Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Leslie and Lalla    21/05/2011    2 recensioni
[Seguito di Drawing a SongAttenzione: può essere letta senza alcun problema anche da chi non ha letto il primo]
Sono passati sedici anni dall'incontro di Lori e Cleo, e ora tocca alle loro figlie fare i conti con il primo amore e le complicazioni che ne derivano.
Madelyn e Michelle sono due cugine adolescenti inseparabili eppure, alle volte, diverse: la prima è la fotocopia del padre, capelli castani, occhi verdi, terribilmente protettiva nei confronti della sorella più piccola e senza i libri, i quali le permettono di viaggiare di fantasia e quindi staccarsi per un po' da un mondo che sembra avercela con lei, non vivrebbe; la seconda il padre lo ha a malapena conosciuto, ha viaggiato in giro per il mondo armata di macchina fotografica e ora si sente un po' stretta nella piccola città di montagna dove l'hanno relegata.
A confronto di Michelle, Mad reputa indispensabili i ragazzi: le volte in cui ha preso una cotta per uno stronzo che aveva fretta di buttarla via senza curarsi dei suoi sentimenti sono incontabili, tanto che ora ha perso ogni speranza di trovare uno con la testa a posto ed è convinta che siano tutti come i suoi ex, cioè dei luridi vermi senza uno straccio di cuore. La cugina, invece, non ha mai pensato ai ragazzi come più che amici, non si è mai innamorata e dopo aver sentito le storie di sua madre, sua cugina e della sua migliore amica, ha paura che accada anche a lei.
Tuttavia le due ragazze, nonostante tutto, nel loro più profondo continuano a sognare la propria anima gemella, che sembra non essere poi così irraggiungibile...
[Scritta a quattro mani, con due punti di vista diversi: quello di Madelyn e quello di Michelle]
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'All of Drawing a Song and Sequels'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A









24. Epilogue – Second part




Venerdì 16 giugno

Michelle's POV

Apro la lattina di aranciata mentre guardo l'orologio per l'ennesima volta. Dovrebbero essere qui, ormai... perché non arrivano? Quest'attesa è esasperante, come se non avessi già aspettato abbastanza per rivederlo. Bevo un sorso della bibita ghiacciata e la sento pizzicarmi la lingua e la gola facendo una smorfia. Non ho mai amato particolarmente le bevande gassate, ma ho bisogno di qualcosa da fare, in più spero che qualsiasi sostanza chimica ci sia qui dentro riesca a darmi un po' di coraggio. Sono giorni che sono nervosa, che passo più tempo del dovuto davanti allo specchio per assicurarmi di essere quella di sempre. Ho tagliato i capelli, gli piaceranno? E cosa penserà del vestito che indosso sopra il costume, che ormai è diventato un accessorio fisso? Si accorgerà che mi sono abbronzata, nonostante sia qui solo da tre giorni? Dio, esploderò, me lo sento, e lo scoprire che Mad è rimasta incinta non mi aiuta per niente, per non parlare del fatto che mia madre è entrata in sala operatoria qualcosa come due ore fa e nessuno mi ha ancora dato notizie. Ho preso l'abitudine di portarmi il cellulare ovunque vada, persino in bagno. Per non parlare del numero di volte al giorno in cui controllo la mia email. È decisamente troppo stress per una povera diciassettenne, è quello che mi dice sempre Alice. Oh, giusto, poi c'è anche Alice, non mi ha ancora mandato il messaggio con le indicazioni per arrivare alla piscina dove sarà la sua gara.
Stanca di fare avanti e indietro per la minuscola stanza esco e mi siedo sulla sedia a sdraio appena fuori dalla porta, che lascio aperta. La temperatura è decisamente più gradevole e tiro un sospiro di sollievo, per poi infilarmi gli occhiali da sole e cercare di darmi un'aria rilassata. Non ho idea se ci sia riuscita o no. Ma quando cavolo arrivano? Forse dovrei mandargli un messaggio, giusto per assicurarmi che sia tutto a posto. Sì, però lui me ne ha già mandato uno un'ora e quaranta minuti fa, scrivendomi che era atterrato e che aveva trovato Nicola. Tutto regolare, stavano per partire. Io ho risposto “okay, ci vediamo tra poco. Non vedo l'ora” con una faccina che sorride... se adesso gli riscrivo sembrerò impaziente? È sbagliato sembrare impaziente? Su tutte le riviste è scritto che con i ragazzi bisogna farsi desiderare, assillarlo con messaggi per sapere quando arriva non mi sembra farsi desiderare... che cretinata, comunque, perché devo dare ascolto alle riviste? Okay, adesso gli scrivo. Devo cercare di suonare il più casuale possibile, della serie, oh, ma sono già le sei e venti? Vediamo dove sono quei due... sì, insomma, niente che gli faccia capire che sono quarantasei minuti che controllo l'orologio. Quarantasette.
Alzo lo sguardo, in cerca di parole, e... oddio, quella è una macchina! Sì, è la macchina che Nicola ha preso a noleggio per queste due settimane. Sono loro! Oh Dio... Calma, respira, è solo il momento che stai aspettando da qualcosa come due mesi. Controllo il mio riflesso sul vetro della finestra e mi sistemo appena la frangia, per poi posare il cellulare sul davanzale. È la prima volta che lo lascio in quattro ore. Ecco, stanno parcheggiando, riesco a vederlo attraverso il finestrino. Cosa gli dirò? Oh cazzo, come ho fatto a non pensarci prima? Perché diavolo non mi sono preparata niente? Merda. Adesso lui arriverà e si aspetterà una qualche stupenda frase romantica e io starò lì a guardarlo come un'imbecille.
Chiudo gli occhi un momento, cercando di calmarmi e riordinare i pensieri, e quando li riapro lui è sceso dalla macchina. Mi prendo un attimo per memorizzare ogni più piccolo dettaglio, il rosso acceso della sua t-shirt, i bermuda bianchi, le scarpe da ginnastica consumati, la sua espressione mentre ride ad una battuta di Nicola... il suo sorriso quando il suo sguardo si sposta lentamente su di me e il modo in cui mi osserva nello stesso identico modo in cui io sto osservando lui. Mi viene quasi da piangere, mentre dimentico tutto il resto. Mia madre, Mad, Alice, perfino il posto in cui mi ritrovo, perdono tutti significato, tanto forte è l'emozione che provo. Lui è qui di nuovo, a cinque metri da me, posso toccarlo, sentire il suo profumo, il calore della sua pelle...
«Dan» sussurro, portandomi una mano alla bocca a coprire metà del mio sorriso.
Ci avviciniamo camminando veloce, e prima ancora che possa rendermene conto sono tra le sue braccia, di nuovo, dopo fin troppo tempo. Premo la guancia contro il suo petto mentre sento le sue mani sulla mia schiena, il suo respiro sui capelli. Inspiro e chiudo gli occhi, stringendolo di più.
«Ciao» mormoro, dopo quella che mi sembra un'infinità di tempo.
«Ciao» risponde lui, e sentire la sua voce calda dal vivo mi dà i brividi.
Non è mai così vivida nei miei sogni, perciò ora ne sono sicura, è tutto vero.


Mi mordo il labbro mentre rileggo per l'ennesima volta l'ultima parte del messaggio che ho appena ricevuto da Alice.

Ps, non mi uccidere... ci sarà anche Fabio.

Non credo di aver ancora elaborato la notizia completamente, so solo che mi sembra in ogni modo ironico. Non parlo con Fabio dal famoso pomeriggio in cui gli ho detto di Daniel, e non perché non volessi farlo, ma perché – davvero – non ho avuto la benché minima occasione. La settimana dopo lui è partito per fare sei settimane in Inghilterra e completare lì il semestre, come aveva in programma già dall'inizio di quest'anno e una volta tornato è subito partito in vacanza con i suoi. La verità è che avrei dovuto provare a parlargli già il lunedì dopo, a scuola, ma ho avuto paura, e così il giorno dopo e quello dopo ancora. È salito su quell'aereo senza che nemmeno me ne rendessi conto e dopo averlo realizzato sono scoppiata a piangere. Mi manca terribilmente, ho bisogno di lui come amico. È sempre stato quello che mi capisce meglio, ho sempre potuto contare su di lui per ogni cosa. Sono stupida, perché so che è stata tutta colpa mia, ma non riesco a farne a meno. E ora, dopo quasi due mesi avrò l'occasione di rivederlo, lo stesso giorno in cui io e Dan ci siamo ritrovati. Ironico, davvero, non so cos'altro pensare.
Mi siedo sul mio letto con un sospiro, rigirandomi il telefono tra le mani, poi finalmente mi decido a rispondere al messaggio, giusto per farle sapere che l'ho ricevuto. Digito un “okay” sbrigativo e guardo assorta lo schermo del cellulare, finché quello non si mette a squillare facendomi prendere un colpo. Rispondo senza guardare nemmeno sul display chi mi stia chiamando, probabilmente è Alice che mi chiama per dirmi che se quell'okay era davvero inteso freddo come sembrava sono una scema e non capisco che lei in realtà mi vuole bene. Qualcosa del genere, insomma.
«Pronto?»
«Michelle, sono papà.»
Per un momento vado in tilt. Letteralmente, è come se qualcuno avesse messo in pausa il mio cervello e non riuscissi a farlo ripartire. L'ultima volta che gli ho parlato è stato questa mattina gli ho chiesto di richiamarmi non appena avesse saputo qualcosa sulla mamma.
«Com'è andata?» chiedo appena riesco a sbloccarmi.
«L'hanno rimosso tutto, tesoro, e le probabilità che si diffonda ancora sono bassissime!»
Di nuovo, qualcosa blocca i miei pensieri, ma questa volta non c'è niente di opprimente o spaventoso in questa sensazione. Incredulità, sollievo, forse... la sensazione di non aver completamente elaborato quello che mi è appena stato detto.
«S-starà bene?» chiedo, con voce sottile, quasi spaventata che possa dirmi l'esatto contrario di quello che mi aspetto. «Non dirmi tutti i dettagli medici sulle terapie e l'operazione, non capirei comunque... dimmi solo se starà bene» aggiungo subito dopo.
C'è una piccola pausa e qualcosa, non ho idea di cosa e non ho idea del perché, mi dice che mio padre, dall'altro capo, sta sorridendo.
«Starà bene, Michelle.»
Mi porto una mano sulle labbra mentre soffoco un singhiozzo. Starà bene... continuo a ripetermi quelle due parole mentre mi sento ogni secondo più sollevata. So che non è finita, che dovrà comunque fare un secondo ciclo di chemio e che in ogni caso il tumore potrebbe tornare, mi sono fatta spiegare tutto decine di volte durante gli ultimi mesi. Ma dipendeva tutto da quest'operazione, ed è andata bene. Non ci posso nemmeno credere, sebbene ci abbia sperato così tanto, non è assurdo?
Non so come riesco a ringraziare papà di avermi chiamata e a promettergli di farmi risentire entro questa sera, dato che riesco a malapena a parlare. Esco dal bungalow con gambe tremanti e mi appoggio allo stipite della porta, sfregandomi gli occhi nello stupido tentativo di fermare le lacrime.
«Michelle?»
Sento a malapena la voce di Dan, ma lo vedo avvicinarsi e afferrarmi il braccio con aria preoccupata. Scoppio a ridere tra i singhiozzi e lo abbraccio forte.
«Starà bene» ripeto, per la prima volta ad alta voce, e dirlo mi riempie ancor più di gioia e sollievo.
«Starà bene» mormoro ancora, stringendolo appena un po' di più.
Quando mi allontano appena per guardarlo in viso, noto la sua espressione confusa e mi viene di nuovo da ridere. Mi volto verso Mad e Nicola e mi asciugo gli occhi con le mani.
«M-mio padre mi ha appena chiamata» spiego, continuando a sorridere, «l'intervento di mamma è andato bene, c'è la buona probabilità che guarisca completamente entro l'anno prossimo»
«Oddio, Mich, è una notizia splendida!» esclama Mad, «sono così contenta! Te l'avevo detto che si sarebbe risolto tutto per il meglio!» aggiunge, sorridendo eccitata come anche Nicola, che a sua volta mi dice di essere felice per me.
Per un momento mi sento invincibile, sento che niente potrà più incrinare la mia felicità. Per un momento Fabio, il bambino di Mad e la chemioterapia svaniscono dalla mia mente e mi lascio avvolgere dalla gioia. Daniel mi abbraccia da dietro e sento che anche lui è sollevato, che anche lui aveva bisogno di questa notizia quasi quanto me.
«Ora è davvero perfetto» mormora, e io sento che è così.
La perfezione non è la mancanza di difetti nella tua vita, di rischi o cose brutte, di avere il cuore spezzato, la perfezione è sentirsi come mi sento io adesso.


Alzo appena il volume del mio iPod e mi guardo attorno alla ricerca di Daniel: ormai è quasi un quarto d'ora che è andato a prendere da bere, eppure il distributore automatico è nel corridoio subito prima delle scale della tribuna, l'ho visto prima arrivando. Mh, probabilmente c'è tanta gente.
Sospiro e incrocio le braccia mentre torno a guardare verso le tre grandi piscine. Alice ha vinto tre gare sulle quattro alle quali ha partecipato e la premiazione è tra cinque minuti, hanno già finito di montare il podio di plastica. Ci sono state un sacco di categorie, perciò non ho idea di quanto durerà, so solo che l'aria carica di cloro sta cominciando a rimbecillirmi. Non ho mai amato particolarmente le piscine, specie quelle al coperto, non mi fanno respirare. Come diavolo faccia Alice a passare tre quarti del suo tempo in posti del genere, non lo capirò mai. Okay, lei sta in acqua tutto il tempo e non sente questo caldo soffocante, ma comunque.
Do un'altra occhiata in giro, vedo i genitori di Alice e la sua moltitudine di fratellini tre file più in alto rispetto a dove sono io, ma li ho già salutati prima, quando sono arrivata, e mi ci sono voluti qualcosa come quindici minuti per per scollarmi i bambini di dosso. Sorrido tra me e guardo di nuovo l'orologio. Quando sento una mano posarsi sulla mia spalla sussulto appena, per poi togliermi gli auricolari dell'iPod dalle orecchie.
«Scusa»
Alzo lo sguardo e sorrido a Daniel, che si sta sedendo con in mano una lattina di coca cola e un succo.
«Non ti preoccupare... comunque non ti sei perso niente» gli assicuro, mentre lui mi porge la mia bibita. «Grazie» aggiungo poi, dandogli un bacio sulla guancia.
«Figurati» sorride lui, scompigliandomi la frangia.
Apro la bottiglietta di plastica e bevo due lunghi sorsi di succo d'arancia.
«Sai, ho conosciuto Fabio»
L'unica cosa di cui mi rendo conto, dopo averglielo sentito dire, è che sto tossendo e sputando succo come una deficiente.
«Stai bene? Guarda in alto» si affretta a consigliarmi Dan, posandomi una mano sulla schiena.
Obbedisco finché non riesco a respirare di nuovo, poi mi passo una mano tra i capelli e chiudo gli occhi.
«Fabio?» chiedo, la voce ancora leggermente roca.
Gli ho detto che ci sarebbe stato, mi è sembrata la cosa più giusta da fare, ma non pensavo che si sarebbero davvero incontrati... onestamente non pensavo nemmeno che io lo avrei incontrato. Ma, aspetta un minuto, quei due non si sono mai visti prima, come cavolo...?
«Alice ci ha presentati, erano insieme alle macchinette» spiega Dan, come leggendomi nel pensiero.
«Alice...» ripeto, a mo' di automa.
Quella piccola brutta... cavolo, e ora? Cosa dovrei dire o fare? Non parlo con Fabio da quasi due mesi, per l'amor del cielo, non ho nemmeno idea di dove sia seduto!
«Sembra simpatico... mi ha chiesto di te»
Mi volto a guardarlo, senza sapere se sentirmi in colpa o no. Non riesco a decifrare il suo sguardo, sembra... assorto? Non lo so. Non so niente in questo momento.
«Gli ho detto che stai bene e che Cleo sta meglio» continua lui, come se niente fosse. Intreccio le dita tra le sue e mi mordo il labbro inferiore.
«Mi ha chiesto di chiederti scusa da parte sua»
Scusa? Cosa diavolo vuol dire scusa? Scusa per averti baciata? Scusa per come mi sono comportato? Scusa, ma non voglio più esserti amico? Scusa se ho avuto una conversazione con il tuo ragazzo a tua insaputa? Scusa se non ti ho salutata prima di andarmene? Cosa cazzo vuol dire solo “scusa”?
In questo momento lo odio, perché non è venuto direttamente da me a scusarsi, se lo riteneva tanto importante? Perché lo ha fatto tramite il mio ragazzo? E perché mi chiede scusa, se sono stata io a rovinare tutto?
«Michelle?» mi chiama Dan, accarezzandomi il dorso della mano con il pollice.
«Cosa c'è?» chiedo io, improvvisamente esausta.
Ora, improvvisamente, lo vedo prendere posto qualche metro più in basso rispetto a noi. È una sensazione stranissima, come se avessi sempre saputo che era lì ma riesca a vederlo solo adesso... è cambiato, da quel giovedì pomeriggio. Ha i capelli più lunghi e schiariti dal sole, la pelle abbronzata, indossa una t-shirt bianca e grigia e al polso ha l'orologio che gli ha regalato sua madre l'anno scorso, quello che non si toglie praticamente mai.
«Il fatto che tu abbia scelto me non vuol dire che tu non possa scegliere anche lui» mormora.
Stringo le labbra, mentre improvvisamente me ne rendo conto. Ho sbagliato tutto, una parte di me continuava a pensare che fosse impossibile averli entrambi, quando la verità è che li ho avuti entrambi per tutta la mia vita e le cose non devono cambiare solo perché certi sentimenti sono cambiati. Sento le lacrime salire agli occhi e annebbiarmi la vista e stringo forte la mano di Daniel. Improvvisamente, nonostante tutto quello che vedo siano macchie colorate e indistinte, so che Fabio si è voltato verso di me e mi sta guardando, e so esattamente cosa vuole dirmi con il suo sguardo. Batto le palpebre liberando la mia visuale dalle lacrime e ricevo la conferma di quello che ho già capito. Per un momento mi perdo nei suoi occhi e mi lascio avvolgere dalla sensazione di quello che sarebbe potuto essere. È una bella sensazione, ma so di non averne bisogno, come non ne ha più bisogno nemmeno lui.
So che non tornerà più come prima, ma ora capisco anche che questo non vuol dire che le cose non possano tornare a posto, magari diventare anche meglio. Ci vorrà del tempo, certo, per superare l'imbarazzo e le ferite causate dai rifiuti, per recuperare la familiarità e l'intimità che avevamo prima, ma non è tutto perduto.
Migliori amici per sempre. Per quanto ingenua e infantile possa sembrare questa frase, è quello che mi comunicano i suoi occhi, e annuisco, ridendo.
Per sempre, e non hai assolutamente nulla di cui scusarti, idiota.











*** Spazio Autrici ***

Ci siamo... ci siamo davvero, è il momento dei saluti. Oh, mi commuoverò, lo sento, sono perennemente commossa in questi giorni.

Come cominciare? Beh, spero che siate rimasti soddisfatti dal finale che ho scelto, io personalmente lo sono, come lo sono di tutta questa storia. E' stato davvero bellissimo scriverla e non avete idea di quanto mi manchi già.. :( E' comunque una bella cosa, averla finalmente finita, più di un anno dopo la pubblicazione... mi sembra sempre passato un secolo da quando ho cominciato a scrivere i primi capitoli... vi confesso che non avevo assolutamente idea di cosa far succedere >.< beh, ammetto di aver improvvisato piuttosto bene, voi che ne pensate?

Vi prego recensite in tantissimi! Fateci sapere quali sono stati i nostri punti di forza e in cosa invece abbiamo bisogno di migliorare! Ne abbiamo bisogno, sapete? Soprattutto considerando che DS3 verrà pubblicata davvero presto - *finge di ascoltare quello che le viene detto in un auricolare* - domani sera, mi dice la regia! Perciò vi aspettiamo lì, DS3, nuovi personaggi, nuova storia... fresche fresche insomma. Speriamo di essere migliorate come siamo migliorate tra DS e DS2 (yn) e che la storia vi piaccia altrettanto :D

Okay, mi sto dilungando... ma è davvero dura per me, sapete? Chiudere questa meravigliosa avventura! (oddio, non dirlo a me! Sto praticamente piangendo come una scema! xP NdLalla)

Hem hem, prima di diventare troppo emotivi, passiamo ai ringraziamenti.

Ora, per prima cosa e più importante, vorrei esprimere la mia più immensa gratitudine nei confronti della mia socia, della mia Lalla. (Lo so, Lalla, lo so, dovevo ringraziare i nostri "seguaci", ma fammi dire 'sta cosa prima) (...ç.ç NdLalla)
E' grazie a lei che abbiamo cominciato questa collaborazione, è lei che ha avuto l'idea di cominciare a scrivere assieme, è lei quella che tiene insieme tutto, che traffica con gli html prima di ogni aggiornamento che sono negata, che continua a ricordarmi di scrivere e scrivere e che mi sostiene quando sono convinta di fare schifo. Senza di lei, ve lo dico, Drawing a Song non esisterebbe, e io sarei ancora la piccola fan di GdR che aggiorna una volta all'anno ed è convinta che non riuscirà mai a terminare una storia. Grazie a lei sono riuscita a sentirmi come una vera scrittrice e le sono immensamente grata per questo. E ecco, sto piangendo... sniff, lo sapevo... ç.ç Grazie socia, grazie davvero per avermi regalato tutto questo... <3 (noooooo! Non me l'aspettavo questa *si soffia il naso tra le lacrime; Dio, non so davvero cosa dire, mi hai fatto rimanere senza parole!! Quanto sei dolce? Mamma se ti voglio beneee <33 Anche io devo ringraziare te, sei tu l'addetta alla grafica qui, sei tu quella che oggi ha lavorato con tanto amore sul logo di Ds3 - che credetemi, è davvero bellissimo - e che modifica le immagini dei personaggi! E anche io ti devo tutto, infinite volte non sarei più andata avanti a scrivere se non ci fossi stata tu, perché io scrivo soprattutto per te, per avere un tuo parere, per ricevere da te preziosi consigli - dato che tu sei brava a scrivere e io devo ancora imparare taaante cose! - per sapere se secondo te ho fatto la scelta giusta o no... insomma, se non avessi accettato la proposta di diventare la mia socia, a questo punto non sarei riuscita a concludere questa bellissima long-fic! Non smetterò mai di ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me e per avermi aiutata a crescere, tesoro mio <3 NdLalla)

Okay, e ora *si asciuga le lacrime* (*si unisce anche lei* NdLalla) passiamo a tutti voi altri che avete reso tutto questo possibile, grazie al vostro supporto, anche se non sempre espresso (ahahah e le sedie del pubblico deserte che mi immagino di cui ti raccontavo oggi? *rotola* NdLalla), e alla vostra pazienza. Alle vostre recensioni, che ci hanno ispirate, e anche semplicemente per aver continuato a leggere la nostra storia, per esservi immedesimati in Michelle e Madelyn, per aver riso e pianto (okay, forse esagero xD) assieme a loro.

Drawing a Song 2 è tra le storie preferite di Ale_Sara_Macho, bettina, Elieth, ile_chan, itpanya, morettinahouse96, nana_85, stellabella, Vale728 e vero15star, tra le storie ricordate di bones_, Rosaly, SparksFly e yury_chan, e tra le storie seguite di albakiaraXD, Ami_chan, and225, bumby, Carocimi, chiara84, ilynap, io_crazy, lady_free, marypao, mery_gio, NorthGirl, paleblueeyes, PinkPrincess, rosyx85, Sweet Stella, Trix Gilmour, vic94, Yoursweetshadow, _Grumpy e _Puffetta

In più ci sono le 22 persone che hanno Drawing a Song tra le fic preferite, le 20 che la ricordano e le 28 che la seguono, per non parlare di tutte quelle meravigliose persone che hanno lasciato le 56 recensioni <3

E grazie anche per le numerose visite di Drawing a Song, che sono esattamente 2837, e delle 1088 visite di Drawing a Song 2!

Grazie, grazie di cuore a tutti voi, spero davvero che resterete con noi per il terzo capitolo di questa saga che, sto cominciando a temere, non finirà mai xD

Un bacio grandissimo e un abbraccio spaccaossa,
Leslie e Lalla

Ps. Drawing a Song 3! Ricordatevi, venite a leggere Drawing a Song 3!!! (ahahah ragazzi, io e la Linduz siamo proprio disperate xP NdLalla)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Leslie and Lalla