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Autore: Nyappy    17/05/2011    1 recensioni
[Storia temporaneamente sospesa]
Il mondo è precipitato nel caos. Dopo la sua quasi distruzione avvenuta anni fa, quasi tutti gli scienziati si sono rinchiusi nelle loro roccaforti tecnologiche, vivendo in gran segreto.
Sulla terraferma si è regrediti, e la gente è tornata ad abitare in villaggi, sfuggendo le grandi città inquinate e oppresse da una cappa di nubi scure.
Il mare è terra di nessuno: puntellato da isolotti formati da spazzatura e solcato da loro, le cavie fuggite.
Merisol è la piratessa a capo della Daffodil: scostumata e maleducata, odia i vecchi, è una feticista degli ombelichi ed ha gli occhi selvaggi della Belle Dame.
E quando incontra Kim... beh, sono scintille, anche se lei ancora non lo sa.
Perchè Merisol e la sua ciurma non si oppongono al mondo, devono semplicemente sopravvivere.
[Tentativo di new weird / linguaggio volgare / tentacoli ed altre amenità / cowboy pacchiani]
Genere: Avventura, Fantasy, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 "Piccolo Satellitare 3772 Piaf"
Compagni della Resistenza, abitanti del mare,
circolano da un po' voci indiscrete riguardo alla Daffodil, la nave guidata dalla figlia del leggendario Coal O'Lynn
La missione: sconfiggere i tiranni di Sehnsucht.
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*
-Cazzo!-
Ci era mancato poco, davvero poco.
Merisol si era abbassata appena in tempo, chinandosi sul collo di super-Cumb per schivare una delle bruttissime lame di quei gemellini meccanici.
E ovviamente la pelle nuda della pancia si era scontrata con le protuberanze coriacee -ahia.
-Cherube dice, sei stata fortunata.-, commentò pacato uno dei tiranni.
Continuavano a caricarsi a vicenda, ruotando quelle enormi manovelle sulla schiena, e solo le numerose armi che spuntavano loro dalle braccia mulinavano per la stanza, costringendoli a saltare da una parte all'altra.
Piccoli carillon schifosi!
-Cumb, quando te lo dico mollami giù.-, Merisol era vagamente preoccupata.
Non poteva chiedere a Cumb di attaccare, stava stretto ed aveva già diverse ferite, d'altro canto lei non poteva gettarsi in prima linea: morire affettata non rientrava tra le sue priorità.
La pistola giaceva abbandonata sul pavimento: l'aveva fatta cadere a terra per aggrapparsi a Cumb ed evitare che una lama rotante facesse conoscenza con la sua gamba destra.
Ne aveva un'altra più piccola nella fondina dietro alla schiena e l'estrasse velocemente, mentre i tiranni non attaccavano e sembravano valutare la situazione.
-Cherube dice, arrenditi e non soffrirai.-, sentenziò un piccoletto, e l'altro gli diede man forte, scuotendo la chioma scura, -Seraphe dice, non è male morire, provaci.-
-Neanche per sogno!-, ribatté Merisol con foga.
Poteva provare ad impegnarli parlando... o aspettare semplicemente il momento giusto.
*
-Martin?-, Kim aveva già visto l'uomo seduto sui gradini dell'abitazione di Vermillion -era finalmente riuscito a scoprir il suo nome.
Quei ricci neri e le occhiaie... sì, era il tecnico della Pangloss.
-Marty.-, precisò questo con un mezzo sorriso.
-Oh, vedo che ti hanno aggiustato.-, aggiunse ammiccando e Kim scrollò le spalle.
-Tu che ci fai qui?-, gli chiese appoggiandosi allo stipite della porta, decorato a fiori come la stretta anticamera dell'enorme abitazione.
-Beh, il capitano è andato a dare una mano alla tua Merisol, e io devo restare qui.-
Giusto, lui faceva parte ancora della vecchia ciurma del padre di Merisol e si era salvato. Faceva un po' strano immaginarselo in azione, aveva tanto l'aria di un incapace con le armi da fuoco, la stessa impressione che gli aveva dato Sode.
-Finalmente!-, esclamò Marty dopo un po' senza apparente ragione e tirò fuori una stramba macchina a forma di scatola rimasta nascosta tra le sue gambe.
-Cos'è?-, chiese Kim osservando i cavi attorcigliati all'unica antenna ed il grande schermo azzurro.
-Un telecomunicatore, l'unico tipo di computer che riesce a funzionare ovunque senza la mia Edison10-8. Vediamo...-
Kim non aveva afferrato cosa fosse l'edisoncoso, ma immaginò fosse la prassi nel parlare con gente come Marty, che nel frattempo si era messo a toccare lo schermo in più punti.
-Eccolo!-, delle scritte rosse iniziarono a lampeggiare sullo sfondo, e Marty lo lesse ad alta voce, -Siamo entrati, nessuno in giro.-
-Jacques e Pitch sono a Sehnsucht.-, spiegò poi digitando una risposta sulla piccola tastiera accanto allo schermo.
E Kim sentì appena una brutta sensazione addosso prima di far cadere gli occhi sull'isola tinta di rosso, i riflessi del mare che contrastavano con il cielo violaceo.
*
Aveva le braccia ricoperta di sangue verdastro, il sangue di Cumb.
-Resisti.-, continuava a ripetergli come un mantra, e resisti! gli aveva urlato mentre si lanciava a terra afferrando la pistola con la destra, l'altra già salda nell'altra mano.
Si rialzò con un movimento fluido, alzando le braccia davanti a sé e puntando alla cieca i due tiranni, sparò.
Il volto di Seraphe, la copertura di porcellana si stava frantumando, e gli ingranaggi dorati che lo componevano si mostravano nel loro ruotare continuo, dei cavi avviluppati attorno a quello che sembrava l'occhio di una telecamera.
Perfetto!
Mirò con la destra e sparò di nuovo, il vetro dell'obiettivo meno di un secondo dopo bianco per le crepe.
Ruotò su fianco giusto per schivare il braccio del fratello mentre Cumb mulinava la coda, dolorante e nervoso per gli spari. Se solo non fossero stati in quello stupido stanzone!
-Cherube dice, cosa vuoi fare?-, per la prima volta i due gemellini si separarono, mentre le manovelle iniziavano a girare da sole. Oh, perfetto -assolutamente no!
Prese la mira sul viso meccanico di Seraphe, ma sollevò appena l'arma prima di premere il grilletto: aveva avuto un'idea geniale -ed un po' disperata.
Non riuscì a vedere il risultato: si tuffò dietro al letto a baldacchino per non farsi macellare, anche se... qualcosa era cambiato.
Sollevò il capo solo per ghignare: Seraphe si era bloccato ed ondeggiava, percorso da spasmi.
Il proiettile aveva centrato con precisione il buco dell'ingranaggio più grosso, incastrandosi dentro i meccanismi e facendolo andare in tilt.
Il braccio crollò a terra per il peso e Merisol non perse tempo, la mira già su Cherube, pronta a distruggergli la faccia.
Piccoli carillon perdenti.

Cumb era tornato normale ed era uscito dalla stanza, aiutato da Pepper.
Era solo un po' indebolito e non esibiva un graffio, ma Merisol era comunque certa che non avrebbe dovuto chiedergli altri favori del genere per un bel po' -insomma, aveva un cuore.
Scostò i capelli blu dalla fronte e proseguì con la sua opera di smantellamento.
Era piuttosto irritante che fosse il capitano -e non Sode, l'esperto- a dover eliminare possibili congegni-sorpresine, ma non aveva tanta scelta.
E poi erano pur sempre calorie smaltite.
Si era appena occupata di Seraphe -ridotto ad un vestitino lilla pieno di ruote dentate, cavi e porcellana- e stava per fare lo stesso con Cherube quando sentì qualcosa di viscido toccarle la gamba nuda.
Scattò all'indietro, portando una mano dietro alla schiena per impugnare una pistola. Insomma, le avevano dato pure i proiettili contati quei vecchiacci, non poteva continuare a sprecarli!
Era... liquido? Una sostanza scura e melmosa che le fece arricciare il naso. Cos'era, olio per motori? Come era finito lì?
-Bleah...-, Merisol cercò di pulirsi con la mano, tenendo d'occhio la pozza che si stava rapidamente formando ai suoi piedi, defluendo dai resti dei due gemelli. Non bastava il sangue di Cumb...
-Sode.-, chiamò il tecnico sistemandosi l'auricolare che le era di nuovo scivolato, -Potrei avere un problema.-
Non per essere pessimista ma... come si combatte contro della fanghiglia? Non era detto poi dovesse combattere per forza...
-Vedo.-, fece lui con tono indecifrabile.
IL liquido sembrò sollevarsi. No, si stava sollevando davvero! Una massa informe e colante aveva iniziato ad ergersi tra le bolle, mentre lei aumentava la distanza. Cos'era?
-Sode, cos'è quello che vedi?-, chiese sarcastica. Era lui il super-esperto, no?
-Quando mi porterai delle cellule le analizzerò e ti saprò dire.-, -era umorismo?
-Comunque, sta arrivando Jacques.-
Un attimo di pausa.
-E me lo dici così?!-, odiava farsi vedere così. Aveva un qualcosa di non identificato da tenere a bada, i capelli scomposti, sangue, sudore e roba nera. Perché, perché quei due non potevano farla finita così, perdendo semplicemente?
Non era decisamente giusto. Sentì la porta aprirsi e si voltò per vedere Jacques entrare, un sorriso preoccupato in volto, che si trasformò in un'espressione sbigottita.
Merisol tornò alla pozza sul marmo. Beh, ora non era più una pozza -un essere fatto e finito, le fattezze umane incerte tra il liquido ancora gocciolante.
-Che... ah! Strano...-
Nel sentire quelle parole Merisol sbarrò gli occhi: conosceva quella lingua, le ricordava le lezioni con sua madre ed il salotto della Daffodil.
Era la lingua delle Grandi Menti.

E con questo si conclude -più o meno- la parte sui tiranni. Ho cercato di rendere l'idea dell'urgenza -basta che Merisol faccia una mossa sbagliata e ne esce mutilata. Nel pieno del'azione abbandona un po' il suo solito modo di fare.
Mmm, direi :) l'essere-liquido è direttamente collegato con i tiranni ovviamente. Edison una citazione un po' così, per dare un nome alle amate antenne satellitari di Marty e Sode sulle navi. Spero di aver descritto bene la scena.
Soprattutto, le limitazioni di una stanza per un lucertolone gigante ed una abituata a spazi aperti ed aiuti più o meno diretti :)
Ringrazio Kuri ed aki_penn, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! :D e anche tu, lettore oscuro, fatti sentire!
Nyappy
   
 
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