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Autore: callistas    07/06/2011    26 recensioni
Per chi aspettava, eccomi tornata come promesso.
Allora, non voglio anticiparvi niente, ma voglio dirvi che questa storia è la prima cosa seria che ho scritto.
Ci sarà una gran voglia di uccidere qualcuno e incoraggiare chi è sempre rimasto nell'ombra.
Ho cercato - davvero, ci ho provato - a mantenere l'identità del personaggio originale, ma dopo un pò sono riuscita a cadere ancora nella trappola infame dell'OOC.
E' una DracoxHermione, una coppia che adoro.
Vedremo il loro rapporto evolversi grazie a qualcosa che accade a Hermione. La tematica è trita e ritrita, ma ho voluto intasare il sito anche con una mia personale visione delle cose.
Spero possa piacere.
Se sì, commentate.
Se no, commentate.
Se forse, commentate.
In ogni caso, fatemi sapere che ne pensate.
W la democrazia!
Un bacio a tutti i passanti, callistas.
Genere: Commedia, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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01 - Prologo E come promesso, eccomi con una nuova Dramione.
Come già anticipato in “Slitherin Airlines” o almeno quel poco che ho detto, questa storia sarà una super long-fic. È decisamente molto più complessa rispetto alla precedente in quanto ho cercato di mantenere i personaggi il più fedele all’originale, all’inizio, ma poi le cose mi sono sfuggite di mano e sono caduta nell’orrenda trappola dell’OOC.
Spero vogliate perdonarmi.
La storia tratterà un argomento di attualità e da questo prologo credo, si capirà chi è il protagonista, anzi. Credo sia ovvio, visto il pairing.
Dicevo, è un argomento di attualità e spero possa piacervi come è stato scritto e sviluppato.
Spero gradiate questa mia nuova composizione.
Vi auguro una buona lettura con il prologo.
Callistas.









VERITA’ NASCOSTE
PROLOGO


“E’ una settimana che se ne sta trincerata in quella camera. Inizio seriamente a preoccuparmi Myra.”
La donna guardò verso le scale, che conducevano verso le camere.
Sospirò.
Sapeva che sarebbe stata dura, ma quel silenzio stava iniziando a preoccupare pure lei. Avrebbe di gran lunga preferito urla, strepiti, calci!, ma non quel silenzio assordante.
“Sapevamo che sarebbe stata dura, Elthon. Vediamo come si sviluppano le cose.”









“Mamma, è arrivato il gufo di Hermione?”
Ginny scese in cucina, facendo gli scalini due a due, rischiando più volte di spezzarsi l’osso del collo. Molly si girò e le sorrise mestamente segno che no, il gufo non era arrivato.
La rossa sbuffò, afflosciando le spalle. Ma dove diavolo si era cacciata quella benedetta ragazza? Era tutta l’estate che non si faceva sentire nemmeno con un gufo spelacchiato! Tornò di sopra per avvisare Harry e Ron, in pensiero tanto quanto lei. Quelle scale, ora, le sembravano infinite.
Fu come se il suo corpo si rifiutasse di collaborare, quasi non volesse partecipare a quell’ennesima delusione. Aprì la porta ed entrò a testa bassa.
“Allora? È arrivato?” – chiese Harry, alzandosi di scatto dal letto dove prima stava dando una lucidata alla sua scopa. Tutto, pur di mantenere occupata mente e mani per quei pochi minuti in cui Ginny scese per controllare se era arrivata posta.
La ragazza chiuse la porta alle spalle e quando si girò scosse la testa, anche se la risposta era già arrivata tramite il suo atteggiamento da funerale. Il moro si risedette con un tonfo sul letto, molleggiando per un paio di secondi.
“Ma che fine ha fatto?” – chiese Harry. – “Sono due mesi che non si fa sentire! Dove hai detto che andava?”
Ginny lo ripeté per l’ennesima volta, con un bel sospiro prima di iniziare.
“Ha detto che tornava dai suoi genitori, perché voleva stare un po’ con loro. Siccome tutte le estati le passa qui da noi, quest’anno ha voluto trascorrere qualche tempo in più con i suoi. Altro non so. Tanto vale aspettare il ritorno a scuola e ce lo faremo dire direttamente da lei.”
All’inizio della scuola mancava ancora un mese abbondante. Era la prima estate che passavano in un modo così insolito, quasi apatico. Solitamente, anche se divisi, i quattro riuscivano a mantenersi sempre in contatto, ma quella volta doveva essere successo qualcosa di veramente grave per far sì che Hermione Granger non inviasse nemmeno una misera lettera in cui comunicava sue notizie.
L’unica cosa possibile da fare era aspettare.









Scagionato da ogni accusa e, soprattutto, sinceramente pentito degli errori commessi, Lucius Malfoy era seduto sulla poltrona di pelle del suo studio con un buon bicchiere di Whisky Incendiario invecchiato in mano. Lo faceva ruotare lentamente, a pochi centimetri dagli occhi.
Non vi aveva mai fatto caso, prima.
Il Whisky, se a contatto per lungo tempo con calore di una mano, cambia di consistenza. Il calore da essa sprigionato ha la capacità di far addensare quel liquido ambrato, modificandone la struttura.
Lo appoggiò sulla scrivania di mogano lucido e prese le lettere che gli erano arrivate in quei giorni. Tra riunioni al Ministero, prelievi giornalieri di ricordi – e intenzioni, nel caso intendesse tornare sulla cattiva strada – Lucius Malfoy aveva avuto poco tempo da dedicare all’ordinaria amministrazione del suo patrimonio e della sua vita e pensò che fosse giunto il momento di riprendere in mano ciò che aveva lasciato in sospeso.
C’erano lettere pubblicitarie che accantonò in un angolo, richieste di donazioni a enti in parte benefici che accantonò in un altro, e richieste di matrimonio.
In tutto, quelle, erano una decina.
Compiaciuto che il nome della famiglia non fosse andato definitivamente in rovina, iniziò ad aprirle una per una. Si appoggiò allo schienale della sua poltrona e iniziò a sfogliarle. La prima che gli balzò all’occhio, fu quella del suo “ex-collega” Jonathan Parkinson, il padre di Pansy. Staccò con un colpo deciso la ceralacca rossa, sulla quale era impresso lo stemma della casata e srotolò la pergamena.

Lucius,
ho sentito che sei stato scagionato da tutte le accuse. Me ne compiaccio.
Ho sempre saputo che eri un esperto manipolatore di menti e che grazie a qualche
moina, saresti riuscito a convincere quegli stolti del Ministero che eri innocente.

Lucius sollevò un sopracciglio e sentì un brivido corrergli lungo la spina dorsale. Saltò la parte in cui Jonathan si congratulava con lui e cercò la parola chiave.

… e visto che tutto si è risolto per il meglio, ho ritenuto necessario spedirti questa
lettera. Sappiamo perfettamente quali sono i nostri obiettivi, il primo tra tutti,
mantenere intatta la purezza del nostro sangue.
E quale cosa migliore di un matrimonio tra i nostri due giovani eredi?
Sarebbe anche facile, poiché frequentano insieme Hogwarts e sono già amici.
Vorrei discutere con te dei dettagli in un momento in cui sei libero dai tuoi,
come si possono chiamare?, impegni con il Ministero?

Immaginava benissimo Johnatan: un ghigno compiaciuto e divertito stampato sul volto mentre gli scriveva quella missiva.
Non volle leggere altro. Prese la lettera e la buttò dritta nel cestino, dopo averla appallottolata per bene.
Parkinson non era cambiato per niente, pensò il biondo uomo; ma era certo che se al momento della cattura gli avessero fatto passare ciò che aveva passato lui, allora avrebbe decisamente cambiato rotta, corrente di pensiero e soprattutto, tono di voce.
Stava per aprire la seconda, quando un elfo domestico apparve per avvisarlo che la cena era pronta.
“Padrone? La signora aspetta per la cena.”
Lucius levò gli occhi sull’essere e annuì. Aveva perfino perso la voglia di insultare gli elfi. Non che avesse compreso d’un tratto che anche loro, in quanto esseri viventi, avevano diritto a una dignità personale, ma perché urlare per la loro inettitudine era, alla fine, sfiancante e una perdita di energie.
E lui di energie ne aveva perse fin troppe.
“Dille che arrivo subito.”
L’elfo, che aveva tirato le orecchie fino a terra per il timore di essere sgridato, le mollò di colpo, stupito. Per il contraccolpo, le orecchie tornarono al loro posto, non senza essersele schiaffate prima sugli occhi.
“Subito! Harkell va subito!”
Lucius sospirò. In effetti, gli elfi non erano propriamente inutili. Quelle orecchie che si era schiaffato sugli occhi lo avevano fatto ghignare. Ovviamente dopo che si fu smaterializzato.
Rimise le lettere sulla scrivania e si avviò verso la sala da pranzo.









Note di me:

Allora, questo è solo il prologo come avrete potuto capire.
Non è niente di che, ma riassume alla bell’è meglio i tre gruppi di persone principali attorno alle quali ruoterà la storia.
Al momento, preferisco non lasciarvi spoiler, decidendo di lasciarli per i momenti più intrigosi.
Non credo di aver null’altro da aggiungere, se non una buona lettura.
P.S.: nel caso non aveste niente da fare, potete tranquillamente aumentare la mia autostima con qualche commentino che tanto male non mi farebbe. ^__^

Grazie e al prossimo capitolo, che sarà a breve!
Callistas.
  
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