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Autore: talita    31/05/2011    3 recensioni
Rebecca è una giovane donna con una meravigliosa figlia di 6 anni, Lillian. La bambina vuole conoscere il padre, che non ha mai visto. Questo porterà Rebecca faccia a faccia con i suoi sentimenti tumultuosi e l'amore per sua figlia la aiuterà a scegliere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi a postare una nuova storia partorita dalla mia mente malata. XD
   Era un po' che pensavo di scriverla e un sogno mi è venuto in aiuto la notte scorsa. È una storia profonda, sentimenti confusi, una bambina allegra che è la luce di questa bellissima favola, una donna coraggiosa e un uomo.
   Buona lettura.



Intro - Light in the Darkness
Oggi vado a prendere Lillian a scuola, le faccio una sorpresa.
   Mi piazzo davanti all'uscita e aspetto che suoni la campanella. La mia bimba è in prima elementare quest'anno.
   Eccola che arriva col suo zainetto rosa e la sua Barbie in mano. «Mamy!», urla appena mi vede e corre ad abbracciarmi.
   «Ciao piccola mia!», mi abbasso e la stringo forte a me. Lei si stacca e mi guarda col faccino triste. «Lilly, che c'è amore? Non sei contenta che mamma sia venuta a prenderti al posto della nonna?».
   «Sì, sono contenta», mi risponde sorridente. «Ma oggi è la festa del papà», dice tristemente. «Dov'è il mio papà?».
   «Amore, te l'ho detto. Il tuo papà non abita qui tesoro».
   «Io voglio vederlo».
   «Lillian, tesoro, non possiamo vederlo, lui ha una vita sua e una famiglia».
   «La maestra dice che la mamma e il papà sono la famiglia».
   «Lo so, piccola mia», le accarezzo i capelli. «Va bene, ti farò conoscere il tuo papà, ok?».
   Mi mostra il più grande sorriso che le abbia mai visto in volto e mi abbraccia.

Arrivate a casa, la prima cosa che faccio è cercare il suo numero, il padre di Lillian è un brav'uomo, è solo che quando lei è nata 6 anni fa, lui era troppo impegnato nella sua carriera e cosi ho deciso di lasciarlo nonostante sia ancora innamorata persa di lui. Ho bloccato tutto, praticamente ho smesso di vivere per Lillian, lavoro 10 ore al giorno per poterle dare tutto quello che merita, ma non me ne pento, è una bambina fantastica, intelligente e altruista, come suo padre del resto.
   Ho trovato il numero e spero vivamente che sia ancora questo mentre lo compongo sul telefono.
   «Pronto». Mi mancava la sua voce.
   «Sono Rebecca».
   Per un po' rimaniamo tutti e due in silenzio.
   «Ciao, Rebecca. Hai bisogno di qualcosa?». Sorrido amaramente. Non gli ho mai chiesto alimenti o niente, mantengo mia figlia con le mie proprie forze così come ha fatto mia madre con me.
   «No, non ho bisogno di nulla, è solo che Lillian chiede di te».
   «Le hai raccontato? Come sta?», chiede curioso.
   «Non le ho raccontato nulla, ha solo 6 anni. E sta bene, è una bambina in salute, furba e vivace, ti assomiglia». Lo sento sorridere dall'altra parte del telefono. «Oggi è la festa del papà e come sai a scuola tutti fanno un regalino al proprio, lei non può e questo mi fa male al cuore. Vuole conoscerti».
   «Non possiamo», ripete lui, come anche l'ultima volta. Ogni tanto gli mando qualche foto di Lillian via mail, ma credo che non le guardi nemmeno. «Lo sai che non posso essere presente nella sua vita come un vero padre».
   «Lei non ha bisogno di un vero padre, le do io l'amore di cui ha bisogno», gli ripeto. «Vuole solo sapere che faccia ha suo padre».
   «Ok», accosente lui.
   «Ok, la vuoi incontrare?». Sono 6 anni che non lo vedo, ci sentiamo solo per telefono, chissà che effetto può avere ancora su di me.
   «Sì. Dove abitate adesso?».
   «A San Diego, da mia madre».
   «Ok. Vengo questo fine settimana?».
   «Sì, tanto ti ricordi dove abita mia madre?».
   «Certo che mi ricordo», mi sembra quasi di vedere i suoi occhi, li rivedo ogni giorno in quelli di mia figlia. «Ok, allora ci vediamo».
   «Sì, ci vediamo», così chiudo questa chiamata fredda e poggio il telefono sul bancone della cucina.
   «Viene?», mia madre mi stava ascoltando, lo sapevo.
   «Sì, viene. Questo fine settimana», la informo. «Vado a dirlo a Lillian».
   «Rebecca», mi ferma lei. «Stai facendo la cosa migliore per lei o per te?».
   «Mamma, anche io quando avevo la sua età volevo conoscere mio padre e tu hai esaudito il mio desiderio».
   «Ma durante l'adolescenza lo hai odiato».
   «Sì, solo quando ho saputo quello che ti aveva fatto, in questo caso è diverso».
   «Lui non potrà essere presente nella vita di Lillian».
   «Lei lo vuole conoscere, e lo vuole anche lui se ha accettato di venire qua», la supero e corro da mia figlia a darle la notiza, ma forse mia madre ha ragione; che Lillian conosca suo padre può essere un male e sarà un male anche per me rivedere i suoi occhi.




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Ringrazio le mie lettrici; Jess, Jen e Lu!
  
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