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Autore: Hikari93    13/06/2011    8 recensioni
Eccomi alla riscossa con un'altra SasuSaku, una specie di "raccolta" composta da quattro capitoli. Ogni storia sarà ambientata in una stagione differente (da qui il titolo) secondo questo ordine: primavera, estate, autunno e inverno. Non ho la più pallida idea di come mi sia venuto in mente, ma spero leggerete e, perchè no?, commenterete. Grazie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Amore alle quattro stagioni

 

     Capitolo 2: Estate




      

-E allora? Dove andiamo in vacanza quest’anno?-
Sakura cercava di combattere il caldo schiaffando la faccia dritto contro il ventilatore. Osservava le lame al suo interno girare ad una velocità pazzesca. Nonostante tutto, sembrava che ruotassero sempre troppo piano. Finché non si muoveva da lì, riusciva persino a sopportare l’afa terribile di quel pomeriggio di piena estate. Ma come spostava il viso le pareva di morire. Era come se il caldo le si appiccasse addosso, come se fosse avvolta da un maglione di lana, come si trovasse in un forno. Non aveva troppa voglia di parlare – sebbene di solito questo compito spettasse più al suo ragazzo, Sasuke, che a lei. Le toglieva energia persino il respirare, figuriamoci altro. Alla fine, però, si era fatta forza, e aveva pronunciato quelle poche parole, quella sola frase.
-Tu dove preferiresti andare?- domandò Sasuke in risposta.
Rispondere ad una domanda con un’altra domanda era proprio da lui. Ma non perché non la questione non gli interessasse e quindi voleva arginarla, bensì perché per lui la cosa era indifferente. Mare, montagna, pianura, collina. Qualunque posto sarebbe andato bene: tanto valeva far scegliere a Sakura, che sembrava tenerci più di lui.
-A dire il vero non saprei.- disse la ragazza, chiudendo gli occhi e godendosi l’aria fresca.
Non riusciva a capire come facesse Sasuke a sopportare quell’atmosfera infernale. Se ne stava comodamente seduto sul divano, con la camicia leggermente sbottonata e un pantalone lungo addosso. Per Sakura quello era un suicidio. Lei che era vestita con una gonnellina corta e una maglietta a maniche inesistenti stava soffrendo. Come poteva l’Uchiha mantenersi così perfettamente elegante anche in quel frangente? Proprio non se lo spiegava.
-Potremo goderci qualche giornata al mare e qualcuna in montagna.- proferì lui, lo sguardo sempre dedicato ad un nulla che si trovava fuori.
Sakura annuì.
Alla ragazza il suo fidanzato appariva come una statua di sale, come una di quelle sculture perfette. Magari anche perchè l’estate le comunicava una specie di non-movimento. Immobile al suo posto, lui era attento a qualcosa che lei non poteva scorgere, ma che immaginava perfettamente. Non si trattava tanto di un cosa vero e proprio, quanto astratto. L’Uchiha non era un tipo che amava fantasticare, tutt’altro. Però gli accadeva spesso di isolarsi, anche se si trovava circondato da molta altra gente. Si perdeva nei propri pensieri, pensieri che Sakura non conosceva.
-Ma ci andremo da soli, ovviamente.- scandì freddo. Sembrava quasi una contrapposizione. visto il clima torrido.
L’Haruno sgranò lievemente gli occhi. Di solito per Sasuke non faceva differenza se andare con tutto il gruppo oppure da soli. Le sembrava così dannatamente impossibile ed emozionante che lui le avesse chiesto una cosa del genere. Non potè non sorridere.
-Ovviamente.- rispose.
Prese a giocherellare con una ciocca di capelli che, trascinata dal vento, le andava a finire negli occhi. Sapeva che dirlo a Sasuke non avrebbe sortito alcuna conseguenza, ma era stata davvero felice di sentirsi dire che voleva soltanto la sua compagnia. Senza contare che le parole dell’Uchiha andavano assolutamente interpretate. Lui non era un tipo diretto, come Naruto. No. Ed era impossibile persino cavargli le parole da bocca. Era necessario che fosse lui a decidere di confidarsi e, anche quando lo faceva, aveva dei modi tutti suoi, particolari e ingegnosi.
Le venne in mente quando, due anni prima, si erano messi insieme.
 
Sakura era decisa a confessare a Sasuke tutto il suo amore. Probabilmente se ne era già accorto: del resto, chi non l’aveva capito? Escluso quel testone dell’Uzumaki, ovviamente. Camminava a passo svelto per il corridoio della scuola che frequentavano. Sapeva dove si trovava Sasuke in quel momento. Erano già le cinque del pomeriggio e lei aveva appena terminato un corso extrascolastico di inglese, mentre a breve Sasuke avrebbe finito quello di lettere. Si diresse verso la porta secondaria della scuola, quella da cui – lo sapeva – sarebbe uscito l’Uchiha.
Si appoggiò al muro e lo aspettò impaziente. Si infondeva coraggio mentalmente. Avrebbe dovuto farcela a tutti i costi. Era inutile prepararsi il discorsetto: quando avrebbe visto Sasuke, sarebbe partita all’attacco descrivendo, semplicemente, come si sentiva in sua presenza. Era quasi più che sicura di un rifiuto, però – si diceva – tentar non noceva mica.
Sentì dei passi: stava arrivando.
Avanzava piano, e Sakura si sentì in soggezione già per questo. Anche il suo cuore cominciò a farsi udire, prendendo a battere prima piano, quasi a ritmo del suono prodotto dall’Uchiha, e poi sempre più forte, mano a mano che il rumore era più vicino.
Ormai l’Haruno vedeva persino la sua ombra. Incrociò le dita dietro la schiena, sperando in bene.
-Che ci fai qui?- domandò Sasuke, un sopracciglio inarcato.
Già un miracolo che si era fermato a parlarle, si disse Sakura.
-Ti aspettavo.- fu sincera lei.
-E per quale motivo?- rincarò l’altro.
La ragazza si sentiva quasi morire, mentre le guance diventavano sempre più paonazze. Ma era la sua occasione. Loro due. Fuori. Da soli. Non avrebbe potuto chiedere di meglio. Il cuore le risuonava nelle orecchie.
-Perché… insomma, perché devo parlarti.-
-Capisco. Riguarda forse il fatto che in queste ultime settimane mi stai spiando?- domandò retoricamente lui.
Lei arrossì di colpo, sgranando gli occhi. Eppure credeva di essere stata attenta a non farsi scoprire. Del resto non l’aveva mica pedinato! Aveva soltanto fatto in modo che le loro strade, oltre quelle scolastiche, si incrociassero più di una volta.
-Spiando? Certo che no!- si difese, balbettando.
Sasuke la squadrò. Era come se potesse leggerle dentro e questo la inquietava.
-E poi stiamo nella stessa classe. Sarà capitato che io… ti abbia guardato.- indugiò un istante, come a cercare le parole giuste. –In fondo mi capita con tutti, non lo faccio nemmeno apposta!- sorrise per niente convincente.
-E’ stato un caso anche l’altra volta? Quando hai preso la strada più lunga verso casa tua per potermi star dietro?- riprese il ragazzo, per nulla persuaso dalle sciocchezze che gli aveva detto l’altra.
-Sì.- provò la ragazza, tentando di essere più convincente.
-E, allora, anche quando ti ho vista entrare al bar dieci secondi dopo di me? E uscirne dieci secondi dopo?-
Sakura era spiazzata. Voleva dirgli una cosa e si erano ritrovati a fare tutto un altro discorso. Aveva pensato male. Non poteva imbrogliare Sasuke Uchiha.
-Inutile mentire, allora. Non so se può bastare, ma ti chiedo scusa. Ti assicuro che non accadrà più.- dichiarò, abbassando il capo.
-Sei insopportabile, Sakura.- continuò l’Uchiha. –E anche poco intelligente.-
Seppur non alzò lo sguardo, l’Haruno si sentì profondamente colpita e arrabbiata con il suo interlocutore. Magari era insopportabile, vero, ma stupida no.
-Se tu fossi stata più attenta ti saresti resa conto di una cosa.-
Seguirono degli istanti di silenzio assoluto. Soltanto gli uccellini che cinguettavano, talvolta, rompevano quell’atmosfera. Poi, Sasuke riprese a parlare.
-Ti saresti accorta che se so tante cose di te, come dove abiti, quale strada fai di solito, quale posto frequenti, significa che ho le mie informazioni. Su di te.-
A sentirgli dire quelle frasi, la ragazza rimase sbalordita. Alzò lo sguardo, gli occhi verdi aperti più del dovuto. Voleva dire qualcosa, chiedere informazioni, ma non ci riuscì. Fu interrotta dal bacio di Sasuke che arrivò desiderato e improvviso. In quell’istante nessuno dei due capì più nulla, più Sakura che Sasuke, però. Restarono lì, a baciarsi per qualche minuto, le avvinghiate ai capelli e al corpo.
Poi si separarono.
-Ti amo, Sasuke.- riuscì a dire.
Non ebbe altra risposta che un altro bacio.
 
-Spegni quell’affare.- intimò Sasuke. –Non fa bene starsene troppo tempo lì davanti!-
Sakura stava per lamentarsi, dicendogli che lo sapeva che faceva male beccarsi tutta quell’aria gelata in pieno volto, ma poi decise di seguire il consiglio del suo fidanzato. Ma per averle fatto terminare quella pace dei sensi, avrebbe dovuto pagarla. 
Si avvicinò all’Uchiha e gli si sedette in braccio, poggiando la testa sul suo petto semi nudo.
-Non avevi caldo?- esclamò lui piccato.
-Avevo. Mi è passato di colpo.- scherzò, prima di baciare con passione il suo fidanzato.
E’ vero, stava ancora morendo di caldo, ora più di prima. Ma sarebbe arrivata a sopportare di peggio pur di restare al fianco di Sasuke in quel modo. Sentì la lingua del ragazzo chiedere il permesso per entrare nella sua bocca. Glielo concesse con molto piacere.
Senza che se ne accorgesse, si ritrovò stesa sul divano, con Sasuke sopra di lei.
Ignorando palesemente la temperatura del suo corpo che continuava a salire per via di quel contatto troppo spinto, si lasciò guidare dai movimenti fidanzato.
In quel momento, il caldo per Sakura era un problema secondario. Piuttosto, riusciva a stento a tenere a freno il cuore che le pareva volesse scoppiarle in petto.
Forse era più salutare starsene davanti al ventilatore, pensò divertita.
Sapeva, però, di non esserne per nulla convinta.
Il calore che proveniva dalla pelle di Sasuke era il più benefico che avesse mai provato.




 



 
 
 
Eccolo qui. Mah… ammetto che forse, forse non mi è uscito maluccio. Ho ammazzato qualche virgola, probabilmente e ho mandato a farsi benedire i sinonimi. Che dirvi… aspetto vostri pareri! ;) 

   
 
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