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Autore: Lory_V    29/05/2011    3 recensioni
Una giovane ragazza, vive con gli zii e la sorellina. La sua vita è come quella di una normale adolescente, ma un sogno ripetuto la sconvolge, Le sue vacanze a Volterra chiariranno i dubbi irrisolti della ragazza?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Volturi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Salve carissimi!! Prima di iniziare il 2° capitolo volevamo scusarci e volevamo ringraziarvi per la pazienza che avete dimostrato!!
La scuola è molto impegnativa e le due socie non sono riuscite a vedersi molto spesso... ma non preoccupatevi, il 3° capitolo è in corso perciò non tarderà ad arrivare (vi anticipiamo che nel 3° capitolo compare il famoso - e per adesso misterioso- VOLTURO!!)


In questo capitolo:
Storia scritta in questo colore: Pov Lorena.


Più si avvicinava il sogno ricorrente, più diventavo ansiosa. Quel giorno ero più in agitata del solito, dovevo partire per Volterra.  Gli zii avevano progettato di partire presto così da arrivare a Volterra per l’ora di pranzo o al massimo nel primo pomeriggio. Francesca venne verso le cinque del mattino, lei piace a tutti, è una ragazza solare, studiosa, molto bella e assolutamente perfetta. 
Il viaggio fu lunghissimo, menomale che c’erano Francesca ed Emily, con la loro allegria l’atmosfera lungo il viaggio fu molto tranquilla. Emily parlava sempre di tutto con tutti, io guardavo il paesaggio fuori dal finestrino, mi sembrava così strano, così familiare… riuscii a distogliere lo sguardo solo grazie a Francesca, è sempre la migliore!
Lo strano silenzio fu interrotto dalla domanda di Emily e la risposta della zia: Eravamo arrivati a Volterra!
Tutti guardavano fuori dal finestrino, ero affascinata da tutte quelle mura, era una città piccola, antica, ma molto graziosa. Per entrare nella “città fortificata” era obbligatorio parcheggiare la macchina ed entrare a piedi lungo le scalinate. Mentre stavamo andando verso la nostra casa, rimasi colpita dalla magnifica porta etrusca.(1)
Dopo qualche minuto a piedi finalmente le preghiere di Emily(e di tutti noi) furono accolte, eravamo a casa.
La casa del pro zio era all’esterno come tutte le altre ma aveva una particolarità, era di un colore più vivace.
La casa era molto bella, le pareti erano di color beige.  Molti quadri facevano bella mostra di se insieme alle numerose foto che spesso ritraevano mia zia mio padre. Emily aveva una stanza tutta per se, era quella della zia quando era piccola. La stanzetta era tutta rosa, con attaccati dei poster di cavalli, piena di bambole di porcellana, per me era una stanza orribile, per Emily la stanza dei  giochi.
Io dormivo nella vecchia stanza di papà con Francesca. La stanza era tutta di un azzurro pastello tamponato blu scuro, non aveva poster, né giocattoli, aveva degli scaffali pieni di libri e una scrivania enorme piena di fogli. Curiosa mi avvicinai alla scrivania cercando di prendere un foglio, riuscii a leggere solo il titolo perché appena iniziai a leggere il contenuto della lettera, mia zia entrò, prese tutti fogli e ci disse solo che presto ci avrebbe raggiunto  e insieme avremmo svuotato le valigie.
Finito di svuotare le valigie, si senti uno strano lamento, era Emily che si lamentava per il suo stomaco vuoto. La zia si precipitò in cucina, non voleva far aspettare il suo tesorino carino… ma improvvisamente suonò il campanello della porta. Francesca ed io andammo ad aprire la porta, erano i vicini, una signora circa dell’età di mia zia e due ragazzi circa dell’età mia e di Francesca.
La signora sorrise me e Francesca, e ci disse: -Salve ragazze sono Mary Anne, un’amica d’infanzia di vostra madre…-
-Mia zia, signora Mary Anne - la corressi in fretta, non osavo nemmeno immaginare di essere figlia di mia zia. La signora si scusò e mia zia sentendo quelle parole si precipitò alla porta.
-Oh Mary Anne, come stai cara? E chi sono questi giovanotti? – alla parola “giovanotti” io guardai Fra e lei ricambiò lo sguardo.
-Oh bene grazie, loro sono Marco mio figlio e Filippo un suo amico-
-Oh, ti assomiglia tuo figlio, è proprio uguale a te!! Dai entra, che prendiamo un bel the e parliamo un po’- Stavano entrando tutti quando Mary Anne propose ai due ragazzi di farci da guida turistica per la città, ma mia zia disse che non avevamo ancora mangiato perciò potevamo -dovevamo- fermarci a mangiare qualcosa.
Io e Francesca provammo a rifiutare, ma la zia ci fulminò con lo sguardo, perciò accettammo “volentieri”.
Quella mattina era una giornata abbastanza soleggiata e i ragazzi grazie ai riflessi del sole avevano delle sfumature più chiare ai capelli e alla carnagione, Marco era un ragazzo biondo con gli occhi verdi e Filippo castano con gli occhi castani, si vedeva che ci avevano “puntato”, soprattutto con Fra, ma era la prima volta che li vedevamo, non potevo giudicare il libro dalla copertina. I ragazzi ci dissero che fra un’oretta sarebbero dovuti andare dal loro “gruppetto” cioè i ragazzi di Volterra della nostra età perciò se volevamo potevamo mangiare anche con loro. In realtà dovevamo… se la zia ci avrebbe viste a casa dopo un’oretta senza nemmeno aver mangiato sarebbe andata dai ragazzi a fargli una predica… perciò accettammo.
Nell’oretta visitammo la graziosa città che, stranamente, mi era molto familiare ma non grazie al sogno…
-Qui è finita la prima parte della visita turistica care turiste, adesso, però vedrete il meglio: Il campanile, lì ci ritroviamo con il gruppo-. Disse Filippo, io rabbrividii collegando il campanile al sogno… non mi videro solo i ragazzi e Fra ma anche due ragazze non molto lontane che avevano sentito la discussione. Marco e Filippo le conoscevano, erano del gruppo e insieme con loro andammo nel punto d’incontro.
-Ecco il campanile ed ecco il gruppo- disse Marco indicando e infine raggiungendo il gruppo insieme alle ragazze e a Filippo.
Il campanile era proprio quello del mio sogno… tremavo al solo pensiero. Raggiungemmo comunque il gruppo e nel raggiungerli ebbi un brivido, una sensazione quasi di protezione, molto strana.
Una delle due ragazze ci sorrise, un sorriso strano quasi cattivo e disse a me e a Fra:
-Aspettavamo giusto voi, adesso iniziamo un gioco: “OBBLIGO O VERITA’” giacché siete nuove, iniziamo da voi il giro e dovrete dire solo LA VERITA’- Tutti i ragazzi del gruppo dissero che non era il caso ma quella ragazza lì zitti con un gesto e impose di fare quello che aveva detto. Io odiavo quel gioco e quella ragazza mi era sempre più antipatica.
-Iniziamo da… te! Ti faccio io la domanda.- m’indicò ed io annuii, tutti mi fissarono.
-Allora… perché tremavi davanti al campanile?- Lei mi guardava in un modo quasi di sfida. Marco mi vide tremare alla domanda e mi difese:
- Giulia cambia domanda!-  La strana sensazione di protezione mi dava forza, lo ringraziai con lo sguardo ma dissi:
- Non ti preoccupare Marco, risponderò- Fra mi guardò e mi chiese se ero sicura, io annuii.
- Da quando sono piccola, ogni anno, lo stesso giorno, la stessa sera, faccio un sogno. Sogno in lontananza questa città anzi questo campanile. Io sono in un bosco, non mi vedo ed è tutto scuro. All’improvviso mi giro e ritrovo a un centimetro da me un volto tutto bianco. E’ un ragazzo, mi sembra unvampiro, ha gli occhi rossi, i capelli castani, mi fissa. Voglio urlare ma mi “tappa” la bocca con le sue mani Fredde…- Impallidii raccontando a tutti il mio sogno, tutti mi fissarono, Fra si avvicinò e mi rassicurò abbracciandomi. L’amica di Giulia era spaventata, aveva capito dal tono della mia voce che quello che dicevo era vero. Giulia non considerò "l’amica", anzi, voleva continuare il crudele gioco, ma Marco e Filippo proposero di smettere e di andare a mangiare tutti insieme. Giulia se ne andò sdegnata  e obbligò l’amica a seguirla, anche se era ancora spaventata.

 
Nota:
(1)informazioni  verissime perché la mia socia è andata a Volterra (fortunata vero?)
  
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