori, positivi e negativi si mischiavano.

La pasta doveva ancora essere cotta, era poggiata sulla bilancia mentre l'acqua bolliva; i totani erano puliti e pronti per essere passati sulla piastra mentre le patate al forno cominciavano a colorarsi fin troppo di nero, regalando un profumo che stonava con il resto.

Aprì poi il frigorifero e vi notò una torta con la panna un po' pasticciata, stesa non proprio alla perfezione e con dei ghirigori un po' storti, tipici della sua Usagi che in cucina non era mai stata una grande promessa.

 

 

I suoi quattro anni.

 

 

« Mamo chan dai gioca con me »

« Ma Usa tu vuoi farmi mangiare le cose strane ed io non voglio. »

« Mamma mi ha regalato le pentoline, gioca con me alla Famiglia! Io faccio la mamma, tu il papà e la bambola è la figlia. »

« Si ma che devo fare? »

« Assaggia questo! L'ho fatto io. Tu devi dire che è buono. »

« Con cosa l'hai fatto? »

Mamoru dubbioso osservava quel piattino di plastica con una poltiglia marrone e le mani di Usagi sporche di terra.

« Usa chan ci ha messo la terra buona dei fiori di mamma ed acqua. A Mi - chan, la mia bambola, piace tanto. »

 

 

 

Mamoru trattenne a stento una risata e con un indice strisciò la panna per assaggiarla.

« Speriamo non sia terra camuffata » mormorò a bassa voce mentre assaggiava quella panna perfettamente montata e mal stesa.

Tornò nell''ingresso e si tolse il cappotto, notando una busta di carta sul mobiletto, poggiata lì il mattino dopo che il postino l'ebbe consegnata.

Spense la luce e tornò in salone aprendo quella busta che conteneva qualcosa che non si sarebbe mai aspettato.

 

Io, Kento, Kanji ed Ikuko crediamo che tu ed Usagi siate due zucconi ma visto che vi vogliamo bene, vi regaliamo questo grande tesoro. Quando bisticciate, osservatela e ricordatevi sempre chi siete realmente.

 

Erano poche parole, scritte dietro una foto che mai avrebbe creduto potesse essere scattata: loro due che si baciavano su un prato, con un libro a terra, gli occhi chiusi ed il volto disteso e rilassato dall'amore.

Quella foto di certo non mentiva: tra di loro c'era qualcosa che era maturato nel tempo, qualcosa che come un fiore era stato annaffiato e curato con amore e che era sbocciato; un fiore che nessuno avrebbe più potuto calpestare.

Tra le varie cornici che contenevano le foto di loro due insieme, aprendo un cassetto ne trovò una vuota ed infilò il nuovo tesoro per metterlo accanto agli altri, poi si avvicinò ad Usagi, insicuro su cosa fare.

Avrebbe potuto svegliarla e smascherarla anche quando avrebbe negato ogni cosa; avrebbe potuto sfiorarle una guancia e godere di quel contatto; avrebbe potuto farla dormire ancora un po', probabilmente stanca di quella giornata o semplicemente avrebbe potuto osservarla in silenzio, godendo quella figura che amava forse da prima che nascesse.

Si addormentò con il capo poggiato sul divano, le braccia come un cuscino intrecciate sotto la testa, la mente ed il cuore finalmente rilassati.

 

 

I suoi 4 anni – lui

 

 

« Mamma no, dai, ti prego, non ci voglio andare. »

« Mamo perchè fai i capricci? Oggi andiamo a trovare mamma Ikuko, perchè fai così? »

« Perchè Usa chan è strana e mamma Ikuko fa le cose strane. »

« E sarebbero? »

Ikuko osservava perplessa il figlio che non ne voleva sapere di uscire.

« Usa chan dorme sempre. Non posso mai giocare con lei e quando si sveglia mamma Ikuko la spoglia e mi fa vedere come la cambia. E poi tempo fa, ho sbirciato in camera ed Usa chan mangia dalle cosine. »

« Oh mio Dio! Mamo chan ma che combini? Usagi è piccolina, ha solo un anno, è normale che dorme tanto però quando è sveglia è felice se tu giochi un po' con lei e riguardo le cosine, quando sarai grande te lo spiegherò ma sappi che anche tu l'hai fatto. Adesso mettiti il cappotto e andiamo da Usa chan »

« E va bene. »

 

 

 

Mamoru sorrise nel sonno e come se comunicasse telepaticamente con Usagi, si destò dal sonno insieme alla ragazza, ormai a serata inoltrata.

Si guardarono per un attimo ma non goderono di quel risveglio imbarazzante, perchè Usagi scattò a sedere e scomponendo la frangia mormorò: « Oddio sarà tardissimo. Devo avvertire a casa. Posso? » indicò il telefono fisso mentre Mamoru annuiva con un sorriso dolce sul volto che da sempre dava il meglio di se in presenza di quella ragazza.

« Mamma scusa, torno subito a ca... »

Usagi aveva chiamato a casa ma non riuscì a finire la frase che Mamoru in uno scatto improvviso, le afferrò il telefono per poi dire: « Mamma Ikuko sono io. Credo che tarderà. Se si farà troppo tardi la farò dormire qui così non rischierà nulla che ho sentito pessime notizie al tg. »

« Perfetto Mamo chan. Se è con te è al sicuro. Buona fortuna. »

Mamoru attaccò il telefono e guardò Usagi porgendole la mano ed indicandole il divano.

« Tranquilla. Non voglio fare nulla. Voglio solo osservarti ancora un po', poi vorrei che mi parlassi e mi facessi capire perchè dormivi su questo divano, perchè in cucina c'era l'acqua che bolliva, le patate che bruciavano ed una torta perfettamente riuscita. »

« Le patate... mi sono addormentata mentre erano in cottura. Sono un disastro. »

Usagi si sedette sul divano e scompigliò la frangia, abbassando lo sguardo e nascondendo un'espressione vicina alle lacrime.

« Usako non fa nulla se si sono bruciate. Il resto va cotto e ciò che è pronto mi sembra molto buono. »

La ragazza annuì e tirando su con il naso si rese conto che un paio di lacrime le rigavano il volto. Osservò Mamoru dando vita ad un altro ricordo...

 

 

Quel fatidico giorno...

 

 

Usagi, con gli occhi spenti e pieni di lacrime, aveva lasciato l'appartamento di Mamoru, seguita da quest ultimo solo per un breve tratto di strada.

Camminando sotto la pioggia che sembrava voler mascherare le lacrime della ragazza, arrivò all'entrata di un palazzo, citofonando alla padrona.

« Chi è? »

« Mako. Usagi. »

Makoto avvertì subito che qualcosa non andava ed aprì senza esitare.

Usag entrò in quella piccola casetta ed andò a sedere sul letto della ragazza che subito la raggiunse.

« Usa che ti succede? »

« Io e Mamo chan abbiamo rotto. »

« Ma cosa stai dicendo? Siete Mamo ed Usa, siete indivisibili. »

Makoto sedette al fianco della ragazza che guardava in un punto impreciso, fisso nel vuoto.

« Lui ha un'altra. È andato a letto con un'altra perchè io non gli basto più. Non sono grande. Non sono più la sua Usa... »

La voce, che inizialmente s'era mantenuta pacata e spenta, alla fine tremò scuotendo la ragazza che si voltò verso Makoto con gli occhi pieni di lacrime.

« E adesso non so più che fare senza di lui. Mi manca già. Non riesco a smettere di piangere. »

« Intanto tieni, asciugati... »

Makoto porse un telo alla ragazza così da farla asciugare, poi le carezzò il capo: « Sai, sarei un'egoista se ti dicessi di non piangere, quindi per oggi piangi e se ne sentirai il bisogno piangi anche domani, Ogni volta che vorrai piangere io sarò qui a sostenerti, poi arriverà il giorno in cui ogni cosa si sistemerà, forse tornerai con Mamoru o semplicemente incontrerai un altro ragazzo che ti amerà e rappresenterà il tuo futuro. Adesso però piangi e sfogati, ne hai bisogno perchè non ti fa bene tenere ancora tutto dentro. »

Usagi annuì a quelle parole e si gettò tra le braccia di Makoto, riversando contro il golfino della ragazza tutte le lacrime che aveva dentro, addormentandosi esausta da quella giornata.

 

 

« Tutto bene? »

Mamoru osservava Usagi in uno stato di trance e questa si riprese solo dopo pochi attimi annuendo.

« Io devo dirti una cosa... »

Usagi era seria eppure le guance arrossate tradivano quell'espressione mentre Mamoru la guardava con un debole sorriso sul volto, consapevole che le prossime parole sarebbero state decisive.

« Io non so come dirtelo... Cioè te lo dovrei dire però non so come. »

Usagi aveva gli occhi lucidi ed intrecciava le dita nervosa, scuotendo ogni tanto le spalle e concedendosi profondi respiri.

« Facciamo così, iniziamo per stadi che anche per me è difficile. Parlerò prima io, così forse troverai il coraggio di dirmi tutto, qualunque cosa sia. Credo che questo sia il momento migliore per chiarire ogni cosa perché ne abbiamo bisogno entrambi e lo sai. È forse il momento giusto per maturare un po' e renderci migliori, non credi? »

Usagi si limitò ad annuire, mostrando in seguito un debole sorriso.

« La verità e che neanche io so da dove iniziare perché non esistono parole per descrivere il male che ti ho fatto ed anche se per un anno ti ho osservato in disparte, rodendomi per la gelosia, sono stato grato a tutti i tuoi amici perchè almeno con loro ti vedevo sorridere. » Mamoru scompigliò i capelli scuri, nascondendo per un attimo il volto imbarazzato « Se ti dicessi che mi dispiace, con una parola butterei all'aria il lavoro che hai fatto oggi, sforzandoti di aprire quella porta che un tempo segnava quasi la tua gabbia. Se ti chiedessi di ricominciare, lo farei con il cuore in mano e con la paura di rompere il fragile cristallo che è il tuo corpo. Se ti lasciassi volare libera abbraccerei un'esistenza fatta di paure ed incertezze, privo di amore. Usako che devo fare? Se ti vedo ti voglio per me, se non ti vedo la testa prende fuoco e con essa il cuore, collegato ai miei pensieri. Se ti dicessi che nella sua semplicità, non voglio più farti soffrire e staccare per te il secondo bottone da ogni mia giacca, ci crederesti, oppure mi dirai nuovamente che non ti fidi di me? »

Mamoru tornò a guardare Usagi e fece un profondo respiro, seguito dalla ragazza che iniziò a torturare i codini un po' sfatti.

« Mako chan mi ha detto che sarebbe stato più facile parlare se avessi ascoltato il mio cuore, ma sinceramente credo che su questo abbia sbagliato. Lei mi ha detto tempo fa che avrei dovuto piangere, sfogare tutte le mie lacrime e il tempo avrebbe forse sistemato tutto oppure mi avrebbe dato una nuova opportunità con un altro ragazzo... »

« Un altro? » un briciolo di gelosia iniziava a pervadere il ragazzo.

« Si ma fammi finire di parlare che già è difficile, se inizi anche con le tue inutili scenate di gelosia finiamo domani mattina. »

« Tanto ho il giorno libero. »

« Ma io ho scuola. »

« Ricevuto. »

« Dicevo, mi ha detto quelle cose, tuttavia il tempo non ha sistemato nulla ed ovviamente non ho un nuovo ragazzo perchè osservando nello scatolone dei ricordi, ho capito che è come dicono i miei amici. Usa e Mamo sono fatti per stare insieme e non si tratta di destino, è proprio che io senza di te mi sento a metà. Ricordo ogni attimo passato con te ma dimentico cosa ho mangiato il giorno prima. Insomma è strano, mi ricordo di te anche semplicemente osservando una fetta di torta alla fragola o al limone, però, perchè in tutto questo un però c'è, non voglio soffrire ancora. Sei l'unico che può rendermi felice ma capisco che è una responsa... »

Usagi non finì il suo discorso che Mamoru le afferrò la mano con una dolce forza, mettendo in que gesto calore e protezione.

« Io con te me le prendo tutte le responsabilità. Ho sbagliato ma voglio rimediare ad ogni mio sbaglio e vivere ogni attimo con te, come un tempo. »

« Mamo chan... io non voglio che tu rimedi ai tuoi sbagli, io voglio continuare la nostra storia, pensando che tra di noi semplicemente qualcosa sia andato storto per un periodo di tempo. Lo so, è egoistico questo, però per una volta permettimi di battere i piedi a terra e fare un po' di capricci. »

« Te ne concedo qualcuno in più, principessa. »

« Guarda che adesso, secondo il decalogo del bravo fidanzato, devi abbracciarmi eh. »

« Hai letto il decalogo del bravo fidanzato? »

« È una lettura piacevole e scorrevole » Usagi rispondeva con un pizzico d'ironia, divertita dall'espressione incuriosita di Mamoru.

« Allora tu dovresti darmi un bacio. L'ho letto su internet, sul decalogo online della brava fidanzata. »

« Cerchi queste cose? »

« Bè sono letture piacevoli e scorrevoli. »

Usagi scoppiò a ridere gettandosi tra le braccia calde di quel ragazzo che da troppo tempo non le dedicava quelle particolari attenzioni e come quel giorno sul prato verde, si baciarono, mescolando in quel gesto passione e dolcezza, ragione e sentimento.

Mamoru carezzò il fianco della ragazza che in un attimo si lasciò sfuggire un piccolo gemito, un segno che ogni gesto di quel ragazzo scatenava in lei una reazione, mandando in tilt tutto il sistema nervoso.

A quella reazione inizialmente il ragazzo si fermò, interrompendo con dolcezza ogni gesto, osservando Usagi con quegli occhi pieni di amore per quella ragazza, come se quel sentimento fosse addirittura palpabile.

« Scusa... »

« Shh non scusarti. Adesso voglio averti tutto per me e non voglio attendere ancora. »

Con una dolcezza disarmante, Usagi si gettò nuovamente tra le braccia di Mamoru che non resistette a quell'angelo sceso in terra, a quella ragazza che gli stava affidando tutta sè stessa, un tesoro da maneggiare con cura.

Con delicatezza la prese in braccio e la trasportò nella camera da letto senza mai abbandonare quelle labbra che da tempo non baciava in quel modo, avido di quel contatto che per troppo tempo gli era stato negato.

Sul letto i momenti di dolcezza aumentarono, alternandosi tuttavia a veri e propri attimi di passione, con le mura uniche testimoni di quell'unione perfetta e desiderata.

Le lenzuola si muovevano ad ogni loro movimento, tirate e strapazzate dall'amore di quell'istante e di tutta una vita.

 

Fu una notte lunga e solo la luce del sole di mezzogiorno destò la ragazza dal suo sonno, intorpidita da quella notte che aveva segnato fisicamente la sua crescita.

Confusa da quanto successo ma felice per l'uomo che aveva accanto, infilò la camicia che trovò a terra del ragazzo, coprendo quel corpo ormai adulto.

Andò in cucina in punta dei piedi per non svegliare quel tesoro addormentato ed accese l'acqua per cuocere la pasta del giorno precedente ed iniziò intanto a mettere al forno nuove patate, cercando questa volta di non farle bruciare.

Dopo circa mezz'ora, l'odore delle patate al forno arrivò fino alla camera da letto, destando dal sonno il ragazzo che con la mano cercò la dolce metà in quel letto, non trovando nessuno.

Alzandosi infilò un paio di calzoncini per coprirsi ed andò in cucina trovando quella ragazza con indosso solo la sua camicia.

« Ehi principessa, non sai che è rischioso girare per casa in quelle condizioni? »

« Mh? Dai Mamo chan, non sono neanche andata a scuola e pensavo ti facesse piacere che cucinassi. Cos'ho che non va? »

Usagi fece un paio di giravolte con quella camicia chiara che s'adagiava sulle morbide forme e le carezzava le gambe.

Sfilò al fianco di Mamoru con la grazia di una principessa ed entrò in salone, sotto lo sguardo incredulo di quel ragazzo che dentro di se ringraziava ogni Dio esistente.

Usagi nel salone aprì un cassetto, sventolando un foglietto davanti a Mamoru.

« Sai, tempo fa ho dimenticato di chiedertelo, cos'è questa lista? »

 

La lista dei desideri.

 

 

Mamoru era in camera sua e seduto alla sua scrivania, davanti ad un foglio bianco, iniziò a scrivere qualcosa, con la calligrafia e gli errori tipici di un ragazzino delle elementari.

« Mh... allora, i miei desideri... » e scritti uno in fila all'altro una serie di frasi:

 

  • Sposare Usagi

  • Far crescere le cosine ad Usagi come quelle della mamma.

  • Diventare dottore se Usagi s'ammala sennò voglio fare il pilota della Formula 1 oppure giocare a calcio.

  • Comprare tutti i giocattoli che voglio che mamma me ne compra sempre uno di tutti quelli che chiedo.

  • Voglio anche tutte le costruzioni per costruire il castello di Robin Hood.

  • Dire a quel bambino a scuola, Seiya, che Usagi è solo mia e deve smetterla di offrirle le caramelle.

  • Dire ad Usagi che alle pentoline non voglio giocarci più e che la terra non mi piace

  • Mangiare gelati per un intero giorno.

  • Imparare a nuotare.

  • Diventare astronauta.

  • Andare sulla Luna

 

« Finito! Poi ne aggiungo altri! Ah no, ne aggiungo un altro che non si sa mai... »

 

  • non farmi più rubare l'ultima fetta di torta da Usagi.

 

 

 

« L'hai letta? »

« Ogni rigo... » annuì la ragazza decisamente divertita « Cos'è questa storia delle “cosine di Usagi”? »

« Era la preoccupazione di un bambino innamorato » si giustificò Mamoru con palese faccia tosta.

« Sai Mamo chan, uno di questi non si avvererà mai »

« Intendi quello sulla Luna? »

« Oh no no, intendo l'ultimo... si sa che l'ultimo pezzo di torta spetta sempre a me. »

« Io dico che so come corromperti... »

Mamoru si avvicinò alla ragazza ed in breve la caricò in braccio mentre la ragazza lanciò un piccolo urletto divertito.

« Che combini? »

« Ah non lo sapevi? Visto che stamane sei addirittura più bella di ieri, è ancora più rischioso girare per casa in questo stato e visto che sono un Lupo cattivo, adesso mi prendo la mia cappuccetto rosso. »

« Ma non ero una principessa? »

« Una principessa con un cappuccio rosso. »

Mamoru trasportò di nuovo Usagi in camera mentre l'odore di patate si faceva nuovamente acre, simbolo che anche questa volta s'erano bruciate.

Probabilmente non avrebbero mangiato le patate neanche quel giorno e l'armonia ritrovata li avrebbe fatti vivere su una nuvola ancora per un bel po'.

Qualche volta avrebbero litigato, altre si sarebbero amati con forza e passione, altre con gioia e dolcezza.

Avrebbero passeggiato insieme per tanto tempo, ammirato i petali di ciliegio, i frutti, le foglie ingiallite e l'albero soglio.

Avrebbero mangiato una torta e litigato per l'ultima fetta davanti ai genitori felici.

Avrebbero sorriso con gli amici, giocato a rincorrersi per casa, osservato le stelle seduti sul tetto.

Nel futuro avrebbero fatto tante cose, dovevano solo camminare insieme giorno dopo giorno ed il presente sarebbe mutato in futuro, regalando loro le gioie dello stare insieme.


 

 

 

 



Tra presente e passato eccoci all'ultimo capitolo.
Prima di tutto spero che vi sia piaciuto e voglio ringraziare tutti coloro che hanno seguito questa storia perchè siete stati in tanti e mi avete aiutato con il vostro supporto.
Spero vi sia piaciuta la conclusione che gli ho voluto dare, senza troppi giri di parole perchè forse tra di loro non c'era bisogno di parlare ma di aprire il cuore ed amarsi anche solo con un sguardo, fidandosi l'uno dell'altro ancora una volta.
Detto ciò, come promesso, vi avevo annunciato che avrei parlato un pò della nuova Fan Fic che scriverò e che al momento è in fase Alfa XD

Il titolo sarà: Oltre la nebbia

La storia verrà probabilmente suddivisa in due parti e viaggerà tra passato e presente, mostrandoci la vita di alcune adolescenti che noi "conosciamo" bene con dei problemi questa volta un pò più gravi.
Ognuno avrà il suo fardello, ognuno la sua storia e troveremo una Usagi una pò cieca, abbagliata dalle emozioni della gioventù.
Ci sarà un piccolo mistero e non vi dico altro...

Pubblicherò anche un disegno nella storia che spero vi faccia incuriosire ancora di più.
Detto ciò, spero che questa storia vi entusiasmi e che la seguirete così come avete seguito L'amore è un gioco.

Posso dire di essermi affezionata a tutti voi recensori e che siete un valido aiuto per me!

Vi ringrazio e ringrazio anche coloro che hanno letto questa storia!

A presto


un bacione

La vostra Kate

   
 
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